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SESTA SERIE

AVVERTENZA
1. -Con questo volume si apre la sesta Serie della raccolta dei documenti diplomatici italiani relativa al periodo compreso fra l'entrata in vigore dell'armistizio concluso dall'Italia, in nome della coalizione vittoriosa, con l'Austria-Ungheria, e la formazione del primo Governo Mussolini. Esso comprende la documentazione che si riferisce all'azione diplomatica dell'Italia dal 4 novembre 1918 alla vigilia dell'apertura ufficiale della Conferenza di Parigi: la fase dell'applicazione dell'armistizio, del primo accertamento delle situazioni e dei problemi risultanti dalla cessazione del conflitto in Europa, e dell'impostazione dei negoziati di pace. 2. -I documenti pubblicati sono stati tratti in prevalenza dai fondi custoditi presso l'Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri. In particolare sono stati utilizzati i seguenti fondi:

a) Archivio di Gabinetto. Esso comprende le collezioni dei telegrammi di gabinetto in partenza e in arrivo, e i fascicoli dove, insieme con telegrammi sparsi e carte varie, sono raccolti, per quanto in numero esiguo, memorie, appunti, lavori preparatori, per uso del Ministero. La collezione dei telegrammi è formalmente quasi completa; ma essa non comprende tutta la corrispondenza telegrafica del Ministro degli Esteri, come risulta dal confronto con il materiale dell'archivio dell'Ambasciata d'Italia a Londra ed ancora più con quello dell'archivio privato del Presidente del Consiglio d'allora, Vittorio Emanuele Orlando. Le ricerche nel fondo Sonnino, in custodia presso l'Archivio Storico, non hanno dato purtroppo esito alcuno al riguardo, al pari di quelle condotte fra le carte dell'archivio dell'Ambasciata d'Italia a Parigi. Si deve soprattutto notare la lacuna costituita dall'irreperibilità dei telegrammi inviati da Sonnino quando si trovava a Parigi, dei quali solo alcuni sono stati rintracciati nell'archivio dell'Ambasciata d'Italia a Londra. Dei telegrammi inviati da Sonnino al Ministero degli Esteri a Roma non si è trovata alcuna traccia.

b) Collezione dei telegrammi ordinari in partenza e in arrivo. Essa deve ritenersi completa, ma è in genere d'interesse marginale.

c) Archivio della Direzione degli Affari Politici, che si può considerare lo archivio generale del Ministero degli Affari Esteri. I documenti sono raggruppati in fascicoli, Stato per Stato: accanto alle copie di telegrammi di Gabinetto e ordinari figurano i rapporti provenienti dalle rappresentanze all'estero, appunti, promemoria ecc. Questo archivio è molto ricco ma è stato utilizzato soltanto in piccola parte. I rapporti infatti trattano normalmente di questioni di scarso rilievo per la documentazione della condotta generale della politica estera italiana in questo periodo. Si tenga presente al riguardo che, essendo frequenti gli incontri del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri con i rappresentanti delle potenze alleate e associate, le comunicazioni telegrafiche sono il mezzo ordinario per mantenere tempestivamente il collegamento e per procedere alle decisioni che esigono di essere prese con la massima rapidità.

d) Archivio dell'Ambasciata d'Italia a Londra. Come si è accennato, esso contiene documenti interessanti per la ricostruzione di alcuni episodi di notevole rilievo nelle relazioni italo-britanniche di questo periodo. Le ricerche fra le carte personali dell'ambasciatore Imperiali, custodite nell'Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, non hanno invece dato risultati degni di nota.

e) Archivio dell'Ambasciata d'Italia a Parigi. Disgraziatamente questo archivio, che avrebbe potuto essere di inestimabile ausilio per la ricostruzione completa dell'azione diplomatica dell'Italia dopo il 3 novembre 1918, è stato in gran parte distrutto alla vigilia del 10 giugno 1940. Non sono perciò state possibili le

desiderate integrazioni nella corrispondenza telegrafica relativa ad alcuni aspetti più delicati dei rapporti italo-francesi. Si è utilizzata soltanto la nota verbale consegnata da Bonin Longare al ministro degli esteri francese il 30 novembre 1918.

Oltre ai fondi dell'Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri sono serviti alla formazione di questo volume alcuni documenti tratti dal fondo contenente il carteggio del rappresentante militare permanente italiano presso il Consiglio Interalleato a Versailles, generale Di Robilant, in custodia presso l'Archivio Storico del Ministero della Difesa-Esercito che ha concesso cortesemente di poterlo esaminare.

Debbo infine alla cortesia dell'ammiraglio Fioravanzo la comunicazione del contenuto di un promemoria del Ministero della Marina che purtroppo non è stato possibile rintracciare nella stesura originale.

Di eccezionale importanza si è rivelato l'archivio privato di Vittorio Emanuele Orlando. Esso mi è stato signorilmente aperto dall'avv. Ambrogio Orlando, figlio del Presidente della Vittoria e custode diligentissimo e informatissimo delle sue carte, al quale desidero esprimere la mia profonda gratitudine. Ricerche non parimenti fruttuose sono state svolte nelle Carte Colosimo, conservate presso l'Archivio di Stato di Napoli.

3. -Soltanto alcuni dei documenti contenuti in questo volume sono apparsi precedentemente a stampa: quelli compresi in un'edizione riservata di pochi esemplari del Ministero dell'Africa Italia, L'Afjrica Italiana, vol. II, parte II, stampato a Roma nel 1919. 4. -Per quanto riguarda le abbreviazioni e i numeri di protocollo sono stati seguiti i criteri adottati nell'avvertenza generale con le modifiche apportate nei volumi già editi ma tenendo conto, nella numerazione dei telegrammi in arrivo, del numero di protocollo generale come di quello di protocollo particolare.

Nella preparazione del presente volume ho potuto valermi per la revisione del testo della preziosa collaborazione del prof. Mario Toscano. Ai dott. Francesco Bacino, Giampiero Carocci e Mario Pastore che mi hanno coadiuvato in alcune ricerche e nel riordinamento del materiale, il mio più affettuoso ringraziamento. Con loro desidero ringraziare il prof. Ruggero Moscati ed i suoi collaboratori della Segreteria della Commissione, in specie le dottoresse Ebe Gerunda e Liliana Save Viscafè, che hanno dato la loro opera al riscontro dei documenti, e le signorine dottoressa Emma Minniti e Luciana Scaramella, che hanno con cura paziente corretto le bozze e compilato gli indici.

RODOLFO MosCA


DOCUMENTI
1

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, BARONE RUSSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 208)

T. 2715/2398. Berna, 4 novembre 1918, ore 9,30 (per. ore 6 del 5).

Mio telegramma Gab. n. 87. Mi consta essere già 'in circolazione in Austria-Ungheria ed in Svizzera foglietti di propaganda bQilscevica redatti in varie lingue. Mi è stato oggi mostrato foglio a stampa in lingua croata firmato da Lenin e Trotzky e Ckerin

col quale si incita popolo francese inglese italiano e giapponese alla rivoluzione. Spero inviare domani a V. E. un esemplare.

2

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1313. Roma, 4 novembre 1918, ore 21 (per. il 5 sera).

R. Ministro Corfù telegrafa Essad pascià giunto dalla Francia su nave guerra francese ripartito subito per Salonicco. Ha parlato di sua prossima andata Durazzo come di cosa sicura. Quanto precede V. E. potrà per notizia comunicare a codesto Governo che crediamo vedrà come noi con poca simpatia il possibile ritorno del Pascià in Albania.

3

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, A PARIGI

(AO, f. B. c.)

T. FONO 14768 G. A. Comando Supremo, 4 novembre 1918 (per. ore 10,25).

Cessate le ostilità con l'Austria l'esercito si sta apprestando a agire contro la Germania. Tale azione dovrà svolgersi con la massa dell'eserdto nella direzione più pericolosa per la Germania, cioè da sud attraverso l'Austria e non frontalmente a fianco esercito alleato in Francia. Poichè vi sono tentativi di svalutazione dei risultati della nostra vittoria riterrei indispensabile e di alto interesse per l'Italia proclamare ufficialmente senz'altro e senza chiedere alcun

consenso in un bollettino questo concetto di operazioni del nostro esercito. Pregherei urgentissima risposta.

l

I -Documenti diplomatici • Serie VI · Vol. I.

4

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

(AO, f. B. c.)

T. s. n. Parigi, 4 novembre 1918.

Ad ogni buon fine avverto V. E. che eventuatli nostre ulteriori occupazioni su territorio già appartenente Austria proceda con l'avvertenza che ciò avviene in esecuzione delle clausole ntesse dello annistizio. Ciò per evitare l'impressione malevola o superficiale che noi ·continuiamo a combattere malgrado armistizio. Naturalmente ciò non avrà più ragione di essere quando condizioni armistizio saranno .pubblicate.

5

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

(AO, f. B. c.)

T. s. n. Parigi, 4 novembre 1918.

In risposta a fonogramma circa operazioni verso Germania (1), comunico a V. E. che si è parlato di ciò lungamente in queste ultime conferenze. È necessario quindi che io parli a V. E. prima di ogni pubbli.cazione. Spero che ciò possa farsi presto, riuscendo a partire questa sera. Di ciò darò conferma.

6

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. GAB. 2721/7294. Roma, 4 novembre 1918.

Ricevo dalla Consulta il telegramma espresso del l o corrente n. 15658 con una informazione di fonte segreta jnglese circa Ahmed Scerif già per telegrafo comunicata all'E. V.

Ne telegrafo anch'io all'E. V. richiamando attenzione su seguenti punti che è necessario tenere presenti nell'interesse delle nostre colonie libiche.

l. Partendo dalla nostra concezione del Califfato ripetutamente da me esposta a V. E. che la ha accolta avendone fatto oggetto di istruzioni al R. Console a Gedda; dopo la stipulazione del patto di Londra secondo un testo che ne fu pubblicato dal The N ew Europe i:l l 7 gennaio 1917 (art. X); dopo la caduta del trattato di Losanna in seguito alla dichiarazione di guerra alla Turchia de! 21 agosto 1915 e dopo il regio decreto del 22 agosto 1915 abrogante il regio decreto 17 ottobre 1912, già parte integrante di quel trattato; contestiamo in modo assoluto al Sultano il diritto o la facoltà di nominare in Libia

un suo rappresentante spirituale o temporale, cioè, un altro Naib el Sultan (Vice Sultano).

2. La cosidetta facoltà di autodecisione quale la ha enunciata il Presidente Wilson, dato anche che Francia e Inghilterra (ciò che sarebbe da escludere a giudicare dai rapporti n. 363 del 23 marzo 1918 della R. Ambasciata a Londra e 25 marzo 1918 n. 371 della R. Ambasciata a Parigi comunicatimi da V. -E., con lettera del 19 aprile 1918, n. 115) la prendano in considerazione, deve essere esclusa, nel comune interesse delle potenze coloniali dell'Intesa, dalla materia da sottoporsi al Congresso della pace. Portare la questione al Congresso significherebbe per l'Italia sottoporre a revisione innanzi alle potenze la nostra legge di sovranità sulla Libia. Mi riferisco a questo proposito aUe considerazioni che fin dal 15 febbraio 1918 io sottoposi all'E. V. con mia lettera n. 1017.

Credo sarebbe molto utile ed opportuno che fin d'ora se ne tenesse parola coi Governi alleati di Inghilterra e di Francia per non essere sorpresi. La Francia credo si associerà al nostro punto di vista.

(l) -Pubblicato al n. 3. (2) -Sonnino, partito con Orlando da Parigi alle ore 20,30 del giorno 4, era in viaggio per l'Italia.
7

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2242/32341. Italia, 5 novembre 1918, ore 1,15 (per. ore 7).

Risposta a telegramma di V. E. n. 5208/10 del 3 corrente.

Assicuro avere a suo tempo comunicato a Comandante delle forze italiane nei Balcani che occupazione Montenegro deve essere effettuata da truppe italiane unitamente a truppe francesi ed inglesi con contingenti uguali. Ho inoltre disposto che per qualsiasi occupazione oltre confine Albania settentdonale S. E. generale Piacentini prenda preventivi e diretti accordi .con generale Franchet d'Esperey infqrmandolo che nostre truppe dislocate fuori Albania devono sottostare Comando unico c Armata Oriente».

8

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, f. B. c.)

T. s. n. Italia, 5 novembre 1918, ore 2.

Risposta odierno telegramma (l) onoromi assicurare E. V. che riguardo amministrazione territori con popolazione slava saranno tenute presenti direttive

comunicate evitandosi qualsiasi atto che possa interpretarsi come ispirato a preconcetti o costituLre pretesti per agitazione contraria nostra causa. In tale senso saranno date istruzioni ai nostri governatori militari e comandi dipendenti.

(l) Il telegramma di Orlando, al quale si riferisce nella sua risposta il generale Diaz, reca veramente la data del 3 novembre (AO, f, B. c., senza numero e senza indicazione dell'ora di partenza), e perciò qui non si pubblica. Il richiamo all'• odierno. telegramma può trovare probabilmente spiegazione con l'inoltro da Parigi del testo compilato il giorno 3 forse nella tarda serata, nelle prime ore del giorno successivo e con nuova datazione, e con la compilazione della risposta pure durante la giornata del 4, trasmessa poi alle due del mattino seguente. Il telegramma del Presidente del Consiglio diceva: • Essendo cominciate le occupazioni di territori che ci mettono in contatto con gente slava, bisogna dare severe istruzioni perchè si concili la giusta fermezza di una dominazione militare con tutto il rispetto possibile verso gli slavi •. E concludeva: • bisogna fare da parte nostra tutto quelloche è onestamente possibile ~er far comprendere che arriviamo da liberatori e non da oppressori •.

9

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. GAB. U. 2721/567. Venezia, 5 novembre 1918, ore 14,40 (per. ore 22).

In seguito a passaggio delle navi Austria-Ungberia sotto altre bandiere le

situazioni ,che vanno via via creandosi in Adriatico sono intricatissime e non consentono attuare le condizioni d'armistizio con Austria-Ungheria. Poichè dal

R. Governo fu vietato durante le ostilità di compiere nei porti contro tali navi atti ostili ed ora tali atti sono impediti dal sopraggiunto armistizio si rendono necessarie istruzioni precise per norma di condotta ,e ciò allo scopo di evitare incidenti che finirebbero per fare intervenire navi francesi ed americane in Adriatico. Meglio sarebbe se V. E. assegnasse al Comando del Corpo di Stato Maggiore di Venezia un funzionario che fosse in possesso istruzioni esatte del R. Governo.

10

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1610-bis 3/15. Modane, 5 novembre 1918, ore 15,35.

Nella conferenza di Parigi essendo stata sollevata la questione se nel trasmettere al Presidente Wilson le condizioni di armistizio alla Germania si intendesse implicitamente o esplicitamente assumere impegni da parte degli Alleati di accettare i quattordici princ~pi del messaggio dell'8 gennaio, gli Alleati concordarono un memorandum da trasmettersi, a mezzo del Colonnello House, al Presidente Wilson, relativamente alle conversazioni da lui tenute sin qui con la Germania. Mi preme aggiungere che nelle riunioni che precedettero l'adozione di questo memorandum io feci il 30 ottobre a proposito dell'art. 9, la osservazione seguente: «Le Gouvernement italien estime que le readjustment dont il est question dans l'art. IX, n'implique pas une simple rectification des frontières; mais qu'il s'agit pour l'Italie d'obtenir la libération des provinces de nationalité italienne, et en meme temps d'établir une frontière entre l'Italie et l'AutricheHongrie, ou Ies autres états qui ont fait jusqu'à présent partie de l'Autr~cheHongrie, qui présente !es conditions nécessaires de sureté militaire suffisante à assurer l'indépendance et le maintien de la paix, en tenant compte des raisons géographiques et historiques, et en appliquant les memes principes affirmés vis-à-vis de l'Allemagne pour les délimitations conséquentes à la guerre actuelle.

Ce point de vue a été reconnu par le Président WHson dans des manifestations successives au message du 8 Janvier ,.

E nella riunione del 1° novembre il Presidente Orlando fece la dichiarazione seguente:

c: Ricordo che nella riunione dei Presidenti che preparò questa nota il Governo italiano sull'articolo IX, che può dar luogo a diverse interpretazioni, aveva già dichiarato di dover fare delle riserve a proposito di qualche interpretazione, e fu replicato che la questione non riguardava che la Germania di cui soltanto si parlava nella nota, ma poichè oggi si tratta di approvare la nota in seduta plenaria, desidero che sia preso nuovamente nota delle riserve che a suo tempo vi ho fatto circa questo articolo IX».

Quanto precede per norma di V. E.

11

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PREFETTO DI VENEZIA, CIOJA

T. GAB. 1610-bis 2. Bardonecchia, 5 novembre 1918, ore 16.

Pregola comunicare il seguente telegramma a S. E. Thaon di Revel:

«Nostro rappresentante Corfù dovrà possibilmente presenziare consegna flotta austriaca ma agendo sempre conformità rappresentanti inglesi».

12

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1315. Roma, 5 novembre 1918, ore 16,30 (per. il 6 mattina).

Mio telegramma n. 1313 (1). Avverto e può informare codesto Governo che Comando italiano Albania

ha ordine impedire con tutti i mezzi a Essad pascià penetrare territorio Albania occupato R. truppe.

13

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1610-bis/17. Bussoleno, 5 novembre 1918, ore 17,30.

Telegramma di V. E. Gab. n. 592. Parlai ·circa arrivo serbi a Scutari con Pichon che convenne ciò contrario accordi presi. Insistetti al momento mia partenza perchè Pichon telegrafasse

generale Franchet d'Esperey perchè spedisse quelle truppe serbe altrove sostituendovi francesi o inglesi. Prego V. E. insistere in questo senso e telegrafarmi.

(l) Pubblicato al n. 2.

14

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1610-bis 1/18. Torino, 5 novembre 1918, ore 18.

Comando Supremo telegrafa quanto segue:

«Un reggimento jugoslavo al comando colonnello serbo Ristic ha occupato il giorno 30 ottobre Scutari nuovo mentre austriaci rimanevano in città vecchia e facevano saltare ponte sulla Bojana. Truppe italiane penetrarono dopo combattimento in Scutari vecchia il giorno 31 ottobre issando bandiera italiana su Castello veneziano. Colonnello serbo non concesse Comandante truppe italiane di issare bandiera italiana su locale Municipio accanto bandiera albanese e serba. Colonnello dichiarò poi a S. E. Ferrero di avere ricevuto ordine tassativo di assumere comando di Scutari in nome Serbia al che generale Ferrera obiettò non potere senza ordine superiore riconoscere occupazione politica da parte della Serbia Scutari altro territorio già assegnato da Potenze Alleate ai confini albanesi. S. E. Ferrero dispose per ricevere giorno due notabilità locali. Generale Piacentini ha ordinato a generale F•errero di rimanere a Scutari tenere città vecchia e Castello veneziano delimitando nettamente zona occupata da serbi con zona occupata da italiani, però invoca urg.ente azione Governo presso Alleati per risolvere delicata questione. Ho già interessato al riguardo S. E. Sonnino e sono in attesa conoscere le direttive che Ministro degli Affari Esteri vorrà comunicarmi e che porterò a conoscenza generale Piac·entini :..

Prego V. E. ·comunkare quanto precede a codesto Governo ed insistere nel senso telegramma Gab. n. 17 (l) da Bussoleno, avvertendo Governo francese che è necessario provvedere immediatamente secondo accordi.

15

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2601/602. Stoccolma, 5 novembre 1918, ore 18,50 (per. ore 4 del 7).

Telegramma di V. E. n. 1298.

Questo Incaricato d'Affari britannico ha anche ricevuto istruzioni di fare ed ha fatto presso Governo svedese passi per l'intervento scandinavo contro bolscevichi nelle provincie baltiche ed in Lituania insorte. Il Ministro Affari Esteri non gli ha dato una risposta formale e definitiva, ma gli ha lasciato intendere che è escluso qualsiasi intervento militare della Svezia e qualsiasi fornitura d'armi del fisco svedese. Sarebbe for·se possibile permettere esportazioni di armi non appartenenti allo Stato, ma vi è pericolo che esse invece servire contro bolscevichi finiscano nelle loro mani se non si hanno garanzie circa destinatari che per ora sembra difficile ottenere. Resterebbe arruolam·ento volontario

libertà istruttori in Svezia che il Governo svedese sarebbe disposto favorire. A quanto mi risulta in via confidenziale intervento svedese contro bolscevichi sarebbe desiderato dal Re di Svezia e nell'intimo cuore anche dai liberali e alcuni socialisti riformisti fra i quali Branting. Tuttavia tutto porta a credere che esso non avrà luogo perchè maggioranza dei socialisti (anche quelli contrari al bolscevismo) vi è recisamente contraria. Va notato che secondo costituzione svedese per l'impiego dell'esercito fuori territorio nazionale occorre autorizzazione della Dieta e che nella Seconda Camera maggioranza si otterrebbe difficilmente per l'intervento in questione. Non è nemmeno dubbio che la proposta di un tale intervento provochi disordine nel Paese specialmente nelle regioni settentrionali dove ·socialisti rivoluzionari sono piuttosto forti e profittano della esasperazione prodotta nelle masse dalla grave crisi economica e dalla insufficienza dei provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiarla.

In complesso situazione è sempre quella che esposi a V. E. nel mio telegramma Gab. n. 159.

(l) Pubblicato al n. 13.

16

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONF. 2262/7. Cristiania, 5 novembre 1918, ore 21,35 (per. ore 3,30 del 7).

Stamane questo Ministro Affari Esteri dopo analoga dichiarazione verbale mi ha rimesso pro-memoria del quale qui appresso riferisco testo integralmente tradotto: « Secondo comunicazione telegrafica della Legazione di Norvegia a I->ietroburgo il Commissario per gli Affari Esteri russo Tchicherin ha chiesto se Incaricato d'Affari norvegese non fosse disposto a sollecitare proprio governo a presentarsi da intermediario in trattative fra Governo bolscevico e Potenze Alleate. Signor Tchkherin ha detto confidenzialmente che Governo bolscevico è pronto ad andare molto oltre in fatto di concessioni alle Potenze dell'Intesa per pervenire ad un accordo e che a tal fine desidera in modo speciale procurare opportunità intraprendere trattative con gli Stati Uniti. Incaricato d'Affari Pryting ha rivolto preghiera al Governo norvegese di indagare se Potenze Alleate sarebbero disposte entrare in tali trattative ed ha sollecitato rispasta ,.

Ministro Affari Esteri nel fare sua la preghiera formulata dal proprio Incaricato d'Affari mi ha pregato trasmetterla a V. E. telegraficamente. Ho puramente e semplicemente assentito. Intuendo forse un certo senso di sorpresa per una simile entratura Ministro ha aggiunto che evidentemente Governo bolscevico sente bruciare terreno sul quale poggia e che spera così salvarsi; d'altra parte checchè si possa pensare della mossa Governo norvegese credo che non abbia potuto esimersi dal rappresentare parte di trasmettitore come già fece recentemente fra Londra e Mosca in occasione dello scambio di sudditi britannici e francesi coi russi. Ho osservato in tutta la ·conversazione massimo riserbo. Ministro mi ha informato aver fatto presso miei colleghi americano, francese, britannico passo identico esprimendo desiderio che gli sia attribuito carattere strettamente confidenziale.

17

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2249/425. Londra, 5 (l) novembre 1918, ore 21,40 (per. ore 11;30 del 6).

Telegramma di V. E. da Parigi Gab. n. 13.

Nessuna delle due notizie segnalatemi fu pubblicata qui. Per un complesso di circostanze questa stampa non aveva in sul principio mostrato apprezzare adeguatamente entità ultimo nostro sforzo militare importanza nostra trionfale decisiva vittoria. A correggere inesatti apprezzamenti e piuttosto freddo linguaggio ho provveduto personalmente io. Ieri sera e ,stamane difatti giornali, ad eccezione Daily News e Manchester Guardian, hanno pubbHcato commenti soddisfacenti inspirati a cordialissima dovuta ammirazione.

Delle odierne dichiarazioni di Lloyd George ed Asquith alla Camera V. E. avrà a quest'ora ricevuta già notizia dalle agenzie telegrafiche. Dichiarazioni circa Italia accolte con nutriti applausi.

18

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2597/811. Parigi, 5 novembre 1918, ore 23,10 (per. ore 8 del 6).

Esco ora dalla Camera dei Deputati ove assistetti ad una calorosa commovente manifestazione in occasione della vittoria italiana.

Presidente Deschanel e Ministro Affari Esteri resero ampio omaggio all'azione bellica dell'Italia provocando applausi vivissimi da tutti i banchi senza distinzione.

Mia presenza essendo stata notata nella tribuna diplomatica, applausi si rinnovarono prendendo carattere di ovazione all'Italia.

Applausi vivissimi furono anche provocati dalle parole elogiose pronunziate all'indirizzo della Serhia, ma mi parve senza troppo ottimismo e che quelli al nostro indirizzo fossero anche più generali.

Fu vivamente applaudita una frase di Pichon accennante alleanza passata presente e futura con l'Italia.

Clemenceau lesse quindi i termini dell'armistizio con l'Austria accolti con unanime approvaz·iJone; particolarmente applaudite furono le clausole che mettono a disposizione degli Alleati le vie d'attacco alla Germania e quelle del rimpatrio senza reciprocità dei prigionieri aUeati.

19

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2247/301. Washington, 5 novembre 1918 (per. il 6).

I jugoslavi prendendo pretesto della resa dell'Austria-Ungheria, sono tornati ieri alla carica con il Dipartimento di Stato per attenerne una dichiarazione

spedito n 4 novembre anzichè n 5.

in favore delle loro aspirazioni territoriali. È stato loro risposto che mentre le loro aspirazioni nazionali sono state già riconosciute non può parlarsi di aspirazioni territoriali dacchè essi non sono belligeranti. Di belligeranti v'è la Serbia colla quale le future questioni territoriali verranno trattate. Avendo fallito col Dipartimento di Stato i jugoslavi hanno tentato assicurarsi l'appoggio della stampa presso la quale ho provveduto subito a smascherare il giuoco.

(l) Dal testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra il telecramma risulta

20

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2596/98. Addis Abeba, 5 novembre 1918 (per. il 6).

Nessun avvenimento e nessun mutamento nella situazione dell'Etiopia. Governo etiopico segue con nervoso interessamento e con evidente sorpresa ed imbarazzo svolgersi nuova ormai sicura situazione in Europa, e pur rendendosi conto delle ripercussioni e delle conseguenze inevitabili che essa avrà per l'Etiopia, è tuttora titubante e !'estio a procedere a quelle riforme d'ordine 'interno e ad assumere nelle sue relazioni esteriori un atteggiamento che dia alle Potenze interessate un sufficiente affidamento per un compatibile avvenire dell'Impero. Non ho mancato esporre a Ras Tafari quale è la situazione generale che si sta chiaramente delineando in Europa e quali siano le ineluttabili conseguenze della invincibile opposizione del Governo etiopico ad ogni serio proposito di penetrazione civile, ma egli pure accordando piena fiducia e malgrado la sua inne~ gabile buona volontà è tuttora troppo evidentemente influenzato ed oppresso

dallo spirito retrogrado e timoroso dell'Imperatrice e dei Capi etiopici per decidersi a qualsiasi seria riforma o concessione.

21

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2631/304. Washington, 5 novembre 1918 (per. l'8).

Sono lieto annunziare a V. E. che vittoria italiana trova credito illimitato nella stampa americana e che ogni altrui manovra intesa svalutarla è rimasta interamente soffocata. Se rammento a questo riguardo mio colloquio avvenuto al Dipartimento di Stato (mio telegramma n. 300 diretto a Parigi) è soprattutto per accentuare la prontezza amichevole con la quale questo Governo ha provveduto non soltanto impedire nei giornali di qui ogni notizia tendenziosa di oltre oceano ma pure a dare alla stampa una parola d'ordine che .prevenendola contro altrui insidie ha permesso riconoscimento senza riserva e la esatta valutazione nostro grande trionfo. Sono assai notevoli a tale proposito commenti e illustrazioni di alcuni organi che derivano notoriamente ispirazione diretta dal Dipartimento di Stato e che si compiacciono non soltanto del successo militare

italiano bensi pure del conseguimento ormai assodato nostre aspirazioni territoriali.

22

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1611-bis/16. Genova, 6 novembre 1918, ore 1,40 (per. il 6 mattina).

Con un telegramma direttole da Parigi io le chiedevo il testo esatto dell'art. 16 delle convenzioni d'armistizio pattuite direttamente fra i parlamentari turchi e l'Ammiraglio britannico. Tali convenzioni furono basate sopra uno schema votato nella riunione di Parigi dei primi di ottobre. Il testo allora approvato fu il seguente: «La resa di tutte le guarnigioni nell'Hegiaz, Assiria, Yemen, Siria, Cilicia e Mesopotamia al più prossimo Comando Alleato o rappresentante arabo». Avverto che la parola « Cilicia » fu fatta da me inserire a tutela dei noti nostri interessi ed aspirazioni. Nel testo comunicatomi dall'Ammiragliato inglese a Parigi come corrispondente a quello firmato a Mudros, al1e parole surriferite sono state aggiunte le seguenti: « Ad eccezione delle truppe necessarie per mantenere l'ordine secondo è stato determinato dall'art. 5 » il che vuoi dire « da determinarsi dagli Alleati dopo consultazione col Governo turco». Osservo ancora che nel testo delle conversazioni d'armistizio comunicatomi da Pichon ed in quello pubblicato dalla Stefani come proveniente da Londra l'art. 16 è invece del seguente tenore: «Resa di tutte le guarnigioni dell'Hegiaz, Yemen, Siria, Mesopotamia al capo alleato più vicino e ritiro delle truppe dalla Cilicia tranne quelle indispensabili al mantenimento dell'ordine come detto nella clausola 5 ». Perchè le nostre aspirazioni in Asia minore garantiteci dagli Alleati abbiano un principio di realizzazione sarebbe certamente opportuno che il Comando italiano di Rodi, in esecuzione del patto d'armistizio concernente la Cilicia approvato nelle riunioni dei primi di ottobre, provvedesse ad ottenere la resa di cui si tratta. A questo scopo il Comando di Rodi ha truppe da sbarco e di questi giorni è giunta a Rodi la R. Nave «Libia». È indispensabile però non procedere ad atti che sembrino in opposizione con le clausole ultimamente sottoscritte fra Inghilterra: e Turchia e che ci mettano in difficoltà con la Turchia e con gli Alleati. Prego quindi V. E. di telegrafarmi, dopo aver esattamente appurato il testo delle clausole oggi in vigore, se, a suo avviso, noi possiamo dare senz'altro ordine al Comando di Rodi di procedere all'esecuzione della resa delle truppe della

Cilicia, oppure, nel caso ciò non appaia evidente a V. E. prego farne parola al Governo britannico e telegrafarmi.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2254/593. Parigi, 6 novembre 1918, ore 15,30 (per. ore 4,15 del 7).

Ho incontrato stamane Steed con il quale non parlai che pochi minuti durante i quali trovò tempo di dirmi che era preoccupatissimo dell'effetto che

lO

producono sui jugoslavi le condizioni stabilite dall'armistizio e che coincidono più o meno con quelle del trattato di Londra. Era necessario, egli mi diceva, comprendervi tutto il paese jugoslavo e non come paese nemico ma come paese amico. Così egli temeva conflitti anche sanguinosi con le forze alleate d'occupazione eccettuate le·americane. L'irritazione maggiore era contro Patchitcn, egli Steed si adoperava a calmare gli animi. Benchè sia probabile che Steed in questo momento più jugoslavo dei jugoslavi esagerasse pure credo necessario segnalare a V. E. sue parole perchè mi fanno temere si voglia provocare nelle regioni da occupare violenti incidenti per produrre impressione su Wilson. Converrà che i Comandi alleati usino ogni cautela per evitarli e prevenirli. Steed verrà da me domani.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2.251/429. Londra, 6 novembre 1918, ore 20,30 (per. ore 6,50 del 7).

L'odierno Times raccomanda non si indugi più oltre a riconoscere Governo jugoslavo (l) come si è riconosciuto quello czecoslovacco ri:levando che jugoslavi hanno messo a disposizione alleati loro truppe, flotta e territorio. Times pubblica pul'e manifesto comitato rappresentante tutti i Paesi jugoslavi, cioè Croazia, Slavonia, Dalmazia, Bosnia Erzegovina, Carniola, Carinzia, Stiria, !stria, Gorizia, Gradisca, Isole Quarnaro, Arcipelago dalmata e Ungheria meridionale. «Alcune di queste regioni sono disputate tra Italia e Jugoslavia: loro sorte sarà fissata dalla Conferenza pace sulla base prilllcipio nazionalità e dell'accordo itala-jugoslavo di Roma».

Assistendo seduta ieri notai silenzio assoluto con cui Camera accolse allusioni Lloyd Geor.ge ai czecoslovacchi e jugoslavi. Da varie persone serie ed autorevoli raccolgo manifestazioni di dubbio e scetticismo sulla organizzazione interna e vitalità futura di questi nuovi ctati destinati a sorgere in seguito disintegrazione totale duale-monarchia, non da tutti salutata con eguale favore specie per tema di possibili agitazioni rivoluzionarie con tendenze bolsceviche.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2268/598. Parigi, 6 novembre 1918, ore 21,20 (per. ore 9,30 del 7).

Telegrammi di Gab. nn. 17 e 18 (2). Ho visto stasera Pkhon il quale mi ha confermato quanto già disse a

V. E., che cioè presenza truppe serbe a Scutari è. contraria accordi presi. Mi disse farà il necessario per farle partire e far abbassare la bandiera serba. Pareva però prevedere che ciò non andrebbe senza difficoltà.

(l) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca: c Agram •. (2) -Pubblicati ai nn. 13 e 14.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2255/596. Parigi, 6 novembre 1918, ore 21,20 (per. ore 10 del 7).

Trovai Pichon molto preoccupato di una notizia pervenutagli da fonte jugoslava secondo la qual,e ammiraglio Cagni recatosi a Pola avrebbe impedito partenza flotta austriaca per Corfù dove doveva recarsi in seguito accordi qui presi; essa sarebbe invece tuttora trattenuta a Pola dalla nostra marina. Questa notizia ha prodotto viva impressione su Clemenceau essendo in opposizione con quanto era stato deciso fra i Presidenti dei governi alleati a Parigi. Ho detto a Pichon che non avevo alcuna notizia in proposito.

Prego V. E. telegrafarmi per mia notizia che cosa vi sia di vero nella notizia suesposta. Ho telegrafato direttamente a S. E. Orlando a tale proposito.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2264/594. Parigi, 6 novembre 1918, ore 21,20 (per. ore 17 del 7).

Avendo accennato a Pichon lavoro Steed che converrebbe calmare e allu~ sione da lui fattami a possibilità di conflitti sanguinosi, egli mi rispose che credeva pure che egli esagerasse ma che però non escludeva possibilità di qual~ che spiacevole incidente. Per prevenirli egli consigliava adoperarsi per occupazione punti più pericolosi truppe americane.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2253/427. Londra, 6 novembre 1918, ore 22;30.

Mio telegramma Gah. n. 425 (1).

Commenti giornali odierni armistizio austriaco sono concordemente e senza riserva favorevoll Nessuna nota discordante per quanto ci riguarda. Invece anche radicali DaiZy News e Manchester Guardian si sono uniti al resto della stampa nelle manifestazioni di amicizia verso l'Italia e nei · cordiali rallegramenti :per compiuta unità italiana con riunione alla Patria di Trento e Trieste. Vengono rievocate vecchie simpatie partito liberale, Gladstone ecc. Così la nota di simpatia (2) è unanime. Da ogni parte riceviamo rallegramenti e auguri. Mi è grato segnalare ancora una volta contegno esemplare nostre colonie Regno Unito.

Qui avremo domenica mattina solenne tedeum nella chiesa italiana, al pomeriggio ricevimento all'Ambasciata, lunedi conferenza De Filippi sulla Casa di Savoia e sera grande banchetto coloniale.

(l) -Pubblicato al n. 17. (2) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca: c generale simpatia •·
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. 2257/430. Londra, 6 novembre 1918, ore 22,30 (per. ore 6,50 del 7).

Telegramma di V. E. Gab. n. 16 da Genova (1). Non ho mai ricevuto telegramma da Parigi menzionato da V. E. L'unico ricevuto è Gab. n. 13 (2).

Ecco disposizioni articolo 16 nel testo oggi chiesto al Forcign Office: «Resa di tutte le guarnigioni Hegiaz, Assiria, Yemen, SiTia, Mesopotamia al Comandante alleato più vicino e ritiro delle truppe dalla Cilicia tranne quelle necessarie a mantenervi l'ordine secondo sarà determinato in base alla clausola 5 ».

Non mi parrebbe, data tale disposizione articolo 16, evidente nostro titolo a provvedere alla resa truppe turche in Cilicia.

Prima comunque di comunicare a questo Governo nostra intenzione mi permetto di rappresentare V. E. che comunicazione potrebbe sollevare grossa questione. Questo Governo potrebbe infatti eccepire noti impegni anteriori verso la Francia per giustificare sue obiezioni in attesa dei risultati delle trattative ita1o-anglo-franco-amerkane da esso proposte con la sua ultima nota (mio telegramma n. 419). Questa mia osservazione che mi pare doveroso sottoporre ad ogni buon fine perdert>bbe ogni valore qualora, ciò che ignoro, V. E. avesse già avuto con Balfour ed altri Ministri alleati uno scambio di idee sull'argomento. Attenrlerò pertanto ordini ulteriori di V. E. prima di parlare a Ceci!.

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IL MINISTRO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2265/97. Corfù, 6 novembre 1918, ore 23 (per. ore 17,50 del 7).

Benchè turbati per il contegno croati ed inquieti subitanea tenerezza ungherese per la Croazia i Serbi trovano tempo di commuovevsi per le notizie qui giunte di recentissime occupazioni nostre.

Non il Ministro degli Affari Esteri ma altri Ministri me ne hanno parlato stasera nella visita di congedo da me loro fatta per la mia improvvisa partenza.

In conversazione del tutto personale ed a proposito della flotta « jugoslava» ho ricordato loro alcune notorie interviste di Patchitch d'un paio d'anni fa in cui egli per dimostrare che l'Italia non avrebbe nulla da temere dalla Jugoslavia, osservava che questa per un lunghissimo corso di anni non pensava ad avere un naviglio da guerra.

(l) -Pubblicato al n. 22. (2) -Spedito da Parigi il a· alle ore 16 e pervenuto a Londra il 4 mattina. nel quale Sonnino denunciava le manovre della stampa alleata per svalutare la vittoria militare italiana.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. GAB. 1611. Roma, 6 novembre 1918, ore 23.

(Meno Comando Supremo). Comando Valona telegrafa quanto segue:

«Questo Comando ossequiente direttive telegramma n. 14772 G. M. cui si risponde e che già conosce perchè comunicato da Esteri già da due giorni si è rivolto generale Franchet perchè voless-e dargli norme circa modo impiegare truppe italiane che si trovano confini Montenegro ... [manca] che possano inviarsi con facilità via di mare. Non ha avuto finora nessuna risposta nè sarà facile averla stante evidenti difficoltà per generale Franchet regolare ·Cose Montenegro da Salonicco e difficoltà comunicazioni per fare giungere in Montenegro stesso contingente francese e inglese. Consta intanto a questo Comando che ad onta condizioni poste Ministero Affari Esteri per occupazione Scutari con solo presidio italiano francese e inglese, dovranno colà affluire anche 4500 serbi e che marina francese dovrà vettovagliarli facendo base Durazzo.

Locale Comando Navale è stato richiesto da delegato francese agevolare rifornimenti in tal senso. Occorre da ultimo far presente che avendo nostre siluranti approdato ·ieri Antivari hanno potuto assistere colà scene devastazioni da parte popolazione montenegrina per cui nostri marinai ::;barcati colà sono insufficienti mantenerne l'ordine. Mancano anche mezzi sanitari per assistenza numerosi ammalati e 600 nostri prigionieri colà abbandonati. Ciò stante ho disposto che provvi-soriamente sia sbarcato Antivari un battaglione fanteria esclusivamente per mantenere ordine pubblico nel porto ed in Antivari vecchio e per ritirare nostri prigionieri~.

(Solo Comando Supremo). Mi riferisco al telegramma del generale Piacentini n. 33 del 5 corrente.

(Tutti). Occupazione mista del Montenegro non significa che se per ragioni militari e di ordine pubblico ciò appaia necessario le nostre truppe che sono le più prossime debbano astenersi dall'entrare in territorio montenegrino se :.on sono accompagnate da francesi ed inglesi.

V. E. potrà quindi dare ordini in tal senso al generale Piacentini. Nostre truppe in Montenegro dipenderanno però da Alto Comando francese. S'intende che contingenti francesi ed inglesi quando entreranno in Montenegro saranno lietamente accolti nella concordata occupazione mista con i nostri.

(Solo Parigi). Prego fare opportuna comunicazione in riguardo a quanto precede a codesto Governo (1).

(l) Nella stessa giornata del 6, il Comandante supremo delle forze italiane nei Balcani, generale P ;a centini, telegrafava: • Onoromi comunicare essermi accordato con generaleFranchet d'Esperey per quanto riguarda contingente italiano destinato presidio interalleato Scutari. Esso comprende, come è noto., un battaglione, uno squadrone, una compagnia genioche sono già in marcia per loro destinazione. Per quanto concerne nostra occupazione lungo costa Montenegro egli cosi telegrafava testualmente: • Non vedo da parte mia inconveniente acchè truppe italiane continuino provvisoriamente occupazione lungo litorale settentrionale ove truppe alleate non sono ancora penetrate •·

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1322. Roma, 6 novembre 1918, ore 23.

Prego V. E. disporre perchè Comandante truppe iltaliane che entreranno Scutari assicuri :monsignor Sereggi che R. Governo provvederà in quanto possib'ile sussidiare culto cattolico. Ad evitare che codesto Comando possa eventualmente sulla base di informazioni interessate essere tratto in errore avverto che monsignor Sereggi ci ha dato in passato sicure prove dei suoi buoni sentimenti verso di noi e perciò converrll usargli ogni riguardo. Poichè inoltre analoghe prove ci sono state date da molti sacerdoti dell'Albania settentrionale, ad evitare che eventuali affrettati provvedimenti nell'interesse della sicurezza militare possano non essere rettamente applicati e debbano ingenerare nelle popolazioni attaccatissime al culto cattolico movimenti a noi contrari, sarà utile che prima di prendere qualsiasi disposizione

verso sacerdoti, frati ecc. codesto Comando attinia informazioni a questo Ministero.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1324. Roma, 6 novembre 1918, ore 23.

R. Console Salonicco informa che Essad pascià è arrivato Salonicco treno militare francese proveniente vecchia Grecia. Nella eventualità Essad sia diretto Albania confermo telegramma n. 1236 affi.nchè V. E. disponga impedirgli con tutti mezzi di penetrare nei territori occupati dalle nostre truppe.

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IL MINISTRO A COPENAGHEN, CARROBIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2638/35. Copenaghen, 6 novembre 1918 (per. il 7).

Giornali commentano vittoria italiana facendone rilevare importanza. Dichiarano armistizio duro e osservano Germania più forte rappresentante delle idee combattute dagli alleati non potrà ottenere condizioni più miti. Imperatore Carlo avrebbe potuto concludere buona pace, salvando dinastia, facendo pace

tempo opportuno ma quando alleati riconobbero indipendenza czeco-slovacchi sfacelo impero divenne inevitabile.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2624/35. Washington, 6 novembre 1918 (per. ore 7,15 dell' 8).

Lansing ha inviato oggi a questo Incaricato d'affari rumeno seguente nota che Legazione Stati Uniti a Jassy è stata incaricata comunicare telegraficamente al Governo rumeno. <Governo Stati Uniti ha avuto sempre presente futuro benessere e integrità della. Romania come Paese libero e indipendente e prima dello stato di guerra tra Stati Uniti e Austria-Ungheria un messaggio di simpatia e di stima fu inviato dal Presidente della Confederazione al Re di: Romania.

Da quel tempo le condizioni di cose sono mutate e il Presidente della Confederazione mi chiede perciò 'informarvi che Go'V'erno Stati Uniti non è immemore delle aspirazioni del popolo romeno tanto fuori che dentro le frontiere del Regno. Egli è testimonio delle sue lotte, sofferenze e sacrifici per la causa della libertà contro suoi nemici ed oppressori.

Il Presidente Stati Uniti simpatizza profondamente con lo spirito di unità e con aspirazione dei romeni ovunque e non trascura al momento opportuno di spiegare sua influenza onde i giusti diritti politici e territoriali del popolo romeno siano •conseguiti e resi sicuri contro ogni aggressione».

Queste dichiarazioni a cui Wilson si mostrava ancor più che riluttante, avverso, alcuni giorni fa, vengono a coronare sforzi di questa Legazione di Romania e capitano Stoaggi, presidente Comitato nazionale romeno di America.

Ho comunicato dal canto mio tutto ausilio, mie pratiche e cooperazione presso Dipartimento di Stato ricevendo manifestazione grato riconoscimento.

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IL MINISTRO A COPENAGHEN, CARROBIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2636/33. Copenaghen, 6 novembre 1918 (per. l'8).

Telegramma di V. E. Gab. n. 5.

Ebbi iersera lungo amichevole .colloquio con questo Ministro degli Affari Esteri, durante il qual·e mi sono attenuto alle direttive approvate da V. E. Signor Scavenius mostrò gradire molto nostro incoraggiamento per aspirazioni Danimarca circa Schleswig e profittando sue buone disposizioni e intimità colloquio gli chiesl senz'altro se e quali trattative vi fossero state ultimamente sull'argomento fra i tedeschi e danesi. Egli mi rispose che vere e proprie trattative non vi ·erano state mai, ma che tuttavia questo Minisko di Germania affermando agire dl propria iniziativa gli aveva chiesto quale fosse rpunto di vista Governo danese facendo comprendere che Germania avrebbe preferito trattare questione direttamente con Danimarca. Slcavenius rispose che, pur comprendendo desiderio tedeschi, non poteva aderire prima di tutto perchè questione ·era stata sollevata dai danesi dello Schleswig nelle elezioni generali del Go\"erno danese e quindi Governo tedesco doveva trattare con essi e con loro deputati. Ministro mi affermò ripetutamente che di eventuali compensi commerciali pel dopo .guerra non si è parlato e che in ogn'i caso egli avrebbe decisamente rifiutato a legare Danimarca perchè spera che alla Conferenza della pace questione Schleswig sorga da sè come conseguenza dei principi fondamentali formulati da Wilson e preferisce sia trattata dalle Grandi Potenze colla Germania. Gli uomini di Stato tedeschi che hanno fatto la guerra sono destinati a scomparire e la pace sarà fatta da uomini nuovi non legati al passato e questo Ministro Affari Esteri spera che essi riconosceranno .giuste aspirazioni danesi. Chiesi finalmente quanto vi fosse di vero nell'affermato passo del socialista svedese Branting presso Re Gustavo sull'argomento e in caso affermativo quale sarebbe attitudine del Re di Svezia. Il signor Scavenius mi rispose nulla gli constava in proposito, ma che in ogn:i caso Governo svedese era a conoscenza della linea di condotta adottata dal Governo danese secondo le direttive del Parlamento e che probabilmente per il momento non avrebbe preso l'iniziativa desiderata dal Branting.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ (l)

T. GAB. uu. 1612. Roma, 7 novembre 1918, ore 12,40.

R. Legazione Berna telegrafa quanto segue:

< Questo Dipartimento politico mi rimette due note che qui appresso dproduco provenienti una dal Capo di Stato Maggiore del gruppo di armata del Tirolo e dal Presidente del Consiglio Nazionale del Tirolo l'altra. Dette note sono state comunicate in pari tempo a questa Ambasciata di Francia e alle Legazioni di Inghilterra e d'America. Dipartimento politico m'informa contemporaneamente che Nunzio pontificio Vienna riuni primo corr·ente conferenza per provvedere vettovagliamento Vienna che sarebbe provvista viveri soltanto sino 14 corrente.

Con telegramma per posta invio testo tedesco.

Nota prima : " Al Consiglio Federale svizzero.

Disorganizzazione assoluta dell'esercito e dell'Hinterland fanno prevedere prossima la fame.

Fu ordinato in conseguenza che tutte le truppe al sud di Bolzano restino al loro posto e chiedano all'Intesa di vettovagliarsi. Il solo mezzo di salvezza contro morte per fame ed il saccheggio sarebbe che l'Intesa prendesse ii.mmediatamente in mano tutta la amministrazione militare e civile compreso il vettovagliamento il che permetterebbe di cominciare una evacuazione ordinata.

Le comunicazioni col Comandante superiore dell'esercito essendo interrotte il Comando del gruppo d'armata prega il Consiglio Federale di agire subito in questo senso presso Intesa. Innsbruck il 4 novembre 1918. Firmato: il Feldmareschall Leutenent, Barone Rodolfo Willerding, Capo di Stato Maggiore del Gruppo di Armata del Tirolo".

Nota seconda: "Innsbruck 4 novembre 1918. Pieni poteri che autorizzano Capitano Giuseppe Marans in qualità di rappresentante del Consiglio Nazionale del Tirolo a recarsi in Svizzera ed a parlare col Consiglio Federale a Berna e coi rappresentanti delle Potenze della Intesa affinchè truppe dell'Intesa occupino al più presto il Tirolo per mantenervi l'ordine e per provvedere al trasporto delle truppe poichè es.ercito austro-ungarico si trova in completa dissoluzione. Particolarmente urgente appare l'impedire il ritorno delle Truppe del Tirolo

2 -Documenti diplomatici -Serie VI -Vol. I.

meridionale. essendo impossibile loro vettovagliamento durante loro passaggio attraverso Tirolo settentrionale. Contemporaneamente Consiglio Nazionale prega di voler mettere a disposizione necessari rifornimenti per le truppe e per la popolazione e gli organi idonei per la loro ripartizione. Firmato: il Presidente del Consiglio Nazianale del Tirolo, Schraffi ".

Dipartimento politico aggiunge che Governo svizzero è desideroso di fare quanto in suo potere onde evitare ·catastrofe ma osserva che sue riserve viveri sono minime ed i suoi impegni verso l'Intesa ostacolano sua azione. Segretario generale Dipartimento politico mi disse infine presentatosi già qui un 'inviato del Consiglio Nazionale tirolese che avrebbe detto essere desiderio Consiglio che le truppe d'occupazione fossero britanniche».

Manovra che risulta dai telegrammi che precedono si assomiglia a quella eseguita per flotta austriaca e tende a sottrarre alle nostre armi vittoriose i frutti della vittoria. Occorre .sventarla senza indugio. Prego quindi V. E. prendere le opportune provvidenze in ·conformità ai termini dell'armistizio; disponendo che truppe italiane occupino d'urgenza territori definiti nelle clausole dell'armistizio, e tutti gli altd che risulti necessario; non potendosi ammettere che militari nemici rimangono in essi contrariamente alle clausole d'armistizio; e neanche potendosi amme~tere che occupazioni ulteriori e contigue alla linea indicata dall'armistizio vengano fatte da truppe che non siano italiane, mentre generale Foch ha dichiarato in questi giorni che non può mandare nemmeno un uomo dal fronte francese in Italia e mentre Italia si è assunta onere di ulteriori eventuali operazioni militari contro Germania dal fronte austriaco.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche a Londra, Parigi, Washington e a Orlando.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1618. Roma, 7. novembre 1918, ore 10.

Faccio seguito al mio telegramma Gab. n. 1612 di oggi 3tesso (l) e comunico copia di una lettera che sullo stesso oggetto ho diretto oggi a questo Ambasciatore di Francia. « Rispondo alla Sua lettera in data 6 corrente pervenutami oggi stesso con la quale Ella mi comunica copia di un telegramma del signor Pichon relativo all'approvvigionamento delle armate austriarche in Tirolo ed all'approvvigionamento di Vienna. Informo V. E. che una comunicazione analoga a quella che è stata fatta al Governo della Repubblica è stata fatta anche al Governo del Re per il tramite del Dipartimento Politico svizzero. In tale comunilcazione si riproducono due note: .qna d~l Capo di Stato Maggiore del Gruppo

d'Armata del Tirolo; l'altra del Presidente del Consiglio Nazionale del Tirolo. Il Capo di Stato Maggiore austriaco dichiara che fu ordinato " che tutte le

truppe àl sud di Bolzano restinò al lòro posto e chi:edatio alla Intesa il vettovagliamento ". Nella sua nota il Consiglio Nazionale del Tirolo avverte di aver mandato delegati in Svizzera perchè s'intendano " col Consiglio Federale a Berna e ·Coi rappresentanti dell'Intesa affinchè l:e truppe dell'Intesa occupino al più presto il Tirolo per mantenervi l'ordine e per provvedere al trasporto delle truppe"· Per quanto riguarda le truppe entro la linea di evacuazione imposta all'Austria-Ungheria nelle condizioni di armLstizio io non posso che riferirmi alle clausole militari che hanno contemplato i termini della ritirata di tali truppe· disponendo che se esse non l'avranno effettuata entro 15_ giorni dovranno essere considerate come prigioniere di guerra. Per quanto .riguarda l'occupazione

del Tirolo oltre il confine stabilito dalle clausole militari osservo che si tratta di operazioni militari da disporsi dal Comando Supremo italiano anche in relazione ai compiti deferitigli per una eventuale azione verso Innsbruck e Salzburg. Tutto ciò premesso nulla toglie per parte mia che gli organi interalleati del blocco sedenti a Londra possano come propone il stgnor Pichon esaminare la questione e autorizzare eccezionalmente la Svizzera a prelevare dalle proprie riserve il vettovagliamento strettamente indispensabile per il Tirolo al di là della linea della nostra occupazione come stabilita dall'armistizio promettendo di compensare la Svizzera dei viveri che così fornisse. Naturalmente alla popolazione al di qUà della linea stabilita dall'armistizio ed alle truppe che a termine delle clausole militari vi restassero prigioniere penserà il Governo italiano. Quanto al vettovagliamento di Vienna che forma oggetto di un passo del Nunzio in quella capitale non ho nessuna obiezi:one che gli Alleati si accordino. secondo la proposta qel signor Pichon con i czechi :1>.

Prego comunicare alla C. l. R. quanto la riguarda.

(l) Pubblicato al n. 37.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2263/601. Parigi, 7 novembre 1918, ore 14,10 (per. ore 23).

Questo Ambasciatore d'Inghilterra è venuto stamane a vedermi ed a darmi comunicazione delle seguenti istruzioni ricevute dal suo Governo: « Il Gabinetto di guerra britannico ha deciso che l'ammi-raglio sir Osslyn sarà associato al

maresciallo Foch per ciò che concerne la parte navale dell'armistizio. Lord Derby è incaricato di fare presente a Clemenceau in relazione alla condizione

n. 23 dell'armistizio che i paesi neutrali potrebbero non essere disposti ad internamento nei loro porti, sotto la sorveglianza degli Alleati e degli Stati Uniti, dei bastimenti tedeschi di guerra di superficie. Il Gabinetto di guerra propone pertanto che dopo le parole " e quindi in porti neutrali " vengano aggiunte le parole "o in mancanza di essi in porti alleati". Lord Derby è incaricato di chiedere a Clemenceau se aderisce alla modificazione proposta ed 'itn caso affermativo interessarlo a renderne immediatamente informati i Governi rappresentati all'ultima riunione del Consiglio Superiore di guerra. Lord Derby m'ha detto che Clemenceau ha aderito alla convenzione di Ginevra e che ha impartito al maresciallo Foch le necessarie istruzioni". Di quanto precede egli mi ha dato perciò comunicazione affinchè io lo portassi a conoscenza del R. Governo> (1).

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L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2625/37. Madrid, 7 novembre 1918, ore 17 (per. ore 13,25 dell'8).

Apprendo in via riservata che giusta istruzioni ricevute dal suo Governo questo Ambasciatore d'Inghilterra ha 'informato Governo spagnuolo che navi germaniche battenti bandiera spagnuola se trovate fuori acque territoriali Spagna sarebbero soggette cattura da parte navi inglesi.

Gabinetto di Londra formula poi riserva circa futura sorte navi nemiche trovantisi nei porti spagnuoli. Questo ambasciatore francese non ha finora ricevuto analoghe istruzioni.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2277/604. Parigi, 7 novembre 1918, ore 20,20 (per. ore 12,45 dell'8).

Soc'letà italiana irredenta di Parigi organizza per domenica mattina una manifestazione per festeggiare liberazione Trento e Trieste e mi ha invitato presiederla.

Oratore doveva essere Lorenzoni trentina.

Dopo mia accettazione vengo informato parlerà anche deputato Zanella di Fiume il quale è da prevedere rivendicherà calorosamente annessione Italia sua città. Prego telegrafarmi se in tali condizioni devo astenermi con un pretesto tenendo però conto che mia assenza non produrrà buona i!mpressione in colonia e fra irredenti.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2269/602. Parigi, 7 novembre 1918, ore 20,20 (per. ore 13,50 dell'8).

Mio telegramma n. 593 (2).

Nella lunga visita che mi fece stamane Steed nulla mi disse di nuovo fuorchè dopo lunga disputa accordo non si è fatto tra serbi e jugoslavi in seguito al quale Pasic è partito pure per Ginevra e si formerà un ministero misto di otto serbi! e otto jugoslavi. Steed insistette poi come al solito perchè noi prendiamo in mano la causa jugoslava proponendo noi stessi il riconoscimento si effettui den

di ~uerra aderiva all'accennata aggiunta.

tro (?) del tracciato della linea di annistizio e accennò, ma solo fuggevolmente, alla questione della flotta austriaca arrestata da Cagni a Pola.

Per mio conto mi limitai esclusivamente a raccomandargli di consigliare ai suoi amici jugoslavi nel loro interesse stesso tutta la possibile prudenza. Rinnovo la preghiera a V. E. di telegrafarmi come stanno veramente le cose circa flotta austriaca perchè mi si parla di questo preteso incidente Cagni e mi sarebbero necessarie precise informazioni.

Questo Comitato jugoslavo ha inviato ai giornali che non la pubblicarono una nota abbastanza violenta con la quale si reclama che si escludano durante l'armistizio serbi e italiani dai territori in contestazione.

(l) -Il generale di Robilant informava da Versailles nella stessa giornata del 7 (tel. rr. p.2733/6203 al presidente del Consiglio, Orlando) che la Sezione francese del Consiglio Supremo (2) -Pubblicato al n. 23.
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IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. 2351/240. Arcangelo, 7 novembre 1918, ore 20,26 (per. ore 18,20 del17).

In seguito avvenimenti generali che hanno modificato situazione politica e militare del Mar Nero, si presenta agli Alleati questione della tutela dei loro interessi nella Russia meridionale ed eventuale azione politica in quella regione. Azione interalleata nell,a Russia del nord non ha avuto praticamente svolgimento stabilito e situazione divenuta stazionaria non sembra, a meno di imprevedibili avvenimenti, destinata a modificarsi. Viceversa nuova situazione nel Mar Nero potrebbe avere ripercussioni nel sud, in Crilrnea, nel Don, nel Caucaso. In base a queste considerazioni Ambasciatore di Francia opina che dal sud della Russia per la vicinanza all'Ukraina si possa meglio lavorare per tutelare gli interessi economici per ricostituire Russia unita e per eliminare massimalisti. Noulens ha telegrafato già a Parigi proponendo trasferimento Ambasciata ad Odessa che suppone sarà subito occupata dagli alleati. Al signor Noulens che confidenzialmente mi ha informato di quanto precede chiedendo il mio avviso, ho risposto: Non v'ha dubbio che mancato il prestabilito congiungimento con Vologda e Viatka, che avrebbe ricostituito una parte della Russia e avuto ripercussione nel centro del paese, l'azione diplomatica ad Arcangelo si riduce a minima cosa. È ugualmente sicuro che per ragioni varie la nostra azione nel sud può essere più utile. Prima però di decidere lo spostamento dei rappresentanti esteri occorre conoscere gli intendimenti dei rispettivi governi circa eventuali azioni mHitari: nel Mar Nero. Dinanzi a una vasta azione militare nel Mar Nero converrebbe certamente trasportarsi ad Odessa. Se si trattasse però di occupare soltanto Odessa e qualche altro porto lo spostamento del corpo diplomatic<? non mi sembra giustificato non potendo esso trovare in quella città

maggior campo di attività che ad Arcangelo. Nè sarebbe consigliabile pel prestigio delle rappresentanze estere trasferirei in nuova località aspettando avvenimenti che potrebbero mancare. Il signor Noulens mi ha replicato che secondo lui i nostri Governi saranno obbligati a concretare un largo programma nella Russia del sud che deve avere per punto di partenza Odessa e che quindi conviene trasferirvisi. L'Ambaseiatore di Francia nel sostenere la sua tesi parla spesso degli «imporatnti e speciali interessi francesi » da tutelare nel sud della

~ussia. Mentre confermo che il mio parere in proposito è quello espresso all'Ambasciatore di Francia, debbo aggiungere che mi sembra essere interesse di tutti che il corpo diplomatico in Russia ·continui ad essere unito e che Governo dovrebbe decidere d'accordo per quanto è possibile cambiamento di sede. In secondo luogo se dovesse prevalere a Parigi parere del signor Noulens occorre tener presente che Odessa ha lunghissime tradizioni puramente italiane, che noi m quella regione abbiamo grandi interessi e che quel porto è punto di contatto tra Italia e Russia meridionale e centrale.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 1615. Roma, 7 novembre 1918, ore 21.

(Meno Berna). Mio telegramma n. 1612 (1).

(Solo Berna). Telegramma di V. S. n. 92 (2).

(Per tutti). A questo Milnistro di Svizzera che mi intratteneva intorno alla questione del vettovagliamento del Tirolo ho risposto che non possiamo assolutamente sotto alcun pretesto ammettere qualsiasi alterazione o attenuazione alla rigida esecuzione dei patti precisi dell'armistizio accettato dal Comando Supremo austro-ungarico il 3 novembre ed entrato in vi·gore il 4. L'esercito austro-ungarico di qualunque specie o da qualunque regione provenga deve ritirarsi al di là del confine segnatogli, cioè, per quanto riguarda il Tirolo, al di là del Brenuero. Se entro la data fissata questo ritiro non è totalmente eseguito, tutte le truppe al di qua della linea dovranno consegnare le armi e resteranno prigioniere del Comando italiano: nel qual caso naturalmente per la loro successiva alimentazione come per quella delle popolazioni provvederà il Governo 'italiano.

Quando invec·e il ritiro sia regolarmente e compiutamente eseguito, consentiamo ad esaminare in unione agli Alleati tutti i provvedimenti che appaiono adatti. a permettere l'alimentazione sia della città di Vienna sia in genere delle popolazioni austro-ungariche al di là della linea di evacuazione determinata dall'armistizio, e ciò tanto pel tramite della Svizzera, come con altri mezzi, nella misura del possibile e con le dovute cautele e garanzie.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE DELLE FORZE ITALIANE NELL'EGEO, ELIA

T. GAB. CONF. 1616. Roma, 7 novembre 1918, ore 21.

Telegramma S. V. n. 30.

Secondo gli accordi italo-francesi la demarcazione delle zone francese ed italiana nella Anatolia Meridionale è stabilita da una linea che partendo dal

mare segue il corso del fiume Lamas ad Ovest di Mersina dalla foce alla sorgente, e raggiunge quindi direttamente la catena del Tauro. Quanto precede per sua notizia personale ed eventuale norma di condotta.

(l) -Pubblicato al n. 37. (2) -Riferito per esteso nel telegramma Gab. 1612, pubblicato al n. 37.
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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI (l)

T. 17204. Roma, 7 novembre 1918, ore 24.

Comunico per notizia quanto segue:

Quest'Incaricato d'Affari del Montenegro ha avuto istruzione chiedere se il R. Governo consente a che insieme con le truppe italiane destinate occupare Montenegro sia autoriz.zata 'entrata di un certo numero di montenegrini (non sa precisare se civili o militari) favorevoli al Re Nicola allo scopo di paralizzare almeno in parte l'attiva propaganda ·contraria.

Gli è stato risposto che in massima si era favorevoli ad accogliere la domanda ma ,che occorreva intendersi sulle modalità di attuazione di tale richiesta.

Il signor Dobrecich ha detto che provvederà per fornire precisioni in proposito.

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IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2639/8. Cristiania, ....... (per. il 7 novembre 1918).

Telegramma di V. E. Gab. n. 9 (2).

Un secondo passo di ieri dell'Incaricato d'affari britannico presso questo Ministro degli Affari Esteri C'ixca suggerite misure militari di protezione nelle provincie baltiche russe non ebbe risultato migliore del primo. Per ciò dopo accordo col mio collega inglese ho intrattenuto stamane in proposito Mintstro degli Affari Esteri. In sostanza questi mi ha detto molto difficilmente Norvegia potrà inviare armi e munizioni o truppe perchè socialisti norvegesi di tutte le gradazioni insorgerebbero accanitamente contro simile iniziativa. Esclude eventuale misura sussidiaria formazione corpo volontari prevedendo con certezza assenza assoluta di questi. Forse Governo norvegese potrebbe non opporsi esportaz~one armi e munizioni da parte aziende private, del resto decisioni ,definitive non potere esso prendere che quando gli giungerà risposta svedese. A mia domanda ha dichiarato adesione Stoccolma senza quella Copenaghen non sarebbe considerata da Governo norvegese sufficiente. Ciò mi rfa supporre questo Governo conosca già atteggiamento negativo danese. Non ho mancato va1endomi di vari argomenti d'incoraggiare ministro alla soddisfazione Governo inglese, ma da insieme del colloquio ho tratto impressione che Norvegia non farà nulla.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Parigi a Di Montagliari. (2) -Non pubblicato.
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L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 392. Il Cairo, 7 novembre 1918.

Telegramma di V. E. n. 15989.

Da fonte sicura ho saputo che la voce relativa al viaggio del signor Holme a Gondar è priva di fondamento. Egli trovasi tuttora a Kartum. Mi risulta però in via indiretta che le autorità inglesi si ritengono autorizzate ad inviare colà quando credono agenti commerciali benchè per il momento non abbiano intenzione di farlo.

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APPUNTO DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 7 novembre 1918.

La società albanese « Vatra:. di Boston, con telegramma del 31 ottobre, richiama l'attenzione dell'E. V. sull'abbassamento della bandiera albanese a Coriza nonchè sulla propaganda greca che colà si svolgerebbe in contrasto con le aspirazioni della popolazione ed in violazione della proclamazione dell'indipendenza fatta dalla Francia nel dicembre 1916 e della assegnazione di Coriza all'Albania secondo la conferenza di Londra del 1913.

Circa la questione di Coriza l'Ufficio si permette di ricordare che mentre Margerie aveva dichiarato al R. Ambasciatore a Parigi che la Francia non aveva intenzione di insediare i greci a Coriza, Berthelot scrisse di poi al conte Bonin che nessun impegno era stato preso verso i greci e che la questione sarebbe stata regolata d'accordo con gli alleati al momento della pace.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2278/432. Londra, 8 novembre 1918, ore 1,30 (per. ore 9,20 del 9).

Alla fine della conversazione di ieri Graham mi disse che Balfour desiderava vedermi. Chiestogli il motivo egli accennò vagamente a recentissime violente minacciose (l) proteste jugoslave contro la nostra occupazione di alcuni porti dell'Adriatico, a preoccupazioni di possibili conflitti, che ad evitarli potrebbe forse giovare la presenza di navi britanniche e americane accanto alle nostre, ecc.

Segretario di Stato, dal quale mi recai susseguentemente, cominciò a riprendere in termini assai più vaghi e generali medesimo tema, dicendo che mi parlava solo a titolo affatto personale desideroso come era di conoscere le mie impressioni ecc. Non gli detti tempo di continuare o di formulare alcun suggerimento. Gli dissi freddamente (2) che poichè mi faceva l'onore di consultarmi,

era mio dovere dirgli egualmente a titolo personale che il toccare questo tasto oltremodo delicato mi sembrava pericolosissimo. Sconsigliavo pertanto fortemente qualsiasi inizio di conversazioni in tal senso sembrandomi esso potrebbe avere funeste ripercussioni in Italia. Nostro Paese, proseguii, è ora invaso dal legittimo orgoglio di avere da solo o ·1uasi prima fronteggiato e ,P<>i debellato il potente esercito austro-ungarico. Esso è altresì conscio del pùssente servizio reso agli Alleati con l'aprire loro la frontiera meridionale germanica affrettando così sensibilmente la pace. Qualunque manifestaz~one pertanto prestantesi anche in apparenza a false interpretazioni di favoritismo verso gli jugoslavi con pregiudizio della realizzazione delle aspirazioni nazionali assicurate da solenne trattato produrrebbe impressione disastrosa e nociva alla cordialità delle relazioni con gli Alleati. Il nostro Paese si rende d'altra parte conto di un fatto incontestabile, cioè che al postutto gli jugoslavi ci hanno durante tutta la guerra aspramente combattuto per terra e per mare e che le ambiziose aspirazioni loro sono in stridente contrasto con le nostre indubbiamente modeste ed inspirate a spirito di reciproca tolleranza e conciliazione. Se dunque a Balfour sta a cuore, come naturalmente sta a cuore pure a noi, di evitare deplorevoli conflitti, è sui jugoslavi che occor·re agire con la massima energia, facendo loro intendere l'assoluta necessità di serbare un contegno conciliante e frenare soprattutto le loro smodate pretese. Non mi spiegavo del resto queste proteste e queste apprensioni in vista dell'accoglienza festosissima dovunque finora incontrata dalle nostre navi o dai nostri soldati. Conclusi che avevo risposto non con linguaggio diplomatico, col rilevargli senza reticenze il mio intimo intenso sentimento di italiano e credevo non ingannarmi affermandolo essere condiviso dalla schiacciante maggioranza dei miei connazionali.

Balfour rimase alquanto sconcertato dal mio parlare e senza più oltre insistere con cortese prontezza sviò abilmente la conversazione. Mia impressione è che nel fondo del suo pensiero permanga la premura di affrettare sempre il riconoscimento del nuovo stato jugoslavo nelle stesse condizioni di quello czecoslovacco. Superfluo aggiungere che mio linguaggio piuttosto veemente in nessun modo turbò la serenità e la cordialità della conversazione, nel corso della quale il Segretario di Stato più volte con enfasi accentuò <l'importanza della nostra vittoria, la sua profonda soddisfazione per la finale compiuta unità nazionale. Da ultimo mi fece rimettere dal suo Capo di Gabinetto copia degli appunti presi sul colloquio da lui avuto a Parigi con V. E. e Pichon.

Conversazione che ebbe carattere di confidenze strettamente personali non comporterebbe a mio subordinato parere una replica da parte nostra. Ho creduto però doveroso riferirla a V. E. per sua opportuna norma ed anche per conoscere se mio linguaggio risponde alle direttive del R. Governo.

(l) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca: • incresciose •. (2) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca: • nettamente •.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, A VILLA ITALIA

T. GAB. uu. 1617. Roma, 8 novembre 1918, ore 9,30.

Barrère mi comunica copia del telegramma che ti ha inviato a firma Clemenceau circa la flotta austriaca. Bonin deve averti telegrafato che Pichon

aveva da fonte jugoslava notizia secondo la quale Cagni recatosi a Pola avrebbe « impedito » partenza flotta austriaca per Corfù. Confermo invece a questo proposito quanto ti telegrafai ieri, e che mi fu comunicato dal Ministero della Marina, che cioè la flotta di Pola non poteva navigare avendo sbarcato gli equipaggi di cui gran parte è di nazionalità italiana. A mio avviso la questione si pone in questo modo. I Capi dei Governi a Parigi, ritornando sulla sospensiva deliberata dalla Conferenza di Versailles, invitarono la flotta a recarsi a Corfù con bandiera bianca, ritenendo, non conoscendosi ancora l'accettazione dell'armistizio da parte dell'Austria-Ungheria, opportuna una decisione che dava in mano all'Intesa, indipendentemente dall'armistizio, tanta parte di forza militare nemica. Ma poichè a tale invito non fu dato seguito da parte dei detentori della flotta subentra e deve avere applicazione la clausola dell'armistizio stabilito, ne varietur, dalla Conferenza di Versailles, e che tutela egualmente gli interessi militari dei Governi alleati e associati contro l'Austria-Ungheria. Ti avverto che questa questione della flotta di cui si conoscono le varie fasi tiene sospesa gran parte dell'opinione pubblica che mal si adatta a questo scacco italiano dinnanzi a questo primo atto di imperialismo jugoslavo.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1619. Roma, 8 novembre 1918, ore 12.

Ho aderito a proposta comunicatami da Barrère che clausola 23 del progetto dell'armistizio con Germania sia modificata nel senso che dopo le parole «e quindi in porti neutrali» vengano aggiunte le parole_« o alleati». Ora venendo a conoscere che Governo inglese aveva proposto che si sostituissero parole « o in mancanza di essi in porti alleati » ho scritto a Barrère mantenendo la mia adesione tanto alla modifica da lui suggerita, quanto, preferibilmente, alla modifica proposta dal Governo britannico.

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IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. RR. P. 6215. Trianon Versailles, 8 novembre 1918, ore 13 (per. ore 20).

Stampa odierna riporta notizia sconfinamento truppe bavaresi Alto Tirolo a protezione frontiera meridionale germanica. Ciò costituisce fatto nuovo contrario situazione creata applicazione clausole armistizio stabilite con Austrm.

Qualora V. E. intendesse che io compiessi quaLche passo a tale riguardo presso Clemenceau o maresciallo Foch prego darmi istruzioni telegrafiche.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2276/605. Parigi, 8 novembre 1918, ore 13,30 (per. ore 5,30 del 9).

Trasmetto seguente telegramma diretto personalmente a V. E. da Tak~ Jonescu:

«Vi prego di gradire i miei ringraziamenti per l'appoggio che voi ed il signor Orlando avete dato nella Conferenza di Versailles alla domanda che vi ho presentata.

In considerazione della necessità di provvedere il Comitato Nazionale· romeno d'Ungheria di forze esecutive e in vista del grande numero di prigionieri romeni che la magnifica vittoria italiana ha dovuto darvi, mi permetto di suggerirvi l'idea di .ingrandire la legione roonena che sta organizzando il bravo generale Forigo e inviarla nei paesi romeni d'Ungheria o del Governo romeno se il Comitato si trasforma in Governo>.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2286/608. Parigi, 8 novembre 1918, ore 14,5.5 (per. ore 16,45 del 9).

Frazier è venuto da me stamane a darmi lettura d'una lettera di Nelson Page piena d'affettuosa ammirazione per Italia e deplorante che l'America abbia commesso l'errore di non mandare truppe sul nostro fronte. In quella lettera si accenna ad un certo colonnello Eltingen deìlo Stato Maggiore di Pershing che ci sarebbe stato particolarmente malevolo. Comunicazione della lettera era chiaramente pretesto ·che Frazier aveva preso per venire poi a parùarmi d'altre

cose. Egli mi chiese !Se credevo che in caso Parigi fosse scelta come sede negoziati di pace Governo francese e sua censura lascerebbero sufficiente libertà alle comunicazioni con i vari Paesi alleati. Gli risposi naturalmente che dovevo c~dere di sì, che del resto Governo francese ha tanto desiderio di avere qui conferenza che accetterà certamente tutte le condizioni che si ponessero. Egli allora ini fece chiaramente intendere che Governo federale preferirebbe Ginevra. Gli dissi che nè V. E. nè S. E. Orlando durante il loro recente soggiorno mi avevano parlato di questo argomento e .che ritenevo quindi che fino ad ora il mio Governo non avesse ancora stabilito la sua preferenza.

Sarei grato a V. E. volermi dare fin d'ora qualche norma di linguaggio intorno a tale questione che si incomincia già a discutere qui nei vari circoli con frequenza.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(A O, reg. 4, pp. 222-224)

T. FONO 2738. Villa Italia, 8 novembre 1918, ore 16 (per. ore 17).

Telegramma n. 29120 (l) mi pervenne qui. Io telegraferei a Clemenceau nel modo seguente: «Circa applicazione condizioni armistizio alla flotta osservo che accordi speciali avvenuti tra Capi Governi, si limitavano a permettere che navi si recassero a Corfù per mettersi disposizione Alleati. Ciò avveniva in pendenza trattative armistizio, le cui condizioni, stabilite dagli Alleati, non furono punto modificate. Le navi che chiesero ed ottennero quella autorizzazione, ebbero tutto il tempo occorrente ·per servirsene. Voi stesso mi avete detto di sapere che erano in viaggio. Io ignoro se e quante navi si siano servite di quellia facoltà; ma quelle che non se ne sono servite sono state trovate nei porti, evidentemente sono soggette alle condizioni armistizio integrate dalle disposizioni di esecuzione che sono state concordate coi parlamentari austro-ungarici. D'altra parte non mi risulta vero il fatto che 8i Pola ammiraglio italiano si sia impadronito delle navi che colà si trovavano; esse rimangono a disposizione degli Alleati così come se si trovassero a Corfù». Tale risposta è nel senso della fermezza che tu deside·ri. Io non ho nulla in contrario ma credo che dopo ciò bisogna attendere la realizzazione della minaccia contenuta nell'ultima parte del telegramma di Clemenceau e che evidentemente s'i tradurrebbe in atto col riconoscimento del Governo jugoslavo cui seguirebbe certamente quello dell'Inghilterra e forse quello dell'America. Appunto per questo io stimo opportuno che anche Governo inglese e soprattutto americano siano informati di questa nuova questione, lasciando a te di giudicare

se conviene telegrafare ai nostri ambasciatori o esporla ai loro ambasciatori di Roma. Data l'urgenza puoi telegrafarmi entro oggi stesso a Firenze.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PREFETTO DI FIRENZE, ZOCCOI..ETTI

T. GAB. 1622. Roma, 8 novembre 1918, ore 20.

Prego V. S. consegnare a S. E. il Presidente del Consiglio che passerà questa notte da Firenze seguente telegramma: < Sta bene quanto ti proponi rispondere a Clemenceau; ma a me parrebbe consigliabile sopprimere l'ultimo periodo che comincia con la frase " d'altra parte non mi risulta vero il fatto" ecc. Dopo le parole "coi parlamentari austro-ungarici " aggiungerei invece le seguenti: " ed anche se fossero_ in mano dell'Ammiraglio italiano che entrò in P o la, esse lo sarebbero per conto degli Alleati". Appena saprò che tu hai risposto in questo modo, informerò di tutta

la questione i nostri Ambasciatori a Parigi, Londra e Washington perchè svolgano azione opportuna. Ti avverto però che io non sono in possesso di tutti

gli elementi che mi sarebbero utili. Tra l'altro non mi è stato mandato sinora dal Comando il testo del nostro armistizio, quale è stato firmato dai parlamentari, nè il protocollo aggiuntivo che contiene i termini della sua esecuzione>.

(l) Non pubblicato. Ma cfr. n. 51.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AGLI AMBASCIATORI A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA

T. GAB. 1621. Roma, 8 novembre 1918, ore 20,15.

(Meno Cristiania). R. Legazione a Cristiania telegrafa quanto segue: c Stamane questo Ministro ecc.> (come nel telegramma gab. n. 2262/7) (1). Ho risposto a Montagna quanto segue:

(Solo Cristiania). Telegramma di V. E. n. 7. (Tutti). Sono assolutamente contrario ad entrare in qualsiasi trattativa con Governo bolscevico. (Meno Cristiania e Arcangelo). Prego comunicare quanto precede a codesto Governo e telegrafarmi suo atteggiamento. (Solo Arcangelo). Prego V. S. telegrafarmi suo pensiero in proposito.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 17238 (2). Roma, 8 novembre 1918, ore 24 (per. il 9 sera).

Suo telegramma n. 403 (3). In vista difficoltà prospettate da Balfour per invio Bulgaria rappresentanza

diplomatica approvo suggerimento di V. E. conferire nostro rappresentante titolo Commissario. Prego V. E. presentare in tal senso proposta codesto Governo telegrafandomi appena possibile risposta. Ho intanto incaricato R. Ambasciatore a Parigi presentire in proposito Governo francese.

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IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AI CONSOLI A GEDDA, BERNABEI, E A SALONICCO, DOLFINI

T. 3456/1333. Roma, 8 novembre 1918, ore 24.

Capitano Soragna mi segnala movimento anti-sionista che accomuna sempre più musulmani e greci e cristiani non senza il favore di alcuni ebrei locali.

la pace non era stata ancora ristabilita con quel paese. L'Ambasciatore Imperiali aveva in conseguenza proposto, e Balfour aveva accettato, l'invio di alti Commissari.

Il movimento appoggiato sebbene con prudenza da Sceriffo. Prego seguire attentamente questione sionista. (Solo per Londra). Sarà opportuno assumere indirettamente 'informazioni recente attività Weizemann e Sokoloff e risultati ottenuti.

(l) -Pubblicato al n. 16. (2) -n telegramma non è stato rintracciato nell'archivio del Ministero degli Esteri. n testo qui pubblicato è quello pervenuto a Londra (3) -Del 24 ottobre 1918. In esso l'Ambasciatore Imperiali riferiva che Balfour si era dichiarato contrario all'invio di rappresentanti diplomatici in Bulgaria, perchè • tecnicamente •
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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2290/311. Washington, 8 novembre 1918 (per. ore 13,05 del 10).

Avendo avuto sentore che da parte cattolici di America unitamente a quelli di Francia e Belgio si veniva preparando in questi giorni un appello contro articolo 15 trattato di Londra da lanciare 13,ppena firmato l'armistizio con la Germania (telegramma V. E. Gab. n. 1103 e 1109 e mio telegramma Gab. n. 185) ho intrattenuto oggi al riguardo Polk il quale mi si è mostrato ignaro della cosa e ha svalutato subito colle sue affermazioni qualsiasi tentativo del genere non tacendo che questo governo provvederebbe eventualmente a soffocarlo senz'altro. Alla testa siffatto movimento egli non sapeva concepire in America altro che cardinale O' Connell Arcivescovo di Boston noto per il suo fanatismo politico e religioso e per i suoi sentimenti anti-alleati. L'ho consigliato indagare e vigilare pure a Chicago che risulta essere centro agitazione e ove intorno al vescovo lreland s'i esplicano manovre emi non sono alieni alcuni emissari cattolici di paesi alleati. Al quale riguardo mi riservo informare E. V. ulteriormente. Ho preso motivo colloquio odierno per riaffermare con Polk nostro punto di vista mentre ho

riportato conferma che non è presso governo degli Stati Uniti che dobbiamo temere ripercuotersi agitazione provocata dal Vaticano.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2301/25. Parigi, 8 novembre 1918 (per. il 12).

L'attitudine del Governo francese ostile al Montenegro e troppo favorevole ai serbi, già notata ·im. occasione della ultima Conferenza di Versailles, ha avuto in questi giorni una nuova conferma. Un telegramma, in chiaro, in data del 30 ottobre diTetto dal Console del J.V,Iontenegro in Ginevra al Governo montenegrino, telegramma col quale si comunicava al Governo l'invito di farsi rappresentare alla Conferenza jugoslava che ha luogo attualmente in Ginevra, non è mai pervenuto essendo stato evidentemente fermato dalle Autorità francesi per compiacere ai serbi che desidererebbero poter pretèndère alla Conferenza stessa che il Montenegro, invitato regolarmente, non si era neanche curato

di farsi rappresentare. Il signor Pachitch e varie personalità serbe e jugoslavé sarebbero partiti per Ginevra onde assistere alla Conferenza.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, BARONE RUSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 2705. Berna, 8 novembre 1918 (per. il 13).

Da notizie provenienti dal Voralberg risulta essere assai grave la situazione alimentare di quella regione. Mancherebbero principalmente il pane e le patate. Una speciale delegazione è venuta a· 't:hiedere soccorsi al Consiglio Federale.

L'iniziativa presa nel Voralberg di firmare una petizione per la costituzione di un nuovo Cantone da unire alla Svizrera, accolta qui da principio, quasi freddamente e con indifferenza, comincia a suscitare vivaci polemiche nella stampa. Ai desideri espansionistici di alcuni giornali, che deplorano i ·rifiuti prematuri (onde evitare la ripetizione degli errori che costarono alla Svizzera la .Valtellina ed il Lago di Costanza) fanno riscontro i timori che l'eventuale annessione del Voral:berg faccia nascere in Italia la pretesa di compensi nel Ticino.

I giornali della Svizzera francese e di quella italiana sostenitori dell'attuale equilibrio territoriale, linguistico e religioso della Confederazione, mantengono un atteggiamento in genere contrario alla annessione.

Si fa però sempre più strada la tendenza che si dovrebbe accettare l'annessione solo nel caso che tale fosse l'unanime decisione della popolazione del Voralberg.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, BARONE RUSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2311/97. Berna, 8 novembre 1918 (per. il 14).

Nei circoli serbi e jugoslavi a Ginevra regnerebbe malcontento verso l'Italia. Varie ne sarebbero le cause: voci di conflitti che sarebbero avvenuti tra italiani e jugoslavi a Trieste ed a Fiume; siluramento della « Viribus Unitis :t; pretese molestie e vessazioni inflitte dalle autorità italiane ai serbi che rimpatriano attraverso l'Italia. Si lamenterebbero principalmente il divieto di passaggio dalla frontiera a gruppi superiori a sei persone, e la limitazione del bagaglio a 30 kg. per persona. Questa misura non renderebbe possibile il trasporto di tutti gli effetti di prima necessità acqÌ.listati durante la guerra in !svizzera e dei quali sarebbe impossibile provvedersi ora in Serbia. Il signor Ristich, Primo Segretario della Legazione di Serbia, mi ha anzi espresso desiderio ·che RR. Autorità facilitino quanto più ·possibile il viaggio ai serbi che attraversano il territorio italiano.

Serbì, croati e sloveni, allarmati a causa dell'occupazione italiana delle isole dalmate avrebbero voluto protestare energicamente, ma sconsigliati dal professore americano Herron, avrebbero desistito. Persone incaricate dall'Austria 'inciterebbero i jugoslavi contro l'Italia. D'altro lato si afferma che i serbi tentino di ·concludere un accordo cogli albanesi dimoranti m Svizzera, isp!

rando loro, con promesse di larghe concessioni, diffidenze verso l'Italia. Djevad Merouche, Donai e Adamidis avrebbero già avuti vari colloqui con serbi e jugoslavi. Anche H dottor Tourtoulis sarebbe stato invitato a recarsi a Ginevra per conferire con personaggi serbi e jugoslavi.

In colloqui tra czeco-slovacchi e jugoslavi, avvenuti a Ginevra nella scorsa settimana, sarebbero state prese importanti decisioni relative all'Italia, che dovrebbero essere presentate in comune da czechi, jugoslavi e serbi ed alle quali sarebbe assicurato in antecedenza l'appoggio dell'America o di qualche altro alleato.

II 6 corrente sono incominciate a Ginevra conferenze tra i rappresentanti del Governo serbo, del Consiglio Nazionale di Zagreb, del Comitato jugoslavo di Londra e del blocco dei: partiti dell'opposizione serba: Pasitch, Brankovitch, Trifkovitch, Marinkovitch, Trumbic, Vassilievitch, Gregorich, Korosec, Gazzari, Yupanitch, Tandich, Stojanorvitch, Cingra, ecc. Gravi divergenze sarebbero sorte circa l'organizzazione e la delimitazione del nuovo Stato tra i partigiani di una grande Serbia sotto i Karageorgevitch ed i fautori di una repubblica federativa.

Secondo un comunicato del Bureau de Presse Serbe, pubblicato nel Journal de Genève di oggi, sembrerebbe che la conferenza fosse già pervenuta ai seguenti risultati:

l) In nome del Governo serbo, il signor PasU.ch prende conoscenza ed accetta la nota nella quale il dottor Anton Korosec, presidente ed i dottori Cingra e Geriav, a Londra, tutti e tre in qualità di delegati del Consiglio Nazionale jugoslavo di Zagreb, domandano:

di riconoscere il Consiglio Nazionale jugoslavo di Zagreb come autorità suprema dello Stato organizzato dai serbi, croati e sloveni dell'antica monarchia absburghese;

di riconoscere la forza jugoslava di terra e di mare (la flotta) come truppe belligeranti ed alleate;

di riconoscere il dottor Ante Trumbic, presidente del Comitato jugoslavo di Lolldra, come rappresentante ufficiale del Comitato del Consiglio jugoslavo di Zagreb presso i Governi alleati fino al momento che sarà creato un organo comune che rappresenterà la Serbia ed il nuovo Stato costituito a Zagreb.

2) Il signor Pasitch ha acconsentito ad informare immediatamente Governi alleati del tenore di questa nota e di appoggiarla da parte sua.

3) All'unanimità, e col più grande entusiasmo, « la conferenza ha proclamato la costituzione del Governo comune ~ dello Stato dei serbi, croati e sloveni, compreso la Serbia. Essa ha pure proclamato che non esiste più alcuna frontiera politica nè doganale all'interno del territorio dei serbi, croati e sloveni. L'organizzazione del Governo e dell'amministrazione creata fin qui nei diversi paesi jugoslavi, la Serbia compresavi, sarà per il momento mantenuta.

Tuttavia i dissidi non sono stati ancora composti e non è possibile prevedere quando le trattative avranno fine. Infatti mi si assicura che il Console Generale di Serbla a Ginevra, appena apparso il comunicato suddetto nel Journal de Genève, avrebbe pregato il Bureau du Presse Serbe a ritirarlo, evitandone la pubblicazione in altri giornali.

Mentre il Trumbic sarebbe accusato da molti di troppa italofobia, sembra che il Pasitch sia divenuto sostenitore delle smisurate pretese territoriali degli sloveni, collo scopo di avere in cambio l'appoggio del Korosec per l'organizzazione di una grande Serbia sotto i Karageorgevitch.

I fautori convinti di un accordo italo-jugoslavo, appoggiandosi all'americano Herron intensificherebbero azioni sui partiti di sinistra, che propugnano la tesi della repubblioa federativa onde causare divergenze fra serbi e sloveni.

La tendenza generale sarebbe di arrivare alla fondazione di uno Stato unitario davanti all'estero, ciò che non escluderebbe, all'interno, alcuna forma fino al federalismo.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO AVERSAILLES, DI ROBILANT

(AO, reg. 4, p. 238)

T. GAB. 2806. Roma, 9 novembre 1918, ore 13,25.

Ricevuto suo telegramma n. 6215 (1).

Poichè anche a noi risulta sconfinamento truppe bavaresi (2), autorizzo V. E. fare seguente comunicazione al Maresciallo Foch: «Perviene al nostro .comando notizia sicura che truppe bavaresi hanno passato confine austriaco marciando sul Tirolo con tendenza verso Brennero. Come nell'armistizio con l'Austria fu stabilito che truppe germaniche dovessero abbandonare territorio austriaco, cosi sembra evidente che armistizio con Germania debba comprendere analoga disposizione di ritirare truppe da territorio austriaco. Vi prego vivamente, signor Maresciallo, di tener conto di tale questione per le disposizioni conseguenziali da dare ai parlamentari tedeschi».

V. E. darà comunicazione di questo mio telegramma a S. E. Bonin perchè informi Presidenza Consiglio francese.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2280/607. Parigi, 9 novembre 1918, ore 13,30 (per. ore 20).

MLei telegrammi nn. 596 e 602 (3). Rinnovo a V. E. viva preghiera telegrafarmi come stanno le cose circa flotta austriaca a Pola. Dopo conversazioni con Pichon non posso non ripren

n. -6215 dell'8 novembre, 'aveva a sua volta informato Orla!!-9-o, con telegramma n. 2741 del ~ (partito alle ore 4 35 e pervenuto alle ore lO) che • nobz1a sconfinamento truppe bavares1 nell'alto Tirolo già' nota da p_ar!!c.chie fon~i. Ho_ già dispos~o pe.rchè avvenga .rapid~ avanz~ta nostre truppe su linea di arl'!u.sb~lo e al d1 là d1 essa _Per rlC.ac~mrle. È tutta,v~a mdlJSpensabileche fra le conùlzioni armisbz10 1mposte alla German1a vi sm 1n modo esphc1to anche quelladi ritiro immediato di tutte le truppe germaniche dalla fronte italiana e in genere da qualsiasi territorio all'infuori di quelli nazionali. Qualora ciò non fosse già stato previsto e considerato pregasi v. E. volersi adoperare in questo senso presso presidente Clemenceau o Maresciallo

Foch •·(3) Pubblicati al n. 26 e al n. 42.

3 -Documenti diplomatici • Serie VI · Vol. I.

dere qui con lui l'argomento per chiarire l'equivoco se vi fu. Qui si dice da

fonte italiana che fu data alla flotta via libera per partire, ma che equipaggi

non hanno più voluto prendere il mare.

Se così è, nessun rimprovero ci può essere fatto di mancare agli impegni,

ma sarebbe indispensabile provvedere a provare per mezzo di testimoni alleati

in special modo qui che l'atteggiamento degli equipaggi fu spontaneo e non

imposto da noi.

(l) -Pubblicato al n. 53. (2) -Il generale Diaz al quale era stato comunicato il telegramma del generale di Robilant
67

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, pp. 232-233)

T. GAB. 2800/602. Parigi, 9 novembre 1918, ore 13,30 (per. ore 24).

Comm. Stringher mi prega. trasmettere alla E. V. seguente telegramma: « Credo necessario informare V. E. che di fronte agli avvenimenti che fanno prev;edere la conclusione armistizio con Germania, Crosby, pur dichrarandosi sincero amico dell'Italia, comprenderne i bisogni e ben disposto appoggiare nella misura del possibile il soddisfacimento, ritiene che la nuova situazione che si va delineando richieda riesame generale attuali condizioni dei crediti rispetto a tutti gli alleati aggiungendo avere egU chiesto istruzioni a Washington segnata>.mente in ordine a situazione giuridica riguardante impegni assunti da Stati Uniti verso Alleati. Non ho mancato fargli presente amichevolmente gralvità situazione che sarebbe creata all'Italia se si affacciasse un rapido ristringimento dei mezzi ad essa necessari per gli approvvigionamenti' per i quali dovrà ancora ricorrere all'estero, giacchè estra [f-ie!] produzione e commercio non da un giorno all'altro. Non posso dubita11e .che la questione .che ora viene presentata sarà risoluta nel modo più corrispondente alle necessità di tutti e a quelle nostre in particolare ma è .certo che nell'assenza nei patti vigenti di qualsiasi cenno al passaggio dallo stato presente a quello nuovo occorrerà prontamente avvisare

ed agire. Partirò questa sera per Londra dove lunedì o martedì si troverà anche Crosby ».

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L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2650/396. Il Cairo, 9 novembre 1918, ore 13,35 (per. ore 20).

Opinione favorevole suo Governo questo Agente Diplomatico ha informato ufficiosamente rappresentanti colonia francese che la Francia ha firmato un accordo con Inghilterra per la soppressione definitiva ed immediata delle capitolazioni in Egitto aggiungendo che relativo comunicato ufficiale sarebbe fatto tra un mese. TaLe annunzio ha prodotto profonda emozione nelle varie colonie europee e specialmente nella colonia 'italiana.

Autorevoli e competenti membri di quest'ultima si sono presentati a quest'Agenzia informandomi che stanno elaborando un memoriale sulla questione

da presentare al più presto al R. Governo nel quale si prospettano gO.i inconvenienti ,gravissimi cui darebbe luogo l'abolizione capitolazioni e indicante le condizioni indispensabili alle quali un nuovo regime permetterebbe la continuità della vita e dello sviluppo delle colonie europee in Egitto e specialmente della colonia italiana.

Le stesse persone avendo espresso desiderio che R. Governo prenda cognizione di detto memoriale prima di ogni provvedimento definitivo, lo spedirò al più presto.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1627. Roma, 9 novembre 1918, ore 17.

Il 31 ottobre u. s. il Consiglio Supremo di Guerra riunito a Versailles approvò le condizioni d'armistizio da comunicare ai parlamentari austro-ungarici che si erano presentati al nostro fronte. Tali condizioni non dovevano essere in nessun modo variate dal nostro Comando senza eventuale ulteriore consenso del Consiglio Supremo interalleato. Le condizioni furono integralmente accettate dall'Austria-Ungheria e sono note a V. E. per la pubblicazione fattane dalle agenzie telegrafiche. Richiamo la sua attenzione suli(li articoli 2 e 3 delle clausole navali che dispongono la consegna agli Alleati di un determinato numero di sottomarini e di navi da guerra e la concentrazione ed il disarmo delle rimanenti navi da guerra austro-ungariche.

Nella seduta del 1° novembre il signoLl" Clemenceau lesse un radiotelegramma del Comitato jugoslavo che si era reso possessore della flotta au~troungarica a Pola. Tale radiotelegramma accennava all'avvenuto siluramento della «Viribus Unitis > da parte dell'Italia e chiamava a Pola e offriva :la consegna della flotta a qualcuna delle Potenze dell'Intesa che non fossero interessate nell'Adriatico. Il radiotelegramma non era chiaro. Altre notizie in vario senso sopra la flotta austro-ungarica erano giunte in quei giorni a Parigi. Da qualcuna di esse sembrava risultare che a Pola fosse avvenuto un colpo di mano jugoslavo di tipo bolscevico; d'altra parte le agenzie ufficiose austro-ungariche e tedesche annunciarono invece che la flotta era passata, con rescritto dell'Imperatore Carlo, agli jugoslavi che vi avevano inalberata la loro bandiera.

Il signor Vesnic, presente alla Conferenza di Versailles, cercò di far apparire l'attuale situazione della flotta austro-ungarica come un eroico successo dei suoi « fratelli » jugoslavi che rendevano cosi un nuovo eminente servizio all'Intesa, suggerendo che se ne accettassero senz'altro le offerte. Ma la Conferenza, a richiesta della Delegazione italiana, deliberò di soprassedere e non prendere decisioni in proposito fino a che le cose non fossero chiarite da ulteriori informazioni.

Successivamente, in una riunione privata tenuta il 2 novembre presso il

signor Clemenceau, dai capi dei Governi e dal colonnello House, ed in pendenza

delle trattative dell'armistizio italo-austriaco, di fronte alle offerte della flotta

di recarsi a Corfù, fu considerato che l'atto sarebbe stato di grande utilità per l'Intesa se eseguito subito e tale da premere sulle decisioni dell'AustriaUngheria circa l'accettazione dell'armistizio, e fu di conseguenza spedita la seguente risposta al Comitato jugoslavo di Pala:

« Avec saluts d'amitié nous vous mvitons à vous rendre immédiatement à Corfou sous le drapeau blanc pour mettre vas batiments à la disposition <iu Commandement en Chef des forces navales alliées.

Avertissez par télégraphie sans fil le Commandement à Corfou du moment de votre départ et de votre arrivée. Firmato: Orlando, Lloyd George, Clemenceau, House ».

Avverto che il Comitato jugoslavo voleva navigare sotto bandiera jugoslava e che fu il Presidente Orlando che fece osservare che tale bandiera non era ,stata riconosciuta da nessuna Potenza; che mancavano tuttora informazioni esatte sulla situazione della flotta; che tutto ciò poteva nascondere un trucco a danno dell'Intesa; che quindi la sola forma accettabile di consegna era quella che si sintetizzava con l'inalberare bandiera bianca, cioè sotto forma di resa.

La flotta austriaca non si mosse, pare perchè avendo sbarcato i contingenti di equipaggio di nazionalità italiana non era più in grado di navigare.

Il 3 novembre i plenipotenziari italiani ed austro-ungarici firmarono l'armistizio, comprendente le clausole navali di cui ho fatto cenno più sopra ed il Protocollo annesso che fissava i brevissimi termini in cui le unità navali austroungariche, contemplate nell'armistizio, dovevano recarsi a Venezia (mio telegramma n. 17283). Il 5 novembre una divisione italiana al Comando dell'ammiraglio Cagni entrava a Pala. Il 7 novembre l'Ambasciatore di Francia mi comunicava il seguente telegramma che il ,signor Clemenceau aveva diretto al Presidente del Consiglio Orlando:

«J'apprends qu'au cours de l'exécution des clauses de l'armistice, des troupes italiennes sont entrées à Pala ce contre quoi je n'ai rien à dire, qu'en meme temps un Amiral italien s'est emparé de la flotte dont les yougoslaves étaient maitres ed à laquelle tous les Gouvernements de l'Entente aìvaient donné l'ordre de se rendre à Corfou sous le drapeau blanc; j'estime qu'il y a là un acte ,contraire aux engagements pris. Je vous ai personnellement promis sur votre demande que le Gouvernement français ne reconnaitrait aucun Comité yougoslave avant I'exécution des conditions de l'armistice.

Pour que je puisse tenir mes engagements, il faudrait que les forces mUitaires italiennes se conformassent aux vòtres ».

A tale telegramma il Presidente del Consiglio ha risposto come segue:

« Circa applicazione condizione armistizio alla flotta osservo che accordi speciali avvenuti tra Capi Governo, si limitavano a permettere che navi si recassero a Corfù per mettersi disposizione Alleati. Ciò avveniva in pendenza trattative armistizio le cui condizioni, stabilite dagli Alleati, non furono punto modificate. Le navi che chiesero ed ottennero quella autorizzazione, ebbero tutto il tempo occorrente per servirsene. Voi stesso mi avevate detto di sapere che erano in viaggio. Io ignoro se e quante navi si siano servite di quella facoltà; ma quelle che non se ne sono servite sono state trovate nei porti, evidentemente sono soggette alle condizioni armistizio integrate dalle disposizioni di esecuzione che sono state concordate coi parlamentari austro-ungarici ed anche se fossero in mano dell'ammiraglio italiano che entrò a Pola e~:~se lo sarebbero per conto degli Alleati».

Prego intrattenere codesto Governo in merito a quanto precede. Occorre evitare che la questione della flotta austriaca sia travisata e sfruttata dagli jugoslavi e dai nostri nemici a nostro danno, per metterei in contrasto con gli Alleati.

Noi, in pendenza dell'armistizio, consentimmo alla soluzione di Corfù, benchè ciò frustrasse le legittime aspettazioni della nostra flotta, che tanti atti eroici ha compiuto in Adriatico, e che vi ha sopportato il più grave carico di oltre tre anni di guerra logorante. Infatti il Comando a Corfù è francese, e la manovra di Pola avrebbe sottratto, all'ultimo momento, alla nostra marina ogni soddisfazione. Ma nelle attuali circostanze, ogni scacco che subisse la nostra marina, oltre ad essere una palese ingiustizia a nostro danno, si risolverebbe in un affronto che la marina ed il Paese non potrebbero sopportare.

Richiamo l'attenzione di V. E. sul telegramma del R. Ministro a Corfù rispeditole con mio telegramma n. 1626 (1). (Solo Parigi). Oltre intrattenere Governo francese prego V. E. intrattenere su quanto precede il colonnello House e telegrafarmi.

70

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI. BONIN LONGARE

T. GAB. 1631. Roma, 9 novembre 1918, ore 17,30.

Telegramma di V. E. n. 604 (2).

R. Governo non può compromettersi in nessun modo incoraggiando aspirazioni 1rredentistiche oltre i limiti segnati nel patto di Londra. Lascio quindi giudice V. E. di regolarsi in conseguenza.

71

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

(AO, reg. 4, pp. 229-230)

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 2746. Roma, 9 novembre 1918, ore 17,50.

Mi è pervenuto dal Governo francese un vivo reclamo perchè la E. V. avrebbe interdetto l'invio di navi francesi nell'alto Adriatico per la esecuzione delle condizioni di armistizio con l'Austria. Ignoro se il fatto lamentato effettivamente sussista e se sias'i svolto in quei termini nei quali dal Governo francese vien rappresentato; ma comunque, qualora dalla E. V. un .provvedimento di tal genere o altro analogo sia stato disposto, credo anch'io che esso non abbia fondato motivo e che come t~le vada .senz'altro e soU~citamente revo·cato. Sltanllo

infatti alle clausole dell'armistizio, non si può disconoscere ·che la flotta francese, al pari del resto delle altre flotte alleate, abbia qualche giusto titolo di partecipare a quelle operazioni di cui si fa cenno nel reclamo pervenutomi. La E. V. vorrà quindi: provvedere a informare il comandante della flotta francese ed, eventualmente, delle altre ·Che nulla si oppone al loro concorso, se e in quanto esso sia ·consentito. Nell'attendere dalla E. V. urgenti comunicazioni telegrafiche a proposito di questo caso particolave, le rivolgo speciale preghiera di voler tenermi preventivamente informato di quelle sue decisioni che possono determinare conseguenze di carattere intemazionale in ispecie poi se esse sien capaci di determinare contestazioni coi nostri ailleati in materia di tanta importanza e gravità.

(l) -Non pubblicato. Esso riproduceva il telegramma del ministro a Corfù, Sforza, pubblicato al n. 30. (2) -Pubblicato al n. 41.
72

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2308/9. Cristiania, 9 novembre 1918, ore 19,15 (per. ore 8 del 12).

Mio telegramma Gab. n. 7 (1). Questo Governo ha confermato ieri mio collega americano che il Commissa

rio bolscevico russo per gli affari esteri gli ha, tramite dell'Incaricato d'affari norvegese a Pietroburgo chiesto di trasmettere al Governo degli Stati Uniti sua proposta formale di trattative per immediata cessazione ostilità truppe russe ed americane pregando di far conoscere ove e quando i rappresentanti delle due parti potranno incontrarsi ed avvertendo che il Governo bolscavico è indifferente alla scelta della località per tali negoziati. Identica proposta deve essere stata fatta ai Governi britannico, giapponese, italiano e francese.

73

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2649/32784. Comando Supremo, 9 novembre 1918, ore 19,25 (per. ore 22).

Dal telegramma del generale Piacentini n. 69 in data del 7 corrente (2) è confermata occupazione da parte truppe serbe di gran parte territorio montenegrino; pare che stesse tvuppe siano incaricate fare eseguire in territori occupati clausola armistizio.

Ciò è contrario alla concordata occupazione militare truppe italiane, francesi, inglesi con contingenti eguali e potrebbe danneggiare interessi italiani nel Montenegro.

Siccome poi da stesso telegramma sembra che Franchet d'Esperey ignori di avere anche comando truppe occupanti Montenegro, riterrei opportuno intervento V. E. per definire varie attribuzioni sulla delicata questione (3).

al riguardo.

(l) -Pubblicato al n. 16. (2) -Non pubblicato. (3) -n giorno successivo Sonnino incaricava Bonin Longare con telegramma n. 1347, di sollecitare dal Governo francese l'invio al generale Franchet d'Esperey di • precise istruzioni •
74

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMAS.INI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2796/163. Stoccolma, 9 novembre 1918, ore 19,30 (per. ore 6,30 del 13).

In una lunga conversazione Branting stamane gli ho fatto osservare, a proposito del suo progettato viaggio all'Aja, era meno indicato dell'attuale per la convocazione di una Conferenza socialista. Oramai >socialisti moderati fanno parte del Governo in tutti i Paesi belligeranti ed hanno quindi modo di far valere loro influenza nella conclusione della pace. Invece Conferenza poteva dare occasione ai socialisti bolscevichizzanti di: tutti i Paesi di incontrarsi e concentrarsi per un'azione comune, ciò che a mio avviso ·costituirebbe massimo pericolo. Nessun uomo di Stato, per quanto democratico potrebbe quindi assumere responsabilità di consentirlo, mentre d'altra parte non si può negare che un nuovo rifiuto di passaporti potrebbe avere effetto increscioso sulla situazione interna de'i vari Paesi. Bisognava anche tener presente che probabilmente fra poco Governo bolscevichi ·Sarà battuto, ,che le condizioni interne della Germania trav.ersano un pe:dodo di crisi tumultuaria che è consigliabile lasciare sedare, che conviene non turbar.e in nessun modo smobilitazione, la quale può presentare gravi pericoli se non procede nel massimo ordine e se i militari eong.edati non vengono disal1mati.

Brarrting mi ha risposto senz'altro che conveniva con me nel giudizio generale della situazione, che era convinto che la pace voluta dall'Intesa sarebbe una :pace democratica, ma .che tanto da un lato riteneva indispensabile intraprendere un'azione in v,ista ricostituzione dell'internazionale per non perdere ascendente sulle masse e dall'altro trovava eccessive mie pl'eoccupazioni relative ad un risultato favorevole ai bolscevichizzanti della Conferenza .socialista. Però nel corso del:la conversazione si è considerevolmente avvicinato al mio modo di vedere, ha riconosciuto essere opportuno procede·re con molta pondera:zione e tirare cose in lungo. Io gli ho fatto chia·ramente intender·e (affermando di parlare a titolo personale) che il R. Governo non potrebbe .consentire partecipazione alla Conferenza dei socialisti ufficiali e che meglio sarebbe jper ora non rendere attuale questione della convocazione della Conferenza e del rilascio dei passaporti.

Ciò non impedtrebbe che si parlasse generalmente della Conferenza se ciò sembrasse necessario ai capi riformisti per mantenere contatto con le masse. D'altra parte, trattandosi di guadagnar tempo e di evitare attriti non indispensabili, i Governi potrebbero astene11si per ora dal pronunziarsi contro Conferenza e dall'annunziare che >rifiuterebbero passaporti. Ad ogni buon fine prego

V. E. telegrafarmi se approva mio linguaggio o se desidera che in qualche parte lo modifichi. Dati miei rapporti personali con Branting che è del resto sostanzialmente favorevole alla Intesa ed osthl.e ai bolscevichi, io sono in grado di esercitare una certa influenza sopra di lui che ha a sua volta una situazione eminente fra i sociaHsti neutrali.

75

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, E AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1337. Roma, 9 novembre 1918, ore 20.

(Per Comando Supremo). In relazione foglio generale Piacentini 30 ottobre

n. 124 ho telegrafato al Comando Valona quanto segue: (Per Valona). Mi riferisco al foglio di V. E. 30 ottobre n. 124. (Per tutti). Procedendo d'accordo con generale Franchet d'Esperey e colle

dovute intese colla R. Marina ritengo opportuno che V. E. spinga la sua occupazione da Scutari verso Nord quanto più è possibile e colla maggior sollecitudine.

76

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1629. Roma, 9 novembre 1918, ore 20.

Questo Ambasciatore di Francia ha rkonosciuto nettamente che la presenza di truppe serbe a Scutari era contraria a tutti gli accordi presi, e che occorre mettervi riparo quanto più presto con l'inviarle altrove. Egli avrebbe telegrafato a Franchet d'Esperey esprimendo il suo avviso dn questo senso.

77

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1339. Roma, 9 novembre 1918, ore 20.

Suo telegramma n. 69 (1).

Dato l'accordo dell'occupazione italo-franco-inglese a parità del Montenegro, i serbi dovranno sgombrare. Ove ciò non avvenisse prego tenermene informato per gli eventuali passi in via diplomatica (2).

Per ciò che concerne il territorio montenegrino fu convenuto che le eventuali occupazioni sarebbero state fatte dalle truppe italiane insieme a quelle degli alleati senza altre precisazioni » •

(1) -Non pubblicato. (2) -In un successivo telegramma (n. 1352, senza data), Sonnino annullava le precedentiistruzioni, aggiungendo : c secondo gli accordi la parità dei contingenti francese e inglese nonchè la esclusione di truppe serbe riguarda solo la città di Scutari.
78

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 233)

T. 2801/608. Parigi, 9 novembre 1918, ore 20,15 (per. ore 3 del 10).

Non avendo potuto vedere 'stasera il Presidente del ConsigHo che fu assente gran parte della giornata e non mi potè ricevere al suo ritorno, gli farò solo

domani mattina comunicazione ordinatami da V. E. Per potergli dare pre-cisione ..... [manca], poichè questo mi chiederà, prego telegrafarmi d'urgenza appena che

V. E. ne sia informata se e quante navi austro-ungariche abbiano lasciato Pola per Corfù in conformità accordi spedali tra i Capi di Governo.

79

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2281/615. Parigi, 9 novembre 1918, ore 20,15 (per. ore 7,20 del 10).

Da notizie di buona fonte risulterebbe che accordo fra serbi e jugoslavi per il quale Pachlch e Trumbic sono andati a Ginevra e che giornali ier sera davano per concluso è invece naufragato.

80

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, A WASHINGTON, MAC, CHI DI CELLERE, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA

T. GAB. 1630. Roma, 9 novembre 1918, ore 21.

A Giers che mi parlava della necessità per debellare il bolscevismo in Russia di venire al riconoscimento di qualche governo in Russia, ho risposto che per parte mia quando gli Alleati compresa l'America vi aderiscano non avrei difficoltà a riconoscere un Governo che rappresentasse: l) l'antica Russia nella sua collettività (meno la Polonia) senza definire i propri ordinamenti

interni; 2) la difesa contro il bolscevismo e i suoi disordini. Quanto precede per sua norma di condotta.

81

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2283/433. Londra, 9 novembre 1918, ore 21,06 (per. ore 13 del 10).

Attolico mi comunica lungo telegramma da lui spedito iersera al Ministro Villa circa proposta francese relativa ripartizione naviglio mercantile austroungarico ed obiezioni da lui formulate al riguardo.

Attolico informami altresì che da parte dei rappresentanti alleati sarà per essere considerato sotto valore essenzialmente politico l'atteggiamento del Rappresentante italiano in ogni questione economica marittima ecc. nei riguardi Austria-Ungheria. A richiesta Attolico prego V. E. voler prendere visione predetto telegramma per quelle opportune direttive che R. Governo crederà impartire.

82

IL MINISTRO SFORZA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2288/1. Mudros, 9 novembre 1918, ore 22,15 (per. ore 17,10 del 10).

Giunto oggi Mudros. Alloggio a bordo nave ammiraglia Vittorio Emanuele. Al Pireo si unì a me Addetto navale Arlotta.

Conferito ammiraglio Mortola. Egli fa quanto più possibile per mantenere stretto contatto con ammiraglio inglese e francese onde essere ad ogni momento in grado applkare subito le istruzioni ricevute di azione similare. Ma tale stretto contatto non è facile perchè accentuasi vitale divergenza fra 'il francese e l'inglese ·che tende escludere qualsiasi azione collegiale. I francesi tengono truppe per sbarcare Costantinopoli adducendo necessità occupare stazione delle ferrovie verso la Siria. Tale occupazione dispiace agli inglesi. Questi contano provvedare da soli alla provvisoria occupazione dei Dardanelli che dichiarano necessaria per precauzione. Compiesi attualmente dragaggio mine galleggianti entro Dardanelli per opera di inglesi con qualche contributo di ,francesi.

Entrata Dardanelli martedì, Bosforo mercoledì.

Avverto per eventuali istruzioni di V. E. che per la maggiore potenza ed attività degli apparecchi inglesi è pratfcamente impoSBibile radiotelegrafare fra qui e Roma.

83

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2282/613. Parigi, 9 novembre 1918 (per. ore 23).

Berthelot mi ha detto stamane che dalle notiz1e che manda il maresciallo Foch sembra potersi argomentare che i delegati tedeschi accetteranno l'armistizio; essi sono oltre ogni dire depressi. La risposta che si aspetta dalla Germania tarderà più di quanto si prevedeva, perchè il delegato incaricato di recarvisi trovò grandi difficoltà. Notizie che si hanno dalla Germania dipingono la situazione ,interna come assai grave: le stazioni radiotelegrafiche non sembrano più essere in mano del Governo. Berthelot crede il movimento repubblicano in Baviera avere carattere di serietà e il Governo provvisorio ,poter durare. Egli se ne mostrava assai soddisfatto dicendo che in nessun caso si potrebbe più trattare con gli Asburgo e gli Hohenzollern. Qui evidentemente non si considera il sorgere di un Governo repubblicano in Germania con le stesse apprensioni con le quali dobbiamo considerarlo noi.

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IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2658/432. Atene, 9 novembre 1918 (per. il 10).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che Stato Maggiore greco· lo aveva presentito perchè facesre passi presso Governo italiano allo scopo di far procedere allo sgombero del triangolo epirota essendo cessata necessità militare che ne aveva .consigliata occupazione. Politis ha aggiunto che egli si era ri·fiutato, ma che avrebbe molto gradito che le nostre autorità militari prendessero spontaneamente tale provvedimento, ciò che avrebbe fatto buona impressione sulla opinione pubblica eHenica (1).

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2688/606. Stoccolma, 9 novembre 1918 (per. l'11).

Il generale Bagenoff capo della Missione Ucraina (mio telegramma 597) (2), col quale ho avuto occasione di incontrarmi mi ha detto che egli ha già conferito con questo Ministro per gli Affari Esteri a cui ha chiesto riconoscere indilpendenza Ucraina. Il Ministro degli Affari Esteri ha risposto di essere pronto mantenere relazioni di fatto coll'Ucraina ma non poterne per ora riconoscere indipendenza. Sono stati anche trattati scambi commerciali desiderando Svezia avere cereali dall'Ucraina e questa macchine agricole locomotive e carta dalla Svezia.

Bagenoff mi ha detto anche che per il momento quello che specialmente interessa Ucraina è veder riconosciuta propria indipendenza e assicurata che se truppe tedesche debbono essere ritirate esse verranno sostituite con altre truppe possibilmente dell'Intesa.

Ha soggiunto che Ucraina se è sicura della propria autonomia è pronta entrare in una confederazione colle altre parti dell'antica Russia e che sta già prendendo accordi in tal senso colle Repubbliche del Don e del Cuban. Essa teme che le potenze dell'I~tesa siano mal disposte a suo riguardo per i rapport~ avuti con la Germania i quali in sostanza erano diretti soltanto a salvarsi dal bolscevismo. A mia domanda se Governo ucraino sarebbe disposto chiedere ritiro truppe tedesche qualora Intesa le prometta aiuti militari contro bolscevichi generale Bagenoff ha detto di non poter rispondel'e in modo impegnativo. Ha invece soggiunto ritenere facili ·cambiamenti nel Governo stesso ove Intesa lo desideri per addivenire ad un accordo con l'Ucraina. Quando egli circa 15 giorni fa ha lasciato Kiew questione dell'annessione della Galizia Orientale non era ancora attuale, ma non esclude che il rapido sfacelo dell'Austria abbia mutato

la situazione. Governo Ucraina starebbe preparando organizzazione di un esercito su otto corpi d'armata per il quale ci sarebbero ufficiali sottufficiali e materiale. Coscritti dovrebbero essere chiamati ora, si spera che tale esercito sia organizzato per la primavera, ma non si è molto sicuri del morale delle truppe. Attualmente in Ucraina vi sarebbero circa 100.000 soldati tedeschi appartenenti a formazioni di riserva ma ben disciplinati. Condizioni economiche del paese sarebbero soddisfacenti, ma prezzi elevatissimi. Molti elementi borghesia ed intellettuali di tutta la Russia vi sarebbero riuniti. Kiew che prima della guerra aveva 500.000 abitanti ne avrebbe ora un milione e 200.000.

(l) -Informato della richiesta ellenica da Sonnino con t. 1374 del 12 novembre 1918, il generale Piacentini, con t. 2718/134 O. P. dello stesso giorno, manifestò l'opinione che il triangolo epirota rimanesse occupato da truppe italiane c quale garanzia indispensabile sviluppocomunicazioni fra Santi Quaranta, Florina e Salonicco. Tale libertà e sicurezza transito verrebbero evidentemente menomate qualora triangolo suddetto passasse sotto controllo politico e militare ellenico •. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1729/208. Atene, 9 novembre 1918.

La campagna di stampa per l'Asia Minore che ebbe luogo in seguito allo articolo comparso nell'Idea Nazionale e che ho segnalato con varii miei telegrammi si andò esaurendo sia per mancanza di nuovi argomenti a dimostrare i diritti greci sui territori asiatici sia per le osservazioni da me fatte al Governo sulla inopportunità di montare l'opinione pubblica del paese contro l'Italia senza altro probabile risultato che quello di rendere sempre più difficili accordi tra i due paesi. Segui di poi il comizio dei rifugiati della Tracia, del Ponto, dello Ellesponto, del Ponto Eusino e dell'Asia Minore sul quale ho pure riferito. Tenne dietro al comizio il congresso pantracico e micrasiatico che tuttora continua ad emettere voti ed a spedire telegrammi non so con quale risultato all'estero ma in una relativa indifferenza degli ambienti greci. Il Governo dal canto suo faceva partire numerosi irredenti per Parigi con la missione di unirsi a quelli già residenti in Francia per formarvi un comitato che, con l'appoggio di Venizelos, cercasse di ottenere dagli Alleati un riconoscimento eguale a quello concesso agli jugoslavi. I giornali riportarono anche notizia dell':intensa attività spiegata in questo stesso senso in America negli aggruppamenti ellenici domiciliati nelle città più importanti degli Stati Uniti e rianimati dalla propaganda fatta dal Metropolita di Atene e dal signor Kiriakidi nel recente viaggio che vi hanno fatto. La fulminea vittoria delle armi italiane, }',inattesa occupazione delle terre irredente, il mutamento nella situazione diplomatica dell'Italia di fronte agli Alleati in seguito a questi grandiosi ed inaspettati avvenimenti, hanno prodotto così nel Governo che nel pubblico uno stupore che si è manifestato nei primi giorni col silenzio. A misura però che la portata di questi storici eventi si è fatta più chiara alle menti greche, sono incominciati ad apparire articoli laudativi delle gesta italiche traendone però per conclusione che nello stesso modo che l'Italia compiva U suo voto secolare riunendo alla Madre Patria le terre irredente, doveva alla Grecia esse,re consentita l'unione della Tracia e dell'Asia Minore, rappresentanti la Trieste e Trento dell'ellenismo.

Sotto queste vane manifestazioni una sola è !',idea dominante, il dubbio ed il timore che l'Italia occupando Smirne ed il suo vilaietto tolga per sempre

alla Grecia la possibilità di prendervi piede o l'obblighi ad assumere una definitiva attitudine di ostilità verso l'Italia. La tensione dello spirito pubblico aumenta a misura che i giorni passano senza che da Parigi Venizelos sia in grado di mandare una parola che lo rassicuri sull'argomento. Al Pireo il comandante della Regia Nave «Liguria» colà stazionata ha già creduto opportuno di ordinare ai suoi ufficiali di vestire in borghese per evitare incidenti. Grande sarà il rancore e unanimi le proteste della Grecia tutta, quando fosse appreso in maniera positiva che la questione dell'Asia Minore sia stata risoluta con la sua definitiva esclusione.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2285/616. Parigi, 10 novembre 1918, ore 13,55 (per. ore 1,05 dell'11).

Clemenceau con cui ho avuto un colloquio stamane mi disse che plenipotenziari tedeschi sembravano disposti ad accettare tutte le ·clausole dell'armistizio. Anche quella relativa alla consegna delle navi da guerra che si aspettava avrebbe provocato proteste sembrò non fare difficoltà. Essi domandavano soltanto che sgombero sinistra del Reno si potesse fare più lentamente e conservare molte mitragliatrici ciò allo scopo aver truppe meglio animate e armate per reprimere all'interno moti rivoluzionari e bolscevichi.

Clemenceau era però preoccupato della piega che prendono gli avvenimenti in Germania rivoluzione incalzante potendo condurre ad una situazione in cui gli alleati non troverebbero dinanzi a loro nessuno ·con cui trattare. Ciò potrebbe ritardare conclusione armistizio. Egli quindi ha telegrafato a S. E. Orlando e Lloyd George chiedendo che venga qui d'urgenza un membro del Governo italiano e dell'inglese per esaminare di comune accordo la nuova situazione.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, pp. 243-244)

T. GAB. R. P. 2814/610. Parigi, 10 novembre 1918, ore 13,55

(per. ore 4,10 deU'll).

Conformemente mio telegramma di ieri sera n. 608 (l) ho rimesso oggi a Clemenceau tuo telegramma senza numero di ieri (2) concernente navi austriache. Presidente del Consiglio mi disse che ti risponderebbe subito direttamente. Non mi parve dare soverchia importanza alla cosa. Mi disse solo che ci consigliava di las·ciar partire un certo numero di navi nelle condizioni desiderate dai jugoslavi; egli aveva preso impegno verso noi che non si procedesse a r: conoscimento prima della esecuzione dell'armistizio; noi contraccambiassimo dimostrando ove si poteva disposizioni conciliative. Gli risposi che queste in noi non mancavano ma che a mia volta gli raccomandavo di tenere in briglia glJ.

agenti jugoslavi che qui si agitano molto a nostro danno. Mi assicurò che lo faceva ed infatti devo riconoscere che finora almeno la stampa ·francese nella sua gran maggioranza si mantiene estranea quelle manovre. Quindi Clemenceau con intonazione per lui assai calma ma che non escludeva un certo risentimento mi parlò d'un .telegramma che l'Ammiraglio Revel .a\"rebbe mandato aU'insaput.a mia all'ammiraglio Wemyss dicendo che accettava volentieri che navi inglesi venissero nell'Alto Adriatico a condizione che non venissero con loro nè francesi, nè americane. Di questo telegramma Clemenceau a quanto mi affermò ebbe comunicazione diretta da Lloyd George e puoi immaginarti l'effetto che ha prodotto. Non posso non raccomandare in ogni modo che si eviti in questo mo:nento ogni occasione di ferire suscettibilità del Governo francese che in presenza dell'atteggiamento poco benevolo degli inglesi e della 'impenetrabilità degli americani d può dar appoggio contro manovre jugoslave. Clemenceau mi disse che ti ha telegrafato anche su questo secondo argomento.

(l) -Pubblicato al n. 78. (2) -Non rinvenuto.
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IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2284/102. Zona di guerra, 10 novembre 1918, ore 17 (per. ore 21,15).

Mi onoro accusare !l"icevuta suo telegramma n. 1339 e Gab. n. 1629 in data di ieri (1). Come da telegramma •codesto Ministero Affari Esteri n. 57 O. P. data 6 (2) questo Comando ha :preso accordi diretti con il Generale d'Esperey. Egli non vede ·inconven1enti a che truppe italiane continuino provvisoriamente occupazione da Scutari verso nord in territorio del Montenegro dove truppe alleate non sono ancora penetrate.

Sono d'accordo con R. Marina che ha già inviato Cattaro «Mirabello » entrato colà assieme con navi inglese e francese, circa trasporti.

Ho già disposto perchè siano sbarcati subito truppe Cattaro e altre Antivari

per proseguire verso Cettigne, Lowcen e Crahovo e quegli altri obiettivi che si

rendessero necessari anche per esigenze ordine pubblico.

90

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLW SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ (3)

(AO, reg. 4, p. 247)

T. 2820/6245. Trianon Versailles, 10 novembre 1918, ore 18 (per. ore 15 dell' 11).

Conformemente ·indicazioni comunicatemi da V. E. con telegramma n. 32736 OP del 9(4) mi recai ieri sera presso Clemenceau che appariva lieto per com

plesso avvenimenti odierni. Egli espresse suo compiacimento per ordini dati da V. E. circa occupazione linea e ulteriore avanzata nostre truppe per ricacciare elementi bavaresi sconfinanti nell'alto Tirolo, soggiungendo che ne avrebbe informato Foch. Aggiungeva che aveva già dato a Foch istruzioni affinchè nelle clausole armistizio con Germania là dove parlasi ritiro truppe tedesche da territori comunque occupati fosse aggiunto sgombero territorio austriaco, ciò che dà ptena soddisfa,zrone nostri desideri in modo formale e dimostra oltre sua iniziativa, int·endimento di leale solidarietà al riguardo nostro. Non potevo desiderare pertanto migliore adesione al desiderio che ho rappresentato a nome del Governo e di V. E.

(l) -Pubblicati ai nn. 77 e 76. (2) -Cfr. la nota l a pag. 14. (3) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Orlando e Zupelli. Il testo pubDlicato è quello pervenuto a Orlando. (4) -Non pubblicato. Cfr. n. 65.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1635. Roma, 10 novembre 1918, ore 19,30.

Mio telegramma n. 1627 (1).

Avendo chiesto al Capo di Stato Maggiore della Marina precisi particolari

circa l'asserito impedimento da parte italiana alla partenza di navi austriache

per Corfù l'Ammiraglio Revel mi comunica quanto segue:

«Nessuna iniziativa fu presa da Autorità Marittime italiane per impedire

la partenza di navi austriache per Corfù.

Dalla sera del 31 ottobte fino al giorno 5 novembre in cui fu occupata la

piazza marittima di Pola, nessun contatto diretto vi fu fra le Autorità Marittime

italiane e quelle in possesso della flotta austro-ungarica.

Se taluno asserisce che furono posti impedimenti alla partenza delle navi

in questione, spetta a lui di provarlo, non già alla Marina italiana di provare il

contrario.

Sta di fatto, che dopo avvenuto il mutamento di regime nella flotta austro

ungarica, le navi rimasero ,in pessime condizioni di efficienza per mancanza di

ufficiali e di notevole parte degli equipaggi; e, come risulta altresl da numerose

cordspondenze radiotelegrafiche fatte in chia,ro fra i vari Comandi, la maggior

parte di esse non era in ,grado di navigare».

Prego valersi V. E. di quanto precede per le opportune .comunicazioni a

codesto Governo in relazione al contenuto del mio telegramma summenzionato.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, p. 240)

Roma, 10 novembre 1918, ore 20.

T. 2809.

A telegramma n. 608 (2). A me non risulta che alcuna nave austro-ungarica si 1sia servita della nota concessione. Ripeto del resto .che ciò non ha alcuna influenza sul merito della

(l} Pubblicato al n. 69. (2} Pubblicato al n. 78.

questione. Da un punto di vista sempHcemente, sereno non può sembrare dubbio che la concessione stessa in tanto aveva valore in quanto si fosse esaurita prima dell'armistizio. Ove invece quella concessione avesse dovuto avere un tratto continuativo essa sarebbe valsa come revoca delle .condizioni dell'armistizio navale: ciò a cui nessuno pensò. Credo che Sonnino abbia incaa.-icato V. E. di parlare dell''incidente anche col colonnello House che prese parte all'accordo. Per l'evento che .collega avesse dimenticato di telegrafare, stimo opportuno farne espresso ricordo.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2287/617. Parigi, 10 novembre 1918, ore 20,40 (per. ore 8,35 dell' 11).

Elementi jugoslavi che si trovano qui si agitano ma non trovano fino ad ora notevole eco nella stampa. Segnalo all'E. V. però numero dell'Illustration di ieri che contiene una carta e un articolo appoggianti tesi estreme jugoslave. Nessun'altra maniiestazione di stampa si è fin qui prodotta in quel senso; una violenta protesta dell'Associazione «Jugoslava» contro la nostra occupazione porti Adriatico fu rifiutata da tutti i giornali.

Ho ragione di credere che parola d'ordine data dal Governo è di evitare polemiche fino a che pende l'esecuzione dell'armistizio.

II Journal des Débats di ieri sera pubblica una nota del noto Radowitz in cui esprime il voto alla occupazione italiana di Dulcìgne si sostituisca quella francese. Mentre Clemenceau e Pichon che vidi insieme a Lord Molane mi confermarono sulla fede di Steed che l'accordo fra serbi e jugoslavi è concluso, Benes che credo bene informato conferma per parte sua che a Ginevra non si è concluso nulla e che situazione è difficilissima minacciosa per Pasic e per stessa dinastia Karageorgevi'c. Egll ritiene che in essa si racchiuda un pericolo anche per noi, quello cioè di trovarci di fronte ad una anarchia nelLa quale sarebbero inevitabili conflitti sanguinosi che è nostro interesse sommo di prevenire.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 17392. Roma, 10 novembre 1918, ore 22,30 (per. l' 11).

Ministero della Marina informa che prima divisione della squadra da battaglia al comando del Vice Ammiraglio Solari si recherà prossimamente da Taranto a Corfù per effettuarvi delle esercitazioni alle quali la base di Corfù si presta assai meglio di Taranto.

Essa è composta delle navi di prima classe Andrea Doria, Duilio, Giulio Cesare: il Conte di Cavour che pure ne fa parte si trova già Corfù. Prego informare codesto Governo.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2680/618. Parigi, 10 novembre 1918 (per. l'11).

Boghos pascià dopo conversazione avuta meco che riferii con mio telegramma Gab. n. 611 (l) che giungerà costà stasera, disse persona di fiducia mia perchè me lo riferisse che nelle sue conversazioni col Governo francese circa costituzione Stato armeno gli fu suggerito opportunità che delegato francese ne diriga e vigili organizzazione. Boghos è ·Contrario a questa idea; desidererebbe che Governo italiano quando si discuterà dell'argomento suggerisca che si scelga per quell'ufficio un cittadino di Stato secondario.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2313/313. Washington, 10 novembre 1918 (per. ore 3 del 12).

In frequenti miei colloqui dei giorni scorsi con persone prominenti mondo industriale e bancario avevo avvertito sintomi di una pietosa umanitaria compassione verso la Germania, tanto più notevole che contrastava col programma di invasione territori tedeschi, di punizione e di risarcimento propugnato qui da ciascuno. Si trattava evidentemente di una nuova campagna intesa a deprimere sentimenti della massa .e ·influenzare pensiero di Wilson. Avendo cercato di risalirne fonti le ho ritrovate in un gruppo di banchieri e grandi industriali a capo dei quali mi si assicura figurerebbe la Guarantee Trust Company di New York, istituzione bancaria le cui macchinazioni germaniche sono state sempre malamente celate. Diramazroni e connessioni potenti si erano stabilite anche nel West per cercare convertire l'opinione pubblica per una ripresa relazioni commerciali e finanziarie colla Germania. Che siffatta ·coalizione, cui prestavano terreno favorevole talune stesse manifestazioni anteriori di Wilson, non si sforzi tuttora ad agire, non oserei affermare.

Ma vale assodare che esito recenti elezioni politiche con conseguente predominio violento programma guerra repubblicana è destinato paralizzarne efficacia.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1639. Roma, 10 novembre 1918.

Miei telegrammi nn. 1627 e 1635 (2). Capo di Stato Maggiore della Marina mi comunica seguente telegramma dell'Ammiraglio Cagni da Pola in data 10 corrente:

4 -Documenti diplomatici · Serie VI · Vol. I.

« Grave situazione disciplina equipaggi costituiti in «Soviet » faceva temere sabotaggio navi e possibile disastro sulle navi da battaglia aventi bordo tutte le munizioni. Possibilità tale disastro per navi " Principe Eugenio " e "Teghetof" ormeggiate banchine fra scoglio Olivi e Ammiragliato che distruggerebbe completamente città di Pola e arsenale, mi costrinse prendere possesso dette navi e mett-ervi equipaggi italiani. Trovandosi qui casualmente capitano Larking il quale constatò terribile e pericolosissima condizione disciplina equipaggi jugoslavi ho pregato detto Comandante assistere consegna navi avvenuta stamarre in perfetto accordo con ammiraglio jugoslavo Koch Comandante in Capo della Piazza prima del mio arrivo. Ho nominato capitano di vascello Acton Comandante della "Teghetof ", capitano di vascello Notarbartolo comandante della " Principe Eugenio ". A mezzogiorno equipaggi italiani erano schierati sulle due navi quando capitano di vasceUo Larking ed io salimmo a bordo ric,evuti sulla scala dall'ammiraglio Koch il quale consegnò le navi a me quale rappresentante Alleati ·e Stati Uniti. Risposi che come tale rappresentante assicuravo che a qualunque nazione potessero eventualmente essere assegnate queste due navi esse avrebbero adoperate le loro forze solo con o per la Jugoslavia per la Hbertà indipendenza popoli. "Radeski "... [manca] sono ormeggiate boe ponente isola

S. Andrea e non rappresentano pericolo troppo grave per città Pola, ma non potendo sbarcare equipaggi S'enza impiegare la forza con rischio .grave conseguenza in Jugoslavia di comune accordo con atmmiraglio Koch si spera far partire sollecitamente per Spalato».

Nel trasmettermi tale telegramma ammiragli'o Revel informa .che « o'l.trechè aJ.l'addetto navale inglese comandante Larking avevo offerta la possibilità della visita a Pola anche al capitano di va,scello Frochot il quale però declinò l'offerta ».

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicati ai nn. 69 e 91.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI A CRISTIANIA, MONTAGNA, A COPENAGHEN, CARROBIO, A STOCCOLMA, TOMMASINI, A BERNA, PAULUCCI DE.' CALBOLI, A BUENOS AYRES, COBIANCHI, A SANTIAGO, NANI MOCENIGO, A BOGOTA, DURAND DE LA PENNE, AL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, A LIMA, AGNOLI, AD ASSUNZIONE, ROSSI, A MONTEVIDEO, MAESTRI MOLINARI, E ALL'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI

T. 1344. Roma, 10 novembre 1918.

(Per Cristiania). Suo telegramma n. 228 (1). (Per gli altri). Risulta che Germania sta adoperandosi vendere nei paesi neutrali proprie navi mercantili anche a prezzo molto basso. (Per tutti). Pregola dichiarare codesto Governo che Governo italiano non riconosce nè riconoscerà validità tali eventuali transazioni sia dal punto di vista

diritto di guerra sia in previsione risarcimento che sul tonnellaggio nemico dovrà essere richiesto per tonnellaggio nazionale distrutto.

so

(l) Non pubblicato.

99

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1345. Roma, 10 novembre 1918.

(Per tutti). Prego V. E. telegrafarmi se ·codesto Governo intenda inviare subito funzionari consolari Turchia.

(Per Londra). Risulterebbe Vice Console inglese Metellino già partito per Smirne.

100

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. PER POSTA 1342. Roma, 10 novembre 1918.

Questo Ambasciatore di RUISsia mi ha rimesso un pro-memoria così concepito: «Les armistices qui viennent d'etre conclus avec la Turquie et l'Autriche, ainsi que ·Celui qui va etre probablement conclu incessamment avec l'Allemagne, mettent à l'ordre du jour la question des pll'isonnie.rs de guerre russes qui se trouvent dans oos trois pays. Le nombre de ces prisonniers n'est pas inférieur à 2.000.000 d'hommes; il dépasse de beaucoup ce chiffre. Une grande partie de ces hommes ont été faits prisonn1ers pendant les deux premières années de la guerre, quand l'immense éffort militaire fait par la Russie n'avait pas encore épuisé les ·contingents de troupes de prem1er ordre. Par conséquent il doit se trouver parmi eux un nombre très considérable d'hommes jeunes et bien exercés. Ce raisonnement s'applique surtout aux officiens: pendant le premier temps de la .guerre, l'armée russe disposait encore d'un grand ·Cadre d'officiers de carrière, ayant reçu une éducation militaire en temps de paix. Ce n'est que plus tard, quand les pertes de notre 'corps d'officiers allaient en augmentant rapidement, que le pourcent des officiers de réser've et d'enseignes a commencé à croitre. Il est hors de doute que le traitement inhumain que les autrichiens et surtout les allemands cfaisaient subir à leurs rprisonniers a causé de grands ravages rparmi éeux-ci; un nomhre considérable de prisonniers sont morts; un grand nombre est rendu incapable de tout service par les maladies, ~es privations et les tortures. Mais, vu le total élevé des prisonniers, il est probable qu'il se trouve ·encore parmis eux beaucoup d'hommes qui seraient capables d'un service militaire ultérieur. Les officiers ayant été soumis à un régime moins inhumain que ·les simples soldats, il est probable que le pourcent de ceux qui sont capable de reprendre le service est beaucoup plus élevé parmi eux que parmì les soldats. La Russie qui est en train de se reconstituer éprouve un besoin aigu de disposer de forces armées pour renverser le régime abject des max'imalistes et pour rétablir aussi rapidement que possible l'ordre chez elle. Le Gouvemement

qui vient de se former organise une armée, mais cette organisation est lente, car, d'une part, le contingent d'hommes jeunes et capables de service militaire a été notablement diminué en Russie par les sacrifices inouis que le pays a fait pendant la guerre, de l'autre, les forces recrutées sont composées d'hommes, ne possédant aucune préparation militaire et demandant par suite une éducation qui exige un certain temps. Cependant, il se trouve en ce moment dans les pays ennemis des contingents considérables, déjà exercés et expérimentés en temps de guerre. En d'autres mots, il s'y trouve une armée prete qui pourrait etre transportée sur ·les lieux et etre équipée. Imbus de l'idée qu'une Russie grande et forte leur sera toujours nécessaire, les alliés lui ont tendu una main arnie dans l'e .courant de l'été dernier; ils ont débarqué des troupes dans différents endroits de la Russie pour aider celle-ci à constituer un gouvernement et à lutter awec les maximalistes et les détachements ennemis qui se trouvaient et se trouvent encore sur son territoire. Les résultats de cette opération sont connus: un Gouvernement s'est formé et les troupes dont i'l dispose, quelques peu nombreuses qu'elles soient, sont parvenues néanmoins, aidées par des détachements tchéco-slovaques, à débarasser toute la Sibérie et une partie de la Russie d'Europe des maximalistes et des allemands. Mais ce travail difficile n'est que ·commencé. Pour balayer définitivement les bandes de maximalistes et pour réunir tout le pays autour du gouvernement, i'l faut encore des .efforts prolongés et de grandes forces armées. Ces fovces pourraient etre fournies par les prisonniers de guerre se trouvant en Allemagne, en Autriche et en Turquie.

Tous ces prisonniers ne sont pas aptes au service. Il faut en exclure, ainsi qu'il est dit plus haut, tous ·les malades et infirmes; .ensuite tous les hommes des classes plus ancienne.s qui d'après la loi ne .sont pas obligés au service militaire et ·qui ne seraient plus ·capables d'un effort prolongé après des années de captivité, enfin tous ceux qui ont été démoralisés par la propagande révolutionnaire, favorisée par les allemands. LI · faut ·compter seulement sur les officiers et sur les hommes ou bien appartenant aux c'lasses plus jeunes et passibles d'après les lois russes de service militaire, ou bien désirant s'engager volontairement. En ce qui concerne les offiders, il faut bien se rendre compte que ceux qui se trouvent maintenant dans la captivité allemande appartiennent à la fine fleur du corps d'offiders russe; c'est donc surtout eux qu'il faut compter pour organiser l'armée en question. Quant aux soldats il faut croire que l'on pourra en choisir de 100.000 à 200.000 hommes. Ce nombre formerait un appui précieux aux forces russes combattant les max~malistes.

Pour former des troupes pouvant combattre, il faudra pourvoir à l•eur armement et leur équipement. Les armes, •canons et munitions seront fadles à trouver: tout ce que les allemands se sont illégalement approprié après le coup d'état maximaliste peut leur etre repris et Iivré à la nouvelle armé€1. La question d'équipement et de la rrourriture sera plus difficiJ.e; .c'est une des questions dont la solution possible doit etre étudiée.

L'·endroit où les troupes pourraient etre formées e't qui servirait ensuite de point de départ pour les opéra'Ìions contre les max'lmalistes doit etre choisi de manière à pouvoir fournir l'approvisionnement nécessaire aux troupes; la Sibérie est trop éloigné.e, c'est le littoral de la Mer Noire, la Crimée, peut-etre le Caucase qui devraient etve choisis à cet effet. La mise en exécution de ces mesures ne .serait possible que si les Puissances alliées consentaient à accorder

leurs bons offices pour transporter les prisonniers par l'Autriche et par la Mer Noire.

Le choix des hommes capables de servir pourrait se fa'i're par une com~ m~ssion d'officiers des armées alliées à l'aide des officiers russes délivrés de la captivité allemande et autrichienne. Au fur et à mesure que iles cadres se formeraient, les unités organisées seraient remises au commandement supérieur russe. Il est à observer, à ce propos, qu'on ne saurait prendre des mesures assez rigoureuses pour présexwer les nouvelles formations de la propagande délétère des idées maximalistes.

La crise économique créée en Russie par le régime crimine! des maxima,listes a eu pour résultat la disparition complète d'une série d'objets de première nécessité tels que vetements, chaussures, médicaments etc., objets nécessaires non seulement à la popuil.ation mais également aux troupes qui seraient formées. Si les ahliés pouvaient commencer à importer ces marchandises en Russie, Hs pourraient en exporter, en revanche, des matières premières dont ils ont non moins besoin: charbon, blé, bois, métaux etc. L'·envoi en Russie par la Mer Noire des marchandises nécessaires au pays ne représenterait donc rpas un sacrifice inutile de tonnage et d'argent, puisqu'on recevrait en échange des marchandises qu'on a tant de difficulté à trouver en ce moment.

Si le plan proposé est acc.epté, il sera de la plus haute imoortanc,e de procéder à sa réalisation sans retard aucun. Il ne faut pas oublier que chaque jour du régime infame des maximalistes apporte de nouvelles souffrances au peuple russe qui a tant souffert, fait couler de nouveaux fl.ots de sang des meilleurs fils de la Russ~e et aggrave la ,situation économique terrible dans laquelle le pays a été placé par une bande de brigands soldés et organisés par les allemands qui espéraient arracher aux aUiés par la trahison une victoire que leurs armes ne pouvaient lui donner ».

Ho risposto ·che R. Governo appoggiava in ma,ssima proposte contenute nel pro-memoria.

101

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2293/620. Parigi, 11 novembre 1918, ore 11,50 (per. ore 7,45 del 12).

Ho avuta una lunga conversazione con Pichon nella quale gli ho svolto tutti gli argomenti contenuti nel teLegramma Gaib. 1627 (1). Non posso nascondere a V. E. che non mi è ,stato possibile persuaderlo come avrei desiderato.

Argomento dal quale non si diparte è che accordo preso fra i tre Capi del Governo e House il 2 (posteriormente quindi alla redazione concordata con condizioni di armistizio, che è del 31) prevale sulle clausole dell'armistizio e ci lega assolutamente. Se condizioni allora non note impedivano l'esecuzione dell_'accordo dei Primi Ministri era necessario avvertire subito gli altri tre Governi

e prendere accordi nuovi. Pichon mi disse ripetutamente subito che a lui la cosa

in sè non importava molto ma che vedeva per noi un grande pericolo in ogni

azione isolata in disaccordo con Alleati. Notai in lui una certa irritazione verso

l'ammiraglio Thaon di Reve'l per noto telegramma all'ammiragJ.ilo Wemvss intor

no al quale Clemenceau telegrafò due volte a S. E. Orlando. Egli ,si doleva poi

che Revel avesse mandato a Venezia le navi austriache che secondo intelligenze

qui prese tra i Primi Mintstri avrebbero dovuto anda,re a Corfù mentre le clau

sole dell'armistizio qui concordato non stipulano che vengano condotte in un

porto italiano.

Si doleva poi che Revel avesse preso possesso di taluni dei punti previsti

da armistizio in Dalmazia non in nome Alleati ma della sola Italia. Finalmente

osservava che clausole navali del protocollo annesso alla convenzione dell'armi

stizio non si accordavano in alcuni punti con quest'ultimo.

Non ho bisogno di dire a V. E. che mi sono sforzato in particolare di modificare queste impressioni e combattere gli argomenti di questo Ministro Affari Esteri, ma non posso lusingarmi di aver modificato suo pensiero.

Sopratutto telegramma a Wemyss ha fatto qui molta impressione. Credo sia

abbastanza seria situazione qui creata per questa complicazione navale. Spero

possa chiarirsi al prossimo arrivo di V. E. e S. E. Orlando.

Potrò vedere House domani.

(l) Pubblicato al n. 69.

102

IL MINISTRO SFORZA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2299/3. Mudros, 11 novembre 1918, ore 12 (per. ore 12,30 del 12).

Sarebbe opportuno chiedere d'urgenza a Jassy informazioni circa sorti del nostro stazionario Archimede che credo rimane a Galatz. Baden ripreso dal nostro Ammiraglio e serve utilmente come stazionario Ambasciata.

Vi sono nel Mar Nero molte navi Lloyd austriaco. Sarebbe opportuno istruzioni per loro eventuale sequestro da parte nostra squadra.

103

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, p. 245)

T. GAB. u. 2815. Roma, 11 novembre 1918, ore 12,45.

A telegramma n. 610 (1). Sono coni:ento buon avviamento questione navi austriache. Ieri sera in

una conversazione con Barvère al quale esposi stato di fatto e di diritto eglà sia puve a titolo personale riconobbe che avevamo ragione. Quanto a notizia di manifestazioni ostili di Thaon di Revel verso invio navi francesi Clemenceau

mi aveva già telegrafato dicendo di sapere che nostro ammiraglio avrebbe dichiarato di opporsi alla venuta navi francesi nell'alto Adriatico. Richiesto di ciò Thaon di Revel questi oppose una smentita in tanto più vera in quanto proprio 'in questo momento navi francesi arrivano in alto Adriatico. In tal senso telegrafai a Clemenceau e spero così che anche questo incidente non abbia seguito.

(l) Pubblicato al n. 88.

104

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2321/10. Cristiania, 11 novembre 1918, ore 14,05

(per. ore 21,45 del 13). Telegramma di V. E. Gab. n. 1621/6 (l) giuntomi ieri l'altro sera. Mi sono affrettato ieri mattina a fare verbalmente comunicazione analoga

a questo Ministro Affari Esteri che pur dicendomi di attenderla si azzardò ad accennare che forse sarebbe valsa la pena di prendere in qualche considerazione la proposta se ciò avesse potuto servire a fare cessare massacro. Ribatte·i: con garbo che un Governo civile non può trattare con una banda di assassini e di ladri anche se si arroga qualità di Governo e che promessa di non commettere altri delitti non libera criminali dalla condanna. Ministro si riserva di trasmettere nostra risposta in Russia insieme a quelle degli altri Governi officiati non ancora ricevute. Ho informato colleghi alleati circa mia comunicazione a questo Governo.

105

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. RR. 2818. Roma, 11 novembre 1918, ore 14,25 (per. il 12).

Clemenceau mi telegrafò di aver saputo da Londra che ammiraglio italiano avrebbe dichiarato che si sarebbe opposto ad invio navi francesi in alto Adriatico.

V. E. può facilmente immaginare quale impressione ctò abbia fatto su Clemenceau. Poichè il fatto .in quei termJi.ni non m-a vero potei rispondere con una smentita. Resta però vero che in una sua manifestazione ad un ammiraglio ingjlese, Thaon di Revel •commise effettivamente l'imprudenza di dire che avrebbe preferito presenza navi inglesi a quelle francesi. È enorme che di una tale comunicazione ·Confidenziale ed amichevole Ammiraglio inglese abbia dato notizia a Lloyd George e questi l'abbia fatta sapere alla Francia. Non è certamente il caso di mostrarsene informati; ma io ho voluto che V. E. conoscesse questa altra prova di poca amicizia verso di noi dataci dal signor Lloyd George. Ciò è conforme alla sua attitudine nettamente disamichevole tenuta durante recente riunione a Parigi cedendo alle evidenti pressioni di Northcliffe. Tale attitudine mi ha riempito di amarezza e di irr.itazione e sarebbe bene che V. E. lo facesse intendere senza, beninteso, far al!lusione al caso speciale di cui nel presente telegramma.

(l) Pubblicato al n. 58.

106

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2292/619. Parigi, 11 novembre 1918, ore 15,50 (per. ore 1,50 del 12).

A quanto mi ha detto oggi Benes accordo serbo-jugoslavo che nel mio telegramma n. 615 (l) riferivo come naufragato si .sarebbe rifatto all'ultima ora. Benes non dubita che Serbia sarà assovbita da Jugoslavia. Secondo notizie d'altra parte Pasic verrebbe fra breve sacrificato e Vesnich lascerebbe pure subito il posto.

Generale Boroevic avrebbe riconosciuto Governo jugoslavo e sarà nominato Comandante delle sue forze militari.

107

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1642. Roma, 11 novembre 1918, ore 20.

Telegramma di V. E. n. 608 (2). Colonnello House manifestò al Presidente del Consiglio desiderio Stati Uniti

d'America conferenza pace aves.se luogo ·a Ginevra. Orlando rispose dichiarandosi disposto ad accettare quella sede che fosse più gradita al Presidente Wilson e conveniva molto volentieri per Ginevra. House raccomandò il più assoluto segreto sulla cosa.

108

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1647. Roma, 11 novembre 1918, ore 20.

Questo Ambasciatore di F~ancia mi ha comunicato il desiderio dei polacchi di intervenire alle riunioni della conferenza di Versailles.

Ho risposto non avere alcuna obiezione a tale loro intervento alle sedute nelle quali si trattassero questioni che potessero interessare la Polonta.

109

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 252)

T. 614. Parigi, 11 novembre 1918, ore 20,45 (per. ore 3 del 12).

Telegramma di V. E. n. 2815 (3). Pichon mi di.sse stamane che Clemenceau ha replicato all'E. V. telegrafandoLe testo telegramma Revel a Wemyss che accetterebbe v•enuta nell'alto Adriatico di navi .ing'lesi a condizione che non

vengano nè francesi nè americane. Ammiraglio Grassi mi conferma che un telegramma pressapoco ·cosi ·redatto possibile; nuLla ne sarebbe venuto se inglesi non lo avessero ·comunicato ai francesi, ma così l'impressione perdura ed incidente non può dirsi esaurito.

(l) -Pubblicato al n. 79. (2) -Pubblicato al n. 55. (3) -Pubblicato al n. 103.
110

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2297/622. Parigi, 11 novembre 1918, ore 21 (per. ore 8,30 del 12).

Ebbi stamane una lunga conversazione con Benes che ha desiderato di vedermi dopo il suo ritorno dalla Svizzera. Egli mi disse che il nuovo Stato avrebbe forma repubblicana ·e che Masaryk ha già accettato la presidenza. Egl'l mi disse poi che aveva trovato Kramars e gli altri suoi concittadini provenienti da Austria in una disposizione a nostro riguardo meno favorevole di quella che egli avrebbe desiderata; chiusi da tempo nei confini dell'Impero lavorando seguitamente con i jugoslavi essi subiscono l'influenza di questi ultimi e per di più ignorano molte cose relativamente ai nostri diritti ed allo sforzo da noi fatto. Gli pareva di avere modificato sensibilmente le disposizioni di Masaryk, ma noi non dovremmo meravigliarci nè accusar lui Benes di avere mutato a nostro riguardo se queste disposizioni nei suoi connazionali lo costringeranno a molti riguardi verso i jugoslavi. Egli ci consigliava vivamente a intenderei con loro il più presto possibile. Evitai naturalmente di porre per mio conto la conversazione sulla questione territoriale, ma ho capito che egli pensa ad una transazione che non ci darebbe nè la Dalmazia, nè la costa orientale dell'Istria. Non lo seguii, come già dissi, su quell'insidioso terreno ma gli risposi che per noi e per gli Alleati il patto di Londra conserva tutto il suo valore e che quello che gli raccomandavo nell'interesse stesso di quella conciliazione che gli stava giustamente a cuore era il contribuire a calmare i jugoslavi che tanto si agitano qui. Gli rappresentai il nostro sforzo di quattro .anni e le giuste esigenze che ne derivano nella nostra opinione pubblica. Egli mi disse che se ne rendeva conto, che potevamo contare sempre sulla sua amicizia e del resto aveva già fatto molto per calmare i jugoslavi, e, aggiunse sorridendo, anche i loro amici inglesi Steed e compagni.

Per mio conto non posso che augurare che lavori preliminari per la preparazione delle condizioni di pace incomincino subito fra gli Alleati. Il lavoro intenso dei jugoslavi e loro amici, le disposizioni oscillanti dei nostri al'leatt ci preparano giorni non facili e difficoltà tanto maggiori quanto pù tardi avremo ad affrontarle.

111

IL MINISTRO SFORZA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2300/4. Mudros, 11 novembre 1918, ore 23,10 (per. ore 13,40 del 12).

Ammiraglio inglese ha annunciato che giunto Costantinopoli assumerà funzioni Alto Commissario per gli interessi britannici e che crede converrà avere

in quelle acque una sola nave. Ma se inglesi possono ciò fare senza nocumento ciò non sarebbe certamente per noi.

112

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2296/317. Washington, 11 novembre 1918 (per. ore 8 del 12).

Telegrammi di V. E. nn. 1612, 1615, 1618 (1).

Ho parlato lungamente con Phillips in argomento con ·risultato che ha con.. venuto che posizione presa da V. E. non poteva essere stata nè più ragionevole nè più legittima. Redigo al riguardo memorandum informativo per Ministero della Guerra e Dipartimento di Stato.

113

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2304/318. Washington, 11 novembre 1918 (per. ore 10,50 del 12).

Telegramma di V. E. n. 1621 (2).

Phillips mi ha dichiarato che il punto di vista americano collima con il punto di vista italiano essendo anche il Governo degli Stati Uniti assolutamente contrario ad entrare in qualsiasi trattativa con Governo bolscevico. Ha aggiunto che presenti avvenimenti potevano suggerire forse più innanzi qualche appello

o proclama da lanciare al popolo russo ma con intera prescindenza in ogni caso da Governo bolscevico.

114

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2677/824. Parigi, 11 novembre 1918 (per. il 12).

Telegrammi di V. E. nn. 17239 e 1345 (3).

Berthelot mi ha detto stamane che invio funzionari consolari in Turchia è messo .allo studio ma nulla è ancora stabilito. Così pure per invio commissari in Bulgaria al quale Clemenceau era dapprima contrario mentre ora vi pensa,

Non si farà nuJla senza inlformarci.

115

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2709/611. Stoccolma, 11 novembre 1918 (per. il 13).

Questo Conso'lato Svizzera mi comunica seguente telegramma Legazione sviz_ zera a Pietrogrado: « Commissario Cicerin invita Governo italiano e gli altri belligeranti a partecipare ad una conferenza in una località qualsiasi per discutere

{3) Non pubblicati.

mezzi per ristabilire stato di pace colla Russia. Abbiamo segnato ricevuta e promesso trasmettere senza pregiudicare riconoscimento stato di guerra fra Italia e Russia. Preghiera chiedere istruzioni al R. Governo».

(l) -Pubblicati ai nn. 37, 44 e 38. (2) -Pubblicato al n. 58.
116

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2769/101. Addis Abeba, 11 novembre 1918.

Gibuti, 15 novembre 1918 (per. it 16).

Governo etiopico ha oggi emanato decreto che vieta compra vendita schiavj sottoponendo gravi pene trasgressori: ma contemporaneamente ha emanato decreto che vieta compra vendita armi da fuoco.

Sarebbe ingenuo credere che nell'emanare decreto relativo tratta delle schiave Governo etiopico sia stato indotto da un qualsiasi spirito umanità e che con esso venga abolita schiavitù in Abissinia: la contemporaneità del decreto riguardante traffico armi dimostra chiaramente come il primo sia in diretta relazione col secondo e ·che Governo etiopico nella speranza di vedere tolto divieto importazione armi in Abissinia, decretato daJ.le tre Potenze, ha voluto, evidentemente consigliato francesi, eliminare le sole ragioni che in base atto generale della conferenza di Bruxelles possono a suo modo di vedere ed a giudizio della Legazione di Francia, giustificare tale divieto. Mi risulta di fatti che in seguito insistenti ed ancora recenti richieste armi fatte dal Governo Etiopico a questo Ministro di Francia ed al Governo di Gibuti, tanto l'uno che l'altro hanno consigliato e sollecitato Governo etiopico di eliminare tutte le ragioni ed i pretesti che il Governo italiano ed il Governo inglese possono ,invocare per mantenere divieto importazione armi e segnatamente quelle contemplate nell'atto generale della Conferenza di Bruxelles.

117

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2902/241. Arcangelo, 11 novembre 1918 (per. il 20).

Col mio telegramma n. 235 (l) informavo V.. E. di passi fatti a Stoccolma dal Governo dei Sovi:et per venire a patti cogli alleati. Passo in parola venne fatto presso Ministro di Francia da certo Dufour cittadino francese individuo alquanto sospetto direttore di fabbrica nel sud della Russia. Il Dufour .era incaricato da Giceii'in recarsi Parigi fare aperture a nome del Governo dei Soviet che offriva riconoscimento impegni finanziari assunti prima della guerra, non quelli posteriori «avendo popolo russo pagato col suo sangue». Governo inglese rifiutò visto passaporto del Dufour. Dopo questo tentativo Ckerin

avrebbe fatto pervenire ai Governi d'Italia, Francia, Inghilterra, America e Giappone domanda di armistizio. Soviet dei Soviets riunito testè a Mosca ha

Incaricato Comitato Esecutivo di entrare in negoziati coll'Intesa. Davanti questa insistenza capi missione alleati riuniti non conoscendo pensiero dei rispettivi Governi avrebbero deciso telegrafare esponendo nostro modo di vedere: Potenze dell'Intesa non hanno mai riconosciuto massimalisti impadronitisi e rimasti potere colla violenza e col terrore senza potere assorbire alcun elemento sano del1a popolazione. Tutto ha distrutto e nulla creato. Anche oggi suo solo sostegno sono i mercenari lettoni, cinesi e russi dei bassifondi della Russia. Mentre questo Governo si sforza di stabilire all'interno dittatura del proletariato colla distruzione delle altre classi, all'estero cerca provocare caduta regimi esistenti. Pro,poste di accomodamento armistizio e pace debbono essere interpretate come mezzi per raggiungere tale fine. Con un Governo che si appoggi su tali basi non appare possibile entrare in negoziati qualsiasi. Si può inoltre affermare che qualsiasi impegno assunto dal Governo dei soviet non sarebbe mantenuto per mancanza di autorità effettiva. Le concessioni che potrebbe poi fare restereb~ bero teoriche a causa dell'anarchia completa del Paese. Per queste ragioni capi missione siamo stati unanimi nel ritenere che il lasciarsi tentare ad entrare in negoziati coi: massimalisti oltre contrario alle direttive seguite fino ad ora sarebbe inutile, dannoso e pericoloso. Allo stesso tempo abbiamo riconosciuta opportunità che rispettivi Governi facciano pubbliche dichiarazioni: sui loro intendimenti anche per calmare opinione pubblica russa che comincia agitarsi fortemente nel timore che truppe alleate colla pace generale lasceranno la regione del nord. Que~ta dichiarazione appare particolarmente desiderabile da parte Governo Stati Uniti che non ha sino ad oggi ben determinato suo pensiero circa massimalisti e questi contano sul suo appoggio e sulle sue riserve. Questo Incaricato d'affari americano ha telegrafato appunto al suo Governo attirando attenzione sulla opportunità di una pubblica apposita dichiarazione. Dichiarazione su intendimenti dei Governi alleati anche opportuna nei riguardi delle truppe alleate aui presso le quali comincia diffondersi idea che firmato armistizio colla Germania esse non hanno più nessuno da combattere in Russia visto che anche massimalisti domandano armistizio e pace.

(l) Non pubblicato.

118

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, A WASIDNGTON, MACCHI DI CELLERE, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA

T. 1366. Roma, 12 novembre 1918, ore l.

Questo Ambasciatore di Francia mi ha informato che il signor Gulkievic ministro di Russia a Stoccolma reputa che in questo momento sarebbe assai opportuno navi da ,guerra dell'intesa si recassero a Pietrogrado. Ho risposto che concordavo pensando che la presenza di navi deLl'intesa potrebbe avere molto benefico effetto in tutta la Russia tanto più in presenza del dilagare del massi;nalismo in Germania (1).

(l) La proposta non ebbe seguito per l'atteggiamento negativo della Gran Bretagna. Imperiali comunicò infatti U 14 novembre (t. 1558) a Sonnino che Balfour riteneva c di non facile esecuzione • l'idea dell'invio di navi a Pietrogrado durante l'inverno, perchè avrebbero corso il rischio di rimanere bloccate dai ghiacci.

119

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. RR. P. 834. Roma, 12 novembre 1918 (1).

Mi pregio riferire all'E. V. che il Rappresentante Navale italiano a Cattaro capitano di vascello Villarey ha informato che i'l giorno 10 l'Ammiraglio francese presente a Cattaro era pronto sanzionare per iscritto il riconoscimento del possesso delle navi già austro-ungariche alla Marina jugoslava; soltanto per l'attitudine assunta dal comandante Villarey ed a.nche per il parere espl"esso dal Capo di Stato Maggiore dell'Ammiraglio franc.ese, questi si è finora trattenuto dal fare tale riconoscimento. Villarey prosegue rilevando la necessità che i Governi Alleati premano energicamente sul Consiglio Nazionale Jugoslavo, affinchè questi ordini subito all'ammiraglio Cattinelli (chie ha preso il comando tdelle navi già austroungariche presenti a Cattaro) di eseguire le clausole dell'Armistizio. Ho telegrafato a Villarey oggi 12 ore 9 quanto segue: « Le navi già austro-ungariche ed ora con distintivo jugoslavo che non debbono essere consegnate agli Alleati, dovranno -in conformità di quanto è stabilito dall'articolo 3 del protocollo che determina i particolari di esecuzione delle clausole di armistizio -essere concentrate a Spalato od a Buccari ed essere disarmate ». A mio parere l'attitudine assunta dall'ammiraglio francese che si trova a Cattaro non è conforme alle condizioni stabilite dal1'armistizi:o. Qualora le navi già austro-ungariche presenti a Cattaro non possano raggiungere Spalato o Buccari per mancanza di equipaggi -come pare realmente sia -si potrebbe temporaneamente armarle con personale interalleato affinchè effettuino la traversata e quindi disarmarle definitivamente nelle sedi stabilite daLl'armistizio. Ritengo sia interesse dell'Italia che le navi già austro-ungariche siano radunate a Spalato e Buccari e che non ne restino a Cattaro; dappoichè quest'ultima località per la sua posizione geografica rimane meno soggetta alla nostra influenza militare e politica. L'ammiraglio Grassi telegrafa da Parigi data 11 quanto segue: «Oggi definiti particolari armistizio Germania. Deciso in massima ·Clausole navali trattate da Comandante in Capo flotta britannica e che le navi arrese siano concentrate a Scapa Flow (Isole Orkney) rimanendo ivi sorvegliate da navi alleate tra le quali deve figurare anche una nave italiana. Le navi alleate daranno i rarppresentanti alleati per le diverse questioni da risolvere sotto la presidenza di Comandante in Capo predetto». Scapa Flow è la grande base navale dove il grosso della flotta britannica si è tenuto in potenza per tutta la durata della guerra. L'Inghilterra ha adunque

ottenuto per decisione interaUeata che le navi germaniche arrese si concentrino in un suo gran porto militare; e ciò giustifica -se pure ve ne fosse bisogno

la ·clausola di armistizio stipulato fra i Comandi Supremi italiano ed austroungarico, giusta la quale le navi arrese della flotta austro-ungarica devono essere concentrate a Venezia. Ritengo che così si potrà vièmmeglio sostenere presso gli alleati questo giusto punto di vista, qualora eventualmente taluno muovesse delle obbiezioni.

Mi pregio informare l'E. V. che si recherà a Scapa Flow la R. Nave S. Marco la quale però non potrà giungervi all'incirca prima di due settimane.

(l) Si deve ritenere che la lettera venne spedita nella mattinata.

120

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2309/623. Parigi, 12 novembre 1918, ore 15,30 (per. ore 5,45 del13).

Frazier ha detto a persona di fiducia che egli ha veduto i telegrammi scambiati in questi giorni tra Governi francese e inglese e loro rappresentanti in Italia sulle questioni della flotta austriaca, telegrammi che vengono comunicati al colonnello House. Tali telegrammi Frazier ha desunto che esiste nel Governo

francese una viva irritazione a nostro riguardo che egli giudica assai nociva al buon inizio dei negoziati per la pace.

121

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1371. Roma, 12 novembre 1918, ore 16.

Governo britannico avendo annunziato nomina vice ammiraglio Caltorpe AUo Commissario britannico Costantinopoli allo scopo mantenere ·contatto con Governo ottomano durante periodo transitorio previa conclusione pace, R. Go

verno ha conferito identico titolo funzioni Ministro Sforza che si trova già Mudros.

122

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1373. Roma, 12 novembre 1918, ore 16.

Questo Ambasciatore di Francia mi ha comunicato che Franchet d'Esperey ha riferito che truppe serbe sono entrate in Scutari nell'inseguimento degli austriaci che avevano sbaragliato in seguito ad aspro combattimento, ma che

generale Franchet ha dato loro ordine di ritirarsi da Scutari per ricongiungersi al grosso dell'esercito serbo verso Oriente (1).

(l) Cfr. n. 77 e nota 2

123

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A W ASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 17486. Roma, 12 novembre 1918, ore 16.

Capo di Stato Maggiore Marina riferisce quanto segue: (L. rr. p. 834 del 12 novembre fino alle parole «nelle sedi stabilite dall'armistizio») (1). Ho risposto a Revel quanto segue: «Navi austro-ungariche in conformità ·clausole armistizio ed anche deliberazioni Primi Ministri del due novembre debbono essere rimesse Governi Alleati e Stati Uniti che ne disporranno. Telegrafo R. Ambasciatore Parigi Londra Washington perchè facciano giun

gere jugoslavi consiglio eseguire tali clausole. Prego V. E. agire in conformità di quanto precede e telegrafarmi ».

124

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB 1658. Roma, 12 novembre 1918, ore 22.

Mi riferisco alla lettera diretta a De Filippi in data 28 ottobre scorso dal segretario del Comitato di propaganda, cui si trova annesso un memorandum sulle condizioni di pace sanzionate dal Governo britannico. La formula del n. 4, relativa alle rivendicazioni italiane non può essere da noi considerata soddisfacente. In un primo luogo non vi si fa menzione del trattato di Londra, dal quale la Gran Bretagna insieme ·Con la Francia sono legate per una sistemazione territoriale ben determinata che esclude la locuzione va.ga usata nel documento di cui si tratta. Non pare quindi ammissibile alcuna forma di propaganda che non abbia per base stipulazione di quel trattato. In secondo luogo H documento non fa alcuna menzione delle considerazioni attinenti alle nostre necessità strategiche sia nell'Adriatico che nel Trentino le quali costituiscono per l'Ital:ia una ·condizione de1la sua sicurezza e della sua indipendenza. D'altra parte essendo oramai conclusi gli armistizi coi nemici non vedo l'utilità del Comitato interalleato per la propaganda di cui si progetta l'istituzione. Voglia dare istruzioni in questo senso a De Filippi mentre ·comunico a Gallenga il testo del presente telegramma.

La prego anche di esprimersi nel senso medesimo con codesto Ministro degli Affari Esteri.

(l) Pubblicata al n. 119.

125

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2306/625. Parigi, 12 novembre 1918, ore 22;30 (per. ore 7 del 13).

Telegramma di V. E. n. 1627 (1).

Ho avuto stasera una conversazione con House al quale ho esposto come nessun ostacolo sia stato opposto da nessuna autorità italiana alla partenza delle navi austriache per Corfù; gli ho esposto con la scorta di tutti gli argomenti in mio possesso <come quelle navi che non partirono non vollero non poterono partire di modo che nessuna responsabilità ne viene a noi attribuita. House mi rispose nel modo più amichevole che l'incidente non lo turbava affatto, ma aveva molto turbato i nostri alleati. Non precisò se gli inglesi o i francesi ma mi sembrò che egli intendesse sopratutto i secondi. Soggiunse che egli aveva piena fede in noi, non dubitava che la cosa sarebbe subito interamente chiarita nel miglior modo per noi. Gli dissi allora che sarebbe bene che egli facesse dividere dagli alleati il suo modo di vedere calmo e sereno ed egli mi disse che lo avvebbe fatto e mi chiese una breve nota confidenziale riassumente la questione. House disse confidenzialmente che Wilson verrà in Europa a mezzo dicembre; aggiunse che poteva promettermi che il Presidente verrebbe in Italia: egli lo accompagnerebbe.

126

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2303/628. Parigi, 12 novembre 1918, ore 22,30 (per. ore 8 del 13).

Telegramma di V. E. n. 1642 (2). Da quanto raccolgo qui Governo francese tiene assai a che ·conferenza della pace si tenga a Versailles. Prego comunicare presente a S. E. Orlando.

127

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2317/319. Washington, 12 novembre 1918 (per. ore 21 del 13).

Telegramma di V. E. n.... [manca].

Per solennizzare con la gloriosa vittoria italiana genetliaco di S. M. Re VittQrio Emanuele III avevo indetto per ieri sera ricevimento alla R. Ambasciata. Wilson con atto spontaneo e rompendo la tradizione per cui il Presidente deUa Repubblica si era astenuto sempre dall'intervenire presso Rappresentanti esteri, mi fece annunziare nel pomeriggio che avrebbe assistito al ricevimento desiderando associarsi alla manifestazione per l'Augusto Sovrano e festeggiare in

pari tempo alla Ambasciata Italia la cessazione delle ostilità. Mi chiese infatti ieri notte di far pervenire all'Augusto Sovrano i voti suoi Più fervidi e le sue calde felicitazioni pur avendo telegrafato direttamente a S. M. Tutto ciò m1 comunicò con accenti e parole che non avrebbero potuto essere più deferenti e cordiali. Il PI"esidente della Repubblica e la signora Wilson si trattennero a lungo al ricevimento con affabile famigliarità a-ccentuando in tal modo il significato della loro presenza. Mentre prego V. E. di far giungere a S. M. il messaggio del Presidente, mi è grato rilevare nella spontanea ed eccezionalissima manifestazione di W.ilson all'indirizzo dell'Augusto Sovrano e della Nazione italiana uno specialt' omaggio cui le circostanze presenti danno insolito rilievo. Al ricevimento con membri del Gabinetto di Washington e del Congresso intervenne una larga rappresentanza del mondo ufficiale e sociale.

(l) -Pubblicato al n. 69. (2) -Pubblicato al n. 107.
128

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2703/101. Berna, 12 novembre 1918 (per. il 13).

Mi riferisco telegramma Gab. n. 97 per posta dell'8 corrente (1). In seguito colloquio avuto oggi col prof. Herron questi mi ha fatto presente il suo rammarico per l'atteggiamento ostile all'Italia assunto dai rappresentanti dei serbi jugoslavi riunitisi alcuni giorni fa a Ginevra. Signor Herron non avrebbe stima per alcune delle persone intervenute alla nota conferenza di Ginevra. Egli "in un primo momento sarebbe riuscito a convincerne alcuni a non fare proteste contro l'Italia. Ma poi sarebbe prevalso l'avviso contrario. Il professore americano avrebbe telegrafato al Presidente degli Stati Uniti

ed a Balfour mettendoli al corrente incresciosa situazione consigliando prendere misure per limitare vaste trame degli jugoslavi

129

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2334/26. Parigi, 12 novembre 1918 (per. il 17).

Re Nicola, adirato ·coll'Italia e colla Francia perchè ambedue lo sconsigliarono dal recarsi attualmente al Montenegro, continua a vedere, contro la volontà dgli stessi suoi ministri, certi individui slavi che gli danno i consigli più svariati e più contraddittori sicchè il vecchio sovrano, perplesso e non sapendo che partito prendere, si trova in uno stato di grande agitazione. Purtroppo quegli individui, che hanno una notevole influenza sopra il Re, sono tutti ostili all'Italia. Quello che è certo è che Re Nicola cerca di mettersi bene coi jugoslavi (non però coi serbi ·contro i quali il suo risentimento aumenta tutti i giorni) ed è, evidentemente, per rendersi a loro ben visto che egli si

astenne di telegrafare a S. M. il Re per felicitarlo della nostra vittoria e per il conchiuso armistizio, i termini del quale non sono di soddisfazione degli

5 - Doc!t•nt'nri diplomatici • Serie VI • Vol. I.

jugoslavi. Del resto, già colla di lui lettera al Presidente del Consiglio del luglio scorso e col suo ultimo proclama agli jugoslavi deill'ottobre egli aveva iniziato questo suo ravvicinamento a una parte degli jugoslavi e ciò sotto all'influenza del croato Milicevitch, il qual,e, fortunatamente, ha dovuto ora ail.. lontanarsi per irregolarità della sua vita privata. È da sperare che, mal consigliato come lo è, il Re non si lasci andare ad un'azione troppo in favore degli jugoslavi e non amichevole verso di noi. Per sfatare le notizie tendenziose messe in giro dalla stampa francese al riguardo dell'occupazione del Montenegro da parte dei serbi e dei comitagis e dell'attitudine dei dalmati a nostro riguardo, sarebbe opportuno fornire al Re, soddisfacendo così al desiderio da lui espresso e da me due volte telegrafato, notizie precise sulla liberazione del Montenegro.

(l) Pubblicato al n. 64.

130

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. 2742/7481. Roma, 12 novembre 1918.

Armistizio con la Turchia e con l'Austria-Ungheria. Come resulta dal telegramma di V. E. da Parigi del 3 corrente, n. 14, nelle condizioni dell'armistizio con la Turchia, come ebbi già a notare, non figurano tutte le clausole che_ furono suggerite da questo Ministero nella mia lettera del 3 ottobre scorso, n. 646{), nel mio telegramma del 4 ottobre u. s .. n. 192, al Presidente del Consiglio a Parigi, nella mia lettera alla E. V. del 22 ottobre scorso, n. 6891, e nel promemoria « sulle condizioni per la Libia nell'armistizio con la Turchia '> compilato dal delegato di questo Ministero in seno alla comm1ssione interministeriale riunitasi alla Consulta il 27 ottobre scorso. Nelle condizioni di armistizio con la Turchia si trovano per la Libia solamente le due clausole degli articoli 17 e 18 che praticamente potrebbero anche avere effetto negativo. Finora nessun ufficiale turco si è presentato alle nostre linee in Tripolitania. E pertanto, non essendo state comprese le clausole relative: a) alla resa e consegna di tutti i tedeschi ed austriaci militari dell'esercito e della marina e civili di qualsiasi categoria (l'art. 19 si riferisce a tedeschi ed austriaci appartenenti alla marina da guerra e ai civili trovantisi in territorio turco); b) alla consegna di materiale bellico, ecc.; c) alla denuncia delle posizioni di camDi di mine, ecc., ho creduto, come le telegrafai a Parigi, che esse dovessero essere comprese nelle condizioni di armistizio con l'Austria-Ungheria e con la Germania, tanto più che, a prescindere da quanto io avevo suggerito per l'armistizio con la Turchia, il delegato militare del Comando Supremo e i delegati del Ministero della Marina nella commissione interministeriale succitata avevano dichiarato che quanto riguardava ufficjali e materiale guerresco di terra e di mare austro-ungarici e germanici in Libia era contemplato nelle clausole di armistizio con l'Austria-Ungheria e quindi analogamente sarebbe stato contemplato in quelle con la Germania.

Leggendo ora il testo pubblicato dalla Stefani delle clausole per l'armistizio con l'Austria-Ungheria, non trovo nessuna espressa clausola per la resa e la

consegna degli ufficiali e del materiale bellico austriaci e germanici in Libia, a meno che non trovisi in protocolli aggiunti che questo Ministero non conosce. Non so ma non credo che possano applicarsi alla Lib[a le clausole militari

dell'art. l per gli ufficiali, e dell'art. 5 per gli ufficiali germanici.

L'art. l parla del ritiro immediato di tutte le unità che operano sulla fronte dal mare del Nord alla Svizzera, e l'art. 5 parla di sgombro completo di tutte le truppe germaniche dal fronte d'Italia.

Si potrebbe, forse, sostenere che lo spirito delle disposizioni comprende anche il territorio italiano della Libia, considerato come uno dei fronti della nostra guerra.

Ad ogni modo, prego la E. V. di volermi cortesemente favorire chiarimenti e, se V. E. lo crede ancora utile, chiedere direttamente a Londra, quanto V. E. suggeriva con suo telegramma da Parigi del 3 corrente n. 14.

Prendendo occasione poi delle ultime parole del detto telegramma che cioè nulla preclude determinare ulteriori condizioni in negoziati di pace, credo necessario, se si vuole ottenere la pacificazione della Tripolitania specialmente con l'allontanamento dalla Libia degli agitatori della Turchia, che le clausole già concretate da Questo Ministero e contenute nel foglio, che per comodità di consultazione si unisce, siano integralmente adottate nei negoziati di pace sia con la Turchia, sia per la parte che le riguarda, in quelli con l'Austria-Ungheria e con la Germania.

Per quanto, infine, concerne la questione politica, io confermo quanto ebbi a scrivere alla E. V. nelle mie lettere del 21 maggio e 18 ottobre n. 3169 e 6757, sulla necessità che non sorgano più equivoci nella situazione della Libia nei riguardi del cosiddetto Sultano-Califfo, e che quindi i diritti e le prerogative riservati al Sultano dal Trattato di Losanna siano riconosciuti all'Italia, c1ò che significa anche che il Trattato di Losanna e i suoi annessi che ne formano parte integrante «per quanto riguarda la Libia » debbono proclamarsi abrogati con l'impegno formale da parte della Turchia di non inviare nè di permettere di inviare in Tripolitania e Cirenaica armi, munizioni, soldati e ufficiali e di non avere più rapporti con i ribelli e con le associazioni musulmane della Libia.

Ciò verrà a mettere nettamente la situazione della Libia di fronte alle Potenze sebbene pur troppo non è da sperare che cessino da parte della Turchia equivoci e intrighi, poichè, come resulta dalla lettera di V. E. del 15 maggio

u. s. n. 146, il Governo ottomano anche il 14 aprile 1918 dichiarava che « gouvernement impérial a toujours conservé ses droits de souveraineté sur le Vilayet de Tripoli et sur le Iiva de Benghasi; le traité de Lausanne a seulement prévu l'octroi par firman impérial d'une pleine et entière autonomie».

L'osservanza di tutte le clausole per la Libia da parte della Turchia deve secondo il mio fermo convincimento essere formalmente guarentita Ja un pegno tangibile temporaneo territoriale o altro come sarebbe per esempio, quello di esercizio di dogane, ecc. Se ciò non si stipulasse noi continueremmo ad avere in Libia gli Enver, i Nury, i Talaat, gli El Baruni, ecc., come è avvenuto finora e prima e dopo la seconda guerra italo-turca.

Naturalmente, io debbo affidarmi all'alta competenza della E. V. per la determinazione delle formule diplomatiche più opportune nei riguardi internazionali.

ALLEGATO

ARMISTIZIO CON LA TURCHIA. CONDIZIONI PER LA LIBIA CONCRETATE DAL DELEGATO DEL MINISTERO DELLE COLONIE IN SENO ALLA COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ALLA CONSULTA DEL 27 OTTOBRE 1918.

l. Resa e consegna dei personaggi ed emissari turchi di qualsiasi genere (Principe Fuad, senatore El Baruni, ex deputato Jusuf Scetuan, ecc.).

2. -Resa e consegna di tutti i militari turchi di qualsiasi grado e di truppe comunque organizzate militarmente dalla Turchia. 3. -Resa e consegna di tutti i tedeschi ed austriaci militari dell'esercito e della marina e civili di qualsiasi categona. 4. -Liberazione dei nostri militari e civili catturati dai ribelli o comunque detenuti dai turchi, e dei militari e civili di Potenze alleate, e obbligo di consegna in qualsiasi caso. 5. -Consegna di materiale bellico o comunque utilizzabile per la guerra anche nei suoi componimenti, compreso il materiale radiotelegrafico. 6. -La resa e consegna di cui ai numeri precedenti sarà fatta ai posti militari italiani, e nei tempi che saranno stabiliti. 7. -Resa di tutti i porti occupati in Libia compreso Misurata, con modalità da stabilire. 8. -Denuncia delle posizioni di campi di mine, ecc., nelle acque territoriali della Libia e di mine terrestri attorno ai nostri presidi. 9. -Obbligo di cessare qualunque relazione coi ribelli e con le associazioni musulmane della Libia. 10. -Le guarentigie territoriali stabilite per l'osservanza delle condizioni generali dell'armistizio della Turchia s'intendono ipso iure estese alla Libia per la osservanza delle condizioni su enunciate.
131

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2323-bis/441. Londra, 13 novembre 1918, ore 10.

Telegramma V. E. n. 1621 (1). Balfour mi ha detto oggi che nelle circostanze attuali egli non può che condividere parere di V. E. in senso contrario alle trattative con bolscevichi.

132

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.2337/242. Arcangelo, 13 novembre 1918, ore 13,25 (per. ore 0,45 del 17).

L'ambasciatore di Francia informato che le truppe nella Russia settentrionale sono persuase che colla firma dell'armistizio la guerra è finita su tutti i fronti, pensa che difficilmente esse potranno ancora continuare per lungo tempo le operazioni militari qui in corso. Ha telegrafato perciò al suo Governo suggerendo che i battaglioni sbarcati vengano sostituiti con altri di volontari. Non

disponendo nè di un addetto militare nè di altri ufficiali presso il Comando per tenermi al corrente della situazione, ignoro quale sia al momento lo spirito delle nostre truppe in seguito alla nuova situazione. Supponendo però che presso il nostro contingente possa anche nutrirsi lo stesso pensiero, credo mio dovere segnalare alla E. V. fin d'ora quanto precede.

(l) Pubblicato al n. 58.

133

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, pp. 260-261)

T. GAB. U. 2834. Roma, 13 novembre 1918, ore 13,45.

A telegramma n. 617 (1). Grazie del passo fatto verso House. Sarà bene trovare modo di comunicargli il seguito della questione.

Clemenceau mi telegrafò dicendo di ritenere che flotta austriaca dovesse ritenersi tutta a disposizione degli alleati e che dovevasi risolvere la questione se guardare a vista le navi nei varii porti o concentrarle tutte a Corfù. Aggiungeva che trattandosi di questioni tecniche era bene affidare tale esame ad una riunione di quattro ammiragli, italiano, francese, inglese e americano. Concludeva affermando di essere 'in ciò d'accordo con Lloyd George e colonnello House. Risposi çhe ritenevo tale proposta come una maniera di applicare l'armistizio allargandolo, essendo noto che l'armistizio si riferiva a metà delle navi. Ho dato quindi nuovamente prova di spirito conciliante per uscire da questa incresciosa questione. Ho però dato istruzioni al mio ammiraglio nel senso che sia preferibile che le navi austriache siano dislocate in vari'i porti, non vedendo più l'utilità della loro concentrazione, mentre di ciò è evidente il danno, data la larghissima 'infezione bolscevica tra equipaggi. Lo stesso sedicente comandante della flotta ha infatti sollecitato l'intervento delle nostre autorità per reprimere la grave indisciplinatezza dei suoi marinai. Sarebbe desiderabile che colonnello House desse ·istruzioni all'ammiraglio americano di sostenere il nostro punto di vista.

Sempre a questo proposito richiamo ancora la tua attenzione su incidente dell'infelicissimo telegramma di Thaon de Revel; Barrère me ne diede ieri comunicazione ed io deplorai vivamente quella manifestazione come inopportuna in se stessa e come contraria ai sentimenti e al pensiero del Governo. Aggiunsi che questa mia disapprovazione avrei comunicato ad ammiraglio Thaon de Rev_el.

Barrère apprezzò le mie dichiarazioni dando prova di molto tatto e cavalleria. Sarà bene che anche di questo tu informi il colonnello House e potresti anche con le opportune forme, mettere in rilievo che se l'atto di Thaon de Revel è certamente deplorevole, ancora più deplorevole è l'atto del Governo inglese per la indiscrezione commessa. Questa comunicazione è in tanto più importante ed urgente di fare in quanto il telegramma di Thaon de Revel comprendeva in una medesima espressione antipatica tanto i francesi quanto gli americani.

(l) Non pubblicato, riproducendo integralmente il testo. del telegramma diretto da Bonin Longare a Sonnino in data 12 novembre (gab. 2306/625), pubblicato al n. 125.

134

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, p. 262)

T. GAB. u. 2836. Roma, 13 novembre 1918, ore 14,50.

È venuto presso di me il signor dottor Gino Antoni come delegato della città di Fiume e mi ha trasmesso la seguente comunicazione che desidera sia fatta nota ai nostri Governi alleati e associati. Poichè è fuori di dubbio la perfetta italianità di Fiume, sebbene non compresa nel patto di Londra, io stimo di potere dover dar luogo alla comunicazione stessa che suona come appresso:

«Non appena libera dal Governo ungarico la città di Fiume col suo territorio costituente da secoli e su basi statutarie un «corpus separatum » della Corona di Santo Stefano, a mezzo della sua legittima rappresentanza -municipio e consiglio nazionale -ha proclamato la propria autonomia ed indipendenza.

E sotto l'egida dei principi che debbono informare il futuro assestamento dei popoli, giusta il testo del programma del Presidente degli Stati Uniti d'America, per cui ogni singolo popolo è libero di disporre dei propri destini, ha deliberato la sua unione alla Madre Patria, l'Italia.

In pari tempo domanda al Governo italiano la protezione necessaria in questo periodo di transizione, per la più efficace salvaguardia delle sue costituzioni e del suo diritto nazionale».

Uguale comunicazione viene fatta agli Ambasciatori di Londra e Washington. Sarà bene tuttavia che V. E. in via personale faccia pervenire copia dell'atto al colonnello House costà.

135

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (l)

T. uu. P. R. 2835. Roma, 13 novembre 1918, ore 16 (per. il 14 mattina).

In continuazione mio telegramma n. 2818 (2). Barrère mi ha addirittura comunicato copia dell'infelice telegramma che Revel diresse all'Ammiragliato inglese, mettendomi neUa necessità di deplorare e sconfessare. Resta tuttavia enorme il fatto di una indiscrezione commessa con finalità così poco amichevoli. Sembra che comunicazione a Clemenceau sia stata fatta proprio da Lloyd George. Sarebbe inopportuno che V. E. ne facesse argomento di una formale protesta; ma credo che potrà alludere al fatto in qualche conversazione personale, mettendone in rilievo tutto il carattere antipatico. A titolo confidenziale comunico poi che ebbi ieri l'altro una lunga conversazione con Rodd. In essa dichiarando che parlavo soltanto a titolo personale ed amichevole, ho fatto uno sfogo amarissimo verso l'attitudine del Governo inglese in relazione alla questione jugoslava. Rodd non nascose il suo imba~azzo non potendo né contrastare i fatti né giustificarli. Ho ragione di credere che Rodd diriga in proposito una nota a Balfour.

confrontato anche con la minuta in partenza conservata in AO.

(l) -Il testo del telegramma, conservato nell'archivio dell'ambasciata a Londra. è stato (2) -Pubblicato al n. 105.
136

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2318-bis/620. Parigi, 13 novembre 1918, ore 19,50 (per. Modane ore 21,30 del 13).

Pichon mi ha detto lord Derby ha presentato stasera una nota con la quale Governo inglese propone che si proceda al riconoscimento del Governo jugoslavo. Pichon ha risposto che è stato deciso fra gli Alleati di non procedere a quel riconoscimento se non dopo eseguite le clausole dell'armistizio. Che del resto impossibile riconoscere il nuovo Stato jugoslavo, prima che sia intervenuto accordo fra jugoslavi e serbi e Pachitch gli aveva dichiarato oggi stesso che quell'accordo non era ancora interamente raggiunto e che anzi egli partirebbe per Corfù allo scopo di risolvere le ultime difficoltà.

137

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 2325-bis/9880. Roma, 13 novembre 1918, ore 20 (per. Parigi ore 14 del 14).

Con riferimento mia lettera del 12 corrente n. 2742 (l) comunico seguente telegramma d'urgenza a Tripoli dell'll corrente n. 2792:

c Informatori della Si.rtica recano che notizia armistizio è giunta colà e che clausole imposte sono state variamente commentate. Si sarebbe diffusa opinione che è lasciata facoltà agli ufficiali turchi di rimanere in Libia passando alla dipendenza di Ahmed ex sceriffo il cui ritorno è atteso con un'imbarcazione armata). Un altro telegramma del 10 corrente da Tripoli n. 423 reca recente arrivo in Tripolitania di un personaggio turco che da vari indizi sembra senz'altro identificarsi per Enver Pascià. È certo però lo sbarco di un ufficiale superiore che tenta organizzare civilmente militarmente ed ha offerto il Comando militare del Gebe.I al generale Isaagh Pascià. Come primo segno dell'arrivo di Enver ricevo ora da Tripoli notizia di violenti attacchi con morti e feriti a Sidi Bilal che è una delle difese di Tripoli. Governatore vede in ciò l'inizio di una ripresa delle ostilità in Tripolitania. Ad aggravare la situazione e renderla più delicata mi giunge dalla Consulta seguente telegramma: « Alto Commissario desidera sapere se condizione armistizio con Turchia riferentesi alla immediata liberazione dei prigionieri di guerra sia stata messa in esecuzione in Tripolitania e in caso affermativo avere notizia dei due ufficiali inglesi prigionieri di guerra a Misurata ».

Governo ottomano ha violato le clausole dell'armistizio con l'arrivo di ufficiali superiori turchi in Tripolitania. E credo sia giunto il momento di rl

chiamare l'attenz1one degli alleati specie ddll'Inghilterr.a sulle clausole per costringere la Turchia a fare onore ai suoi impegni dando ordine ai suoi ufficiali e al nuovo venuto che si arrendano ai posti itaJ.iani. Emani il Sultano un firmano in questo senso e noi lo faremo pervenire nell'interno. Credo che l'unico mezzo di riuscita sia un pegno territoriale importante e l'effi.cace appoggio nostri alleati facendo presente che sarebbe inconcepibile che per opera della vinta Turchia continui la guerra 'in Libia dopo la conclusione della pace. È argomento gravissimo che raccomando al tuo alto patriottismo.

(l) Pubblicata al n. 130.

138

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 2320-bis/439. Londra, 13 novembre 1918, ore 21 (per. ore 13 del 14).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1647 (1). Graham mi ha detto che questo Governo condivide parere di V. E. circa ammissione polacchi conferenza Versailles.

139

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2315/146. Zona di Guerra, 13 novembre 1918, ore 23,30 (per. ore 1,40 del 14).

Mi perviene da Cattaro seguente telegramma non potuto decifrare completamente e che si trasmette con riserva comunicare testo esatto non appena giunto:

« Villarey telegrafa che ..... [manca] a Cattaro due soli: effettivamente ..... [manca] non opportuna presenza colà 100.000 uomini ..... [manca] tuttora armati. Ammiraglio francese ritiene affidare tutela ordine pubblico truppe serbe. Vihlarey è contrario avviso ed io condivido, ordinato Villarey soprassedere sbarco in attesa disposizioni. Ministero informato. Firmato Cusani ».

Da parte mia comunico avere intanto insistito per lo sbarco dei nostri battaglioni alle bocche di Cattaro.

140

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2318/104. Berna, 13 novembre 1918 (per. il 13).

Mi riferisco al mio telegramma di ieri n. 101 (2).

Rosse Presidente del Consiglio nazionaJ.e di Zagabria ha interessato questa

Legazione a far pervenire al R. Governo una protesta di cui trasmetto a V. E.

testo per telegramma posta. La protesta premette che Conferenza di Versailles

ha stabilito occupazione zona alla frontiera occidentale da parte truppe alleate e degli Stati Uniti quando non si sapeva che nei territori interessati si era costituito un potere nazionale serbo croato sloveno. Prosegue constatando che occupazione è fatta soltanto da truppe italiane. Inquietudine prodotta da queste circostanze è aggravata dal fatto che la nomina di un Governatore civile o di autorità locali lasciano prevedere mire di annessione.

Tali procedimenti originano malcontento nel popolo serbo croato sloveno che si vede trattato piuttosto come nemico vinto che come alleato. Esso si appella alle solenni promesse degli Alleati sulla libertà e la libera disposizione dei popoli. Consiglio nazionale di Zagabria nell'attirare l'attenzione degli Alleati sui pericoli della situazione eleva una energica protesta contro una simile lesione dei diritti riconosciuti e domanda che nel più· breve tempo possibile siano prese misure atte a scongiurare conseguenze che potrebbero derivarne declinando ogni responsabilità per tali eventualità.

(l) -Pubblicato al n. 108. (2) -Pubblicato al n. 128.
141

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2319/321. Washington, 13 novembre 1918 (per. ore 5 del 15).

Ho parlato lungamente oggi con Lansing intorno all'incidente delle navi jugoslave a Pola, telegramma di Gabinetto n. 1627 (l) e seguenti. Avevo redatto in proposito memorandum esteso che dopo avergli esposto verbalmente gli ho rimesso. Lans'ing che mostrava di non essere informato dell'accaduto, mi ha seguito attentamente interrompendomi più volte per afferrare esattamente le circostanze. In ultimo trovando evidentemente legittimo e corretto il nostro procedere contro il quale non ha fatto osservazioni di sorta ha riassunto la sua impressione dichiarando che non si comprende perchè si dovrebbe sollevare questione circa Potenza alleata che detiene le unità navali già austriache dal momento che il possesso ne è preso in nome degli alleati. Mi sono limitato a rispondere che infatti non si comprendeva a meno di volerlo comprendere troppo. Il fatto che Lansing non abbia rilevato queste mie parole dimostra che il troppo era sufficientemente compreso e vagliato anche da lui. Ed è quanto occorre. Ha lamentato da buon amico che sorgessero tali querimonie. Associandomi al lamento gli ho detto per altro di rendere giustizia all'Italia che querimonie di nessuna specie ha mai provocate. Infine Lansing, cui manifestavo il mio compiacimento di averlo trovato concorde con i fatti e con i punti di vista manifestatigli, mi ha detto che doveva ringraziarmi per la mia esposizione che lo solleva da ogni imbarazzo in caso di comunicazioni da altra parte. Ritengo aver parato in tempo utile qualsiasi manovra.

(l) Pubblicato al n. 69.

142

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Costantinopoli, 13 novembre 1918.

T. GAB. 2340/6. Pera, 15 novembre 1918, ore 15,20 (per. ore 13,30 del17).

Giunti stamane ci ancorammo nel Bosforo dinanzi palazzo imperiale ove con gli Alleati restammo tre ore tornando poi al Mar di Marmara. Come la 'inglese la nostra nave ammiraglia torna domani mattina a Galata per rimanervi. Le navi elleniche non entreranno nel Bosforo. Durante le tre ore io mi recai a Pera, accompagnato solo da un ufficiale; feci issare la bandiera nazionale sull'Ambasciata di S. M. poi andai a visitare i soldati italiani gravemente ammalati al nostro ospedale occupato dai tedeschi. Colà ed altrove diedi le notizie delle nostre vittorie che erano ignorate. La mia permanenza in città ebbe carattere privatissimo. Incaricai tuttavia H Podestà a chiedere alle autorità locali l'immediato sgombro delle RR. scuole ove furono poste le scuole turche urgendo adibire quei locali come centro dei picchetti che l'Ammiraglio sbarca domani e come centro per ritrovare i nostri soldati che sfuggiti variamente vagano in città e dei quali parecchi infettati da bolscevismo. Francesi hanno Costantinopoli varie truppe di cui parte giunte da Bulgaria. In Costantinopoli militari tedeschi ed austro-ungarici circolanti liberamente sembrano ignorare gravità della disfatta. La polizia delle strade è affidata a pattuglie. Per ora non posso che ;rimanere a bordo.

143

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2737/126. Tokio, 13 novembre 1918.

Mentre persiste opposizione Governo e specialmente Stato Maggiore giapponese al progetto americano sistemazione ferroviaria Siberia, approvato da tutti i rappresentanti alleati a Vladivostock, si accentuano sintomi disorganizzazione che può compromettere movimenti e rifornimenti truppe nostre e czeche. A mio avviso sarebbe opportuno pressione alleati sul Governo giapponese affinchè aderisca. Ambasciatore d'Inghilterra ed Incaricato d'Affari francese hanno telegrafato a'i loro Governi in questo senso.

144

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. s. n. Roma, 13 novembre 1918. Telegramma della S. V. Gab. n. 3 (1).

V. S. potrà mettersi in relazione diretta con Jassj circa «Archimede». Navi commerciali austro-ungariche potranno essere sequestrate da parte nostra inalberandovi bandiera italiana con bandiera della «Cir » di Londra come si sta trattando per naviglio commel"'ciale austro-ungarico in mare Adriatico. La c Cir :. disporrebbe per utilizzazione.

(l) Pubblicato al n. 102.

145

APPUNTO DEL GABINETTO

Roma, 13 novembre 1918.

Dalle notizie che si rilevano dai giornali circa il convegno di Versailles, sembra che al convegno stesso, come rappresentanti degli alleati minori, intervengano soltanto il Presidente del Consiglio serbo e quello del Consiglio greco. Ora se è perfettamente naturale e spiegabile che il rappresentante del Governo rumeno non possa ufficialmente partecipare a questo convegno, visto che il suo Paese è attualmente -di forma se non di sostanza -neutrale sarebbe però poco spiegabile che non fosse ammesso a questo convegno S. E. il signor Take Jonescu, presidente del Consiglio nazionale rumeno, come tale riconosciuto dal Governo francese e che interverrebbe con parità di titolo dei presidenti dei Consigli jugoslavo e czeco-slovacco.

Dato poi il naturale quanto possibile antagonismo di interessi fra slavi adriatici di vario genere ed italiani, come pure fra greci ed italiani, il rappresentante rumeno potrebbe e dovrebbe essere tanto più beneviso all'Italia :in quanto essa ha tutto da guadagnare perchè il patrocinio degli interessi rumeni non sia lasciato esclusivamente alla Francia; notisi altresi, che fra le nazioni alleate, soltanto la Romania, seconda dopo l'Italia, ha tutto da guadagnare dallo sfacelo dell'Austria senza mire che da vicino o da lontano possano lasciare intravvedere qualche possibilità di lesione d'interessi italiani per quanto sussista il vantaggio comune del maggiore indebolimento della nemica pure comune.

146

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

(AO, reg. 4, p. 273)

T. GAB. U. 2850. Roma, 14 novembre 1918, ore 14.

Da più fonti si conferma intenzione che preliminari pace siano grandemente affrettati. Ciò mi preoccupa sotto l'aspetto mancanza accordi con America che ostacola formazione consenso tra Grandi Potenze. Sarebbe estremamente sgradevole e dannoso che noi fossimo costretti a discutere le nostre cose in un'adunanza plenaria. Nel mio colloquio col colonnello House io insistetti sulla necessità che l'America venisse ad un riconoscimento specifico dei nostri diritti prima e indipendentemente dalla Conferenza. Colonnello House riconobbe ciò essere giusto e fu allora che mi disse che Presidente Wilson sarebbe venuto in Europa e che avrebbe preliminarmente discusso con noi sull'argomento. Ora si dice che Presidente verrà verso metà dicembre e si tratta quindi di sapere se riunione per preliminari pace avverrà prima o dopo. Pregati assumere informazione e fare qualche passo che ti paresse utile. Quanto poi ad adunanza per preliminari pace, fai presente sopravveniente periodo convocazione Camera.

147

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

(AO, reg. 4, p. 274)

T. GAB. u. 2852. Roma, 14 novembre 1918, ore 14,20.

Si pres,enta la questione del trattamento da fare ai prigionieri austriaci appartenenti a nazionalità oppresse e precisamente polacchi, czechi, jugoslavi e rumeni. Bisogna distinguere fra coloro che già avevano un 'inquadramento militare italiano e quelli che non lo avevano. Quanto ai primi, sembra evidente che bisogna far loro un trattamento di speciale favore che potrebbe consistere nel mantenere in essi la loro attuaJ.e situazione ·e nello affrettare il loro rinvio ai paesi d'origine. Si intende che ciò non vale per la divisione czeca, per cui si sono date speciali disposizioni. Per quanto invece riguarda prigionieri di quelle nazionalità anche aventi aspirazioni a forma·re unità combattenti per l'intesa, sembra evidente che non si può più parlare della lol'o ·Costituzione militare e neanche mi sembrerebbe opportuno !asciarli puramente e semplicemente liberi. Io credo che in questo caso si potrà usare l'agevolezza di consentire il rimpatrio sebbene le condizioni dell'armistizio non ci obblighino alla reciprocità quanto alla restituzione dei prigionieri. Disposizioni in tal senso diedi _tler gli ufficiali jugoslavi concentrati a Nocera Umbra; lo stesso potrà farsi in altri casi simili. Naturalmente tale ·Concessione di anticipato rimpatrio resta

subordinata alle possibilità dei mezzi di trasporto. Uguale comunicazione fo a S. E. il ministro Zupelli.

148

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, .AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2320/86. Atene, 14 novembre 1918, ore 15 (per. ore 5,30 del15).

Il Ministro delle Finanze che aveva ac-compagnato Venizelos a Londra è qui ritornato molto impressionato per le tendenze imperialiste che gli è sembrato di constatare essere prevalenti in Inghilterra. Per quanto riguarda la politica finanziaria si sarebbe secondo lui formato un accordo fra le grandi banche inglesi per adoperare in comune la potenza finanziaria di cui ciascuna dispone per non farsi concorrenza e perchè le succursali di ciascuna di esse in qualsiasi paese avessero appoggio dall'intero gruppo. Il Ministro delle Finanze teme che Banca ..... [manca] rappresentante interessi inglesi in Grecia ·possa rendere difficile vita delle altre istituzioni bancarie concorrenti. Negli ambienti francesi cosi per notizie ed impressioni di persone che giungono da Parigi che per attitudine assunta dalle autorità navali inglesi nelle trattative di armistizio colla Turchia e nelle disposizioni prese per l'entrata della flotta alleata a Costantinopoli non si nasconde preoccupazione che l'Inghilterra consideri un assetto della Turchia sulle basi

dell'Egitto con una partecipazione delle Potenze Alleate che verrebbero più tardi man mano eliminate. In questi stessi ambienti sempre in rapporto a questi timori della completa manomissione dell'Egeo da parte dell'Inghilterra si è un poco irritati verso Venizelos per la sua politica divenuta esclusivamente dipendente dall'Inghilterra. Si dice anche che egli stia per concludere o abbia già concluso a Londra un accordo per sostituire attuale Sovrano con un principe inglese e precisamente col figlio del Duca di Connaught.

149

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 17615. Roma, 14 novembre 1918, ore 15,30.

Presidente del Consiglio significa quanto segue: «Salvo le diverse impressioni dei ministri tecnici, esprimo il giudizio che le proposte fatte dal Governo

inglese circa l'impiego dei bastimenti austro-ungarici siano abbastanza eque e perciò da accertarsi».

150

L'ADDETTO MILITARE A GERUSALEMME, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2747/119. n Cairo, 14 novembre 1918, ore 17,15 (per. ore 10 del15).

Ripeto mio telegramma n. 117 avvertendo che fu cifrato con tabelle. Fra elemento indigeno, specialmente latino, si disegna tendenza favorevole all'internazionalizzazione Palestina e all'accordo ·coi musulmani. Tale programma si combinerebbe inoltre con l'opposizione ad un dominio politico ebraico e all'immigrazione in massa di ebrei stranieri in Palestina. Avrei occasione e modo di incoraggiare senza comprometterci il movimento favorevole all'internazionalizzazione, movimento che dovrebbe concretarsi in un appello alle Potenze. Chiedo V. E. se una prudente azione mia in tal senso possa esse.re uthle

nostra politica. In caso affermativo indicarmi se anche gli altri due punti del loro programma siano da incoraggiare o viceversa.

151

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 289)

T. GAB. 2869/622. Parigi, 14 novembre 1918, ore 21,20 (per. ore 10 del 15).

A telegramma n. 2834 (1). Ho fatto oggi per mezzo di Frazier a House doppia comunicazione pre

scrittami. Frazier mi disse che lettera che io avevo mandato a House citrca la questione della flotta già austriaca aveva fatto buona impressione. Credo che anche noto telegramma Revel non lascerà orama~ nell'animo di House

nessuna cattiva impressione.

(l) Pubblicato al n. 133.

152

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 282)

T. GAB. 2864/8. Parigi, 14 novembre 1918, ore 21,25 (per. ore 9 del 15).

Bonin mi comunica tuo telegramma n. 2836 (1). Ritengo pericoloso noi ci facciamo oggi tramite aspirazioni non comprese nel patto di Londra. Riterrei sufficiente consigliare interessati esporre direttamente ai governi loro ragioni e desideri. Data l'urgenza telegrafo a Londra e Washington e dò istruzioni Bonin sospendere comunicazione che ci ha fatto Antoni circa Fiume.

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L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2724/39. Madrid, 14 novembre 1918, ore 21,30 (per. il 14).

In assenza Romanones indisposto ho fatto ieri 12 novembre [?] a Perez Caballero nuovo Sottosegretario di Stato dichiarazione prescritta dalla E. V. con telegramma n. 1344 (2) e l'ho rinnovata a Romanones.

Entrambi hanno dichiarato che GoV'erno Spagnuolo non ha intenzione acquistare navi germaniche e austro-ungariche nei suoi porti. Romanones mi ha accennato all'Idea subordinata consenso Alleati mettere embargo per conto Spagna suddette navi. Egli non ne ha parlato fino ad ora miei Colleghi Francia e Inghilterra.

Mi sono limitato ad osservare che tale idea mal si concilia con patti armistizio. Ambascfatore d'Inghilterra presenta domani questo Governo nota con la quale riserva diritto Inghilterra ricusare riconoscimento ogni transazione relativa navi austro-tedesche rifugiate porti Spagna.

154

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. 13. Parigi, 14 novembre 1918, ore 22.

Telegramma di V. E. n. 17555 (3).

Prego telegrafare generale Piacentini quanto segue: « In territori albanesi che non costituiscono hinterland Valona escludo si nominino autorità con titolo prefetto o sottoprefetto; si dovranno invece preporre alle amministrazioni funzionari militari o anche civili ma con solo titolo di commissari o equivalenti

senza però dare impressione amministrazione esplicitamente italiana perchè ciò sarebbe contrario Convenzione di Londra. Trattamento Scutari deve essere speciale date condizioni speciali sua occupazione interealleata. Per tale trattamento, da riservarsi sola città Scutari, occorre procedere d'accordo e identicamente alleati francesi e inglesi».

(l) -Pubblicato al n. 134. (2) -Pubblicato al n. 98. (3) -Non pubblicato.
155

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2322/33171. Italia, 14 novembre 1918, ore t3 (per. ore 5 del 15).

Riferimento suo telegramma n. 2839 del 13 corrente (2).

Due battaglioni e mezzo attesi a sbarcare a Cattaro costituiscono solo primo contingente truppe già destinate quella regione e stabilito in una intera brigata italiana da Valona e un battaglione americano di imminente partenza da Venezia, totale sette battaglioni. Interpellerò autorità competenti circa invio truppe inglP.si e francesi ma ritengo necessario interessamento di V. E. per evitare invio truppe serbe. Ritengo intanto opportuno che siano sollecitamente sbarcate nostre truppe già davanti a Cattaro per poter fare rapidamente seguire rimanente nostro contingente. Truppe stesse potrebbero sistemarsi in posizione sicura e .iniziare serviZIO tutela ordine pubblico che potrebbe essere facilitato da concorso autorità militari austriache. Generale Piacentini mi fa inoltre presente che Generale austriaco a Cattaro chiede mezzi trasporto mare per evacuare da Cattaro entro periodo di circa un anno settantamila militari austriaci e avviarli Trieste e Fiume di dove si dovrebbe poi provvedere loro inoltro in Austria-Ungheria. Ciò faciliterebbe anche compito tutela ordine pubblico, ma prima di rispondere a generale Piacentini prego ammiraglio Revel segnalarmi se è possibile aderire richiesta ingente trasporto.

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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, A PARIGI

T. R. 17640. Roma, 14 novembre 1918, ore 23.

Pregiomi comunicare H seguente telegramma del generale Piacentini in data 12 corrente:

con V. E. • (AO, reg. 4, p. 263).

«Situazione generale per prime impressioni avute da ufficiale superiore, ora tornato da Antivari e Oettigne, è seguente: esistono due partiti, uno fautore Re Nicola e altro contrario.

Finora nessun serio contrasto si è manifestato fra di essi. Arrivo truppe serbe nelle località occupate in Montenegro fomenta però contrarietà contro partito Re Nicola. Serbi :approfittano anche comitagi per loro propaganda esercitando minaccie e violenze. Allontanamento comitagi sarebbe già di per se stesso favorevole per partito Re Nicola, che ·si avvantaggerebbe ancora plù qualora presidi serbi potessero essere ritirati.

Tali risultati saranno ancora più evidenti quando interverrà migliore apprezzamento opera svolta dai serbi presentatisi oggi nel Montenegro quali liberatori territorio e loro promesse verranno a manifestarsi non conformi realtà. Contegno serbi è infatti oggi inspirato idee egemoniche senz'alcuna corrispettiva garanzia ordine pubblico, vita e sicurezza locale, privi per di più vettovaglie.

Arcivescovo di Vucotich e Martinovich sono Cettigne.

Seppi che vescovo Dobrecich travasi Antivari in buona salute. Legazione d'Italia Cettigne è apparsa esteriormente intatta. Queste prime impressioni saranno suffragate e meglio determinate da ulteriori particolari di fatto che mi riservo trasmettere appena mi perverranno da altra fonte :. .

Nel comunicare a codesto Governo quelle tra le notizie che precedono che la S. V. giudicherà del caso, pregoLa voler considerare opportunità di non farlo se non verbalmente ed in forma del tutto confidenziale per evitare indiscrezioni da parte di montenegrini le quali potrebbero eccitare la suscettibilità dei serbi e creare in essi sospetti circa il nostro atteggiamento sulla questione.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando, Thaon di Revel, Zupelli e Piacentini. (2) -Richiamandosi alla situazione illustrata dal generale Piacentini con il telegrammagab. 2315/146 del 13 novembre, puhblicato al n. 139, diretto a Sonnino, Diaz aveva telegrafato il 12 novembre (t. 15069) a Orlando: c V. E. sarebbe d'avviso che brigata italiana sbarcasse a Cattaro · dopo battaglione americano. Al riguardo ritengo opportuno far presente che data attuale dislocazione battaglione americano pur impiegando autocarri per trasferimento esso non potrebbe essere Venezia che la sera del 14 corrente. Ciò posto ritengo non convengaritardare di tanto occupazione di Cattaro e che sia opportuno lasciare precedere sbarco brigata fanteria fornita da generale Piacentini... Qualora V. E. ritenga si debba arrestare sbarco truppe italiane già in corso prego V. E. comunicarmelo urgenza. (AO. reg. 4, p. 254). Il presidente del Consiglio aveva risposto il 13 novembre (t. u. gab. 2839, spedito alle ore 19,15): c Riconosco giuste obiezioni di V. E. Intanto mi viene comunicato che truppe inviate da generale Piacentini non sono sbarcate ritenendosi insufficienti in confronto •Ielle molte migliaia di soldati armati che occupano Cattaro. Autorità francesi parlerebbero di inviare truppe serbe. A prevenire ciò si impone invio di truppe alleate, e cioè non solo di americani, ma anche di francesi ed inglesi. Ho telegrafato a S. E. Revel perchè pigli accordi
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L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2732/108. Berna, 14 novembre 1918 (per. il 15).

Legazione di Serbia ha dato .comunicazione ufficiale a questa Legazione della « dichiarazione » firmata a Ginevra da Korosec, Pachitch e Trumbic proclamante unione dei serbi croati e •Sloveni in un unico stato.

Governo S·erbo e Consiglio nazionale Zag.abria ·continuerà a funzionare nei rispettivi territori fino all'elezione di una costituente per organizzazione nuove frontiere stato stesso nei riguardi stati vicini che saranno determinate 'in base al principio nazionalità rispettando diritti libera disposizione di ciascun popolo.

Proclama esprime convinzione che popolo montenegrino non tarderà ad associarsi opera compiuta. Trasmesso testo per corriere.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA REAL CASA, MATTIOLI PASQUALINI

T. 17562. Parigi, 14 novembre 1918 (per. il 15).

Prego V. E. comunicare Casa di S. M. il Re che non credo sia il caso di dare alcun seguito al telegramma di Essad il quale fra l'altro non ha alcun titolo per parlare a nome dell'Albania (1).

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2341/324. Washington, 14 novembre 1918 (per. ore 11,35 del 17).

Non è tuttora deciso in modo positivo ma è da ritenere con ogni possibilità che Wilson vada in Europa per iniziare i lavori della conferenza della pace. Egli confida che la sua presenza valga a moderare una situazione che prevede irta di conflitti. Questa partenza se definitivamente deliberata potrebbe essere prossima.

Al Dipartimento di Stato mi si è detto che da parte di qualche alleato si mostra desiderio di affrettare la conferenza che altri vorrebbero iniziata per il16 dicembre. Questa data sembra qui troppo prossima non consentendo neanche ai delegati giapponesi di giungere in tempo." Comunque poichè Wilson vorrebbe trovarsi in Europa prima apertura conferenza il suo progetto di viaggio dovrebbe effettuarsi presto. Egli intuisce che il suo programma di pace sarà ostacolato in vari modi e prevede urto e difficoltà sopratutto con Inghilterra e Francia. Iniziativa della conferenza in Svizzera (telegramma di V. E. 1646/366) (2) muove dal proposito di .sottrarsi a una soverchia influenza francese. Appoggio dell'Italia è da lui accarezzato vivamente. Frequenti sue volute manifestazioni di simpatia al nostro paese (recente suo intervento all'Ambasciata ha prodotto in tutte le sfere la più grande impressione) sono significative. Nè minor valore ha la confidenza fatta da persona autorevole che suona cosi: Inghilterra e Francia lavorano a tutt'uomo per demolire in quanto concerne l'Italia H patto di Londra ed è a temere che esse fomentino qui una violenta campagna di opinione pubblica a favore dei jugoslavi. Wilson è con l'Italia e vuole sostenerla. La sua posizione sarebbe d'altra parte tanto più forte se sorretto dal manifesto consenso

6 -Documenti diplomatici . Serie VI . Vol. I.

del pubblico americano. Converrebbe trovare un antidoto alla velenosa campagna altrui concentrando il favore della popolazione sull'Italia. E il mio interlocutore affacciava idea di una visita immediata del generale Diaz. Non ho potuto obiettargli la scarsità del tempo non ritenendomi autorizzato rivelargli la possibile non remota partenza di Wilson. Nè so d'altra parte se un immediato spostamento del generale Diaz sarebbe effettuabile e rientrerebbe nelle vedute del R. Governo. In tal caso potrei farne parola qui ufficialmente per accertare tutte le circostanze determinanti l'opportunità o meno della sua venuta. In caso contrario, e sempre se V. E. lo ritenga fattibile, ravviserei grande opportunità in una dichiarazione di carattere confidenziale che io potessi fare a Wilson sul proposito del R. Governo di procedere con lui nella più intima armonia alla conferenza della pace. Stimo che andremmo con ciò incontro al suo desiderio e ne otterremmo dal canto nostro tutto il favore e appoggio. Persone addentro nel pensiero di Wilson mi assicurano che Wilson mira a semplificare quanto più possibile i lavori alla conferenza della pace e che propenderebbe quindi a concentrare nelle mani delle Grandi Potenze le decisioni lasciando alle altre Potenze minori di riunirsi in sottocomitati e di riferire sulle questioni di loro interesse diretto. Tutto ciò è vago ma dimostra una tendenza al nostro ..... [manca].

Mi si assicura anche che i termini bellici dello armistizio con l'AustriaUngheria e con la Germania dovrebbero costituire nella mente di Wilson la base di soluzione delle maggiori questioni. Sta di fatto, in quanto più direttamente ci concerne, che Wilson mostra di cercare oggi nell'Italia quell'appoggio che dal canto suo è disposto a darci. Raccogliamo così, o mi inganno, i frutti di una politica sana, coerente, onesta e la cui fermezza non è mai andata disgiunta dalla voluta... [manca].

(l) -Essad pascià aveva inviato da Salonicco, 1'11 novembre, qualificandosi c Capo del Governo albanese •, il seguente telegramma al Re d'Italia: • Glorieuse co1ncidence la victoire a voulu que le jour de l'anniversaire de Votre Majesté fftt aussi celui où elle deployait ses ailes triomphales sur les armées alliées couronnant ainsi quatre années de sacrifices d'héroique abnégation. Les armées de Votre Majesté ont joué dans ce drame un ròle que l'histoire inscrira plus tard en lettres d'or de méme qu'elle rappellera les noms glorieux des victnires remportées sur un ennemi qui voulait imposer au monde sa tyrannie et son militarisme. Qu'il me soit permis de prier Votre Majesté d'agréer l'assurance des félicitations que je lui adresse au nom de cette Albanie qui dès le premier jour de la guerre a uni son sort à celui des puissances de l'Entente luttant pour le triomphe du droi t et de le justice •. (2) -Tel. col quale Sonnino trasmetteva a Londra e Washington il documento pubblicatoal n. 107.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. R. 443. Londra, 14 novembre 1918.

Ieri soltanto potei conferire con Balfour. Gli parlai nel senso prescrittomi da V. E. con telegramma Gab. n. 1627 (2). Insistei specialmente sul fatto che ordine alla ex flotta austriaca di recarsi a Corfù era stato dato in pendenza trattative armistizio e nell'unico intento di premere sulle decisioni Austria-Ungheria. In base agli altri telegrammi· di V. E. rilevai inesistenza affermazione che esodo a Corfù fosse stato impedito dalla nostra flotta. Conclusi leggendogli ultima parte del citato telegramma di V. E. Balfour o perchè non fosse precisamente infor... mato dei particolari questione .o perchè volesse mostrare di non esserlo non sollevò obiezioni e si tenne sulle generali ritornando sul solito tema dell'utilità per noi di stabilire con jugoslavi cordiali intese. Allargando alquanto questione

riferendomi all'ultima nostra conversazione (mio telegramma Gab. 432) (l) dissi a Balfour s•embrarmi alla Gran Bretagna si presenti ora un'occasione unica di cattivarsi profonda duratura simpatia della nazione italiana. Nel reciproco manifesto interesse di consolidare in modo veramente serio e duraturo relazioni tra i due paesi in tutte queste incresciose e tendenziose controversie sollevate dalla insaziabile cupidigia degli jugoslavi il contegno del R. Governo è ineccepibile. Noi ci limitiamo infatti a domandare come è nostro diritto: l) il rispetto scrupoloso delle condizioni di armistizio stipulate in base decisioni del Comitato Supremo; 2) esecuzione integrale dei solenni patti che hanno determinato nostra volontaria entrata in guerra. Occorre quindi che neUe fasi progressive della sistemazione finale Gran Bretagna ci presti di fronte ad intrighi e difficoltà altrui suo valido e simpatico appoggio non in base alla semplice lettera che uccide ma allo spirito che vivifica.

Italia è un fattore nella politica europea. Jugoslavia per ora è un'ipotesi teorica. Non ritenevo pratico interesse britannico il trascuxare il fatto p.er correre dietro all'ipotesi. Sul nostro paese che ora trovasi in uno stato di vivissima e naturale sensibilità e ricettività contegno degli alleati nelle questioni presentanti per esso vitale interesse è destinato a lasciare traccie difficilmente cancellabili. Resta d'altra parte incontestabile il fatto che croati e iugoslavi si mostrarono sotto dominazione austriaca i nostri peggiori nemici al punto che oggi ancora nel lombardo-veneto il popolo qualifica austriaci col nomignolo di croati. Susseguentemente furono essi il bastone del quale si servì il Governo austroungarico per colpire senza tregua nè pietà nostri fratelli irredenti, nell'intento di sradicare per quanto gli fu possibile sentimento e cultura italiana di quelle popolazioni. Sarebbe anormale ed irragionevole dati questi precedenti attendersi a subitanee speciali tenerezze nostre verso chi ci ha dal '48 fino a un mese fa aspramente combattuto per terra e per mare. Sarebbe poi supremamente ingiusto pretendere che italiani supinamente si acconcino a vedersi privati frutto di tanta contestata vittoria in violazioni di patti stipulati in un solenne armistizio. Replicò Balfour dovere io ben sapere che nessuno è più di lui desideroso di consolidare nel reciproco interesse cordialità relazioni fra i nostri due paesi. Alla questione jugoslava indubbiamente complessa e spinosa opinione pubblica britannica prende vivo interesse. Tutto quello che a questo Governo sta a cuore è di vederla risoluta di comune accordo tra noi e gli jugoslavi senza ben inteso alcun detrimento nostri interessi. Risposi tale scopo si potrà benissimo raggiungere visto che noi animati come fummo fin dall'inizio negoziati con intesa da spirito tollerante e conciliante abbiamo fatto importanti rinunzie tra cui quella di Spalato ispirandoci appunto al principio del vivere e las·ciar vivere e limitandoci a chiedere quelle per noi indispensabili garanzie di sicurezza e di vita. Comincino ora gli jugoslavi a mostrare di apprezzare nostra longanimità, moderino loro smodate pretese e l'accordo che anche l'Italia sinceramente desidera sarà presto un fatto compiuto ed avrà carattere stabile e duraturo. Dovevo però con rincrescimento constatare che la novissima pretesa dei jugoslavi di reclamare come loro la marina austriaca non dimostrava disposizioni nel senso desiderato tanto più poi in vista delle passate ripetute affermar zioni dello stesso Pasic.

(l) -n telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. n testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato al n. 69.

(l) Pubblicato al n. 50.

161

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l)

T. RR. s. n. Londra, 14 novembre 1918.

Telegramma di V. E. n. 2818 (2).

Per dare a V. E. una nozione completa del mio colloquio di ieri con Balfour premetto seguente telegramma ,contemporaneamente spedito a Sonnino a Parigi: (telegramma Gab. n. 443 del 14 novembre) (3).

Nel tema delle cordiali relazioni italo-britanniche a riguardo delle qua)" avevo constatato in Italia unanime consenso e che non potrebbero avere fautore più strenuo e sincero di V. E. dissi che da una lettera privata scrittami da V. E. avevo 'con penosa sorpresa saputo del contegno di Lloyd George, contegno che dalla lettera stessa avevo saputo avere giustamente amareggiato V. E. Non ero incaricato di formulare lagnanze. Non sapendomi spi.egare il fatto e fedele al mio sistema di eliminare ogni causa di frizione avevo preso su di me di avvertire lui perchè mi aiutasse a chiarire la cosa e dissipare penosa impressione di V. E.

Balfour si mostrò non meno di me sorpreso e dolentissimo. Mi chiese con premura su qual base si fondasse lagnanza di V. E. sul contegno disamichevole di Lloyd George alla conferenza, ecc. Gli dissi ignoravo i particolari. Conoscendo però il carattere sempre equanime e conciliante di V. E. dovevo dedurre che Lloyd George deve essersi indubbiamente lasciato andare a qualche manifestazione accentuata e precisa, perchè in caso contrario V. E. non l'avrebbe rilevata nè ne avrebbe tratto così sgradita impressione. Replicò Balfour rinnovando suo rincrescimento per ac,caduto ed aggiungendo si sarebbe adoperato per rimuovere possibile eventuale malinteso. Avevo sulle labbra la lagnanza per enorme deplorevolissima indiscrezione circa confidenze Ammiraglio Revel all'Ammiraglio britannico ma in obbedienza ordine tassativo di V. E. me ne astenni per quanto a malincuore.

162

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2330/449. Londra, 15 novembre 1918, ore 9,15 (per. ore 10,40 del 16).

Da sicura sorgente ho saputo che recentemente la Santa Sede fece qui pratiche segrete per indurre questo Governo ad adoperarsi per salvare la monarchia in Austria. Fu risposto esprimendo rincrescimento per precaria situazione dinastia ma declinando intervenire nelle questioni puramente interne di uno. Stato estero.

(l) -Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato al n. 105. (3) -Pubblicato al n. 160.
163

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2332/448. Londra, 15 novembre 1918, ore 9,45 (per. ore 11,30 del 16).

Questi Sovrani mi onorarono avantieri con invitarmi alla solita colazione di famiglia. Erano entrambi raggianti. Il Re con grande espansione mi manifestò la sua profonda soddisfazione per il glorioso successo delle nostre armi, per lo efficace contributo italiano trionfo comune. Di che si compiaceva sinceramente per fedele amicizia personale pel Nostro Augusto Sovrano per costante simpatia verso il nostro paese e per consolidamento sempre maggiore cordialità tradizionale relazioni italo-britanniche. S. M. accennò alla legittima soddisfazione di V. E. e del Presidente del Consiglio per così felice coronamento loro opera patriottica. Contrariamente al passato, linguaggio di S. M. a riguardo dell'Imperatore fu mite, la nota antica virulenza si trasformava in pietosa compassione per terribile, per quanto meritato, castigo. Osservò tuttavia che fuga del sovrano germanico è stata ignominiosa. Assai più nobile sarebbe stata caduta se dopo essere rimasto fino all'ultimo alla testa delle sue truppe avesse imitato esempio di Napoleone III consegnando la spada a Foch. I Sovrani erano felicissimi per dimostrazione esuberante di lealismo prodigata loro dalla popolazione nel corso delle diverse passeggiate intraprese nei quartieri più popolari della metropoli. Unica ombra del quadro luminoso parvemi l'alquanto naturale preoccupazione per rivolgimenti in Austria-Ungheria e Germania e per naturale ripercussione in altri Stati monarchici, Olanda e Spagna in ispecie. Il Re mostrò tuttavia accentuata corwinzione sulla !:Olidità delle istituzioni monarchiche in Inghilterra, Italia e Belgio, pur osservando che nel periodo in cui entriamo occorrerà che i governi provvedano con grande sagacia oculatezza ed energia al regolamento intricatissimo di tutto quello che forma questioni essenziali, avendo precipuamente in mira soddisfazione classe lavoratori. S. M. espresse pure speranza che il Nostro Augusto Sovrano abbia ricevuto telegramma gratulatoria da lui direttogli dopo concluso l'armistizio.

164

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 20. Parigi, 15 novembre 1918, ore 14.

Presidente del Consiglio telegrafa quanto se,gue: « Generale Diaz telegrafa generale Von Weber prima lasciare Villa Giusti ha rinnovata richiesta soccorsi alimentari a Cattaro per 200.000 uomini per un tempo indeterminato e dietro pagamento da eseguirsi in seguito. Detto socco·rso non è diretto a popolazione civile ma a parte dell'esercito

austro-ungarico ed è richiesto non da Stato jugoslavo ma da Comando Supremo austro-ungarico. Trattandosi di questione che esula dalla competenza e in ogni modo dalle possibilità di questo Comando Supremo, rimetto richiesta a V. E. per eventuale comunicazione che ritenesse fare Governi alleati.

Prego V. E. volermi far conoscere se crede che possa accedeTe a tale richiesta nel qual caso interesserei Ministro approvvigionamenti e se ritenga doversi sentire prima Governi alleati. Comunque data natura richiesta austroungarica imponesi una sollecita risoluzione e perciò le sarò tenuto di una sollecita risposta :..

Ho risposto: «Non sarei alieno da consentire soccorsi alimentari per

200.000 uomini Cattaro purchè essi si ritirassero via via e per ottenere tale loro ritiro. Ho comunicato tale mio modo di vedere ai Governi alleati :.. Prego

V. E. comunicare quanto pre·cede a codesto Governo e telegrafarmi.

165

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE (l)

T. 1666-bis/14. Parigi, 15 novembre 1918, ore 14,10.

Mi risulta confidenzialmente che incaricato d'affari di Grecia presso Governo albanese ha informato Governo greco che Essad gli ha dichiarato confidenzialmente che è partito per Parigi, d'ordine di Pichon, il quale assicura che Albania prende parte al Congresso pace per le sue aspirazioni nazionali, ... [manca] rinnovando le sue promesse di appoggiare Essad per la costituzione di uno Stato albanese e che Essad ha sottoposto un rapporto sulla questione albanese all'Ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi il quale ha promesso di farlo recapitare al suo Governo facendo rilevare che l'America non permetterà che sia violata la libertà del popolo albanese. Avverto ad ogni buon fine che Governo italiano cercò a suo tempo valersi di Essad come elemento utile in Albania, intorno al quale si raggruppassero elementi locali. Risulta però che Essad non aveva alcun seguito nè prestigio, e era anzi odiato a tal segno per sua condotta subdola per sue vendette personali e per maneggi con serbi che nel momento dell'invasione austriaca dell'Albania gli albanesi si accostarono

agli austriaci per odio di Essad. Sarà bene che V. E. presentandosene l'occasione illumini in questo senso codesto Governo.

166

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 302)

T. GAB. 2874/18. Parigi, 15 novembre 1918, ore 14,10 (per. ore 18,35).

Ieri ho veduto Pichon. Oggi spero vedere Clemenceau e House. Non si parla

di riunione generale. Inglesi non sono qui. Pichon mi comunicò che qui e a Londra si studiano e preparano questioni procedura per congresso pace. Qui

parlano come fosse ,sicuro congresso si tenga a Versailles. Pichon accenna a due periodi preparazione Congresso, il primo di concertare limitatamente fra quattro grandi potenze per codificare sulle grandi linee, il secondo di chiamare via via ad intervenire stati balcanici interessati.

Ti telegraferò nuovamente, secondo conversazioni codesto Ministro se mia partenza sarà domani o domenica.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche a Londra.

167

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 2326/440. Londra, 15 novembre 1918, ore 14,28 (per. ore 2,15 del 16) (1).

Telegramma di V. E. G.ab. n. 1630 (2).

Balfour mi ha detto di avere esaminato con alcuni tra i suoi colleghi e con consiglieri del Foreign Office questione del riconoscimento del Governo di Omsk come governo de facto. In massima e personalmente egli favorirebbe tale soluzione. Non appena sarà giunto ad una decisione definitiva ed avrà ottenuto assenso Gabinetto di guerra, formulerà concrete proposte ai Gabinetti alleati ed a quello di Washington. Balfour ha tuttavia osservato non ritenere egli opportuno di specificare che l'eventuale riconoscimento governo debba rappresentare antica Russia nella sua collettività, meno la Polonia. Importa a suo avviso in sommo grado che potenze alleate non prendano prematuramente impegni di natura da creare loro imbarazzi.

168

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

(AO, reg. 4, p. 290)

T. GAB. u. 2871. Roma, 15 novembre 1918, ore 14,45.

Ho avuto oggi una lunga conferenza con Colosimo giustamente preoccupato andamento cose Tripolitania. Mentre infatti formula accolta nell'armistizio era per se stessa 'insidiosa, fatti compiuti lumeggiano che in tale insidia neanche le forme sono salvate. Vi è già stato un fatto d'armi, un nostro posto essendo stato attaccato dai turchi con artiglieria. Poichè non è possibile che mentre tutto il mondo si pacifica, in Tripolitania si combatta, bisogna far sentire ai nostri alleati, e specialmente agli inglesi, la nec-essità non solo di fa,re proteste, probabilmente vane, ma di passare a minacce concrete di occupazioni territoriali ove questo stato di cose scandaloso non cessi.

(l) -n telegramma conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra porta la data del 13 novembre. (2) -Pubblicato al n. 80.
169

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 311)

T. GAB. 2878 (1). Parigi, 15 novembre 1918, ore 20,20 (per. ore 8,45 del 16).

Ho veduto Clemenceau. Colloquio è stato molto cordiale. Questione flotta austriaca e telegramma Revel liquidata. Clemenceau conviene utilità incontro rappresentanti grandi potenze in via preliminare ha accennato per questo ritrovo data primo dicembre. Ho aderito in massima salvo tua adesione necessità parlamentari. Ho veduto poi House. Anche con lui colloquio è stato molto cordiale. Mi ha confermato arrivo Wilson in Europa circa 12 dicembre. Nel suo programma che prevede permanenza di un mese è stabilito anche viaggio in Italia. House conviene che Wilson come Capo di Stato non può presenziare ufficialmente conferenza pace, sede Parigi o Versailles pare certa. Inglesi provvedono già alloggi per loro rappresentanti. House mi ha detto cose interessanti di cui ti informerò a voce.

Non restando nulla da fare Parigi, secondo conveniva Clemenceau, parto domani sera sabato per Roma.

170

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

(AO, reg. 4, p. 309)

T. GAB. u. 2875. Roma, 15 novembre 1918, ore 20,45.

Ieri sera Generale Diaz mi aveva telegrafato che persistevano notizie di sopraffazioni compiute a Fiume da jugoslavi in danno italiani. Si chiedeva autor,izzazione fare sbarco truppe. Risposi subito consentendo ma facendo avvertire opportunità che concorressero truppe interalleate. Mentre questa disposizione era in corso, Ammiraglio Rainer comunica che sarebbero arrivate a Fiume truppe serbe. Come vedi, trattasi di una audace violenza, poichè mentre noi stessi eravamo stati sinora esitanti a procedere alla occupazione in relazione a turbamenti di ordine pubblico fatti in danno degli italiani, sono proprio i serbi che procedono alla occupazione. Mentre affretto arrivo truppe interalleate, ho autorizzato ammiraglio sbarcare marinai italiani. Esamina tu se non sia il caso di fare una protesta in via diplomatica. In ogni caso, è opportuno che ne parli costà.

171

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

(AO, reg. 4, p. 309)

T. GAB. u. 2876. Roma, 15 novembre 1918, ore 21.

Cardinale Gasparri ha fatto conoscere che Nunzio apostolico in Vienna gli ha riferito che diplomatici neutrali hanno informato loro governi essere urgentissimo che i diversi governi dell'Intesa, facendo uso facoltà concessa dal

l'armistizio 3 novembre, occupino la città di Vienna salvandola cosi dall'anarchia imminente e più temibile forse che in Russia. Credo che analoga comunicazione sia già pervenuta anche ai governi alleati. Pregoti quindi esaminare con loro questione e telegrafarmi quanto giudicherete di stabilire in proposito.

(l) Manca il numero di protocollo particolare.

172

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI1 BORSARELLI

T. GAB. 2325/22. Parigi, 15 novembre 1918, ore 23,20 (per. ore 8 del 16).

Da informazioni attendibili risulta che intensa azione jugoslava contro le nostre rivendicazioni territoriali si esplica presso le loggie massoniche francesi. _Credo opportuno segnalare subito tale azione Nathan affinchè egli, come si è

sempre dimostrato pronto a farlo, si adoperi a neutralizzarla con i mezzi di cui può disporre.

173

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2755/437. Atene, 15 novembre 1918 (per. il15).

Dopo campagna per l'Asia Minore e la Tracia doveva inevitabilmente seguire quella per l'Epiro. Essa è incominciata ieri coi soliti sistemi. L'ha iniziata giornale Embros il quale prendendo occasione da alcune parole cortesi da me rivolte alla · Grecia nel ricevimento della colonia italiana per solennizzare genetliaco reale e le nostre vittorie nonchè dalle recenti dichiarazioni che secondo un telegramma qui ... [manca] avrebbe fatto tornando da Parigi, e nelle quali avrebbe dichiarato che l'Italia non intende invadere territori esteri nè annientare nessuno ma solo pretende di avere le condizioni indispensabili per la sua sicurezza, osserva che la Grecia non può tranquillizzarsene essendo essa in piena contraddizione colla politica dei fatti qual'è applicata nell'Epiro settentrionale dal generale Ferrero. Non solo Epiro è bloccato ed isolato, non solo vi sono state chiuse scuole greche che il dominio turco aveva rispettate per secoli, ma non v'ha metodo (e metodo puramente bulgaro e turco) che non sia stato praticato per sradicare lingua e coscienza ellenica dall'Epiro settentrionale. Bambini vengono obbligati sotto minaccia di morire di fame o di essere imprigionati ad imparare albanese o italiano, prigioni rigurgitano di greci e persino vecchi trascinano catene. Numerosi morti per fame, molti fucilati per·chè volevano fuggire in Grecia. Ma questi sono i minori segni del feroce sterminio a cui è assoggettato elemento greco nell'Epiro settentrionale. Ci rifiutammo, esso conclude, credere che tale feroce condotta bulgara del Comando italiano sia a conoscenza e riconosciuta dal Governo italiano. Fatti però sono fatti. Nei giorni nei quali Italia festeggia liberazione fratelli irredenti abbiamo dovere in nome della giustizia e della libertà di denunziare bulgarismo del Comando italiano nell'Epiro. Quasi

tutti gli altri organi della stampa pur facendo dichiarazione di affetto e della fratellanza per l'Italia giudicano che le accuse dell'Embros sono di carattere grav1ss1mo e che non possono essere lasciate passare senza spiegazione dal Governo italiano. Estia giung·e a parlare delle necessarie riparazioni per tranquillizzare coscienza del popolo greco giustamente ribellato. Enos sostenendo carattere greco dell'Epiro e del Dodecanneso parla con maggiore moderazione. Astir dice se generale Governatore dell'Epiro discende dagli Unni o dai Goti non dovrebbe dimenticare che agisce ed è responsabile per l'Italia liberale. Ho scritto al Ministro Affari Esteri una lettera protestando contro le notizie tendenziose e calunniose pel Comando italiano di Albania pubblicate col consenso della censura dai giornali e rilevando pericolo che per rapporti italo-greci aveva sistema invalso nella stampa ateniese di eccitare ad ogni istante opinione pubblica contro l'Italia. Poichè questi articoli ufficiosi sono fatti soprattutto per essere telegrafati all'estero sarebbe opportuno che V. E. facesse fare delle esaurienti smentite procurando di dar loro la più grande pubblicità.

174

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 607. Venezia, 15 novembre 1918 (per. ore 1,45 del 16).

Ammiraglio fr11ncese nella riunione tenuta oggi ha sollevata obbiezione circa interpretazione della lettera Clemenceau trasmessami da V. E. con foglio 2510 {l) e precisamente della frase: «Un meme sort à tous les bateaux de la Flotte autrichienne transférés aux yougoslaves eccetera ». Il detto Ammiraglio ha espresso dubbio che debbasi fare distinzione fra le navi che ai termini dell'armistizio devono essere date agli Alleati e quelle che debbono invece essere disarmate in una base austro-ungarica. Egli sostiene che solo a queste ultime debba applicarsi proposta Clemenceau. Parmi invece che la proposta stessa debba intendersi applicabile a tutte quante le navi austro-ungariche abolendo ogni distinzione fra di esse. Questa mia interpretazione ci è altresl utile poichè accettando la distinzione francese si verrebbe quasi a riconoscere la cessione ai jugoslavi di una parte delle suddette navi. Pregherei V. E. comunicarmi suoi intendimenti.

175

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2328/323. Washington, 15 novembre 1918 (per. ore 2 del 16).

Questo Incaricato d'Affari di Serbia che si esprime in questi ultimi giorni con grande risentimento contro i jugoslavi si è lasciato dire in un discorso confidenzialissimo di sapere che jugoslavi hanno avuto l'assicurazione ufficiale dalla Francia che la Francia sosterrà alla conferenza della pace loro diritti sulla base del patto di Corfù.

(l) Non pubblicato.

176

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2765/100. Gibuti, 15 novembre 1918 (per. 1i 16) (1).

Mi riferisco mio telegramma n. 98 (2) sulla situazione politica in Abissinia.

Diversi indizi fanno ritenere siano in corso trattative fra questa Legazione di Francia ed il Governo etiopico per un maggior avvicinamento politico fra la Francia e l'Abissinia. Sta di fatto che la Francia durante tutto il periodo della guerra e specialmente dopo l'avvento in Abissinia del nuovo Governo ha intensificato la sua azione accentuando il suo atteggiamento di protettrice morale dell'Impero, non contro una inconcepibile minaccia germanica, ma bensì contro le aspirazioni inglesi e specialmente italiane che dalla guerra e dopo la guerra potrebbero avere ragione di realizzarsi.

Essa infatti, malgrado la guerra e l'alleanza comune non si astenne dal suscitare presso il Governo etiopico sospetti contro le aspirazioni italiane facendosi propagatrice in Abissinia, pel tramite di Gibuti, delle inopportune pubblicazioni fatte in Italia sulle nostre rivendicazioni etiopiche, spingendo Governo etiopico a cooperare in un modo qualsiasi alla guerra, unitamente alle Potenze dell'intesa allo scopo di costituire per se stessa una maggiore garanzia contro le intenzioni e le aspirazioni dell'Inghilterra e dell'Italia a suo danno. E proprio la Francia (o per lo meno i francesi di Abissinia) cercano oggi di diminuire valore italiano e la importanza politica della nostra vittoria sull'AustriaUngheria insinuando presso gli stessi abissini che essa è dovuta più che non alla nostra r.isurrezione morale e materiale ed alla forza delle armi, al fatale sfacelo interno dell'Impero austro-ungarico. È evidente che Governo francese conscio del pericolo che rappresenta per una futura e durevole integrità dell'Impero etiopico il suo stato attuale di barbarie e di anarchia e le sue malsicure relazioni esteriori che giustificherebbero un eventuale intervento dell'Italia e dell'Inghilterra, cerca bensì di indurre Governo etiopico ad elevarsi ·verso una sistemazione più civile, ma lo fa interamente a suo beneficio sollevando verso il governo etiopico sospetti dimostrandogli necessità premunirsi contro le aspirazioni anglo-italiane.

Ho motivo di credere che la Francia abbia già fatto balenare al Governo

etiopico possibilità partecipare sotto suoi auspici al congresso pace ed è fuori

di dubbio che il Governo etiopico si illuda a tale riguardo e spinga la sua illu

sione al punto di pensare che a tale congresso possa essere posta la questione

della rivendicazione delle popolazioni etiopiche sottoposte all'Italia in base ai

principi delle nazionalità.

È logico che il Governo etiopico sia facilmente indotto a seguire la corrente

tracciata dalla Francia dalla quale ebbe in passato cosi possenti ed efficaci aiuti,

e che si atteggia oggi a sua rigeneratrice e protettrice contro le aspirazioni anglo

italiane. È necessario perciò che una intesa tra i governi stabilisca nettamente

quali sono ,i limiti dell'azione degli interessi e delle aspirazioni delle tre Potenze in Abissinia ed elimini assolutamente la possibilità ed il pericolo che l'azione isolata di una di esse possa esplicarsi a pregiudizio delle altre.

(l) -Questo telegramma viene pubblicato sotto la data Gibuti 15 novembre, sebbene presumibilmt:ute esso, come il telt:gramma pubblicato al n. 116, sia stato redatto ad Addis Abeba il giorno 11 e inviato a Gibuti per la trasmissione telegrafica. (2) -Pubblicato al n. 20.
177

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2768/438. Atene, 15 novembre 1918 (per. il 16).

Telegramh1a di V. E. n. 1379 (1).

Demidoff mi ha detto che effettivamente, essendogli pervenuto notizia che greci nei Luoghi Santi non solo si agitavano per assumere protezione di tutti gli ortodossi, anche russi, ma cercavano subentrare alla Russia in alcune delle ricche fondazioni appartenenti alla Società di Palestina, aveva chiesto al Collega inglese di telegrafare al Commissario inglese per avere informazioni e perchè ·prendesse al riguardo misure di carattere conservativo. Fino ad oggi Ministro Inghilterra non ha risposto. Demidoff ha pregato anche Giers inte:essarsi della questione presso V. E.

178

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. U. 451. Londra, 15 novembre 1918.

Telegramma di V. E. Gab. n. 9 (2).

Baliour mi ha detto testé non aver per il momento alcuna intenzione recarsi Parigi. Egli ignorava presenza di V. E. costi e me ne ha anzi chiesto motivo, del quale mi sono naturalmente dichiarato ignaro. È possibile che prossimamente si rechi Parigi Cecil per Comitato marittimo interalleato. Circa conferenza pace Balfour, premesso che esprimeva soltanto vedute sue personali ha detto sembrargli che intera conferenza possa suddividHsi in tre c atti > : l) conferenza interalleata; 2) conferenza dei belligeranti; 3) conferenza universale per esame questioni d'interesse generale (lega della nazioni) alla quale potranno volendolo partecipare tutti i Governi del mondo. Prima conferenza che è la più importante non potrebbe eventualmente riunirsi che a Parigi. Una volta convenuti qui!vi i plenipotenziari alleati accompagnati dal molteplice e multiforme stuolo di tecnici e funzionari (per quanto concerne Gran Bretagna si aggireranno fra i 400 ed i 500) sembra a Balfour non valga la spesa di trasportare tutta la macchina altrove.

Quanto alla data riunione non crede sarà possibile per i rappresentanti

brjtannici lasciare l'Inghilterra prima del 15 o 16 dicembre prossimo ossia inlme

i.iatamente dopo le elezioni. Ad una mia domanda per conoscere quali tra gli

alleati dovranno partecipare prima conferenza ha replicato Segretario di Stato

parergli che nucleo della Conferenza debba essere costituito dai tre alleati europei, Giappone ed America. Seguendo precedente stabilito nella ultima riunione rappresentanti alleati minori sarebbero convocati nelle sedute in cui loro rispettivi interessi verranno in discussione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. Con esso Sonnino chiedeva se Balfour avesse intenzione di venire subito a Parigi e quale fosse il pensiero del Governo britannico circa la sede della conferenza della pace.
179

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2345/8. Pera, 16 novembre 1918, ore 19,30 (per. ore 6 del 18).

Di fronte all'ampiezza delle affermazioni militari britanniche e francesi ed alla creazione di una commissione militare di controllo che attualmente non può diventare che anglo-francese, sarebbe opportuna la venuta urgente dalla Macedonia di qualche reparto di truppe scelte compresi un paio di squadroni di cavalleria. Occorrerebbe inoltre qualche buon ufficiale conoscitore della Turchia. L'Ammiraglio inglese che è stato nominato Alto Commissario britannico mostra di credere che dovrebbe anche avvenire la nomina di un Commissario italiano. Non mi consta che da parte francese sia avvenuta e per parte mia non sento il bisogno di speciale titolo per esercitare pel meglio le mie funzioni in diretto accordo coll'Ammiraglio italiano ..... [manca] colla dipendenza delle truppe. Ma se una nomina è allo studio prego telegrafarmi per norma di linguaggio (1).

180

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (2)

T. GAB. 28. Parigi, 16 novembre 1918, ore 20,35 (per. il 17 mattina).

Ministero delle Colonie telegrafa quanto segue:

« Telegramma Gab. 2325 bis/9880 del 13 novembre (3).

Faccio seguito al mio telegramma del 13 corrente n. 9880 per riprodurre integralmente telegramma Governatore Tripolitania del 12 ·corrente "Nemico che da molto tempo non dava più segno di vita nel pomeriggio giorno 1J. ha battuto con artiglieria da 37 per circa 45 minuti forte Belai. Nella sera molestò lo stesso forte con fuoco fucileria.

Subìte perdite leggere un morto e un ferito. Ma tale ripresa attività può essere indizio dell'azione di Enver Pascià. Artiglieria, come è noto, è di tempo in tempo, diretta in Tripolitania da ufficiali turchi.

Attacchi con artiglieria di Sidibilal del 12 corrente è flagrante violazione dell'armistizio per la quale ripeto le ·conclusioni del mio telegramma del 13 corr.

f2\ 11 telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello pervenuto a Londra. Il telegramma fu trasmesso anche a Washington, l!OsLanunopoli e all'ambasciata di Parigi.

n. -9880 aggiungendo che se V. E. lo crede opportuno si potrebbe minacciare ed

eventualmente eseguire rappresaglie 'contro Turchia inadempiente"». Presidente del Consiglio mi telegrafa quanto segue: (telegramma Gab.

n. 2871 del 15 novembre) (1).

Prego V. E. richiamare attenzione di codesto Governo su quanto precede invitandolo a dare opportune istruzioni ai suoi rappresentanti a Costantinopoli perchè cessi una situazione intollerabile a nostro danno e che potrebbe pure essere gravida di pericoli per la pace generale.

(l) Fino dal 12 novembre 1918 con t. uu. 1370 Sonnino, appunto a seguito della nomina del Viceammiraglio Calthorpe ad Alto Commissario britannico a Costantinopoli, comunicatagli dal Governo britannico, aveva provveduto a conferire al Conte Sfo.rza titolo e funzioni identiche. Il telegramma non giunse a destinazione, e fu dovuto ripetere il 19 novembre (t. gab. 1674).

(3) -Pubblicato al n. 137.
181

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 315)

T. 2883/29. Parigi, 16 novembre 1918, ore 20,35 (per. ore 5 del 17).

Pichon mi ha detto che Principe Alessandro di Serbia si era rivolto a Franchet d'Esperey esponendo grande agitazione ,che divisione italiana si avanzava tra Ober e Lubiana dove operavano truppe jugoslave e che tale avanzata poteva dar luogo a conflitti. Ho risposto che ignoravo nostra avanzata; che non sapevo di che « truppe jugoslave » si trattasse. Mi sono mantenuto molto riservato, ma mio consiglio è che se tale avanzata non è indispensabile per ragioni militari sia molto meglio astenersene. Pregati metterti in comunicazione per questo riguardo col Comando Supremo sconsigliandola.

Pichon mi ha dichiarato confermato utilità incontro preliminare fra maggiori potenze alleate ai primi dicembre. Io parto questa sera per Roma.

182

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 318)

T. 2886/31. Parigi, 16 novembre 1918, ore 20,35 (per. ore 5,30 del 17).

Circa situazione in Libia ho comunicato tuo telegramma (l) insieme a quello di Colosimo (2) ai RR. Ambasciatori a Parigi, Londra e Washington e Alto Commissario Costantinopoli invitandoli a rappresentare ai governi inammissibilità situazione a nostro danno, gravida di pericolose conseguenze per la pace, invitandoli a opportune urgenti pressioni su Governo ottomano. Ne ho parlato io stesso a Pichon che mi ha promesso di agire nel senso da noi desiderato.

Pregoti comunicare a Colosimo.

(l) -Pubblicato al n. 168. (2) -Cfr. n. 180.
183

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, pp. 319-320)

T. 2887/30. Parigi, 16 novembre 1918, ore 20,35 (per. ore 7 del 17).

Rispondo tuo telegramma Gab. n. 2875 (1).

Avendo avuto ieri anche io notizia dell'invio a Fiume di truppe serbe avevo telegrafato Londra e Washington (2) quanto segue: «Stato maggiore riferisce che è annunziato prossimo l'arrivo di due battaglioni serbi a Fiume. Prego richiamare l'attenzione di cotesto Governo su questa notizia che voglio ritenere infondata. Non potremmo ammettere infatti l'arrivo di truppe se.rbe che, data la situazione della città di Fiume, potrebbe provocare conflitti con la popolazione e con le nostre truppe, alle quali evidentemente non potremo dare ordine di ritirarsi. Non abbiamo però alcuna obiezione che si rechino a Fiume insieme a nostre che furono colà chiamate da quei nostri ·connazionali, truppe francesi inglesi o americane~.

Analoga comunicazione avevo fatto a Bonin. Ne ho parlato io stesso a Pichon che mi ha detto che comprendeva che l'occupazione nei territori elencati nell'accordo di Londra come assegnabili all'Italia fosse essenzialmente italiana e sotto comando italiano, non così per i luoghi come Fiume e Cattaro che non ci erano stati assegnati. Quivi le occupazioni dovevano essere interalleate nè si potevano escludere i serbi. A Fiume andarono inutilmente «franco-serbi~. Ho osservato che secondo il Patto di Londra Fiume era riservata alla Croazia e non ai serbi. Mi sono mostrato in tutto molto riservato mettendo in guardia Pichon contro possibili probabili conflitti tra truppe italiane e truppe serbe il che sarebbe pericoloso.

184

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 690. Venezia, 16 novembre 1918 (per. ore 1,105 del 17).

Nella riunione di stamane dei delegati navali alleati Ammiraglio francese Fatou mi comunicò avere avuto da Ammiraglio Cauchet ordine di fare alzare bandiera francese in tutti i punti ove avesse trovato alzata quella italiana. Sembrami che se fosse messo in esecuzione tale divisamento sui territori da noi occupati patto di Londra potrebbe essere causa di disordini.

(l) -Pubblicato al n. 170. (2) -T. Gab. 1672-bis/26 del 16 novembre 1918.
185

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2352/328. Washington, 16 novembre 1918 (per. ore 6,55 del 17).

Polk mi diceva testè che il viagg,io di Wilson in Europa non poteva darsi ancora per definitivo. Wilson ci tiene molto ma è ostacolato da mille difficoltà. Situazione politica interna è molto seria. Molti problemi urgenti reclamano soluzione immediata. Epoca, durata, modalità e scopo viaggio dovendo essere esattamente stabiliti danno luogo ad obiezioni da appianare. Poichè ad ogni modo Wilson non potrebbe sedere alla conferenza come delegato nè potrebbe assumere Presidenza in paese estero suo viaggio mirerebbe avvicinare prima dei lavori i vari Sovrani, Capi di Stati ed i Capi e membri di Governo. Se il viaggio sarà deciso (e la decisione non può tardare) la partenza sarebbe prossima. Senza mostrarmi informato della notizia data da House a Bonin Longare ho detto a Polk che l'annunzio del viaggio di Wilson ha suscitato .in Italia una aspettazione febbrile contandosi già da noi di potergli riservare nel Regno l'accoglienza entusiastica che è nel desiderio di tutti gli italiani. Le parole rispostemi da Polk confermano ampiamente i sentimenti amichevoli qui nutriti a

nostro riguardo. Egli mi ha detto pure che Lansing andrà certamente a Parigi per i lavori preliminari della conferenza.

186

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2342/325. Washington, 16 novembre 1918 (per. ore 17,30 del 17).

Il Presidente del Consiglio mi ha scritto il seguente telegramma: « Mi si comunica che alla festa quarantesimo episcopato del Cardinale Gibbons parteciparono Governo francese, Governo ,inglese e che quindi notata nostra astensione. Si aggiunge che Cardinale è molto popolare ed è stimato da Presidente Wilson. Si dice pure che le feste sono state prorogate e che in tale occasione si potrebbe rimediare alla nostra prima astensione. Prego V. E. esprimermi il suo parere su tutto quanto precede e sulla opportunità e maniera di un nostro intervento>. Non sapendo a quale ufficio di Palazzo Braschi andrebbe la mia risposta che contiene apprezzamenti delicati la trasmetto qui sotto pregando V. E. farla pervenire a S. E. Orlando: «Non vi sono state nè vi saranno feste pel giubileo episcopale del Cardinale GJbbons. Franc.ia, Inghilterra e Belgio mandarono qui speciali prelati portare le felicitazioni al Cardinale. Per la S. Sede è ora in viaggio Monsignor Cerretti. Governo francese fece rimettere inoltre al Cardinale per mezzo di questo Ambasciatore di Francia insegne Grand'Ufficiale Legion d'onore. Di tutto ciò ho dato notizia a S. E. Ministro Affari Esteri. In queste manifestazioni vi è stato il

proposito di ingraziarsi il partito cattolico americano. È vero che il Cardinale Gibbons è popolare e gode stima anche di Wilson che lo sa sopratutto un buon americano. Ma Wilson è un puro presbiteriano che seguendo con occhi diffidenti l'espansione dell'elemento cattolico trova minor motivo di compiacimento in tutto quanto può accrescerne il prestigio. Le manifestazioni venute dall'estero personalmente al Cardinale Gibbons possono essergli riuscite magari gradite in quanto il Cardinale di sentimenti pro alleati ha esercitato benefica influenza sui cattolici di qui fra i quali predomina l'elemento irlandese nè va esente l'elemento germanofilo. Ma non può averlo colpito l'astensione nostra perchè egli conosce abbastanza i rapporti speciali fra Santa Sede e Italia. Ciò premesso non escludo che il partito cattolico americano potrebbe rimanere soddisfatto da una manifestazione di simpatia dell'Italia verso il Cardinale. E poichè presumo che il R. Governo non disponga di un prelato cui affidare siffatta missione rappresentativa non rimarrebbe che affidare al R. Ambasciatore di esprimere al Car. dinale le felicitazioni del R. Governo. Questo passo verrebbe a coincidere più

o meno coll'arrivo del messo pontificio.

187

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l)

T. RR. 2483. Londra, 16 novembre 1918 (per. ore 21 del 17).

Telegramma di V. E. n. 2835 (2).

Recatomi ieri da Balfour per altre faccende accennai alla fine del colloquio alla nota indiscrezione. Dissi ben inteso lo facevo di mia iniziativa ed a titolo personale. Mi era sembrato indispensabile attirare tutta la sua attenzione sulla ovvia ripercussione che simili precedenti potrebbero esercitare a pregiudizio dello scambio di comunicazioni dirette e confidenziali tra i due Governi. Ciò a prescindere dal naturale risentimento da me provato per l'imbarazzo gratuitamente creato a V. E.

Balfour mostrò visibilmente penosa sorpresa. Dichiarò la cosa semplicemente « mostruosa :. e manifestò speciale rincrescimento per la noia cagionata a V. E. c che noi tutti qui sinceramente stimiamo ed amiamo :..

Escludendo fino a prova contraria che responsabilità comunicazione del telegramma possa risalire a Lloyd George aggiunse avrebbe con debita cautela fatto eseguire investigazioni per chiarire il fatto. A suo parere indiscrezioni potrebbero attribuirsi o a qualche imprudenza negli uffici Ammiragliato ovvero a violazioni da parte francese del nostro cifrario. Osservai seconda ipotesi non sembrarmi verosimile perchè in tal caso Barrère non avrebbe osato comun:i:care copia del telegramma. Balfour mi ringraziò dell'informazione e del carattere privato da me dato alla medesima.

Profittando intonazione amichevole della conversazione e della grande cordialità delle mie relazioni personali col Segretario di Stato credetti opportuno ritornare sul tema del contegno di Lloyd George a nostro riguardo, contegno dissi, che mi cagionava tanto maggiore sgradita sorpresa in quanto nel linguaggio a me tenuto qui da lui stesso e dagli altri funzionari del Foreign Office

7 -Dac11mtnti diplomatici • Serie VI • Vol. I.

non avevo finora constatato traccia alcuna di siffatte poco amichevoli dispo

sizioni.

« Con l'usata mia franchezza », aggiunsi, «permettetemi di dirvi che io non

arrivo a capire motivo di questo atteggiamento. Esso non mi sembra risponda

a concetti di politica pratica e non favorisce certo vostri interessi nei riguardi

delle relazioni con l'Italia. Voi siete legati verso di noi da obblighi sanciti da un

trattato. Ad essi, conoscendovi, so benissimo che non pensate un momento solo

a venire meno. Non vedo ciò stante quale tornaconto potete trarre dallo stuzzi

carci inutilmente in questioni di vitale nostro interesse indissolubilmente con

nesse ed in nessun punto contrastanti con le disposizioni del trattato stesso.

Finirete per raggiungere risultato strano e davvero incomprensibile in quanto

mentre dovrete eseguire lo stesso il trattato vi sarete gratuitamente alienate le

simpatie della nazione italiana oggi concorde nel desiderio di ri.nsanare nel

comune interesse intimità relazioni italo-britanniche. E tutto ciò per un mor

boso e dottrinario sentimentalismo e senza alcun altro vantaggio».

In questo mio ragionare Balfour ebbe l'aria di pienamente convenire. Disse

non arrivava ancora a spiegarsi su quale base V. E. ha fondato l'impressione sul

contegno poco amichevole del Governo inglese, affermò invece disposizioni qui

prevalenti a nostro riguardo conducono a conc1usioni in senso affatto contrario.

Insistette poi per sapere da me particolari sui motivi determinanti lagnanze

di V. E. Ripetei che i motivi non li conoscevo non avendo partecipato alle sedute

di Versailles nè preso visione dei processi verbali relativi. Quando però vedevo

lagnarsi V. E. al cui spirito amichevole e ,conciliante egli stesso aveva reso così

caloroso tributo dovevo concludere i motivi sono seri e positivi. Balfour mi disse

in conc1usione si proponeva di parlare a Lloyd George per avere da lui qualche

spiegazione.

Nel medesimo senso avevo la vigilia parlato in via strettamente personale

e confidenziale a Hardinge, linguaggio responsivo del quale echeggiò sostanzial

mente quello di Balfour.

(l) -Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. Esso è stato confrontato anche col testo conservato in AO. (2) -Pubblicato al n. 135.
188

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2804/439. Atene, 16 novemb1·e 1918 (per. il 17).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che l'opinione pubblica locale si sarebbe .probabilmente vieppiù eccitata per la notizia pervenuta dello sbarco a Corfù di rilevanti nostre forze.

Il Generale Moscopulos gli aveva inoltre telegrafato di incidenti fra marinai francesi e italiani dopo l'arrivo in queUe acque della nostra squadra. Egli desiderava in ogni maniera dar prova dei sentimenti amichevoli del Governo francese verso l'Italia ed in questo senso aveva telegrafato al generale. Ha aggiunto che mi sarebbe grato se potessimo autorizzarlo in qualche modo a calmare le apprensioni, per suo conto ingiustificate, che queste notizie avrebbero fatto nascere nel popolo che in questi giorni si dimostra particolarmente nervoso.

189

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2814/87. Atene, 16 novembre 1918 (per. il 17).

Politis in seguito protesta relativa agli attacchi ingiuriosi diretti all'Amministrazione del Generale Ferrera nell'Albania meridionale comparsi in un giornale ateniese mi ha detto era pronto dare le necessarie soddisfazioni. Il Ministro mi ha esposto la difficilissima situazione in cui si trova per arginare la violenza della stampa che continua la sua campagna contro l'Italia. Mi ha ,chiesto se autorizzavo ·a far sapere che la questione riguardante i rimpatri e le altre derivanti dalla vicinanza dei territori albanesi e greci erano trattate dai due Governi con reciproco spirito amichevole. Ho ,creduto aderire per il caso in cui dò possa concorrere a calmare la effervescenza pubblica basandosi sul telegramma di V. E. 878 del 3 agosto. Egli ha aggiunto che gli sa["ebbe utile per lo stesso scopo di poter annunziare come misura spontanea del Governo italiano che questi si prepara a sgombrare

il triangolo essendo cessate le necessità militari che ne decisero l'occupazione. (Mio telegramma 432 del nove corrente) (1).

190

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 2931/1585. Londra, 16 novembre 1918 (per. il 24).

L'organo che qui finora ha mostrato più calore pel movimento jugo-slavo ed usato più violento linguaggio verso le aspirazioni adriatiche dell'Italia è stato la Nation. Alcune espressioni contenute negli ultimi numeri della rivista radicale ne fanno prova. Nel primo di essi, a proposito delle conseguenze della vittoria dell'intesa, è detto che ormai il potere mondiale passa all'America, all'Inghilterra assistita dalla Francia come « brilliant third >, e al Giappone. «Niente aUro di eguale potenza sopravvive, poichè l'Italia troverà un potente rivale nella Jugo-Slavia e la Russia sarà fuori dell'agone europeo per più di una generazione». Nel secondo numero si dice: «La frizione fra gli jugoslavi e l'Italia sta diventando acuta. Gli italiani già senza alcuna giustifi-cazione hanno occupato Fiume: azione che per se stessa è sufficiente a pr'ovocare spargimento di sangue. Essi chiedono inoltre la resa completa di tutto il materiale di .~rUerra esistente nei paesi sud-slavi. Gli slavi asserisc.ono che le condizioni d'armistizio non si applicano a loro, come effettivamente ed equamente è il caso; ed essi hanno formalmente rich~esto l'Intesa di non occupare il loro territorio, od almeno di far sì che l'occupazione non venga effettuata da truppe italiane. La necessità di

rivolgere una forte parola all'Italia, la quale sembra dia luogo a giustificare ogni sospetto che si è potuto nutrire verso di essa per il suo sacro egoismo è

tanto più appariscente adesso che l'unione delle terre slave con la Serbia è stata

proclamata:..

Ho riferito quanto precede a V. E. per fornirle una nuova prova delle esagerazioni di queste siere radicali; esagerazioni che è sperabile finiscano col provocare un naturale senso di reazione in favore della giusta causa italiana.

(l) Pubblicato al n. 84.

191

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

(AO, reg. 4, p. 324)

T. u. 2890. Roma, 17 novembre 1918, ore 21,25.

A suo telegramma n. 607 (1). Credo anche io che interpretazione frase Clemenceau sia più prossima alla tesi sostenuta da V. E.

Ma d'altra parte data tendenza nostri alleati di largamente deferire ai jugoslavi io credo che il sottrarne una metà definitivamente possa essere preferibile. In altri termini, tutto per me dipende dal sapere quale sorte avranno le navi che noi lasceremo nei porti austriaci. Se esse debbono, ora o più tardi, essere affidate ai jugoslavi, sembra che nostro interesse sia nel senso che vengano ridotte al min~mo possibile. Quanto all'altro suo telegramma n. 690 (2), telegrafo subito a Parigi perchè Ambasciatore faccia passi nel senso giustamente indicato da V. E.

Se Ammiraglio francese insistesse, ella potrebbe fargl'i osservare che su questo tema sono stati interpellati i relativi Governi.

192

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2344/628. Parigi, 17 novembre 1918, ore 21,30 (per. ore 21,30 del 18).

Ho incontrato Clemenceau oggi alla sfuggita durante la cerimonia di Piazza della Concordia. Avendogli io fatto cenno del prossimo convegno dei Ministri alleati a Parigi ai primi di dicembre, egli mi parlò come se quell'eventualità non fosse ben sicura, poichè Lloyd George lo avrebbe pregato di recarsi a Londra per intendersi sulla procedura del Congresso. Clemenceau .non sl diceva molto disposto ad assentarsi ora da Parigi.

193

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 333)

T. GAB. P. 2897/632. Parigi, 17 novembre 1918, ore 21,30 (per. ore 9,15 del 18).

Membri Comitato jugoslavo signori Korosec, Trumbic e Cingria vennero ieri da me a farmi come agli altri Ambasciatori visita di cortesia. Essi non

fecero .alcuna allusione alla questione dei -confini nè a quella delle navi. Korosec mi fece però tre precise domande: primo, d'appoggiare presso mio GoVlerno loro domande di riconoscimento; secondo, d'ottenere a lui Korosec e a due segretari permesso recarsi prossima settimana attraversando Italia a Agram; terzo, che si potesse stabilire via Italia Fiume o altro porto Adriatico facile comunicazione per il personale del Comitato viaggiante da e per la Jugoslavia. Per le tre domande mi sono limitato a rispondere che avrei riferito mio Governo. La seconda richiedendo pronta risposta, ne ho tosto parlato con Sonnino il quale mi incarica di telegrafarti chiedendo tue intenzioni in proposito. Egli per suo conto ha i suoi dubbi ritenendo che non convenga mostrarsi troppo arrendevoli a persone venute qui a spiegare azione a _nostro pregiudizio. Rimango attesa tua disposizione per darla mia volta a Korosec.

(l) -Pubblicato al n. 174. (2) -Pubblicato al n. 184.
194

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, p. 325)

T. GAB. 2891. Roma, 17 novembre 1918, ore 22,20.

Ammiraglio Di Revel mi telegrafa da Venezia quanto appresso: (telegram,.. ma n. 690 del16 novembre) (1). Credo anche io che debba esservi equivoco e .che disposizione si riferisca alle occupazioni fuori il territorio del patto di Londra. In caso diverso, atto Governo francese sarebbe assai grave e nettamente disamichevole. Sta hene infatti, che nostra occupazione è anche a nome alleati, ma si è ritenuto che vi proceda esercito che ha operato, cioè italiano. Innalzamento bandiera si presterebbe interpretazione assai penosa. Prego chiarire sollecitamente.

195

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2373/15. Pera, 18 novembre 1918, ore 2,55 (per. ore 14,40 del 21).

L'ammiraglio Leviet ha annunziato la sua nomina ad Alto Commissario francese.

l suoi rapporti col colle.ga britannico sono freddissimi ognuno dei due essendosi già !agnato meco dell'altro.

196

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2356/453. Londra, 18 novembre 1918, ore 9,35 (per. ore 9,20 del 19).

Ho personalmente consegnato oggi ad Hardinge una mia nota firmata e redatta in base agli ordini di cui al Suo telegramma... [manca il numero] (2). Ho

seriamente attirato l'attenzione di S. S. sulle gravi conseguenze che potrebbero derivare dall'.inadempimento da parte della Turchia dei patti dell'armistizio. Hardinge mi disse che non solo in Tripolitania ma anche in altre regioni la Turchia non adempie ai patti stipulati. Questo Governo ha pertanto prescritto all'Ammiraglio di assumere un contegno minaccioso e lasciare intravedere vossibile occupazione di Costantinopoli.

(l) -Pubblicato al n. 184; (2) -Si tratta sicuramente del telegramma pubblicato al n. 180.
197

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2353/454. Londra, 18 novembre 1918, ore 9,35 (per. ore 12,20 del19).

Telegramma di V. E. Gab. n. 26 da Parigi (1).

Hardinge cui feci oggi la prescritta comunicazione, mi ha detto che in seguito domanda del Generale Franchet è probabile l'invio a Fiume di un numero molto ristretto di soldati britannici. Ebbi impressione che la mia comunicazione non gli giungesse inattesa.

198

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, pp. 335-336)

T. GAB. u. 2902. Roma, 18 novembre 1918, ore 14,50.

A tuo telegramma n. 632 (2).

Non avrei insuperabili difficoltà ad accogliere seconda e anche terza domanda del Comitato jugoslavo. Credo però che sarebbe ipocrisia sorvolare sulla prima, che riassume tutte le questioni. Io vorrei che tu parlassi chiaro a quei signori, sia pure aggiungendo che lo fai a titolo personale. Tu dovresti osservare che non è possibile pretendere che Governo italiano assuma attitudine amichevole verso un Governo che ha assunto verso di noi una attitudine disamichevole. Ciò è dimostrato non solo dai numerosi incidenti e difficoltà di cui hanno seminato la nostra occupazione, ma dalle loro dichiarazioni ufficiali circa pretese territoriali a cui l'Italia non può assolutamente consentire. I jugoslavi dovrebbero persuadersi della profonda differenza che passa tra il riconoscimento di un Comitato e il riconoscimento di un Governo. In questo ultimo caso, la questione territoriale non può costituire un sottinteso. Se i jugoslavi sono animati da sincere intenzioni di accordarsi con noi, dovrebbero incominciare dal far ciò, mentre i tentativi di forzarci la mano non possono avere altro effetto che di determinare la nostra legittima reazione. In conclusione, potrai fare intendere che questa questione assorbe le altre domande, poichè in sostanza si tratta di sapere se abbiamo da fare con amici o con nemici.

(l) -Riferito integralmente nel telegramma pubblicato al n. 183. (2) -Pubblicato al n. 193.
199

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1415. Roma, 18 novembre 1918, ore 15.

Sciam disposta chiedere Governo etiopico base art. 9 accordo Londra 1906,

concessione costruzione ferrovia che passando ovest Addis Abeba dovrà con

giungere ferrovia Eritrea già progettata sino Setit con ferrovia Somalia già

progettata sino Lugh, per le quali due ferrovie coloniali sono stati anche ac

cordati p& legge fondi necessari.

Prego esprimermi Suo pensiero in al"'gomento indicandomi forma che V. S. ritiene più opportuna per presentazione domanda se debba essere fatta da Governo italiano a Governo etiopico a nome della Sciam oppure come senv brerebbe preferibile direttamente dalla Sciam a Governo etiopico col patrocinio R. Legazione.

Sciam si proporrebbe far precedere a presentazione domanda opportuna preparazione presso capi locali e quell:i più influenti Ghebi. Prego indicarmi anche se converrebbe Sciam assumesse forma Società italoetiopica da costituirsi per circostanza.

200

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 1417. Roma, 18 novembre 1918, ore 15.

Turchia non ancora messo in esecuzione clausole armistizio concernenti Libia. Occorre agire prontamente presso Governo turco per rigorosa immediata e leale esecuzione clausole armistizio concernenti Libia. Prego interessarne

anche codesto Agente Britannico perchè non completa esecuzione armistizio in Libia avrà ripercussioni anche Egitto.

201

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1418. Roma, 18 novembre 1918, ore 15 (per. il 19).

Mio telegramma n. 1263 e precedente corrispondenza. Governo eritreo e Ministero delle Colonie ritengono che in seguito armilstizio Tur·chia blocco costa araba dovrebbe cessare. Anche Wingate dichiarò al R. Agente diplomatico Cairo ritenere non lontana epoca in cui blocco cesserà aggiungendo però che questione doveva decidersi Londra. Prego V. E. rappresentare codesto Governo che ·cessazione operazioni mi

litari contro Turchia comporta cessazione blocco costa araba e comunicarmi risposta.

202

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 2903. Roma, 18 novembre 11918, ore 15,30 (per. il 19 mattina).

Grazie de'l Suoi ultimi telegrammi. Comunicazione alla Francia del telegramma di Thaon di Revel ha tutta l'àpparenza di essere avvenuta in via ufficiale. Ad ogni modo, mentre ci giova di far sentire privatamente il nostro rincrescimento, non credo giovi allargare la ripercussione della cosa per non provocare nuovi incidenti con la Francia. Quanto a seconda parte del Suo telegramma n. 2483 (l) e particolarmente circa attitudine di Lloyd George, la risposta sarebbe alquanto imbarazzante, poichè per quanto le mie impressioni siano assolutamente giuste, esse tuttavia si fondano non già sopra un fatto concreto, ma su tutto quanto un atteggiamento. In alt.Ti termini l'impressione non sd raccoglie da un fatto ma da un sistema. Cito ad esempio: l) la viva parte presa da Lloyd George nell'incidente della flotta a tutto favore dei jugoslavi; 2) l'aHusione da lui fatta secondo la quale gli Alleati dovevano disciplinare la maniera della occupazione militare dei territori occupati per l'armistizio e che sono quelli del patto di Londra; 3) la speciale cura posta da Lloyd George nel diminuire l'importanza del concorso italiano quando si discusse della invasione della Ba

viera. Lloyd George parlava di trasportarvi l'armata d'Oriente con le truppe

jugoslave! Ciò .provocò la risposta di Foch che in tal caso l'opérazione doveva

rlnviarsi alla fine del 1919. E poichè qui l'interesse militare e degli Alleati

consigliava di servirsi dell'esercito italiano è evidente che tendeva ad evitare

un debito di riconoscenza verso di noi. Finalmente, e per concludere, V. E. co

nosce tutti gli atteggiamenti codesta propaganda nonchè le iniziative, anche

recenti, dello stesso Balfour per il riconoscimento del Governo jugoslavo.

Ora quest'ultima pretesa non può ritenersi amichevole per l'Italia in un

momento in cui questo preteso Governo jugoslavo nega i nostri diritti terri

toriali più evidenti. Io penso in proposito Governo inglese potrebbe conciliare

tale suo atteggiamento con gli obblighi contrattuali ed amichevoli che ha verso

di noi, solo quando facesse capire ai jugoslavi che il riconoscimento del loro

Governo non può procedere senza il pieno riconoscimento dei diritti territo

riali dell'Italia. Tale linea di condotta sarebbe pienamente giustificata ed avrebbe

tutto il mio volenteroso concorso, ma l'altra evidentemente no.

203

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA MARINA, DEL BONO

T. GAB. uu. 3546/22. Roma, 18 novembre 1918, ore 20.

Telegramma di V. E. 18 novembre n. 2449 (2).

Non risulta sia pervenuta a questo Ministero alcuna comunicazione da

parte della Francia relativamente all'im.nio a Fiume di un Colonnello deH'eser

cito francese incaricato di servizi logistici.

Condivido l'avviso espresso da V. E. e dal Capo di Stato Maggiore della Marina che sia da evitare la costituzione di una base na~ale di rifornimento per l'esercito-d'Oriente a Fiume mentre può eventualmente costituirsene una buonissima nella baia di Buccari.

(l) -Pubblicato al n. 187. (2) -Non pubblicato. Ma si veda più avanti il promemoria inviato da Del Bono a Sonnino. il 19 novembre 1918, pubblicato al n. 238.
204

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2362/246. Arcangelo, 18 novembre 1918, ore 20,22 (per. ore 16 del 19).

Mio telegramma Gab. n. 241 del 10 corrente (l) contiene già mio modo di vedere a proposito delle proposte del Governo dei Sovieti di cui Suo telegramma Gab. 1621 (2) solo oggi pervenuto. Come V. E. avrà rilevato sono anche io d'avviso che è da escludersi qualunque trattativa col potere massimalisti.

205

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERÌ, SONNINO

T. GAB. 2355/631. Parigi, 18 novembre 1918, ore 20,45 (per. ore 3 del19).

Secondo notizie da buona fonte Governo francese già starebbe facendo pratiche presso Governo inglese per farsi cedere alcune delle vecchie colonie inglesi nell'Africa in cambio di colonie tedesche. Possedimenti vagheggiati sarebbero Sierra Leone, Costa d'Oro e Nigeria. Governo inglese che tiene soprattutto a impadronirsi delle due colonie tedesche dell'Africa Orientale e dell'Africa Occidentale si mostrerebbe abbastanza arrendevole non però per la Nigeria intorno alla quale non intenderebbe fare concessione alcuna.

206

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 338)

T. GAB. 2907/641. Parigi, 18 novembre 1918, ore 20,45 (per. ore 5,50 del 19).

Telegramma di V. E. n. 2891 (3). Ho veduto subito Pichon. Egli non aveva alcuna notizia delle istruZiioni date all'ammiraglio Fatou e non credeva potessero avere la portata segnalata. Rite

neva piuttosto che esse importassero soltanto che ove sbarcassero truppe francesi, ivi si alzasse anche bandiera francese. In ogni modo ISi :riservavà di parlarne domani mattina con Clemenceau e di darmi subito dopo risposta precisa che telegraferò immedlatamente.

(l) -Pubblicato al n. 117. Esso reca la data dell'll novembre 1918. (2) -Pubblicato al n. 58. (3) -Pubblicato al n. 194.
207

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2350/630. Parigi, 18 novembre 1918, ore 20,50 (per. ore 3,10 del 19).

A quanto mi disse stasera Pichon, Clemenceau di fronte all'insistente invito dl Lloyd George si recherà per due giorni a Londra. Pichon aggiunse che l'invito di Lloyd George non ha alcuna relazione col convegno interalleato per negoziati di pace ed è motivato dal desiderio del Governo e del pubblico inglese

di festeggiare Clemenceau. È da prevedere che i due Primi Ministri non parleranno soltanto di festeggiamenti.

208

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2347/455. Londra, 18 novembre 1918, ore 21,30 (per. ore 1 del19).

Stamane il Manchester Guardian ha pubblicato uno dei soliti odiosi articoli di Evans con tendenze a noi ostili a base di notizie menzognere e con insistenti premure al Governo britannico per un pronto riconoscimento del governo jugoslavo. In un articolo editoriale di commento si ribadisce poi la vieta tesi radicale che cioè i trattati segreti sono oramai semplicemente da cestinarsi. D'altra parte mi fu ieri sera da persona seria confidato che il contegno intransigente degli jugoslavi comincerebbe a dare ai nervi non solo qui ma anche al Presidente Wilson. Il mio informatore veniva alla conclusdone che dalle loro intemperanze noi non abbiamo che a guadagnare. In un odierno privato colloquio con Drum-mond non gli ho nascosto il mio malumore per predetto articolo cui ho impressione possano tenere dietro anche altri. Mi rendevo conto, ho detto, dell'impossibilità in cui trovasi il governo d'impedire siffatte pubblicazioni. Temevo però che a lungo andare esse susciteranno in Italia violente legittime reazioni con nessun vantaggio della cordialità fra i due paesi. Drummond mi ha espresso il suo vivissimo rincrescimento per l'articolo che non aveva letto. Quanto ai commenti del giornale sulla sorte dei trattati segreti, ha osservato che tali incorreggibili elucubrazioni non devono prendersi sul serio. Ho replicato che ciò condividevo anch'io ma che comunque sarebbe meglio che simili eresie non venissero stampate.

209

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONF. 2368/11. Cristiania, 18 novembre 1918, are 22,40 (per. ore 20 del 19).

Apprendo da fonte sicura in via strettamente confidenziale che H Governo norvegese indirizzerà 'in questi giorni ai Governi alleati una nota per chiedere formalmente: l) ammissione della Rappresentanza norvegese alla Conferenza della pace laddove ed allorchè questa tratti di questioni che interessano la Norvegia o concernono in generale tutti gli Stati europei; 2) che Norvegia abbia eV'entualmente a far parte della Lega delle Nazioni; 3) la cessione completa ed assoluta dello Arcipelago dello Spitzberg alla Norvegia; 4) (piuttosto come espressione di voto) che la Norvegia venga compensata con navi ed indennità pecuniarie per le perdite di tonnellaggio e vite umane subite a cagione delle ostilità sul mare. Poichè questo Governo ha preso l'iniziativa di una simultanea azdone scandinava, è possibile che Ìl tpasso della Norvegia avvenga contemporaneamente a domande analoghe della Svezia

(l) e della Danimarca rivendtcanti rispettivamente l'Arcipelago Aland e lo Schleswig settentrionale. Se tale accordo a scopo di solidarietà politica non venisse raggiunto Norvegia agirà se sarà il caso per conto suo disponendosi altresi di comunicare a titolo di semplice informazione ai Governi neutrali le domande che sarà per rivolgere agli Alleati.

210

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2375/14. Pera, 18 novembre 1918, ore 22,40 (per. ore 21,35 del 21).

Ho già informato che il Gabinetto di Tewfik pasrià privo qualsiasi forza è quasi inevitabilmente destinato a cadere. Del resto suo sorgere alla vigilia arrivo delle squadre aveva per scopo di persuadere l'Intesa che i Giovani Turchi erano tutti cacciati ed ottenere quindi un trattamento di favore nel che sono stati disillusi dall'occupazione di Costantinopoli da parte numerosi contingenti inglesi, occupazione che i Turchi pur tacendo trovano non del tutto conforme allo spirito dell'armistizio. La caduta del Gabinetto di Izzet pascià alla vigilia del nost~o arrivo è considerata fra i Giovani Turchi come un atto arbitrario del Sultano.

(l) Cfr. tel. Gab. r. 452 del 18 novembre 1918, non pubblicato, diretto da Imperiali a Sonnino, con il quale si trasmetteva un promemoria confidenziale del Governo svedese, contenente la proposta di far dipendere da un plebiscito l'attribuzione delle isole Aland alla Finlandia o alla Svezia.· Cfr. n. 234.

211

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 17916. Roma, 18 novembre 1918, ore 23.

Da albanesi di America mi pervengono viv!lj<!i proteste (l) perchè nel distretto di Koritza, occupato da truppe francesi, sarebbe stata abbassata bandiera albanese, aperte scuole greche, favorita propaganda anti-albanese. Protestatari invocano deliberati Conferenza degli Ambasciatori del 1913 includenti regione nei confini stato albanese e proclamazione della indipendenza Albania fatta da francesi a Koritza nel dicembre 1916. Tanto comunico a V. E. per notizia.

212

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2358/331. Washington, 18 novembre 1918 (per. ore 18 del 19).

Telegramma di V. E. n. 28 da Parigi (2).

Ho esposto lungamente a Polk la situazione manifestandogliene la gravità, invocando collaborazione di questo Governo a Costantinopoli per farla cessare. Polk condividendo nostre preoccupazioni e riconoscendo nostro diritto ha lamentato che gli Stati Uniti non abbiano attualmente mezzo di farsi valere a Costantinopoli. Gli interessi americani sono rappresentati colà dalla Svezia. Ma in questo caso si tratta di cosa diversa e a parte il fatto che Stati Uniti non essendo stati in guerra con la Turchia non sono intervenuti nell'armistizio, vi è la circostanza che questo Governo ha ignorato sempre le comunicazioni direttegli da Costantinopoli, ciò che faceva temere a Polk che ogni avvertimento odierno da Washington per il tramite svedese sarebbe volutamente ignorato dal Governo ottomano. Ho suggerito allora a Polk che il Dipartimento di Stato avrebbe potuto attirare sulla faccenda l'attenZJione Foreign Office interessandolo a premere energicamente a Costantinopoli. Mi ha risposto di ritenere che ciò potrebbe farsi. Gli rimetterò domani a sua richiesta un memorandum e mi riservo telegrafare.

213

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 17872. Roma, 18 novembre 1918 (per. il 19).

In data del 16 corrente Legazione di Svizzera ha diretto seguente proposta del Ministero degli Affari Esteri di Vienna tendente a facilitare approvvigionamento Austria-Ungheria:

è altamente desiderabile e dovrebbe essere stabilita in tempo, prima prossimo convegnodella pace • (telegramma n. 1664/674, giunto a Roma il 10 novembre).

l) Dirigere su Trieste per radiotelegramma navi dell'Intesa naviganti con carico di viveri;

2) Autorizzare uscita navi austriache e ungheresi internate porti spagnuoli o nell'Adriatico e Mar Nero per trasportare viveri a Trieste rifornendole di carbone a Pola;

3) Sospendere blocco per questi trasporti; 4) ... [manca] da parte truppe Intesa dei treni viveri da Trieste a Vienna e altre regioni sprovviste. 5) Utilizzazione della via dell'Arlberg per questi trasporti scortati.

Prego V. E. comunicare Comitato alleato trasporti prima e seconda di queste proposte. Circa utilizzazione del naviglio austro-ungarico internato R. Governo ha già dato suo consenso alle proposte fatte da Governo britannico in seguito suggerimento Comitato interalleato marittimo di Londra.

(l) -Il 3 novembre 1918 Macchi di Cellere aveva trasmesso a Sonnino un lungo rapportocirca i propositi e i reclami del Consiglio della Vatra, seguendo il quale • un'intesa italaalbanese salvaguardante diritti territoriali e sovrani dell'Albania cosi come diritti italiani (2) -Pubblicato al n. 180.
214

IL MINISTRO A TANGERI, RINELLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2834/22. Tangeri, 18 novembre 1918 (per. il 20).

Residente Generale nel protettorato e mio collega Francia hanno espresso avviso che la questione di Tangeri va risolta secondo vedute :lirancesi ciò che conferma mto rapporto n. 143.

Mio collega ha aggiunto che l'Atto generale dell::\ Conferenza di Algesiras si deve ritenere decaduto.

215

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, E ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1416. Roma, 18 novembre 1918.

(Per Londra). Ho telegrafato quanto segue al R. Agente diplomatico al Cairo. (Per tutti). Turchia non ancora messo in esecuzione clausole armistizio concernenti Libia.

Ufficiale superiore turco, nome ignoto, ma che non escludesi possa anche essere Enver Pascià, sbarcato Tripolitania tenta organizzare civilmente, militarmente Paese.

V. S. faccia presente quanto precede Alto Commissario esponendogli necessità che egli agisca presso Autorità britan~1iche Costantinopoli perchè prontamente e rigorosamente ottengano da Turchia immediata comoleta leale esecuzione clausole armistizio concernenti Libia.

Ciò nel comune interesse Alleati per evitare pericolo che dopo conclusione pace Turchia vinta continui indirettamente guerra Afdca Settentrionale. (Per Londra). Prego V. E. interessarsi presso codesto Governo stesso. senso.

216

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2359/332. Washington, 18 novembre 1918.

Wilson ha informato oggi nel pomeriggio avere deliberato definitivamente di recarsi in Europa. D'altra fonte bene informata apprendo in questo momento che la sua partenza avverrà ai primissimi di dicembre e sbarcherà direttamente in Francia.

Qualsivoglia eventuale manifestazione V. E. desideri fare pervenire in questa circostanza a Wi1son converrà mi sia telegrafata d'urgenza assoluta.

217

IL GOVERNATORE DELL'ERITREA, DE MARTINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO

T. 5022. Cheren, 19 novembre 1918, ore 6,55 (per. il 21).

I te1egrammi nn. 409 e 410 (l) del R. Ministro in Addis Abeba che trasmetto a V. E. hanno, alla vigilia dei negoziati di pace, un valore speciale poichè mettono di nuovo al vivo nella sua attualità e gravità U problema del rifornimento d'armi all'Etiopia che per la Francia è chiave della sua invadente politica e che cessata la guerra ora rimette sul tappeto.

Come V. E. bene intende se nelle nuove convenzioni coloniali questo punto non è ben fermo il danno sarà irreparabile per noi pel fatto stesso di una Etiopia risorgente militarmente sotto la tutela della Francia e per lo scacco profondo della nostra politica in Etiopia.

Nessuna transazione nessun componimento su questo terreno possono avere compensazione per questa Colonia chiusa come sarebbe ad ogni avvenire e minacciata nell'esistenza poichè io penso che nessuno in Italia se l'Etiopia armata d attaccasse penserebbe per essa a nuove imprese militari.

Ma se verso l'Etiopia la Francia insidia nè è da illudersi di poter con essa cessare le coffijpetizioni di dominio e di influenza dopo una comune politica di penetrazione economica, non è senza preoccupazione l'attitudine dell'Inghilterra nel Mar Rosso che ora tende chiaramente a monopolizzare i commerci dell'Arabia con artificiosa politica di esclusione per noi dalla libera navigazione, come ne è prova il perdurare del blocco delle coste arabe per accentrare ad Aden ·contro Massaua, naturale e più vicino emporio dell'Assire dello Yemen, tutti i traffici.

Non la risurrezione economica e marittima ma la morte di Massaua seguirebbe a breve scadenza.

L'Eritrea si trova pertanto esposta per l'una e per l'altra parte a gravi conseguenze che direttamente condurrebbero a rendere sterile e vano il programma verso l'Arabia e verso l'Etiopia che V. E. ha indicato come meta della nostra azione nell'Africa orientale.

(l) Si tratta dei telegrammi nn. 100 e 101 inviati da Colli di Felizzano a Sonnino. 1'11 novembre 1918, e pubblicati ai nn. 176 e 116.

218

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2365/112. Berna, 19 novembre 1918, ore 9,30 (per. ore 4 del 20).

Professar Herron venuto oggi a Berna mi ha parlato della intransigenza di cui fanno sempre maggior pompa in Svizzera i rappresentanti jugosD.avi e della campagna f~roce ch'essi muovono contro l'Italia. Dei loro sentimenti a nostro riguardo egli ebbe personalmente prova indubbia nelle conversazioni avute settimana scorsa coi serbo-croati e sloveni stessi a Ginevra per la Conferenza jugoslava. Oltre Korosec Pachitch le ·cui scarse simpatie per noi non lo meravigliarono egli notò che anche Trumbic si rivelava adesso sotto altra veste non nascondendo la sua poca tenerezza per l'Italia e per il nostro ingrandimento. Prof. Herron mi ha aggiunto che ingiustizia evidente della pretesa jugoslava l'ha indotto ad uscire dal suo riserbo. E.gJi ha diretto al Presidente Wilson ed al colonnello House un rapporto interamente a noi favorevole dove si svelano e si condannano le mene di Pachitch e consorti. Herron teme che l'ostinazione degli jugoslavi non obblighi l'Italia ad un intervento armato per ricondurli alla ragione. Di questo rapporto egli mi manderà copia domani a titolo puramente confidenziale.

219

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 343)

T. P. 2915/642. Parigi, 19 novembre 1918, ore 12,20 (per. ore 19,15).

Ho ricevuto tuo telegramma n. 2902 (l) e rerrò qui linguaggio indicatomi che non sarà del resto che la continuazione di quello che già ho tenuto a quei signori. Vi è però la seconda domanda, quella cioè concernente il viaggio di Korosec ad Agram via Italia, alla quale non posso differire risposta affermativa

-o negativa dovendo egli partire entro corrente settimana. È da prevedere che se noi non rispondiamo egli prenderà via Svizzera Austria. Suggerirei di autorizzarmi a dargli risposta affermativa anche perchè House mi ha fatto dire stamane da Frazier che ci consigliava di lasciar passare Korosec al quale egli aveva dato tutti i possibili consigli di prudenza e che giudicava più calmo degli altri. Autorizzazione che io potessi annunziare mi offrirebbe anche buona occasione di riavere senza avere aspettato di desiderarla nuova conversazione con quei signori e di parlar loro come desidero. Pregoti quindi rispondermi di urgenza su detto punto indicandomi eventualmente se e quali modalità prescriverai per viaggio. Come ho telegrafato testè a Sonnino, Clemenceau avrebbe promesso a Korosec riconoscimento dopo eseguito armistizio.
(l) -Pubblicato al n. 198.
220

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2357/633. Parigi, 19 novembre 1918, ore 13,40 (per. ore 19,10).

Frazier è venuto da me evidentemente mandato da House per dirmi che Korosec e Cingria sono stati ieri dal Colonnello ad esporgli le loro preoccupazioni per le nostre successive occupazioni e gli hanno parlato della nostra presenza a Lubiana dove di conseguenza penserebbero di fare arrivare anche truppe serbe. House li ha sconsigliati ed ha raccomandato loro la calma e di evitare con cura ogni occasione di conflitti. Korosec ha parlato a House del suo desiderio di recarsi a Agram via Italia e del suo timore che il Governo italiano non glielo consenta. House quindi ci consiglia autorizzare e facilitare viaggio a Korosec la cui presenza ad Agram avrebbe, secondo House, effetto di calmare colà gli animi. Risposi a Frazier che circa via~gio Korosec attendevo ordini dal mio Governo; circa pretesa occupazione <N Lubiana nulla sapevo. Quella città era fuori della linea d'armistizio, fuori del patto di Londra e nessuna aspirazione avevamo su di essa. Sola spiegazione della nostra eventuale presenza colà poteva essere un appello delle autorità locali per ragioni d'ordine pubblico; però non ne sapevo nulla e non credevo la cosa probabile. Frazier mi ha detto che Korosec aveva domandato invio di truppe americane nelle regioni jugoslave e House ha telegrafato a Washington consigliando quella misura. Egli aveva notato come quella domanda coincidesse con la nostra. Frazier mi ha detto da

ultimo che Clemenceau avrebbe ieri promesso a Korosec riconoscimento dopo esecuzione armistizio.

221

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

(AO, reg. 4, pp. 339-340)

T. u. 2910-2911. Roma, 19 novembre 1918, ore 14,50.

(Per Parigi e Londra). Venne da me Barrère e mi parlò in nome di C'lemenceau dei saputi incidenti occorsi in via di esecuzione dell'armistizio e precisamente circa il fatto di avere noi oltrepassata la linea nel caso per cui avvenne protesta principe Alessandro, p·er occupazione di Fiume e per mancato concorso truppe alleate nelle nostre occupazioni consentite dall'armistizio. Si chiedeva: l) che noi ci contenessimo nei limiti territoriali segnati dall'armistizio; 2) che noi ci astenessimo da ogni occupazione al di là, che doveva essere fatta soltanto dalle truppe franco-serbe dell'armata d'Oriente; 3) che in via normale dovesse avvenire concorso truppe alleate nei territori segnati dall'armistizio. Risposi negando ogni importanza al primo incidente in cui, se sconfinamento vi fu, ciò fu dovuto a comprensibile errore che non ho nessuna difficoltà sia rettificato. Quanto ad occupazione Fiume, dichiarai che cosa avvenne in seguito a precise

notizie di sopraffazione in danno degli italiani, notizie confermate da testimoni inglesi ed americani. Aggiunsi che clausole armistizio ammettevano occupazioni

per motivi ordine pubblico al di là dei limiti segnati, e che non era ammissi

bile pretesa che tale facoltà fosse negata a noi per essere riservata all'esercito

franco-serbo.

Dissi che si era disposto perchè alla occupazione di Fiume si procedesse

con truppe interalleate e che già vi era arrivato un reparto americano. Quanto

a concorso truppe interalleate nei territori consentiti dall'armistizio, riconobbi

che questo era un diritto degli Alleati, a proposito del quale, però, non ritenevo

amichevole che ci venissero fatte pressioni.

Dichiarai finalmente che in ogni caso tale eventuale concorso dovesse farsi

con le truppe che hanno formato parte dell'esercito che ha combattuto sulla

nostra fronte. Barrère si riservò di dare comunicazione di queste risposte al

suo Governo.

(Per Parigi). Sarà bene che V. E. dia comunicazione del presente telegramma al colonnello House, mentre ne avverto 'il nostro Ambasciatore a Londra.

222

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (l)

T. GAB. 1671. Roma, 19 novembre 1918, ore 15.

Il Capo di Stato Maggiore della Marina mi comunica il seguente telegramma inviato dal Comandante in Capo delle forze navali alleate del Mediterraneo (francese) all'ammiraglio francese Fatou (2).

«J'estime qu'il conviendrait que les drapeaux des Puissances Alliées soient hissés à coté du pavillon italien sur tous les points des iles Dalmates et sur la cote de Dalmatie où dernier a été arboré.

Je vous prie d'informer la Commission Intéralliée de cette mesure et de donner ensuite les ordres nécessaires pour sa réalisation.

J'en informe le Ministre de la Marine à Paris ».

Ammiraglio Revel fa presente che gli sembrerebbe una superfetazione la presenza di tutte le bandiere degli Alleati e degli Stati Uniti in tutti i paesi da noi occupati in nome degli Alleati e Stati Uniti. Concordo con l'ammiraglio Revel e non posso a meno di osservare che mentre la linea d'armistizio approvata dagli Alleati segue precisamente il tracciato del patto di Londra che ci garantisce da parte francese ed inglese il possesso definitivo delle località comprese in tale linea, questo e consimili atti in favore di jugoslavi, specie da parte francese, tendono a far apparire precaria la nostra occupazione. Ammetterei la presenza delle quattro bandiere italiana, francese, britannica, americana, nelle località occupate o da occuparsi in seguito all'armistizio e non riservate all'Italia nel patto di Londra.

Quanto precede per norma di linguaggio di V. E. con codesto Governo (3).

8 -Domment; Jiplomatiti · Serie VI -Vol. I.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra e Washington. (2) -Cfr. n. 184. (3) -Orlando aveva già informato direttamente Bonin Longare, fin dal 17 novembre, e questi gli aveva già risposto con il telegramma in data 18 novembre. Cfr. nn. 194 e 206.
223

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2374/16. Pera, 19 novembre 1918, ore 18 (per. ore 0,30 del 22).

L'Ammiraglio inglese radiotelegrafa a Sebastopoli all'Ammiraglio tedesco perchè vengano consegnate le navi da guerra all'imboccatura del Bosforo: se rifiuterà manderà a prenderle. Egli ci ha detto che prepara l'invio delle forze navali a Novorossisk per entrare in contatto con le forze militari russe del generale Derikin rimasto fedele all'Intesa. Mi consta che l'Alto Commissario inglese gradirebbe una rap

presentanza italiana in detta forza navale che comprenderà anche le navi da guerra francesi.

224

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2376/17. Pera, 19 novembre 1918, ore 19 (per. ore 5 del 22).

Due agenti ucram1 sono venuti comunicarmi che Hetman ha dichiarato tende alla riunione di tutta la Russia in pieno accordo con l'Intesa. Il Governo ucraiJno teme eccessi rivoluzionari a Kieff ed .a Odessa e supplica l'immediato invio a Odessa di qualche nave da guerra la quale possa sbarcare poche migliaia uomini. Ho promesso informerei Ammiraglio italiano. I due agenti vedranno stasera Alto Commissario francese e sperano essere ricevuti domattina dall'inglese. Sarebbe opportuno completare nostra div1sione navale per permettere una nostra rappresentanza alle varie azioni del Mar Nero pur mantenendo qualche unità nell'Egeo (?). L'invio immediato dalla Macedonia di nostre truppe qua ove è necessario

visto l'occupazione anglo-francese potrebbe apparire giustificato anche da eventuale inoltro in Russia.

225

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 344)

T. 2916/646. Parigi, 19 novembre 1918, ore 20,15 (per. ore 1,30 del 20).

Mi:o telegramma n. 641 di ieri (1). Pichon dopo parlato con Clemenceau mi telefona confermandomi esattezza sua 1nterpretazione che cioè bandiera francese deve alzarsi dove vi è occupazione interalleati e dove trovansi truppe francesi. È questione di misura egli

dice e noi non andremo certamente ad alzare bandiera francese per esempio a Th-ieste.

(l) Pubblicato al n. 206

226

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA

T. 1427. Roma, 19 novembre 1918, ore 21.

Suo telegramma Gab. n. 87 (1). Tutta colpa grave danno che certi articoli menzogneri come quello Embros possono arrecare relazioni tra nazioni italiana e greca ricade: quasi completamente e soltanto sull'autorità ellenica per la compiacenza dimostrata dalla censura verso stampa. Governo italiano attende quindi da Governo greco che intervenga rimediare mal fatto e noh può in queste condizioni consentire a far passare per misure dipendenti da accordi. quelle che sono misure spontanee Governo italiano come liberazioni ormai completate col condono dell'H novembre di tutti internati oriundi regioni albanesi. Mentre resto attesa notizie complementari richiestele circa articolo Embros confido Governo ellenico saprà ricon~ durre stampa greca e mantenerla sulla vià serenità e obiettività stampa.

Circa sgombero triangolo rispondo con altro telegramma. Questione va tenuta separata e mantenuta su terreno obiettivo.

227

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1428. Roma, 19 novembre 1918, ore 21.

Consiglio nazionale austro-tedesco ha chiesto al Governo spagnuolo di riconoscerlo facendogli sapere che si propone di valersi per proprie ra,ppresentanze all'estero delle Missioni diplomatiche austro-ungariche già esi:stenti. Governo spagnuolo ha incaricato questo suo ambasciatore di comunicare quanto precede e di chiederci vedute in proposito del Governo italiano non desiderando fur

cosa che possa dispiacerci. Prego V. E. telegrafarmi se uguale passo è stato fatto presso codesto Governo e come è stato ri,sposto.

228

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1673. Roma, 19 novembre 1918, ore 21.

Questa Legazione di Svizzera mi ha comunicato che i diplomatici neutri residenti a Vienna riunitisi sotto la Presidenza del Nunzio chiedono l'occupazione

strategica di Vienna per parte di truppe della Intesa da farsi in conformità al

l'art. 4 dell'armistizio. I rappresentanti diplomatici neutri soggiungono che

questa sarebbe la sola misura che potrebbe garantire l'ordine.

(Meno Comando Supremo). Prego V. E. comunicarmi pensiero di codesto

Governo.

(Solo· Comando Supremo). Comunico quanto precede alle RR. Ambasciate a Parigi, Londra e a Washington incaricandole di telegrafarmi H pensiero dei singoli Governi.

(l) Pubblicato al n. 189.

229

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 17937. Roma, 19 novembre 1918, ore 22 (per. il 20 sera).

Questa Ambasciata russa comunica che Governo Caucaso Caspio ha espresso desiderio sottomettersi Governo provvisorio unico centrale tutta Russia già riconosciuto da Governi Siberia Arcangelo Urali Comitati Membri Costituente ed altri formatisi nella lotta contro bolscevichi. Ritengo convenga appoggiare l'anzidetto desiderio che mirerebbe unificazione Russia in Stato democratico.

230

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2384/88. Atene, 19 novembre 1918, ore 22,15 (per. ore 19 del 20).

Benchè tono della stampa verso l'Italia si sia alquanto moderato in seguito aile mie rimostranze continua la propaganda verbale diretta ad eccitare sempre più gli animi contro l'Italia considerandola come l'unico ostacolo alla realiz.. zazione delle aspirazioni elleniche e dei compenS'i dovuti alla Grecia quale alleata dell'Intesa. Movimento sembra prendere piede anche negli ambienti militari. Mi si dice che alcuni ufficiali nelle caserme pronunziano discorsi del tutto ostili. Ieri sera un tenente dei nostri arditi, qui in licenza, .Lncontrato in divisa in un sobborgo della città da alcuni soldati greci, ebbe con loro alterco degenerato in r-issa da cui usci malconcio. Non di rado avviene che nostri connazionali siano dal pubblico insolentemente apostrofati ed alcune influenti persone della nostra colonia sono venute a manifestarmi i loro timori che questi incidenti possano assumere maggiore gravità. Sulle questioni nazionali e le passioni che il popolo greco V'i. porta soffiano i :partiti realisti e di opposizione nella speranza di rovesciare Venizelos e il

gruppo che in suo nome governa. Incominciano ad apparire segni di numerose prossime defezioni.

231

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2391/247. Arcangelo, 19 novembre 1918, ore 22,23 (per. ore 14 del 20).

Telegramma di V. E. n. 1669/69 (1).

Ciaicosky in private conversazioni coi capi missioni alleati ed in pubblici discorsi ha affermato a più riprese pieno diritto della Russia di prendere parte alla Conferenza della pace in considerazione degli enormi sacrifici sopportati nei primi tre anni di guerra fino a quando essa e i suoi alleati non fu:rlono traditi dai massimalisti sconfessati dalla maggioranza del popolo russo e da tutti i partiti. Uguale tesi è unanimemente sostenuta dalla stampa di questa regione. Viene affermato che essendo oramai ad Omsk un governo legalmente costituito di tutta la Russia unita nulla può opporsi alla partecipazione della Russia alla Conferenza della pace. Stando cosi le cose un riconoscimento a breve scadenza del Governo di Omsk da parte degli Alleati, anche semplicemente come governo di fatto, renderebbe l'eventuale rifiuto degli Alleati all'ammissione di delegati russi al Congresso della pace più difficile e apparirebbe all'opinione pubblica russa ingiustificato. Credo dovere quindi attirare l'attenzione di V. E. sulla opportunità a mio avviso che la questione del riconoscimento del Governo di Omsk venga esaminata e risolta tenendo presente l'altra questione che vi è connessa della partecipazione o meno della Russia alla Conferenza della pace.

232

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONF. 2363/12. Cristiania, 19 novembre 1918, ore 22,40 (per. ore 18 del 19).

A quanto pare iniziativa di questo Governo di cui al mio telegramma Gab.

n. 11 (2) sarebbe prÌncipalmente dovuta a suggerimento del Ministro di Norvegia a Parigi il quale dopo avere informato essere Alleati bene disposti verso eventuali richieste della Norvegia e propizio momento per formularle, aveva proposto oltre presentazione domande cessione Spitzberg quella di una parte della CQsta di Murman ed addirittura di una colonia. Governo norvegese pur non rimanendo insensibile a tale proposta avrebbe avuto 'buon senso di ·limitare le sue aspirazioni scartando due ultime richieste.

233

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2836/248. Zona di guerra, 19 novembre 1918 (per. il 20).

Per informazione doverosa comunico a codesto Gabinetto essere segnalata presenza Essad pascià a Pogradez in territorio albanese ma dipendente da Coritza occupato dai francesi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 209.
234

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2846/629. Stoccolma, 19 novembre 1918 (per. il 21).

Questo Ministro AffaJ"i Esteri mi ha detto che Gov.erno svedese ha proposto a quello finlandese di convenire .che per la questione delle isole Aland si conformeranno entrambi alla volontà della ·popolazione da esprimersi mediante plebliscito fatto sotto rigoroso controllo imparziale. Egli si 1aspetta che Governo finlandese non accetterà tale proposta la quale ha essenzialmente per scopo di sollevare formale questione isole Aland dal punto di vista diplomatico.

Codesto Ministro Svezia è stato incaricato informare V. E. del passo fatto ad Helsingfors ptregandola appoggiare punto di vista svedese tanto presso Governo finlandese quanto alla Conferenza per la pace.

Analoga comunicazione sarà fatta dai rappresentanti svedesi presso GoV'erni alleati.

Sarei grato a V. E. se volesse darmi qualche direttiva in proposito. Che la ,grande maggioranza degli isolani desideri riunione alla Svezia è incautestabile. Circa questione demolizione fortificazioni, il Ministro degli Affari Esteri mi ha detto accordo non si è raggiunto ancora fra Potenze interessate. Delegati tedeschi, svedesi e finlandesi qua riuniti avevano elaborato progetto per i lavori di demolizione stabilendo che ogni Stato vi partecipasse con 250 uomini, ma Governo finlandese si è rifiutato ratificarlo, limitando numero soldati di ogni paese a 50 ciò che :renderebbe demolizione di lunghissima dUtrata.

235

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI

T. 1431. Roma, 19 novembre 1918.

Suo telegramma Gab. n. 126 (1). Autorizzola fare passo divisato presso Governo giapponese se anche suoi colleghi di F•rancia e Inghilterra ricevono istruzioni in tal senso (2).

236

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, E AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA

T. 1426. Roma, 19 novembre 1918.

(Per Comando Supremo e generale Piacentini). Mio telegramma n. 1374 (3). Comunico seguente telegramma che dirigo R. Min'lstro Atene: (Per Atene). Telegramma di V. E. n. 432 (4).

(Per tutti). Occupazione triangolo epirota deve essere mantenuta per considerazioni militari e cioè per conservare sicurezza collegamenti, sicurezza rifornimenti tanto militari che civili tra truppe italiane e popolazioni albanesi situate regioni che non hanno altra comunicazione stradale che quella che passa per triangolo albanese e la via Santi Quaranta-Coritza, la quale per quanto nella maggior parte del tragitto si trovi a nord del confine di Firenze è in parte situata nel territorio attribuito alla Grecia.

(l) -Pubblicato al n. 143. (2) -Sonnino inviò istruzioni analoghe a Londra e Parigi, con tel. n. 1432 in pari data, non pubblicato. (3) -Cfr. pag. 43, nota l. (4) -Pubblicato al n. 84.
237

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 1620. Londra, 19 novembre 1918.

Telegramma V. E. n. 17846 (2).

Testo armistizio con Turchia spedito con ultimo corriere. Non esiste convenzione supplementare esplicativa clausole militari. Pare che Turchia desiderasse bensi concluderla ma che questo Governo abbia preferito non addivenirvi. Testo armistizio non è stato ancora ufficialmente stampato.

238

PROMEMORIA DEL MINISTRO DELLA MARINA, DEL BONO, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

UU. RR. P. Roma, 19 novembre 1918.

L'Addetto Navale di Francia ha avvertito ieri il Ministero della Marina che un ufficiale superiore dell'Esercito francese deve recarsi a Fiume. Ieri disse che ne ignorava il motivo, oggi 19 scrive che il tenente colonnello Fischer ed il capitano Cambefort devono recarsi a Fiume per studiare la sistemazione in quel porto di una base per il rifornimento dell'Armata francese e truppe alleate, che si trovano alla sinistra dell'Armata di Oriente.

Asserisce l'Addetto Navale, che l'Addetto Militare ha informato di questo divisamento il Ministero della Guerra: si sono chieste d'urgenza spiegazioni, nessuna notizia essendo pervenuta al Ministero della Marina.

Comunque, sta di fatto che nel Mare Adriatico è stato sempre riconosciuto il Comando in Capo Navale italiano, e trattandosi di base navale da istituirsi nella parte settentrionale di questo mare, ove durante tutta la guerra hanno operato esclusivamente unità italiane e la Marina italiana ha sostenuto tutto n peso della difficile situazione militare ma.rittima, il Comandante in Capo dell'Armata Navale francese, che non poteva ignorare tale divisamento, avrebbe

dovuto informame il Comando in Capo Navale italiano. Il precedente della

azione contro Durazzo che il signor Clemenceau chiese se la Marina italiana

voleva essa provvedervi, salvo in caso contrario a fare agire forze navali fran

cesi, è una conferma di questo punto di vista.

L'istituzione a Fiume di una base navale di rifornimento per l'Esercito

di Oriente non corrisponde a reali esigenze militari: basta considerare, che

se pure si metterà immediatamente mano ai necessari allestimenti, i primi carichi

potranno sbarcare a Fiume al più presto fra una ventina di giorni.

Si deve ritenere che la Francia vuole sempre più legarsi agli jugoslavi, e diventare la madrina della loro futura marina da guerra e da commercio, che spera di costituire con tutto o almeno buona parte del naviglio già austro-ungarico. A tale Marina essa darà istruttori, fornirà armi, ingegneri per i futuri cantieri e via dicendo: l'Italia dopo una dura lotta per liberarsi dalla prepotente vicinanza austro-ungarica, si troverà di fronte ad una nuova potenza antagonista.

L'istituzione di una base navale francese a Fiume comprometterebbe gravemente gli interessi italiani in quella città ed hinterland che rpur sono tanto notevoli: aumenterebbe le nostre difficoltà già gravi con gli jugoslavi, la cui audacia e prepotenza si rafforzerebbero per la presenza dei francesi: darebbe modo alla Francia di prendere piede in una magnifica posizione dell'Alto Adriatico, dalla quale sarà poi molto difficile allontanarla.

Se proprio l'Esercito d'Oriente sente il bisogno di rifornirsi da una base dell'Alto Adriatico, la Marina francese dovrebbe essere invitata ad istituire questa base nella magnifica rada di Buccari che travasi pochi chilometri a sud est di Fiume, e che offre in modo del tutto soddisfacente le condizioni idrografiche e topografiche occorrenti per l'impianto di una grande base navale di rifornimento.

(l) -11 telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Non pubblicato.
239

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1766/214. Atene, 19 novembre 1918.

Ho l'onore di trasmettere, qui unita, a V. E. una copia di due lettere (l) inviatemi dal comandante Arlotta, R. Addetto Navale ad Atene, da Costantinopoli dove egli si è recato colla nostra divisione insieme alle flotte alleate per meglio seguire le disposizioni del Comando Interalleato circa l'occupazione eventuale di Smirne da parte degli Alleati e la partecipazione ad essa della Grecia.

Dalle predette lettere risulta una certa rivalità tra l'Inghilterra e la Francia che da qualche tempo si va manifestando anche ad Atene tanto che numerosi sono i segni dai quali è lecito dedUJ:Te che il Governo :francese vada man mano ritirando il suo appoggio a Venizelos ritenendo che egli sia passato quasi completamente all'Inghilterra.

Domenica 17 corrente fu organizzata una manifestazione delia Lega francoellenica e della colonia francese alla Legazione di Francia per solennizzare l'armistizio con la Germania.

Vi si recarono anche il Ministro degli Affari Esteri, quello delle Finanze ed altri membri del Governo e vi furono pronunziati discorsi nell'aspettativa che il rappresentante francese ne prendesse occasione per fare qualche accenno che desse affidamento dell'appoggio della Francia alle rivendicazioni elleniche. Non fu poca perciò la delusione generale che produsse il discorso del signor de Billy che divagando in reminiscenze bibliche e classiche evitò qualsiasi parola che potesse essere interpretata come incoraggiamento alle ambiziose e molteplici richieste greche.

Il signor Taigny, delegato finanziario al controllo internazionale, più volte mi ripetè che in Francia si era preoccupati della piega che pareva prendere la politica praticata dalla Francia in Grecia e che forse sarebbe convenuto fomentarvi un partito ostile a Venizelos ma sempre ligio all'Intesa. Non so se tali tendenze abbiano già presa forma concreta. È certo però che alcuni giornali come la Nea Ellas e l'Elefteros Typos già devoti al Presidente del Consiglio incominciano ad insinuare che anche egli debba render conto della linea politica da lui seguita, linea che sarà meglio giudicata quando saranno noti a quali risultati essa abbia condotto.

È inutile dire che ambedue le tendenze francese ed inglese trovano comodo di allontanare da esse l'irritazione del popolo greco per la probabile insufficiente soddisfazione dei suoi appetiti, riversandone la responsabilità sull'Italia.

(l) Non pubblicate.

240

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

(AO, reg. 4, p. 345)

T. PRECEDENZA ASSOLUTA 2918. Roma, 20 novembre 1918, ore 11,40.

A telegramma n. 642 (1). Dopo le nuove considerazioni contenute nel telegramma stesso autorizzo a dare risposta affermativa per viaggio via Italia. Sarà bene tuttavia ottenere l'assicurazione, fondata sulla parola, che quei signori non si fermeranno in alcuna città compresa Fiume e si limiteranno attraversare. S'intende che tale condizione non dovrebbe esser posta in maniera brutale ma lasciata intendere con le dovute forme. Quanto poi alle modalità in quanto si tratti delle forme tecniche di passaporti ecc. da una parte me ne rimetto a te stesso, da un'altra parte mi riservo di avvisare le autorità militari quando tutto sarà concordato. Viceversa rimane la questione della continuità dei trasporti ferroviari sulla quale non

saprei pronunciarmi. Occorrerebbe avere itinerario preciso che dovrà essere seguito per verificare se le ferrovie funzionano dovunque.

(l) Pubblicato al n. 219.

241

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 346)

T. R. P. 2920/648. Parigi, 20 novembre 1918, ore 14,25 (per. ore 21,40).

In relazione notizia datami stamane da Frazier, e riferita in fine mio telegramma n. 642 (1), credo osservare che, compiuta esecuzione armistizio, atteggiamento Gov;erni aHeati circa riconoscimento jugoslavi sarà probabilmente il seguente. Governo inglese che ha già proposto ufficialmente il riconoscimento vi procederà immediatamente, così Governo francese impegnato con noi soltanto alla esecuzione dell'armistizio; Wilson a quanto è da attendersi, ri·conoscerà senza chiedere pal"'ere d'alcuno. Credo che in questo caso non ci gioverebbe rimanere soli dissenzienti. Riservare nostro riconoscimento, se ci troveremo .soli a digerirlo, non ci darà gran forza nene discussioni jugoslave, mentre dobbiamo evitare con ogni cura ogni fatto pubblico che riveli un nostro · isolamento neJl'alleanza. Riconoscimento del resto non ci impedirà in alcun modo di tener ferme tutte le nootre rivendtcazioni territoriali. Per tutto ciò ritengo che a noi convenga prepararci a provvedere al riconoscimento quando

t.utti i tre alleati vi procederanno.

242

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2386/14. Cristiania, 20 novembre 1918, ore 14,30 (per. ore 16,10 del 23).

Telegramma di V. E. n. 165917 (2).

Sin dal 12 corrente miei colleghi Francia e Stati Uniti comunicarono a

questo Ministero Affari Esteri riguardo entrate bolsceviche di pace risposta

analoga alla nostra.

Governo britannico invece non ha fatto fal"'e ancora passo ed a sollecitazioni

relative di questo Incaricato di Affari avrebbe replicato semplicemente che la

questione della linea di condotta da seguire verso i bolscevichi e la Russia

è oggetto di esame generale ed approfondito.

243

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1437. Roma, 20 novembre 1918, ore 15.

Suo telegramma n. 176 (2). Ritengo opportuno instaurare per ora diverso regime in territorio Valona e restante territorio Albania. Nei territori recentemente occupati, esclusa Scutari, preferib'ile lasciare immutate locali amministrazioni ora esistenti con semplice Commissario italiano.

(l) -Pubblicato al n. 219. (2) -Non pubblicato.
244

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1438. Roma, 20 novembre 1918, ore 15.

Numer.osi italiani per ragioni di commercio di famiglia hanno interessi cospicui o proprietà nei paesi nemici. Nelle stesse condizioni si trovano evidentemente molti .cittadini di tutti i paesi alleati e degli Stati Uniti. Dato che i vinti debbano in qualsiasi forma pagare una indennità di guerra, questi cittadini .che già .subirono il danno durante lo stato di guerra si trovano esposti a dover contribuire con le loro proprietà al pagamento di tali indennità contrariamente ad ogni principio di diritto e di equità. Occorrerebbe introdurre nel trattato di pace clausola per la quale beni mobili od immobili appartenenti a cittadini dell'Intesa in stati nemici non possono nè direttamente nè indirettamente essere colpiti da imposte speciali per pagamento indennità di guerra oppure che sia chiesta una indennità speciale da accantonare pel rimborso a cittadini che in paesi già nemici fossero obbligati al pagamento di un'imposta

speciale per indennità di guerra. Prego V. E. sentire in proposito e comunicarmi pensiero di codesto governo sulla questione.

245

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2366/636. Parigi, 20 novembre 1918, ore 20,20 (per. ore 3,30 del 21).

In una conversazione che ho avuto oggi con lui Frazier mi chiese evidentemente per informare House se noi teniamo alla conservazione del Montenegro. Gli risposi affermativ.amente e che non vedevo ragione di sopprimere uno Stato che aveva un'individualità propria e che si era battuto gloriosamente per secoli contro i turchi e gli austriaci. Nulla impediva che si federas,se con altri stati jugoslavi ma non credevamo equo togliergli l'indipendenza. Frazier mi disse allora che il Re Nicola era impopolarissimo, il che mi fece capire che egli parlava sotto l'impressione della conv,ersazione avuta con Radovitch. Lo misi confidenzialmente in guardia contro quell'individuo che dopo aver sostenuto Re Nicola ora lo combatte accanitamente. Da quanto mi disse Frazier Radovitch e compagni stanno lavorando per avere un prestito a favore del loro Montenegro dagli Stati Uniti. Informerò di quanto precede Montagliari perchè parmi utile che si faccia sentire agli americani anche la voce dei montenegrini fedeli al Re Nicola.

246

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1686. Roma, 20 novembre 1918, ore 20,30.

Prego V. E. iniziare conversazioni con codesto Governo per determinare sue disposizioni per l'effettuazione dell'articolo 13 del Trattato di Londra, che prevede compensi equi all'Italia in caso di aumento del dominio coloniale della Francia e dell'Inghilterra in Africa a spese della Germania.

247

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, pp. 347-348)

T. 2922/650. Parigi, 20 novembre 1918, ore 20,35 (per. ore 5 del 21).

Ho irimesso subito a Frazier perchè lo comunichi a House un sunto del telegramma di V. E. n. 2911 (1). Frazier mi ha detto confidenzialmente che Presidente Wilson aveva risposto affermativamente alla proposta di House di mandare maggiori truppe americane a ·cooperare alla occupazione delle località contestate dai jugoslavi. Mi disse che Presidente si era deciso a ciò vedendo che partecipazione delle truppe americane era desiderata cosi da noi come dai jugoslavi. Frazier mi disse inoltre che gli pareva che Trumbic e compagni incominciavano a seguire i consigli di House e siano più calmi dopo colloquio avuto con lui. Mi chiese con interesse se avessimo accordato salvacondotto a Korosec, gli risposi che attendevo ·in proposito definitive istruzioni di V. E. Risulta d'altra fonte che Vesnitch si va lagnando che Governo francese non appoggia le rivendicazioni jugoslave contro noi.

248

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE (2)

T. GAB. 1684. Roma, 20 novembre 1918, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 324 (3).

Non è possibile viaggio Diaz in America data prossima partenza dii Wilson per l'Europa. D'altronde Diaz è attualmente ammalato. Ella può assicurare Wilson che noi saremo ben lieti di procedere con lui nella più intima

armonia nella conferenza della pace, nella fiducia che mentre noi appoggeremo per quanto potremo le sue nobili aspirazioni per una pace durevole, egli appoggerà le giuste aspirazioni per cui l'Italia è entrata in guerra, contribuendo, con tanti sacrifici italiani, ai successi degli alleati contro gli Imperi centrali. V. E. potrà manifestare Wilson vivo desiderio di S. M. il Re, Governo e popolo italiano che egli venga anche in Italia.

(l) -Pubblicato al n. 221. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Parigi e Londra. (3) -Pubblicato al n. 159.
249

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2364/444. Atene, 20 novembre 1918, ore 21,45 (per. ore 3,30 del 21).

Politis mi ha detto che il 25 corrente avrebbe luogo la riapertura del Parlamento. Egli sarebbe costretto a fare delle dichiarazioni per calmare l'opinione pubblica resa nervosa dalla mancanza di qualsiasi indizio sui compensi che probabilmente avrebbe ottenuto la Grecia nel nuovo assetto della penisola balcanica e dell'Impero ottomano. Non mi nascondeva però che era in grande imbarazzo, confessandomi ch'egli stesso era al riguardo nella più completa ignoranza. Sperava che facendo appello al .paese rperchè avesse fiducia nell'opera del Governo e nella giustizia delle Potenze sarebbe riuscito anche a calmare in una certa misura gli animi. Per quanto riguarda l'Italia aveva fatto appello ai rappresentanti della stampa perchè desistessero dall'attitudine ostile che avevano assunto verso di noi ed aveva dato ordini severissimi alla censura che non fosse permessa nessuna pubblicazione che potesse offenderei.

250

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1440. Roma, 20 novembre 1918, ore 22.

Discorrendo oggi nuovamente con Ambasciatore di Francia circa le occupazioni militari italiane Barrère ha convenuto con me: l) che l'occupazione dell'Albania settentrionale spetta esclusivamente alle truppe italiane ad eccezione di Scutari ove l'occupazione è mista di truppe italo-franco-inglesi sotto il comando del generale d'Esperey; 2) che al Montenegro l'occupazione avvenga ad opera di truppe miste alleate sotto il comando del generale Franchet d'Esperey; 3) che nei territori austro-ungarici non assegnati all'Italia dal Trattato di Londra l'occupazione avvenga in via generale da truppe miste sotto l'alto comando del generale Franchet d'Esperey, salvo ragioni speciali che giustifichino il comando nostro.

251

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2367/333. Washington, 20 novembre 1918 (per. il 21 ).

Telegramma di V. E. n. 17486 {1). Mi è praticamente impossibile far pervenire consigli di moderazione e di adattamento alle clausole dell'armistizio al Comitato jugoslavo negli Stati Uniti composto di energumeni assolutissimamente intrattabili. Mantengo invece a loro riguardo contatto con il Dipartimento di Stato cui denuncio come nel caso presente le loro mosse e presso il quale neutralizzo prevenendoli i loro tentativi insidiosi. Ultimo dei quali tre giorni fa ha consistito in una protesta telegrafica che il gruppo jugoslavo di New York ha inviato al Dipartimento di Stato contro l'azione italiana in territorio jugoslavo specificatamente nell'Istria, nelle provincie di Gorizia e di Dalmazia. Gruppo chiedeva al Governo americano appoggio contro l'imperialismo italiano sotto la forma di una dichiarazione in cui i diritti dei jugoslavi nei loro territori fossero apertamente riconosciuti. Al che

Dipartimento di Stato si è limitato a rispondere seccamente che la questione toccata nel telegramma .ricevuto è di competenza della conferenza della pace.

252

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2377/336. Washington, 20 novembre 1918 (per. ore 21,50 del 21).

Wilson si imbarcherà H 3 dicembre probabilmente sull'ex piroscafo tedesco « Kaiser Guglielmo II), ribattezzato «Agamennone». Andrà accompagnato dalla signora Wilson e dalla delegazione americana per la conferenza della pace la cui composizione sarà nota domani (permangono fino ad oggi alcune incertezze) ma della quale fanno parte sicuramente Lansing e Baker. Contrariamente al programma di una breve permanenza anteriore all'apertura della Conferenza, Wilson si è deciso ormai per una completa libertà di movimenti; a seconda delle circostanze. E poichè la costituzione gli vieta di lasciare le redini del Governo a chicchessia, egli sta adottando ogni misura per corrrspondere col Governo degli Stati Uniti anche da costà. A tal uopo, valendosi di una facoltà concessagli dal Congresso al principio della guerra, ha fatto assumere dal Go~ verno Federale H possesso e controllo di tutti i cavi soitomarini iJ cui servizio rimane perciò subordinato d'ora innanzi alle esigenze e alle previsioni del G~ verno stesso. Con ciò durante l'assenza di Wi1son e di una parte rilevante dei membri del Gabinetto, viene sostanm~almente sposta,to il centro del Governo americano da Washington in Europa. Informo V. E. che mentre Lord Readlng si tirava già costì ho ragione di

credere che anche questo Ambasciatore di Francia si recherà a fianco del suo Gov&no durante la permanenza di Wilson in Europa.

(l) Pubblicato al n. 123.

253

IL CONSOLE A JOHANNESBURG, LABIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2861/1167. Johannesburg, 20 novembre 1918 (per. il 21).

Quali rappresentanti con generale Smuts Unione Sud Afrkana conferenza della pace, partono generale Botha e sir Williams Hoy, locale direttore generale ferrovie e porti. Scelta detti ultimi abili personaggi sarebbe determinata dal proposito far trionfare grandioso organico programma ferroviario concordato Governo britannico e Governo locale. Fra altro detto programma comprenderebbe la «Capo-Cairo» e in connessione con ferrovie Nord e Centro Africa linea dorsale investente: le due colonie già tedesche dell'Angola e del Mozambico, e il Congo belga; praticamente tutta l'Africa australe.

Vista sua importanza mondiale, suoi luminosi scopi economici e umanitari, detto programma servirà summenzionato Governo di argomento di appoggio alle pretese di ·cessione, elargi11e favori di qualcuna e di parti delle dette colonie; se effettuato, esso assicurerà assoluto predominio economico su tanta. enorme, ricca pa.rte continente africano con note inevitabil'l definitive conseguenze politiche in favore Inghilterra.

Ove ne sia il caso, prego V. E. comunicare quanto precede Ministero delle Colonie.

254

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2849/635. Parigi, 20 novembre 1918 (per. il 21).

Giornale Francia Libera organo dei socialisti maggioritari pubblica oggi un articolo del deputato Varenne, nel quale, in forma discreta ma precisa, s'i parla della necessità di rivedere il Patto di Londra.

È questa la prima manifestazione di stampa in quel senso e viene da ambiente massonico dove è più intensa azione dei jugoslavi.

Ciò viene a ·confermare necessità da me segnalata verbalmente a V. E. che venga a Parigi qualche autorevo1e personalità della nostra Massoneria a combattere quell'azione.

Credo sarebbe indicatissimo all'uopo deputato Raimondo.

255

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 456. Londra, 20 novembre 1918.

Trasmetto qui appresso telegramma personale per V. E. del comm. Stringher: « Credo doveroso confidenzialmente avvertirti che negoziato procede lento

e poco appagante date le tendenze dei due stati creditori e segnatamente della Gran Bretagna la quale dichiara che non può non vuole più accendere debiti all'estero mentre suo bilancio non concede larghezze. È stato un errore da parte nostra far scendere eccessivamente il cambio come alte personalità finanziarie mi hanno ripetuto e però più grande dovrà essere nostro sforzo per non rovesciare la situazione. Mi batto per la difesa delle posizioni ma io temo che i due alleati finanziarii vorranno restringere notabilmente ammontare sovvenzioni mentre per noi la mancanza di mezzi di pagamento fuori dell'Italia per acquisti derrate alimentari e materie prime sarebbe assai grave anche politicamente. Ritengo che occorra assolutamente evitare che siano avviate trattative di pace pri.ma di aver fis:>ato convenienti accordi finanziari con Inghilterra e America mentre opino esser necessaria fin d'ora un'azione ferma ed efficace del Governo presso i due Governi per prevenire eventuali pericoli. Ti prego di far conoscere questi miei pensieri anche al Presidente del Consiglio ».

(l) n telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. n testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

256

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 270/107. Parigi, 20 novembre 1918.

Malgrado la sua promessa data al Governo francese di rimanere qui fino al momento in cui le Potenze gli direbbero che potrà tornare al Montenegro,

S. M. Re Nicola si sta nuovamente agitando e vuoi partire subito per il suo Regno. Ai cattivi consiglieri che già circondano il Re è venuto ora ad aggiungersi il princ'ipe Pietro il quale, malgrado l'ordine ricevuto dal Governo montenegrino di recarsi subito a Pau, continua a star qui col Re all'HOtel Maurilce.

Il Re ha ora diretto al Presidente Poincaré una lettera in cui chiede al Governo francese di autorizzarlo a partire per il Montenegro. Sua Maestà nel comunicarmi tale lettera mi ha detto che voleva solo andare per una diecina di giorni al Montenegro onde farsi vedere da quelle popolazioni e colla sua presenza impedire la propaganda antidinastica qui per il congresso della pace. Egl:l mi ha espresso il desiderio che, ove il Governo francese lo autorizzasse a partire, H Governo del Re gLi faciliti i mezzi per giungere al Montenegro.

Io mi limitai a rispondere in termini evasivi dicendo che non potevo pronunciarmi al riguardo, non conoscendo le condizioni esistenti al Montenegro nè il modo di pensare del R. Governo al riguardo della opportunità di un simile viaggio.

Qui unito trasmetto due copie di quella lettera Reale, una per l'E. V. e l'altra che, per espresso desiderio di S. M. Re Nicola, prego voler far pervenire a sua Maestà i:l Re, nostro Augusto Sovrano (1).

(1) Non pubblicata.

257

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA (l)

T. uu. 1443. Roma, 21 novembre 1918, ore 10,55.

Giunge notizia che francesi hanno sbarcato a Costantinopoli. Prego tele

grafarmi se, come sembra opportuno, anche marinai italiani siano sbarcati contemporaneamente; se non è avvenuto pregola disporre in conformità.

258

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2372/640. Parigi, 21 novembre 1918, ore 11,10 (per. ore 17,40).

Ambasciatore d'Inghilterra mi ha detto che ha avuto una conversazione con signor Fisher membro influentissimo del partito laburista inglese, reduce da

Trieste e da Fiume. Fisher appoggia interamente punto di vista italiano. Fu ricevuto due volte da Clemenceau.

259

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2377/632. Parigi, 21 novembre 1918, ore 11,10 (per. ore 17,40).

S. M. il Re d'Inghilterra verrà a Parigi in forma ufficiale probabilmente arrivando il 28 novembre.

Nei primi di dicembre verrà il Re del Belgio e a metà dello stesso mese il Presidente Wilson. In tali condizioni vi è da esaminare l'opportunità di una visita anche del nostro Augusto Sovrano. Prego V. E. farmi conoscere il più presto possibile per mia norma il pensiero di S. M. il Re a tale proposito.

260

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 1446. Roma, 21 novembre 1918, ore 16,45.

Suo telegramma Gab. n. 9 (2). Comunico seguente telegramma a V. S. del Ministero delle Colonie: «Ahmed Scerif, nemico nostro e degli inglesi, ha grande importanza per la tranquillità della Libia, per la soluzione della questione senussita. Egli è ancora il capo spirituale della forte confraternita sebbene, dopo aver tradito gli angloegiziani ed essere stato ripetutamente battuto insieme con Nury Pascià al confine egiziano, abbia ceduto in modo ambiguo i suoi poteri al cugino Saied Idris

che di fatto è ora in Cirenaica Capo della Confraternita e nostro amico. Saied Idris, come discendente diretto del fondatore della Confraternita, aspira ad

9 - Documenti diplomatici • Serie VI · Vol. I.

esserne il ·capo, ma teme l'autorità del cugino e la scissiOne della Senussia. Le relazioni tra i due cugini sono circondate da grande mistero.

La nostra politica senussita in Libia si impernia: l) nell'accordo segreto del 31 luglio 1916, tra Italia e Inghilterra, che regola i rapporti dei due Paesi nei riguardi della Senussia interessante insieme Cirenaica ed Egitto; 2) e in accordi ·provvisori egualmente segreti dell'aprile 1917 tra Italia e Idris e tra Inghilterra e Idris, accordi .che, per quanto riguarda l'Italia, stabiliscono un modus vivendi per i contatti con la Confraternita in tutti i campi della vita del Paese.

Questo quadro generale dimostra quale immensa importanza abbia per noi la persona di Ahmed Scerif per il grande prestigio e per il forte partito intransigente che ancora egli ha specialmente in Cirenaica; e come essa, nelle nostre mani, possa giuocare nella tranquillità della Libia e nella soluzione della questione senussita che è la vita della Cirenaica; due Questioni vitali per l'Italia e per la sua politica mediterranea.

Ciò premesso per sua ,cognizione, ci sarebbe necessario che Ahmed Scerif non si muova ora da Brussa e non ritorni in Li:bia (a tale intento dobbiamo didgere tutti i nostri sforzi); e che ci sia Intanto noto:

l) quali persone circondano Ahmed Scerif e con quali intendimenti; 2) quali siano i propositi di lui, nei riguardi del cugino Idris, per riassumere eventualmente le redini della Confraternita;

3) quali sentimenti nutra ora verso di noi, e quale scopo potrebbe avere nel mettersi a Roma neUe mani dell'Italia che sa legata da leali accordi con il cugino Idris al Mahdi.

Se, per esempio, intenda lasciare una situazione che può diventar pericolosa o senza uscita, o avvicinarsi a noi per recuperare in Cirenaica la perduta posizione, oppure ottenere da noi un appannaggio e una posizione decorosa lasciando che Idris rimanga al suo posto;

4) quali sentimenti nutra verso Inghilterra e se agenti di essa lo circondino e con quali scopi;

5) è opportuno che della cosa si occupi il conte Sforza servendosi di agenti fidati, in modo da sapere su quali dati si fondi la presunzione non essere difficile decidere Ahmed Scerif di venire a Roma;

6) tutte queste notizie ci sono necessarie per regolare la nostra condotta anche con Idris col quale abbiamo accordi che vogliamo lealmente osservare e con l'Inghilterra con la quale siamo legati da un patto formale, che noi manterremo lealmente immutabile, circa la Senussia al quale ha in parte anche aderito la Francia. Firmato Colosimo ».

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra e Parigi. (2) -Non pubblicato.
261

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 351)

T. GAB. 2629/659. Parigi, 21 novembre 1918, ore 18,20 (per. ore 24).

Telegramma di V. E. n. 2918 (1). Signori Korosec, Cingria e Zeryav grati autorizzazione concessa partiranno

di qua domenica sera per recarsi direttamente via Italia a Innsbruck. N o n in

tendono fermarsi in nessun punto del viaggio nè tanto meno a Fiume che è fuori della strada che intendono percorrere. Noi dovremmo facilitare loro viaggio fino a San Peter dove credo giunge nostra amministrazione ferroviaria. Hanno passaporto serbo il che esclude difficoltà tecniche per visto. Prego V. E. prendere di urgenza accordi con autorità militare per permesso occorrente telegrafando se e dov.e potranno trovare in Italia relativi documenti. È infatti di assoluta necessità evitare pericolo di causali novità.

(l) Pubblicato al n. 240.

262

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2380/19. Pera, 21 novembre 1918, ore 18,30 (per. ore 24 del 22).

Mio telegramma odierno n. 24 circa crociera Mar Nero (1).

Ammiraglio Calthorpe aveva disposto per varie squadriglie di siluranti di cui una a Galatz •Composta di un cacciatorpediniere italiano uno inglese uno francese con comando all'italiano perchè il più anziano della squadriglia. Ma al comando italiano si è opposto ammiraglio Amet adducendo i grandi interessi francesi in Romania.

Il nostro Ammiraglio avendo opportunamente risposto anche i nostri interessi essere colà notevoli, la crociera è stata composta dei soli cacciatorpedinieri italiano ed inglese mentre il francese vi si è recato indipendentemente. Riferisco quanto precede non per dare importanza all'incidente ma come indi·ce dello stato di spirito dell'Alto Commissario francese con cui temo che qualsiasi cordiale collaborazione sarà difficile. Egli è imbevuto del concetto tradizionale che il Levante è patrimonio della Francia e che qualunque azione nostra attenti ai diritti francesi.

263

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, pp. 353-354)

T. GAB. 2631/660. Parigi, 21 novembre 1918, ore 20,25 (per. ore 10,20 del22). Ho approfittato di una lunga conversazione che ho avuto con De Giuli segretario di questo Comitato jugoslavo, con il quale ho definito modalità viaggio Korosec e compagni, riferito da mio telegramma n. 659 (2), .per parLargli nel senso indicatomi dal suo telegramma Gab. n. 2902 (3). Gli ho rappresentato errore gravissimo che jugoslavi commettevano assumendo verso noi atteggiamento non amichevole. Dolendosi egli della linea fissata dall'armistizio, gli dissi che era stata stabilita con spontanea unanimità di tutti gli alleati, e non giustificava in alcun modo risentimento a nostro riguardo. Gli rammentai molte

occasioni in cui azione Comitato jugoslavo avrebbe favorito e continua ancora a· favorire interessi austriaci. Non poteva loro giovare in nessun modo atteggiarsi a nemici nostri. Egli mi disse che urge soprattutto, se non si vuole che

regioni jugoslave cadano nel bolscevismo, costituire colà un Governo autorevole, il che implica il riconoscimento delle potenze alleate.

Gli risposi che la cosa sarebbe stata tanto meno facile, quanto più si continuasse a asteggiarci. Credo che mie parole abbiano avuto qualche buon effetto sul mio interlocutore.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 261. (3) -Pubblicato al n. 198.
264

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (l)

T. GAB. 1695. Roma, 21 novembre 1918, ore 21.

Havas annunzia che truppe francesi entreranno domani a Budapest all'ordine del generale Henry. Prego telegrafarmi se risulta che generale Franchet abbia disposto perchè partecipino all'ingresso anche truppe inglesi e italiane.

265

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1696. Roma, 21 novembre 1918, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 633 (2).

Nostra occupazione di Lubiana non sussiste. Come Presidente del Consiglio ha telegrafato a V. E. è stato autorizzato viaggio Korosec e Cingria traverso Italia.

266

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1448. Roma, 21 novembre 1918, ore 21. (Per Tokio). Mio telegramma n. 1431 (3). (Per tutti). Ambasciata americana mi ha comunicato istruzioni inviate da Governo Stati Uniti al suo Ambasciatore a Tokio circa azione giapponese nord Manciuria e Siberia orientale e controllo ferrovia. Governo americano nell'interesse della Russia della Cina e di tutte le potenze desidera che l'accordo approvato da tutti rappresentanti alleati a Wladivostok sia rispettato e che sia evitato monopolio di controllo atto a suscitare allarmi o sospetti. Ambasciatore americano a Tokio è stato invitato esprimere suo parere sui seguenti punti in via di ipotesi: l) invio truppe americane lungo la ferrovia fino a Omsk; 2) qualora Giappone non muti indirizzo politico ritiro dalla Siberia della missione economica americana e missione ferroviaria compreso Stevens. Ho risposto che concordo in massima e sono disposto ad appoggiare.

(Per Tokio). Autorizzala esercitare riguardosa pressione nel senso americano agendo d'accordo coi suoi colleghi ma non collettivamente.

(Per Parigi, Londra, Washington). Ho autorizzato il R. Ambasciatore a Tokio ad esercitare riguardosa pressione in senso americano agendo d'accordo coi suoi colleghi ma non collettivamente.

(l) -II telegramma fu trasmesso anche a Londra. (2) -Pubblicato al n. 220. (3) -Pubblicato al n. 235.
267

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO (AO, reg. 4, pp. 349-350)

T. RR. P. 2627. Roma, 21 novembre 1918, ore 22.

In relazione ai colloqui avuti qui con V. E., circa invio truppe alleate nei territori occupati, debbo far rilevare alcune impressioni comunicatemi questa sera da deputati delle provincie irredente, che esercitano una certa influenza sulle cose già dette. Quei deputati mi hanno detto che arrivo truppe alleate nei territori occupati farebbe cattiva 'impressione, in quanto gli elementi ostili all'Italia hanno precisamente diffuso la voce che la nostra occupazione sarebbe seguita da quella delle truppe alleate, svalutando con ciò la nostra occupazione e facendola apparire affatto precaria. Certamente se la cosa dipendesse soltanto dalla nostra volontà, nessuno penserebbe a quell'invio: ma V. E. conos•ce J.e ragioni che rendono quell'atteggiamento consigliato dalle circostanze. Si potrebbe seguire via di mezzo e cioè di inviare quei reparti soprattutto ne' luoghi non compresi dall'armistizio e in quelli non ancora occupati. Ciò che soprattutto 'importa è di evitare invio truppe alleate a Trento e a Trieste; ciò che si può anche sostenere, visto che queste città non occupammo per armistizio ma per fatti di guerra. Anche il guadagnar tempo può giovare. Il tener conto di queste varie esigenze non dipende già da mutabilità personale ma dall'estrema difficoltà e delicatezza della situazione in cui ci troviamo.

268

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1452. Roma, 21 novembre 1918, ore 24. Sforza conferma fuga Tallaat Enver (1). Enver lasciato lettera dichiara di recarsi Caucaso servire Islamismo. Assicuransi provate malversazioni Enver che avrebbe sottratto anche gran parte fondi segreti Libia. Enver appare uomo finito ciò che non sembra possa affermarsi per Tallaat. Sarà opportuno V. E. suggerisca codesto Governo necessità vigilare seguire traccie Tallaat Enver per evitare che specie quest'ultimo riesca raggiungere Africa settentrionale pretesa servire Islamismo. Ciò che costituirebbe minaccia non solo per Libia ma anche Egitto, Algeria,

Tunisia. Senza ·contare che Inghilterra non può non preoccuparsi agitazione islamica in Asia confini India.

(l) Si riferisce al tel. Gab. n. 2845/12 del 20 novembre 1918 di Sforza a Sonnino, non pubblicato.

269

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2382/90. Atene, 21 novembre 1918 (per. ore 3,30).

Notizie di fonte alleata sembrano indicare che entrata nel porto di Smirne 'in attesa decisione conferenza della pace avrà carattere interalleato. Naturalmente questo Governo si agita per parteciparvi e mi si assicura già siansi inviati colà emissari per organizzare grande manifestazione greca, per reclamare unione della città alla Grecia.

270

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2867l 447. Atene, 21 novembre 1918 (per. il 22).

Suoi telegrammi nn. 1427 {l) e 1442 (2).

Relativamente insinuazioni ·contro generale Ferrera comparse nell'Embros ed ampliate nell' Asty (mio telegramma n. 437) (3) Governo greco ha fatto questo comunicato: «Nei circoli uffi.ciali ha prodotto dolorosa impressione attacco personale fatto nella campagna contro il generale Ferrero il quale oltre non essere responsabile delle eventuali trasgressioni di organi inferiori, come distinto comandante di esercito di grande Potenza amica ed alleata della Grecia ha diritto di essere rispettato e stimato da tutti'>· Sarò grato a V. E. volermi :flar conoscere se trovi soddisfacente tale comunicato e scuse che Politis è venuto a farmi ovvero se crede che io non debba esigere una nuova rettHìcazione per quella parte poco soddisfacente del comunicato stesso che ammette «eventuali trasgressioni di organi inferiori'>. Politis mi ha assicurato di aver dato oramai gli ordini necessari per moderare contegno stampa. Le sue disposizioni hanno avuto un certo effetto ad Atene; regi consoli PatraSISo, Corfù e Janina mi segnalano eccessi di giornalisti sui quali richiamo attenzione di questo Governo.

271

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (4)

T. GAB. PER POSTA 1687. Roma, 21 novembre 1918.

Richiamo l'attenzione di V. E. sull'acclusa comunicazione del generale Mombelli: « Prego interessare codesto Governo a far modificare contegno delle autorità militari francesi verso le truppe italiane in Macedonia dove hanno reso importanti servizi che non sono stati loro riconosciuti. A loro sono stati

affidati compiti difficili ed ingrati, e di loro non si è tenuto conto nelle occu... pazioni successive ai fortunati eventi militari ai quali hanno efficacemente contribuito. Prego richiamare anche attenzione del generale Robilant su quanto precede, e farsi pervenire da lui una carta dimostrativa del dislocamento delle forze alleate nella penisola balcanica, con l'indicazione dei vari contingenti, anche in rappresentanza, nel momento attuale; e delle disposizioni che si sono prese o si intendono prendere relativamente alle nostre rappresentanze di truppe a Costantinopoli, Sofia, ecc.».

(l) -Pubblicato al n. 226. (2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 173. (4) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra.
272

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2879 (1). Washington, ... (per. it 22 novembre .1918).

Ho scandagliato nuovamente presso Lansing intendimento Governo degli Stati Uniti circa governo provvisorio russo ed eventuale appoggio da concedersi: l'ho trovato sempre fermo nel suo proposito di astensione completa.

Mi ha detto informazioni 'in suo possesso circa governo in parola sono di carattere contraddittorio e che ritiene convenga attendere garanzie maggiori prima pronunziarsi. Si trova a Washington già da qualche giorno principe Lvof che sebbene ricevuto quale cittadino, spogliata qualrunque veste ufficiale od ufficiosa, lavora in armonia con questa Ambasciata russa a fare opera persuasione sul Dipartimento di Stato.

273.

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2882/704. Washington, ... (per. U 22 novembre 1918).

Telegramma di V. E. n. 1428 (2).

Governo spagnuolo non ha fatto qui, sino ad ora almeno, passi eseguiti a Roma per riconoscimento Consilglio nazionale austro-tedesco. Phillips col quale ho parlato, mi ha detto oggi non sembrare questo momento opportuno riconoscimento di tale Consiglio.

274

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

. T. GAB. 2385/642. Parigi, 22 novembre 1918, ore 2.50 (per. ore 3,20-del 23).

Credo esatta informazione R. Ministro Cristiania che pretese norvegesi per aumenti territoriali rispondono soprattutto ad una iniziativa del barrone Wedel che risiedendo qui da molto tempo e godendo una meritata influenza vorrebbe sfruttarla a beneficio delle ambizioni nazionali. Della sua domanda circa Spitzberg mi parlò senza prenderla molto sul serio anche Pichon. Ho anche udito Wedel mettere innanzi Ln ,conversazioni private idea di una cessione alla Norvegia di qualche possedimento coloniale tedesco in compenso del tonnellaggio norvegese perduto per la guerra sottomarina.

(l) -Manca il numero di protocollo particolare. (2) -Pubblicato al n. 227.
275

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ADDETTO MILITARE A GERUSALEMME, SORAGNA

T. 1453. Roma, 22 novembre 1918, ore 3.

T·elegramma di V. S. n. 135 (1). Per norma sua condotta circa movimento antisionista tenga presente quanto segue.

Assetto internazionale Palestina sarebbe da nostro punto di vista desiderabile. Di fronte israeliti R. Governo è impegnato da adesione alla dichiarazione di Balfour riconoscente all'elemento israelita libertà di organizzarsi in Palestina ma senza sopraffare le preesistenti comunità e senza pregiudizio della situazione degli israeliti in Europa.

L'azione sionista esorbita dunque quando si svolge circa l'organizzazione politica della Palestina e su tal punto noi siamo liberi di lasciare agire, in senso contrario ai sionisti, la corrente antisionista.

Superfluo raccomandarLe usare in tale materia massima <riservatezza.

276

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1454. Roma, 22 novembre 1918, ore 3.

(Per tutti). Il Governatore di Rodi telegrafa quanto segue (2): « Permettomi richiamare attenzione R. Governo circa posizione isola Castellorizzo ora che sorte Dodecanneso sta per essere definitivamente sistemata. Come è notorio, isola suddetta ha sempre appartenuto Dodecanneso. Generale Ameglia ebbe ragione per non occuparla nel 1912 reputando avrebbe costituito imbarazzo e nessun vantaggio militare per noi. Occupazione per parte francese dioembre 1915 si ritiene dovuta più a maneggi del Console francese del tempo, signor Laffon, che non a serie ragioni militari e tanto meno navali. Difatti piccola guarnigione francese di poche centina'ia di uomini che vi è tuttora fu spesso oggetto fuoco di batterie turche opposta sponda e fonte preoccupazioni autorità navali senza mai dare alcun vantaggio. Neanche siluranti poterono mai di giorno entrare oppure sostare in porto. Condizioni cambieranno ora con la pace. Castellorizzo fronteggiante a tre chilometri centri nostra zona d'influenza e sulla rotta fra Rodi e Adal:ia se andasse in mani di altri che' noi costituirebbe pericolosa concorrenza nostri commerci specialmente con sua popolazione abili marinai ed esperti contrabbandieri. Punto di vista francese fu chiaramente espresso nelle dichiarazioni di Barrère e Briand che V. E. comunicava questo comando con suoi telegrammi del 29 e 31 dicembre 1915, senza numero. Però potrebbe darsi che Francia volesse ora fare bel gesto verso Grecia togliendo suo presidio e rimettendo isola Governo ellenico. Non ho alcun dato certo per avvalorare tali supposizioni ma intenso e insolito scambio di comunicazioni ·telegrafiche cifrate fra questo vice-consolato Francia, Legazione

Atene, Ministero degli Affari Esteri Parigi, e governatore Castellorizzo mi fanno supporre qualche maneggio del genere , (1).

Nel ricordare.

(Per Parigi). Mio telegramma n. 4310 del 29 dicembre 1915 e telegramma di codesta Ambasciata n. 941 del 30 stesso mese e mio dispaccio n. 358 del gennaio 1916. (Per Londra). Miei telegrammi 4310 e 4326 del 29 dicembre 1915 mio dispaccio n. 538 del l gennaio 1916.

(Per tutti). Ritengo opportuno che V. E. rinnovi a codesto Governo formali riserve circa sorte definitiva isola Castellorizzo conformemente decisioni conferenza ambasciatori Londra e per la posizione speciale dell'isola situata in vicinanza immediata deJla costa dove prevalenti interessi sono stati riconosciuti all'Italia dagli alleati.

Prego V. E. ottenere che codesto Gov,erno prenda atto di tali riserve.

(l) -Non pubblicato. (2) -Con telegramma rr. n. 2841/48 in data 19 novembre 1918.
277

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 1457. Roma, 22 novembre 1918, ore 3.

Da fonte segreta Governo britannico ha appreso notizia che Sultano di Turchia ha nominato Sceik Senussi Vice Sultano di Tripoli. Scopo di tale nomina è far partecipare Sceik negoziati di pace e domandare evacuazione territori suUa base che occupazione è contraria desideri popolazione e quindi contrasta con postulati Wilson. Autorità britannica crede notizia sia esatta visto recente visita Sceik Costantinopoli e situazione Turchia.

(Per Parigi e Londra). Ho telegrafato quanto precede al conte Sforza, Alto Commissario italiano in Turchia, perchè protesti presso il Governo ottomano contro la nomina di un Vice Sultano a Tripoli.

(Per Costantinopoli). Prego V. S. protestare contro la nomina di un Vice Sultano a Tripoli e riferirmi esito suo passo.

278

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1458. Roma, 22 novembre .1918, ore 3.

Suo telegramma n. 98 (2).

Preoccupazioni Governo Etiopia di fronte avvenimenti Europa manifestano spirito diffidenza sospetto che sempre anima natura abissina e che rivelasi ogni occasione avvenimenti decisioni importanti.

Francia signor Tever avrebbe assicurato confidenzialmente metropolita che Francia ha giàdeciso consegna isola Castelloriz70 alla Grecia. Gli avrebbe aggiunto che popolazione grecapuò contare sul suo personale appoggio.

Continua frattanto insolito intenso scambio di comunicazioni telegrafiche tra questovice Consolato Francia, Legazione Atene, Governatore Castellorizzo •.

Ritengo opportuno V. S. confermi esplicitamente codesto Governo immutate amichevoli disposizioni Italia verso Etiopia.

V. S. inoltre, approfittando circostanza ·che Governo etiopico deve avere ogni interesse mostrare propensione verso Intesa vittoriosa cerchi abilmente ottenere sollecito accoglimento proposta Sciam per ferrovia transetiopica da Eritrea a Somalia italiana.

(l) 11 21 novembre il generale Elia aveva telegrafato da Rodi (t. rr. 2866/55): • Riferimento mio telegramma n. 48. Da fonte degna di fede vengo informato che vice console

(2) Pubblicato al n. 20.

279

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2379/644. Parigi, 22 novembre 1918, ore 6,30 (per. ore 3,10 del 23).

Telegramma di V. E. n. 1695 (1).

Berthelot con cui ho parlato della composizione del Corpo che occuperà Budapest mi ha detto non saperne nulla. Ho però capito che sarebbe esclusivamente frances·e. Egli mi disse che inglesi avevano assolutamente declinato di operare al di là del Danubio.

280

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2388/21. Pera, 22 novembre 1918, ore 16,30 (ver. ore 16,30 del 23).

Telegramma di V. E. n. 1443 (2).

Appena giunsi Costantinopoli e la vidi occupata da numerose truppe francesi, inglesi feci tosto sbarcare nostri marinai. Essi sono rimasti a terra e montano guardia vari posti. Rimasta a bordo una parte che riservo per la occupazione Ambasciata austro-ungarica.

Ma anche se avessimo numero assai maggiore di marinai ciò non attenuerebbe l'effetto della mancanza di nostre truppe delle quali esposi urgente opportunità con miei telegrammi nn. 8 ed 11 in data 15 e 16 (3).

Continua arrivo di truppe francesi dalla Macedonia.

Si dice anche imminente arrivo generale Franchet.

Alto Commissario :francese evita ost·entatamente qualsiasi contatto colleghi britannì,co e italiano.

281

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (4)

T. GAB. 1703. Roma, 22 novembre 1918, ore 22.

Conte Sforza telegrafa da Costantinopoli: «Di fronte.... » (come nel telegramma Gab. 2345/8 fino alle parole «conoscitori della Turchia») (5). Ministero della Guerra interessato significa:

n. -11 non è pubblicato.

«Generale Mombelli comandante la 35a Divisione in Macedonia in seguito ad ordine del .generale Franchet d'Esperey, aveva già lasciata una brigata di fanteria, con distaccamenti di cavalleria e art1glieria per prendere parte insie. me a contingenti interalleati ad operazioni verso Dede Agach e la Turchia. Tale nucleo di forze potrebbe quindi con tutta facilità essere inviato a Costantinopoli».

Concordo con la proposta del conte Sforza e tenendo presente quanto riferisce Ministero Guerra prego ottenere da ·codesto Governo istruzioni al generale Franchet d'Esperey che consentano inviare subito a Costantinopoli il nucleo di forze sopraindicate semprechè truppe francesi od inglesi si trovino o vadano esse pure a Costantinopoli.

(l) -Pubblicato al n. 264. (2) -Pubblicato al n. 257. (3) -II telegramma n. 8, che reca però la data del 16, è pubblicato al n. 179. II telegramma (4) -Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche a Londra. (5) -Pubblicato al n. 179.
282

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. GAB. 1704. Roma, 22 novembre 1918, ore 22. (Per Londra e Parigi). Comandante nostro 137° fanteria telegrafa da Cattaro risultargli da informazioni attendibili che truppe serbe dovrebbero partire da Cattaro per Spalato e probabilmente anche per Zara. In relazione a ciò ho telegrafato al nostro Comando Supremo. (Per Comando Supremo). Mi riferisco al telegramma del generale Piacentini n. 277 (l) nel quale Comandante 137° fanteria riferisce fra l'altro risultargli che truppe serbe dovil"ebbero partire da Cattaro per Spalato e pxobabilmente anche per Zara. (Per tutti). Non mi oppongo a che truppe serbe intervengano a Spalato,

per quanto mi sembri cosa poco opportuna, ma credo che non si debbano assolutamente lasciare sbarcare a Zara.

283

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI DELLA MARINA, DEL BONO, E DELLA GUERRA, ZUPELLI

T. 16691. Roma, 22 novembre 1918, ore· 23.

S. E. il Ministro delle Colonie mi ha dato comunicazione di un telegramma direttogli dal generale Mariani in cui il Governatore della Tripolitania illustra l'urgente necessità, per fronteggiare la situazione, dell'invio in Tripolitania di truppe, di materiali e di servizi sanitari e logistici, nonchè della destinazione in Libia di navi da trasporto.

Alla preghiera diretta a V. E. da S. E. l'on. Colosimo di voler prendere nella più attenta considerazione la suesposta necessità, unisco la mia per la parte che mi riguarda. È infatti della più grande importanza che il problema libico possa venir risolto -o per lo meno avviato ad una sicura soluzione

nel più breve tempo, per evitare che esso possa in qualsiasi modo venir trasformato da problema di politica italiana in problema interessante tutte le potenze mediterranee: eventualità che non sarebbe del tutto da escludersi ove -cessata la guerra europea -continuasse la Tripolitania ad essere un vivo focolare di ribellione armata.

(l) Non pubblicato.

284

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. 1467. Roma, 22 novembre 1918, ore 24.

(Per Stoccolma). Telegramma n. 629 (1). (Per Parigi e Lop.dra). R. Ministro Stoccolma telegrafa quanto segue: «Questo Ministro affari esteri...» (come nel telegramma n. 2846/629) (1). (Per tutti). Nella questione delle Isole Aland credo convenga per ora mantenersi molto riservati.

285

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO A VEZZANA

T. 1469. Roma, 22 novembre 1918, ore 24.

Suo telegramma n. 447 (2).

Frase circa organi inferiori è veramente deplorevole e toglie per noi ogni efficacia al comunicato il quale quando sarà noto a stampa italiana aumenterà risentimento anzichè calmarlo. Rettifica sarebbe dunqUe opportuna e darebbe misura sincerità azione autorità nel desiderare moderazione stampa e dell'importanza che Autorità politica greca annette impedire pericolosi attriti tra stampa due Paesi.

Comunque ci riserviamo, occorrendo, provvede,re per rettifica fatti menzogneri pubblicati Embros.

Prego poi insistere perchè venga moderata anche stampa provincia. Riferiscomi in proposito ai telegrammi che ritengo siena a V. S. pure stati inviati dal R. Console Patrasso.

286

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A CORFU', GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2884/128. Corfù, 22 novembre 1918 (per. H 22).

Ministero Affari Esteri e Corpo diplomatico si trasferiranno a Belgrado dove già si trovano principe Reggente e ministri serbi. Ammiraglio francese

ha messo a disposizione un piroscafo per il trasporto a Fiuni:e o a Ragusa. Mi sono adoperato perchè scelta cadesse su quest'ultima località che pare definitivamente fissata. Partenza avverrebbe fra il 28 e 30 corrente. A Ragusa si attenderà formazione di un treno speciale per proseguire.

(l) -Pubblicato al n. 234. Cfr. anche n. 209 e nota 1. (2) -Pubblicato al n. 270.
287

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2887/846 (1). Parigi, 22 novembre 1918 (per. il 23). Telegramma di V. E. n. 1428 (2). Berthelot mi ha detto stasera che Barrère aveva già Informato V. E. che Governo francese aveva risposto in modo assolutamente negativo alla comu

nicazione fatta da Governo spagnuolo per conto del Consiglio nazionale austrotedesco e che Governo spagnuolo aveva preso atto del rifiuto.

288

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI,

PIACENTINI, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2874/244. Zona di Guerra Albania, 22 novembre 1918 (per. il 23). Da Comando nostre truppe Cattaro ricevo seguente telegramma data oggi: «Parlamentari montenegrini condotti da Voivoda Vukotkh e da generale Mitar Martinovich accompagnati da maggiore serbo... [manca] comandante presidio Cettigne, si sono presentati a Cekani ed a sei chilometri ovest detta città, lungo strada Cattaro, al Comandante truppe nostre forze, circa una compagnia diretta Cettigne. Hanno invitato Comandante st,esso arrestare marcia perchè presenza truppe italiane nella capitale Montenegro non sarebbe stata tollerata se non contemporaneamente a truppe francesi inglesi e americane. Detti padamentari aggiunsero che arrivo isolato nostre truppe alla capitale avrebbe certamente compromesso ordine che nel paese regna attualmente declinando ogni responsabilità qualunque disordine fosse avvenuto. Conseguentemente nostre truppe si sono fermate a Cekani in attesa ulteriori ordini. Contegno autorità montenegrine è dovuto a pressioni autorità militari serbe che ritengono Governo italiano agisca in favore Re Nicola e contro i loro interessi. Firmato Comandante truppe italiane Cattaro ». Da parte mia aggiungo avere nostro Comandante truppe ordini perchè nostro reparto in marcia su Cettigne si arresti Cekani e in attesa ulteriori comunicazioni. Attendo ordini relativi esprimendo subordinato parere che si potrebbe inviare Cettlgne con nostro reparto anche truppe americane e francesi da trarre dai presidi interalleati Bocche di Cattaro. Segnalo infine che Generale

d'Esperey quantunque richiesto non ha mai nulla comunicato a questo Comando circa costituzione presidio interalleato In Montenegro.

Parigi, in pari data, che ha lo stesso numero.

(l) -Sic, ma il numero è probabilmente errato, poichè esiste un altro telegramma da (2) -Pubblicato al n. 227.
289

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2906/26. Pera, 22 novembre 1918 (per. il 23).

Da un italiano ,giùnto ieri a Smirne ho appreso che un ufficiale ìng[ese ed uno francese vi furono da Consoli con le loro bandiere issate Consolati. Di assoluta urgenza invio colà di un nostro Console che abbi'a tuttora e conservi il carattere di ufficiale per esempio Manfredi. Potrà raggiungere Smirne o da CostantinopoH per rerrovia, o dal Pireo via Metelino. Prego telegrafarmi partenza. Quell'agente potrebbe attiva11e passaggio ospedale austriaco sotto .la protezione italiana mentre io farei qua i passi opportuni presso la Sublime Porta. Potrebbe anche ·Concedere subito protezione provvisoria agli austriaci levantini o di origine adriatica che la chiedano per evitare espulsione. Cosi aumenteranno numero della colonia italiana ora un quinto della ellenica. A Smirne eccitazione grande fra greci e italiani. Un ufficiale inglese che sbarcatovi organizzò una polizia provvisoria con dei prigionieri di guerra inglesi proibì dimostrazioni.

290

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2907/29. Pera, 22 novembre 1918 (per. il 23).

Nel mio scambio di visite come Alto Commissario itaHano con Gran Visir e col Ministro Affari Esteri dissi loro che nella scelta di un diplomatico invece di un militare Sublime Porta poteva vedere prova di benevolenza del R. Governo, ma che questa benevolenza sarebbe continuata solo se tutti i nostri interessi avessero pronta immediata soluzione. Ebbi ampia promessa; ma più che buon volere manca forza, in questo che non è se non una larva di governo. La rete degli ascritti Unione Progresso è tuttora salda e molti funzionari fanno attuale Governo ostruzionismo passivo.

291

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 3577/164. Roma, 22 novembre 1918. In relazione al foglio di V. E. n. 3567 del 16 novembre (1), mi pregio farLe

conoscere che in massima sono favorevole alle proposte contenute nel rapporto del Comandante De Boccard sulla occupazione di Zara.

Raccomando vivamente a V. E. un sollecito invio a Zara di nostre truppe e ciò tanto più inquantochè da un telegramma del Comandante il137° fanteria, pervenutomi per il tramite del generale Piacentini (l) risulterebbe da fonte attendibile che truppe serbe dovrebbero partire quanto prima da Cattaro per Zara, dove mia opinione è che non si debbano lasciar sbarcare.

(l) Non pubblicato.

292

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AI MINISTRI DEGLI ESTERI, SONNINO, E DELLA GUERRA, ZUPELLI

T. RR. 6637. Trianon Versailles, 22 novembre 1918.

Da notizia avuta da buona fonte risulterebbe che Inghilterra a differenza di quanto aveva fatto sinora durante guerra sta dando indirizzo molto il'estrittivo a quanto concerne fornitura materiali al nostro Paese. Ciò sarebbe dovuto esclusivamente al criterio di ritornare in forza dell'avvenuto armistizio ai sistemi del tempo di pace implicanti un maggior rigore circa misure finanziamento atte garantire forniture stesse. Sebbene il fatto ove sussista sia per sua natura tale da dover necessariamente di già risultare per via diretta ai competenti nostri dicasteri reputo opportuno segnalarlo in quanto potrebbe dar luogo a misure analoghe da parte altri alleati, sinora con noi relativamente larghi durante la guerra, così da crearci non soltanto imbarazzi nel momento difficile che traversiamo ma da costituire un possibile mezzo di pressione a scapito realizzazione piena nostro programma di rivendicazioni durante imminente periodo preliminari e trattative pace.

293

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL SEGRETARIO GENERALE DEGLI ESTERI, DE MARTINO

Roma, 22 novembre 1918.

La Etiopia non ha preso parte alla guerra e quindi non ha titolo per intervenire al Congresso della pace (2). Ad abundantiam. Anche se l'Etiopia avesse titolo a partecipare al Congresso sarebbe necessario impedire che-ciò avvenisse.

a) La Etiopia non è un paese civile. Vi è la schiavitù in pieno esercizio. Un nostro missionario della Consolata nel passare la Didessa cosi ha riferito in data 3 dicembre 1917:

« Lasciamo il fiume Didessa ed alle 18 arriVIamo a Marechi. È impressionante il numero di schiavi e schiavette che vengono deportati da questo paese e da quelli circostanti verso Addis Abeba. In questi ultimi tre giorni ne incontrai per istrada forse più di trecento, guidati e seguiti da negrieri armati di fucile e di scudiscio. Al passo di Didessa vidi i piccoli infelici le.gati in catena e passato presso lo stomaco un bambù e poi portati attraverso l'acqua come un grappolo vivente. I maschi piccoli vengono venduti a 40 talleri ciascuno e le femmine a 70 circa,.

In Etiopia è anche in pieno vigore la evirazione. Vi sono applicati sistemi barbarici, quali il taglio della mano e del piede, delle mammelle, del naso: v'è l'applicazione del prezzo del sangue con diritto di vita e di morte verso la parte lesa.

b) Quali interessi dovrebbe tutelare la Etiopia?

Molto probabilmente essa porrebbe la questione in base ai principi di nazionalità (razza) della rivendicazione delle popolazioni etiopiche sottoposte all'Italia e all'Inghilterra (v. telegramma Colli, 15 novembre corrente, n. 100) (1).

Porrebbe anche la questione dello sbocco al mare, e del libero transito delle armi e munizioni avendo aderito all'Atto generale di Bruxelles. Italia e Inghilterra si troverebbero in una situazione insostenibile, specialmente l'Italia che ha comperato col sangue e col denaro le due colonie. I due confini sono stati pagati in milioni contanti al Governo etiopico con formali accordi (2).

Non avrebbe da sostenere nessun principio di auto-decisione, essendo la Etiopia Stato sovrano e indipendente (Trattato italo-etiopico 26 ottobre 1896).

c) Chi dovrebbe rappresentarla?

Non delegati propri perchè non ne ha idonei.

Non uno Stato neutro per evidenti ragioni.

Non la Francia, come sembra esser stato fatto balenare al Governo etiopico

(v. telegramma succitato) poichè le Potenze che hanno garantito la integrità dell'Etiopia con l'accordo di Londra del 13 dicembre 1906 sono tre, Francia, Italia e Inghilterra e queste ultime due non potrebbero ammettere di essere tagliate fuori.

d) Dovrebbero quindi intervenire tutte e tre. Ciò non sarebbe possibile e la Etiopia non lo consentirebbe.

e) Se ad una delle tre Potenze garanti f~sse consentito di far partecipare sotto i suoi auspici l'Etiopia al Congresso della Pace, le conseguenze sarebbero disastrose specialmente per l'Italia e Inghilterra che dopo il Congresso avrebbero come vicino un paese che vorrebbe trattare da pari a pari, specialmente se ottenuto lo sbocco al mare (Gibuti) avesse mano libera per far entrare le armi e munizioni.

N. B. -All'obiezione che la Etiopia ha aderito all'Atto generale di Bruxelles per mezzo dell'Italia il 28 agosto 1890, nonostante la opposizione della Francia, della Russia e della Turchia, si può rispondere che nel 1890 la Etiopia era sotto il protettorato dell'Italia (Trattato Uccialli 1889) riconosciuto dalle

Potenze a termine dell'Atto generale di Berlino, e che l'Italia ha influito per tale adesione, trattandosi di un atto internazionale che era ispirato ad un alto concetto di civiltà quale è quello di impedire la tratta e il commercio delle armi, e figurando tra' firmatari il Congo e lo Zanzibar.

(l) -Cfr. n. 282. (2) -Un uomo di Stato italiano disse che quando si ha un buon argomento non bisognaaggiungerne altri che non farebbero che indebolirlo. (Nota del documento). (l) -Pubblicato al n. 176. (2) -Una lettera di Menelik al Re Umberto I in data 26 marzo 1889 diceva: c Desidererei che i soldati della M. V. occupassero fortemente l'Asmara per essere sicuri che questa via sia ben custodita •· (Nota del documento).
294

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l)

T. 2554/463. Londra, 23 novembre 1918, ore 9,32 (per. ore 19).

Telegramma di V. E. n. 2903 (2).

Ieri ebbi lungo colloquio con Balfour sui noti argomenti. Pure accennando in generale ai vari motivi di lagnanza indicati da V. E. concentrai miei rilievi sul fatto più concreto e recente della inizia!iva sua per riconoscimento jugoslavi. Dato contegno apertamente a noi ostile da essi assunto. simili iniziative, osservai, non possono riuscirei grate ed essere considerate come atto amichevole. Dovevo io dunque sinceramente deplorarle e deprecarle per funesta ripercussione che esse potrebbero esercitare su cordialità relazioni italabritanniche. Replicò Balfour riconoscimento degli indubbiamente c noiosi > jugoslavi non potrebbe comunque ~er luogo ora, visto che essi non sono ancora d'accordo con la Serbia. A prescindere da ciò, aggiunse politica britanni.ca nella questione resta invariata. A questo Governo sta naturalmente assai a cuore che questa terribile guerra finisca con pace stabile e duratura. Essa si potrà raggiungere soltanto con eliminazione nei limiti possibili di cause futuri conflitti, in pari tempo però è superfluo ripetere che Governo britannico intende fare onore propria firma osservando scrupolosamente obblighi assunti nel patto di Londra. Replicai che di ciò nessuno dubitava. Le apparenze però si prestano a false ed antipatiche interpretazioni ed occorre con ogni studio evitarle. Gli scopi cui mira Governo britannico sono anche quelli del R. Governo. Il quale di tali suoi concilianti propositi dette già ampia prova nel 1915 allorquando nei negoziati dell'alleanza acconsenti ad importanti rinunzie tra cui quella di Spalato. Riescono ciò stante sorprendenti e dolorosi alcuni atteggiamenti e manifestazioni che appaiono in stridente contraddizione con i leali ed amichevoli intendimenti da lui espostimi. Mi dolevo in tale ordine di idee della attività del noto ufficio propaganda, linguaggio di qualche giornale, ecc. Rilevai pure incidentalmente stranissima pretesa dell'Ammiraglio francese di issare bandiere alleate su territori da noi occupati attribuiti all'Italia dal patto di Londra. Su questo ultimo punto Balfour strettosi nelle spalle a guisa di tacita affermazione della non responsabilità britannica osservò impegni francesi verso di noi essere altrettanto stretti ed impegnativi di quelli ·inglesi. Per il resto disse non doversi prestare alcuna attenzione a manifestazioni d'irresponsabili

ro -Documenti diplomatici • Serie VI • Vol. I.

che nella presente questione sembrerebbero diventati fautori della teoria tedesca del «pezzo di carta~. In conclusione rappresentai che suaccennato duplice scopo britannico poteva benissimo raggiungersi in base al concetto chiaramente ed opportunamente espresso da V. E. nell'ultima parte suo telegramma. Della medesima gli diedi lettura integrale ed egli ne prese nota con appunto. Balfour mi disse poi che Primo Ministro da lui informato delle precedenti nostre conversazioni aveva espresso desiderio di vedermi. Circa indiscreta comunicazione noto telegramma Segretario di Stato ripetutomi ad abbondanza rincrescimento e deplorazione disse Ammiragliato non aveva ancora fornito chieste spiegazioni. Comunque persisteva nell'escludere che comunicazione provenisse da sorgente ufficiale. Balfour capi ed apprezzò mia raccomandazione di non allargare incidente per giusti motivi additati da V. E.

In un odierno colloquio privato e personale lord Hardinge mi ha con speciale enfasi e suo abituale linguaggio secco ed incisivo dichiarato che in qualunque eventualità di una cosa potevo e dovevo essere sicuro e cioè che Inghilterra manterrà puntualmente suoi impegni. In termini più vaghi e generali Hardinge ha poi accennato nell'interesse comune di evitare acute frizioni con gli jugoslavi potrebbe forse giovare che nei territori non assegnati all'Italia dal patto di Londra noi assumessimo un contegno meno rigido verso i serbi. Ha al riguardo menzionato nostra recente opposizione invio truppe serbe a Fiume. Ho risposto che Fiume essendo città eminentemente italiana, presenza truppe serbe potrebbe appunto dar luogo a serii conflitti che è nostro naturale desiderio di evitare. Ha replicato contemporaneamente presenza truppe alleate eliminerebbe tale pericolo. Hardinge ha poi di passata rilevato non essere Fiume compresa nel patto di Londra.

Sarò grato a V. E. comunichi presente telegramma a S. E. Sonnino al quale per motivo di economia mi astengo dal ripetere.

(l) -n testo è stato confrontato con quello conservato in AO, dal quale sono state tratte le ore di partenza e di arrivo. (2) -Pubblicato al n. 202.
295

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2389/462. Londra, 23 novembre 1918, ore 9,32 (per. ore 10 del 24). Telegramma di V. E. Gab. n. 1686 (1). Dalla risposta datami ieri da Balfour mi accorsi subito che egli aveva un ricordo vago ed incompleto di tutto il nostro trattato. Vidi infatti che egli confondeva l'articolo 9 con il 13. Alle spiegazioni mie sul contenuto di esso rispose che io gli parlavo di una questione cui era affatto impreparato a rispondere non essendosi finora qui discorso della sorte delle colonie tedesche per altri scopi all'infuori della determinazione che non debbano tornare alla Germania. Gli

risposi che al punto in cui siamo giunti mi pareva giunto il momento di regolare questo punto importante presto e di comune accordo. Mi promise di esaminare

la questione. Della quale ho intrattenuto rpoi oggi Hardinge. Egli ricordava benissimo disposizione articolo 13 ed anche lui ha riservato risposta dopo previo studio ufficio competente. Ha però rilevato non sapeva ancora se e quali delle conquistate colonie passeranno definitivamente all'Impero britannico visto che decisione finale al riguardo spetterà alla Conferenza della Pace.

Hardinge ha dichiarato in modo esplicito assoluta inesistenza negoziati anglo-francesi per cessioni coloniali (telegramma di V. E. Gab. n. 1676) (1). L'unica concessione inglese alla Francia fu fatta al principio della guerra allorquando fu ceduta « provvisoriamente » metà della ·colonia di Togo. Tale concessione provvisoria è assai probabile divenga definitiva.

(l) Pubblicato al n. 246.

296

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2393/463. Londra, 23 novembre 1918, ore 9,32 (per. ore 11,35 del 24).

Da fonte indiretta ma sicura mi risulta che qui si preparano a replicare alla nostra nota sull'Asia Minore mantenendo nota tesi della caducità accordo di agosto 1917 per mancato consenso russo. Queste erano almeno disposizioni prevalenti fino a ieri. Rimane ora da vedere se dimissioni di Cecil produrranno qualche mutamento (2).

297

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2408/460. Londra, 23 novembre 1918, ore 9,32 (per. ore 11,45 del 24).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1685 (3).

Circa la partecipazione degli Stati alla Conferenza della Pace non posso che confermare quanto mi disse Balfour ed io ho riferito col mio telegramma n. 451 (4). Circa numero plenipotenziari Balfour mi disse ieri Governo francese avere proposto che esso venga limitato a cinque per ciascuna grande Potenza. Segretario di Stato è disposto in massima ad aderire. Ha osservato però che il Governo britannico trovasi in una situazione speciale in quanto esso ha ministri dei 4 grandi domini !imperiali che intendono di partecipare aiJJ.a conferenza nella discussione delle questioni dei loro rispettivi interessi. Per conseguenza desiderio Balfour è che pur rimanendo fermo il numero di cinque plenipotenziari essi non siano sempre gli stessi ma si alternino a seconda delle questioni in discussione. Aggiungeva però il Segretario di Stato sembrargli verosimile che il Primo Ministro e lui stesso dovrebbero sedere in permanenza.

Su altri punti indicati da V. E. Balfour nulla seppe dirmi. Chiederò spiegazioni a funzionari minori. A quanto sento Hardinge e tutti i pezzi più grossi del Foreign Office tra i quali Tyrrell, Crowe, Clarke, ecc., si recherebbero ·a Parigi.

(l) -In data 19 novembre 1918, non pubblicato, che ritrasmetteva a Imperiali il telegramma pubblicato al n. 205. (2) -Cfr. n. 311. (3) -Non pubblicato. (4) -Pubblicato al n. 178.
298

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1705. Roma, 23 novembre 1918, ore 20.

Prego indagare riservatamente e telegrafarmi urgentemente se accordi franco-inglesi del 1916 relativi Turchia asiatica furono comunicati a Wilson dai Governi interessati.

(Per Washington). Prego anche telegrafarmi quale seguito V. E. abbia creduto dare alle istruzioni contenute nel mio telegramma Gabinetto n. 958 del 27 giugno scorso.

299

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 364)

T. R. P. 2647/664. Parigi, 23 novembre 1918, ore 21,55 (per. ore 5 del 24).

Frazier mi ha detto proposta contenuta in un telegramma a House di inviare prof. Herron nelle regioni contestate non incontra approvazione House che ritiene Herron persona non indicata. Non ho potuto ottenere da Frazier, di cui conosco l'eccessiva cautela, che ne precisasse le ragioni. Egli mi ha detto solo che Herron è stato agente ufficioso di Wilson presso Lammarsch nell'epoca in cui Wilson credette che si potesse far pace separata con l'Austria. House ha quindi semplicemente trasmesso proposta a Wilson, lasclando interamente a Wilson relativa decisione.

300

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 364)

T. 2648 (1). Parigi, 23 novembre 1918, ore 21,55 (per. ore 5,10 del 24).

Sarei grato a V. E. affrettare risposta mio telegramma n. 640 (2) relativo passaggio per l'Italia del sig. Pachitch e dei Deputati della Scupcina. Trattandosi del Capo di un Governo alleato parrebbemi difficile rifiutare.

(l) -Manca il numero di protocollo particolare. (2) -Non pubblicato. II telegramma, spedito il 18 novembre 1918 alle ore 20,45, informava che il capo del Governo serbo, Pr.§ié, di ritorno da Londra, chiedeva al Governo italiano di raggiungere Belgrado « per terra via Italia Nabredina San Pietro Fiume... evitando via incomoda di Salontcco •. ·
301

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2409/22. Costantinopoli, 23 novembre 1918, ore 22 (per. ore 3,30 del 25).

Governo ed elemento turco sono in buona fede convinti che greci di qui vogliono provocare incidenti che spingano i turchi a repressioni le quali, come sempre ai turchi accade, oltrepasserebbero limiti. Eccitazione greci esiste veramente perchè greci stimano turchi attualmente impotenti.

Ho detto ammiraglio Calthorpe che ad evitare incidenti di cui responsabilità morale cadrebbe sui due alti Commissari che hanno forze a terra occorrerebbe fare avere Patriarcato severo monito di prudenza. Aggiungo che le provocazioni greche costituiscono pericolo per i turchi, che con le repressioni fanno sempre torto a sè stessi, ma che non vi è ragione alcuna di prenderle sul serio altrove, per esempio Smirne.

302

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2433/339. Washington, 23 novembre 1918 (per. ore 19,50 del 24). Telegramma di Gab. n. 359 (1). Poichè il prof. Herron avrebbe notato in Trumbic soltanto scarsa simpatia per l'Italia e aspirazioni nazionali italiane mi affretto dal canto mio a segnalare a V. E. che abbiamo in questo ultimo il nemico più accanito e insidioso e losco. Sono in possesso di un memorandum confidenzialissimo che egli stesso dirigeva a questo Governo proprio alla vigilia dell'ultima offensiva nostra. È il documento più sleale calunnioso e aggressivo nel quale si proponeva a questo Governo di subordinare ogni altra ulteriore sovvenzione all'Italia all'obbligo di rinunziare ria parte nostra al Patto di Londra. Invierò copia memorandum a V. E. che potrà avere conoscenza anche prima dell'onorevole Bevione di prossima par

tenza [sic] al quale il memorandum venne amichevolmente comunicato in via confidenziale da questo Comitato di (?) pubblica informazione.

303

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2940/1611. Londra, 23 novembre 1918.

Questo Ambasciatore di Spagna ha fatto ad Hardinge comunicazione analoga a quella di cui telegramma di V. E. n. 1428 (2). Riservandosi di parlarne a

Balfour, Sottosegretario di Stato ha detto a Merry del Va~ che esistenza di uno stato austro-tedesco appariva dalle notizie dei giornali ma non era un fatto di cui Governi possano prendere ufficialmente conoscenza. Non vedeva quindi come si potessero intrattenere relazioni con rappresentanti di uno stato che non esiste. Ha poi soggiunto dovere Governi alleati stare bene in guardia perchè tentativo di questo sedicente nuovo stato potrebbe rappresentare un'insidia mirante a sottrarre l'uno o l'altro dei futuri stati orig!nati dalla disintegrazione dell'ex Impèro austro-ungarico dagli obblighi di ·compensi e riparazioni dovute, obblighi cui tutti invece quegli Stati dovranno in solido e collettivamente sottostare.

In complesso dal linguaggio di Hardinge parrebbe potersi dedurre che alla domanda predetta questo Governo risponderà con un rifiuto.

(l) -Numero probabilmente errato. Il telegramma non è stato rinvenuto. (2) -Pubblicato al n. 227.
304

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2944/1613. Londra, 23 novembre 1918 (per. il 24). Foreign Office informa che ogni possibile azione navale fu a suo tempo spiegata per impedire sbarco Sidi Ahmed Libia: informazioni però possedute

dagli Alleati su argomento erano di natura cosi poco definita da impedire adozione misure pratiche.

305

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 3183. Costantinopoli, 23 novembre 1918 (ver. il 6 dicembre). Vescovo ortodosso di Durazzo, che mi ha detto essere stato allontanato dalla sua sede dagli austriaci come intesofilo, è venuto esprimermi sue felicitazioni per le nostre vittorie; ha detto sperare poter presto tornare Durazzo. Di lui basta sapere che è greco di nazionalità e che prima che a Durazzo fu ·coadiutore del Metropolita ortodosso di Smirne. Anche se personalmente

sia degnissimo non si può dubitare del suo attivo patriottismo ellenico.

Non mi pare sarebbe il caso di facilitare il suo ritorno.

Se l'Albania abbia da assumere una qualunque forma dl Stato, il Patriarcato

ecumenico non può negarle l'autocefalismo che, !l'uno dopo l'altro, conqui

starono di fronte al Fanar i vari Stati balcanici.

Ma a capo della Chiesa albanese ortodossa noi dobbiamo porre dei prelati

di nazionalità e di lingua albanese, i quali sappiano che la loro carriera è circo

scritta all'Albania, e che la loro fortuna dipende solo dall'Albania.

Un prelato albanese, certo non privo di difetti, lo abbiamo già nella persona del vescovo di Berat.

306

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2398/464. Londra, 24 novembre 1918, ore 3,06 (per. ore 3,50 del 25).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1695 (1).

Nell'informarmi che le truppe britanniche non hanno partecipato all'occupazione di Budapest, Hardinge aggiunse che in tesi generale questo Governo è riluttante all'invio di proprie truppe per simili servizi, salvo i casi in cui la loro presenza in una qualche località appaia assolutamente necessaria.

307

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2400/648. Parigi, 24 novembre 1918, ore 21 (per. ore 4,30 del 25).

Telegramma V. E. n. 1686 (2).

Pichon al quale ho accennato opportunità scambiare qualche veduta circa applicazione art. 13 del trattato di Londra mi assicurò nel modo il più esplicito e preciso che non si era ancora esaminata in alcun modo tra Parigi e Londra questione nuova ripaTtizione Africa che era secondo lui da riservarsi alla Conferenza della Pace. Era cosi evidente sua intenzione differire le relative conversazioni anche con noi e mi diede il migliore argomento ... [manca] per ora alle medesime.

308

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, p. 386)

T. RR. 2666/2576. Londra, 24 novembre 1918, ore 8,45 (per. ore 7 dell 25).

Mio telegramma Gab. n. 463 (3).

Con odierna letteTa particolare Balfour mi informa questo Ammiragliato dopo minute accurate investigazioni gli ha assicurato di non avere nulla da vedere con nota deplorevole irregolarità. In presenza di queste dichiarazioni scritte e dell'altre verbali escludenti che nota comunicazione sia avvenuta per

mezzo di Lloyd George resta a chiedere come siano i francesi riusciti ad avere copia del telegramma dell'ammiraglio Revel. Comunque giusta ordine di V. E. io mi propongo ora di lasciar cadere la cosa.

(l) -Pubblicato al n. 264. (2) -Pubblicato al n. 246. (3) -Pubblicato al n. 294.
309

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2430/466. Londra, 24 novembre 1918, ore 8,50 (per. ore 9,40 del 25).

Dimissioni di Ceci! sono state motivate da insanabile divergenza col programma della coalizione relativa alla separazione Chiesa gaUese. Sulla questione Ceci! prese in passato posizione netta dalla quale non ha voluto oggi recedere. Allontanamento di Ceci! dal Foreign Office è in questo momento molto increscioso. Egli aveva ormai minuta conoscenza di tutti gli affari più importanti di cui si occupava con molta sollecitudine. Cominciava pure in questioni di politica estera ad esercitare sul volubile ed impetuoso Primo Ministro quella certa salutare influenza che Balfour per difetto di energia o per stanchezza fisica potrebbe ma difficilmente si decide a fare valere. Con la partenza di Cecil generalmente deplorata e con quella di Clynes rappresentante del Labour Party Gabinetto perde due suoi membri più autorevoli ed efficienti.

310

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. RR.P. 2405/6687. Trianon Versailles, 24 novembre 1918, ore 15,15 (per. ore 21).

Seguito telegramma n. 6634 del 22 corrente (2) informo che generale Albricci qui venuto a conferire meco mi conferma che mentre avevano principio di esecuzione ordini precedenti che avviavano 2• Corpo italiano verso regione renana disposizioni sopravvenuto fonogramma 20 corrente lo trattengono per ora sulla Mosa. Mentre scrivo in via confidenziale maresciallo Foch per rappresentargli vivo desiderio che bandiera italiana abbia degno posto nei paesi occupati come Io ebbe a fianco Alleati nelle dure ore della lotta e possibilmente conoscere sue intenzioni nei riguardi venturo impiego secondo Corpo d'Armata mi dò premura di confermare il fatto per quei passi che si ritenesse di fare in uguale senso presso Governo francese.

2) se fosse eventualmente in corso qualche accordo per un prossimo rimpatrio di tali unità alleate.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando e, per conoscenza, a Zupelli e Diaz. (2) -Non pubblicato. In esso n generale Di Robnant riferiva che n secondo corpo d'armata italiano anzichè essere diretto verso n Lussemburgo e poi verso Coblenza, era stato asse~nato il 20 novembre alla quinta armata francese, trattenuta sulla Mosa presso Rostoi. Nell'occasione il generale Di Robilant chiedeva c a fine reciproco •: l) quale fosse l'attuale dislocazione delle unità francesi e inglesi sul fronte italiano e il loro previsto ulteriore impiego;
311

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E AL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA

T. 1481. Roma, 24 novembre 1918, ore 18.

(Per Parigi e Londra). Mio telegramma n. 1466 (1).

Ho telegrafato al R. Ministro Cristiania.

(Per Cristiania). Mio telegramma n. 1449 (1).

(Per tutti). Se opportuno autorizzala prendere accordi con colleghi per lasciare comprendere G()verno norvegese che qualora persista non prendere adeguati provvedimenti contro propaganda bolscevica, Potenze alleate potranno e·ssere indotte a prender misure circa razionamento viveri Norvegia.

(Per Parigi e Londra). Prego disporre perchè siano inviate analoghe istruzioni rappresentante codesto Governo Cristiania.

312

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (2)

T. GAB. 2663/15440. Italia, 24 novembre 1918, ore 19,20 (per. ore 24).

Questa mattina si è presentato generale americano Treath reduce da Parigi. Mi comunicò che per ordine suo governo deve procedere al più sollecito invio in Patria di tutti i contingenti americani. Alle mie obiezioni circa esiguità contingenti in territorio italiano rispose essere un ordine tassativo che non poteva discutere. Ho interessato il generale Treath a fare il trasporto imbarcando direttamente i tre battaglioni rispettivamente a Cattaro a Fiume a Venezia. Ho altresi pregato il generale Treath di aiutarci con formazioni ... [manca] sanitarie e medicinali dei quali mezzi sentiamo deficienza. Ha richiesto una nota specifica dei detti mezzi che gli consegnerò al più presto e promise interessarsi. Dichiarò che l'America ritiene di potere trasportare in patria le sue truppe in molto minor tempo di quello impiegato allo invio in Europa e che ciò è vitale per la ripresa del lavoro.

313

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2407/465. Londra, 24 novembre 1918, ore 20,50 (per. ore 0,45 del 25).

Nel colloquio di avanti ieri chiesi a Balfour se e quale fondamento aveva notizia comparsa nella mattinata di una visita a Parigi di questi Sovrani. Replicò Balfour notizia essere esatta per quanto concerneva il re il quale andrà giovedi prossimo a Parigi accompagnato dal Principe di Galles. La visita

alla capitale francese aggiunse 'era stato atto indispensabiLe di opportunità poli· tica. S. M. desiderava naturalmente di salutare sue truppe vittoriose e recandosi sul suolo francese non vi sarebbe stato oggi, ad armistizio concluso, motivo plausibile per dispensarsi da una visita alla capitale senza urtare suscettibilità della nazione alleata. Parlando beninteso in via affatto privata e personale attirai attenzione di Balfour sull'utilità e la convenienza per molteplici ovvii motivi della visita del Sovrano britannico all'altro suo alleato il Re d'Italia. Ricordai ottima impressione a suo tempo prodotta in Italia dalla visita del Re Edoardo ed incidentalmente rilevai che dopo il suo avvento al trono e durante tre anni e mezzo di alleanza Re Giorgio ron si è ancora incontrato col nostro Augusto Sovrano. Balfour abbondò nel mio senso; osservò tuttavia che nel momento presente e in questo periodo elettorale il Re non potrebbe assentarsi a lungo. Aggiunse però a titolo di confidenza per il momento affatto privata avergli S. M. manifestato desiderio ed intenzione di fare una visita a S. M. il Re nel corso della prossima primavera. Tale proposito del Sovrano mi fu confermato ieri da Hardinge il quale mi disse che ne potevo pure infomare V. E,. Raccomandava però massimo segreto, occorrendo sempre tener conto di avvenimenti impre

veduti.

(l) -Non pubblicato. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Sonnino e Zupelli, con preghiera di darne comunicazione a Diaz.
314

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2401/661. Parigi, 24 novembre 1918, ore 21 (per. ore 0,45 del 25).

Ho parlato con Pichon dell'eventuale invio a Costantinopoli di nostre forze cui si riferisce telegramma di V. E. n. 1703 (1). Egli trovò giusto che se le forze anglo-francesi occupassero Costantinopoli partecipassero all'occupazione anche le nostre e provocherà analoghe istruzioni a Franchet d'Esperey.

315

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 1706. Roma, 24 novembre 1918, ore 21.

(Per Berna). Telegramma di V. E. Gab. n. 112 (2). Resto in attesa del rapporto Herron.

(Per Londra). Telegramma di V. E. Gab. n. 457 (3).

Ho telegrafato alla R. Legazione a Berna quanto segue:

(Per tutti). In considerazione dell'attività che jugoslavi spiegano in Londra a nostro danno sarebbe opportuno che la S. V. trovasse maniera di indurre Herron a comunicare il rapporto diretto ad House anche a Balfour, col quale risulterebbe che Herron è in dirette confidenziali relazioni.

t

(l) -Pubblicato al n. 281. (2) -Pubblicato al n. 218. (3) -Non pubblicato.
316

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 4, p. 380)

T. GAB. u. 2660. Roma, 24 novembre 1918, ore 21,20.

Per ciò che riguarda viaggio Presidente Consiglio Serbia attraverso Italia, convengo che sia impossibile rifiutarsi. Ritengo però che come già per jugoslavi,

V. E. potrà lasciare sottintendere col dovuto tatto la condizione di non fermarsi, mentre resta poi ferma la riserva di carattere tecnico circa la possibilità e la sicurezza delle comunicazioni ferroviarie.

317

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO (AO, reg. 4, p. 379)

T. GAB. u. 2657. Roma, 24 novembre 1918, ore 22.

Comunico a V. E. seguente nota da me trasmessa a S. E. Thaon di Revel:

c: In risposta a sua Nota RRP, n. 924 (1), comunico a V. E. il mio pensiero in proposito anche in seguito a colloquio avuto col collega degli Affari Esteri on. Sonnino. Premesso che giova in ogni caso premunire le nostre truppe di occupazione contro ogni eV'ento di sopraffazione, sembra tuttavia che mentre importa di mantenere l'occupazione navale di Cattaro non sembra che uguali ragioni consiglino di premere troppo per l'occupazione del Montenegro. Bisogna, infatti, tenere conto che in quest'ultima regione è ammesso che il Comando in capo sia quello dell'esercito d'Oriente. Sembra, quindi, che si debba aiutare affluenza truppe interalleate non solo al fine di unirle alle nostre, ma anche al fine di lasciare che il comando sia assunto da un'altra potenza alleata, se possibile da un generale americano. Nel frattempo sarà bene che nostro Ammiraglio eviti cosi di riconoscere formalmente l'autorità predominante del colonnello serbo, ·come di entrare in aperto conflitto con lui, tenendo per quanto è possibile un contegno di prudente riserbo. Uguale comunicazione fo al Comando Supremo». Prego V. E. di curare direttamente quelle comunicazioni che occorresse di fare al generale Piacentini.

(l) Non rinvenuta.

318

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2456/340. Washington, 24 novembre 1918 (per. ore 3,50 del 25).

Philips desiderò vedermi. Mi disse Lansing, il quale si è assentato per brevi giorni, gli aveva chiesto manifestarmi che era alquanto impressionato dal clamore che si faceva intorno questione jugoslavi e che per non essere posto in imbarazzo si raccomandava che Italia non desse pretesto con atti intempestivi all'accusa di invaàere domini della Conferenza della Pace. Tutto ciò nel tono più deferente ed amichevole. Chiesi subito di dove venissero lamenti e su quali pretesi fatti. Schivò risposta !asciandomi 'intendere che più che altro vi era rumore in aria. Gli dissi allora che ero felice di toccare a fondo argomento e parlargliene ormai senza riserve. Circoscrissi la campagna antitaliana nelle agitazioni incomposte insidiose e contraddittorie degli stessi jugoslavi e nell'atteggiamento non spiegabile di una nazione alleata. Denunziai ripetendone dettagli le varie recenti provocazioni francesi rivelatrici di una tendenza assolutamente ingiustificabile e perciò condannabile. Risalii al vatto di Londra impegnativo per la Francia ne'n meno che per gli altri firmatari. Dissi che la teoria del pezzo di carta era e doveva rimanere patrimonio esclusivo della Germania. Affermai che da canto nostro rimanevamo fermi sui diritti conferitici in quel patto, le cui clausole erano state del resto ribadite nelle condizioni dell'armistizio coll'Austria definito di concerto fra gli Alleati e gli Stati Uniti. Sfidai chiunque a produrre un solo atto illegittimo dell'Italia nell'esecuzione delle condizioni medesime. Produssi commentando la recente mossa dell'Ammiraglio francese intesa issare in Dalmazia bandiere alleate e Stati Uniti a fianco dell'italiana e chiesi che cosa avrebbe pensato la Francia se con una simile manovra insultante avessimo :reclamato apparizione delle bandiere alleate a fianco della francese a Metz e Strasburgo. Dissi potevamo non opporci alle bandiere alleate in territorio di occupazione provvisoria al di fuori dei limiti segnati dal patto di Londra e ammonii che era oltre tutto pericoloso di scherzare troppo col sentimento popolare italiano fiero del valore del nostro esercito e conseguite rivendicazioni. Dimostrai quanto ingiusto e pericoloso fosse atteggiamento altrui e conclusi manifestando ferma convinzione che sul terreno della giustizia e diritto avremmo avuto con noi Stati Uniti coi quali intendevamo procedere alla Conferenza della Pace nella più stretta armonia. Rilevai interesse reciproco di questa comunione ·Intenti. Il colloquio fu di oltre un'ora. Philips raccolse le mie parole con evidente COinpiacimento. Le sue principali interruzioni furono per affermare validità patto di Londra, per mostrarsi in ultimo convinto utilità che Italia e Stati Uniti procedessero in intimità alla conferenza. Vedrò oggi Wilson.

319

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2955/855. Parigi, 24 novembre 1918 (per. il 25).

Telegrammi di V. E. nn. 1454 e 1462 (1).

Pichon con il quale ho parlato stamane esclude assolutamente che console francese Rodi abbia espresso propositi che gli si attribuiscono. Ha in ogni modo preso nota delle mie osservazioni per opportune indagini. Non contestò in alcun modo nostri diritti.

320

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2958/858. Parigi, 24 novembre 1918 (per. ii 25).

Telegrammi di V. E. nn. 1461 e 1466 (2).

Questo Ministro Affari Esteri era perfettamente informato della facilità che azione bolscevica sembra trovi in Norvegia e ha già dato al Ministro di Francia istruzioni analoghe a quelle date da V. E. a Montagna.

Prese nota ad analogo scopo delle informazioni che gli diedi circa Barcellona.

Pichon abbondava nel senso della urgente necessità che Governi alleati agiscano energicamente presso Governi neutrali e precisamente Spagna, Svizzera, Olanda e Stati scandinavi per ottenere che arrestino le manovre bolsceviche, cosa che fin qui quei Governi non osarono fare per una ... [manca] paura della Germania. Egli mi diede lettura di un telegramma di istruzioni assai energiche che egli manda alle rappresentanze francest presso quei Governi e presso i Governi alleati.

321

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2967/1624. Londra, 24 novembre 1918 (per. it 25).

Telegramma di V. E. n. 1454 (3).

Per motivi indicati mio telegramma Gab. 463 (4) permettomi chiedere a V. E. se non sarebbe preferibile di limitarmi nella comunicazione relativa a Castellorizzo ad invocare decisioni conferenza di Londra omettendo allusione agli interessi attribuiti all'Italia e « riconosciuti dagli Alleati :. inciso questo che potrebbe provocare contestazioni compromettendo pratico risultato.

(l) -Il primo pubblicato al n. 276; il secondo non pubblicato. (2) -Non pubblicati. Il primo, in data 22 novembre 1918, riferiva alle ambasciate di Parigi e Madrid, e alla legazione di Lisbona un telegramma, non pubblicato, del console generale a Barcellona sull'c intensa propaganda massimalisti russi spagnoli ed altri fomentatori anche denaro tedesco tramite con•ole turco suddito germanico •. Il secondo, in data 22 novembre, riferiva alle ambasciate di Parigi e Londra il telegramma n. 231, non pubblicato, di Montagna a Sonnino. circa la propaganda bolscevica in Norvegia. (3) -Pubblicato al n. 276. (4) -Pubblicato al n. 296.
322

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2976/451. Atene, 25 novembre 1918, ore 5,20 (per. ore 1,35 del 26). Telegramma di V. E. n. 1469 (1). Vice Presidente Consiglio dei Ministri mi ha espresso suo rincrescimento p€r infelice redazione del comunicato riguardante articolo del giornale Embros e mi ha detto che provvederebbe. Mi ha detto pure che aveva fatto aprire dochiesta per stabilire responsabilità degli impiegati della censura che avevano lasciato passare pubblicazione malevola contro l'Italia e mi ha assicurato vivamente che è intendimento del Governo greco mantenere saldi i rapporti di

amicizia fra Grecia e Italia. Stampa di questi ultimi giorni non dà luogo a nessun appunto.

323

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR.2410/468. Londra, 25 novembre 1918, ore 9,35 (per. ore 7,30 del 26). Mio telegramma Gab. ... [manca] (2).

Per mezzo del suo segretario particolare S. M. il Re Giorgio mi ha fatto confermare stamane quanto mi fu detto da Balfour e Hardinge. Il Re ha personalmente ritenuto indispensabile visita a Parigi al momento che recavasi sul suolo francese a visitare sue truppe. Nella presente circostanza in vista della ristrettezza del tempo disponibile e della imperiosa necessità di non allontanarsi troppo a lungo dal Regno nel periodo elettorale mancherebbe a S. M. il tempo materiale di soddisfare suo antico vivissimo desiderio di recarsi a visitare l'Augusto Sovrano. Lord Stamfordham mi manifestava in pari tempo intenzione del Re di recarsi in Italia, salvo sempre impreveduti eventi, nel corso della primavera. A quell'epoca anche S. M. la Regina, che ora non si muove e che è desiderosissima di rivedere nostri Sovrani, sarebbe in grado di accompagnare l'Augusto Consorte.

324

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2417/470. Londra, 25 novembre 1918, ore 9,35 (per. ore 12 del 26).

Telegramma di Gab. n. 1711 (3). Da informazioni attendibilissime mi risulta che il motivo della risposta britannica alle entrate bolsceviche va attribuito al desiderio di non fornire

ai simpatizzanti inglesi col rimprovero di un a priori e ostile partito preso, argomento per eccitare le masse lavoratrici contro Governo. Con divulgazione progressiva degli eccessi dei massimalisti e dei loro sistemi anti-liberali si spera determinare a poco a poco in quello ambiente sentimenti di repulsione tali da giustificare l'opposizione del Governo ad ogni conversazione con attuali tiranni della Russia.

(l) -Pubblicato al n. 285. (2) -Si tratta sicuramente del tel. pubblicato al n. 313. (3) -Non pubblicato. Esso trasmetteva alle ambasciate di Londra, Parigi, Washington e Arcangelo il telegramma di Montagna a Sonnino, in data 20 novembre 1918, pubblicatoal n. 242.
325

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2415/471. Londra, 25 novembre 1918, ore 9,35 (per. ore 13,45 del 26).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1717 (1).

Clark che dirige ora sezione speciale degli affari concernenti Russia mi . ha detto che discorsi di Ciaikowski non hanno valore in seguito all'avvenuto arresto del Governo di Omsk da parte dell'ammiraglio Kolstradt.

Circa la questione generale di una partecipazione alla conferenza di una qualsiasi rappresentanza della Russia egli osservava sembrargli personalmente che in favore di tale partecipazione militano indubbiamente serie ragioni ma che a suo parere dovrebbe spettare alla conferenza di stabilire in proposito.

326

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2421/24. Pera, 25 novembre 1918, ore 10,30 (per. ore 7,05 del 26).

Mancanza di ogni contatto fra gli Alti Commissari pregiudizievole sopra tutto per la mia azione che potrei solo sperare far valere col contatto dei colleghi date le nostre forze insignificanti. Tale mancanza di contatto dovuta essenzialmente ai dissensi iniziali di cui al mio telegramma n. 18 (1). A correggere la situazione ho dichiarato all'ammiraglio Calthorpe che mi constava già qui essere pronti giocare su vero o preteso dissidio Intesa e che quindi stimavo opportuno che egli come decano convocasse insieme periodicamente me ed il collega francese. Ho anche fatto valere l'utilità di scambio d'idee o di notizie come circa eccitazione greca di cui al mio telegramma n. 22 (2). L'Ammiraglio si è mostrato convinto ed ha promesso di convocare settimanali conferenze.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 301.
327

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CAB. 2406/652. Parigi, 25 novembre 1918, ore 13,40 (per. ore 2 del 26).

Il generale Albricci di passaggio a Parigi mi segnalò il giustissimo desiderio delle sue truppe di prendere parte all'occupazione della linea del Reno. Ne ho tenuto parola a Pichon osservandogli come le nostre truppe che si erano così valorosamente battute sul fronte francese meritassero quella ricompensa. Pichon mi diede per suo conto ampia ragione ma mi lesse un recente telegramma del maresciallo Foch il quale dichiarava in occasione credo d'un simile passo fatto dal Governo belga che suoi ordini di marcia erano stati dettati secondo considerazioni prettamente militari dalle quali non gli era possibile prescindere nelle circostanze attuali e che pertanto non potevano essere modificati. Pichon mi diceva quindi che avrebbe segnalato al Presidente del Consiglio il desiderio da me espresso ma con poca speranza di riuscita. Mi propongo di parlare della cosa con Robilant ed esaminare con lui il da farsi da parte sua e mia. Sarei frattanto grato a V. E. se volesse farmi conoscere in proposito il pensiero del R. Governo.

328

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO (AO, reg. 4, p. 388)

T. CAB. u. 2970. Roma, 25 novembre 1918, ore 14,10.

A telegramma n. 15440 (1). Del contenuto di esso io non avrei che da prendere atto; ma ne traggo argomento per alcuni suggerin1enti cui esso dà occasione. In primo luogo, esempio americano deve spingerei ad attivare congedamento nostre classi anziane, perfettamente compatibile con questo periodo transitorio. Di ciò ho conferito con Ministro Guerra e rivolgo viva preghiera codesto comando di cooperare con la consueta alacrità. In secondo luogo poi, io penso che i tre battaglioni americani attualmente dislocati e destinati nei territori da noi occupati possano essere utilmente sostituiti da francesi ed inglesi risolvendo cosi in via di fatto quelle difficoltà internazionali cui si sono riferiti nostri recenti colloqui e corrispondenze.

329

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (2)

T. 1487. Roma, 25 novembre 1918, ore 15 (per. il 26).

Generale Mombelli telegrafa da Sofia in data 21 quanto segue: c Gabinetto Malinoff dimissionario. Dicesi che dimissioni furono provocate da francesi per

sostituire Gabinetto ... [manca] col quale esisterebbero accordi sulla present~ situazione allarmante per giustificare ingresso in Bulgaria di truppe greche e serbe con conseguenze indubbiamente molto gravi.

Comando americano (?) e Colonnello inglese addetto Stato Maggiore del generale Chretien se ne dimostrano seriamente preoccupati e temono moti rivoluzionari che sarebbero senza dubbio provocati da francesi ai fini della loro politica nei Balcani. Entrambi avrebbero telegrafato in questo senso rispettivi Governi rappresentando urg,ente necessità di stabilire subito nei Balcani un controllo militare interalleato che ponga termine intrighi francesi e riferisca esaurientemente su situazione.

Da discorsi con generale Manfredoff persona sincera già Addetto militare bulgaro a Costantinopoli e con signor Vaccaro capo di questa colonia italiana molto serio e profondo ,conoscitore di questo ambiente mia impressione personale è che Francesi ripetendo qui ciò che hanno fatto in passato in Grecia cerchino di eccitare popolazione e creare torbidi per trarre profitto ai fini propria politica forse anche tentando rovesciare Monarchia.

Condivido quindi pienamente opinione che sia opportuno creare qui subito un controllo interalleato data gravità conseguenze che potrebbero derivare da questo stato di cose. Ho creduto mio dovere riferire a V. E. e ritengo che conviene informare subito R. Governo».

Prego farmi conoscere se codesto Governo ha ricevuto informazioni analoghe ed esplorare suoi intendimenti circa proposto controllo militare interalleato.

(l) -Pubblicato al n. 312. (2) -Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche a Parigi.
330

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T .. GAB. RR. P. 2418/19. Trianon Versailles, 25 novembre 1918, ore 16,10 (per. ore 23).

A seguito precedenti comunicazioni informo che secondo ulteriori notizie assunte in via confidenziale drca il progetto degli Alleati per organamento conferenza preliminare della pace sembra che i plenipotenziari civili e il personale relativo si installerebbero di massima a Parigi ove si terranno conferenze parziali e ove permarranno i comitati vari da trasformarsi successivamente in commissioni speciali o tecniche per alcuni studi di questioni particolari. Riunioni plenarie avrebbero luogo a Versailles ove siedono rappresentanti militari e Stati Maggiori che da tempo stanno studiando da punto di vista militare questione principale inerente delimitazione nuove frontiere e programmi balcanici e problemi che vi si connettono collaborando sino conclusione pace in qualità di consiglieri militari. Generale Bliss avrebbe di già ricevuto formale nomina delegato militare. La raccolta delle opere di carattere storico geografico etnografico e statistico che ho già iniziata procede in modo soddisfacente mercè volenteroso concorso nostri maggiori istituti militari e nazionali cui ho fatto ricorso fra i quali comando territoriale corpo di Stato Maggiore e istituto

n -Documenti diplomatici • Serie VI -Vol. I.

De Agostini Novara e Istituto geografico militare e Biblioteca nazionale Firenzer cosicchè ritengo che archivio militare Versailles potrà a suo tempo fornire ottimo contributo per una proficua collaborazione. Mi sarà gradita ogni direttiva che al riguardo potesse essermi data come accennavo con mio foglio 5805sin dal 23 ottobre scorso. Proseguo attivamente raccolta notizie in relazione. istruzioni verbali S. E. Ministro Esteri (1).

331

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2419/472. Londra, 25 novembre 1918, ore 21,35 (per. ore 12',40 del 26).

Mi risulta in modo sicuro che il Re ha invitato Wilson ad essere suo ospite in Inghilterra (2). Fino a stamane però non si era ancora riusciti a sapere se il Presidente verrà in questo paese o se si recherà direttamente in Francia. Circa venuta di Wilson raccolgo apprezzamenti pro e contro. In generale però prevale quello che la sua presenza è, tutto compreso, utile in quanto si spera che il contatto diretto con i governanti degli Stati europei gioverà ad inspirare al Presidente circa le svariate questioni da discutere, giudizi basati non più su teoriche sentenze nello isolamento della «Casa Bianca» ma sulla realtà dei fatti e sulle ineluttabili esigenze delle singole Potenze europee.

332

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO

DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI,.

BONIN LONGARE, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1714. Roma, 25 novembre 1918, ore 22.

(Per Comando Supremo). Ho comunicato telegramma di E. V. n. 15440 (3} al R. Ambasciatore a Washington e Parigi aggiungendo quanto segue: (Per Washington e Parigi). Comando Supremo telegrafa quanto segue: (telegramma n. 15440). (Per Parigi). Nel comunicare quanto precede al R. Ambasciatore a Washington ho aggiunto quanto segue:

(Per tutti). Prego V. E. intervenire presso codesto Governo affinchè sia dilazionato ritorno del contingente americano 'che trovasi in Italia. Mentre esso è ·così esiguo di numero che non può influire sulla ripresa del lavoro costì la sua

presenza in Italia è altamente opportuna per ragioni di politica generale e per l'azione pacificatrice che gli americani possono spiegare nei riguardi dei

jugoslavi.

(Per Parigi). Prego comunicare quanto precede al Generale Di Robilant perchè eserciti un'azione analoga presso il Comando dell'Esercito americano in Francia.

(l) -Il testo è stato confrontato con quello conservato in AO. (2) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca: • ... durante eventuale soggiorno in Ingh'ltErra •. (3) -Pubblicato al n. 312.
333

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1723. Roma, 25 novembre 1918, ore 22.

Telegramma di V. E. Gab. n. 325 (1). D'accordo con Presidente del Consiglio prego V. E. far visita Baltimora Cardinale Gibbons esprimendogli felicitazioni R. Governo.

334

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1491. Roma, 25 novembre 1918, ore 23.

Comando Supremo telegrafa: « Generale Mombelli comunica aver saputo

da suo ufficiale collegamento presso esercito serbo che tre divisioni francesi del

generale Henry andranno in ferrovia a Budapest ed una proseguirà per Vienna.

Riterrei opportuno che nelle ·suddette località fosse inviata anche una rap

presentanza italiana dopo l'auivo di quelle alleate.

Sarei d'avviso che tale rappresentanza fosse limitata ad un battaglione per

ciascuna località da preLevarsi da 35ma divisione con ufficiale generale analo

gamente degli Inglesi e Francesi per città importanti fuori linea armistizio » (2).

(Per Parigi). Prego telegrafarmi se esatto che tre divisioni francesi vadano

a Budapest e Vienna.

(Per Londra). Ho telegrafato R. Ambasciatol"e a Parigi di farmi conoscere se

sia esatto che tre divisioni francesi vadano a Budapest ed a Vienna. Prego tele

grafarmi che cosa risulti costì in proposito e se eventualmente Governo inglese

vi manderebbe una propria rappresentanza militare (3).

(l) -Pubblicato al n. 186. (2) -Il telegramma del comando supremo fu trasmesso, per conoscenza, anche a Orlando, Zupelli e Diaz. (3) -Il telegramma sembra essersi incrociato con la risposta data da Imperiali al telegramma direttogli da Sonnino (pubblicato al n. 264), risposta contenuta nel telegrammapubblicato al n. 306.
335

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2429/357. Washington, 25 novembre 1918 (per. ore 15,50 del 26).

Ha assunto aperta forma violenta conflitto tra il gruppo jugoslavo americanò che fa capo al noto Incovitch membro del Comitato iugoslavo di Londra e firma~ tario del patto di Corfù e questo Incaricato d'Affari di Serbia che agisce anche come Direttore Generale ufficio informazioni Serbia in Washington. In una recentissima riunione indetta da questi ultimamente a New York per annunziare l'accordo serbo-jugoslavo concluso a Ginevra e in seguito a cui redasse comunicato stampa di cui al mio telegramma n. 1654 (1), Incovitch sollevò vera tempesta ripudiando patto Corfù e dichiarandosi per una Repubblica jugoslava. Egli ha redatto ora una lunga violenta dichiarazione pubblicata dai giornali nella quale patto di Corfù « che ebbe un momento di celebrità ~ viene qualificato una reminiscenza storica e un documento stampato in quanto consacrando le aspirazioni secolari jugoslave di indipendenza ed unità territoriale designava il futuro Stato sotto la corona Karageorgevitch.

Segue un attacco a fondo che propugna perfino una più grande Serbia contro la volontà dei jugoslavi che ripudiando dal canto loro anche una più grande Croazia mirano ad uno Stato in cui tutte 1e parti debbano entrare in condizioni uguali lasciando alla assemblea costituente la decisione sovrana della costituzione e forma di governo. Il riconoscimento dato da Wilson alle aspirazioni nazionali jugoslave è qualificato da Incovitch come garanzia incompatibile più forte della dichiarazione di Corfù che venne perciò ripudiata dal Consiglio nazionale jugoslavo di Washington determinante il conflitto col signor Pachitch che Incovitch accusa avere violato i patti lavorando per un più grande regno di Serbia e il cui Gabinetto attuale non rappresenta più « sacra unione » di tutti i serbi ma solamente il vecchio partito radicale non sostenuto da una maggioranza. Incovitch conclude di volere l'unione di tutti i serbi sloveni e croati senza riguardo ai loro confini politici ma di volere soprattutto in nome di tutti jugoslavi libertà di scelta della formula di governo e non sottomissione a una Monarchia appoggiata da una consorteria che potrebbe sfruttare il popolo.

336,

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2416/467. Londra, 25 novembre 1918.

Mio telegramma n. 460 (2). Da Hardinge e da altri funzionari ebbi oggi sul già stabilito ordinamento generale Delegazione Britannica seguenti indicazioni: Dipartimenti Foreign

Office, Tesoro, Commercio, Guerra, Marina, Aviazione, Navigazione vi saranno

rappresentati ciascuno da una Sezione. Rappresentanza Foreign Office si suddi

viderà in varie sezioni, ad esempio : Europa, Levante, Estremo Oriente, Colonie

Africane, Lega delle Nazioni. A ·capo di ciascuna di dette sezioni vi sarà un

alto funzionario del Foreign Office (Sottosegretario di Stato assistente o di rango

equivalente) che avrà seco uno o due segretari. Catpo della Rappresentanza Fo

reign Offic.e e molto probabilmente di tutte le diverse sezioni degli altri diparti

menti sarà Hardinge.

Dalle informazioni precedenti mi pare poter facilmente dedurre che du

rante conferenza attività missioni diplomatiche estere sarà praticamente ridotta

disbrigo semplici affari più correnti.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 297.
337

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2985/1625. Londra, 25 novembre 1918 (per. il 26).

Mio telegramma n. 1570 (1).

Balfour informa Allenby non considera desiderabile invio RR. Agenti in Siria per protezione interessi italiani in Beirut Damasco ed Aleppo presente situazione militare dovendo necessariamente continuare mentre dura armistizio. Allenby tuttavia non ravvisa obiezioni a che Soragna e suoi dtpendenti che hanno una posizione definita nei territori nemici ocoopati si rechi a Damasco Aleppo Beirut od in qualunque altra località a riguardo della quale Governo italiano possa desiderare informazioni. Di ciò Soragna è stato già 'informato dal Caoo dell'Ufficio politico.

338

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2986/1626. Londra, 25 novembre 1918 (per. iL 26).

Telegramma di V. E. n. 1481 (2) e mio telegramma n. 1621 (3).

Dopo la risposta datami avantieri da Hardinge mi parrebbe salvo ordine in contrario preferibile astenermi dal fare presso questo Governo pratiche prescrittemi andando prevedibilmente incontro ad un rifiuto.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 311. (3) -Non pubblicato.
339

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2969/351. Comando Albania, 25 novembre 1918.

Mi pregio prospettare .circostanz·e circa mia azione Essad pascià. Esigenze militari, esiguità forze disponibili per formazione presidio interalleato Scutari e Montenegro, spedizione in Dalmazia e isole e difficoltà comunicazioni e stato sanitario truppe hanno Jimitato nostra occupazione alla zona occidentale Albania. Circa metà territorio compreso dentro frontiera ·convenzione Londra sfugge così nostra diretta vigilanza specialmente distretto orientale. Relativi centri che rrsulterebbero da informatori albanesi oc·cupati truppe e autorità serbe sono già stati segnati con mio telegramma n. 300 data 22 corrente (1). Essad pascià può quindi trovare in detti 'centri appoggio •Sua propaganda, come già fece nel 1914 quando egli occupò Durazzo. Aggiungo che egli cerca favorire elemento mussulmano proclamando candidatura figlio Abdul Hamid. Accenno presenza Essad pasc'ià Pogvadez e Dibra, mentre propaganda suo favore è esercitata Cruia e Tirana. Questo comando ha preso misure necessarie per sorvegliare movimento essadista e sta provvedendo costituzione fronte sorvegLianza verso est rinforzando presidio Berat Ellassan e Tirana compatibilment•e forze disponibili e difficoltà comunicazioni e stagione. Organizzo pure contropropaganda affidandola elementi nazionalità albanese. Ma Der integrare efficacia tale misura è necessario appoggio serbi e francesi in favore Essad

cessi nomina·lmente ed effettivamente. Con occasione esprimo pure necessità che forze ora presenti Albania non vengano ulteriormente assottigliate per poter far fronte qualunque esigenza ,sorvegHanza e sicurezza re~ione.

340

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 7613. Roma, 25 novembre 1918.

Ringrazio l'E. V. della comunicazione fattami col telegramma espresso

n. 16253 del 13 corrente (2), e della quale prendo atto.

La .risposta del R. Agente Diplomatico al Cairo è conseguenza della tesi inglese della «fair commerciai competiJtion », per la quale l'azione britannica si estende anche nelle zone riservate alL'influenza politica di un'altra potenza.

Noi non abbiamo mai accettato una simile interpretazione, specialmente per l'Etiopia, dove l'azione commerciale si compenetra con l'azione politica, perchè entrambe si svolgono sempre ed unicamente attraverso i capi delle varie regioni.

Ma comprendiamo che è molto difficile vincere la secolare tradizione britannica. Per tanto bisognerà agire caso per caso, accentuando la nostra vigilanza per riuscire ad impedire in Etiopia la preponderanza inglese.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. Con esso si comunicava il testo del telegramma pubblicato al n. 48.
341

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2488/28. Parigi, 25 novembre 1918 (per. l' 8 dicembre). Coi mio telegramma Gah. n. 26 del 12 corrente (l) avevo già accennato al nuovo atteggiamento di Re Nicola al riguardo dei jugoslavi. Tale mia impressione sembra sempre più ora confermarsi. Infatti, nei giorni scorsi il Re annunziò al suo « entourage» la sua intenzione di dare un grande banchetto ai jugoslavi qui presenti invitando i signori Novochete e Trumbitch. Non fu possibile mettere questo progetto in esecuzione poichè il Novochete, il quale vuole tenere la propria politica lontana da quella del Montenegro, non andò a rendere visita .al Re come questi lo aspettava. Da buona fonte ho saputo che il Novochete .si è qui espresso violentemente contro l'Italia dicendo che gli jugoslavi si <preparano ad espellere colle armi gli italiani dalla ·costa adriatica e mettendo in giro calunnie sul nostro conto. Evidentemente il Re seguendo la sua antica politica cerca di avere il piede in due staffe e mentre amoreggia coi jugoslavi vuole mantenersi bene con noi. Con siffatta pericolosa politica rischia però di perdere le vecchie e le nuove amicizie poichè la sua attitudine non può ispirare fiducia nè agli uni .nè agli altri. Mi duole di dover altresì notare dei sentimenti ostili a noi tra i montenegrini del seguito del Re ed anche tra gli impiegati del Governo. Essi, seguendo l'esempio del Re, accusano l'Italia di non far niente per loro e di favorire i serbi loro nemici, mentre che essi vengono dagli alti jugoslavi accusati di eccessiva italianofilia. Il signor Popovitch, Presidente del Consiglio, un vecchio garibaldino fedele al nostro paese e devoto ai nostri interessi, si è in questi giorni lamentato con me dello spirito antiitaliano che ha notato tra alcuni dei montenegrini. Mi consta che ha energicamente protestato col Re contro il progettato banchetto jugoslavo. Il Re continua a circondarsi con persone sospette e quasi tutte ostili a noi e la sua nuova attitudine è evidentemente dovuta ai loro consigli. Essi continuamente gli dicono che l'Italia lo abbandona e che quindi gli conviene mettersi bene coi Jugoslavi (croati e sloveni beninteso) anche a scapito delle sue relazioni con noi. In questo senso pure lo spin~erebbero due persone che hanno molta influenza su di lui, il signor Islavine, Ministro di Russia che riceve dal Re una sovvenzione mensile di 3000 franchi, e il signor Gentchitch, ex Ministro serbo, uno dei regicidi del Re Alessandro, al quale il Re passa una sovvenzione di 4000 franchi mensili. Secondo quello che ho potuto sapere .per ora non sembra che i jugoslavi siano troppo disposti ad accogliere le « avances » di Re Nicola di cui poco si fidano, ma siccome potrebbero servirsi di lui per crearci degli imbarazzi credo che sarebbe opportuno agire verso di lui con maggiore benevolenza dandogli qualche piccola soddisfazione come quella per esempio di dargli regolarmente delle notizie (anche prive di importanza) sui progressi della liberazione del

Montenegro e sulle condizioni interne del paese, notizie che io ho, già a varie riprese, pregato codesto Ministero di volergli far pervenire.

(l) Pubblicato al n. 129.

342

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (l)

T. 1500. Roma, 26 novembre 1918, ore l.

Giornale Messaggero pubblica un articolo 'intitolato «Come fu firmato l'armistizio con l'Ungheria indipendente » nel quale sono minutamente raccontate 1e trattative tra il Generale Henry ed il Minist.To della Guerra Bela Linder in rappresentanza del Presidente nuovo Governo unghe·rese per la firma dell'accordo militare ·contenente la clausola di cui l'Intesa domandava l'esecuzione da parte Ungheria. La corrispondenza chiude dicendo che accru-do fu firmato 13 novembre e• che le operazioni miJitari contemplate nell'accordo e riferentisi all'occupazione di varie località ungheresi da parte delle truppe alleate avranno immediata esecuz;ione.

Prego V. E. assumere e telegrafarmi le maggiori informazioni in proposito.

L'armistizio di Villa Giusti è stato concluso tanto ·Contro l'Austria-Ungheria quanto contro l'Ungheria nè si vede perchè e come questo Stato la cui indipendenza non è stata peranco riconosciuta dall'Intesa possa firmare accordi militari per suo conto nè risulta che Intesa abbia dato al rappresentante del generale Franchet incarico di trattare a suo nome coll'Ungheria.

Se la situazione dell'Ungheria potesse esse.re invocata per giustificare trattative e imposizioni a suo riguardo ciò costituirebbe un precedente di cui potremmo eventualmente valerci noi per quanto concerne i jugoslavi.

343

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2412/33929. Comando Supremo, 26 novembre 1918, ore 3,45 (per, ore 10).

Riferimento codesto n. 1713 del 24 corrente (2).

Seguito richiesta fatta da Generale· Franchet d'Esperey a Generale Mombelli trovasi pronta pressi Salonicco fino dai primi mesi corrente Brigata Sicilia destinata far parte contingente alleato spedizione offensiva Turchia. Alle reiterate rich1este fatte dal Generale Mombelli circa impiego suddetta brigata, che dopo soppressione spedizione Turchia è rimasta pressi Salonicco, Generale Franchet non ha mai risposto. Solo un battaglione detta brigata lfu avviato Filippopoli. Per ottenere invio truppe italiane Costantinopoli si riterrebbe pertanto opportuno intervento Governo non essendo da escludere che Comando in Capo Armate alleate non intenda inviarvi nostro contingente.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra. (2) -Spedito alle ore 22, col quale Sonnino trasmetteva il telegramma pubblicato al n. 280.
344

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2432/474. Londra, 26 novembre 1918, ore 9,10 (per. ore 10,20 del 27).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1722 (1).

Ho oggi informato Graham pregandolo renderne edotto Balfour. Se V. E. desidera notizia venga pubblicata in qualche giornale mi rivolgerei all'uopo al comandante Roncagli. A mio subordinato parere gioverebbe rendere di pubblica ragione a guisa di semplice informazione e senza carattere polemico tutti gli atti iniqui commessi dai jugoslavi contro i nostri ·connazionali quando beninteso si tratta di fatti provati ed ineccepibili. In tale ordine di idee e subordinatamente alla medesima condizione riterrei utile fare pubblicare testo telegrammi da noi intercettati e dai quali appare luminosamente la collusione tr.a Governo austro-ungarico e jugoslavi nel concord!lll"e la indegna truffa tentata a nostro danno nella consegna della flotta. Ho pregato Addetto navale di farmi avere copia predetti telegrammi che desidero consegnare a Balfour e comunicare a Lloyd George.

345

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA

T. 1502. Roma, 26 novembre 1918, ore 15.

Suo telegramma n. 451 (2) e telegramma R. Console Janina 21 corrente (3), inviato pure a V. S.

La prego protestare con maggioce fermezza per la continuata campagna giornalistica ai nostri danni, domandando istruzioni a Sterghiadis perchè moderi efficacemente intemperanza stampa. Prego insistere per pubbHcazione nuovo comunicato di nost1ra completa soddisfazione da concordarsi preventivamente con V. S.

346

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASOIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (4) (AO, reg. 4, p. 401)

T. R. P. 2984. Roma, 26 novembre 1918, ore 15,15.

V. E. conosce grande interesse Italia perchè sia risoluto l'attuale stato di sospensione per quanto riguarda sue definitìve annessioni territoriali. Ragioni non meno di interesse che di dignità nazionale consigliano che questi dubbi siano rimossi prima della formale Conferenza della Pace per via di accordi

• per gli eventuali riflessi verso una armonica azione da spiegare costà •.

fra le maggiori potenze. Avevo sperato poter avviare conversazioni in tal senso nella riunione che pareva indetta ai primi di dicembre; e poichè l'ostacolo formale all'aggiudicazione definitiva dei territori del patto di Londra dipendeva dalla mancata adesione dell'America, avevo specificamente pregato colonnello House di fare in modo che le riserve dell'America fossero sciolte con la maggiore sollecitudine possibile. Colonnello House aveva con molto calore riconosciuto giustizia di questa mia aspirazione ed aveva aggiunto che Presidente Wilson si proponeva di conferire meco in proposito appena arrivato in Europa. Attuazione questo programma sembrami gravemente compromessa dalle novità sopravvenute, per le quali riunione primi dicembre vien rinviata e si annunzia che venuta Presidente Wilson coinciderà approssimativamente con apertura Conferenza Pace. Non ho elementi di giudizio capaci di consigliare un passo formale da parte nostra; ma credo che V. E. potrebbe utilmente avere un colloquio col colonnello House per presentargli, a titolo personale, i dubbi cui presente telegramma allude. Governo americano dovrebbe pure considerare utilità risoluzione attuali incertezze non soltanto da un punto di vista amichevole verso l'Italia, ma altresì da un punto di vista di utilità generale. L'Italia è infatti spontaneamente avviata nel senso di appoggiare con la maggiore cordialità e sincerità le aspirazioni generali del programma del Presidente Wilson; ma è evidente che la sua azione in tal senso potrà essere di tanto più risoluta, quanto meno sarà imbarazzata dalla preoccupazione delle particolari sue difficoltà. Naturalmente questa ultima considerazione dovrà essere presentata in guisa da escludere l'impressione che da parte nostra si voglia subordinare la nostra attitudine generale agli interessi particolari. Ma per quanto ciò non sia nelle nostre intenzioni, potrà tuttavia rappresentare un effetto inevitabile della

situazione 'in cui ci verremmo a trovare.

(l) -Numero errato, perchè il telegramma Gab. n. 1722, diretto da Sonnino alle ambasciate di Parigi e di Londra, tratta della questione del riconoscimento del Governo provvisorio estone che il Governo italiano intendeva rimettere alle decisioni della Conferenza della Pace. (2) -Pubblicato al n. 322. (3) -Non pubblicato. (4) -Il telegramma fu trasmesso anche a Macchi di Cellere, con telegramma n. 2983,
347

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 2422/35. Pera, 26 novembre 1918, ore 15,25 (per. ore 3,30 del 27).

La forma dell'occupazione dei punti strategici non più sostenibile in presenza della vastità dell'occupazione preliminare della capitale. Di fronte alle intere divisioni qui sbarcate il nostro esiguo distaccamento marino a terra rappresenta un volere fare senza potere.

Stimo nostro interesse essenziale avere qui subito truppe di cui al mio teleg,ramma n. 8 (l) tanto più che non sono da escludersi forme anche più radicali di occupazione in vista di incidenti possibili per l'irritazione musulmana contro i francesi e greci e dell'incurabile passività della Sublime Porta che non eseguisce le condizioni dell'armistizio.

(l) Pubblicato al n. 179.

348

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2426/473. Londra, 26 novembre 1918, ore 21 (per. ore 4 del 27 ).

Comandante Roncagli mi ha stamane riferito aver saputo da sicura sorgente che giorni sono ha avuto luogo a Parigi un convegno tra Evans, Koroschek e Trumbich nel quale è stato deciso che italiani debbano essere espulsi da tutti i territori occupati in Dalmazia, !stria ecc.

Comandante ha informato ammiragLio Rev.el.

349

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2446/344. Washington, 26 novembre 1918 (per. ore 1,51 del 28).

Mio telegramma n. 342 (1).

Fui ricevuto sabato scorso da Wilson. Gli espressi anzi tutto il vivo desiderio di S. M. il Re, del Governo e del popolo italiano che egli vada anche in Italia. Si dimostrò sensibile a questa manifestazione e mi chiese d'interpretare i suoi ringraziamenti a S. M. e al R. Governo. Verrà certamente in Italia. È suo desiderio avvicinare S. M. i nostri uomini di Governo. Subordina l'epoca della venuta alle circostanze e all'intero piano non ancora definito dei suoi movimenti in Europa. Gli feci poi le dichiarazioni contenute nel telegramma di V. E. Gabinetto n. 1684 (2) che egli accolse con evidente compiacimento tornando a esprimersi nei rapporti con l'Italia 1in modo lusinghiero e promettente. Senonchè inoltrandosi nelle varie questioni che lo tengono perplesso e riallacciando in una esposizione non riassumibile questione jugoslava, libertà dei mari, lega delle nazioni, fallimento politico dell'equilibrio, tutto insomma il bagagLio del suo completo programma personale, egli ·ebbe ad enunciare, an·che se in forma dubitativa, alcuni concetti che richiesero la mia replica immediata. Cito ad esempio: il problema jugoslavo aveva sostituito come pomo di discordia la questione Alsazia-·Lorena; il patto di Londra mirava a garantire l'Italia contro confinante Austria ora ... [manca]. Rispetto al patto di Londra gli obiettai subito che costituiva minimo di difesa reclamato dall'Italia e riconosciuto dalle Potenze firmatarie non contro l'Austria soltanto ma contro chiunque prendendone posto avesse potuto attentare alla futura sicurezza nostra. Quanto al problema jugoslavo dacchè il Presidente pur rilevandone l'esistenza e l'importanza confessava a mia domanda di non averlo penetrato nei dettagli e averne perciò a suo riguardo la mente interamente aperta afferrai l'occasione per definirgli l'essenza, mettendo a nudo tutto quanto vi è di indefinito, contrastante, contraddittorio, esagerato, assurdo e cattiva fede nei suoi promotori e sostenitori in confronto colle ben definite giustificate e mai smentite o alterate aspirazioni italiane.

Non potrei tentare senza pericolo di omissione importante ed eccessiva lunghezza di riprodurne neanche in riassunto le mie osservazioni per le quali chiedo a V. E. di farmi credito finchè avrò l'onore potergUele esporre verbalmente. Mi lusingo che esse non siano rimaste senza effetto sulla « mente aperta » di Wilson che mi ha confermato una volta di più di obbedire fin qui a grandi concezioni ma di essere digiuno dell'essenza delle varie questioni. I suoi sentimenti per altro ci sono sostanzialmente favorevoli.

Questa mattina in un lungo colloquio con Philips gli ho ripetuto il mio colloquio con Wilson pregandolo (ciò che mi ha promesso) di rafforzare e completare presso di lui le mie osservazioni e in genere il punto di vista italiano.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 248.
350

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2999/1630. Londra, 26 novembre 1918 (per. il 27).

Telegramma di V. E. n. 14.91 (l) e mio telegramma Gab. n. 464 (2).

Graham mi ha ·confermato oggi quanto mi aveva detto Hardinge nel senso cioè che questo Governo non intende avere una sua rappresentanza militare nelle occupazioni interalleate di Vienna e Budapest.

351

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3001/421. Il Cairo, 26 novembre 1918 (per. il 27).

Comandant.e Levi Bianchini mi incarica comunicare V. E. seguente telegramma: « Confidenziale. Relazioni tra ebrei, musulmani e cristiani locali molto tese in seguito voci malevole in giro circa pericoli emigrazione ebraica. Non sembra autorità inglesi spieghino sufficiente energia e commissione teme, in caso ritiro di truppe inglesi, disordini ed attentati contro comunità ebraiche. Sir Mark Sykes, che trovasi Palestina, ritiene situazione non possa essere migliorata da az'ioni intraprese da persona o da enti locali, ma che malintesi potranno venire rimossi da azioni provenienti dal di fuori. Egli ha sottoposto al generale AHenby convenienza di una dichiarazione da Londra che chiarisca malintesi. Sionismo dovrebbe dichiarare' che Palestina verrà sottoposta a tutela fino a che elementi locali, ebrei e non ebr<ei, con una decisa maggioranza di ambedue gli elementi non eleggano altrimenti. Governo inglese dovrebbe prima e contemporaneamente dare assicurazione garanzia interessi politici economici popolazione non ebrea.

Non credo v.i sia pericolo immediato ma domando formalmente che prima di ritirare truppe 'italiane, R. Governo chieda a Governo inglese permanenza

in tutti i Centri ebraici di truppe e polizia in forza sufficiente. N emici sionismo hanno interesse provocare anche piccoli disordini.

Sionismo Londra, e sembra quello russo olandese sono interamente in favore di una Palestina sotto l'autorità tutoria Inghilterra. Su questo punto pregherei darmi precise istruzioni. Salvo ordini contrari io, pur tutelando interessi italiani, continuerò .esercitare influenza ed ogni mezzo per impedire attentati ·contro vite proprietà dignità ebrei.

Sykes e ·Commissione sionista mi pregano non abbandonare questo difficile posto e mi dimostrano piena fiducia. Weizman teLegrafò il 15 in tal senso. Artom partirà per l'Italia 'latore 'importanti documenti».

(l) -Pubblicato al n. 334. (2) -Pubblicato al n. 306.
352

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. 1504. Roma, 26 novembre 1918.

Suo telegramma Gab. n. 34 (1).

Ambasciata di Francia mi informa avere suo Governo chiesto al suo ll'appresentante costì se violazione territorio olandese può considerarsi come incidente passeggero o se Governo olandese ha tollerato passaggio continuato truppe tedesche con o senza disarmo e cioè violazione metodica neutralità sempre più pregiudizievole per Alleati. In questo ultimo caso Governo francese propone di reclamare consegna armi rimesse all'Olanda dal nemico, occupazione immediata da parte Alleati del Limburgo olandese a titolo di garanzia, libero passaggio Schelda navi da guerra alleate da e per Anversa a titolo compenso. Ho risposto che ero per una protesta lasciando intendere al Governo dei Paesi Bassi che ogni recidiva porterebbe a gravi conseguenze, ma senza per ora, andare più oltre.

Pregola agire in tal senso se sarà necessario.

353

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 425)

T. GAB. R. P. 3087/676. Parigi, 27 novembre 1918, ore 2,45 (per. ore 10,05).

Risposta al telegramma di V. E. n. 2984 (2).

House è ammalato; appena che lo potrò vedere gli parlerò nel senso indicatomi da V. E. Osservo però che a quanto si sa finora non è presumibile che arrivo Wilson coincida approssimativamente con apertura Conferenza della Pace. Wilson sarà qui il 12 dicembre e mi devo domandare se conferenza potrà incominciare prima di gennaio. Invito di Lloyd George (3) del resto darà occa

sione a un •incontro d{!ll'E. V. con House a Londra o qui secondo il suo stato di salute e forse viaggio di S. M. a Parigi darà a V. E. occasione di vedere anche Wilson prima della Conferenza. È da prevedere ad ogni modo che House per appoggiare presso Wilson nostri desideri che siano sciolte le riserve americane intorno al Patto di Londra mi chiederà se e come saremmo disposti ad intenderei con i jugoslavi domanda ·Che non mi permetterebbe allo stato attuaJ.e delle mie istruzioni di prolungare la conversazione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 346. (3) -Cfr. n. 356.
354

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2445/477. Londra, 27 novembre 1918, ore 9,30 (per. ore 16 del 28). Telegramma di V. E. Gab. n. 1705 (1). Borghese che avevo incaricato d'informarsi, mi riferisce che noti accordi furono comunicati confidenzialmente a Wilson. Tale comunicazione deve essere relativamente recente perchè nella stessa occasione il Presidente era pure in

formato del proposito dei Governi interessati di ridiscutere gli accordi stessi con partecipazione degli Stati Uniti d'America.

355

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1727. Roma, 27 novemb-re 1918, ore ll,J.5. Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina comunica quanto segue: «Pregiomi sottoporre all'E. V. le deliberazioni prese dai delegati navali alleati e dagli Stati Uniti riunitisi oggi: Sbarco di tutto il personale di tutti gli antichi equipaggi e degli esplosivi tuttora a bordo delle navi ex-austro-ungariche. Concentramento di dette navi e dei velivoli dell'ex marina austro-ungarica nei tre porti di Pola, Spalato e Cattaro ove appena disarmate dovranno rimanere senza bandiere. Custodia delle navi affidate rispettivamente a Pola agli italiani, a Spalato agli americani ed a Cattaro ai francesi, avendo gli inglesi rinunciato imbarcarvi propri marinai. In ogni porto e sulle navi i diversi alleati potranno avere propri rappresentanti. L'Ammiraglio francese ha insistito per alzare bandiera sui forti di Pola e sbarcare qualche marinaio a guardia della bandiera stessa. Essendo gli altri Ammiragli contrari, la questione è rimasta insoluta, volendo l'Ammiraglio francese chiedere istruzioni al proprio Governo. Appare evidente che il fatto, dopo tre settimane dalla avvenuta occupazione effettuata esclusivamente da forze italiane

potrebbe diminuire fiducia nel comando italiano e cagionare menomazione al nostro prestigio di fronte agli elementi a noi avversi. Inoltre non sarebbe in

armonia con l'ultima comunicazione di Pichon a S. E. Bonin; laddove è detto che è naturale alzare la bandiera francese ove sono truppe francesi, mentre a Pola si sbarcherebbe di proposito un piccolo nucleo di soldati per giustificare l'innalzamento della bandiera. Il pretesto della concordia de.gJ.i Alleati si tradurrebbe in ragione di risentimento.

Sottopongo a V. E. se ne convenga officiare Ambasciatore per evitare una nuova causa di dissapori».

Prego V. E. agire d'urgenza col massimo impegno presso codesto Governo. Di fronte a quanto è accaduto con la flotta germanica la soluzione escogitata per quella austriaca, ormai da noi accettata, è una soluzione assai inferiore e che non può soddisfare l'opinione pubblica italiana. Questa sarebbe ancor più dolorosamente sorpresa se il Governo francese ammettesse la pretesa del suo Ammiraglio. Conviene assolutamente dirimere la possibilità di maggiori frizioni fra Italia e Francia.

(l) Pubblicato al n. 298.

356

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 4, p. 413)

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 3000. Roma, 27 novembre 1918, ore 14,15. Mi pervenne ieri, per mezzo questo ambasciatore britannico, invito Lloyd George trovarmi a Londra per conferenza cui parteciperanno anche Clemenceau e forse colonnello House. Gli ho risposto nei seguenti termini: « Vi ringrazio molto del vostro telegramma. Anche io ho difficoltà di muovermi sia perchè la Camera dei Deputati è ancora aperta e può esigere mia presenza, sia perchè le condizioni di mia moglie sono ancora preoccupanti. Tuttavia farò ogni sfono

per venire; e nel caso di mia forzata assenza pregherò il Barone Sonnino d,i rappresentarmi ». Di ulteriori novità ti terrò tempestivamente informato.

357

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1728. Roma, 27 novembre 1918, ore 14,15. Faccio seguito al mio telegramma n. 1727 (1). Ammiraglio Revel fa presente che nella riunione dei delegati navali, i rappresentanti della Gran Bretagna e de,gli Stati Uniti hanno dichiaroto che ritenevano sufficiente che la bandiera degli Alleati fosse rappresentata a Pola su navi da guerra delle proprie marine ritenendo questa misura più conveniente affinchè a terra vi sia un solo comando. Solo il rappresentante francese ha insi

stito per alzare le bandiere alleate sui forti di Pola e sbarcare qualche marinaio per guardia delle bandiere stesse.

(l) Pubblicato al n. 355.

358

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2443/663. Parigi, 27 novembre 1918, ore 14,20 (per. ore 23).

Ho dato notizia al generale Robilant del contenuto del telegramma di V. E.

n. 1216 (1). House essendo indisposto ne ho parJ.ato con Frazier atteso che richiamo truppe americane attualmente in Italia sarebbe stato in aperta contraddizione con dichiarazione da lui fattami che non solo House ma lo stesso Wilson erano favorevoli ad invio nuovi contingenti. Vedere mio telegramma Gab. n. 633 in fine e mio telegramma n. 650 (2) al Presidente del CoiliSiglio. Frazier si mise subito in rapporto col Comando in capo americano in Francia e ora mi telefona che mai quell'ordine di rimpatrio venne dato. Frazier ritiene che inten. zicne manifestata da generale Treat deve dipendere da un malinteso.

359

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2441/665. Parigi, 27 novembre 1918, ore 20,40 (per. ore 7,30 de! 28).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1491 (3) e mio telegramma n. 644 (4).

In ordine a che truppe francesi siano già a Budapest ·risulta dalle notizie sequestrate (5) giornali. Cil'ca loro andata a Vi:enna questo Ministro della Guerra dice non saperne nulla, aggiunge però di sapere che loro arrivo sarebbe stato chiesto da autorità viennesi, il che fa presumere che sia prossimo. Il R. Addetto militare ha avuto promessa per domani di maggiori informazioni. Per mio conto vedrò domattina Berthelot e gli porrò quesito telegrafando poi subito a V. E.

360

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2438/667. Parigi, 27 novembre 1918, ore 20,40 (per. ore 7,30 del 28).

House mi comunica sunto seguente telegramma da lui ricevuto da Dipartimento di Stato di Washington:

« Il Presidente ha ricevuto da più parti il suggerimento che convenga notificare alle autorità germaniche che nessuna trattativa ufficiale può avere luogo •con esse da parte delle altre Potenze circa la definitiva conclusione della pace fino a che la Germania non abbia convocato una assemblea costituente

pubblicato al n. 247.

-o stabilita e instaurata una definitiva forma di governo. Il presidente è convinto della saggezza di questo suggerimento e io la prego di volerlo segnalare all'attenzione .delle altre grandi Potenze chiedendo loro se consentirebbero ad associarsi al Presidente per fare ai tedeschi tale notificazione. A giudizio di persona bene informata ciò chiarirebbe la situazione in Germania ed eliminerebbe più rapidamente che qualsiasi aJ.tra influenza, le incertezze attualmente esistenti ~. Colonnello House informandomi d'aver fatto identica notificazione a Pichon e al mio collega inglese mi chiede di fargli conoscere a tale proposito il modo di vedere Governo italiano. Prego V. E. pormi sollecitamente in grado di dargli una risposta.
(l) -Sic, ma si tratta del telegramma Gab. n. 1714, pubblicato al n. 332. (2) -Il telegramma Gab. n. 633 è pubblicato al n. 220. Il telegramma Gab. n. 650 è (3) -Pubblicato al n. 334. (4) -Pubblicato al n. 279. (5) -Sic, o • pubblicate •?
361

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2439/664. Parigi, 27 novembre 1918, ore 20,·40 (per. ore 9 deZ 28).

Frazie.r mi ha detto che raccomandazioni di correttezza e abilità [sic] fatte da House a jugoslavi hanno dato qualche frutto e che essi si mostrano ora più tranquilli. Mi ha accennato poi, continuando, al cattivo effetto che produce qui il tono soverchiamente aggressivo di alcuni giornali italiani verso gli jugoslavi e .mi accennava alla Tribuna che si ritiene inspirata dal Governo. Gli ho risposto che non conoscevo quegli articoli ma che nessun giornale nostro doveva essere considerato come autorizzato a esprimere iJ. pensiero del Governo. Credo però sia consigliabile che i nostri giornali pur sostenendo fermamente i nostri diritti si astengano da violenze di forma che fanno qui cattiva impressione nell'ambiente americano.

362

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (AO, reg. 4, pp. 417-418)

T. GAB. 3010. Roma, 27 novembre 1918, ore 21.

Riferendomi al messaggio 26 corrente n. 961 (l) del Capo di Stato Maggiore della Marina prego V. E. di volere svolgere sollecita azione diplomatica nei sensi richiesti. Non possono, infatti, non sembrare apprezzabili i motivi addotti da quel Supremo Comando perchè si desista dal proposito di innalzare bandiera francese a Pola occupata da noi oramai da tre settimane e dal farvi sbarcare un contingente di truppe francesi, tanto più che anche Ammiragli degli altri Stati si sono manifestati contrari ad una simile richiesta. Gradirò comunicazioni al riguardo e di conoscere esito del passo che V. E. sarà per fare.

I 2 -Documenti diplomatici · Serie VI · Vol. l.

(l) Cfr. n. 355.

363

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l) (AO, reg. 4, pp. 422-423)

T. 3015/15506. Italia, 27 novembre 1918, ore 24 (per. ore 2,50 del 28).

Comando terza Armata riferisce che ieri è giunto Fiume generale divisione francese Tranié con un battaglione fanteria e una compagnia genio francese. Detto generale ha dichiarato a generale Sanmarzano comandante del presidio di Fiume, di aver ricevuto ordine dal generale d'Esperey di impiegare per costituzione base Fiume anche battaglione serbo, ritiratosi giorni sono da Fiume a Portorose, e ha richiesto per conseguenza che battaglione serbo rientri città

o immediate vicinanze. Comandante terza Armata ha fatto rispondere non essere autorizzato modificare ordini dati che non consentono ritorno battaglione serbo. Questo Comando ha approvato risposta e invitato Comandante terza Armata a confermare a generale Sanmarzano ordine di impedire che battaglione serbo rientri nei limiti giurisdizione Fiume, e che qualsiasi domanda di compartecipazione alla occupazione di Fiume da parte di reparti serbi deve essere fatta da Governo serbo a Governo italiano. Di fronte questo incidente e tenuto conto delle difficoltà che presenza generale Tranié potrebbe in seguito creare a Fiume, si è disposto che comando occupazione Fiume sia assunto domani stesso 28 corrente da S. E. generale Grazioli superiore in grado generale Tranié. Tuttavia questo Comando ritiene dover insistere perchè venga esplicitamente definito che generale francese d'Esperey non ha alcuna ingerenza nella occupazione di Fiume. Nello intento evitare possibile conflitto competenze o intralci del disimpegno delle attribuzioni del Comando della occupazione interalleata di Fiume, questo Comando ha invitato il generale lord Cavan a dare comunicazione delle direttive impartite al generale di brigata Gordon colà inviato col battaglione britannico. Non potendo fare altrettanto presso Comando superiore truppe francesi nei riguardi generale Tranié essendo questi stato inviato a Fiume da generale francese d'Esperey si sarebbe grati a V. E. se volesse ottenere da Governo francese comunicazione delle direttive date prefato generale Tranié il quale dovrà ad ogni modo dipendere da S. E. generale Grazioli.

364

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. 3024/33984. Comando Supremo, 27 novembre 1918 (per. il 28).

Richiamo l'attenzione di V. E. su quanto generale Piacentini riferisce con telegramma n. aoo del 22 corrente (3) circa occupazioni in Albania da parte di truppe e autorità serbe.

In relazione a quanto V. E. comunicò con telegramma n. 440 del 20 corrente drca esclusione di qualsiasi occupazione in Albania da parte Alleati,

esclusi quindi anche i serbi, sarei d'avviso che fosse sollevata formale protesta al Governo serbo per ottenere sgombero località medesime. Sarò grato a V. E. se vorrà farmi conoscere decisioni che saranno prese al riguardo.

(l) -Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche a Sonnino. (2) -Il telegramma fu trasmesso., per conoscenza, anche a Orlando e Zupelli. (3) -Non pubblicato.
365

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3021/666. Parigi, 27 novembre 1918 (per. it 28).

Ricevo da Korosec, che del resto è partito ieri l'altro per Agram via Italia, una lettera in cui in nome del Governo jugoslavo di Zagabria propone (sic) che vengano immediatamente rimpatriati tutti i prigionieri jugoslavi, molti dei quali si sono arresi volontariamente e hanno cosi lottato per il grande programma di distruzione dell'Impero austro-tedesco. In questi ultimi giorni è stata evidentemente inviata anche ai miei colleghi alleati e al Governo francese. Mi propongo per mio conto di lasc.iarla senza risposta.

366

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3031/239. Cristiania, 27 novembTe 1918 (per. il 28).

Telegrammi di V. E. nn. 1449 (l) e 1481 (2).

Lavoro di organizzazione e di azione della propaganda bolscevica, allo scopo di provocare in Scandinavia ed all'estero rivolgimenti sociali ad immagine e somiglianza del russo, continua qui attivissimo.

Stampa socialista alimentata dal cumulo di menzogne ed improperi che agenzia telegrafica « Rosta » riversa quotidianamente da Mosca e da altri centri russi e dalle manifestazioni dei circoli locali rivoluzionari finanziati da bolscevichi, ha raggiunto grado di violenza ed insolenza inaudita in ispecie contro Governi alleati e Stati Uniti. Qualche organo stampa borghese incosciente fa bordone. Nessuna azione finora da parte Governo norvegese per porre freno alla ridda ed al vasto intrigo.

In tale circostanza appare più che opportuno agire prima che non sia troppo tardi nel senso tracciato da V. E.

Occorre però contemporaneità e solidarietà nella linea di condotta dei Governi alleati e degli Stati Uniti. Fino ad ora Ministro Stati Uniti ha ricevuto ordine di semplicemente astenersi dal fl!'-re qualsiasi passo essendo tutta la situazione russa e la questione bolscevica oggetto di un esame e di decisione generale da parte Governo Washington.

Incaricato d'Affari Inghilterra in possesso istruzioni specifiche e limitate, ieri, dopo aver attirata attenzione di questo Ministro Affari Esteri genericamente

sul pericolo di diffusione propaganda bolscevica, gli ha dichiarato che Governo britannico non chiede (?) espulsione agenti bolscevichi, trattandosi questione politica amministrativa interna, ma ha consigliato ostacolare transazioni bancarie e rimesse di denaro da parte bolscevica.

Ministro di Francia da tempo ed al pari di me in possesso di istruzioni più ampie, precise e ferme, è l'unico tra i miei colleghii con cui mi è possibile procedere di pari passo. Rimanemmo perciò d'accordo intrattenere anche noi ieri, sulla guida delle direttive ricevute ed analoghe, questo Ministro Affari Esteri circa questione.

In nome di R. Governo ho fatto osservare al Ministro gravità della situazione e la necessità di misure efficaci per combattere propaganda bolscevica, particolarmente dal punto di vista dell'azione che dai suoi agenti si svolge in Norvegia per provocare in modo diretto o riflesso rivolte e anarchia nei nostri Paesi. Fra i provvedimenti da prendere ho suggerito soppressione agenzia telegrafica « Rosta» quale organismo eccitante assassinii e saccheggi; frenare stampa che incoraggia rivoluzione sanguinosa ed odio, disprezzo contro democrazia occidentale; sorveglianza bolscevichi per impedire le loro manipolazioni, importazioni, esportazioni di valori e materiale di propaganda.

Mio interlocutore, nell'assicurarmi che il Governo norvegese già sta prendendo misure contro propaganda bolscevica, mi ha parlato delle questioni oggetto dei miei telegrammi nn. 237 e 238 (1). Circa provvedimenti contro agenzia telegrafica russa mi ha detto che ne intratterrebbe collega della Giustizia pur non dissimulandosi difficoltà pervenire ad un risultato concreto. Da ultimo mi ha confermato notizia, da me ottenuta sin dal 23 corrente, che da ieri l'altro ha luogo a Copenaghen conferenza dei delegati dei tre Governi scandinavi per accordarsi in merito alle misure da adottarsi contro agitazione e propaganda bolscevica.

Ministro mi ha promesso farmi conoscere decisioni che ne seguiranno.

(l) -Non pubblicato. Esso, in data 21 novembre 1918, dava istruzione a Montagna c di intendersi con colleghi Francia ed Inghilterra • per chiedere al governo norvegesedi prendere efficaci misure contro la propaganda bolscevica. (2) -Pubblicato al n. 311.
367

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3057/240. Cristiania, 27 novembre 1918 (per. il 30). Mio telegramma n. 239 (2). Ritengo che sebbene mancasse uniformità direttive sia stato opportuno che senza indugio ulteriore io e colleghi francese inglese facessimo ieri presso questo Ministro Affari Esteri passi da me riferiti. Triplice pressione potrà in certo modo influire a che delegato norvegese alla conferenza antibolscevica di Copenaghen assuma contegno più deciso aderendo forse ad atteggiamento presumibilmente fermo della Svezia. Occorrendo, argomento proposto da V. E. circa

misure razionamento viveri, sarebbe senza dubbio efficace ma è necessario che esso sia fatto eventualmente valere anche dal rappresentante francese inglese

e soprattutto americano nessuno dei quali finora ha ricevuto istruzioni in proposito. Dall'insieme dei fatti e delle circostanze credo tuttavia poter desumere che Governo norvegese nutre sacro terrore del bolscevismo, teme provocarlo e attirarsene fre. Ora che notizie giungenti da Germania lasciano intravedere sconfitta dei bolscevichi tedeschi, e circolano nella stampa scandinava voci nel senso che Alleati si predispongono attaccare da varie parti e con grandi forze militari Russia anarchica, notasi presso Governo norvegese una qualche tendenza ad agire, ma mi pare dovere escludere che esso voglia impegnarsi a fondo sino a quando Intesa non dimostrerà col fatto di voler distruggere Governo dei Soviet di cui si esagera vitalità politica e potenza militare.

(l) -Non pubblicati. (2) -Pubblicato al n. 366.
368

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3064/44. Pera, 27 novembre 1918 (per. it 30).

Sublime Porta mi ha assicurato subito dopo armistizio inviò ufficiali turchi Libia ordi:ne resa. A me risulterebbe dubbio che ordine sia stato inoltrato, giacchè Ammiraglio inglese lo ignora. Ho reputato opportuno reclamare un telegramma che abbia carattere autentico perchè in cifra turca, avendo appreso dagli inglesi che delle unità turche in Asia non arresesi all'ordine in chiaro avevano obbedito a quello cifrato. Col telegramma seguente (l) diretto principe Osman Fuad, Ministro della Guerra Abdullah invia testo articoli 17 e 18 armistizio con ordine fare obbedire. Seguono 156 gruppi cifrati turchi firmati Abdullah.

369

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'UNITA ROMENA

L. s. n. Roma, 27 novembre 1918.

La lettera che le SS. LL. hanno voluto indirizzarmi il 19 corrente (2) mi è gradita occasione per esprimere Loro la profonda e ·costante simpatia del Governo italiano per le giuste e legittime aspirazioni del popolo romeno.

Roma, 19 novembre 1918.

V. E. è stata, del pari di S. E. il sig. Presidente del Consiglio, informata ultimamente a Parigi della costituzione del Consiglio Nazionale dell'Unità Romena.

II detto Consiglio è stato l'oggetto, da parte dei Governi di Francia e della Gran Bretagna, d'un riconoscimento ufficiale, come ne fan fede le lettere di S. E. il sig. Pichon, in

L'Italia non ha dimenticato con quale slancio patriottico e con quanta nobiltà di sacrificio la Romania ha partecipato alla sanguinosa ilotta, oggi vittoriosamente chiusa, per la liberazione dei romeni dal giogo nemico e per il trionfo comune della libertà e della giustizia nel mondo. Al conseguimento dei più sicuri diritti politici e territoriali del popolo e della nazione romena, il Governo italiano darà tutto il suo appoggio, ispirandosi ai legami storici che hanno sempre unito i due popoli ed alla comunanza di situazione nel rivendicare l'unione alla Madre Patria dei rispettivi connazionali soggetti allo stesso dominio straniero.

Il Governo italiano è quindi lieto di riconoscere il Consiglio Nazionale dell'Unità romena e di entrare in rapporti con esso e lo assicura della sua completa simpatia.

(l) -Non pubblicato. (2) -NOTA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'UNITA ROMENA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO
370

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1511. Roma, 28 novembre 1918, ore 10,10 (per. il 29 mattina).

Telegramma di V. E. n. 1626 (1).

Approvo astensione comunicazione.

371

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASIDNGTON, MACCID DI CELLERE

T. 1732. Roma, 28 novembre 1918, ore 11,15.

S. M. il Re ha annunciato la sua visita in Francia per il 15 o per il 16 dicembre. Egli si troverà quindi a Parigi contemporaneamente al Presidente Wilson. Occorre però vigilare che questo temporaneo incontro non abbia in alcun modo a pregiudicare la visita del Presidente Wilson a Roma. La prego di prendere al più presto possibile le necessarie intese per questa visita e telegrafarmi.

data del 12 ottobre e di S. E. Balfour, addl 12 novembre corr., lettere di Ctl.i abbiamo l'onore di rimettere qui unite copie a V. E.

D'altra parte il Governo degli Stati Uniti, per l'organo del sig. Lansing, ha diretto, il 6 corr. al Rappresentante dei Romeni a Washington, una lettera di cui si allega qui copia e con la quale egli esprime la profonda simpatia del Governo degli Stati Uniti per le giuste rivendicazioni romene.

L'interesse che il Governo di S. M. il Re d'Italia ha testimoniato costante alla Romania, siccome la fervente simpatia con la quale l'E. V. ha sempre incoraggiato gli sforzi dei romeni intesi a compiere la loro unità nazionale, ci danno la ferma speranza ch'Ella vorrà compiacersi di riconoscere il Consiglio Nazionale dell'Unità Romena e facilitargli in tal guisa, in Italia, il compito al quale ha dedicato la sua attività.

In tale occasione ci sta sommamente a cuore esprimere a V. E. tutta la nostra riconoscenza per le provvidenze prese di recente affine di accelerare la formazione e il reclutamento della Legione Romena. I reggimenti che tra poco muoveranno di qua per riunirsi agli eserciti di S. M. il Re Ferdinando di Romania, porteranno ai loro fratelli, oggi alfine definitivamente liberi del giogo austriaco e magiaro, il bacio materno della Roma latina, fonte eterna

del diritto e della civiltà.

(l) Pubblicato al n. 338.

372

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2450/669. Parigi, 28 novembre 1918, ore 13,30 (per. ore 21,50).

Telegrammi di V. E. Gab. nn. 1491 e 1500 (1).

Berthelot con cui ho conferito stamane mi ha detto che non ha notizie ufficiali dell'arrivo di truppe francesi a Budapest ma che lo credeva probabile in seguito a disordini avvenuti in Ungheria a danno dei transilvani e degli slovacchi. Invio di truppe francesi a Vienna è stato contemplato, ma è attualmente sospeso. Circa preteso armistizio Henry Berthelot mi confessò che era stata una « maladresse » del generale Franchet il quale avendo avuto in ritardo la comunicazione completa dell'armistizio di Villa Giusti aveva creduto di potere per suo conto stipulare una convenzione d'esecuzione. Govemo francese considera l'armistizio Henry nullo tale da valere soltanto come accordo di fatto con le autorità locali per quelle sole disposizioni che concordano con l'armistizio del 3 novembre.

373

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2447/670. Parigi, 28 novembre 1918, ore 13,30 (per. ore 23,30).

Telegrammi di V. E. Gab. nn. 1727 e 1728 (2).

Berthelot mi confermò nella forma più esplicita che l'istruzione data all'Ammiraglio francese era che le bandiere alleate dovevano essere innalzate solo dove fossero sbarcate truppe della stessa nazionalità. Esclude assolutamente che si abbiano a sbarcare truppe dove non ve ne sono allo scopo di alzare bandiera; sarebbe, mi disse, una meschineria ridicola e si servi anzi d'un termine francese più forte. Nulla sapeva del dissidio sorto a questo proposito tra gli Ammiragli, e nulla, a quanto mi disse il R. Addetto navale, se ne sa a questo Ministero della Marina. Raccomandai a Berthelot di confermare ove occorra istruzioni sopra ripetute. Berthelot mi parlò nel corso della conversazione d'un recente incidente occorso a Fiume. Le trwppe italiane avrebbero imposto d'ammainare la bandiera francese. L'ammiraglio Rainer si sarebbe però spiegato subito con comandante francese e Berthelot non parve dare importanza alla cosa.

374

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (AO, reg. 4, p. 428)

T. GAB. 3020. Roma, 28 novembre 1918, ore 14,40.

Nel discorso pronunciato da me ieri sera alla Camera a tarda ora, resoconto sommario fatto al di fuori del controllo diretto mio, mi attribuisce una

frase che suonerebbe così: « ... il principio della libertà dei mari porterà ad una rinnovazione del diritto internazionale marittimo»· Invece io dissi: «Il principio della libertà dei mari, considerato in pratica, non può risolversi che in un riesame delle norme del diritto internazionale marittimo». V. E. comprende tutta la differenza delle due proposizioni. Mentre la prima può urtare suscettibilità inglesi, la seconda rappresenta la maniera con cui gli inglesi evitano il senso a loro ripugnante della proposizione di Wilson. Ho creduto necessario dare a V. E. questo chiarimento non solo per servirsene in caso di qualche osservazione, ma anche per autorizzarla a far fare la rettifica nei giornali. Questo ultimo caso deve verificarsi solo nella ipotesi che V. E. creda che ne valga la pena; in caso diverso non converrebbe mettere le mani avanti. Confermo conto arrivare costà primo dicembre.

(l) -Pubblicati ai nn. 334 e 342. (2) -Pubblicati ai nn. 355 e 357.
375

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T.GAB.RR.CONF.2453/2216/6816. Trianon Versailles, 28 novembre 1918, ore 16,15 (per. ore 3,10 del. 29).

Notizie ottima fonte segnalano partiti per Palestina sir Mark Sykes, rappresentante britannico e monsieur Picot, rappresentante francese, per procedere studi e accordi circa delimitazione zone influenza rispettive. Programma da concordarsi assegnerebbe in massima Inghilterra zona influenza fra i paralleli di Porto Said e Beirut e a Francia zona fra i paralleli di Beirut ed Alessandretta con creazione emirati minori. È frattanto arrivato Parigi ieri 27 figlio del Re dello Hedjaz, sceriffo della Mecca, il quale sembra aspiri costituire regno autonomo comprendente Palestina, Siria e Arabia, eventualmente anche sotto protettorato europeo, ciò che è in contrasto con programma anglo-francese. Nel segnalare tali informazioni soggiungo che procurerò attingere notizie circa possibilità che visita delegati alleati possa estendersi anche Asia Minore.

Mi riservo inviare quelle ulteriori informazioni che potranno pervenirmi in argomento.

376

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1520. Roma, 28 novembre 1918, ore 17.

Generale Piacentini avendo telegrafato risultargli da fonte attendibile che truppe serbe intendevano partire quanto prima da Cattaro per Zara il R. Governo ha disposto perchè ivi fosse affrettato sbarco di nostre truppe. In questo ordine di idee è stato dislocato di stazione a Zara un cacciatorpediniere ed a

riruforzo del presidio (450 fra marinai e soldati) è stato disposto invio di un battaglione della brigata Savona. Zara essendo compresa nei territori che per il trattato di Londra Francia ed Inghilterm hanno riconosciuto dover appartenere all'Italia prego V. E. agire perchè codesto Governo induca la Serbia a non mandare proprie truppe nè a Zara nè in tutti i territori della Dalmazia compresi nel trattato di Londra.

(l) Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Zupelli. Il testo è stato confrontato con quello conservato in AO.

377

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l) (AO, reg. 4, pp. 429-430)

T. GAB. 3022/15547. Italia, 28 novembre 1918, ore 17,40 (per. ore 19).

A seguito mio telegramma n. 15506 (2) di ieri comunicasi che Comando Terza Armata informa che alle comunicazioni fattegli generale Tranié ha risposto non aver chiesto autorizzazione per ritorno battaglione serbo a Fiume ma semplicemente fatto una comunicazione giacchè egli si riserva piena libertà d'azione non intendendo rinunziare esecuzione ordini ricevuti da generale D'Esperey. Il generale Tranié ha consentito solo ritardare alquanto l'attuazione suoi progetti in attesa nuove istruzioni a lui e al generale San Marzano. Soggiunge poi aver bisogno dei serbi dovendo stabilire base anche per l'eserc'ito serbo. Ciò posto questo Comando secondo le intese già stabilite ritiene doversi opporre alla costituzione base francese a Fiume e proporrebbe invece costituzione tale base a Spalato, ottimo porto collegato con l'interno con una ferrovia che fa capo ad Agram. Questo Comando ha ordinato al Comando Terza Armata dare disposizioni perchè nessun lavoro inerente alla base interalleata di Fiume sia iniziato e perchè non sia lasciato rientrare il battaglione serbo senza l'auto;.. rizzazione Comando Supremo. Questo Comando ritiene però sia della massima urgenza e importanza che Governo francese faccia pervenire al generale d'Esperey istruzioni per farlo recedere dai suoi propositi e renderlo estraneo ad ogni ingerenza su Fiume dove la situazione sta divenendo delicata e prega

V. E. voler sollecitare decisione al riguardo.

378

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINQ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. R. 3637. Roma, 28 novembre 1918, ore 18,30.

Telegramma di V. E. Gab. n. 3010 (3).

Ho provveduto perchè venga svolta sollecita azione diplomatica nei sensi richiesti circa proposito innalzare bandiera francese a Pola. Comunicherò a V. E. esito tale azione diplomatica appena ne avrò notizia.

(l) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Sonnino; tuttavia si è ritenuto più corretto pubblicare il testo inviato a Orlando. (2) -Pubblicato al n. 363. (3) -Pubblicato al n. 362.
379

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1515. Roma, 28 novembre 1918, ore 19,20.

Suo telegramma n. 1624 (1).

Non vedo come formula proposta possa provocare contestazioni poichè Castellorizzo si trova nella prossimità immediata di quella zona che è contemplata dall'art. 9 del trattato di Londra del 1915, che anche recentemente codesto Governo dichiarò riconoscere nella sua piena validità. Ai miei telegrammi 1454 e 1482 (2) R. Ambasciatore a Parigi ha risposto quanto segue: « Pichon con il quale ho parlato stamane esclude assolutamente che Console francese Rodi abbia espresso propositi che gli si attribuiscono. Ha in ogni modo preso nota delle mie osservazioni per opportune indagini. Non contestò in alcun modo nostri diritti >.

380

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (AO, reg. 4, p. 432)

T. GAB. 3026. Roma, 28 novembre 1918, ore 21.

V. E. ha ricevuto telegramma del generale Badoglio del 27 corrente n. 33984

(3) riguardante protesta da fare al Governo serbo per ottenere che esso sgombri territorio albanese. La questione è importante ed urgente perciò prego V. E. di farmi conoscere con sollecitudine il suo pensiero in proposito.

381

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO (AO, reg. 4, pp. 432-433)

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 3027. Roma, 28 novembre 1918, ore 21.

A suo telegramma n. 15547 (4).

La questione di Fiume complicandosi ed a,ggravandosi sempre più, ho tenuto oggi una ·conferenza con LL. EE. Sonnino Diaz e Thaon di Revel per discutere sopra una protesta inviata dal Governo francese per pretesi eccessi che avremmo commessi con l'occupazione di Fiume. Gli intervenuti nella riunione convennero della necessità di procedere con una certa prudenza, vista la complessità della situazione. Accogliendo in parte una proposta fatta dal Governo francese, si sarebbe stabilito che una commissione di quattro ammiragli (italiano francese inglese e americano) si rechi a Fiume per esaminare la situazione e

proporre provvedimenti. Credo quindi che sulle questioni prospettate dal suo telegramma convenga temporeggiare conservando lo statu quo. Eventualmente

V. E. potrà comunicare al Generale francese che per la risoluzione integrale della questione pendono ora trattative tra i governi e che ciò impone di attendere le conclusioni senza pregiudicare nel frattempo nessuna questione.

(l) -Pubblicato al n. 321. (2) -Il primo è pubblicato al n. 276. Il secondo, non pubblicato, riproduce il telegramma del generale Elia a Sonnino, in data 21 novembre 1918, pubblicato a pag. 137, nota 1. (3) -Pubblicato al n. 364. (4) -Pubblicato al n. 377.
382

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO

T. 17041. Roma, 28 novembre 1918, ore 23.

Mio telespresso n. 15784 (l) e precedente corrispondenza. La conclusione dell'armistizio con la Turchia ha tolto interesse pratico al progettato invio di un contingente di ascari italiani nell'Hegiaz. Senonchè era anche nelle idee di questo Ministero la designazione presso il nostro Rappresentante a Gedda di un Agente militare italiano.

Se V. E. consente a che questa parte del progetto venga ripreso in esame, avrei in animo di avviare le necessarie pratiche col Re Hussein, al quale potrebbe spiegarsi come l'avvenuto armistizio abbia fatto venir meno la ragione dell'invio di nostre truppe nell'Hegiaz.

Resto in attesa del parere di V. E. in merito a quanto sopra.

383

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1529. Roma, 28 novembre 1918, ore 23.

Suo telegramma n. 421 (2).

Per Levi-Bianchini. Ringrazio Suo telegramma. Per Sua norma di condotta tenga presente che soluzione assetto palestinese che R. Governo preferirebbe sarebbe internazionalizzazione. Converrà tuttavia che V. S. tenga su tale questione atteggiamento riservato.

384

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO

T. R. 17043. Roma, 28 novembre 1918, ore 23.

Mio telegramma n. 16488 (3). Da questa Ambasciata di S. M. Britannica ricevo, in data 24 novembre la seguente nota: «It appears from information received from Addis Abeba that the

French Minister there has, without consulting his colleagues, persuaded the Regent to prohibit the sale or purchase of slaves and arms on the ground that by so doing he will bring Abyssinia within the terms of the Brussels Act, with the result that Italy and Great Britain will no longer be able to oppose the export from Djibouti of the rifles which are now there.

The result of this has been that the Regent sent a representative to Djibouti on the 20th October in order to obtain permission to import an unknown quantity of rifles and two machine guns into Abyssinia which were said to be required for use by police on the railway and elsewhere. The reply of the Governor of Djibouti was to the effect that the matter must be referred to Paris.

Mr. Balfour has instructed the British Ambassador in Paris to strongly urge upon the French Government the desiderability of maintaining the actually existing regulations against the export from Djibouti to Abyssinia of arms and ammunitions until the generai question of the arms traffic as well as the possible revision of the Brussels Act has been discussed between the Powers concerned.

Mr. Balfour hopes that the Italian Government will instruct the Italian

Ambassador in Paris to associate himself with Lord Derby in the representa

tions to be made to the French Government ».

Ho risposto 'a sir Rennel Rodd che concordavo nelle vedute del Governo britannico circa la necessità di mantenere fermi gli attuali divieti all'esportazione da Gibuti di armi e munizioni per l'Abissinia ed in tal senso ho impartito istruzioni al conte Bonin perchè associ la sua azione presso il Governo francese a quella dell'ambasciatore britannico a Parigi.

Di tutto ho dato comunicazione -per opportuna notizia e norma -al

R. Ambasciatore a Londra e al R. Ministro ad Addis Abeba.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 351. (3) -Non pubblicato. Esso trasmetteva il telegramma n. 2769/101 del 15 novembre, pubblicato al n. 116.
385

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2454/251. Arcangelo, 28 novembre 1918 (per. ore 19,15).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1711/90 (1).

Mio collega Inghilterra impressionato che suo Governo non ha ancora risposto alla comunicazione fatta dal Governo dei sovieti agli Alleati per mezzo del Governo norvegese dubitando che questo ritardo possa significare esitazione, ha inviato al Foreign Office lungo telegramma col quale ha cercato di spiegare vero significato del massimalismo, pericolo che rappresenta per tutti gli stati e impossibilità di entrare con esso in qualsiasi rapporto di trattative. D'altra parte ho saputo poi che Governo bolscevico ha rinnovato passi per intavolare trattative con Intesa per mezzo Governo danese.

(l) Non pubblicato. Esso ritrasmetteva alle ambasciate di Londra, Parigi, Washington e Arcangelo il telegramma pubblicato al n. 242.

386

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3028/719. Washington, 28 novembre 1918 (per. .il 28). Telegramma di V. E. n. 1484 (1). Governo Stati Uniti ha ricevuto dal Rappresentante americano Arcangelo analoga informazione di quella di Tomasi della Torretta. Circa propendersi qui a non prendere per il momento almeno alcuna decisione circa proposta dichiarazione da fare da Governi alleati sull'attitudine dei Governi rispettivi, mi è stato dichiara·to al Dipartimento di Stato che questione sarà studiata e

risolta da Wilson e Lansing quando in Europa avranno potuto esaminare in contatto con Governi alleati la questione russa e prendere d'accordo decisione.

387

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3045/457. Atene, 28 novembre 1918 (per. il 29). Governo greco pubblica seguente comunicato: « Allegazioni formulate circa pretesi abusi cosi Epiro settentrionale che nel Dodecanneso hanno prodotto la più penosa impressione nei circoli ufficiali i quali hanno veduto con tanto maggior rincrescimento che taluni giornali se ne sono fatta l'eco in quanto che hanno ricevuto assicurazione categorica che i fatti allegati sono stati o alterati o inventati di sana pianta». Questo comunicato apparirà anche a Janina e Corfù. Pure esigendone previa comun.i.cazione ho :finito per accettare questa fra le varie formule che mi sono state sottomesse avendo creduto che non convenisse con un comunicato da me redatto dare occasione al Governo ellenico di declinarne responsabilità e di farlo apparire come il frutto di una violenza subita. Politis al quale ho chiesto come era stata possibile apparizione nel giornale Janina incredibili calunnie riferite da Nuvolari lo ha spiegato col fatto che nell'Epiro non essendo stato mai dichiarato stato d'assedio non esisteva censura e che Sterghiades era intanto .... [manca] per mettere freno agli abusi della stampa colla sola arma della persuasione. Gli ho risposto che in tutti i Paesi Governo è responsabile delle diffamazioni a danno Governi Potenze alleate e che Governo italiano non era disposto tollerare oltre queste infrazioni a tutte le più comuni norme convenienza internazionale. Politis assicurò che non faceva che inviare ordini severissimi per evitare ripetizione di tal penoso incidente. Stesso Venizelos impressionato dall'atteggiamento indocile della stampa greca aveva telegrafato istruzioni nello stesso senso.

Posso assicurare V. E. che ho protestato nei termini più fermi e più perentori che siano permessi di usare, ma in assenza Venizelos nessuno degli altri

uomini al Governo ha prestigio ed autorità sufficienti per farsi ascoltare o ubbidire mentre sono ricominciati intrighi vari partiti che della lontananza Venizelos profittano per intorbidare in qualsiasi modo situazione.

Sono d'avviso però se dovesse, come non è da escludere, stampa ricominciare questa sua intemperanza, occorrerebbe lasciare alla nostra stampa libertà rispondere per quanto possa apparire deplorevole una tale polemica alla vigilia della Conferenza della Pace. Responsabilità ricadrebbe interamente sul Governo e sulla stampa ellenica non potendo Governo italiano senza discapito della sua serietà ripetere ad ogni piè sospinto delle proteste che rimarrebbero senza risultato a meno dare ad esse una gravità tale da impegnare decisamente R. Governo, con che mi sembra cadremmo nel tranello che ci viene teso e faremmo giuoco altrui. Sarò grato a V. E. telegrafarmi istruzioni per mia norma futura.

(l) Non pubblicato. Ritrasmetteva il telegramma n. 241, pubblicato al n. 117.

388

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2457/347. Washington, 28 novembre 1918 (per. ore 19,50 del 30).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1705 (1).

Contenuto degli accordi franco-inglesi del 1916 relativi Turchia asiatica è certamente noto a questo Governo al quale per altro secondo mi risulta fin qui confidenzialmente, non ne sarebbe stata data dagli interessati partecipazione ufficiale. Su questo argomento H Dipartimento di Stato ha mostrato di voler mantenere sempre un rigoroso risel'lbo con tutti. In seguito a:lle istruzioni impartitemi da V. E. col telegramma Gab. n. 958 ed al successivo arrivo dei documenti relativi accennai da principio più volte con Lansing, Philips e Polk alla questione dell'Asia Minore per indagarne il pensiero riuscendo a stimolarne la curiosità circa la mia .insistenza cosi da permettermi di rivelare a più riprese (in connessione colle mie continue dichiarazioni rispetto alla piena lealtà e moderazione della politica italiana) la storia degli accordi del 1916 e l'esistenza dei successivi accordi convenuti col nostro intervento nel 1917. Mi sono ·conformato nel parlare ai concetti esposti da V. E. nel menzionato telegramma illustrandolo sulla scorta dei documenti pervenutimi. So che delle mie parole (che come ho detto ripetei in varie circostanze) è stato preso nota ed ho ragione di credere che esse precedettero le parole altrui. Pochi giorni fa ripresi l'argomento con Polk per domandargli se e quale programma avesse definito questo Governo rispetto alla Turchia asiatica offrendogli di produrre, se lo avesse desiderato, qualsiasi dato di fatto. Mi rispose che il Governo degli Stati Uniti non aveva tuttora nessun programma e manifestò che lo avrebbe interessato udirmi più dettagliatamente al riguardo. Gli rifeci allora una esposizione sommaria dei punti di maggiore interesse per noi dimostrando oltre tutto l'affinità del nostro punto di vista cogli eventuali criteri del programma di Wilson. Di questa conversazione pure prese nota. Ma evidentemente la parola d'ordine fin qui mante

nuta al Dipartimento di Stato è stata quella di un assoluto riserbo nel pronunziarsi ed è tuttora mia fondata impressione che questo Governo ormai certamente in possesso di molteplici elementi non abbia formulato nessun criterio definitivo.

(l) Pubblicato al n. 298.

389

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2462/346. Washington, 28 novembre 1918 (per. 01·e 20 del 30).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1723 (1).

Mandai ieri un segretario a Baltimora per far domandare al cardinale Gibbons quando avrei potuto portargli uno speciale messaggio del R. Governo. Il cardinale desiderò vedere egli stesso il segretario dal quale mi fece dire che dovendo recarsi oggi a Washington per una solenne cerimonia religiosa mi proponeva un appuntamento qui, che fu concordato. Ho visitato testè il cardinale facendomi accompagnare dal Primo Segretario dell'Ambasciata e dall'Addetto navale. Gli ho detto che ero felice di essere stato onorato dell'incarico di manifestargli ufficialmente in occasione del suo cmquantenario epistcorpale le più calde felicitazioni e i voti più sinceri del R. Governo che tributava rispetto e ammirazione per le sue eminenti virtù religiose e civili e gratitudine per l'alta influenza da lui esercitata durante il burrascoso periodo della guerra a favore della causa dell'umanità e della civiltà. Ho aggiunto i miei sentimenti personali. Il cardinale (che avevo avvicinato altra volta) dimostrandosi coi modi e colle parole oltremodo sensibile a questa manifestazione, mi ha risposto che era tanto più lieto di consacrare il suo giubileo in quanto coincideva col più felice avvenimento dell'epoca moderna; che egli era ammirato profondamente vittoria italiana conseguita dalle nostre truppe grazie loro valore ai sacrifizi alla resistenza fisica e morale. Che l'Italia era stata sempre culla della scienza e delle arti Je che continuerà certamente a esserlo per l'avvenire; che il Governo italiano usciva rafforzato dalla guerra e che egli desiderava che continuasse nell'opera illuminata per lungo tempo ancora; che egli sperava infine e formulava auguri che i rapporti tra il R. Governo e la Santa Sede diventino sempre più amichevoli. Per accentuare pregio che annetteva alla manifestazione del R. Governo mi ha chiesto di porgli per iscritto messaggio di augurio da me portatogli onde conservarlo fra i più grati ricordi. Mi ha domandato manifestare al R. Governo tutte le espressioni del suo animo grato. Da t?lune altre parole e allusioni del Cardinale avendo potuto rilevare che gli tornerebbe gradita una onorificenza italiana ne segnalo alla E. V. l'opportunità immediata se non vi si oppongono costi ragioni che ignoro. Gioverebbe che io potessi partecipare a S. E. il conferimento nella lettera da dirigergli che terrò sospesa a tal fine sino a risposta di V. E. che prego dirigermi con precedenza assoluta. Rammento ad ogni buon fine che Francia conferi Grande Ufficialato della Legione d'Onore.

(l) Pubblicato al n. 333.

390

IL CONSOLE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 3073/198. Janina, 28 novembre 1918 (per. H 30).

Il Presidente Camera greca ha scritto una lettera a questi deputati greci pregandoli di recarsi ad Atene onde partecipare agli imminenti lavori parlamentari. Sembra che dal tenore di detta lettera i predetti deputati abbiano potuto dedurre che nei circoli politici di Atene esiste qualche incertezza circa aspirazioni elleniche nel Congresso Pace. I deputati hanno l'impressione che la Francia stia un poco modificando il suo atteggiamento verso la Grecia. Hanno espresso qualche dubbio sull'appoggio francese ritenendo che quella Potenza abbia interesse ad accordarsi coll'Italia per latinizzare il Mediterraneo. Manifestarono invece viva sodd1sfazione per l'attitudine inglese giacchè, secondo la loro opinione, l'Inghilterra sarebbe oggi la sola Potenza che realmente appoggia la Grecia nelle sue aspirazioni. Però la circostanza di poter soltanto contare sull'Inghilterra li induce a credere ·che riesce un poco dubbio il realizzare il vasto programma ellenico. Forse a questo timore è in buona parte collegata la campagna diffamatoria dei giornali greci contro l'occupazione italiana dell'Albania, campagna che tende ad impressionare l'opinione pubblica europea ed i Governi di Francia, Inghilterra allo scopo di assicurare nel possibile naufragio del megalomane programma ellenico estensione del nord della Grecia contando su pressioni Alleati verso l'Italia. Da parte mia ho potuto constatare atteggiamento di questo mio collega inglese ci è decisamente sfavorevole nella questione albanese probabilmente in seguito istruzioni del suo Governo. Predetto mio collega che ... [manca] non è persona intelligente agisce e lavora a rimorchio di questo consOlle di Francia fanatico grecofilo. I due rappresentanti in Janina delle Potenze alleate ci sono adunque entrambi contrari non solo come organi di Paesi .... [manca] ma anche per tendenze personali.

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IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. 7969/7970. Roma, 28 novembre 1918.

Ricevo telegrammi espressi di V. E. del 18 corrente ·nn. 16486 e 16488 contenenti quelli inviatile dal Colli sotto i numeri 100 e 101 (2).

La E. V. chiede di conoscere il mio pensiero.

Le notizie inviate dal R. Ministro in Etiopia, sebbene non rivelino nulla di nuovo, sono gravi come indizio di una persistente politica francese in Etiopia contraria agli interessi italiani ed inglesi nell'Africa orientale, politica che si perpetuerà oltre la pace consolidando o peggiorando una situazione che sarà fonte di pericoli specialmente per le colonie italiane finitime all'Etiopia e di conflitti tra le potenze firmatarie dell'accordo di Londra e con la Etiopia stessa sopratutto per la questione vitale del commercio delle armi e munizioni in

Etiopia. Lunga esperienza ci dimostrò che qualunque azione fosse svolta a Addis Abeba, o a Parigi da Italia sola, o da Italia e Inghilterra sarebbe non solo destinata all'insuccesso, ma sarebbe dannosa.

La soluzione è unica e radicale: l'ho più volte esposta a V. E., e si avrebbe ragione di credere che l'Inghilterra non dovrebbe essere contraria.

«Il protettorato della costa somala francese passi all'Italia, e la Francia abbia compensi altrove nella revisione della carta d'Africa nel complesso del grande negoziato della pace».

Avuto riguardo all'atteggiamento della Francia, al pericolo della fatale invasione delle armi in Etiopia e altrove dopo conchiusa la pace, ed alla continua sobillazione del paese contro le Potenze limitrofe, Inghilterra e Italia, che pure ha pagato col sangue le sue colonie, e i suoi confini con denaro versato al Governo etiopico in solenni accordi, la stessa Inghilterra ha interesse ad adoperarsi per la soluzione da noi desiderata [sic].

Se non che, non avendo noi in Africa territori da scambiare, la soluzione stessa non potrà attenersi che dalla E. V. nel quadro dei grandi negoziati della pace, come, del resto, è stato contemplato dal Patto di Londra, secondo il testo che ne fu letto alla Camera dei Deputati.

Non debbo, però, nascondere alla E. V. che la risposta di lord Balfour e di sir A. Hardinge al marchese Imperiali (telegramma Londra 23 corrente,

n. 462) (l) a proposito dell'art. 13 del Trattato di Londra mi hanno fatto non buona impressione sia pel modo impacciato con cui è stata data la prima, sia per la non celata contradizione con cui è stata data la seconda, relativamente alla sorte delle colonie tedesche affidate alla conferenza e la concessione di metà della colonia del Togo che probabilmente rimarrebbe alla Francia.

Io non posso, per ora, aggiungere altro non avendo elementi di giudizio. Mi affido alla ben nota energia della E. V. E poichè nel telegramma del marchese Imperiali è indicato l'art. 13 del Trattato di Londra, sono a pregarla di volermene comunicare il testo preciso non sapendo se quello pubblicato sia esatto.

P. S. -Era già stata scritta la presente lettera quando mi è giunto il telegramma n. 5022 del 19 corrente del Governatore dell'Eritrea (2) di commento ai due telegrammi del conte Colli, n. 100 e 101 citati in principio sui quali V. E. ha ·chiesto il mio avviso.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Romano Avezzana. (2) -Pubblicati ai nn. 176 e 116.
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RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 17/46. Roma, 28 novembre 1918.

Il 22 novembre corrente questo Ambasciatore d'Inghilterra ha indirizzato a questo Ministero una nota verbale per informare che, avendo il Re dell'Hegiaz espresso l'intenzione di mandare un suo rappresentante al Congresso della Pace

13 -Documenti diplomatici • Serie VI • Vol. I.

per discutere con gli Alleati la definitiva sistemazione dei paesi arabi (Arab countries), il Governo inglese aveva suggerito al Re Hussein di delegare a ciò l'Emiro Faisal, suo figlio, il quale, come capo delle forze arabe in Siria e in Palestina, era già stato in contatto con le Autorità alleate. Il Governo inglese aveva inoltre suggerito al Re Hussein di rivolgersi alle varie Potenze alleate esponendo questo ordine d'idee.

Il Re dell'Hegiaz, accogliendo il suggerimento del Governo inglese, ha nominato suo rappresentante a Parigi ii figlio Faisal, il quale è in procinto di partire per quella città. Il Re Hussein ha inoltre chiesto al Governo britannico di notificare in suo nome quanto precede -per mezzo dei rappresentanti inglesi nei Paesi alleati -ai Governi di Francia, d'Italia e degli Stati Uniti.

Con questa nota il Governo britannico mette gli Alleati di fronte a un fatto compiuto: l'intervento del Regno dell'Hegiaz alla Conferenza della Pace. Ciò risponde a una linea di condotta tracciatasi dall'Inghilterra sino dalla scorsa estate, quando (con nota di sir Renne! Rodd 5 agosto 1918) il Governo britannico informava V. E. che avendo le speciali circostanze che avevano accompagnato la nascita del Regno dell'Hegiaz posto l'Inghilterra in una specialissima posizione di fronte al Re Hussein, in confronto degli Alleati, ne era derivato che il Re stesso aveva riguardato i rappresentanti inglesi come il canale attraverso il quale egli avrebbe potuto più convenientemente comunicare con le altre Potenze alleate.

Era questa una vera e propria dichiarazione di Protettorato, esercitato dall'Inghilterra sul nuovo Regno: dichiarazione mitigata, o meglio limitata nel tempo da altra dichiarazione contenuta nella citata nota di sir Renne! Rodd, che: il Governo inglese non vedeva motivo perchè tale eccezionale stato di cose dovesse continuare anche dopo la fine della guerra.

La nota finiva però in modo da lasciare adito a dubbi perchè affermava che, dopo la guerra era intenzione del Governo britannico che lo status dell'Hegiaz tornasse nella condizione di completa indipendenza interna (complete internai independence).

A questa nota non si dette risposta.

Ne fu però data comunicazione ai RR. Ministri della Guerra e delle Colonie, ai RR. Ambasciatori a Londra e Parigi e al R. Agente diplomatico al Cairo, con questo commento: che la situazione creata dal Governo inglese in Hegiaz non voleva in alcun modo significare modificazione o cambiamento nelle direttive generali della politica italiana nei riguardi del Mar Rosso e dell'Arabia, che permangono quali erano prima della proclamazione del nuovo Regno dell'Hegiaz, basate cioè sul principio di parità in confronto delle altre nazioni interessate.

Quanto all'applicazione pratica del Protettorato di fatto stabilirto dall'Inghilterra nell'Hegiaz basterà ricordare l'opposizione del Governo britannico alla concessione, da parte nostra, di 4 cannoni al Re Hussein e all'invio nell'Hegiaz di un contingente di ascari italiani.

Senza entrare in merito alla questione ormai oziosa (di fronte al fatto compiuto della partenza di Faisal per Parigi) dell'opportunità o meno che gli arabi partecipino direttamente alla Conferenza della pace, l'Ufficio si limita per ora a pregare l'E. V. di volergli impartire istruzioni se si debba o no dare atto all'Ambasciata britannica della nota 22 novembre corrente, in cui si annuncia ufficialmente l'intervento di Faisal a Parigi.

L'Ufficio si permette esprimere l'opinione che in coerenza a quanto si è fatto per la precedente nota 5 agosto 1918, non convenga rispondere alla nota del 22 corrente.

Quanto al Re Hussein, da noi considerato sovrano indipendente, si potrebbe fargli dichiarare dal R. Console in Gedda che egli per le comunicazioni col Governo italiano può servirsi del R. Console predetto, espressamente inviato a rappresentare l'Italia nel Regno Hascemita.

Con ciò si otterrebbe il risultato di non pregiudicare la nostra situazione e la nostra libertà di giudizio quando la questione della sistemazione dei Paesi arabi verrà in discussione. Su questo punto però il sottoscritto prega V. E. di volergli dare istruzioni, un tale passo nostro avendo una portata politica ben spiccata e dovendo essere deciso in relazione ai nostri rapporti generali col Governo britannico.

Per quel che concerne lo status politico futuro del Regno dell'Hegiaz, si rileva la circostanza che nel territorio di detto Regno sono situati i Luoghi Santi musulmani. Dichiarazioni ripetute di uomini di governo britannici hanno dato al mondo assicurazioni nel senso che questi Luoghi Santi devono restare in libere mani musulmane.

Il minimum di pratica applicazione di tale formula da chiedersi da parte degli Stati aventi governo su popolazioni musulmane, quale l'Italia, sembra poter essere il libero accesso, la libera residenza in quelle località e la libera esplicazione colà delle pratiche religiose. La sovranità su quei Luoghi, anche se affidata ad un libero (ossia assolutamente indipendente) sovrano musulmano, non può rimanere, dunque, completa ed assoluta. A tale questione non può disinteressarsi uno Stato a colonie musulmane quale l'Italia.

(l) -Pubblicato al n. 295. (2) -Pubblicato al n. 217.
393

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AI MINISrrRI DEGLI ESTERii, SONNINO, E DELLE COLONIE, COLOSIMO

N. 416. Roma, 28 novembre 1918.

A semplice titolo di collaborazione si trasmette l'acclusa memoria circa le questioni coloniali di maggiore interesse per l'Italia, che potranno venire trattate nella prossima Conferenza per la Pace.

ALLEGATO

CONTRIBUTO ALLA PREPARAZIONE PER LE TRATTATIVE COLONIALI

Il Patto di Londra sancisce il nostro diritto a compensi territoriali in Libia, in Somalia ed in Asia Minore nel caso di aumenti coloniali dei nostri Alleati. Tali compensi, secondo nostre autorità in materia coloniale, dovrebbero essere costituiti: A) Dall'assorbimento delle Somalie inglese e francese, fig. B (l) e dall'arretramento dei confini occidentali di Libia a ponente della carovaniera che collega

le nostre oasi di Ghadames e Ghat; e dalla sistemazione dei confini orientali della colonia stessa modificando i termini del trattato anglo-francese del 21 marzo 1899, fig. A (l);

B) Dalla concessione di una zona di occupazione o di influenza nei Vilajets di Conia e di Aidin.

Il Tibesti ed il Borcu che, all'atto della dichiarazione di guerra italo-turca, facevano parte integrante della Libia ed erano pacificamente e da gran tempo occupati da distaccamenti turchi, dovrebbero essere restituiti.

La tabella A mostra che, con la nostra cooperazione alla guerra comune, gli Alleati hanno esteso il dominio su di una area di Kmq. 4.769.086 ed una popolazione di 23.225.287. Fissando per ipotesi ad una proporzione assai minore del decimo la misura dei compensi ai quali accenna il patto di Londra noi potremmo aspirare a veder soddisfatti i desiderata innanzi espressi.

La tabella B lo dimostra chiaramente.

Il Patto di Londra, stipulato sulla base dell'equilibrio territoriale, è stato però sorpassato dagli avvenimenti e lo stesso criterio ispiratore è divenuto antiquato in seguito al nuovo orientamento impresso al colonialismo dalle idee di Wilson.

La Francia propugna ancora idee imperialistiche sotto un certo riguardo, sostenendo che le proprie quistioni coloniali siano da considerarsi quali affari interni, perchè le Colonie avrebbero in questa guerra acquistato pieno diritto di nazionalizzazione; gli Stati Uniti d'America bandiscono il concetto democratico che le Colonie debbano servire anzitutto agli indigeni, ai quali verrebbe riservato il diritto di voto nella scelta della loro sorte; l'Inghilterra accede alla prima parte del concetto americano, con la riserva però che gli indigeni possano aspirare alla loro autonomia politica soltanto dopo essere passati attraverso determinate fasi di sviluppo.

Questi tre indirizzi si accordano poco con eventuali nostre richieste di aumenti territoriali, sia pure per ragioni di equilibrio; tuttavia considerando che le nostre colonie sono passive per noi, eventuali ampliamenti potrebbero essere richiesti ad ulteriore vantaggio degli indigeni ed allo scopo di renderne possibile il necessario sviluppo e la conseguente elevazione economica e politica.

La convenienza di abbandonare le idee di dominio nella richiesta di ulteriori ampliamenti territoriali è indicata anche dalle attuali tendenze dei maggiori governi coloniali. L'Inghilterra si prepara a dare l'autonomia all'India ed a cederle la bassa Mesopotamia; sembra che intenda ricostruire il Governo persiano e cedergli Bagdad e la Mesopotamia media e che voglia estendere il nuovo Regno arabo di Mecca fino a Damasco e forse anche ad Aleppo; è probabile infine che la Francia dia assetto autonomo alla Siria costiera. Più incerta è la sorte riservata alle ex colonie affricane tedesche, le quali sembrano però destinate parte alla Confederazione africana del Sud, parte all'India. Del mondo coloniale occupato dagli Alleati durante questa guerra rimarrà dunque ben poco sotto il diretto dominio inglese e francese e non possiamo perciò sperare molto dall'applicazione della teoria degli equilibri territoriali.

Sembra invece che la teoria dei compensi dovrebbe essere da noi imposta e sfruttata a fondo nel campo economico.

Dietro lo schermo dei governi autonomi le grandi nazioni alleate si preparano monopoli di nuove fonti di lucro. La provvisoria occupazione dei terreni petroliferi di Bacu, di Mesopotamia, di Persia servirà certamente ad imporvi degli accaparramenti i quali assicureranno forse per secoli ai loro possessori il monopolio degli idrocarburi.

La Mesopotamia con la ricca sua canalizzazione richiede pochi lavori idraulici per ritornare all'antica floridezza agricola; il controllo sulla ferrovia di Bagdad dà in mano agli anglo-francesi un mezzo di comunicazione di inestimabile valore per la diffusione dei loro commerci in Oriente.

L'autonomia politica che si dovrebbe concedere a questi paesi maschera dunque un colossale monopolio della ricchezza avvenire; ed il nostro concorso al raggiungimento della vittoria finale che assicura lo sfruttamento di quelle ricchezze non è affatto compensato da qualche chilometro quadro di deserto in Libia o di terreni poco fertili in Eritrea ed in Somalia. In compenso dei sacrifici compiuti e della ricchezza assicurata agli altri abbiamo diritto ad ottenere assai di più e cioè oltre alla liberazione politica già conseguita, anche la redenzione dal giogo economico dovuto alla mancanza di garanzie sufficienti ad assicurarci i necessari approvvigionamenti di carbone e di grano indipendentemente dalla volubilità degli scambi e degli aggruppamenti politici.

Allo stato attuale delle cose l'interesse di alcune nazioni basterebbe a privare l'Italia dei necessari rifornimenti. Ad ovviare a tale difetto, che potrebbe essere causa di nuove, legittime guerre di difesa da parte nostra, si presentano due soluzioni. Si potrebbe cioè affidare la ripartizione del carbone e del grano ad enti internazionali, analoghi a quelli creati tra alleati durante la guerra, i quali enti sottraggono i rifornimenti dei mezzi più essenziali per vivere alla volubilità degli scambi e delle influenze politiche; oppure permettere all'Italia di provvedersi in modo autonomo. Quest'ultima soluzione è preferibile perchè offre il destro di risolvere anche un altro problema capitale della nostra vita nazionale, quello cioè di provvedere degnamente allo sfogo dell'eccesso della nostra popolazione senza condannare gli emigranti ad un vero e proprio esilio.

Lo scopo si potrebbe raggiungere ottenendo, per ciò che riguarda i rifornimenti di carbone dei privilegi di sfruttamento in zone carbonifere e, per gli altri desiderati, dei privilegi di colonizzazione agricola in regioni granifere ove possa riversarsi l'eccesso della nostra popolazione.

Il carbone manca in Italia ed anche la produzione granaria interna è stata e sarà sempre insufficiente al consumo; la soluzione dei quesiti suesposti è dunque necessariamente di competenza coloniale. Si accenna brevemente ad una equa soluzione.

Carbone. -Non è necessario che le concessioni siano prossime all'Italia.

Ad ottenere lo scopo di impedire artificiosi rialzi dei prezzi e la sospensione delle importazioni basterebbe che ci fosse riservato lo sfruttamento di giacimenti così importanti da farci entrare nella cerchia delle nazioni produttrici e darci modo di poter sufficientemente influire sul mercato mondiale.

La tabella C indirettamente mostra che i desiderati privilegi di sfruttamento potrebbero essere accaparrati ora soltanto in Cina, l'unica regione che possegga ancora molti ricchi giacimenti incolti di carbone (1).

Lo sfruttamento richiederebbe del tempo; per ottenere subito i benefici che si possono attendere da un rifornimento di carbone a buon prezzo si potrebbe ricorrere al temperamento di imporre temporaneamente all'Austria-Ungheria la fornitura di una determinata aliquota del carbone di sua produzione.

Colonizzazione e grano. -Ci si rimprovera una incapacità a colonizzare che è soltanto apparente, poichè dipende dal fatto che a noi furono dati territori coloniali sterili ed incapaci di attrarre capitali e coloni con l'esca di un ricco guadagno.

Assicurando alla nostra colonizzazione agricola sufficienti privilegi in climi confacenti essa progredirebbe certamente. Attualmente le aree granifere adatte e più opportune a sistemarvi nostri contadini sono quei vilajets di Conia e di Aidin, sui quali avevano già posto gli occhi anche i redattori del Patto di Londra. Il clima vi è confacente ai nostri emigranti, la feracità in granaglie ben nota, giacchè il grano rende il 50 per uno; infine la esistenza di immense zone incolte è dimostrata dalla densità della popolazione, che comprese le città, è attualmente minore di

27 anime per Kmq.; la popolazione stessa poi avrebbe tutto da guadagnare e niente da perdere da una colonizzazione italiana. Speciali trattati dovrebbero proteggere quest'ultima da ogni sfruttamento straniero.

Il proposto indirizzo alle trattative coloniali, che dovrebbero ad un tempo tener conto del Patto di Londra e riuscire ad ottenere il più grande fine di assicurare la necessaria autonomia dei rifornimenti più essenziali alla vita, ha interesse militare, poichè è chiaro che nella eventualità che in avvenire mutassero gli attuali aggruppamenti politici europei, l'Italia, seguitando l'attuale regime degli scambi, potrebbe esser ridotta in breve agli estremi da chi le vietasse o anche' semplicemente le negasse i necessari approvvigionamenti in carbone e grano.

Sarebbe inutile rafforzare militarmente i nostri confini se non si provvedesse in pari tempo alla possibilità di resistere anche indipendentemente dal beneplacito altrui.

Tabella A.

SUPERFICIE E POPOLAZIONE DEGLI EX DOMINI TURCO-TEDESCHI OCCUPATI DAGLI ANGLO-FRANCESI (Almanacco di Gotha, 1918)

Area in Kmq. Popolazione Togo 87.200 1.032.000 Camerun 790.000 2.751.000 Sud ovest Africa 835.000 83.300 Africa orientale tedesca 995.000 7.661.000 Nuova Guinea 242.476 601.700 Persia 1.645.000 6.000.000 Turchia d'Asia: Area in Kmq. Popolazione Vilajet di Aleppo 57.750 787.023 Vilajet di Bagdad 99.000 975.266 Vilajet di Bassorah 58.500 558.929 Vilajet di Beyruth 14.200 781.694 Vilajet di Hediaz . 34.660 249,869 Vilajet di Siria 95.000 891.445 Vilajet di Gerusalemme 10.800 352.061 Vilajet di Libano . 4.500 500.000 TOTALE 4.969.086 23.225.287

Tabella B.

SUPERFICIE E POPOLAZIONE DEI COMPENSI CONTEMPLATI DALLE INTERPRETAZIONI PIÙ AUTOREVOLI DEL PATTO DI LONDRA (Statesman's year book, 1918)

Area in Kmq. Popolazione Vilajet di Conia 59.915 1.069,000 Somalia inglese 102.000 300.000 Somalia francese

8.685 208.000

Libia (triangolo Ghadames-Ghat-Madi ex Schatt) 115.200 pochi nomadi

TOTALE 285.800 1.577.000

N. B. -Non sono stati compresi nell'elenco nè il Tibesti nè il Borcu perchè se ne ignora l'area ed il numero degli abitanti.

Tabella C.

ELENCO DELLE NAZIONI CARBONIFERE

E MISURE DELLA RISPETTIVA PRODUZIONE ANNUA

(l valori sono ridotti in li·re italiane)

Abissinia indizi di giacimenti Argentina indizi di giacimenti Australia per 102.955.025 lire Austria-Ungheria per 189.238.000 • Belucistan . . . indizi di giacimenti Belgio tonn. 22.841.000 (1913) Bosnia-Erzegovina . m. c. 7.988.916 (1915) Borneo . indizi di giacimenti Brunei . tonn. 27,447 (1916) Bulgaria 61,000 (1916) Canadà 14,428.278 (1916) Cile per 2.294.579 lire Cina . tonn. 18.000.000 (1915) giacimenti incolti

ovunque in specie sul Hwanoghe Columbia indizi di giacimenti Congo Belga indizi di giacimenti Ecuador. indizi di giacimenti Est Africa . indizi di giacimenti Francia .. tonn. 19.908.892 (1915)

Germania: Baviera tonn. 1.895.715 Prussia 191.511.154 Sassonia 5.445.291 Giappone . 22.901.580 Haiti . . . indizi di giacimenti Inghilterra tonn. 256.375.366 Honduras . indizi di giacimenti Indie . . . per 18.392.820 lire Indie orientali tonn. 737.152 (1916) Indocina 733.000 Corea indizi di giacimenti Madagascar indizi di giacimenti Malaya indizi di giacimenti Messico . tonn. 700.000 Natal. . 10.007.502 (1916) Nicaragua indizi di giacimenti Nigeria . indizi di giacimenti Nuova Zelanda tonn. 2.257.135 Persia indizi di giacimenti Perù .... tonn. 359.063 Portogallo e Colonie 25.281 Rhodesia 491.582 Romenia indizi di giacimenti Russia tonn. 30.910.000 (1912) Sarawach indizi di giacimenti Serbia tonn. 235.058 Siam indizi di giacimenti South Africa . tonn. 10.007.502 (1916) Spagna ... 4.347.475 (1916)

Svezia tonn. 414.825 (1916) Stati Uniti 580.714.765 (1916) fra carbone bitu

minoso ed antracite Tasmania indizi di giacimenti Turchia . tonn. 400.000 (compreso la lignite) Uruguay indizi di giacimenti Venezuela indizi di giacimenti

(l) Omessa.

(l) Omessa.

(l) Si tratterebbe di ripetere in forma econom;ca più adatta ai tempi il tentativo da noi fatto a San-Mun, si intende dopo aver determinato i giacimenti carboniferi da sfruttare e scelto il punto di imbarco da ridurre a porto franco o a costituzione analoga a~li altri porti aperti in Cina al commercio europeo conosciuti con nome • Concessioni •. (Nota del documento).

394

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. n. Torino, 29 novembre 1918, ore 15,15.

Ambasciatore di Franda mi comunicò ieri una nota del suo Governo con la quale si ritiene eccessivo il fatto della occupazione di Fiume, ritenendo che le condizioni dell'armistizio non ci consentissero di andare oltre i territori segnati in esso e che corrispondono a quelli del patto di Londra.

Risposi di non poter consentire in tale giudizio, posto che l'armistizio contiene la clausola che permette occupazione suaccennata di territori se motivata da ragioni strategiche o da ragioni di ordine pubblico. Nel caso di Fiume, concorreva quest'ultimo motivo, poichè gli italiani, che sono la maggioranza in quella città, erano stati oggetto di una vera persecuzione da parte dei jugoslavi, la quale circostanza era dimostrata da attestazioni di stranieri insospettabili. Aggiungevo che l'occupazione era stata fatta non solo da truppe italiane, ma anche alleate. Non mi rifiutavo a consentire che una Commissione di quattro ammiragli interalleati si recasse a Fiume per considerare la situazione e proporre provvedimenti, e ritenevo con ciò di dar prova di largo spirito di conciliazione. Aggiungevo però che questa Commissione di ammiragli doveva pure recarsi a Spalato, da dove ci pervenivano vivaci invocazioni di soccorso dagli italiani di quellé>. città soggetti pure a violenze da parte jugoslavi. Nel comunicare ciò a V. E. credo superfluo aggiungere il rilievo di quanto paradossale dolorosa sia la situazione dell'Italia la quale, uscendo vittoriosa dalla guerra contro AustriaUngheria, vede i propri connazionali oppressi dalle popolazioni già nostre nemiche e deve constatare che questa situazione è accolta dai suoi alleati senza protesta e forse anzi con simpatia verso i nostri nemici.

395

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. n. Modane, 29 novembre 1918, ore 19,50.

Comando Supremo italiano comunica che comitato Lubiana ostacola in tutti i modi ritorno profughi italiani dei paesi goriziani. Prego denunziare questo nuovo atto di sopraffazione mettendo in rilievo scopo tendenzioso di esso che è di diminuire per quanto è possibile rappresentanti italiani ,in quei paesi e continuare insomma il sistema dell'Austria nostra nemica.

396

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1738. Roma, 29 novembre 1918, ore 24.

Comandante in capo Piazza di Pola telegrafa quanto segue:

« Denunz·io Comandanti francesi in queste acque i quali apertamente fanno una accanita politica di penetrazione ecdtando gli slavi contro di noi riunendo gli agitatori sulle loro navi ostentando una protezione ad oltranza della antitalianità. Settimana passata mi sono assicurato dal Comandante Thonine che base rifornimento esercito Macedonia era S. Giovanni di Medua ove cominciato lavori e non Fiume. Avanti ieri giunto a Fiume un battaglione francese scortato da un battaglione serbo che naturalmente Generale non lasciato entrare in città. Chiedono piazzali e banchine porto per impianto base esercito Macedonia. Francesi non hanno diritto di fare questa occupazione materiale che diventa un vero possesso mentre essi discutono i diritti di Fiume. Questo è un atto di prepotenza che sembra non possa tollerarsi da noi nè dagli americani nè dagli inglesi. Comandanti francesi spregio del controllo degli Alleati 'esercitano una nefanda opera di eccitazione che porterà prima o poi a sanguinoso conflitto perchè intanto semina una violenta irritazione degli italiani contro la Francia. Comandanti navali francesi non si comportano da alleati ma da nemici. Non credo che questi fossero gli intendimenti alto consesso di Versailles nello stabilire il controllo. Ritengo che questi agenti navali tradiscano il pensiero del loro Governo ma ritengo indispensabile e urgente che questo stato cessi, che controllo sia esercitato solo da americani ed inglesi o quanto meno che nel Quarnero resti un ,solo delegato ufficiale navale francese il quale si attenga alle regole delle squadre internazionali e non consideri l'Alto Adriatico come un paese da conquistare».

Prego comunicare a S. E. barone Sonnino.

397

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (l)

T. 1532. Roma, 29 novembre 1918 (2).

Mio telegramma n. 1491 (3).

R. Ambasciatore Londra telegrafa quanto segue: « Graham mi ha confermato oggi .... (come nel tel. 2999/1630) (4).

Situazione dell'Italia essendo diversé'. da quella dell'Inghilterra reputo opportuno che nostre truppe intervengano nelle occupazioni in Austria-Ungheria e specie a Budapest e Vienna.

Prego V. E. volere ottenere da codesto Governo istruzioni al generale Franchet perchè questo intervento sia prelevato dalla 35a Divisione aggregata all'Armata d'Oriente.

(l) -II telegramma fu trasmesso anche a Diaz. (2) -Manca l'indicazione dell'ora di partenza, e pertanto s1 mserisce il telegramma in questo luogo. Ma esso è stato firmato presumibilmente nella giornata del 28, prima della partenza di Sonnino per Parigi, avvenuta alle ore 20,50. La mattina del l dicembre Sonnino si recava a Londra. (3) -Pubblicato al n. 334. (4) -Pubblicato al n. 350.
398

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1736-bis. Roma, 29 novembre 1918 (1).

Ministero dei Trasporti avrà comunicato le conclusioni cui è pervenuto il Comitato navale per l'Adriatico nella seduta del 28 novembre per utilizzazione dei bastimenti ex austro-ungarici in Adriatico. Prego V. E. voler appoggiare con ogni maggior vigore in via diplomatica opera del rappresentante italiano in codesto Comitato dei trasporti perchè si stabilisca in modo non dubbio che gestione dei piroscafi predetti spetti all'Italia, sia per i rifornimenti occorrenti al nostro paese ed in sostituzione di altrettanto tonnellaggio inglese, sia per quella parte di rifornimenti nel territorio austro-ungarico che le potenze alleate potranno stabilire venga fatto con tale tonnellaggio. Nella deliberazione di Roma rimane impregiudicata la questione dei piroscafi già austro-ungarici che trovansi fuori dell'Adriatico ed internati nei pol'lti neutrali e ciò fu fatto nella speranza che salvo la facoltà del rilascio del salvacondotto, si ottenga per azione diplomatica che la gestione ne resti ugualmente assegnata all'Italia in modo che il nostro Paese disponga di tutto l'armamento sia pure sotto il controllo del Comitato di Londra.

Prego V. E. agire col massimo impegno in questo senso.

399

IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. 3081/206. Salonicco, 29 novembre 1918 (per. il 30).

Suo telegramma n. 17785 (3).

Confermando miei telegrammi nn. 194 e 198 (4) informo che aderenti Essad trasferendosi Dibra intenderebbero agire in Albania a mezzo bande. Sarebbero sostenuti con mezzi finanziari forniti dai serbi.

Colonnello Alì bey partirebbe con suo seguito entro due giorni. Essad pruscià partirebbe entro questa settimana. Persona la quale conosce ,Dibra, osserva che a contrapporre influenza di Essad sarebbe opportuno inviare nel territorio albanese presso Dibra, dove gode molta influenza, Jussuf bey Dibra. inviato tempo fa in Italia da questo Consolato.

(l) -Cfr. pag. 201, nota n. 2. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche ad Atene. (3) -Non rinvenuto. (4) -Non pubblicati.
400

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 278/112. Parigi, 29 novembre 1918.

La presenza qui del principe Pietro è nefasta perchè dà .pessimi consigli a

S. M. Re Nicola, consigli che lo spingono a commettere errori e lo tengono in un deplorevole stato di agitazione.

Ieri l'altro sera ebbi una conversazione col Re alla quale assistette il prin

cipe Pietro e mi fu possibile di giudicare la pessima influenza che questi ha

sul Re. In seguito ai consigli del figlio, Re Nicola ha ripresa l'idea della partenza

per il Montenegro o almeno per l'Italia, anche a dispetto del Governo francese.

Avendo io ricordato al Re le minaccie del Governo francese di rompere le re

lazioni con lui se avesse lasciato il territorio della Repubblica senza l'autoriz

zazione della Francia, egli mi rispose che tutto preferiva ad essere tenuto, come

lo era, prigioniero.

In considerazione di questo pericoloso atteggiamento del Re ho creduto

bene di recarmi ieri da lui e di dichiarargli che, ove egli volontariamente si met

tesse male colLa Francia, vuoi rtschiare di perdere l'appoggio dell'Italia. Questa

mia dichiarazione sembra aver prodotto un salutare effetto. Spero che V. E.

approverà il mio linguaggio.

Intanto, sempre in seguito ai consigli del Principe Pietro che vuole ad ogni costo tornar in Italia, il Re ha intenzione di mandare subito a Roma, da

S. M. la Regina Elena, la regina e le principesse. Ho ragione di sospettare che, ove ciò avesse luogo, poco dopo, colla scusa di una pretesa malattia della regina, il Re accompagnato dal principe Pietro partirebbe anche lui per l'Italia.

Non so allora quale sarebbe l'attitudine del Governo francese.

Spero però che il buon senso della Regina Milena e della Principessa Zenia, che sono giunte qui ·iersera, prevarrà e che il Re rinuncerà a Questo progetto. Ad ogni buon fine ho creduto opportuno di telegrafare a V. E. questa inten

zione del Re.

401

NOTA VERBALE DELL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE, PICHON

Parigi, 30 novembre 1918.

Le Gouvernement Royal n'a pas manqué de soumettre à un examen attentif la note verbale que M. Ba·rrère a bien voulu lui remettre en date du 2H couraJUt (1), contenant les propositions du Gourvernement de 'la République sur les différents problèmes qui se rapportent à la fixation des préliminalires de paix et à l'établissement du traité général de paix.

• Le Gouvernement français a étudié après examen des précédents des Congrès de Vienne (1814-1815), de Paris (1856) et de Berlin (1878), les ditférents problèmes causés par la fixation des préliminaires de paix et l'établissement du traité général de paix par le Congrès qui se

réunira à Versailles.

Le Gouvernement Royal partage l'opinion que l'arrivée du Président Wilson permettra aux quatre puissances d'arrèter entre elles les conditions des préliminaires de paix.

Toutefois le Gouvernement Royal ne saurait donner son adhésion au point de vue d'après lequel les préliminaires de paix devraieil!t viser le règlement des questions qui concernent l'Allemagne et la Bulgarie, en excluant d'une manière absolue le règlement des questions relatives à l'Autriche et la Turquie.

Cette distinction est de nature à léser considérablement les intérèts les plus vitaux de l'Italie. En effet il serait ainsi proposé de régler nombre de questions intéressant la France et la Grande Bretagne (Alsace~Lorraine, Maroc, Egypte, etc.), tandisque les revendications de l'Italie devraient ètre réglées en

L'arrivée du Président Wilson à Paris au milieu de décembre permettra aux quatrePuissances d'arréter entre elles les conditions des préliminaires de paix à imposer séparément à l'ennemi sans discuter avec lui.

Cet examen s'appliquera d'abord à l'Allemagne et à la Bulgarie avec lesquelles les Alliés ont interét à traiter de suite pour, d'une part, aider à la dissociation des Etats qui composent la première et, d'autre part, pour la seconde, eviter les dangers des intrigues bulgares interieurs et exténeurs.

Les preliminaires de paix avec l'Allemagne orienteront le règlement des principales restitutions de territoire, Alsace-Lorraine, Pologne, Schleswig, Belgique, Luxembourg, cession des colonies Allemandes, pleine reconnaissance des Protectorats de la France sur le Maroc et de l'Angleterre sur l'Egypte, acceptation preventive de la constitution des Etats nouveaux independants sur le territoire des aneiene Empires russes et hongrois ainsi que de la conclusion des traites intervenus entre les Allies avec la Bulgarie et au sujet de la Turquie,abrogation des Traites de Brest-L1towsk et de Boucarest et de toutes conventions complémentaires ou anterieures avec la R~ssie et la Roumanie.

L'etablissement rapide des preliminaires de paix avec l'Allemagne pose la questlon de son regime futur : dès maintenant on discerne l'antagonisme de la tendance centraliste

(qui etait celle de l'administration prussienne des Hohenzollern, des nationaux-liberaux et des socialistes) et de la tendance federaliste (representee par !es dynasties et l'administration des etats secondaires et par les deputés du Reichstag). Les Allies ont intérét à favoriser le federalisme et à lui fournir une expression par des elections au suffrage universe], en aidant à la manifestation des divergences par les clauses d'un traite de paix.

Les Allies ne peuvent en effet traiter qu'avec une constituente elue librement au suffrage universel secret et direct. De méme, les préliminaires de paix avec la Bulgarie definiront les directives du Statut territorial respectif des pays balcaniques.

La question des preliminaires de paix avec les deux autres puissances ennemies se presente differemment. A l'egard de l'Autriche elle ne se pose meme pas puisque cette puissance a disparu; c'est donc au Congrès qu'il appartiendra d'admettre de plein piedles deux Etats nouveaux dejà reconnus: les ceco-slovaques et la Pologne et d'eco.uter les revendications de l'Etat yougo-slave en formation. Quant à la Magyarie, ancienne Hongrie, amputee des Slovaques, des Roumains, des Transylvains et des Croates, et à l'Autriche Allemande, les inconvenients de fait resultant de leur representation conduisent à l'exclusion.

A plus forte raison, il doit en étre de méme pour la Turquie, dont il y a lieu d'envisager la reorganisation complète avec intervention dans son regime interieur (ce qui est exclu en principe pour Ies autres Etats): il parait préferable de laisser au Congrès le soin de discuter le sort de cette nationalite car si l'on signait avec elle des preliminaires de paix, ce serait s'engager de suite à maintenir l'Empire ottoman, c'est à dire le regime qui depuis un siècle a perpétré !es abus, les crimes et les causes de discussion entre les Grands Etats civilises; où serait d'ailleurs le pouvoir qualifie pour ratifier au nom de la Turquie?

Ne vaut-il pas mieux que les Allies règlent le sort des territoires compris dans l'ancien Empire Ottoman sans s'encombrer d'une negociation avec celui-ci?

Après leur entente sur les preliminaires de paix, les représentants des Grandes Puissances auront à arréter entre eux les principes de la representation des differents Etats belligerants, neutres et ennemis au Congrès de la Pa1x.

Ils envisageront successivement les cas belligerants effectifs et theoriques, des Etats nouveaux reconnus et des Etats en formation, des anciens Allies qui ont traite avec l'ennemi sans que ces traites aient ete reconnus par nous (Russie, Roumanie), des neutres et des ennemis.

Parmi les belligerants il y a lieu de distinguer au point de vue du nombre des plenipotentiaires et de l'admission au differentes seances entre les petites et les Grandes puissances.

. Seules les grandes puissances victorieuses figureront à toutes les seances, les petites pmssances n'etant appelees qu'aux seances consacrees à leurs all'aires speciales. Quant aux neutres et _aux etats en formation, ils pourront étre convoques quand leurs interéts propres

seront en JCU. Le nombre des plénipotentiaires sera limite, pour eviter l'encombrement et la confusion des discussions; les grandes puissances pouvant désigner de trois à cinq plenipotentiaires, les petites puissances de un à deux, les Etats en formation ou neutres un seui. Comme Jes décisions ne sont pas prises à la majorite et que la representation de l'Etat est globale, il n'y a pas obbligation pour un Etat de posseder autant de représentants qu'une Puissance de méme categorie, comme le prouvent les precedents des Congrès du XIXème siècle: chacun choisira librement le nombre de ses delegues dans les limites fixées.

un second temps au Congrès, av,ec une procédure dont l'examen va suivre dans le cours de la présente note. Le Gouvernement Royal estime que les préliminaires de pa,ix devraient concerner les grands intérets des quatre Putssances, sans distinction; le règlement des intérets de chaque Puissance ne peut que faire partie intégrante d'un règlement simultané et etre soumis à une meme procédure de négociation.

Ce principe, dont le fondement de justice ne saurait etre contesté, serait pratiquement infirmé au détriment de l'Italie par la distinction susénoncée.

En outre, pour ce qui concerne l'Allemagne, du moment où des garanties raisonnables auront été obtenues en vue d'éviteT la répétition des événemenrts qui ont amenés la confiagration mondiale, le Gouvernement Royai ne partage

Les travaux des Congressistes paraissent devoir étre en deux grandes senes: le règlement de la guerre proprement dite et de l'organisation de la société des nations. L'examen de la seconde question comporte en effet la solution de la preroière. D'ailleurs on ne doit pasconfondre les règlements des questions concrètes avec l'application des stipulations de droit publique général. En outre, cette distinction est iroposée par le fait que l'ennemi n'est pas appelé à discuter les conditions qui lui seront imposées par les vainqueurs et que les neutres ne seront convoqués qu'exceptionnellement aux séances où les belligérants fixeront les conditions de la paix, tandis que tous les peuples belligérants, neutres et ennemis seront appelés à discuter le principe de la société des nations et à y participer. Au contraire les principes du Président Wilson qui n'ont pas de caractère assez précis pour servir de base à un règlement de la guerre, roéme placée sous leur invocation, corome l'ont admis les Alliés reprendront toute leur vertu corome base du droit publique futur et ainsi sera écartée une des difficultés qui arrétaient les alliés.

La procédure du Congrès sera également fixée dans les réunions préliminaires de la seconde quinzaine de décembre: élection du Président, désignation du secrétaire (chargéde rédiger les protocoles, de classer les archives, de préparer les communiqués quotidiens,de pourvoir à l'organisation du Congrès et à la marche régulière des services, propositions écrites à la séance précédente discutées en deux lectures pour réaliser l'accord sur le principe et préciser en suite les détails, iropression des protocoles, formation d'un service de rédaction, etc.).

Le programme des travaux sera en suite arrété, car tous les précédents Congrès avaient pris pour base les stipulations d'un traité (de Paris 30 aòut 1814 pour le Congrès de Vienne; protocoJe signé à Vienne le ler février 1854 pour le Congrès de Paris; le Traité de Santo Stefano signé le 3 mars 1878 pour le Congrès de Berlin), tandis que le Congrès de 1919 n'a pas des bases fixes devant lui: e n effet ni l'armistice signé avec la Bulgarie, l'AutricheHongrie, la Turquie et l'Alleroagne, ni la réponse des Alliés du 10 janvier 1917 faisant connaitre solidairement leurs buts de guerre au Président Wilson, ni les 14 propositions de celui-ci qui ne sont pas 'ies principes de droit publique, ne peuvent fournir une base concrète pour !es travaux du Congrès.

Cette base ne peut étre qu'un énoncé méthodique des questions à traiter, que l'on peut ranger dans l'ordre suivant:

l. -REGLEMENT DE LA GUERRE.

A) Stipulations politiques

l) Etat nouveau déjà reconnu (Pologne, Bohème) et en formation (Yougoslaves, états russes, etc.); 2) Questions territoriales (restitution des territoires, neutralisation dans un but de protection);

a) Alsace-Lorraine (8ème proposition Wilson);

b) Belgique (7ème proposition Wilson);

c) Italie (9ème proposition Wilson);

d) Frontières (France, Belgique, Serbie, Roumanie, etc.);

e) régiroe international des moyens de transport fleuves, voies ferrées, canaux, ports;

3) Questions d'Orient (12èroe proposition Wilson);

4) Colonies (5ème prop:>sition Wilson);

5) Extrème Orient.

B) Stipulations militaires et navales. Garanties militaires, sur terre et sur mer. Chiffre des effectifs, déroantèlement des fortifications, réduction des fabrications de guerre, occupations territoriales. C) Stipulations d'indemnités. Réparation des dommagf.s de guerre sur terre et sur mer; restitutions, reconstitutions, compensations en nature, remboursement des dépenses inlégales imposées. D) Stipulations économiques et financières. Matières preroières, régime économique, règlement des comptes. E) Stipulations de droit privé. Règlement des créances privées, liquidation des séquestres. F) Sanctions à prendre contre !es violences commises et crimes commis durant la

guerre contre le droit publi'}ue.

pas l'opinion que les alliés doivent assumer la tàche de régler le régime futur

de l'Allemagne ou d'influer sur son organisation intérieure en aidant, par les

clauses du traité de paix, à la manifestation de divergences. Le principe de la

non-immixtion dans les affaires intérieures des autres pays constituira sans doute

une des bases de la Ligue des Nations.

Quant à la Bulgarie, le Gouvernement Royal exprime l'avis que, pour

assurer le fondement d'une paix durable dans la péninsule bakanique, il serait

désirable d'éviter tout règlement territorial implicant des eonditions exception

nellement dures pour cet état.

Le Gouvernement Royal ne saurait en outre trouver des motifs justifiés pour

exclure spécialement la Magyarie et l'Autriche allemande d'une représrentation

au Congrès, au meme titre que les autres nationalités ennemies.

G) Stipulations d'ordre morale. Reconnaissance par l'Allemagne de la responsabilité de la préméditation de ses dirigéants légitimante les mesures de pénalisation et de précautions prises contr.e elle. . Répudiation solennelle des violations du droit des gens et des cnmes contre l'humamté. H) Rétablissement du régime conventionnel rompu par la guerre.

Il. -0RGANISATION DE LA SOCIÉTÉ DES NATIONS.

A) Stipulation de droit publique général;

B) Garanties et sanctions;

C) Liberté des mers (2ème proposition Wilson);

D) Régime économique international (3ème proposition Wilson);

E) Publication des traités (lère proposition Wilson);

F) Limitation des armements (4ème proposition Wilson);

G) Organisation arbitrale internationale de la Haye;

H) Société des Nations.

Le programme des travaux ainsi défini, il ne resterait plus qu'à les repartir logiquement

et à en fixer l'ordre et les conditions d'étude en commissions pour les all'aires territoriales

et politiques et en comités pour Jes généraux et internationaux.

A) Commissions. l) All'aires polonaises; 2) All'aires russes; 3) Nationalités Balthiques; 4) Etats issus de l'ancienne Autriche-Hongrie; 5) All'aires Balkaniques; 6) All'aires d'Orient; 7) All'aires d'Extrème Orient et du Pacifique. B) Comités.

l) Cornité des affaires juives;

2) Comité de la navigation fluviale du Rhein Escaut, Elbe. L'une des bases pratiques

de la Société des Nations.

3) Comité des chemins de fer internationaux (chemin de fer du 45ème degré parallèle,

de l'Adriatique à la Baltique, Bagdad, Transafricain du Cap au Cair et à Alger).

4) Comité du droit publique (libre proposition de peuple combiné avec le droit des

minorités ethniques politiques et religieuses).

5) Comité de législation internationale du travail (question très importante dont H ne faut pas laisser l'initiative, la direction et la solution aux socialistes). 6) Comité de législation des brevets et marques de fabriques.7) Comité pour les sanctions contre Jes crimes commis pendant la guerre. Il y a Jieu de remarquer qu'un certain nombre des questions qui se posent devront

etre réglées directement entre les grandes Puissances sans qu'un Comité ne soit appelé à les discuter. C'est le cas également des questions coloniales qui touchent essentiellement l'Angleterre et la France. C'est le cas aussi pour les indemnités, car en dehors des torpillages qui ont affecté principalement la flotte 'de l'Angleterre, seules la Belgique et la France ont droit à des indemnités en raison des dévastations systématiques subies. Les états ayant acquis leur indépendance ou ceux ayant obtenu des considérables agrandissements territoriaux seraient malfondés à reclamer une indemnité. De méme encore pour les stipulations économiques et financières dont le chiffre sera arrété par les grandes puissances mais dont les modalités de payement seront seules discutées par le traité de paix.

Le Congrès pourrait enfin se classer, comme cela a eu lieu parfois pour le passé, sous l'invocation de quelque grand principe directeur de justice et de liberté qui serait proclamé dès son ouverture et avant mème qu'il ne fixe la procédure (sur laquelle on ne se serait mis d'accord qu'officieusement): droit des peuples de disposer d'eux mème, combiné avec le droit de minorité, suppression de tout accord particulier antérieur entre quelques-uns seuls des Alliés en vue de la pleine liberté d'examen du Congrès, déclaration d'intangibilité du territoire métropolitain et colonial possédé par les Alliés le ler Aòut 1914, répudiation solennelle de toute violation du droit des gens et des principes d'humanité et récusation de tous délégués ennemis signataires des actes de violation ou coupables de violation de droit des gens ou des crimes contre l'humanité •.

En considération de la situation spéciale des différentes races qui composent les territoires de l'Empire Ottoman, le Gouvernement Royal, qui à ce sujet a conclu des stipulations avec la France et avec la Grande Bretagne, partage l'opinion qu'il serait préférable que les règlements des questions afférentes à l'ancien Empire Ottoman forment l'objet de négociations au cours des préliminaires de paix entre les quatre Puissances. Mais, comme le but que ces Pui.ssances se proposent est d'obtenir une organtsation de ces régions répondant aux principes d'une paix durable, il serait nécessaire d'envisager dans le cours des préliminaires de paix la création de l'Etat indépendant d'Arménie.

Le Gouvernement Royal estime que les questions coloniales (Afrique etc.) doivent etre comprises dans les préliminaires de paix.

Pour ce qui regarde le nombre des plénipotentiaires, le Gouvernemeni Royal est d'accord pour établir que Ies Grandes Puissances seront représentées aux séances du Congrès par des plénipotentiaires en nombre de trois à cinq. Toutefois il serait opportun d'établir que ces fonctions pourront etre conférées à un nombre plus grand de personnes qui alterneraient leur présence au Congrès selon la nature des matières à discuter.

Pour ce qui est de la procédure du Congrès il serait désirable que chacune des quatre Puissances soit représentée dans le Secrétariat du Congrès. Cette procédure serait conforme au 1système suivi par les conférences de la Haye. Un des secrétaires serait chargé des fonctions de ,chef du Secrétariat.

En ce qui concerne le programme des travaux le Gouvernement Royal croit devoir remarquer que les accords stipulés en vue de la guerre ou pendant la guerre entre Alliés ne peuvent dans leurs rapports réciproques ètre considérés comme annulés par le seui fait du Congrès. Le ,traité de Londres de 1915 constitue une obligation à laquelle ni l'Italie, ni la France, n i l'Angleterre ne pourraient se ,soustraire. Le fait que les Etats Unis n'ont pas signé ce traité ne pourrait dégager les autres Etats contractantes des engagements qu'ils ont assumés mutuellement. Sauf cette remarque, à part, que le Gouvernement Royal considère comme essentielle, il parait indiqué que les quatre Puissances, conformément à la proposition française, procèdent à une énonciation métodique des questions à traiter par le Congrès.

D'une manière générale le Gouvernement Royal estime qu'il serait opportun de séparer en deux catégories des objets et des études du Congrès:

l) La détermination des nouveaux rapports de droit et de paix entre les Etats qui ont pris part à la guerre.

2) La constitution d'un nouvel ordre juridique entre [es Etats du monde selon les nouveaux principes du droit international (Ligue des Nations, Légisilation du Travail, régime économique, etc). Cette séparation complète permettrait de mieux adapter les modalLtés et iles dispositions préliminaires du Congrès aux différents buts qu'il 1s'agit d'atteindre. Les Grandes Puissances pourraient également établir entre elles les lignes générales du programme qui devra etre l'objet de l'élaboration et de la dédsion finale, avec le concours de tous le~ autres Etats grands et petits. Le Congrès devrait par conséquent etre diviJSé en deux Congrès; le deuxième pourrait etre convoqué au moment de la fermeture du premier.

Les questions à traiter tout par le premier Congrès pourraient étre énoncées de la manière suivante: a) Stipulations territoria,les. l) Belgique

2) France

3) !talie

4) Etats Balcaniques

5) Questions d'Orient

6) Nouveaux Etats reconnus (Pologne, Tcheco-Slovaques)

7) Etats en formation (Arménie, Yougo-Slavie)

8) Russie

9) Roumanie

10) Colonies

b) Régime internationa:l des moyens de transport, fieuves, voies terrées, canaux, ports. c) Restitution et répartition des dommages.

Conséquemment la répartition des matières entre différentes commissions ou Comités devrait étre ba,sée 1sur les mémes principes généraux.

Pour ce qui concerne les affaire:s coloniales dont il est question à la fin de ,}a note française, le Gouvernement Royal se croit en devoir de remarquer que les questions coloniales touchent non seulement l'Angleterre et la France, mais l'Ltalie également et de manière toute aussi essentielle; ,cette matière devrait former aussi l'objet d'étude de la part de techniciens nommés par les Gouvernements intéressés. Quant aux indemnités il est à remarquer tout d'abord que les torpi:llages ont affecté la flotte italienne en proportions très considérables.

En fin l'Italie a droit autant que la Belgique et la France à des indemnités en raison des dévastations subies.

(l) Il testo della nota era il seguente :

402

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL SUO SEGRETARIO, BIANCHERI, A ROMA

T. 1531. Parigi, 30 novembre 1918.

Prego telegrafare generale Piacentini che governo Scutari non deve avere alcuna ingerenza in Albania da noi occupata. Prego dire Manzoni che approvo sua relazione (l) circa istituzione Consiglio Nazionale albanese e spese relative. Tale Consiglio deve essere istituito al più presto a Durazzo con personaggi albanesi a noi ligi e con autorità su tutta Albania da noi occupata esclusa Valona e suo hinterland. Sono autorizzate spese previste.

(l) Non pubblicata.

403

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2456-bis/672. Parigi, 30 novembre 1918 (per. H 30).

Questo Ministro di Grecia signor Romanos si è avvkinato a me ieri alla colazione offerta al Quai d'Orsay in onore del Re d'Inghilterra e mi espresse il suo rammarico del contrattempo per il quale il signor Venizelos, il quale pa~ serà oggi per Roma diretto in Patria, non potrà trovarvi V. E. nè S. E. Orlando. Egli sa-rebbe stato lietissimo, aggiungeva il mio collega, d'avere con i nostri Ministri una schietta e cordiale conversazione sulle relazioni itala-greche. La Grecia riconosce tutti i diritti dell'Italia ad una grande e forte posizione nel Mediterraneo orientale, non pensa a mettere ostacolo nè alla sua espansione economica nè al rafforzamento della sua situazione militare e navale mediante la occupazione delle basi strategiche che le possono essere necessarie; l'Italia a sua volta non dovrebbe prendere ombra di un ragionevole ingrandimento della Grecia che resterà in ogni caso a confronto dell'Italia una piccola potenza e avrà tutto l'interesse di vivere in buona armonia e in cordiale collaborazione con la sua potente vicina. In Italia, egli continuava, prevale di soverchio il concetto che la Grecia sia sempre in Oriente uno strumento in mano della Francia; essa sarà tanto più ... [manca] e tanto più libera di fare una politica in armonia con la nostra quanto più l'Italia le si sarà dimostrata benevola nel favorire le sue giuste aspirazioni. Egli quindi de~iderava vivamente che una intesa dei due Governi potesse precedere l'inizio dei negoziati di pace.

Evidentemente il signor Romanos che ho incontrato cento volte senza che mai egli prendesse l'iniziativa di parlarmi d'argomenti politici, mi parlava ieri d'incarico del signor Venizelos, cui falliva l'occasione di conferire a Roma con i Ministri italiani. Lo ringraziai delle sue cortesi espressioni, lo assicurai che noi non nutrivamo nessun proposito ostile alla Grecia, un eventuale ragionevole ingrandimento della quale non ci dava nessuna ombra. La nostra politica in Oriente si inspirava specialmente al concetto che la posizione dell'Italia nel Mediterraneo non uscisse diminuita dalla guerra in paragone di quella delle altre Potenze. Non trascurai l'opportunità di far osservare al mio interlocutore che se qualche sospetto esisteva in Italia a riguardo della Grecia ciò dipendeva principalmente dal linguaggio assai poco benevolo anzi aggressivo che la stampa ellenica aveva usato verso di noi in numerose occasioni senza che nulla lo giustificasse. Auguravo che l'armonia ·Che egli invocava potesse presto e durabilmente stabilirsi fra i nostri due paesi con vantaggio reciproco. Non credetti opportuno di seguire poi più oltre il signor Romanos nella sua ·Conversazione che egli accennava a volgere verso questioni territoriali più precise, e mi limitai a ripetergli le frasi di cortesia e le vaghe assicurazioni di benevolenza sopra riferite.

L'iniziativa del signor Romanos come quella che il signor Venizelos desiderava prendere a Roma, mi sembrano dipendere da consigli ricevuti dal Governo francese e forse dalla circostanza che il presidente greco non ha trovato qui tutto l'appoggio che si lusingava di poter ottenere.

14 -Documenti diplomatici • Serie VI · Vol. L

404

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. 7978. Roma, 30 novembre 1918. Faccio seguito alla mia lettera del 12 corrente, n. 2742/7481 (l) per riassumere in sintesi le guarentigie che è necessario avere dalla Turchia per la

Libia al momento della conclusione della pace, se non vogliamo che ad essa sopravviva una grave questione libica.

l. Resa e consegna dei personaggi e emissari turchi di qualsiasi genere compreso il senatore ottomano El Baruni; di tutti i militari turchi di qualsiasi genere; di truppe comunque organizzate militarmente dalla Turchia; di tutti i tedeschi ed austriaci militari dell'esercito e della marina e civili di qualsiasi categoria.

2. -Resa di tutti i porti occupati in Libia dai turchi, compreso Misurata. 3. -Liberazione dei nostri militari e civili catturati dai ribelli e comunque detenuti dai turchi e dei militari e civili di potenze alleate e obbligo di consegna in qualsiasi caso. 4. -Consegna di materiale bellico o comunque utilizzabile per la guerra anche nei suoi componenti, compreso il materiale radiotelegrafico; denuncia delle posizioni di campi di mine nelle acque territoriali della Libia, e di mine terrestri attorno ai presidi. 5. -Obbligo della Turchia di non inviare nè di permettere di inviare in Tripolitania e Cirenaica qualsiasi personaggio o militare turco, soldati o ufficiali (Enver Pascià, Talaat, ecc.) armi e munizioni. 6. -Obbligo di non avere più rapporti coi ribelli della Libia, di non assecondare sotto nessuna forma agitazioni di qualsiasi natura e di opporsi a tentativi di simil genere in tutti i modi. 7. -Annullamento definitivo del trattato di Losanna e dei suoi annessi che ne formano parte integrante, diritti e prerogative riservati al Sultano da quel trattato siano riconosciuti all'Italia. 8. -Forte garanzia territoriale per la violazione delle clausole dell'armistizio e per l'adempimento dei patti della pace.

Ho indicato gli scopi che è necessario raggiungere nell'interesse della Libia che involge una questione internazionale. Lascio all'E. V. di ottenerli nella forma e nel modo più opportunamente efficace.

405

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. P. 1004. Roma, 30 novembre 1918.

Il Comitato Navale per l'Adriatico che nella giornata di ieri ha ultimato per il momento il suo lavoro ha preso in riesame le seguenti determinazioni prin

cipali circa l'applicazione delle clausole navali dell'armistizio con l'Austria-Un

gheria:

Tutte le navi da guerra ed il materiale navale ed aereo dovranno essere suddivisi tra i tre porti di Pola, Spalato e Cattaro dove saranno sorvegliate dagli Alleati e dagli Stati Uniti d'America.

La Marina italiana sarà incaricata della sorveglianza dei bastimenti di Pola; la Marina americana avrà lo stesso ufficio a Spalato e la Marina francese a Cattaro.

L'Ammiraglio inglese ha dichiarato che l'Ammiragliato britannico non desidera far concorrere i suoi marinai alla sorveglianza delle antiche navi austroungariche.

Ciascuna Marina potrà avere un rappresentante nei porti occupati e su ciascuna delle grandi navi e dei gruppi di piccoli bastimenti disarmati.

Le navi disarmate non porteranno la bandiera di alcuna nazione.

Le navi da guerra il materiale navale e antiaereo che sarà trovato ['sic] tra la frontiera italiana e Capo Planka e nelle isole occupate dalle truppe italiane, verrà riunito a Pola; ciò che sarà trovato tra capo Planka e l'Isola di Giuppana sarà riunito a Spalato; ciò che sarà trovato tra l'Isola di Giuppana e Antivari

o che potrà essere trovato sul Lago di Scutari e la Molana sarà riunito a Cattaro.

La Marina italiana procederà al dragaggio dei campi di mine e al ritiro di tutti gli ostacoli nell'Adriatico, salvo nella parte compresa tra l'Isola Giuppana e Antivari, dove tale compito sarà espletato dalla Marina francese.

Circa l'utilizzazione dei bastimenti di commercio austro-ungarici le decisioni del Comitato Navale per l'Adriatico sono state comunicate col messaggio

n. 968 ·in data di ieri (l).

(l) Pubblicata al n. 130.

406

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE,

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 4, pp. 445-446)

T. GAB. RR. P. 3044/2969. Washington, 30 novembre 1918, ore 24.

Ringrazio V. E. del telegramma n. 2983 (2) del quale apprezzo tutta ~].'importanza e del quale saprò valermi nel corso viaggio che intraprendo fra qualche giorno ·con Wilson. Allo stato odierno l'anima di Wilson è con noi, sua mente, rispetto annessioni territoriali italiane, in quanto possa coincidere con talune angolosità del problema jugoslavo, rimane aperta e subordinata, tutto al più, a certe concessioni di assestamento generale che non trovano forse forma definita neanche in lui stesso. Egli mi ammetteva anche recentemente di non aver approfondito la questione e mi dimostrava nel corso di una esposizione che gli feci giorni fa, tutta la presa che solidità nostri argomenti e la più chiara manifestazione del caos avversari, sono destinati a far sopra lui. Sono profonda

mente convinto dell'immensa utilità di un abboccamento V. E ..con Wilson prima apertura preliminari Conferenza della Pace. Qui disgraziatamente non è il caso definire programma perchè stesso Wilson è costretto sottoporsi a circostanze di tempo e luogo. Se colonnello House concretasse qualche cosa col R. Amba•sciatore a Parigi mi gioverebbe grandemente saperlo prima partenza, che avrà luogo probabiJlmente martedl prossimo, per mia condotta. In questo caso prego telegrafarmi con urgenza assoluta per ovviare attuale disservizio cavi sottomarini telegrafici.

(l) -Cfr. n. 398. (2) -Pubblicato al n. 346.
407

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l) (AO, reg. 4, pp. 447-448)

T. 3045/34174. Comando Supremo, 30 novembre 1918, ore 24 (per. ore 8 del l dicembre).

Comunico seguente telegramma pervenuto da nostro ufficiaLe addetto sezione italiana collegamento presso generale Franchet, richiamando attenzione V. E. su richiesta fatta da detto generale per ottenere che presidio Fiume sia posto sotto suo comando : « Generale Charpy mi comunica •che invio generale Grange a Cattaro per assumere ·Comando quel presidio interalleato, è motivato da vivo desiderio evitare qualsiasi conflitto fra italiani e jugoslavi che potrebbero aver deplorevoli conseguenze, mentre non vi è alcun serio motivo di dissidio. Generale Charpy assicurami aver telegrafato al comandante in capo serbo insistendo perchè si adoperi far cessare agitazione da parte serbi ed jugoslavi, convincendoli che attuali oc·cupazioni sono di carattere puramente militare e che quindi questione relativa future eventuali annessioni potrà essere decisa solamente da Conferenza Pace restando impregiudicati dirittl ed aspirazioni nazionali. Generale Franchet d'Esperey ha chiesto suo Governo che anche presidio Fiume sia posto sotto suo comando, sia per ragioni su espresse sia perchè intenderebbe stabilirvi base per rifornimento esercito serbo ed A.F.O. non potendosi assolutamente rifornirli adeguatamente da Salonicco Costantinopoli. Villari ».

408

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2461/349. Washington, 30 novembre 1918 (per. ore 17,50 del l dicembre).

Mio ·telegramma Gab. segreto n. 347 (2). Ho potuto accertare che da parte dell'Ambasciata britannica non si è tenuto parola nè ufficialmente nè ufficiosamente a questo Governo di accordi relativa

mente alla Turchia asiatica. Dell'esistenza di questi accordi fu data notizia alla Amba,sdata britannica tempo fa dal Foreign Office coll'avvertimento che ne avrebbe portato il testo lord Reading al suo ritorno. Quest'ultimo non e,ssendo più tornato all'Ambasciata britannica ignorano ogni ,cosa. Quanto precede conferma ciò che già ritenni che le informazioni qui possedute derivano dalla Ambasciata di Francia.

(l) -II telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Thaon di Revel e Sonnino. (2) -Non pubblicato.
409

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 307 4/129. Tokio, 30 novembre 1918 (per. iL 1 dicembre).

Incaricato d'affari francese ha avuto direttive favorevoli progetto americano; ambasciata d'Inghilterra attende tuttora istruzioni. Intanto situazione Siberia peggiora ed il Governo giapponese tratta per ottenere dalla Cina consegna ferrovie cinesi orientali. In attesa ulteriori ordini di V. E. credo sempre più necessarie pressioni per mezzo dell'ambasciatore del Giappone.

Mi sembrerebbe imprudente agire qui separatamente dall'Inghilterra nel momento attuale.

410

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2463/352. Washington, 30 novembre 1918 (per. ore 10 del 2 dicembre).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1732 (1). Non è possibile allo stato delle cose strappare da Wilson dichiarazione diversa da quella che è suo fermo proposito visitare Italia. Rifiuta di definire sin da ora ... [manca] è sicuro dicendo doverlo subordinare alle circostanze ed alle esigenze cui dovrà sottostare in Europa.

Sebbene sapessi che rispo,sta identica a questa Wilson aveva fatto dare giorni or sono al Governo inglese ... [manca] ho insistito ma senza risultato per conto dell'Italia allo scopo sopratutto di prevenire ogni eventuale abbandono di

proposito da parte del Presidente per il fatto del suo incontro con S. M. ~l Re a Parigi. Mentre ho ragione di escludere che la visita di Wilson a Roma possa venire pregiudicata da siffatto incontro non saprei ... [manca] che egli si recasse in Inghilterra prescindendo dall'Italia mi duole trovarmi nella impossibilità fornire oggi a V. E. maggiori assicurazioni di un piano definito.

(l) Pubblicato al n. 371.

411

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2464/353. Washington, 30 novembre 1918 (per. ore 10 del 2 dicembre)

Dalla Whitehouse è stato annunziato ufficialmente l'elenco dei rappresentanti americani « alla Conferenza della Pace » : nelle persone del Presidente Wilson, Lansing, ex ambasciatore White, colonnello House, generale Bliss. La classificazione di Wilson nella delegazione ingenera un mondo di commenti nè offre spiegazioni esatte alle varie interpretazioni. Lansing col quale ne discorrevo testè non sapeva definirmi se Wilson avrebbe seduto cogli altri delegati alla conferenza e sottilizzava sulla differenza fra rappresentanti e delegati. Il fatto che il Presidente degli Stati Uniti cumula le funzioni di Capo dello Stato e di Capo del potere esecutivo era commentato da lui per spiegare che l'assenza di Wilson avrebbe determinato una inferiorità nella rappresentanza degli Stati Uniti dell'America del Nord in confronto di quelle di altri paesi presiedute dai rispettivi Primi Ministri. Il fatto della incompatibilità fra le funzioni di Capo di Stato e di delegato ad una conferenza gli serviva d'altra parte a ribadire la indeterminatezza della parte che Wilson si riserva effettivamente di prendere in Europa. Indeterminatezza che si viene accentuando del resto in tutto il rimanente in quanto concerne non soltanto la durata del viaggio presidenziale bensi pure l'attuazione del programma di pace che Wilson sottoporrà e cercherà far trionfare: programma che portavoce autorizzati riassumono adesso nel proposito supremo di assicurare magari con ... [manca] dagli interessi di ciascuno una pace duratura della quale dovrebbe essere caposaldo la lega delle Nazioni l'istituzione di un tribunale internazionale e la libertà dei mari coll'internazionalizzazione delle vie di passaggio.

412

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. CONF. PER POSTA 1749. Roma, 30 novembre 1918 (2).

Ad opportuna conoscenza dell'E. V. Le comunico seguente telegramma che generale Grazioli mi ha diretto per il tramite del Ministero della Guerra:

« Da notizie avute da buona fonte risulterebbe che Inghilterra a differenza di quanto aveva fatto finora durante la guerra, sta dando indirizzi molto restrittivi a quanto concerne forniture di materiali a nostro paese. Ciò sarebbe dovuto esclusivamente a criterio di ritornare in forza dell'avvenuto armistizio ai sistemi del tempo pace implicanti un maggior rigore circa misura finanziamento atto garantire forniture stesse.

Sebbene il fatto, ove sussista, sia per sua natura tale da dovere necessariamente di già risultare per via diretta ai nostri competenti Ministeri, reputo

opportuno segnalarlo in quanto potrebbe dar luogo a misure analoghe da parte degli altTi alleati, finora con noi relativamente larghi durante la guerra, cosi da crearci non solo imbarazzo nel momento difficile che attraversiamo, ma da costituire un possibile mezzo di pressione preventiva scapito realizzazione nostro programma rivendicazioni durante imminente preliminare trattative di pace >.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso da Biancheri a Parigi, con tel. gab. n. 1758 del 3 dicembre. (2) -Cfr. pag. 201, nota 2.
413

PROMEMORIA DEL MEMBRO DELLA SEZIONE COLONIALE DELLA COMMISSIONE GOVERNATIVA PER IL DOPOGUERRA, PIACENTINI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 30 novembre 1918.

PROTETTORATO BRITANNICO SUL SULTANATO EGIZIANO

e

ABOLIZIONE DELLE « CAPITOLAZIONI » IN EGITTO

l. -ABOLIZIONE DELLE c: CAPITOLAZIONI »

La prima manifestazione pubblica ufficiale inglese intorno al problema dell'abolizione del regime capitolare in Egitto apparve nel Rapporto annuale sull'Egitto, di lord Cromer, per l'anno 1904. L'Agente britannico a Cairo giustificava la necessità della riforma con queste parole: « I have no hesitation in stating why the system known by the generai term of the capitulation as it is now practised, is wholly incompatible with the present condition of affairs in Egypt. It is because Egypt stands in the unique position of an orientai country which has assimilated a very considerable portion of European civilization, and which is mainly governed by European methods, but which at the same time possesses no machinery for generai legislation such as is possessed by the various States which, in judicial and administrative matters, it is taking as its model ».

Per ovviare a tale inconveniente lord Cromer proponeva che « the Powers should transfer to Great Britain the legislative functions, which they now col<lectively possess », aggiungendo che «so long as the present cumbersome and unworkable system of legislation exists, it will be practically impossible to adapt the laws of Egypt to the growing requirements of the country».

Trasmettendo al R. Ministero Esteri il rapporto annuale di lord Cromer per l'anno 1905, che riprendeva in esame la questione dell'abolizione delle Capitolazioni, approfondendone lo studio e proponendo le linee generali di un sistema per addivenire all'abolizione stessa, il R. Agente diplomatico a Cairo (SalvagoRaggi) così scriveva in data lO maggio 1906:

«Il punto che ha maggiormente attirata l'attenzione del pubblico egiziano e non è passato inosservato neanche in Europa, è quella parte che riguarda le Capitolazioni. Perfino nei giornali italiani si è commentato il progetto indicato dal Rappresentante britannico per trasformare questa istituzione secolare, la

quale, bisogna pur convenire, comincia a costituire in Egitto un anacronismo.

Le Capitolazioni, nate per garantire gli Europei dagli abusi di un governo dispotico quale era l'egiziano fino a non molti anni or sono, rendono ancora servizi innegabili in Turchia, ma lo stesso non può dirsi per l'Egitto, che da alcuni anni è sottoposto ad un regime regolare e dove gli abusi costituiscono una eccezione sempre più rara».

L'annuncio delle idee novatrici di lord Cromer destò però vivi commenti. per lo più poco benevoli, nella stampa europea. Di essi si fece persino eco il 3 maggio 1906 un deputato, alla Camera dei Comuni, cui sir Edward Grey rispose che la pubblicazione di lord Cromer era stata fatta al solo scopo di provocare sulla materia l'espressione dell'opinione locale, la quale sarebbe stata presa in piena ed imparziale considerazione prima di addivenire a proposte definitive e complete.

Malgrado ciò nelle colonie italiane di Cairo e di Alessandria si manifestò

una viva apprensione per l'annunciata e temuta abolizione del regime capito

lare. E pervennero al R. Governo, specie dalla Camera di Commercio italiana di

Alessandria di Egitto, voti e proteste contro un provvedimento che sia dal punto

di vista del prestigio politico che da quello della tutela giudiziaria sarebbe stato

esiziale alla vita e al progresso delle importanti colonie italiane d'Egitto.

Perfino la Camera di Commercio britannica di Alessandria, in una seduta

tenuta il 9 marzo 1907, emetteva il voto che non si procedesse alla ventilata

riforma, perchè «ogni tentativo di cambiare il sistema attuale del Paese sarebbe

prematuro e fatale ai migliori interessi di tutte le classi della popolazione di

Egitto, indigena ed europea ».

II Governo britannico, e per esso le autorità inglesi in Egitto, ritenuta -forse per le ostili accoglienze generalme'nte fatte alle idee di lord Cromer -prematura la questione, tralasciarono di parlarne durante gli anni che seguirono la pubblicazione dei rapporti Cromer 1904-1905.

Ciò non volle però significare che il Governo inglese abbandonasse completamente il progetto, chè, anzi, fu in quel tempo costante direttiva politica della Gran Bretagna in Egitto tendere a diminuire insensibilmente l'efficacia e il valore dei privilegi capitolari. Sir Edward Grey infatti, nella primavera del 1909, parlando alla Camera dei Comuni di « trattati antiquati da riformare » alludeva principalmente alla questione delle capitolazioni in Egitto.

La questione, rimasta sin qui nel campo teorico e preparatorio, entra, dopo

la guerra italo-turca, nel campo pratico.

Nel mese di ottobre 1912, discutendosi tra il R. Ambasciatore a Londra e sir Edward Grey la questione del riconoscimento britannico della sovranità italiana in Tripolitania e in Cirenaica, sir Edward Grey dopo aver manifestato il desiderio di avere un affidamento positivo sulle nostre intenzioni circa l'uguaglianza del trattamento commerciale in Libia, ricordò al marchese Imperiali il desiderio del Governo inglese circa l'adesione italiana al progetto di abolizione delle Capitolazioni in Egitto, dichiarando che il Governo stesso, pur non facendo di ciò una condizione per il riconoscimento della sovranità italiana in Libia, avrebbe avuto caro di poter contare a suo tempo sull'adesione dell'Italia al detto progetto.

Il marchese di Sangiuliano, Ministro degli Affari Esteri, il 19 ottobre 1912 autorizzava il R. Ambasciatore a Londra a dare a sir Edward Grey, anche a mezzo di lettera particolare (se fosse stato indispensabile) « l'affidamento circa l'uguaglianza del trattamento commerciale in Libia tra i prodotti inglesi e quelli di tutte le altre Nazioni straniere» nonchè «l'affidamento circa la nostra adesione all'abolizione delle Capitolazioni in Egitto, qualora vi consentano tutte le altre potenze ».

Il 23 ottobre 1912, sir Edward Grey prendeva nota di questi affidamenti datigli verbalmente dal R. Ambasciatore a Londra, osservando sembrargli inutile qualsiasi ulteriore comunicazione scritta.

Lo stesso giorno 23 ottobre 1912 il Governo britannico, con nota diretta alla R. Ambasciata, riconosceva la sovranità italiana in Tripolitania e in Cirenaica.

In base a questo scambio di di,chiarazioni tra sir Edward Grey e il marchese Imperiali, e con espLicito richiamo agli affidamenti dati dal R. Ambasciatore a Londra circa la questione dell'abolizione del regime capitolare in Egitto, l'Ambasciata di S. M. Britannica in Roma dirigeva al Ministro degli Esteri, in data 10 dicembre 1912, una nota nella quale si conteneva l'interpretazione data dal Governo inglese all'accordo anglo~italiano del 23 luglio 1904, che seiUì la dichiarazione anglo-francese per il Marocco, 8 aprile 1904.

Coll'accordo 23 luglio 1904 il Governo italiano si era impegnato «a non ostacolare l'azione della Gran Bretagna in Egitto col domandare che sia fissato un limite dell'occupazione britannica nè in altro modo qualsiasi». «Queste parole (scriveva nella citata nota 10 dicembre 1912 sir Rennell Rodd) furono interpretate dal Governo britannico, come lord Lansdowne ebbe ad informare a suo tempo il signor Pansa, come aventi l'implicito significato che la Potenza che contraeva l'impegno, volesse lealmente sostenere la politica del Governo britannico in Egitto e volesse appoggiarla più specialmente nel caso che fosse in seguito risultata desiderabile una revisione dell'assetto internazionale in vigore in quel tempo in Egitto, generalmente chiamato delle Capitolazioni».

In base a questa interpretazione e visti gli affidamenti dati dal R. Ambasciatore a Londra nell'ottobre 1912 al Governo inglese in occasione del ricon~ scimento della sovranità italiana in Libia, il Governo britannico incaricava il suo rappresentante in Roma di presentare al R. Governo un progetto di accordo -già sottoposto all'esame del Governo francese -per addivenire, con speciali considerazioni per gli interessi stranieri in Egitto, all'abolizione dell'incoerente sistema delle Capitolazioni. La nota di sir Rennell Rodd finiva chiedendo al

R. Governo di consentire -per quanto riguardava l'Italia -ai provvedimenti enunciati nell'accordo suddetto.

Ricevuta questa nota, il R. Ministero degli Esteri esaminò la possibilità di profittare dell'occasione per chiedere all'Inghilterra -nel momento di dare pratica attuazione all'impegno di massima da noi assunto a Londra -qualche compenso di indole politica, abbinando la questione dell'abolizione delle Capitolazioni in Egitto con quella (che si era oramai venuta maturando) della sistemazione dei confini orientali e meridionali della Libia. In tal senso fu scritto al

R. Ambasciatore a Londra, chiedendone il parere, e ne fu anche informato il Ministero delle Colonie.

Ma tanto il R. Ambasciatore a Londra, quanto il R. Ministro delle Colonie si pronunziarono nettamente contro la proposta di abbinamento, temendo che essa potesse generare spiacevoli attriti tra il Governo italiano e quello britannico, specialmente tenendo conto della condotta di sir Edward Grey in occasione del riconoscimento inglese della sovranità italiana in Libia, nella quale occasione il Ministro degli Esteri inglese, rifiutando una lettera scritta del nostro Ambasciatore, si era incondizionatamente rimesso alla nostra lealtà e buona fede.

Quanto alla questione della sistemazione dei confini orientali e meridionali della Libia, il R. Ambasciatore a Londra e il R. Ambasciatore a Parigi suggerirono che si potesse parlare di abbinamento e di compensi, in avvenire, quando si dovesse venire ad un accordo generale anglo-italiano per l'Africa mediterranea oppure ad un eventuale riconoscimento della sovranità inglese in Egitto.

La questione, dopo la presentazione della nota Rodd del dicembre 1912, subì un'altra sosta. Scoppiò intanto la guerra europea. Il 18 dicembre 1914 il Governo inglese dichiarava finita la sovranità della Turchia sull'Egitto, e poneva l'Egitto sotto la protezione del Re d'Inghilterra, dichiarandolo protettorato inglese.

Nel darne comunicazione ufficiale al R. Governo, l'Ambasciatore britannico in Roma assicurava però che il Governo inglese non aveva intenzioni di danneggiare (of impairing) gli interessi stranieri, e preannunciava che il Governo egiziano avrebbe provveduto a che i Tribunali Consolari e gli altri Tribunali esteri avessero continuato ad esercitare in Egitto la loro abituale giurisdizione.

Ma la nota di sir Rennell Rodd aggiungeva che l'esercizio di tale abituale

giurisdizione avrebbe dovuto trovare necessariamente un limite nei provvedi

menti che l'Autorità militare britannica avrebbe dovuto prendere per il man

tenimento dell'ordine pubblico.

Il 19 marzo 1916, in Roma, aderendo senza condizioni alla proroga dei Tri

bunali misti in Egitto (proroga di anno in anno riconcessa, di poi, dal R. Governo,

su proposta del Governo inglese) il R. Ministro degli Affari Esteri dirigeva una

nota a sir Rennell Rodd in cui era detto che c il Governo italiano, ricordando

le sue dichiarazioni dell'ottobre 1912, ha fatto sapere al Governo britannico che

esso dà la sua adesione tanto all'eventuale cessazione delle Capitolazioni e alla

conseguente trasformazione dei tribunali misti, quanto alla libera scelta dei

magistrati stranieri da parte del Governo egiziano, a condizione che vi consen

tano le altre Grandi Potenze alleate e restando bene inteso che sarà sotto ogni

punto di vista rispettata sempre la perfetta uguaglianza tra il trattamento fatto

in Egitto ai nostri interessi ed ai nostri connazionali e sudditi coloniali e quello

fatto ai cittadini e sudditi coloniali e agli interessi di qualsiasi terza Potenza ».

Di questa nota l'Ambasciatore britannico in Roma prendeva atto, con sua

nota al R. Ministro degli Esteri della stessa data, 19 marzo 1916.

Nello stesso anno 1916 si verificarono in Egitto vari incidenti derivanti dall'applicazione della legge marziale, che veniva in effetto a diminuire notevolmente, se non addirittura ad abrogare, le garanzie determinate per gli stranieri dal regime capitolare. (Espulsione della signora Bacos, arresto e espulsione del signor Padoa, arresto dei signori Ughi e Colonna, tutti cittadini italiani, ecc.).

Tale alterazione del sistema delle Capitolazioni rispondeva del resto a una linea tracciatasi dal Governo britannico sin dal 1914: sir Rennell Rodd, iniatti, nella nota su esaminata 18 dicembre 1914, dopo aver assicurato che anche con la proclamazione del Protettorato inglese i Tribunali Consolari avrebbero continuato regolarmente a funzionare, soggiungeva che la loro giurisdizione abituale avrebbe tuttavia dovuto trovare un necessario limite nei provvedimenti che l'autorità militare avrebbe dovuto prendere pel mantenimento dell'ordine pubblico in Egitto durante la guerra.

Il concetto che il regime marziale doveva essere considerato come una profonda modificazione del regime capitolare veniva confermato in una nota del Foreign Office del 29 agosto 1916 al R. Ambasciatore a Londra, in cui chiaramente era detto che la giurisdizione esercitata dai tribunali militari sembrava aver creato in Egitto una situazione di notevole importanza che poteva essere riguardata come un modo di transizione tra il regime precedentemente esistente (Capitolazioni) e il regime che definitivamente dovrà a quello venire sostituito.

Il Capo dello Stato Maggiore delle truppe britanniche in Egitto confermava ancor più chiaramente tale concetto al nostro Addetto militare, confessandogli che le Autorità britanniche cercavano di disfarsi delle Capitolazioni, attaccandole con l'eccezionalità della legge marziale.

Dopo attivo scambio di note tra Roma, Londra e Cairo, il 1° ottobre 1916, il R. Ministero Esteri, confermando che il principio direttivo in materia di capitolazioni era quello dell'accordo italo-inglese del marzo 1916, autorizzava il

R. Agente diplomatico a Cairo a tollerare, per spirito di conciliazione e in vista delle speciali condizioni dell'Egitto in guerra, le azioni delle autorità militari britanniche non conformi al diritto capitolare, come procedenti da speciale intesa che caso per ca,so si fosse stabilita tra essa autorità e le nostre autorità consolari.

Una nota della R. Agenzia Diplomatica a Cairo al generale Murray, Coma~ dante le forze britanniche in Egitto, specificava che la legge marziale poteva essere applicata in confronto di sudditi italiani nei casi di delitti contro l'ordine pubblico, contro la sicurezza territoriale dell'Egitto e contro il corpo britannico d'occupazione.

Era chiaramente ripetuto, in detta nota, che tale accordo aveva carattere provvisorio. Il generale Murray, con nota diretta all'Agenzia Diplomatica italiana in Cairo il 12 dicembre 1916 prendeva atto di quanto sopra.

Stabilita cosi una situazione di fatto, determinata dallo stato di guerra e corrispondente in realtà al desiderio del Governo britannico di procedere ad una effettiva svalutazione del regime capitolare, si arriva al marzo 1917, epoca in cui il Governo egiziano nomina una Commissione, composta di elementi prevalentemente inglesi, per lo studio delle riforme che si renderanno necessarie alla eventuale abolizione delle Capitolazioni. Di questa Commissione fa parte il comm. Edoardo Piola-Caselli, Consigliere sultaniale.

Il R. Agente diplomatico a Cairo, dando notizia della istituzione di questa Commissione, così commenta: « La nomina di tale Commissione prova che il Governo britannico è deciso a non perdere tempo per procedere alla sostituzione dell'attuale regime con altro più consono alla mutata situazione politica in Egitto

e che vuole quindi, al termine del presente conflitto, trovarsi in grado di pre

sentare un piano organico di riforme che eviti possibilmente discussioni e pro

poste da parte dei Governi interessati ».

La Commissione non ha ancora compiuto i suoi lavori; ha già preparato,

però, un progetto di riforma giudiziaria nonchè i nuovi codici che già hanno

ottenuto in massima l'approvazione della Francia e dei quali si è chiesto a

Londra che venga data comunicazione anche al Governo italiano, affinchè possa

far valere in tempo utile le sue osservazioni.

Venuta alla sua fine la guerra europea, il Governo britannico sembra non

voglia porre tempo in mezzo all'attuazione definitiva del suo programma di

abolizione del regime capitolare in Egitto.

Il Rappresentante della Francia in Cairo, infatti, il 9 novembre 1918 ha

ufficiosamente informato la Colonia francese che la Francia ha firmato un ac

cordo con l'Inghilterra per la soppressione definitiva ed immediata delle Capi

tolazioni in Egitto.

Tale annunzio ha risollevato nelle Colonie europee d'Egitto, e specialmente

in quella italiana, profonda emozione così come erasi sempre verificato, dal

1904 in poi, ogni qualvolta la questione della soppressione delle Capitolazioni

sembrava giunta alla sua fase risolutiva.

Ma qualunque sia per essere l'impressione e l'azione delle Colonie europee d'Egitto, la soppressione delle Capitolazioni deve considerarsi ormai come un fatto inevitabile, e virtualmente già compiuto. L'Egitto d'oggi è ben diverso da quello di pochi anni fa. Con un'azione politica oltremodo abile le autorità inglesi hanno saputo, profittando delle condizioni eccezionali di questi anni di guerra, invadere ogni campo di attività, immischiarsi dappertutto, girare le posizioni difficili senza urtare troppo le suscettibilità internazionali, in modo da divenire di fatto gli arbitri assoluti della situazione. In ogni campo le basi dei privilegi capitolari sono state scosse. La legge marziale, la censura, le necessità imperiose della guerra alle quali si sono adattati i sudditi alleati e neutri, hanno dato buon giuoco all'Inghilterra nell'opera di anglicizzazione dell'Egitto, di cui la soppressione ufficiale delle capitolazioni non sarà che il necessario corollario.

Il. -PROTETTORATO BRITANNICO SUL SULTANATO EGIZIANO

Il 18 dicembre 1914 la London Gazette pubblicava la notizia che in vista dello stato di guerra, sorto per causa della Turchia, l'Egitto era posto sotto la protezione di S. M. Britannica e avrebbe d'allora in poi costituito un Protettorato inglese.

La sovranità della Turchia sull'Egitto era proclamata terminata.

Nel dare comunicazione al R. Governo del cambiamento di regime così operatosi, l'Ambasciatore di S. M. Britannica in Roma aggiungeva (come si è visto sopra) che si sarebbe provveduto con speciale Decreto Kediviale ad assicurare la continuazione dell'ordinaria giurisdizione dei Tribunali Consolari e degli altri tribunali stranieri in Egitto.

Con successiva nota della London Gazette in data 19 dicembre 1914 il Governo inglese annunciava la deposizione del Kedivè Abbas Hilmi « who has

adhered to The King's ennemies », e la nomina del principe Hussein Kemal pascià

a Sultano d'Egitto.

Lo stesso giorno 19 dicembre 1914, il R. Ministro degli Affari Esteri parlando con l'Ambasciatore britannico in Roma, dichiarò che la questione del Protettorato inglese in Egitto, interessando l'equilibrio politico del Mediterraneo, avrebbe dovuto formare argomento di una sistemazione generale per parte di tutte le Grandi Potenze, alla fine della guerra.

Per questo motivo e dato anche l'obbligo per gli Stati neutri (l'Italia era a>llora tale) di astenersi dal riconoscere qualsiasi mutazione giuridica territo~ riale nei rapporti tra belligeranti finchè la guerra perdurasse, il R. Governo dette istruzioni al R. Agente Diplomatico a Cairo di regolarsi secondo le norme generali del Diritto internazionale e mantenere con l'Alto Commissario Britannico quale ministro degli Affari Esteri d'Egitto -cordiali rapporti di fatto.

I Governi stranieri, di fronte alla dichiarazione di Protettorato, si comportarono come segue :

Grecia: prese atto del mutamento intervenuto.

Olanda: idem.

Svezia: si limitò a dare atto della comunicazione fatta al Governo svedese da quello britannico, non volendo entrare in merito alla questione, durante la guerra. Dette istruzioni al proprio Agente di mantenere rapporti di fatto. Spagna: dette istruzioni al proprio Agente diplomatico a Cairo di mantenere cordiali rapporti di fatto.

Rumenia: idem.

Stati Uniti: si limitarono ad accusar ricevuta della comunicazione. Non impartirono istruzioni al loro Agente a Cairo, lasciando che egli conformasse da solo la sua condotta alla situazione di fatto. Belgio: riconobbe il mutamento, dandone avviso all'Incaricato d'affari a Cairo.

Francia: pubblicò la seguente dichiarazione: «La Gran Bretagna avendo informato H GoveTno francese della sua intenzione di proclamare il Protettorato inglese sull'Egitto, il Governo francese, inspirandosi alla dichiarazione francoinglese dell'8 aprile 1904 concernente l'Egitto e il Marocco, ha dato la sua adesione a tale progetto. Dal suo canto, inspirandosi alla stessa dichiarazione, la Gran Bretagna ha riconosciuto il Protettorato francese sul Marocco e ha dato la sua adesione al trattato franco-marocchino del 30 marzo 1912 ».

Nell'ottobre 1917 morto il sultano Hussein e succedutogli il sultano Fuad, il Governo italiano confermò la linea di condotta precedentemente stabilita, di mantenere solo relazioni di fatto, ufficiose, col nuovo sovrano.

CoNCLUSIONE

Da quanto si è sopra esposto si può venire alla conclusione che per quanto riguarda la questione dell'Abolizione delle Capitolazioni, la condizione dell'Italia di fronte all'Inghilterra è regolata essenzialmente:

1) dagli affidamenti dati dal marchese Imperiali a sir Edward Grey nell'ottobre 1912; 2) dall'accordo italo-inglese del 19 marzo 1916.

o~a, essendo l'affidamento dato dal marchese Imperiali incondizionato (tranne la clausola di si omnes) -e costituendo anzi esso stesso un ,compenso alla adesione inglese al riconoscimento della nostra sovranità in Libia -non sembra l'Italia possa domandar nulla all'Inghilterra -in compenso alla sua definitiva adesione alla soppressione delle capitolazioni in Egitto -tranne la rigorosa applicazione della clausola contenuta nella nota Sonnino 19 marzo 1916 a sir Rennell Rodd: « che sarà sotto ogni punto di vista rispettata sempre la perfetta uguaglianza tra il trattamento fatto in Egitto ai nostri interessi ed ai nostri connazionali e sudditi coloniali e quello fatto ai cittadini e sudditi coloniali e agli interessi di qualsiasi terza Potenza ».

La questione del riconoscimento del Protettorato britannico -per quanto

virtualmente connessa alla precedente --è invece rimasta formalmente impre

giudicata, non avendo noi riconosciuto che di fatto il mutamento di regime

avvenuto in Egitto.

È vero che con l'accordo 23 luglio 1904 il Governo italiano si era impegnato a non ostacolare l'azione della Gran Bretagna in Egitto nè col domandare che sia fissato un limite all'occupazione britannica, nè in altro modo qualsiasi, dalchè potrebbe desumersi che l'Italia abbia sin d'allora accettato in bianco qualsiasi mutamento fosse in seguito piaciuto all'Inghilterra di apportare nella situazione politica internazionale dell'Egitto, compresa quindi la trasformazione di quello stato da Vice reame (Kedivato) vassallo della Turchia in Sultanato indipendente dalla Turchia, posto sotto il protettorato inglese.

Ma tale estrema e totale conseguenza dell'accordo 23 luglio 1904 si può tranquillamente rigettare, valendosi dell'interpretazione autentica dell'accordo stesso, risultante dalle dichiarazioni di lord Lansdowne al senatore Pansa (riportate nella già citata nota 10 dicembre 1912 di sir Rennell Rodd) secondo le quali le parole «n Governo italiano si impegna a non ostacolare l'azione della Gran Bretagna in Egitto..... in modo qualsiasi » furono « interpretate dal Governo britannico come aventi l'implicito significato che la Potenza che contraeva l'impegno volesse lealmente sostenere la politica del Governo britannico in Egitto e volesse appoggiarla nel caso che fosse in seguito risultata desiderabile una revisione dell'assetto internazionale in vigore in quel tempo in Egitto,

generalmente chiamato delle Capitolazioni».

Solt;;anto quindi come adesione generica alla soppressione del regime capi

tolare deve intendersi il nostro impegno del 1904, corroborato di poi, come si è

sopra dimostrato, dai successivi nostri impegni del 1912 e del 1916.

Ma di fronte alla questione del riconoscimento del Protettorato inglese .sull'Egitto, l'Italia ha mantenuto intatta la sua libertà d'azione. Essa può quindi approfittarne per chiedere compensi alla sua adesione ufficiale al nuovo stato di cose.

Tali compensi potrebbero -in linea di massima -riguardare: a) la rettifica del confine orientale della Cirenaica, secondo desiderata del R. Governo;

b) la facoltà al R. Governo di esaminare preventivamente -in tempo utile -il programma inglese per passare dal regime capitolare a quello del Protettorato britannico: e ciò onde mettere il R. Governo in grado di tutelare efficacemente gli interessi e i diritti tradizionali delle colonie italiane in Egitto,

(lingua italiana, funzionari italiani nelle amministrazioni egiziane in proporzione

all'importanza numerica e sociale delle colonie stesse, ecc.);

c) il regolamento dei rapporti commerciali tra Egitto e Libia, oggi fissati -per quanto riguarda la duxata del trattamento di favore -a tutto vantaggio dell'Inghilterra.

414

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ES.TERI, SONNINO, A LONDRA

T. 18704. Roma, l dicemb1·e 1918, ore 1,10.

Questo Incaricato d'affari del Belgio mi ha rimesso un memorandum così concepito: «Governo belga ha l'onore di ringraziare barone Sonnino per la spontanea promessa d'appoggio che marchese Carignani ha fatto all'Havre relativamente alla questione del Lussemburgo. Il Belgio conta sopra amichevole aiuto dell'Italia nella questione della revisione dei trattati del 1839, revisione che deve rendere il Belgio più libero forte e meglio in grado di difendersi contro un nuovo tentativo di aggressione».

Richiesto di qualche particolare su detta promessa d'appoggio, l'Incaricato d'Affari mi ha detto che 'secondo i rapporti pervenutigli dal suo Governo « Carignani aveva ... [manca] il Ministro degli Affari Esteri belga a domandare il concorso delrl'Italia nella questione del Lussemburgo, l'Italia essendo interessata a vedere costituirsi un Belgio forte solido e indipendente dai suoi vicini».

Mi affretto a comunicare quanto precede a V. E. non risultando qui nulla che giustifichi da parte del marchese Carignani dichiarazione cui il Governo belga mostra attribuire speciale importanza.

415

IL MINISTRO ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2466/38. L'Aja, l dicembre 1918, ore 1,11 (per. ore 16,15 del 2).

Da quanto mi è stato riferito ed ho mòtivo di credere che notizia provenga da Ministro dei Paesi Bassi a Berlino abdicazione Imperatore Guglielmo annunziata da giornali di ieri sarebbe stata imposta da Solf che avrebbe lasciato partire da Potsdam ex Imperatrice per Olanda sotto espressa condizione che Imperatrice portasse seco atto abdicazione e persuadesse Imperatore firmarlo. Scopo nascosto di Berlino esigendo abdicazione sarebì.Je stato quello di ottenere così condizioni meno dure di pace dall'Intesa e questa consi_derazione sarebbe stata fatta valere presso l'Imperatore e l'avrebbe deciso ad abdicare. Così viene a mancare fondamento alla tesi sostenuta da questo Presidente del Consiglio nella sua dichiarazione alla Camera da me riferita con telegramma n. 298 (2), vale a

dire che Governo olandese considerava Imperatore Guglielmo e gli aveva accordato asilo come privato. Alla domanda rivoltagli da me e da altri colleghi che l'interrogarono al momento dell'internamento in Olanda dell'Imperatore Guglielmo per sapere in qual modo constasse al Governo olandese l'abdicazione dell'ex Imperatore, questo Ministro degli Esteri ebbe allora a rispondere che ciò constava da una dichiarazione fatta dal dottor Solf al Ministro dei Paesi Bassi a Berlino.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso da Biancheri a Parigi, con tel. gab. n. 1759 del 3 dicembre. (2) -Non pubblicato.
416

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 18744. Roma, l dicembre 1918, ore 16,30 (per. ore 2 del 2).

Ammiraglio Cagni telegrafa risultargli che i francesi hanno preso possesso

linea ferroviaria Fiume Budapest e Fiume Belgrado assumendo sembra anche

amministrazione.

Prego comunicare quanto precede S. E. Sonnino.

417

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1755. Roma, 1 dicembre 1918, ore 21.

Contenuto telegramma di V. E. Gabinetto n. 652 (l) fu comunicato dal barone Sonnino al Ministro della Guerra aggiungendo quanto segue:

« Per mio conto sono favorevole a che nostre truppe prendano parte alla occupazione della linea del Reno. Converrà tuttavia che la questione sia esami-nata in relazione ai compiti assegnati alle truppe francesi che si trovano in Italia o che potrebbero essere inviate in conseguenza alla nostra domanda di partecipare all'occupazione della linea del Reno. Prego V. E. comunicarmi suo pensiero in proposito».

Ministro della Guerra risponde:

«Pur consentendo che la partecipazione delle nostre truppe all'occupazione della linea del Reno costituirebbe il naturale riconoscimento dell'importante concorso dato dalle truppe italiane alle operazioni sul fronte francese ed una giusta ricompensa al loro valoroso contegno, sarei tuttavia di opinione che non convenga molto insistere presso il Governo francese per ottenere tale partecipazione, affinchè non debba esserci imposta per reciprocità una compartecipazione di truppe francesi alla occupazione della nostra linea di armistizio, che potesse ·in seguito creare complicazioni nella sistemazione definitiva del nostro confine».

(l) Pubblicato al n. 327.

418

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2465/28. Pera, l dicembre 1918, ore 23,10 (per. ore 11,10 del 3).

Rappresentante greco Alessandropulo qui giunto ·chiamandosi «Alto Commissario ellenico ~ espresse a me la persuasione ed ai miei due colleghi la speranza essere ammesso alle nostre riunioni.

Discutendo fra noi argomento, io feci valere precedenti Versailles. Fu deciso che non sarebbe convocato.

419

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. 18766. Roma, 1 dicembre 1918, ore 24.

I deputati della Dalmazia Ghiglianovic Salvi e Smerchinich caldeggiarono vivamente presso di me la proposta di occupazione italo-americana di Spalato implorandola supplichevolmente quale urgentissimo postulato a protezione delle proprietà dell'esi'3tenza della libertà dell'alimentazione dei loro concittadini sempre più oppressi e minacciati dalle violenze jugoslave. Riferisconsi anche a vari dettagli che dicono avere esposto al Presidente del Consiglio, ·al ministro Bissolati, al Ministro della Guerra ed ad ammiraglio Revel, gli ultimi due favorevoli alla loro preghiera per considerazioni tecniche ed umanitarie. Inoltrarono pure al Comando Supremo loro concreto appello. Nel porto di Spalato si trove~ rebbero già due torpediniere americane e nella città un piccolo reparto di soldati serbi fatti venire dal Governo jugoslavo.

420

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. GAB. 2460/351. Washington, 1 dicembre 1918 (per. ore 17).

Mio telegramma n. 349 (3).

Da ulteriori indagini ho potuto verificare che conoscenza di questo Governo degli accordi anglo-russo-francesi del 1916 è basata sulla pubblicazione fattane a suo tempo in Londra dal Manchester Guardian e a Stoccolma da altro organo in seguito nota rivelazione bolscevica. Confermo nessuna partecipazione ufficiale ne venne fatta qui da chicchessia. Mi risulta soltanto che in epoca non remota Ambasciatore di Francia ebbe intorno cose di Asia Minore una conversazione della quale ignoro sostanza.

n. -1760 del 3 dicembre.

x5 -Documenti diplomatici • Serie VI • Vol. I.

(l) -Il telegramma fu ritrasmcsso da Biancheri a Parigi, Londra e Atene, con tel. gab. (2) -Il telegramma fu ritrasmesso da Biancheri a Parigi e Londra, con tel. gab. n. 1756 del 2 dicembre. (3) -Pubblicato al n. 408.
421

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3090/64. Parigi, l dicembre 1918 (per. it 1).

Mi riferisco mio telegramma 63 (1). Re Nicola ha rinunziato progettato viaggio in Italia. Prego informare Casa Reale.

422

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3101/255. Madrid, 1 dicembRe 1918 (per. H 2).

Ministro di Stato mi ha comunicato nota direttagli da quest'Ambasciata d'Austria-Ungheria.

Nota prega Governo spagnuolo di adoperarsi presso Potenze Alleate nelle quali Spagna ha assunto protezione interessi austriaci per ottenere da parte loro polizia (?) espulsione austriaci da Impero ottomano, oggetto una delle clausole armistizio firmato con Turchia.

423

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 2465-bis/674. Parigi, 1 dicembre 1918.

In relazione ai telegrammi di V. E. n. 1532 (2) reLativo all'intervento truppe italiane nelle occupazioni interalleate di Vienna e di Budapest e Gab. n. 1231 (3) circa la situazione militare a Fiume, e Gab. n. 1727 (4) circa atteggiamento marina francese nell'Alto Adriatico, osservo che qualsiasi pratica efficace è da farsi presso Clemenceau e per i due primi argomenti presso il maresciallo Foch. Trattandosi inoltre di pratiche che presentano una certa urgenza, permettomi suggerire a V. E. cogliere occasione frequente contatto che V. E. e S. E. Orlando avranno in questi giorni col Presidente francese per esporgli nostro ben legittimo desiderio. Ne parlerò per mio conto con ... [manca] ma l'E. V. ,sa come me che in simili argomenti tutto dipende da Clemenceau e passo che io potrò fare presso di lui al suo ritorno sarebbe tardivo mentre che intervento diretto di V. E. e di S. E. Orlando faciliterebbe favorevole soluzione.

(l) -Non pubblicato. Ma cfr. n. 400. (2) -Pubblicato al n. 397. (3) -Non pubblicato. (4) -Pubblicato al n. 355.
424

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. 1538. Roma, 1 dicembre 1918 (1).

Tel€gramma di codesto Comando n. 33984 (2).

Non ritengo opportuno sollevare formale protesta al Governo serbo per ottenere sgombero località occupat€ in Albania ma richiamerò a tale proposito attenzione Governi alleati specialmente del Governo francese pel'lchè generale Franchet provveda. Codesto Comando Supremo potrà però opporsi ad ogni ulteriore avanzata serba in territori albanesi fino ad ora non occupati da francesi.

425

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. s. n. Londra, 1 dicembre 1918.

Circa richiesta di generale Franchet relativa comando Fiume, credo che V. E. possa riportarsi al motivo dilatorio già telegrafato e cioè che Governo italiano ha accettato proposta Governo francese per invio Fiume di una commissione di quattro ammiragli interalleati per risolvere le questioni relative a tale occupazione. Quanto poi a protesta del Comitato di Lubiana circa Loitsch, posto che questa località è certamente compresa entro linea armistizio,

V. E. farà rilevare ciò, ma nel tempo stesso troverei opportuno accogliere domanda di nostro soccorso e di mezzi di trasporto, essendo altrettanto necessario far valere il proprio diritto come mostrarsi larghi nelle concessioni.

426

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 3783. Roma, 1 dicembre 1918.

Confermo ii mio odierno telegramma (3) del quale unisco copia.

Oltre alle ragioni che si adducono a favore del debito di protezione da parte nostra della sicurezza de·gli italiani di Spalato, e della convenienza di creare una neutralizzazione d'ambiente dopo i ripetuti eccessi ivi verificatisi con vilipendio della bandiera e del Governo d'Italia, sussisterebbero rilevanti motivi per eliminare nella sfrenata ed indisturbata propaganda antitaliana di Spalato un pericoloso fattore di perturbazione anche di quelle parti della Dalmazia che sono occupate da noi. Pertul'bazioni pur d'indole tecnico-militare, con riguardo al tronco ferroviario Spalato-Sebenico-Knin ed alla particolare importanza economica che ha il porto di Spalato per tutta la provincia. La crisi monetaria e d'approvvigionamento favorirebbe il teppismo e con esso la paralisi di ogni ricostituzione

sociale, morale ed economica in ambiente stremato dalla guerra agitato da

intemperanze di parte e nel quale attualmente predominano elementi demago

gici incolti e brutali.

(l) -Cfr. p, 201, nota 2. (2) -Pubblicato al n. 364. (3) -Pubblicato al n. 419.
427

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Affrica Italiana, vol. II, p. II, pp. 315-317)

L. R. 7983. Roma, l dicembre 1918.

Ringrazio la E. V. del telegramma espresso n. 17043 del 28 novembre (l) e mi associo pienamente al pensiero della E. V. relativo alle istruzioni al R. Ambasciatore a Parigi affinchè associ la sua azione a quella del suo collega d'Inghilterra circa la necessità di mantenere fermo il divieto di esportazioni di armi e munizioni da Gibuti per l'Abissinia.

Colgo anche questa occasione per chiamare tutta l'attenzione della E. V. sul grave pericolo che a breve scadenza dopo la conclusione della pace ci incombe, di vedere riaperto Gibuti al traffico delle armi e munizioni verso l'Etiopia. Un dilemma si presenterà a Italia e Inghilterra avendo la Etiopia, come aderente all'Atto generale di Bruxelles, il diritto di rkevere, in determinate condizioni, armi e munizioni attraverso la costa di uno Stato firmatario

o aderente. Ora se Inghilterra e Italia consentono a togliere il divieto dopo la pace, i formidabili stocks di armi della Francia invaderanno la Etiopia e la Arabia, o se fanno opposizione, motivandola ·con il commercio degli schiavi e delle armi che tuttora si fa in Etiopia e che mette quest'ultima fuori delle condizioni stabilite dall'Atto generale di Bruxelles ·con la Etiopia, gli agenti francesi in Addis Abeba non perderanno certo l'occasione di far sentire al Governo etiopico che ciò avviene, contrariamente alla volontà della Francia, per fatti dell'Inghilterra e dell'Italia che vogliono asservire la Etiopia.

Di fronte a tale situazione oscura, ripeto che l'unica soluzione è quella che Gibuti passi in altre mani le quali, per un complesso di ragioni, non possono essere che quelle dell'Italia. Dico l'unica soluzione, poichè la revisione dell'Atto generale di Bruxelles è questione complessa e non potrà essere regolata che in tempo molto lungo, mentre essendo vigente quell'Atto è molto difficile che il congresso della pace possa stabilire una sospensione generica della introduzione delle armi in Africa fino a revisione compiuta dell'Atto generale.

È quindi da prevedere il caso che l'Inghilterra porti al congresso la questione dello scambio di territori africani per risolvere la questione delle armi facendo passare Gibuti in altre mani.

Mà bisogna prevedere anche il caso che l'Inghilterra avendo modo di fare uno scambio di territori sia essa che proponga di prendere Gibuti dando .alla Francia altro territorio nell'Mrica occidentale. È opportuno prevedere questa eventualità per assicurare, in ogni modo, il passaggio di Gibuti all'Italia per mano inglese.

Ho voluto dire tutto ciò all'E. V. anche perchè leggo nella nota inglese del 24 novembre scorso (2) che il Governo inglese vorrebbe fosse mantenuto lo statu

quo a Gibuti circa la esportazione delle armi finchè «la questione generale del traffico delle armi così come la possibile revisione dell'Atto di Bruxelles siano discusse fra le potenze interessate :1;; ·e credo che difficilmente ciò sarà ottenuto finchè Gibuti è in mano della Francia e, in ogni modo, sarà cagione di conflitto con l'Etiopia. Rimane quindi la soluzione radicale di cui ho parlato alla E. V. nella mia lettera del 28 novembre n. 7969/7970 (1).

Si scriveva questa lettera, quando per incarico di questo Ambasciatore di Inghilterra è venuto dal Direttore Generale degli Affari Politici del Ministero delle Colonie, il signor Thesiger, Ministro d'Inghilterra in Etiopia.

Il colloquio è brevemente riassunto nell'unito foglio (2) che io comunico alla

E. V. in via confidenziale. V. E. vi troverà concetti analoghi a quelli espressi nella presente lettera.

(l) -Pubblicato al n. 384. (2) -Riprodotta al n. 384.
428

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. 18773. Roma, 2 dicembre 1918, ore 15.

Ammiraglio Cagni telegrafa quanto segue al Capo di Stato Maggiore della Marina: « Comandante francese Fiume dopo aver ricevuto ordini dal suo Ammiraglio ritiene dover mantenere dodici piroscafi della Società ungherese croata sui quali ha alzato bandiera francese. Essendo ciò contrario disposizioni prese dal Comitato navale adriatico sarebbe necessario che delegato ammiraglio Fatou telegrafi perchè sia tolta la presa di possesso fatta dai francesi sopra i dodici piroscafi. Intanto ho ordinato ammiraglio Ruggero non concedere salvacondotto».

429

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2467/253. Arcangelo, 2 dicembre 1918, ore 20,50 (per. ore 10,10 dd 3).

Mi risulta che fra i due Gabinetti di Parigi e Londra si sta procedendo a scambio d'idee per quanto riguarda Russia. Trattative fra i due Governi svolgonsi sulla base di una specie di delimitazione di sfere di attività. All'Inghilterra verrebbe riservata l'azione nella regione del Don e del Caucaso, alla Francia verrebbe assegnata l'Ucraina e la Bessarabia. Trattative concernono anche provincie baltiche. Non ho notizie su quanto si progetta in proposito. Si tratterebbe dunque per la Francia e l'Inghilterra di prendere solida posizione in tutta la Russia europea e in quelle parti di essa che hanno grande valore dal punto di

vista economico. Ricchezze naturali infatti sia agricole che minerarie della Bessarabia, dell'Ucraina, del Caucaso e della regione del Nord sono, come è noto, incommensurabili. Nella regione Nord nonostante occupazione interalleata la Inghilterra va assumendo situazione assolutamente preponderante.

(l) -Pubblicata al n. 391. (2) -Non pubblicato.
430

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 2467-bis/675. Parigi, 2 dicembre 1918, ore 21,30 (per. il 3 mattina).

Ho rimesso oggi a Pichon risposta di V. E. alla nota verbale di Barrère (l) e nel corso della conversazione che ebbi con lui gli segnalai i vari punti che in quella nota mi erano dispiaciuti. Egli mi disse che non si era parlato di sopprimere come Barrère aveva scritto in seguito ad un errore di cifra ma di sospendere gli a'ccordi esistenti fra alcune delle Potenze soltanto. Ciò era necessario e si era sempre fatto davanti i congressi internazionali perchè questi potessero esaminare i vari argomenti loro sottoposti, ma ciò non scioglieva gli impegni derivanti alle singole Potenze da quegli accordi. Ho trovato la spiegazione un pò confusa e anche l'accento del mio interlocutore un pò imbarazzato; egli ha dichiarato però ripetutamente più volte che non si trattava affatto di annullare gli impegni presi. Circa colonie egli riconobbe ·che parola « essenziale » era eccessiva e che si intende soltanto che questioni coloniali interessavano principalmente Francia e Inghilterra che hanno possedimenti contigui alle colonie tedesche. Per i siluramenti e le devastazioni riconobbe l'eguaglianza fondamentale dei diritti. Infine non si era pensato di escludere le questioni relative all'Austria-Ungheria dai negoziati ma solo di posporle nell'ordine a quelle relative alla Germania. Ho approfittato poi della stessa occasione per parlargli della situazione franco-italiana nell'alto Adriatico e della necessità di raccomandare ai comandanti di marina francese la maggiore circospezione e serenità come viene raccomandato ai nostri. Egli prese le difese dell'ammiraglio Gauchet di cui tornò a lodarmi la prudenza e accennò a rapporti che gli giungevano sopra casi di soverchio zelo dei nostri agenti; non me ne precisò però alcuno. Avendogli accennato alla situazione di Fiume egli invocò l'accordo di Londra e io gli replicai che non mi mettevo affatto su quel terreno e che le mie osservazioni si fondavano sulla circostanza che popolazione di Fiume in grande maggioranza italiana era sovraeccitata dal ... [manca] degli jugoslavi che non conveniva incoraggiare. Accennai quindi anche agli ostacoli che a Lubiana si mettevano al ritorno degli italiani già internati, alle provincie irredente. Pichon nell'insieme mi pareva alquanto preoccupato della reazione che deve essergli stata segnalata da conoscitori dell'opinione pubblica italiana riguardo alla Francia. Non mancai per mio conto di insistere molto sulla necessità di impedire che gli intrighi jugoslavi possano riuscire a creare tensione tra Francia e Italia.

(l) Non rintracciate cosi la nota verbale come la risposta di Sonnino.

431

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 2473-bis/676. Parigi, 2 dicembre 1918, ore 21,30 (per. iL 3). Telegramma di V. E. Gab. n. 1532 del 29 novembre (1). Ho espresso a Pichon nostro desiderio che truppe italiane partecipino ad eventuale occupazione di Vienna e Budapest venendo prelevate 35a divisione. Egli mi ha dichiarato in risposta che già quattro giorni fa in seguito rifiuto inglese di parteciparvi era stato telegrafato al generale Franchet di rinunziare a quella occupazione. Pichon non aveva nessuna notizia ufficiale che truppe francesi fossero giunte a Budapest, l'aveva visto nei giornali e non escludeva che ordine a Franchet fosse giunto troppo tardi, ma certamente non andrebbero a Vienna. Egli con

siderava quell'occupazione con scarse forze sopratutto data astensione degli inglesi come assai pericolosa così per truppe francesi come per le nostre.

432

IL MINISTRO A COPENAGHEN, CARROBIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3129/190. Copenaghen, 2 dicembre 1918 (per. iL 3). Questo Ministro Affari Esteri mi ha detto ritenere che aderendo alle proposte della conferenza tre Governi scandinavi procederanno fra poco al richiamo loro ministri dalla Russia e cercano di fare ciò con un certo tatto per evitare aperto conflitto ma che se questo fosse necessario ricorreranno a misure rappresaglia per ottenere si lascino partire. Attività bolscevichi si esplica qui soprattutto in due modi: l) con pubblicazioni sovversive introdotte principalmente da ·corrieri di gabinetto bolscevichi. A dò si porrà facilmente fine richiamando Ministro di Danimarca da Pietrogrado; 2) con denaro qui importato da Russia. A ciò Governo danese pensa porre riparo creando istituzione bancaria che controlli commercio ciel rublo in modo da colpire denaro bolscevico e non nuocere a quello che russi non malintenzionati spendono qui per vivere. Polizia danese eserciterà

attiva sorveglianza su elementi facinorosi e si ;procederà alla loro espulsione non appena si abbiano prove contro di loro.

433

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

T. s. n. Londra, 2 dicembre 1918. In risposta vari telegrammi ricevuti circa situazione Fiume, informo che

. nella Conferenza interalleata di oggi io portai mia vivace protesta, trasformando in deliberazione interalleata la consaputa proposta dell'invio della Commissione

dei quattro ammiragli per esame situazione e relative proposte. Per ragioni che sarebbe lungo esprimere in un telegramma, io credo che con ciò nostra situazione sia stata migliorata. Nel frattempo occorrente perchè tale commissione si rechi sui luoghi, occorre fare possibile perchè statu qua sia mantenuto. Eventualmente, autorizzo Vossignoria a dare formale notizia di tale deliberazione interalleata, ove ciò occorra appunto al mantenimento dello statu quo. Ma nel tempo stesso debbo fare le più vive insistenze perchè siano frenate le reazioni anche legittime, assicurando che esse non aiutano, ma anzi gravemente danneggiano la difficile situazione diplomatica in cui ci troviamo. Cosi, per esempio, ci è nuovamente rimproverato saputo telegramma di V. E. ostile a francesi ed americani, nonchè l'altro deplorevolissimo incidente di Corfù, nel quale nostro comandante navale si rifiutò di unirsi ai segni di festa delle navi francesi per l'armistizio tedesco (1). Raccomando quindi di persistere in una attitudine di prudenza in attesa che la saputa Commissione arrivi. Prima parte di questo telegramma è stata pure comunicata a S. E. Diaz.

(l) Pubblicato al n. 397.

434

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 2534/29. Costantinopoli, 2 dicembre 1918 (per. il19).

A quanto riferii a V. E. col telegramma n. 62 del 30 novembre scorso (2) circa la preparazione compiuta presso gli Alleati e presso le Legazioni neutrali per occupare senza incidenti il palazzo dell'Ambasciata d'Austria-Ungheria e tutti gli immobili dipendenti, credo opportuno aggiungere che della mia decisione parlai ai miei due colleghi come di cosa irrevocabile di cui davo solo previa notizia confidenziale a titolo amichevole, ma che quello che desideravo sottoporre loro era opportunità occupare anche residenza estiva Ambasciata d'Austria-Ungheria sul Bosforo per farne un ospedale per gli ufficiali convalescenti: e che mentre per l'Ambasciata in città mi ritenevo solo giudice, l'occupazione della residenza estiva non mi pareva possibile che come atto comune dei tre . Alti Commissari issando le tre bandiere. Il francese si mostrò disposto studiare con favore la cosa, ma l'inglese non approvò.

Per parte mia non riprenderò iniziativa sull'argomento che lanciai solo per avere mano libera in città.

435

L'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, RINELLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 617/164. Tangeri, 2 dicembre 1918.

Con riferimento al mio telegramma n. 23 in data di ieri (2), mi onoro informare V. E. che in questi circoli diplomatici è corsa in questi giorni insistente la voce che la Spagna cercasse un pretesto per addivenire all'occupazione di

Tangeri nell'intento di uscire dalla posizione imbarazzante creatale dall'inattesa fine della guerra con un atto che soddisfacesse in quaLche modo l'opinione pubblica inquieta e desse forma concreta alle note aspirazioni su questa zona da far poi valere al congresso della pace.

Una simile decisione appare tanto avventata e intempestiva e destinata quindi al più ·completo insuccesso che è azzardato affermare che possa realmente essere attuata. Se tale minaccia poteva infatti riuscire temibile mesi addietro quando le sorti della guerra sembravano dubbie, per le conseguenti complicazioni facili a fomentarsi dal nemico in questo ambiente offuscato da opposte passioni politiche, oggi che l'Intesa è uscita pienamente vittoriosa dall'immane conflitto, la temporanea occupazione militare di Tangeri da parte della Spagna non avrebbe altro risultato che provocare un'occupazione simile da parte dell'Intesa e specialmente della Francia. La questione non avrebbe fatto un sol passo avanti a vantaggio della Spagna e sarebbe sempre, come ora è, riservata alla decisione degli Alleati.

Il mio collega francese, pur condividendo queste idee, si è tuttavia preoccupato della situazione: oltre la minaccia spagnola, perdura qui come in tutto il Marocco l'atteggiamento degli arabi restii a credere che la guerra sia stata risolta con la completa sconfitta della Germania (mio rapporto 157 del15 novembre) (l); una certa agitazione serpeggia fra qualche tribù, presso la quale la propaganda nemica ha trovato maggior presa., riuscendo a fornire anche delle armi. Il signor Boissonnas si è convinto essere necessario in questo momento una grande vigilanza, pur non scorgendo alcun serio pericolo: ha pertanto chiesto al suo Governo ,che una nave da guerra venisse in questo porto 'con truppe da sbarco pronte ad agire in caso di necessità. Navi alleate incrociano del resto continuamente e restano scaglionate fra Tangeri e Gibilterra. Al collega di Spagna il signor Boissonnas ha poi francamente dichiarato che ad un eventuale arrivo di truppe spagnole a Tangeri seguirebbe immediatamente uno sbarco di truppe francesi.

Tale la situazione che ho creduto non inutile accennare a V. E.: è comunque opinione prevalente dei miei colleghi, da me pienamente condivisa, che la Spagna non si deciderà a precipitare qui gli avvenimenti neppure come estremo diversivo alle proprie difficoltà interne.

(l) -Cfr. n. 466. (2) -Non pubblicato.
436

NOTA VERBALE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI. SONNINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR

Londra, 2 dicembre 1918.

Le Ministère Royal des Affaires Etrangères a l'honneur de communiquer ci-joint un mémorandum en date du 30 octobre dernier contenant les demandes du Gouvernement Italien en application de l'artide 13 du Traité de Londres de 1915, concernant les Colonies Africaines, dans la supposition préalable que l'Italie obtienne l'exécution des accords du mois d'Aout 1917 relatifs à la Turquie d'Asie, l'Arabie et la Mer Rouge.

ALLEGATO

MEMORANDUM (l)

(Affrica Italiana, vol. II, p. II, pp. 335-348)

Le aspirazioni dell'Italia per un assetto razionale delle sue colonie, nella revisione della carta d'Affrica del dopoguerra, sono avvalorate da un complesso di considerazioni che si fondano sostanzialmente:

l) su diritti preesistenti alla guerra;

2) su diritti nati durante la guerra;

3) su necessarie conseguenze del dopoguerra.

I

I diritti preesistenti alla guerra di carattere storico diplomatico conducono ad una concezione coloniale italiana di sviluppo economico in relazione alle rinnovate energie della Nuova Italia, quale fu sentita da un grande statista, Francesco Crispi, con visione chiara del problema coloniale italiano.

a) Nella formazione delle nostre due colonie dell'Africa Orientale, la Eritrea e la Somalia Italiana, e nella nostra azione in Etiopia, i primi passi si iniziano con la convenzione firmata il 15 novembre 1869 dai Sultani di Assab e dal prof. Giuseppe Sapeto per l'acquisto di quel territorio; con la legge su Assab del 5 luglio 1882; con l'occupazione di Massaua del 5 febbraio 1885; con la convenzione di protettorato sul Sultano di Aussa del 9 dicembre 1888 approvata con legge 10 aprile 1890; con l'assunzione dei protettorati sui Sultani di Obbia e dei Migiurtini (Uadi Nogal) dell'8 febbraio e 7 aprile 1889 notificati alle potenze firmatarie dell'Atto Generale di Berlino il 16 maggio e il 1° novembre 1889; con la notificazione alle potenze del 19 novembre 1889 dell'assunzione di protettorato sui tratti della costa orientale d'Affrica, intermedie alle stazioni riconosciute nel 1886 come appartenenti al Sultano di Zanzibar (stazioni del Benadir); con la convenzione del 12 agosto 1892 per la concessione da parte del Sultano di Zanzibar all'Italia delle stazioni di Brava, Merca, Mogadiscio e Uarsceich (Benadir), agitato epilogo di lunghe trattative dal 1886 al 1891 col Sultano di Zanzibar, con l'Inghilterra e con la Società britannica dell'Affrica Orientale. Queste stazioni e i territori annessi furono dall'Italia riscattati con l'accordo italo-britannico di Londra del 13 gennaio 1905 approvato con legge 2 luglio 1905.

L'azione conclusiva diplomatica in Etiopia si iniziò dall'Italia con la firma del trattato di Uccialli del 2 maggio 1889 e con la notificazione dell'art. XVII di quel trattato, portante il protettorato dell'Italia sull'Etiopia, alle potenze firmatarie (che ne presero atto) dell'Atto Generale di Berlino del 26 febbraio 1885, in conformità dell'art. 34 dell'Atto stesso.

Seguirono i protocolli fra Italia e Inghilterra del 24 marzo, 15 aprile 1891 e 5 maggio 1894 per la determinazione delle rispettive sfere d'influenza nell'Affrica Orientale verso il Mar Rosso, il Sudan, l'Oceano Indiano (Giuba), verso l'Etiopia e le regioni del golfo di Aden: in virtù di essi, l'intera regione etiopica era riconosciuta nella sfera d'influenza dell'Italia.

I protocolli italo-britannici succitati furono l'epilogo di circa un quarto di secolo di perseverante azione coloniale e diplomatica che avea per scopo ed ebbe per sintesi di mettere appunto tutta l'Etiopia, consenzienti l'Inghilterra e la Francia che avea preso atto della notificazione di protettorato, nella sfera di azione dell'Italia, riunendo l'Abissinia in un insieme politico-economico alla Eritrea al Nord e alla Somalia Italiana al Sud; e di ottenere la occupazione della provincia sudanese del Taca (Cassala).

Ma oltre che per la storia coloniale diplomatica, quella parte dell'Affrica Orientale che corre lungo la linea stabilita dai protocolli suddetti da Ras Casar

alle foci del Giuba, può bene denominarsi Affrica Italiana per il contributo che alla conoscenza di essa e delle regioni contigue hanno portato viaggiatori italiani sia nella regione abissina, sia nella penisola dei somali, sia nella ricerca dei territori sorgentiferi del Nilo, sia nell'esplorazione dell'immenso territorio tra il Sobat, il Nilo bianco, i laghi Rodolfo e Stefania, l'Oceano Indiano e le regioni a Sud dell'Etiopia.

Basti ricordare, per non parlare che dei maggiori, i nomi di Guglielmo Massaia, di Giuseppe Sapeto, di Orazio Antinori, di Giovanni Miani, di Carlo Piaggia, di Romolo Gessi, di Pellegrino Matteucci, di Giuseppe Maria Giulietti, di Alfonso Maria Manari, di Gaetano Casati, di Gustavo Bianchi, di Antonio Cecchi, di Giovanni Chiarini e finalmente di Vittorio Bottego. Le cui due grandi spedizioni del 1893 e del 1896 hanno risoluto gli ultimi tre grandi problemi di geografia affricana che direttamente interessano l'Etiopia, la esplorazione e lo studio, cioè, dei corsi del Giuba, dell'Orno (medio e inferiore) e del Sobat.

Tutta questa grande opera coloniale, diplomatica, geografica, scientifica, condotta con fede e con sacrificio fortissimi, fu bruscamente interrotta dal triste episodio di Adua, il l marzo 1896, mentre Vittorio Bottego era sul Dala alla conquista geografica delle regioni sud occidentali dell'Etiopia.

Col trattato di pace del 26 ottobre 1896 con l'Etiopia l'Italia consenti all'abrogazione del trattato di Uccialli e proclamò l'indipendenza dell'Etiopia come stato sovrano e indipendente.

Con la convenzione italo-egiziana del 25 dicembre 1897 la piazza di Cassala fu retrocessa all'Egitto.

L'accordo di Londra del 13 dicembre 1906 tra Italia, Inghilterra e Francia, pur garentendo la integrità dell'Etiopia, la pose sotto la influenza delle tre potenze che hanno cercato di tutelare, la Francia, interessi ferroviari (ferrovia GibuHAddis Abeba), l'Inghilterra, interessi relativi alle acque defluenti al Nìlo, e l'Italia. lo sviluppo economico delle due sue colonie, Eritrea e Somalia, in Etiopia.

Questo è quanto è rimasto all'Italia dopo quasi mezzo secolo di azione coloniale.

b) La dichiarazione franco-britannica di Londra del 21 marzo 1899 a complemento della convenzione anglo-francese del 14 giugno 1898, è l'epilogo dì tutte le precedenti convenzioni relative all'hinterland della Libia.

Avendo essa diviso questo hinterland tra Inghilterra e Francia all'infuori dell'Italia, non ha tenuto conto dei nostri interessi mediterranei; e, sebbene sia stata in seguito per necessità politica da noi implicitamente accettata, non di meno è equo, per ragione di vita economica delle due colonie libiche, che sia ristabilito, almeno in parte, l'equilibrio turbato gravemente a nostro danno.

La dichiarazione di Londra del 21 marzo 1899 riaprì in Italia la ferita, non ancora chiusa, inferta dal trattato del Bardo del 12 maggio 1881 che dava il protettorato sulla Tunisia alla Francia.

II

i: equo che agli stati in conflitto siano dati vantaggi in proporzione del contributo che ciascuno di essi in funzione delle proprie forze avrà dato alla vittoria comune.

Tenuto ciò presente, non sono dubbi i diritti formatisi a favore dell'Italia in occasione o durante la grande guerra: ex facto oritur ius. Basta una semplice schematica enumerazione. Scoppiata la guerra mondiale, l'Italia ha dichiarato il conflitto; in ogni occasione, ha, nei limiti delle sue forze, prestato il suo ausilio agli alleati specialmente nelle fasi non liete della guerra; la nostra flotta, impedendo alla flotta austriaca di uscire dall'Adriatico, ha indirettamente contribuito al trasporto incolume di truppe e rifornimenti degli alleati sulle coste affricane; la occupazione della Libia fatta dall'Italia con enormi sacrifici di sangue e di danaro e mantenuta con la ribellione in Tripolitania fomentata dai turchi e tedeschi, ha impedito che il nemico insidiasse gravemente da quelle coste del Mediterraneo, con base sicura, e Italia e Francia e Inghilterra; la buona guardia fatta dall'Italia in Eritrea e in Somalia, contigue alla Etiopia, centro di agitazioni e di intrighi turco-tedeschi, nonostante il colpo del 27 settembre 1917, che rovesciava il Sovrano Etiopico nella persona di Ligg Jasu, ha impedito che azioni ostili tentate dalla parte dell'Etiopia e dell'Arabia a danno degli alleati, avessero effetti pericolosi, mentre Francia e Inghilterra erano in guerra anche in Affrica per la occupazione delle colonie tedesche, e l'Italia avea di fronte tutto l'esercito austriaco al confine.

III

Sono inoltre da considerare le gravi esigenze del dopo guerra. Se si vuole che la pace che seguirà l'immane conflitto sia giusta, equa e duratura e corrisponda ai fini etici pei quali lavora il Presidente Wilson, bisogna prevedere ed evitare futuri dissensi tra gli alleati di oggi perchè restino tali domani, ristabilendo su nuove basi le reciproche future relazioni di pace e di alleanza in Affrica come in Europa, eliminando qualsiasi ragione od occasione di attriti e di conflitti.

Per raggiungere questo grande scopo, il mezzo più efficace è di rendere impossibile l'incontro e il contrasto di interessi anche tra potenze amiche ed alleate, con la formazione di possedimenti coloniali, con ben definite delimitazioni in modo che costituiscano un tutto omogeneo, organico, indipendente.

Come la Francia dal Marocco, dall'Algeria, dalla Tunisia, cioè dal Mediterraneo, ha una zona contigua che tocca l'Atlantico e il golfo di Guinea, e l'Inghilterra dal Mediterraneo stesso, dall'Egitto, ha una zona contigua (che si può ormai considerare senza soluzione di continuità, dopo la conquista dell'Affrica Orientale Germanica) fino alla Colonia del Capo, e l'una e l'altra potenza arrotonderanno ancora il loro dominio affricano, così dovrebbe avvenire anche per Italia onde possa tra le tre potenze alleate aversi una analoga situazione per un criterio di giustizia distributiva.

IV

Vediamo ora in qual modo praticamente possa attenersi siffatta situazione per l'Italia nei suoi possedimenti coloniali affricani.

a) Le due colonie italiane dell'Affrica Orientale, Eritrea e Somalia (compresi i protettorati della Somalia del nord, di Obbia, cioè, e dei Migiurtini) trovansi, rispettivamente, a nord e a sud dell'Etiopia che di esse costituisce il grande hinterland economico. Contiguo alla Eritrea, a sud, è il protettorato francese della costa dei Somali (Gibuti); contiguo alla Somalia italiana (protettorato), a nord, è il Somaliland inglese (Zeila); e contiguo alla Somalia Italiana (Benadir), a Sud, è il Giubaland (Chisimajo).

Per conseguenza, l'Etiopia rimane chiusa ad ovest e a sudovest dalla linea dei protocolli anglo-italiani del 24 marzo (foci del Giuba-Somalia Italiana) e 15 aprile 1891 (Ras Casar-Eritrea), e a nord, ad est e a sud est, dalla Eritrea, dalla Somalia francese, dal Somaliland inglese e dalla Somalia italiana.

Per far quindi un blocco dei possedimenti italiani omogeneo, organico e indipendente attorno alla Etiopia, è sufficiente che il protettorato della costa Somala francese, il Somaliland e il Giubaland britannici siano aggregati alle due colonie italiane, e che la Etiopia sia messa nella esclusiva influenza dell'Italia.

A Francia e Inghilterra si chiederebbe pertanto la revisione della convenzione di Londra del 13 dicembre 1906 per la Etiopia, col ritorno al regime dei protocolli itala-britannici del 24 marzo, 15 aprile 1891 e 5 maggio 1894 che mettevano l'Etiopia nella esclusiva sfera d'influenza dell'Italia, che ne rispetterà naturalmente la integrità.

Alla Francia si chiederebbe la cessione del protettorato francese della costa Somala (Gibuti) e della ferrovia fino ad Addis Abeba; all'Inghilterra la cessione del Somaliland e del Giubaland.

Speciali accordi con Francia e Inghilterra, rispettivamente, stabilirebbero gli oneri dell'Italia per il rilevamento della ferrovia Gibuti-Addis Abeba, ·per rendere agevole alla Francia di avere una stazione navale sulla via del Madagascar

e del Tonchino, per garentire l'Inghilterra sulla questione delle acque etiopiche defluenti nel Nilo e per regolare tutti gli altri necessari rapporti tra le tre potenze. Francia e Inghilterra troveranno speciali compensi nel riassetto delle altre

regioni affricane.

L'acquisto da parte dell'Italia del territorio di Gibuti e dell'unica via ferroviaria di penetrazione in Etiopia, Gibuti-Addis Abeba, costituisce il fulcro della sistemazione delle Colonie Italiane dell'Affrica Orientale, poichè Gibuti è l'unico porto di rifornimenti delle armi e munizioni all'Etiopia e costituirà, perciò, come finora ha costituito, un pericolo permanente per le nostre due colonie, Eritrea e Somalia (specialmente per la prima di esse) e per i possedimenti inglesi del Sudan, e una continua occasione di attriti dell'Italia e anche dell'Inghilterra con l'Etiopia stessa e con la Francia, e quindi causa permanente, attuale e futura, di turbamento delle buone relazioni fra le potenze alleate e impedimento al libero svolgimento dell'azione colonizzatrice e allo sviluppo economico delle due nostre colonie entro i loro confini e oltre, nella regione etiopica.

Con l'acquisto del Giubaland, l'Italia avrebbe in Chisimajo l'unico porto nella lunga distesa dei suoi possedimenti nell'Oceano Indiano, dal Guardafui alla foce del Giuba, per circa 1700 chilometri; una stazione che fin dal 1896 era stata concessa dal Sultano di Zanzibar all'Italia e che fu poi perduta per vicende politiche.

Con l'acquisto del Somaliland britannico e, cioè, degli scali di Zeila, Berbera Bulhar e Dongareta, l'Italia completerebbe in suo possesso tutti gli sbocchi dell'Abissinia insieme con Gibuti, Oboe, Tagiura (ora francesi) con Massaua, Assab, Alula, Obbia, e gli scali del Benadir (Italiani), e Chisimajo (ora inglese).

b) Essendo l'Italia potenza mussulmana e rivierasca del Mar Rosso non può disinteressarsi della questione dell'equilibrio del Mar Rosso e delle condizioni politiche dell'Arabia, prospicente all'Eritrea.

Chiediamo quindi che nessuna potenza occupi l'Arabia, che sia libero il commercio e la penetrazione economica con essa, che i Luoghi Santi dell'Islam e dell'Hegiaz siano in libere mani mussulmane, e che le isole Farsan sulle coste dell'Asir siano occupate dall'Italia.

c) Nell'Affrica settentrionale (Libia) per ristabilire in minima parte, l'equilibrio turbato a danno dell'Italia dagli accordi anglo-francesi del 21 marzo 1899 per l'Hinterland libico e per far respirare quelle nostre due colonie, chiediamo alla Francia, per la Tripolitania, per stabilire le comunicazioni tra i tre posti italiani, Gadames, Ghat e Tummo, la principale via carovaniera tra Gadames e Ghat, il libero passaggio sulla carovaniera Gadames-Fort Polignac-Ghat; il possesso della strada Ghat-Tummo; la facoltà di stabilire consolati e agenzie nelle zone occupate dalla Francia.

Chiediamo all'Inghilterra, per la Cirenaica, una linea razionale di confine verso l'Egitto e il Sudan anglo-egiziano che parta da Ras Gebel Sollum e lasci in territorio cirenaico, oltre l'oasi di Cufra già riconosciuta dall'Inghilterra all'Italia, anche l'oasi di Giarabub che è ora reclamata dall'Egitto, sebbene vi siano i Luoghi Santi della Senussia che ha la sua sede in Cirenaica.

v

La Francia ha una popolazione di circa 40 milioni, in una superficie di Kmq. 536.464, l'Inghilterra (Regno Unito), di circa 46 milioni, in una superficie di Kmq. 314.433, e l'Italia, di circa 36 milioni, in una superficie di Kmq. 386.610, con evidente sproporzione in confronto della popolazione e della superficie dei rispettivi possedimenti in Affrica,. che sono, già prima della conquista delle colonie tedesche, per la Francia di abitanti 35.590.000 circa, in una superficie di Kmq. 9.253.084; per l'Inghilterra (non compreso l'Egitto e il Sudan anglo-egiziano) di abitanti 36.430.000 circa, in una superficie di Kmq. 5.676.679; e per l'Italia di abitanti 1.578.000 circa in una superficie di Kmq. 1.758.609 circa.

Anche aggiungendo la superficie e la popolazione che verrebbero all'Italia con l'acquisto della Somalia francese, del Somalilaud e Jubaland britannici, delle isole

Farsan e della rettifica di confine della Libia, si verrebbe ad avere per l'Italia un aumento di abitanti 727.500 circa, su una superficie di Kmq. 909.000 circa, e, cioè, in complesso abitanti 2.305.500 in una superficie di Kmq. 2.667.609, sempre con enorme sproporzione in confronto della Francia e dell'Inghilterra. Sproporzione che diventerebbe anche più stridente con le nuove annessioni a quelle due potenze delle colonie tedesche. L'Inghilterra, con parte del Togo e del Camerun, con l'Affrica sud-occidentale germanica, e con l'Affrica Orientale germanica, se si comprende l'Egitto e il Sudan anglo-egiziano e senza le popolazioni non valutabili del Camerun e Togo, raggiungerebbe la cifra di abitanti 58.680.000 in una

superficie di Kmq. 10.787.279. La Francia, con parte del Togo e del Camerun, di cui la popolazione non è valutabile, raggiungerebbe una superficie di Kmq. 9.975.034 con una popolazione di 35.590.000.

La differenza a favore della Francia e dell'Inghilterra, in confronto dell'Italia è, nei riguardi della prima, di 33.284.500 abitanti e Kmq. 7.307.471 di superficie; e, nei riguardi della seconda, di 16.374.500 abitanti e di Kmq. 8.119.670 di superficie. Le cifre sono tutte approssimative, ma molto eloquenti.

VI

Tutto cw premesso, e senza considerare altre estensioni di territorio in Asia a favore di Francia e Inghilterra, la soluzione che si chiede per l'Italia di ottenere qualche lieve vantaggio per la Libia e di lasciare al libero suo sviluppo, in unione alle due colonie, Eritrea e Somalia, le regioni della Somalia francese e del Somaliland, e Giubaland inglesi con la esclusiva sfera d'influenza in tutta la Etiopia, corrisponde, oltrechè, in gran parte, ad una equa rivendicazione di lunghi anni di lavoro coloniale, di antiche situazioni diplomatiche laboriosamente conquistate, ad un concetto altamente politico ed economico organico di nuovo assetto coloniale dopo guerra che, da una parte, togliendo occasioni di gelosie francesi in parecchi campi manifestatesi, elimina conflitti e attriti tra le potenze alleate in Affrica, e dall'altra, permette che una nazione esuberante di popolazione, come l'Italia, possa ricostruire la sua ricchezza, procurarsi direttamente le necessarie materie prime, aumentare la sua produzione, curare la sua indipendenza economica e provvedere alla sicurezza militare delle sue colonie.

c Si tratta sostanzialmente di ottenere un riassetto territoriale del dominio

coloniale italiano in limiti geografici più consoni allo sviluppo economico delle

attuali colonie di diretto dominio e guarentigie contro espansioni territoriali di

altre potenze in contrasto con tale sviluppo e con la sicurezza delle colonie stesse •.

:È questa la formula della opinione pubblica italiana.

Se ciò non avvenisse, l'Italia, dopo i colossali sacrifici fatti per la guerra, e dopo il sangue e il danaro sparsi in Affrica, uscirebbe dal conflitto diminuita, senza il mezzo di sviluppare le sue latenti energie di popolo giovane e di avvenire.

Non si chiede una soluzione di c imperialismo • per sete di dominio, ma sibbene una equa soluzione di equilibrio per necessità di sviluppo, di vita, di pace duratura, soluzione che darebbe all'Italia la possibilità di lavorare e di prosperare senza il danno di alcuno.

(l) Non pubblicato.

(l) Il presente memorandum, redatto da Colosimo, fu da questi trasmesso confidenzialmente in data 30 ottobre a Sonnino, che lo presentò a Balfour tradotto in inglese.Qui si pubblica il testo italiano che contiene lievi varianti di forma rispetto a quello inglese.

437

IL MINISTRO ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3127/37. L'Aja, ..... (per. il 3 dicembre 1918).

Ispirandomi telegramma di V. E. 1504 (l) e siccome questi miei colleghi Belgio, Stati Uniti, Francia, Inghilterra avevano già fatto passi, ho indirizzato ieri come mio collega Inghilterra una protesta a questo Ministero degli Affari

Esteri contro passaggio truppe tedesche attraverso Limburgo. Collega inglese ha ricevuto istruzioni limitarsi semplicemente protestare; questo Ministro di Francia ha protestato facendo riserva nei termini identici a quelli protesta Ministro del Belgio. Ministro degli Stati Uniti ha avuto come istruzione dichiarare essere inteso che se Governo Stati Uniti, tenuto conto circostanze, non prende per il momento misure in seguito violazione neutralità da parte Governo olandese, ciò non dovere essere come un precedente per l'avvenire, nè come riconoscimento del diritto del Governo olandese di agir·e come ha agito.

Concordo pienamente con V. E. su inopportunità per ora di andare più oltre essendo persuaso che questione di così vitale importanza per Olanda quale occupazione Limburgo e domanda libero passaggio ScheLda navi da guerra, non potrebbe essere sollevata se non in seguito fermo proposito di andare a fondo poichè tali misure farebbero insorgere intero paese. È indubitato ed è ormai riconosciuto da quasi tutta questa stampa che questo grave incidente è dovuto alla inesperienza impulsività e radicata persistente germanofilia di questo Ministro Affari Esteri, che sembra proprio avere agito in questa circostanza di proprla iniziativa o per lo meno senza avere messo sufficientemente al corrente i suoi colleghi del Gabinetto e specialmente Presidente del Consiglio, secondo quanto quest'ultimo ebbe a dichiarare a questo mio collega di Francia. E per spiegare l'inesatto comunicato emanato in proposito dalla Legazione d'Olanda, a Parigi, questo Ministro degli Affari Esteri non ha saputo dare a questo Ministro Francia altra spiegazione, altra scusa all'infuori di quella che telegramma che ha dato luogo a tale inesatto commricato è stato inviato a Parigi da un funzionario di questo Ministero Affari Esteri all'insaputa del Ministro stesso.

(l) Pubblicato al n. 352.

438

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA (l)

T. 3732. Roma, 3 dicembre 1918, ore 21.

Ho avuto oggi un colloquio con questo Ambasciatore di Francia che mi ha fatto la seguente comunicazione con preghiera di telegrafartene il contenuto. Presidente Wilson suggerisce di informare Governo di Berlino che gli alleati non tratteranno che con un governo regolare il quale sorga dall'Assemblea costituente. Governo francese è contrario a tale proposta sia per tenersi fermo al concetto di non immischiarsi negli affari interni degli Stati, sia perchè non ritiene nell'interesse degli Alleati di fare alcunchè atto a dare un assetto forte e sovrattutto di unificazione ad un paese che si avrebbe invece più convenienza ad indebolire.

Credo opportuno inoltre segnalarti ad ogni buon fine che Barrère richiamò la mia attenzione sul discorso di Cagni (?) a Fiume.

(l) II telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. II testo pubblicato è quello pervenuto a Londra.

439

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1564. Roma, 3 dicembre 1918, ore 22. Scopo assicurare smobilitazione austro-ungarica facilitare rimpatrio internati e prigionieri raccogliere dati utili per Conferenza della pace ed esercitare controllo su ferrovie Comando Supremo riterrebbe necessario stabilire Vienna Commissione centrale con Sottocommissioni per vari rami. Tanto commissione centrale che sottocommissioni dovrebbero ·comprendere rappresentanti alleati per questioni loro pertinenza. Sarebbe opportuno che tale provvedimento fosse attuato subito riservando agli ufficiali superiori designati dal Comando Supremo stabilire modalità costituzione e funzionamento.

Prego V. E. interpellare d'ur.genza codesto Governo se intende concorrere dette Commissioni.

440

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1565. Roma, 3 dicembre 1918, ore 22. Il signor Barrère in un suo odierno colloquio mi ha parlato della situazione in Russia. Mi ha detto che la Francia crede che sarebbe bene di appoggiare con aiuto morale e finanziario l'Ammiraglio Kolciak come si fece per il Governo di Omsk e di Ufa e che anche l'America vi si mostrerebbe propensa mentre il Giappone non lo appoggierebbe di buon grado. Ma appoggio dovrebbe essere subordinato alle seguenti condizioni: l) ottenere daWammiraglio Kolciak l'assicurazione che le sue intenzioni non sono di reazione; 2) agire d'accordo col Governo giapponese per ottenere una manifestazione di neutralità benevola verso Ammiraglio

e l'assicurazione di non sostenere i suoi avversari. (Per Londra): Prego comunicare a S. E. Sonnino.

441

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3139/105. Addis Abeba, 3 dicembre 1918 (per. iZ 4). Mi rHerisco telegramma n. 1236 di codesto Ministero (l) riguardante preparativi militari Chisimaio.

Certo Padre Toselli della Missione Cattolica della Consolata giunto recentemente Addis Abeba, proveniente direttamente dal brevissimo congedo in East

Africa mi ha confermato preparativi militari e lavori stradali che inglesi stanno facendo lungo tutta la fronte East Africa e Abissinia, aggiungendo che la voce generale in East Africa attribuisce al Governo inglese intenzione intervenire in Abissinia ove situazione diventa ogni giorno più precaria. Nei precedenti rapporti e telegrammi sulla situazione politica Etiopia ho ripetutamente espresso mia ·convinzione assoluta incapadtà ed impossibilità Governo etiopico ristabilire in Abissinia un regime di governo compatibile con 'interessi insorti, e la fatale necessità di un più o meno prossimo intervento delle Potenze interessate.

Mio collega inglese non ha certamente mancato esporre a Londra, ove attualmente si trova, ·convinzione suddetta che eili divide pienamente. Non è da escludere perciò che i preparativi militari che inglesi fanno lungo frontiera meridionale etiopica siano enunciazione di un intervento che essi giudicano immancabile. Non credo però che Inghilterra pensi ad un'azione immediata ed :iJsolata. Su tutta situazione e su tutto problema etiopico ritengo sarebbe opportuno intraprendere esauriente e definitiva discussione a Londra e Parigi.

(1) Non pubblicato.

442

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, E AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

T. GAB. 1761-bis. Londra, 3 dicembre 1918.

Nella riunione di Londra è stato deciso che una commissione di quattro ammiragli, italiano, francese, inglese, americano, invesUgheranno la situazione nelle località adriatiche non comprese nell'art. 3 dell'armistizio di Villa Giusti, ove si 'è fatto luogo ad occupazione nostra od interalleata per ragioni strategiche

o per mantenervi l'ordine. Tale commissione riferirà ai Governi e farà proposte. Sono stati specificatamente indicati Corfù, Fiume, Spalato (1).

443

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1568. Roma, 3 dicembre 1918. Risposta telegramma n. 405 (2). Governo Scutari non deve avere alcuna ingerenza in Albania da noi occupata.

l. -to authorise Marshall Foch to meet the German representatives on December 10th and to renew the armistice for a month. 2. -to authorise Admiral Weymiss to waive the military occupation of the forts at the entrance to the Baltic, as provided for in Article 25 of the Armistice, on condition that the forts are destroyed to the satisfaction of the Allied Naval Commission. 3. -to approve the action of Admiral Beatty in insisting on hauling down the German flag on goarl German of war while interned in British ports. 4. -to agree that an interallied Commission of four Admirals, British, French, Italian and American, be appointed to hold an inquiry and to make a report to the Allied Governments showing clearly what the existing situation is, and what measures it is necessary to take as a safeguard against disagreement or trouble in any territories of the Adriatic occupied, or to be occupied, by Allied forces outside those mentioned in article 3, of the Austrian Armistice terms (such as Corfu, Spalato, Fiume, etc.) •.

16 - Documenti diplomatici -Serie VI -Vol. I.

(l) -Il verbale delle decisioni prese nella riunione interalleata di Londra il 3 dicembre 1918 reca: c The following conclusions were arrived at by the Representatives of the British, French and Italian Governments at the second allied conversation in London on MondayDecember 3th.

(2) Non pubblicato.

444

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2471/30. Pera, 4 dicembre 1918, ore 4,30 (per. ore 1 del 6).

Essendosi pensato fare funzionare al più presto controllo interalleato per passaporti Turchia sul modello di quanto si fece in Grecia, l'Alto Commissario francese propose per iscritto le sedi seguenti: all'Inghilterra Mar Nero, Mar di Marmara, Dardanelli, litorale Palestina; alla Francia litorale confinante dai Dardanelli a Somme (rispetto isola di Chio); all'Italia litorale da Ceme (?) al golfo di Alessandretta non compreso; di nuovo alla Francia da Alessandretta a Palestina; Costantinopoli in comune a noi tre.

In attesa istruzioni urgentissime di V. E. specialmente per quanto concerne esclusione golfo Smirne dalla nostra zona dichiarerò che per la limitazione delle zone devo aspettare istruzioni.

Non dobbiamo nasconderei... [manca] dall'esitazione e questi servizi fisseranno probabilmente tutta la situazione avvenire della Turchia asiatica (1).

445

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR.2470/479. Londra, 4 dicembre 1918, ore 10,10 (per. ore 22 del 5).

Causa errore commesso da Foreign Office che indirizzò a me una nota diretta a questo Ambasciatore di Francia, sono venuto per caso a sapere e ne informo ad ogni buon fine V. E. che questo Governo non ha aderito proposta francese relativa ad una conversazione circa revisione Atto generale conferenza di Bruxelles ràtenendo questione debba se mai essere sollevata nella conferenza della pace.

446

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 24.76/16. Cristiania, 4 dicembre 1918, ore 19,55 (per. ore 11,10 del 6).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1750/9 in data 30 novembre (2) .giuntomi solamente ieri sera. Governo britannico non ha fatto rispondere fin'ora alla richiesta del Governo bolscevico. Ieri questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto in attesa

della comunicazione inglese non ha trasmesso ancora a Pietrogrado risposta negativa italiana, francese ed americana.

Dall'insieme di fatti e circostanze a me note traggo impressione che Governo britannico voglia seguire verso i bolscevichi atteggiamento riservato e cauto sino a che non abbiano avuto luogo elezioni politiche generaLi.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra. (2) -Non pubblicato. Ritrasmetteva il telegramma Gab. n. 2454/251, pubblicato al n. 385.
447

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A LONDRA

T. GAB. 2480/678. Parigi, 4 dicembre 1918, ore 22 (per. ore 17 del 5). Pichon col quale ho parlato della lettera di Isvolsky e altre inviate ai Governi alleati per annunziare la costiltuzione del «Blocco nazionale democratico e dell'organizzazione russa all'estero :t-, mi ha detto che per ora non vi risponderà, dovendo portare sempre la maggiore cautela nel trattare di cose russe. Così aveva sconsigliato per alcun tempo la riunione progettata dagH ex Ambasciatori russi a Parigi, che però dietro ,le insistenze soprattutto di Giers si terrà prossimamente a Parigi. Pichon mi si diceva assai impressionato della forza sempre in aumento del bolscevismo in Russia che a suo parere disporrà

l'anno prossimo di un milione di soldati relativamente bene organizzati. La gravità del pericolo massimalista gli sembra sempre più grave.

448

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. GAB. 1761-bis (1). Londra, 4 P,icembre 1918. Prego V. E. trasmettere seguente telegramma a:l generale Mombelli:

« V. E. potrà ringraziare a mio nome il Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri per il telegramma che mi ha rimesso per il tramite di V. E. a nome proprio e dei suoi colleghi. Questa risposta verbale a Theodoroff non dovrà però essergli data se essa in qualche forma diretta

o indiretta ci mettesse in contrasto col contegno dei nostri Alleati :t-.

449

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 7977. Roma, 4 dicembre 1918. In risposta al telegramma espresso n. 17041 del 28 corrente (2) comunico che questo Ministero è sempre favorevole, per ragioni politiche, ad ogni nostra affermazione di presenza in Hegiaz. Pertanto, se il progettato invio colà di un contingente di ascari italiani ha ora perduto interesse pratico, son d'avviso

che la designazione di un agente militare nostro presso il R. Rappresentante in Gedda si presenti quanto mai opportuno.

(l) -Reca erroneamente lo stesso numero del tel. pubblicato al n. 442. (2) -Pubblicato al n. 382.
450

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2474/479. Londra, 5 dicembre 1918, ore 9,16 (per. ore 16 del 6).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1744 (1).

Secondo mi fu detto ieri da persona bene informata lo scopo della missione di Sykes è di attenuare frizioni fra arabi e francesi, le quali sembra siano nè poche nè lievi. Circa il viaggio dell'Emiro Faisal mi ha detto che i francesi erano contrari e non volevano riceverlo a Parigi. Hanno ceduto solo in seguito a forte pressione da qui. Il mio interlocutore manifestava l'impressione che i francesi poco gustano il regno arabo indipendente.

Dell'attrito fra arabi e francesi mi ha parlato pure nostro connazionale avvocato Salem di Costantinopoli venutomi stamane a vedere.

451

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2475/480. Londra, 5 dicembre 1918, ore 9,16 (per. ore 16 del 6).

In relazione al mio telegramma Gab. (2) ed alla mia conversazione di ieri con De Martino che ne avrà a quest'ora ragguagliato V. E. riproduco qui appresso nota comunicazione di Balfour.

« Il Governo di S. M. non è assolutamente in grado di ammettere la tesi prospettata nella nota di V. E. La condizione stipulante consenso Russia al quale validità di tutto l'accordo venne espressamente subordinata non è stata eseguita. I motivi di tale inesecuzione sono a parere del Governo di S. M. accessori (immaterial).

V. E. ricorderà che il Governo di S. M. fece tutto possibile per soddisfare interessi italiani col suggerire un nuovo accordo basato su discussione con la Francia e gli Stati Uniti. Esso è sinceramente dolente che alla sua offerta amichevole venga eccepito ufficialmente che un accordo è impegnativo benchè una delle sue disposizioni fondamentali rimanga ineseguita.

Al Governo di S. M. rincresce ciò stante di essere costretto in replica alla formale domanda presentata dal Governo italiano di dichiarare nel modo più categorico che la considera del tutto inammissibile~.

452

IL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2469/47. Bruxelles, 5 dicembre 1918, ore 17,16 (per. ore 7 del 6).

Telegramma di V. E. n. 2666 (?) da Londra. Il 27 e n 28 novembre qui in Bruxelles col Ministro degli Affari Esteri che non avevo visto da molti giorni si parlò della questione del Lussemburgo. Mo

Z44

strando il Ministro vivissimo interesse che essa fosse risolta desiderata Belgio dissi che se egli me lo avesse chiesto avrei potuto domandare confidenzialmente a V. E. se fosse disposto appoggiare quei desiderata. Aggiunsi che quale mia opinione personale l'Italia poteva forse vedere con simpatia soddisfatti i desiderata stessi convenendo un Belgio rafforzato. Replicò che si riservava parlarmi di nuovo sull'argomento.

Così si svolse conversazione che ebbe stretto carattere confidenziale; non feci dichiarazioni nè promessa alcuna. Non appare pertanto giustificato linguaggio dello Incaricato d'Affari del Belgio costà e molto meno memorandum da lui rimesso al R. Ministero. Attenderò ritomo del Ministro Affari Esteri da ... [manca] per dolermi di ciò che è accorso.

(l) -Non pubblicato. Ritrasmetteva il telegramma n. 2453/2216/6816. pubblicato al n. 375. (2) -Manca il numero.
453

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2479/254. Arcangelo, 5 dicembre 1918, ore 17,30 (per. ore 19 del 6). Mi riferisco al mio telegramma del 29 novembre Gab. n. 252 (1). Secondo notizie qui pervenute la situazione ad Omsk continua ad essere incerta ed instabile. Truppe russe sarebbero ancora divise. Ammiraglio Koltciak ha sciolto il Consiglio nazionale czeco-slovacco essendosi questo pronunziato contro di lui. Questo è il punto più grave della situazione. Già appena firmato l'armistizio fra Alleati e Imperi Centrali gli czeco-slovacchi avevano manifestato l'intenzione di abbandonare la Siberia per rimpatriare considerando guerra contro massimalisti come finita. Non avendo ora aderito al colpo di stato, loro abbandono del fronte degli Urali diventa più probabile. Governo dei Soviet offre già loro tutte le facilitazioni possibili per favorire partenza anche attraverso territorio russo. Costituendo truppe czeco-slovacche la maggior parte delle.forze interalleate se esse lasciassero il fronte si avrebbe una nuova vittoria dei massimalisti, il loro rafforzamento e nuova scossa per l'Intesa. Generale Denikin ha invece aderito al colpo di stato di Koltciak. L'importanza di questo fatto pei rapporti fra il sud della Russia e Siberia dipende dalla situazione e forza degli aderenti. Su questo punto manco 'Completamente di informazioni. Mi risulta solamente che generale Denikin ha l'appoggio inglese e forse anche francese. Organizzazione Semenoff continua ad avversare Koltciak. Intomo a Semenoff, Koltciak e Zorvat si svolgono le diverse influenze europee americane e giapponesi e se e quanto ... [manca] deve essere molto intricato. Koltciak nell'assumere la dittatura ha dichiarato nuovamente poter rispettare tutti gli impegni finanziari interni ed oneri dei passati regimi tranne quelli massimalisti. Mi risulta Francia impiega Omsk sua influenza perchè Koltciak giunga ad un accordo cogli elementi socialisti meno avanzati. Intanto avvenimenti di Omsk che mano mano vengono a conoscenza del pubblico

della regione del nord producono come era da prevedersi una certa agitazione. Operai di alcuni stabilimenti minacciano uno sciopero di protesta ... [manca] ed

elementi reazionari fra cui uffidali russi si agitano simpatizzando per dittatura Koltciak. Tutto ciò ha avuto anche ripercussione sui diversi membri del Governo. Mi risulta che vi sono state riunioni del Consiglio dei Ministri alquanto agitate. Fino ad ora però non vi è nulla di grave. Il signor Ciaicowski come membro del direttorio spodestato a Omsk e membro della Assemblea costituente avrebbe voluto fare una pubblica protesta per l'avvenuto colpo di stato. Capi Missione alleati abbiamo influtto sopra di 1lui per impedirlo onde non provochi intercessione dell'altra parte e maggiore disordine. Non siamo però sicuri che vi riusciremo.

(l) Non pubblicato.

454

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 464)

T. R. 3072/698. Parigi, 5 dicembre 1918, ore 20,45 (per. ore 1,30 del 6). Generale Robilant mi informa di avere diretto al generale Diaz ed al Ministro della Guerra telegramma concludente al pronto ritiro dalla Francia delle nostre truppe ausiliarie e d'aver rimesso un rapporto all'E. V. con la stessa conclusione. Sono anche io in principio favorevole al richiamo. Ricordando però l'incresciosa vertenza dell'estate scorsa quando si trattò dello stesso richiamo e

gelosia dimostrata allora dal Governo francese raccomando vivamente all'E. V. di far precedere al richiamo, opportuna intelligenza con esso.

455

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2472/682. Parigi, 5 dicembre 1918, ore 20,50 (per. ore 1,30 del 6). Sarei gratissimo a V. E. volermi telegrafare per mia norma se nei colloqui di Londra si parlò come che sia del riconoscimento del Comitato jugoslavo. È mia impressione tratta dall'importanza che si dà qui all'accordo dei jugoslavi

con il Governo serbo, che si scorga in quello un mezzo opportuno di girare la difficoltà del momento.

456

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3176/209. Janina, 5 dicembre 1918 (per. n 6). Reggente Agenzia Consolare in Prevesa telegrafa quanto. segue, in data 3 corrente: c Ieri ritornarono via Patrasso i noti tre capi banda Karajorghi, Muzervas e Kiriaco espulsi da costà nel marzo scorso ed immediatamente partirono per

Janina. Oggi fecero ritorno pure capibanda Bolas e Endoas i quali domani partiranno per Janina.

Da accurate indagini risultami che i predetti formeranno bande contro

nostra occupazione militare Albania.

Questo Governatore Generale da me espressamente interrogato mi ha assicurato sotto la sua garanzia personale che nessuna molestia proverrà dalla presenza in Epiro dei citati capibanda alla occupazione militare italiana dell'Albania meridionale come ai musulmani della Ciamuria ed a romeni del Pindo.

Ho preso atto di tale dichiarazione aggiungendo che l'avrei comunicata all'E. V.».

457

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2479-bis/355. Washington., dicembre 1918 (per. a Modane il 5).

Messaggio con cui Wilson inaugurò ieri ultima sessione della presente legislatura che va fino al 4 marzo, fu accolto da democratici, malgrado pochi artificiosi applausi, senza alcun entusiasmo e da repubblicani compatti con marcata ostilità che esplicossi con varie proposte parlamentari destinate quasi certamente a fallire, ma che rivelano sempre meglio stato d'animo tutt'altro che rassicurante. Tra le proposte una vorrebbe che Congresso deleghi durante la assenza di Wilson i poteri presidenziali al Vice-presidente. Altra suggerisce che una commissione senatoriale di quattro democratici e quattro repubblicani vada subito a Parigi per sorvegliare i lavori della conferenza della pace. Manifestazioni in questo senso si succederanno .certamente allo scopo di ac.centuare dissidi profondi di repubblicani che ... [manca] in conseguenza di elezioni ultime saranno maggioranza Camera e Senato colla politica personale ed accentratrice di Wilson. Se questo stato di cose è destinato a conseguenze forse gravissime di politica interna, è innegabile il suo riflesso anche nell'atteggiamento costi di Wilson che ha invano invocato appoggio unanime dei partiti per sua risoluzione in Europa, e che può dirsi trovarsi oggi ad avere giuocato tutto per tutto sopra una sola carta.

Imbarco domattina con Wilson, sbarco a Brest ove Governo francese ha

espresso Wilson arrivi dodici alle 3 pomeriggio per essere Parigi l'indomani

mattina.

458

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 3178/210. Janina, 5 dicembre 1918 (per. il 6).

Mi riferisco mio telegramma n. 205 (2).

Questo Governatore Generale partito ieri sera per terraferma onde incon

trarsi con Venizelos. Prima della sua partenza è venuto a congedarsi da me e

mi ha assicurato campagna giornalistica essere completamente cessata e non

si rinnoverà pm. Egli però non ha escluso la possibilità che nord-epiroti, da

lui qualificati come irredenti, dimoranti Gianina, possano fare una manifesta

zione a sostegno delle loro aspirazioni per l'unione dell'Epiro settentrionale

alla Grecia. Ha aggiunto però che ciò stante le manifestazioni avrebbero un

carattere rispettoso per l'Italia, ed io rilevai che dovevano es&ere pure rispet

tose della verità. Alluse anche alla possibilità di petizioni della popolazione

ortodossa nord-epirota al congresso deHa pace per chiedere l'unione alla Grecia.

Sterghiades che al principio dimostrava un certo orgasmo si scusò di non

avere risposto alla mia allegazione del 17 novembre scorso provocata dagli articoli

dell'Ellefer dicendo che egli aveva chiesto immediatamente ad Atene istru

zioni. Fintantochè le stesse non emno giunte non aveva ritenuto di dover

impedire gli articoli, non esistendo in Epiro lo stato di assedio e quindi cen

sura preventiva, tanto più che il Governo ellenico, sebbene ad Atene vigesse

la legge marziale, non aveva ... [manca] avrei riferito tutto ciò a V. E.

(l) -II telegramma fu trasmesso anche alla legazione di Atene. (2) -Non pubblicato.
459

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2477/680. Parigi, ... dicembre 1918 (per. H 6). Pichon mi ha detto ieri tra altro che era intervenuto accordo tra serbi e jugoslavi per l'unione in un solo stato sotto la reggenza del Principe Alessandro. Questo stato comprenderebbe anche Montenegro ... [manca] la grande maggioranza del paese sarebbe desiderosa della fusione. Pichon ne coglieva occasione

per metterei in guardia contro massimi fastidi che avvenuta fusione con la Serbia potranno venirci dagli jugoslavi.

460

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2490/91. Atene, 6 dicembre 1918, ore 10,16 (per. ore 17,30). Venizelos è tornato per pochi giorni ad Atene la situazione interna durante la sua assenza essendo divenuta sospetta cosicchè appariva poco prudente aprire la Camera senza di lui. Non sembra che abbia ricevuto nè a Parigi nè a Londra speciali affidamenti. Cogli amici avrebbe dichiarato di avere buone speranze per il riconoscimento dei diritti ellenici avendo constatato negli Alleati identiche disposizioni per risolvere i problemi territoriali secondo i principi di nazionalità. Non avrebbe incoraggiato le speranze di una occupazione greca di Smirne per la quale ora si spera possa prevalere come soluzione la sua erezione in uno stato autonomo sotto Ja protezione delle Potenze. Venizelos è partito per Salonicco sia per appianare divergenze di carattere militare che hanno portato alle dimissioni del generale Dangli sia per regolare l'impiego delle truppe greche. Di queste si vuole che invii un contingente in Ukraina ma si

desidera pure che sia adoperato per occupare i territori turchi dove si pretende che si preparino massacri a danno ellenici.

461

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (l)

T. GAB. 1762. Roma, 6 dicembre 1918, ore 12,30.

Leggo sui giornali il seguente telegramma:

«Ieri l'altro è giunto a Presburgo un ufficiale francese per preparare i quartieri per un distaccamento di soldati. Egli è sceso al palazzo dell'Ar·ciduca Federico ove alloggerà il Comando francese. Presburgo si trova ad un'ora da Vienna ».

Nella riunione di Londra Clemenceau dichiarò che a:veva dato ordine ai generale Franchet d'Esperey di astenersi dall'occupare Budapest e Vienna. D'altronde secondo una deliberazione presa nella stessa riunione venne deciso che le occupazioni militari in Austria ed Ungheria previste nell'armistizio austriaco debbano avvenire d'intesa tra il generale Diaz e il generale Franchet d'Esperey.

Prego chiedere al Governo francese se la informazione riferita dai giornali sia esatta; quale sia esattamente la attuale dislocazione delle forze francesi in Austria-Ungheria, avvertendo codesto Governo che l'opinione pubblica italiana risentirebbe fortemente il fatto di importanti occupazioni in Austria-Ungheria e specie di Vienna da parte di truppe francesi senza intervento di truppe italiane mentre alle truppe italiane si deve la disfatta dell'esercito austro-ungarico.

Prego V. E. comunicare quanto precede al generale Robilant e telegrafarmi risposta colla maggiore urgenza.

462

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (2) (AO, reg. 4, pp. 481-483)

T. GAB. 3090/2489. Italia, 6 dicembre 1918, ore 13,30 (per. ore 10 del 7).

Generale Grazioli telegrafa da Fiume esserglisi ieri presentato generale Tranié e avergli notificato ufficialmente di avere istruzioni precise dal Comando Superiore francese di Zagabria, per inizio immediato impianto base logistica per esercito d'oriente a Fiume e che egli (generale Tranié) sarebbe nominato comandante detta base. Il ,generale Grazioli ha risposto ·che tale ordine essendo in assoluto contrasto con le assicurazioni da lui ricevute non poteva concederne l'attuaz'ione e che avrebbe sentito Comando Supremo per ulteriori istruzioni. Questo Comando ha nuovamente prescritto essere assolutamente necessario evitare incidenti con Alleati pur facendo ogni sforzo per mantenere lo statu quo Fiume. Ho pertanto ordinato generale Grazioli comunicare per iscritto al generale Tranié che nel Consiglio interalleato di Londra è stato deciso l'invio a Fiume commissione di quattro ammiragli per esaminare e sistemare situazione e che qualsiasi mutamento alla attuale situazione deve essere rimandato alle loro decisioni. Che per ciò si lascia al generale Tranié la responsabilità intera per conseguenze che potessero derivare da qualunque modificazione stato attuale occupazione di Fiume. Si è inoltre ordinato al gene

rale Grazioli di illustrare verbalmente suddetta comunicazione accennando necessità di mantenere buoni rapporti tra Alleati anche a Fiume facendo appello sentimenti alleanza. Infine per rispondere a formale quesito posto dal Comando dell'Armata, ho fatto comunicare al generale Grazioli che in nessun caso deve essere fatto uso delle armi contro Alleati sia pure per ottenere ri-spetto agli ordini ricevuti.

Situazione che da quanto sopra emerge è estremamente delicata e impone provvedimenti urgenti. È evidente che di fronte agli ordini ricevuti dal generale Tranié nostro contegno per evitare conflitti può tradursi in manifestazioni di debolezza dannosa nostro prestigio poichè impianto base comporterebbe occupazione banchina e locali e presa possesso stazione e renderebbe impossibile vietare entrata Serbi in città con probabilità di grave turbamento ordine pubblico. Urge pertanto che siano fatte pervenire a generale d'Esperey da Governo francese chiare istruzioni giacchè per bocca generale Tranié continua asserire di non riconoscere nostra occupazione Fiume e considera questa città nella sua sfera di azione. Urge inoltre definire questione base per armata franco serba Fiume. Ove ·costituzione base in detta località non si potesse scongiurare, sarebbe necessario almeno che sua costituzione e gestione fosse affidata agli italiani e che anche decisione su questa questione sia portata a conoscenza generale d'Esperey da Governo francese.

(l) -II telegramma fu trasmesso anche a Londra. (2) -II telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Sonnino; tuttavia si è ritenuto più corretto pubblicare il testo inviato a Orlando.
463

IL MINISTRO A COPENAGHEN, CARROBIO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 430. Copenaghen, 6 dicembre 1918, ore 16j48 (per. il 7 mattina).

Telegramma di V. E. n. 2649 (1). Esprimo avviso richiestomi: trovo .giusto che Finlandia sia considerata come stato neutrale ma solo dopo evacuazione completa truppe tedesche riconosci

riferire che • Comitato Blocco ha discusso questione riguardante traffico fra paesi neutrali e

Finlandia e Russia nonchè fra Finlandia e Russia e Germania ed ha deciso sottoporre governi

associati proposte seguenti: Primo Finlandia dovrà essere trattata come paese neutrale e com

mercio in vapori neutrali fra paesi scandinavi, Olanda e Finlandia potrà essere continuato

soggetto però a quel controllo che è già fissato in accordi con paesi neutrali nord ed a controllo

derivante da accordi circa bunkers. Secondo Anche commercio fra paesi scandinavi, Olanda

e Russia dovrà essere trattato come stabilito per Finlandia. Ciò si basa su presupposto che

governi associati non intendono trattare Russia o porti russi sul Baltico come nemici. Ove

tale presupposto venga accettato si potrebbe anche pubblicare che tale commercio viene

permesso purchè sudditi alleati in Russia vengano pienamente rispettati e Russia non

ponga ostacolo a commercio fra Russia e paesi alleati. Ciò riferiscesi naturalmente soprat

tutto a rifornimenti da Russia e, in nostro caso, ad esempio, a semi barbabietole ecc. Tut

tavia governi associati si riservano il diritto di dichiarare blocco contro Russia ove ciò

dovesse apparire in seguito, conveniente. È però da considerare se tale riserva sia o no con

sistente con principio che Russia deve essere trattata come neutrale. Terzo Circa commercio

fra Finlandia Russia con Germania, è naturalmente impossibile impedire commercio stesso

attraverso frontiera russo-tedesca, tuttavia commercio per mare sia di importazione che di

esportazione deve essere arrestato per ora e vapori catturati. Tale proposta è giustificata da

fatto che Germania resta tuttavia bloccata e che non esistono accordi fra governi associati

e Finlandia e Russia i quali permettano commercio in quantità e sotto condizioni definite,

come avviene fra paesi scandinavi e Olanda con Germania. Quarto Non è apparso possibile,

da punto di vista pratico, far differenza fra provincie russe del Baltico e resto di Russia.

Quinto Da proposte suddette deriva che essendo Russia trattata come neutrale vapori russi

con bandiera bolscevica non potranno essere catturati.

Nostro delegato avverte che tanto delegato inglese che francese si sono mostrati favo

revoli ad istituire ad ogni modo in Helsingfors un comitato interalleato. Tale fatto sem

brerebbe conveniente politicamente e praticamente. Pregherei V. S. farmi conoscere suo

parere anche a questo riguardo. Nostro delegato riterrebbe accettabili proposte suddette

come misura temporanea e riterrebbe necessario ove comitato interalleato dovesse essere

istituito, anche in Helsingfors, che non mancasse rappresentante italiano •.

mento sua sovranità da parte tutti gli Alleati dichiarazione neutralità e stabilimento relazioni diplomatiche con esso. Riconosco pure opportunità costituzione comitato interalleato a Helsingfors ma non senza partecipazione di un delegato italiano. Non comnrendo invece come vapori bolscevichi possano essere trattati come neutri ed esentati cattura perchè di fatto gli Alleati trovansi in stato di guerra col Governo dei Soviet il quale avendo nazionalizzato tutto il commercio è il proprietario dei carichi delle navi. Non mi pare poi ·che la proposta in questione sia d'accordo con contenuto telegramma di V. E. n. 2656 (l) con cui si vorrebbe impedire esportazione semi dalla Danimarca in Russia.

Anche questo mio collega di Francia e l'Incaricato d'Affari d'Inghilterra e Stati Uniti condividono mia opinione riguardo navigazione bolscevica.

(l) L'ambasciatore Imperiali, il 2 dicembre 1918, aveva diretto a Della Torretta, Tommasini, Montagna, Carrobio, e Sallier de la Tour, il citato telegramma, trasmesso anche a Roma, per

464

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1763. Roma, 6 dicembre 1918, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 682 (2). Nei colloqui di Londra non si parlò del riconoscimento del Comitato jugoslavo.

465

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 19093. Roma, 6 dicembre 1918, ore 21.

Suo rapporto n. 318 (3).

Anche Ministero Colonie non annette importanza domande Idris circa invio giovani cirenaici studiare Egitto circa acquisto <libri e medicine e circa acquisto terreni in Egitto. Osserva però come non essersi rivolto a noi costituisca modus procedendi che può generare dannosi equivoci perchè soltanto quando Idris sentirà sua dipendenza unicamente da Italia egli potrà essere come capo confraternita utile strumento comune, sempre però pel tramite Italia alleata dell'Inghilterra. Altrimenti sfuggirà nostro controllo senza mai poter entrare controllo inglese perchè noi non permetteremmo. Perciò in linea di fatto Inghilterra ed Egitto dovrebbero lasciare all'Italia trattazione qualsiasi affare con Idris in modo che questi comprenda e si persuada doversi rivolgere direttamente unicamente a noi. Pel caso in questione V. S. voglia ringraziare Alto Commissario per comunicazione fattaci pregandolo rispondere Idris per mezzo nostro ha comunicato a noi suoi desideri e che tratti ogni cosa con autorità italiane.

Attendo sollecita risposta.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 455. (3) -Non pubblicato.
466

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 4, pp. 473-474)

T. GAB. 3083. Roma, 6 dicembre 1918, ore 21,10. In una discussione avvenuta a Londra, Clemenceau rilevò con amarezza che nave italiana di Corfù non avrebbe alzato gran pavese di gala il giorno in cui fu concluso armistizio con la Germania. Avendo chiesto chiarimenti al nostro Comando Supremo Marina, questi mi rispose come appresso: «Giorno 10 novembre comandante nave Cavour, informò comandante in capo francese che giorno seguente ricorreva anniversario nascita S. M. il Re e che in base prescrizioni regolamentari per tempo di guerra la nave Cavour non avrebbe alzato nè ,grande nè piccola gala e non avrebbe fatto salve artiglierie. Comandante in capo francese prese atto, ringraziò e non alzò bandiera nè fece salve. Autorità inglesi e americane, alle quali fu fatta identica comunicazione, inviarono a codesto comandante con ufficiali o con lettere 'le felicitazioni di prammatica, cosa che invece non fece l'ammiraglio francese. Nel giorno 11 novembre giungeva Corfù S. E. Solari con le nàvi Doria, Duilio, Cesare; lo stesso giorno, giunta notizia dell'armistizio con Germania, Ammiraglio francese avvertiva che giorno seguente si sarebbe alzata gran gala e fatta salve di 21 colpi. S. E. Solari per tramite comandante del Cavour mandava immediatamente avvertire Ammiraglio francese che navi italiane in base vigenti prescrizioni per tempo di guerra non avevano a bordo la gran gala e che trovandosi lontano dalla base non avevano possibilità rimediare in una notte a tale mancanza; che però per associarsi di tutto cuore alla gioia dell'Intesa e più particolarmente della Francia, il mattino seguente navi italiane avrebbero eseguita salve di 21 colpi e alzata piccola gala sebbene ciò fosse tassativamente escluso dalle nostre prescrizioni. E così fu fatto ». Dati tali fatti, non solo incidente perde qualunque significato ostile ai francesi, ma resta inesplicabile come siasi potuto deformare il fatto in tal maniera e quando il Comando francese sapeva che la nave non aveva alzato il pavese

neppure per la festa del Re. Ti prego di rendere edotto di ciò codesto Presidente del Consiglio.

467

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 4, p. 474)

T. GAB. 3084. Roma, 6 dicembre 1918, ore 21,35. A telegramma n. 698 (1). Del rimpatrio delle nostre truppe ausiliarie avevo parlato personalmente a

Londra con maresciallo Foch, il quale mi aveva dato un consenso in massima, specialmente in seguito alla mia promessa di inviare un certo numero di prigio

nieri austriaci di cui abbiamo sovrabbond&nza. E poichè nella prima fase di questa questione s'i €ra stabilito che gli accordi sarebbero stati presi tra Foch e Diaz, ho telegrafato a quest'ultimo avvertendolo di questo mio passo ed incitandolo a continuare le trattative con Foch. Passando da Parigi, ne ho pure avvertito ge~ nerale di Robilant. Cosi stando le cose, sembrami esclusa ogni preoccupazione di risentimento francese, poichè tutte le forme sono state salvate; avvertirò tuttavia Mintstro guerra e generale Diaz di procedere con tutte le dovute cautele.

(l) Pubblicato al n. 454.

468

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO)

T. GAB. 3643. Villa Italia, 6 dicembre 1918, ore 21,55 (per. ore 24). Invitato dal Comandante francese ho assistito stamane ad una cerimonia militare francese con distribuzione di onorificenze a bandiere ed uomini di questo contingente francese. È stata una ben riuscita solennità militare cui sono lieto di aver assistito. Dall'Alto Adige vengono sempre migliori notizie sul contegno delle popolazioni, anche di quelle di lingua tedesca presso le quali i nostri si sanno guadagnare ogni giorno maggiore considerazione. So che il colonnello House si sta adoperando per il mio incontro col Pre. sidente Wilson a Parigi, anche in seguito a quanto l'on. Sonnino disse passando per Parigi allo stesso Colonnello. Naturalmente avrò gran piacere di intrattenermi col Presidente americano in occasione del mio viaggio in Francia, ma vorrei assicurata la venuta di lui a Roma. Le sarò grato se vorrà adoperarsi in questo senso d'accordo con l'on. Sonnino. Sembra non impossibile che le truppe francesi da Budapest si spingano in direzione di Vienna. Farebbe certamente cattiva impressione tra queste nostre truppe, che ora sono tanta parte dell'opinione del paese, se capitale austriaca dovesse essere presidiata da truppe

dell'Intesa senza i nostri valorosi soldati che pure hanno disfatto l'esercito austriaco.

469

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2484/32. Pera, 6 dicembre 1918, ore 22,30 (per. ore 21,30 del 7). Avendo manifestato a voce la mia sorpresa Alto Commissario francese di non avere avuto previo avviso del progetto di ripartizione controllo litorale di cui al mio telegramma n. 30 (l) il mio collega mi ha assicurato che aveva creduto

vi fosse stata una qualche previa intesa ed ha trovato naturale la mia riserva. Il collega ingl€se dal canto suo non aveva ricevuto previe informazioni.

(l) Pubblicato al n. 444.

470

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. s. n. Pisa, 6 dicembre 1918.

S. E. Diaz mi telegrafa quanto appresso: (telegramma Gab. n. 2489 (l) del 6 dicembre, fino alla parola «sentimenti di alleanza»).

Prego V. E. fare passi immediati presso Governo francese .perchè riunione Ammiragli sia convocata il più sollecitamente possibile, poichè estrema delicatezza situazione Fiume rende pericoloso ogni ritardo per quanto Govemo e Comando italiano si ispirino al più largo spirito conciliativo. Perchè uguale spirito conciliativo sia dimostrato dall'altra parte, occorrerebbe che istruzioni Ammiraglio francese siano date nel senso di cercare un'altra base navale (che potrebbe essere Spalato) o, in estrema subordinata ipotesi, di mantenere tanto nostra occupazione Fiume quanto organizzazione base navale per armata Oriente. In quest'ultimo caso, bisogna prevedere tutto quanto occorre perchè l'esistenza dei due comandi non ,provochi urti. Per conto mio, sono disposto dare istruzioni in tal senso al nostro Ammiraglio. Secondo un'altra deliberazione della conferenza di Londra, eventuali conflitti per esecuzione armistizio dovrebbero essere risoluti da una conferenza tra generale Diaz e generale d'Esperey, e, in caso di loro dissenso, dai governi attraverso il maresciallo Foch. Preferirei soluzione dei quattro ammiragli e quindi prego V. E. limitarsi a quest'ultima, mostrandosi tuttavia eventualmente edotto dell'altra. L'essenziale è che si faccia presto, poichè la situazione di Fiume è già intollerabile, mentre Governo francese potrà in questa occasione dare la prova decisiva del suo spirito conciliativo ed equanime relativamente alle varie e gravi esigenze che in questa questione sono venute in conflitto. Sarà anche bene che della gravissima questione tu intrattenga personalmente anche il colonnello House. Ti autorizzo di dirgli che vai in mio nome trattandosi di un conflitto che potrebbe avere gravissime conseguenze se non vien risoluto con spirito conciliativo.

471

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 1762-bis. Torino, 6 dicembre 1918. Nel discorso tenuto dal maresciallo Foch il 2 dicembre a Londra quale è riprodotto nei giomali, rilevo la frase seguente: « Avons fini par làcher une bataille sur 400 km. de front dans laquelle marchait tout le monde français, anglais, belges, americains :.. La omissione della menzione delle truppe italiane è sommamente spiacevole. Tanto più debbo rilevarla in quanto essa sembra far parte di un partito preso di lasciare in disparte e in dimenticanza le nostre truppe che pure hanno

combattuto eroicamente in Francia subendovi gravissime perdite. Basta ricordare che esse non sono state destinate ad alcuna occupazione

importante in seguito all'armistizio e che nessuna rappresentanza di essa è stata mandata a Bruxelles per ingresso Re Alberto. Prego richiamare su quanto precede attenzione del signor Pichon ed interessare anehe generale di Robilant a tenerne parola con maresdallo Foch affinchè questo trattamento assolutamente ingiusto non abbia più a ripetersi.

(l) Pubblicato al n. 462.

472

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3219/92. Atene, 6 dicembre 1918 (per. il 6).

Essendo stato riferito che alcuno dei pretesi deputati dell'Epiro settentrionale avrebbero tentato partecipare alla odierna seduta della Camera, ho chiesto a Politis quale sarebbe stata al riguardo attitudine Governo greco.

Mi ha detto che qualora eiò avvenisse egli avrebbe risposto che la questione già era stata precedentemente definita dalla Camera stessa.

473

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 1594. Roma, 6 dicembre 1918.

(Per tutti). R. Ambasciatore a Madrid telegrafa: (testo del telegramma

n. 3101/255 (1), del 1° dicembre 1918). (Per tutti meno Sforza). Nel chiedere al eonte Sforza suo avvtso in proposito ho ag,i:iunto:

(Per tutti). Abbiamo già sotto esame una proposta di ·levare blocco per Turchia. Sembra pericoloso svalutare troppo armistizio in Turchia fìnchè non vediamo eseguite clausole circa Libia.

(Per Sforza). Tuttavia pregola telegrafarmi suo parere.

474

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3185. Parigi, 6 dicembre 1918 (per. il 6).

Avevo subito tenuto parola a Piehon e rimessagli dietro sua domanda una breve memoria circa la istituzione a Vienna di una Commissione interalleata in conformità dei telegrammi di V. E. nn. 1528 (2) e 1564 {3).

in dipendenza dell'applicazione dell'armistizio, si considerava urgente la creazione di una commissione interalleata a Vienna.

Pichon mi risponde oggi con altra memoria che conclude in senso assolutamente negativo. Secondo lui, stato austro-ungarico è praUcamente scomparso e ciascuna delle nazionalità che lo componevano cerca c in modo più o meno ordinato;, di riprendere la sua libertà. Nelle confuse condizioni presenti dell'Austria tedesca, Commissione alleata dovrebbe essere accompagnata da truppe per una protezione, il che potrebbe avere inconvenienti politici e militari. Esecuzione dell'armistizio si com,pie del resto con suffi·ciente regolarità e nulla giustificherebbe attualmente la creazione di una commissione speciale a Vienna.

Invio per posta copia del documento.

(l) -Pubblicato al n. 422. (2) -Non pubblicato. Esso trasmetteva alle ambasciate a Parigi, Londra e Washington, il testo di un telegramma di Badoglio a Orlando, in data 27 novembre 1918, n. 370, nel quale, (3) -Pubblicato al n. 439.
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IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (Ed. in Affrica Italiana, vol. II, p. II, pp. 322-325)

T. RR. 8169. Roma, 6 dicembre 1918. Dopo il completo successo delle armi dell'Intesa, acquista, specialmente per l'Italia, significativa importanza il discorso Balfour del 29 ottobre scorso pubblicato nel Times della stessa data con la esplicita dichiarazione che « in nessun caso sarebbe conforme alla sicurezza, alla unità e alla salvezza dell'Impero britannico di restituire queste colonie (tedesche) alla Germania». Questo discorso riconduce il mio pensiero al trattato di Londra in cui le conseguenze della circostanza affermata dal signor Balfour sono state contemplate come una eventualità a vantaggio della nostra espansione in Africa; e alle parole della E. V. a me scritte nella lettera del 7 febbraio 1917, n. 5 (riservato) circa c la possibilità di ottenere la attuazione oltremodo difficile del nostro programma massimo, e la possibilità di ottenere, senza troppe diffi·coltà, in date circostanze, l'attuazione del nostro programma minimo: nell'uno e nell'altro caso subordinatamente allo svolgimento degli eventi internazionali». Questi avvenimenti sono stati tali e così rapidi che, si può dire, improvvisamente la situazione nei riguardi delle nostre aspirazioni coloniali ha completamente sorpassato quella nella quale io nel 1916 indicavo il nostro programma massimo e il nostro programma minimo per fermarmi poi, tranne qualche lieve modificazione, a quest'ultimo nella memoria del 30 ottobre 1918 redatta con scopi speciali e comunicata con una carta illustrativa a codesto Ministero della cui carta cinque esemplari a richiesta della E. V. le sono stati inviati a Parigi. Niun dubbio che, per la parte coloniale, avuto riguardo ai grandi vantaggi che Francia e Inghilterra si propongono di realizzare in Africa

e in Asia, quanto noi chiediamo è molto poco. E di ciò va tenuto conto anche in relazione a ciò che io scrivevo alla E. V. nella mia lettera del 4 gennaio 1917,

n. 80 (segreto), nella quale io manifestavo la necessità di avere in riserva qualche altra richiesta che non facesse parte nè del programma massimo nè del programma minimo ma che potesse servire come terreno d'intesa per non diminuire troppo il primo o per rafforzare il secondo. Io allora dissi ed ora confermo che il territorio d'Africa che si presta all'uopo, per un complesso di ragioni, è l'Angola portoghese, non come occupazione territoriale ma come

sfruttamento della regione mediante capitali e coloni italiani. Io non saprei ora che confermare nella sua sostanza tutta la mia lettera del 4 gennaio 1917,

n. 80 (segreto) come materia da aggiungersi alle nostre aspirazioni coloniali. E a ciò mi induce non solo una ragione di equità, .ma anche una ragione di difesa contro il pericolo che Francia e Inghilterra, sotto la forma di costituire in governi autonomi i paesi che aspirano a conservare come conseguenza della guerra, preparino a loro favore formidabili monopoli economici.

Le risposte dilatorie date dai Governi di Inghilterra e di Francia come risulta dai telegrammi dei RR. Ambasciatori a Londra e a Parigi del 23 e 24 novembre scorso, nn. 2389 (l) e 2400 (2) a proposito dell'applicazione del trattato di Londra, messe in relazione con le notizie a me pervenute dal mio informatore (mia lettera a V. E. del 30 novembre scorso n. 7979) (3) e del Comando Supremo (memoria diretta a codesto Ministero dal Comando Supremo il 28 novembre scorso n. 416) (4) destano il legittimo sospetto che fiduciari dei Governi francese e inglese abbiano già preparato un terreno d'intesa tra le due Potenze per scambi di territori in Africa, e che in quest'ordine di idee già l'Inghilterra abbia messo le mani avanti per risolvere la sola questione di Gibuti onde scongiurare il grave pericolo che la tocca da vicino dell'affluire colà delle armi e munizioni dopo la pace.

Innanzi al contegno delle nostre due rappresentanze a Parigi e a Londra che non hanno opposto alcuna reazione, che pur sarebbe stata legittima, alle risposte avute, io mi sono sentito scosso, poichè di fronte ad un interesse vitale del nostro paese V. E. poteva attendersi di trovare nei nostri Ambasciatori non freddi trasmettitori, ma calorosi fautori della nostra giusta causa.

Ma pensando alla energia sana e al senso profondo di giustizia che anima la E. V., mi sono sentito subito rinfrancato, poichè la E. V. che è stato uno dei principali artefici della nostra vittoria, non può permettere che la questione coloniale sia una grande delusione italiana. Io pertanto ho la ferma fiducia che V. E. alla quale sono ben noti i desiderata di questo Ministero sarà anche l'artefice della nostra fortuna coloniale ormai necessaria per una più grande Italia entro i sacri confini e oltre il mare.

476

RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 6 dicembre 1918.

Come è noto a V. E., questo Ministero aveva, sin dallo scorso settembre iniziato pratiche per l'invio a Gedda di un contingente di ascari eritrei, che avrebbero dovuto rappresentare l'Italia come potenza musulmana nelle operazioni militari, dirette alla liberazione di Medina, città santa dell'lslam.

r7 -Documenti diplomatici -Serie VI • Vol. I.

Il Govemo inglese tergiversò sino alla fine di ottobre, mostrando di voler considerare la nostra proposta soltanto dal punto di vista dell'aiuto materiale che il nostro contingente avrebbe potuto apportare alle forze arabe operanti contro i turchi nell'Hegiaz e dichiarando che la situazione militare in Arabia non era tale da richiedere rinforzi.

Sopraggiunto l'armistizio con la Turchia, H Govemo inglese fece rilevare al marchese Imperiali come la questione del nostro intervento armato a Gedda avesse cessato di avere un interesse pratico. (Telegramma del R. Ambasciatore a Londra n. 1296).

Senonchè nel primitivo nostro progetto era anche l'idea che fosse destinato a Gedda in qualità di Agente militare presso quel nostro Rappresentante, un ufficiale italiano, in posizione analoga a quella di un ufficiale francese già da tempo residente in Hegiaz.

Venuta meno -per le cause suddette -la possibilità dell'invio di un contingente di nostri ascari, l'ufficio ha esaminato se non convenisse non abbandonare l'idea della nomina di un ufficiale italiano a Gedda, e ciò sia per ragioni di prestigio di fronte agli indigeni che vedono ora la Francia (per non parlar dell'Inghilterra che ha una posizione eccezionale), con le sue missioni militari e le sue forze arma,te in Hegiaz, in posizione di superiorità di fronte a noi; sia per l'utilità di un abile informatore tecnico sulla vera situazione politicomilitare del Regno hascemita in confronto non solo degli inglesi, ma anche delle tribù arabe dissidenti e degli altri centri più o meno organicamente costituiti della penisola arabica occidentale, come ad esempio l'Assir; sia infine per non most~are soverchia acquiescenza di fronte al Governo britannico e all'attitudine da esso presa -senza previa consultazione con gli Alleati -di protettore del Regno hascemita.

Per questi motivi principali l'Ufficio sarebbe venuto nella conclusione che l'invio a Gedda di un ufficiale italiano costituirebbe un passo di indubbia opportunità. Eguale parere ha manifestato il Minist~o delle Colonie, interpellato al riguardo.

Se dunque l'E. V. approva i suesposti concetti, l'Ufficio potrebbe iniziare le necessarie pratiche con Gedda e con Londra. La questione, tuttavia, non presentando caratteri di eccessiva urgenza, può anche venir prospettata sotto il seguente diverso aspetto:

L'Inghilterra -è noto -ha domandato per iscritto di poter inviare in Albania -come suo agente militare -il generale Philips. Si è risposto, sino ad ora, evasivamente, ma in senso contrario alla proposta.

Consta però all'ufficio che l'Inghilterra tenterà presto nuovi personali passi presso V. E., a mezzo di sir RenneH Rodd, per tentare di ottenere l'autorizzazione alla presenza del generale Philips per l'Albania.

L'ufficio ha creduto opportuno riassumere tutto quanto precede nell'intento di proporre a V. E. di voler considerare insieme le due questioni, in questo senso: che noi potremmo servirei del nostro rifiuto o del nostro consenso allo invio del generale Philips in .Mbania come reciproco trattamento, di fronte al Governo inglese, circa il suo rifiuto o il suo consenso all'invio di un ufficiale italiano in Hegiaz.

(l) -Pubblicato al n. 295. (2) -Non pubblicato. (3) -Non pubblicata. (4) -Pubblicata in allegato al n. 393.
477

PROMEMORIA DEL DELEGATO MILITARE ALLA COMMISSIONE PER LA VALLE ROJA, DE MARINIS, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 6 dicembre 1918.

Rettifica della frontiera occidentale in corrispondenza del bacino delia Roja. (Carta al 100.000 dell'Istituto geografico itahano e carta al 100.000 del Ministero dell'Interno francese: fogli di Mentone, Monaco e Fontan).

La rettifica del confine occidentale nella regione delle Alpi marittime (Valle Roja) fu chiesta fin dal 1861 dalle popolazioni di frontiera interessate, per tutelare 11 commercio locale fra l'alto Piemonte e la Liguria.

Da quell'epoca, col progressivo sviluppo industriale che assume l'alta valle Roja, si fecero sempre più forti le ragioni per ottenere l'invocata rettifica. Queste ragioni si riassumono nelle principali seguenti:

La rotabile del Roja è la sola via di comunicazione fra l'alto Piemonte e la Liguria. Tale rotabile traversa per 17 chilometri territorio francese: da ciò, a malgrado degli accordi doganali esistenti, derivano gravi intralci al commercio ed oneri all'alpeggio del bestiame.

La strada ferrata Cuneo-Ventimiglia, che passa per la valle Roja, ha subito un notevole ritardo nella sua costruzione nel tratto che traversa il terl'!Ltorio francese, ed è a presumere che l'esercizio della linea incontrerà difficoltà non lievi perchè 1la Francia ha interesse a deviare il commercio verso il suo territorio anzichè incoraggiare quello tra le regioni italiane.

Il cuneo formato dal confine francese nel bacino della Roja lede i nostri interessi per l'utilizzazione d!lle acque del fiume quale forza motrice.

A derimere questi inconvenienti, gli enti locali interessati (basandosi anche su dati storici e contrattuali, questi ultimi relativi al protettorato del Piemonte su Monaco ed i diritti italiani su Mentone e Roccabruna) hanno prospettato tre soluzioni:

l. Minima. -Inclusione nel nostro territorio di tutta la valle Roja e delle alture che la dominano immediatamente ad occidente, in modo da sopprimere il cuneo che attraversa la valle stessa da S. Dalmazzo di Tenda a Piena.

2. -Mediana. -Inclusione nel nostro territorio di tutto il bacino del Roja, e perciò anche del suo affiuente il Bevera, in modo da eliminare ogni controversia circa il regime delle acque dei due fiumi. 3. -Massima. -Spostamento del confine a sud del bacino del Bevera, spostandolo verso occidente, sino al mare, portandolo a Capo d'Aglio, o anche poco più ad oriente di Capo d'Aglio, ma in modo da attribuire all'Italia i territori di Mentone e di Roccabruna.

A complemento di queste proposte alcuni suggeriscono di cedere alla Francia, in compenso dei territori che si vorrebbero ottenere, la zona montuosa della provincia di Cuneo immediatamente a nord del confine attuale, nel tratto Collalunga Cima del Diavolo, riportando il confine stesso sullo spartiacque che si distende da Cima Collalunga a Monte Clapier.

In unito a tali proposte, dal punto di vista militare va rilevato quanto segue:

l) La proposta minima importerebbe l'eliminazione del saliente francese di Breglio-Saorgio. Per essa, il confine dovrebbe seguire la linea: Cima del Diavolo, Cime de Raus, Col de Raus, Cime du Tour, l'Ortighea, l'Aution, Torrente de la Secca, Croix de la Parpella, Cime de Maun-e, l'Ubac de la Gonella, Col de Brouis, e quindi riprendere il confine attuale da C. Viraour al mare.

Questa proposta, quando non si potesse ottenere di più, sarebb-e accettabile, in quanto non pregiudicherebbe la nostra sistemazione difensiva, attuale, ed anzi ci metterebbe in condizioni di migliorarla, togliendo ai francesi la linea di alture ad occidente di Soargio e di Breglio (sul culmine delle quali a:J.ture dovrebbe passare il confine).

2) La proposta media porterebb-e il confine sulla displuviale, che delimita ad occidente ed a sud tutto il bacino della Roja, linea orog,rafica così individuata:

Cima del Diavolo, Cime de Raus, Col de Raus, Cime de Tour, l'Ortighea, l'Aution, Mont de Fourches, Cime de Tucis, Baisse de Camp Argent, Cime de la Calmette, Torrente du Pin, Cime de la Peica Cava, Cime du Pra de la Court, Cime de Romaillon, Mont S. Miche!, Mont la Blé, Cime du Gros Braus, Cime de Braus, Tete de la Lavina, Mont Scandelans, Mont Faiguet, Mont Meras, Col de la Segra, Mont Orso, Pie de la Garuche, Col d-e la Gard, Pie de la Sella, Col Bazet, Mont Mulacier. Da Mont Mulacier il confine seguirebbe la linea attuale sino al mare.

Questa linea sarebbe indubbiamente vantaggiosa, giacchè il possesso del bacino della Bevera favorirebbe la difesa della linea della Roja, sia perchè coprirebbe tale linea verso occidente con una importante zona montana, sia perchè renderebbe efficiente, quale linea di arroccamento, il corso della Roja che è seguito dalla rotabile e dalla ferrovia (ora in parte ancora in progetto), sia perchè -per contro -toglierebb-e ogni importanza militare per i francesi alla rotabile del Paglion, che si verrebbe a trovare in quasi tutto il suo percorso nelle immediate vicinanze del confine e sarebbe dominata dalle nostre posizioni. Si aggiunga che il bacino d-ella Bevera è solcato da una rotabile e da comunicazioni secondarie, le quali, oltre a giovare al nostro commercio, si presterebbero efficacemente ad una buona difesa manovrata e presenterebbe condizioni propizie agli effetti della finanza ad una futura eventuale sistemazione difensiva nostra su quel tratto della frontiera per la quale non sarebbero necessarie spese per l'apertura di nuove strade militari.

La linea in parola è tuttavia poco conveninente nell'ultimo suo tratto -e precisamente in quello che da Mont Orso per Pie de la Garuche volge prima ver,so nord e poi ad oriente per andare a riprendere l'antico confine a Mont Mulacier. Ed invero segu-endo tale andamento, il confine, taglierebbe la importante rotabile

di Castiglione Sospello e darebbe luogo per conseguenza ad inconvenienti analoghi a quelli che si vorrebbero eliminare con la progettata rettifica della frontiera del Roja, che mira appunto ad evitare che un'importante rotabile appartenga a due Stati. Oltre a ciò, la deviazione del confine da Mont Mulacier aumenterebbe notevolmente lo sviluppG chilometrico del confine, il che non è certo conveniente nei riguardi dell'economia delle forze e richiederebbe da parte nostra opere difensive considerevoli.

3) Gl'inconvenienti ora accennati, presentati dalla pr6posta media, sarebbero eliminati con l'adozione della proposta massima, la quale costituisce una soluzione più radicale della questione, facendo seguire al confine, da Cima del Diavolo al mare, la linea naturale dello spartiacque fra il bacino della Roja ed i bacini del Vesubio (Varo) e del Paglione.

Per tale proposta il confine, tracriato coine è detto al n. l) fino a Pie de la Garuche, pròcederebbe sino al mare seguendo ·la linea cosi individuata:

Colletta Brimsson, Pie de Baudon, Col de la M. de Gorbio, Cime de Garigliano, Cime des Gabanclles, Mont Agel, Col de ·la Guerre, Mont de la Bataille, la Tete de Cuien, Cap d'Ail.

Questa delimitazione sarebbe assai conveniente in quanto metterebbe 'in nostro possesso tutto il bacino del torrente Carei con le sue risorse e la sua buona rete di comunicazioni e di accessi verso la nuova frontiera.

.C<!n ,la soluzione proposta entrerebbero a far parte del territorio italiano Mentone, Roccabruna e Monaco. L'esame dei precedenti storici delle relazioni del ptfncipato di Monaco con la Francia, col Piemonte e col Regno d'Italia, dimostra come vi siano forti argomenti per sostenere i diritti dell'Italia su Roccabruna e su Mentone. Più complessa è la questione nei riguardi del principato di Monaco, per quanto anche per esso possano invocarsi da parte nostra titoli alla sua rivendicazione.

Nella previsione ad ogni modo che le eventuali trattative per addivenire ad una rettifica di confine con la Francia abbiano ad incontrare gravi difficoltà, è bene essere preparati a dover rinunziare all'inclusione nel nostro territorio del Principato di Monaco, epperò la linea di confine in esame, 'in prossimità del mare, potrebbe essere la seguente: M. Agel, M. Gros, quota 438, Pont de la Veille. Con tale delimitazione il confine passerebbe immediatamente ad oriente di Beausoleil, senza pregiudizio dei nostri interessi militari.

4) La zona, che si proporrebbe di cedere alla Francia, comprenderebbe l'alto e medio corso del Vallone di Castiglione, il torrente Mollierese, il Vallone di Boreone, l'alta e media valle di Madonna delle Finestre ed il Vallone della Gordolasca. La nuova linea proposta sarebbe, cioè, la displuviale che delimita tutto il bacino meridionale della Stura di Demonte, displuviale individuata dalle seguenti alture:

Cima di Collalunga (punto di partenza del confine attuale), Testa dell'Autaret, Testa Rognosa della Guercia, Cima di Tesina, Cima Moravacciera, Cima di Vermeil, T. Malinvern, P. Giegu, Cima Pagari, Cima Leccia, Cima Mercantour, Cima Lombard, Cima Agnelleria, Cima dei Gelas, Monte Clapier, Monte Ciamineias, Monte Capelet, Cima del Diavolo (punto di arrivo al confine attuale).

Questa linea non porterebbe pregiudizio all'industria ed al commercio locale, visto che è proposta dagli enti interessati, ed avrebbe un valore naturale incontestabile, perchè è la naturale separazione dei bacini della Tinea e dell'alta Vesubia dal bacino della Stura di Demonte. Infatti anche nella carta geografica De Agostini i nostri naturali confini con la Francia sono segnati in conformità della proposta massima integrata con la rettifica ora ricordata.

Nei nostri riguardi militari, però, la proposta non è vantaggiosa. Essa ci priva della reale padronanza, che il confine attuale ci dà delle importanti linee di comunicazione dell'alto e medio corso della Tinea, dell'alta Valle Vesubia e della rotabile del Vallone di Bramajana, mentre fissa il confine alle testate delle numerose valli di accesso alla valle Stura, agevolandone indubbiamente l'accesso ai nostri vicini, i quali col confine attuale per raggiungere quelle testate devono superare ostacoli montani di molta importanza.

Per queste considerazioni tale proposta non appare meritevole di essere per sè accolta. Se però l'attuazione di essa fosse condizione per l'accettazione da parte della Francia della proposta massima sopra esaminata, non si può escludere che convenga all'Italia, anche dal punto di vista militare, di consentire alla cennata cessione di territorio, superiori essendo e notevolmente i vantaggi che in compenso le sarebbero assicurati.

CONCLUSIONE

Le tre proposte esaminate: minima, media e massima corrispondono tutte alla miglior tutela dei nostri interessi economici: esse inoltre, non solo non pregiudicano, ma sono a vantaggio anche della nostra situazione militare. In conseguenza le tre proposte sono tutte accettabili e da sostenersi, nella eventualità che fossero avviate negoziazioni in merito col governo francese. Quella più favorevole a noi, anche dal punto di vista mtilitare, sarebbe evidentemente la proposta massima.

Nella condotta delle trattative è da escludere da parte nostra iniziative delle cessioni a titoli di compenso di cui al n. 4). E qualora esse ci fossero richieste, si potrebbe solo aderirvi in parte, in relazione all'accoglienza che troverebbero le proposte nostre.

Tali concetti dovrebbero costituire norma di condotta, nei riguardi militari, per coloro che fossero incaricati di trattare la speciale questione.

L'esame di una rettifica di frontiera ancor più vantaggiosa per noi della proposta massima, di cui si è trattato, e cioè l'esame di una rettifica di confine che ci metta in possesso del bacino del Padiglione, con o senza Nizza, sembra allo stato delle cose superfluo perchè una tale rettifica è troppo remota dalle possibilità prevedibili.

478

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. GAB. 1764. Roma, 7 dicembre 1918, ore l.

(Per Londra). Mi riferisco ad un telegramma diretto a V. E. da Sforza (1). (Per Parigi). Sforza telegrafa quanto segue: (telegramma n. 2471/30 del

4 dicembre, sino a «Turchia Asiatica :.). (Meno Costantinopoli). Ho risposto come segue: (Per Costantinopoli). Suo telegramma n. 30.

(Tutti). Secondo l'accordo stipulato a Londra nello agosto 1917 fra l'Italia, Francia e Inghilterra, il littorale della zona d'influenza italiana comincia approssimativamente fra Edremid e Aivalik nel Golfo di Edremid e arriva sino al fiume Gediz ove ha principio il littorale della zona italiana di amministrazione.

Questa delimitazione deve pertanto servire di norma nella ripartizione geografica relativa al controllo dei passaporti. (Per Parigi e Londra). Informo V. E. di quanto precede per eventuale norma di linguaggio.

(l) Pubblicato al n. 444.

479

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 495)

T. GAB. RR. P. 3104/707, Parigi, 7 dicembre 1918, ore 12,20 (per. ore 3,15 dell'B).

Ringrazio V. E. del telegramma n. 3084 (1).

Consenso di massima di Foch e possibilità sostituire nostra mano d'opera militare coi prigionieri austriaci semplificano situazione. Sull'esperienza però del passato mi permetto suggerire due cautele l'una che messa a disposizione dei prigionieri sia contemporanea al richiamo, l'altra che si ottenga da Foch qualche dichiarazione precisa scritta o telegrafata di adesione. In questi momenti scabrosi è necessario evitare ogni possibilità di malintesi o dissensi accessori che verrebbero qui sfruttati a danno nostro maggiore interesse.

480

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, A VITTORIO EMANUELE III (AO)

T. uu. s. n. Roma, 7 dicembre 1918, ore 13,50.

Grazie del Suo telegramma di ieri sera (2). Richiamerò attenzione di Sonnino su quanto riguarda incontro di V. M. col Presidente Wilson a Parigi ma assicuro

V. M. essere appunto intenzione nostra che tale incontro non significhi affatto rinuncia alla venuta del Presidente in Italia. Ciò devesi anzi assolutamente evitare. Mi risulta anche che Sonnino ha già fatto delle proteste contro l'eventualità che truppe francesi si spingano in direzione di Vienna senza le italiane. Finalmente poi cerimonia francese, cui V. M. ha assistito, mi suggerisce un'idea tendente a conciliare la difficilissima situazione di Fiume. Voglio dire se non sia il caso che occupazione di questa città rimanga esclusivamente al Comando i;taliano, il quale però affiderebbe comando locale al generale francese Graziani. Prima però di proporre tale soluzione sarò infinitamente grato a V. M. se volesse esprimermi il Suo giudizio in proposito.

(l) -Pubblicato al n. 467. (2) -Pubblicato al n. 468.
481

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 4, p. 484)

T. GAB. 3093. Roma, 7 dicembre 1918, ore 16,30.

Nell'ultima conferenza di Londra Clemenceau si dolse per divieto opposto da autorità militare italiana alla trasmissione dei telegrammi del Comando francese. Si dolse altresi dell'appropriazione in massa che esercito italiano avrebbe fatto degli appr.ovvJgionamenti lasciati dall'esercito austriaco a Fiume. Avendo io telegrafato nostro Comando supremo, questo mi trasmette il seguente telegramma del generale Graziali che comanda a Fiume: « Dichiaro in modo esplicito çhe nè io nè generale Sanmarzano nè Ammiraglio abbiamo mai, 'in alcun modo, fatti o permessi dinieghi alla trasmissione di telegrammi, fonogrammi, radiogrammi di servizio da parte di autorità francesi, inglesi e americane. Tali comunicazioni non sono affatto sottoposte controllo censura. Approvvigionamenti lasciati da esercito austriaco sono sotto esclusiva gestione del governo nazionale di Fiume, che. li ha dichiarati proprio patrimonio. Se autorità militari italiane hanno fatto piccoli parziali prelevamenti, è stato sempre col pieno consenso Governo nazionale e lasciando di ogni cosa regolare ricevuta. Anche truppe alleate, e specialmente francesi, qui dislocate, hanno eseguito prelevamenti con le stesse norme che truppe italiane e senza alcun inconveniente. In attesa che Conferenza Pace stabilisca definitivamente situazione del territorio Fiume, e quindi di tutti i beni statali qui esistenti, Comando interalleato protegge tali beni e ne sorveglia amministrazione. Generale Graziali».

Mi sembra adunque ampiamente dimostrata insussi,stenza di quest'ordine di lamenti, cosi come è stata pure dimostrata per questione bandiere gala della nostra nave di Corfù. Prego V. E. di far pervenire tali chiarimenti a11 si,gnor Clemenceau e di avere possibilmente un colloquio con lui, nel quale far risultare che le inesatte informazioni, che gli erano state trasmesse, dimostrano che gli informatori sono sotto uno stato di suggestione a,ppassionata, che toglie loro il senso della verità.

482

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 4, p. 487)

T. GAB. 3096/15776. Comando Supremo, 7 dicembre 1918, ore 17,15 (per. ore 20).

Comunico all'E. V. seguente telegramma qui diretto da Maresciallo Foch: c Conformément à la décision prise à Londres par les Gouvernements italien, français et britannique relativement aux dispositions à prendre en vue de

l'occupatton militaire de l'Autriche (décls.ion qui a dii vous etre communiquée par votre Gouvemement), je vous prie de bien vouloir m'adresser vos propositions à cet égard. A titre d'indication, voici les précisions que j'ai demandées à ce propos au général Franchet d'Esperey: l) Ligne de démarcation entre votre zone d'action et .celle du général Diaz. 2) Points principaux à occuper, garnisons nécessaires, leur composition. 3) Organisation du Commandement dans les centres comportant uÌl.e oc-cupatìon intéralliée ».

Mi riservo di rispondere al Maresciallo Foch dopo riunione Comitato di Guerra indetto da V. E. Intanto .si sta studiando la questione su cui mi riservo riierire verbalmente all'E. V.

483

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 482. Arcangelo, 7 dicembre 1918, ore 21,11 (per. l'B).

Telegramma di V. E. n. 2649 (1).

Mettendo da parte punto di vista tecnico e ragioni di opportunità che potrebbero consigliare diversamente rispondo riferendomi alle direttive generali finora seguite dal R. Governo per quanto concerne gli affari di Russia. Il R. Governo non ha mai riconosciuta indipendenza Finlandia .che continua quindi a considerare come facente parte della Russia riierendosi al proclama emanato in proposito dal Governo :provvisorio di Pietrogrado. Su questa base non si potrebbe perciò ammettere differènza di trattamento tra Finlandia e Russia.

Ogni deliberazione presa nei rapporti della Russia deve prescindere da ogni accordo o intesa col Governo massimalista col quale non esiste nè può esistere alcun contatto. Col Governo massimalista si ha del resto «di fatto » stato di guerra.

Condizione che Russia rispetti sudditi alleati, loro interessi e non ponga ostacoli al commercio coi Paesi alleati non ha nessun valore pratico. Esperienza ha dimostrato che Governo massimalista non mantiene mai nessun impegno ed agisce costantemente nel modo più arbitrario specialmente per quanto concerne la sicurezza personale proprietà ed interessi privati di sudditi esteri che secondo sua confessione del resto non esistono come tali ma entrano nella categoria di proletari e borghesi a parità dei cittadini russi.

Non sembra possibile non ammettere distinzione tra diverse parti della Russia: la regione del nord coi porti di Arcangelo e Murman ove gli alleati sono in amichevoli rapporti di fatto col Governo e che è sotto il controllo loro non può essere considerata alla stessa stregua delle regioni sotto il controllo dei Sovieti coi porti di Pietrogrado e Kronstad. Anche nel sud a Odessa e Sebastopoli si vanno creando nuove situazioni come ne ... [manca] una diversa e Vladivostock ed a Libau.

Nello studiare questione riguardante maniera ... [manca] tra paesi neutrali e Russia non si può quindi parlare di unico sistema e direttiva senza fare sostanziale distinzione tra diverse regioni. Governo massimalista non è stato riconosciuto da nessuna potenza dell'Intesa neppure come governo di fatto e conseguentemente bandiera bolscevica giuridicamente non esiste. Esistendo poi stato di guerra tra Governo massimalista ed Alleati mi sembra nostre navi possano catturare ogni nave russa che portasse bandiera bolscevica.

Per quanto concerne comitato interalleato di Helsingfors se esso 5arà creato sembra opportuno che vi sia anche nostro rappresentante se non altro per essere al pari degli altri. Osservo però che R. Ministero degli Affari Esteri in generale non ha creduto fino ad ora nei rapporti della Finlandia di procedere alla nomina di un console di carriera per non modificare in nulla presente situazione astenendosi da ogni atto che significasse anche indirettamente un qualsiasi riconoscimento. Nostri AHeati si trovano perciò in !Situazione alquanto diversa avendo essi avuto sempre in Finlandia dei rappresentanti che sono restati al loro posto durante tutte le fasi degli avvenimenti svoltisi compreso il periodo occupazione tedesca.

(l) Cfr. p. 250. nota l.

484

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 1-4)

T. RR. P. 3106/710. Parigi, 7 dicembre 1918, ore 22 (per. ore 14,40 deLl'B).

In seguito tuo telegramma da Pisa senza numero (l) di ieri, mi sono recato da Clemenceau per fare passi ordinatimi. Ho avuto con lui la discussione più tempestosa di cui abbia ricordo nella mia ormai non breve carriera. Egli come d'uso prese subito l'offensiva dolendosi altamente di noi soprattutto del nostro Comando Supremo militare e navale per colpa dei quali, egli diceva, esercito di Franchet tagliato fuori dalla c sua base > di Fiume dove noi senza diritto abbiamo preso il comando. Non ho bisogno di dire che gli ho tenuto testa con calma ma anche con opportuna energia. Conclusione della conversazione fu che egli desiderava come noi che quattro Ammiragli si riunissero al più presto possibile e si accertò anzi che il francese era partito ma non avrebbe dato a quest'ultimo nessuna istruzione aspettando che riferisse sulla situazione a Fiume.

Anche tenendo conto del carattere di Clemenceau, non conviene dissimularci che il suo linguaggio riflette una situazione di cose e di rapporti con la nostra alleata di cui dobbiamo preoccuparci. Egli ci rimprovera d'andare diritti alla guerra colla futura Jugoslavia, rimprovera ai nostri ammiragli ai nostri generali di offendere continuamente la Francia, ritornò sul viaggio di Nitti, sul telegramma di Revel, si lagnò anche di Diaz; a tutte le sue recriminazioni risposi a tono, ma senza riuscire a fargli ammettere che sostanzialmente torti non sono nostri.

È la solita tattica dell'offensore che attacca perchè l'offeso non possa difendersi, ma comunque sia ti devo segnalare una cosa che merita tutta la nostra attenzione. Egli mi disse di aver mandato un lungo telegramma a Barrère che ti parlerà di tutti questi argomenti.

Avendogli io chiesto perchè non aveva direttamente approfittato del comune soggiorno a Londra per spiegarsi coi nostri Ministri, egli mi rispose che alla partenza da Londra tu gli avevi detto che ti saresti recato nel suo vagone a parlare da solo a solo con lui, che egli ne sarebbe stato lietissimo, ma che non vi eri poi andato e nemmeno l'avevi salutato all'arrivo a Parigi. Ti racconto anche questo per nulla !asciarti ignorare ma non ti consiglierei di rettificare perchè eliminato questo lamento, altri se ne troverebbero. Quello che occorre a mio giudizio è di rimuovere nella radice una situazione che è preoccupante.

Data la conversazione d'oggi,-avevo pensato un momento a scusarmi dall'accompagnare Presidente della Repubblica in Alsazia Lorena, ma poi ho creduto meglio di non sottolineare una tensione che spero si potrà rimuovere e che non è nota al pubblico. Partirò quindi stasera e ritornerò mercoledi mattina a Parigi. Pichon rimane a Parigi e potrai quindi telegrafare a Ruspoli per tutte le comunicazioni al Governo francese. Difficilmente potrebbero passare per mio mezzo, non potendo io portare meco segretario e itinerario essendo complicatissimo.

Pregoti comunicare a Sonnino.

(l) Pubblicato al n. 470.

485

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, p. 4)

T. 31071711. Parigi, 7 dicembre 1918, ore 22 (per. ore 14,45 dell'B).

Facendo seguito mio telegramma n. 710 (1).

Ho conferito anche con House nel senso da te desiderato. Egli mi disse che parte stasera stessa da Parigi capitano di vascello americano Gerard latore di istruzioni per ammiraglio Bullard. Mi promise che questi agirà in senso conciliativo.

486

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1769. Roma, 7 dicembre 1918, ore 22.

Suo telegramma n. 480 (2). A Londra non vi fu tempo materiale per una conversazione fra me e Balfour circa la questione dell'Asia Minore. Pur mantenendo il nostro punto di vista circa la validità dell'accordo di

agosto 1917, sono tuttavia disposto a procedere ad uno scambio di idee col Governo britannico.

Come è noto a V. E. Tyrrell suggeri a De Martino che sarebbe utile intra~ prendere un esame comune in base alla situazione di fatto nell'interesse di entrambi i paesi e che a tale scopo sarebbe opportuna una conversazione di massima fra me e Balfour dopo di che Crowe e De Martino potrebbero trattar la questione tecnieamente.

Sono d'accordo circa l'utilità di una intesa preliminare confidenziale fra l'Italia e l'Inghilterra e a tal fine autorizzo V. E. ad avere con Balfour quella conversazione di massima che Tyrrell suggeriva dovesse aver luogo con me. Dopo che V. E. mi avrà informato circa l'esito di tale colloquio, son disposto ad inviare De Martino costà per la trattazione tecnica ad referendum con Crowe.

Nel colloquio di V. E. con Balfour ritengo che Ella possa chiedergli, per entrare in materia, in qual modo il Governo inglese crederebbe dare esecuzione all'art. 9 del trattato di Londra del 1915 qualora, in via di ipotesi, nuove eire~ stanze di fatto sorte dopo la conclusione dell'accordo dell'agosto 1917, rendessero difficile. o impossibile l'esecuzione di quest'ultimo.

L'articolo 8 dell'accordo 1917 contempla precisamente questo caso, ed anche per tale motivo non si comprende perchè il Governo inglese non chieda la applicazione di questo articolo 8 anzichè contestare la validità dell'intero accordo con argomenti per lo meno assai discutibili.

(l) -Pubblicato al n. 484. (2) -Pubblicato al n. 451.
487

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI

T. 1597. Roma, 7 dicembre 1918, ore 22. Suo telegramma Gab. n. 129 (1).

R. Ambasciatore a Londra telegrafa che Governo britannico intende non ingerilìSi nella questione lasciando che Giappone e America se la regolino tra loro. A conferma mio telegramma n. 1448 (2) autorizzo V. E. appoggiare con discrezione punto di vista americano.

488

VITTORIO EMANUELE III

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO)

T. uu. s. n. ViUa Italia, 7 dicembre 1918, ore 23,20 (per. ore 0,15 dell'B).

Grazie dei suoi due telegrammi (3). Sta bene quanto Ella mi dice per la visita di Wilson a Roma. Ritengo sarà vedere bene per la eventualità che truppe alleate vadano a Vienna, tanto più non risulta se nostre truppe sono entrate in Bukarest con quelle degli alleati.

Dubito che il generale Graziani possa trovare per sè inadatta la pos1z1one a Fiume a cui Ella accenna, avendo egli comandato qui una armata. Di questo Ella potrà essere informata in particolare dal generale Diaz.

(l) -Pubblicato al n. 409. (2) -Pubblicato al n. 266. (3) -Pubblicato uno solo al n. 480.
489

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. RR. 1599. Roma., 7 dicembre 1918.

Suo telegramma n. 490 (l).

Comunicazione del colonnello De Fourtou può riferirsi a iniziativa nata spontaneamente ovvero fomentata da emissari a noi avversi; ma potrebbe anche essere stata motivata da indiscrezioni giunte a Scutari circa progettata creazione Consiglio Nazionale Albanese di cui roio telegramma n. 1657 (2). V. E. vorrà indagare rapidamente.

Ove le risulti trattarsi prima ipotesi farà ogni possibile per impedire riunione mediante sollecito invio di truppe ad Alessio.

Ove si tratti di seconda ipotesi non vedo altra soluzione che affrettare riunione progettata, raddoppiando prudenza per dissimulare nostro favore, ed a fatto compiuto far risultare che non si tratta di costituzione di governo provvisorio, sibbene di uno spontaneo movimento di tutte le regioni albanesi per creare un organo legittimamente qualificato per dare una voce alle roanitfestazioni regionali albanesi.

490

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI, E AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1601. Roma., 7 dicembre 1918.

Il R. Console in Janina telegrafa quanto segue in data 5 dicembre: (telegramma n. 209/3176) (3). Con telegramma dello stesso giorno il console Nuvolari comunica pure quanto segue: (telegramma n. 2-10/3178) (4).

Dall'insieme dei due telegrammi appare chiaramente che il signor Sterghiades intende continuare ad intensificare agitazioni di propaganda nazionale valendosi successivamente campagna calunniosa stampa, proteste e voti delle popolazioni, campagne terroristiche.

(Solo per Ambasciate). V. E. vorrà attirare l'attenzione dJL codesto Governo sopratutto sul fatto del ritorno sul territorio delle loro gesta dei capibanda greci, i quali si proporrebbero di organizzare disordini nell'Albania meridionale occupata dalle truppe italiane. È nostro intendimento non frapporre impedimenti a qualsiasi ordinata manifestazione di aspirazioni nazionali; ma non potremo evidentemente consentire manifestazioni facinorose. Per ogni eventualità è bene codesto Governo sia preavvisato di ciò che si sta preparando nell'Albania meridionale con sistemi caratteristicamente balcanici.

(Solo per Comando Valona). Ho portato quanto precede per mezzo delle RR. Ambasciate a conoscenza dei Governi americano francese e inglese, attirando particolarmente la loro attenzione sul ritorno ai loro campi d'azione dei capibanda greci e prevenendoli che, mentre consentiremo l'ordinata manifestazione di tutte le aspirazioni nazionali, dovremmo non consentire le manifestazioni facinorose ed i disordini.

V. E. vorrà trarre norma di condotta da questo telegramma, agendo con l'abituale prudenza.

(l) -Non rinvenuto. Ma cfr. più avanti U n. 492. (2) -Non pubblicato. Con esso Borsarelli informava U 3 dicembre 1918 U generalePiacentini dell'imminente arrivo in Albania del tenente colonnello Ettore Lodi incaricato di c risiedere presso U Consiglio Nazionale Albanese per servire di tramite riservato e non ufficiale nei rapporti di tale organo con le autorità italiane in Albania e nel regno e per mantenere la sua attività entro i limiti convenienti •. (3) -Pubblicato al n. 456. (4) -Pubblicato al n. 458.
491

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. GAB. 3830. Roma, 7 dicembre 1918.

Trasmetto a V. E. copia di una Nota Verbale (l) testè comunicatami da questa Ambasciata di Francia. Il signor Barrère l'accompagna con un biglietto del seguente tenore:

«Voici la note dont il a été question ce matin sur la délimitatLon des zones de commandement. Elle me paratt répondre à nos avantages communs.

En ce qui concerne Spalato base de ravitaillement, le port y est magnifique; mais les communications ferrées de l'endroit ne se pretent pas au ravitaillement sur Belgrade ~.

Con tale nota il Governo francese viene a chiederci praticamente di cedergli il comando nell'occupazione di quasi tutta l'Austria-Ungheria compresa Vienna. Richiamo a questo proposito il telegramma di S. M. il Re (2) comunicatomi oggi stesso da V. E. le cui considerazioni collimano esattamente col telegramma da me diretto ieri al R. Ambasciatore a Parigi (telegramma di Gab. n. 1762) (3). Sarei di opinione di rispondere all'Ambasciatore di Francia che il Governo italiano propone a sua volta, in via transazionale, che il comando in Austria rimanga al generale Diaz ed il comando in Ungheria sia affidato al generale

(2} Pubblicato al n. 488.

d'Esperey, salvo beninteso l'intemazionalità delle truppe di occupazione. Cosi le truppe italiane andrebbero eventualmente a Budapest sotto il Comando francese e truppe francesi a Vienna sotto il Comando italiano. Per Fiume parmi impossibile cedere alla Francia il Comando italiano anche se si dovesse aderire alla richiesta della Francia di farne base di rifomimento per l'armata d'oriente.

(l) -Non pubblicata. (3) -Pubblicato al n. 461.
492

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A W ASlllNGTON, MINlSCALCHI

T. 1606. Roma, 8 dicembre 1918, ore 15.

(Per Parigi). Mio telegramma n. 18628 (1).

(Per tutti). Colonnello De Fourtou comandante del reparto francese e per ragioni di anzianità anche della piazza di Scutari, ha telegrafato generale Piacentini che il giorno 9 si riunirà Alessio o dintorni assemblea òelegati della media Albania e Albania settentrionale onde nominare governo provvisorio per tutta l'Albania con Scutari capitale. Colonnello de Fourtou soggiungeva correre voce che assemblea fosse promossa Comando italiano. Generale Piacentini ha risposto smentendo categodcamente queste voci ed ha pure informato della cosa e ripetuto la smentita al generale Franchet. Alla mia volta ho dato istruzioni al generale Piacentini di impedire con tutti i mezzi possibili la riunione Alessio. Debbo però rilevare che movimento segnalato potrebbe essere originato da reazione verificatasi a Scutari in seguito a mutamento del Governo locale effettuato dal colonnello de Fourtou di sua esclusiva iniziativa. Con ciò il de Fourtou è manifestamente venuto meno al principio di non ingerirsi affari interni albanesi fino alla conferenza della pace principio al quale autorità militari italiane si sono sempre uniformate. Creazione Govemo scutarino è infatti vera e propria ingerenza da non confondersi con libertà di manifestazione di idealità nazionali.

Qualora gravi effervescenze origir.ate dal provvedimento del colonnello de Fourtou dovessero avere, nostro malgrado, conseguenze temute, egli solo ne sarebbe responsabile.

Voglia d'urgenza mostrarsi informato di quanto precede con codesto Governo enunciando apprezzamento sopra esposto. (Per Londra). Per migliorare intelligenza di quanto precede comunicale seguente telegramma del generale Piacentini in data del 28 novembre:

c: Comandante nostro contingente Scutari mi trasmette seguente telegramma che riproduco per doverosa informazione: "Comando militare francese piazza Scutari sostituito nuovo Governo a quello già esistente. Ai lavori pubblici nominato ingegner Briand nazionalità francese, al catasto Micalcam Sbalaci cognato di Briand, di nazionalità greca, finanze Riza Becomplico, tribunali istanze Edragui [?] «cattolico:., dogane Antonio Giobba c: cattolico:., posta Effendi Mufti

Tair .... [manca] Effendi Cadi Mail, debito pubblico Ibrahim Effendi, istruzione Gaspare Beltoia «cattolico:., Vachrufalitaden [?] Effendi Baneta, agricoltura Mehemet Effendi. Pare che alcuni membri non accettino carica fra cui Cadi e Antonio Giobba. Cambiamento Governo provocato grandissimo malcontento città che chiede con quale diritto Comando francese si interessi Governo della Albania, occupata da truppe italiane, mentre autorità francese si limita soltanto città. Notabili città venuti Comando italiano chiedendo linea di condotta che sottoscritto non può dare. Riunitesi personalità al·banesi tra cui Arcivescovo e Prenk Bib Doda per gettare basi governo provvisorio dell'Albania con Scutari capitale sotto protettorato italiano. Maggiore Molinaro ". Il Comandante interinale 16° Corpo d'Armata aggiunge da sua parte il seguente commento." 13231. Permettomi richiamare l'attenzione di V. E. suLla gravità provvedimento preso da Comandante presidio interalleato Scutari che avrà per conseguenza gettare territorio albanese di recente occupazione stato completo anarchia amministrativa. Tale condizione di cose oltre rendere impossibile funzionamento amministrazione locale favorisce inoltre propaganda essadista e può aver per risultato gravi disordini. Generale Chionetti ".

A tali considerazioni si associa anche questo Comando. Con la circostanza comunico risultarci che Prenk Bid Doda teme arresto 'da parte Comandante francese piazza Scutari perchè partigiano indipendenza Albania e protettorato italiano. Egli sarebbe passato sinistra Drimassa per proseguire su Alessio. È stato disposto perchè Prenk Bib Doda venga trattato con riguardo al suo arrivo Alessio».

(l) Non pubblicato.

493

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. RR. PRECEDENZA ASSOLUTA 1607. Roma, 8 dicembre 1918, ore 15.

Suo telegramma n. 585 (l) giuntomi stamane posteriormente al telegramma

n. 490 (2).

Movimento Alessio sembra ora essere conseguenza reazione alla ingerenza colonnello De Fourtou nel Governo Scutari. Cosi iniziato tu:rnultuariamente per ragioni locali nordalbanesi il movimento rischia assumere aspetto particolarista

o separatista nocevole causa albanese e sfuggire nostro controllo. V. E. vorrà informare colonnello Lodi perchè agendo con la massima avvedutezza e prudenza suggerisca a notabili albanesi che sono con :lui di adoprarsi d'urgenza per mutare il carattere di questa spontanea manifestazione albanese attraendola e confondendola nella iniziativa di Durazzo. Per tal modo, creazione Consiglio Nazionale Albanese apparirà come opera moderazione mentre per colpa colonnello De Fourtou movimento minacciava risolversi in senso contrario alle direttive tracciate dalle Grandi Potenze.

Lascio alla prudenza di V. E. di agire secondo le circostanze, e non insisto perciò su istruzioni di repressione militare, contenute mio precedente telegramma.

(l) -Non pubblicato. Ma cfr. nn. 492 e 489. (2) -Non pubblicato.
494

IL MirHS'l'RO DEGLI ESTEÌU, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE À PARIC:H, BONIN LONGARE

T. GAB. 1771. Roma, 8 dicembre 1918, ore 20,30.

Telegramma di V. E. n. 676 (1}.

·Poichè informazione dei giornali è posteriore suo colloquio con codesto Ministro degli Affa:d Esteri ritengo opportuno V. E. tenga nuovamente parola al signor Pichon di quanto io le ho telegrafato circa occupazione di Budapest e Vienna.

495

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3216/471. Atene, 8 dicembre 1918 (per, il 9).

Nella seduta Camera di ieri Presidente diede lettura di un memoriale dei pretesi deputati dell'Epiro settentrionale che pregano Camera ottenere fine dell'occupazione straniera di quel territorio e la loro unione alla Madrepatria.

496

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI

ESTERI, SONNINO

R. RR. P. 1119/3653. Roma, 8 dicembre 1918.

Mi pregio rimettere all'E. V. copia del rapporto riservatissimo personale in data 3 dicembre (2) di S. E. Millo circa le condizioni di Spalato.

Con riferimento alla proposta di S. E. Millo di inviare a Spalato una nostra nave da guerra, che eventualmente manderebbe a ,terra le sue tforze da sbarco, ho telegrafato quanto segue:

«Riferimento lettera n. 12 del giorno 3 prego V. E. attendere mie ulteriori comunicazioni per invio nave da guerra a Spalato e eventuale sbarco sua forza da sbarco a meno che avvenimenti non richiedano assolutamente nostra azione diretta per proteggere connazionali ».

Prego l'E. V. compiacersi farmi conoscere se ritiene che si debba senz'altro

inviare una nostra nave da guerra a Spalato, oppure se devo confermare le

istruzioni date col telegramma summenzionato, che ho trasmesso appunto in

attesa di conoscere le determinazioni di V. E.

18 -Documenti diplomatici · Serie VI · Vol. I.

(l) -Pubblicato al n. 431. (2) -Non pubblicato.
497

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO .A VERS.A.ILLES, DI ROBILANT, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ (l)

(AO, reg. 5, p. 18)

T. 3121/7151. Trianon VersaiUes, 9 dicembre 1918, ore 16,45 (per. ore 22,45).

Riferimento suo telegramma n. 59968 (2).

S. E. Presidente presentandosi al suo ritorno da Londra, nel mettermi pe·rsonalmente al corrente cirea suoi accordi con maresciallo Foch relativamente richiamo in Italia nostre truppe ausiliarie, accennò essersi parlato della loro sostituzione con prigionieri austriaci. Prego indicarmi se ritengasi opportuno abbinare le due questioni, o se si giudichi preferibile che io ponga soltanto quella del ritiro delle nostre truppe ausiliarie senza alcun accenno a tale sostituzione sulla quale maresciallo Foch potrebbe eventualmente non ritomare. Nell'occasione ritengo ad ogni buon fine opportuno informare che R. Ambasciatore Parigi, riferendosi mio foglio 6980 del 3 corrente (2) da me inviatogli per opportune e doverose informazioni poichè egli fu in antecedenza interessato nelle pratiche per ritiro lavoratori, mi scrive esprimendo a.vviso « che sia indispensabile preparare provvedimenti mediante opportuna intelligenza col Govemo francese prima di qualsiasi annunzio del richiamo e qualsiasi misura esecutiva». Ciò premesso, al solo scopo di escludere qualsiasi discordanza di azione mentre S. E. Presidente Consi-glio Ministri giudicherà se allo stato attuale delle cose sia ancora necessario dar luogo a comunicazioni preliminari per via diplomatica, sono pronto ad agire presso il maresciallo Foch nel tempo e nel modo V. E. sarà per indicare.

498

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI, AI MINISTRI A COPENAGHEN, CARROBIO, E A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1772. Roma, 9 dicembre 1918, ore 20.

Questo Ministro di Svezia e questo Incaricato di Affari di Danimarca mi hanno insieme comunicato una nota che il Ministro di Svezia a Parigi d'accordo coi suoi colleghi di Danimarca e di Norvegia ha rimesso al Governo francese per domandare l'ammissione alla conferenza della pace quando verrà in discussione la questione della Lega delle Nazioni o altra nella quale i detti Stati abbiano un interesse diretto.

È stato risposto che in via di massima nelle recenti conversazioni di Londra si era rimasti favorevoli alla ammissione di detti Stati per le questioni anzidette e mi sono riservato di dare una risposta concreta e definitiva ulteriormente.

(Per Parigi, Londra, Washington). Prego dare conoscenza di quanto precede a codesto Governo e domandargli se ed in quale forma crede confermare la deliberazione presa a I..ondra.

(l) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Orlando e Zupelli. (2) -Non pubblicato.
499

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2492/485. Londra, 9 dicembre 1918, ore 21,4() (per. ore 11,40 dei. 10). A titolo di cronaca riferisco in base a informazioni attinte da buona fonte che in. recente colloquio con l'Ambasciatore di Francia Wilson accennando agli

intricati problemi orientali ebbe· a dire che si chiedeva se la migliore soluzione non sarebbe quella di affidare alla Svizzera l'Amministrazione della Turchia.

500

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 1617. Roma, 9 dicembre 1918, ore 24. In data del 21 novembre il Governo provinciale di Zagabria telegrafava al Comando nostre forze in Dalmazia chiedendo che gli ordini alle autorità locali fossero da Comando stesso impartite per tramite Comitato centrale Zagabria. Telegramma conteneva anche protesta per aver ammiraglio Millo impedito ad impiegati trovantisi nel territorio nostra occupazione prestazione giura.. mento fedeltà Jugoslavia. Ammiraglio ha risposto al Comitato che poichè condizioni armistizio stabiliscono .suo controllo su autorità locali e non accennano ad altre autorità aventi sede fuori territorio occupazione egli non poteva aderire domanda fattagli e avrebbe continuato rivolgersi soltanto autorità locali. Giunge ora notizia che stesso Comitato impose giuramento fedeltà funzionari Spalato motivandolo con suo riconoscimento internazionale da parte Potenz~. Magistrati ed altri impiegati di nazionalità italiana rifiutarono sottomettersi giuramento sino decisione <;ongresso pace. Detti funzionari sono stati per tale motivo dichiarati decaduti e sono stati privati diritto pensione; prevedonsi analoghe arbitrarie misure a danno altre categorie di funzionari locali. Prego V. E. attirare attenzione codesto Governo su illegalità compiute da Comitato iugoslavo il quale non ha diritto nemmeno se trattisi di zone fuor.i della linea di armistizio di compiere atti modificanti situazione di diritto ivi esistente, Spalato essendo occupata dagli Alleati e dall'America spetta ai Governi associati far prevalere colà stessa linea di condotta adottata da ammiraglio Millo a Zarà, basata sul principio che nessuna modificazione alle istituzioni e leggi vigenti può essere consentita dalle autorità militari occupanti salvo per indispensabili esigenze militari o di ordine pubblico.

Voglia provocare istruzioni in tal senso da codesto Governo alle competenti autorità militari e navali.

501

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3220/264. Madrid, 9 dicembre 1918 (per. il 9).

Telegramma di V. E. n. 1573 (1).

Secondo mia fondata impressione condivisa miei colleghi Inghilterra, Francia, Stàti Uniti, nulla induce a credere che Governo spagnuolo si disponga a qualche azione intesa modificare attuale stato di cose a Tangeri.

Situazione interna Spagna, presenza al potere di Romanones desideroso procedere d'accordo con Alleati, opinione pubblica avversa operazioni militari Marocco, inutilità colpo di mano su Tangeri che è sotto il controllo navi inglesi, rende improbabile ipotesi di sol'presa da parte Governo spagnuolo a questo riguardo.

Non escludo aspirazioni Spagna al possesso di Tangeri (mio rapporto n. 394) nè presenza Marocco di persone che si fanno zelanti interpreti di quelle aspi·r'azioni.

502

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2494/486. Londra, 9 dicembre 1918 (per. ore 10,10 del 10).

Mio telegramma n. 480 (2).

In conversazione privata manifestavo ieri a Drummond sgradita mia sorpresa per inesplicabile insistenza del Foreign Office ad inviarmi nota comunicazione contrariamente a quanto avrei avuto motivo prevedere. Mi rispose,

sempre a titolo confidenziale privatissimo, che di quella comunicazione non avrei effettivamente più sentito parlare se nostra tesi non fosse stata nuovamente ribadita in una comunicazione scritta consegnata a suo dire a Balfour tre corrente (3). Ciò stante ed in mancanza di tempo materiale per discorrerne direttamente con V. E. Balfour, ad evitare possibili equivoci, aveva ritenuto dovere di lealtà che V. E. venisse esattamente edotta da un documento britannico di tutto il pensiero di questo Governo sull'argomento. Essendo io affatto ignaro dei termini del predetto documento di cui ignoravo perfino avvenuta consegna, non ritenni opportuno proseguire la conversazione. La conclusi quindi con una osservazione generale sulla necessità imprescindibile di raggiungere presto accordo definitivo e sulle perniciosissime conseguenze che il prolungarsi di questo stato di incertezza potrebbe produrre tenendo conto del fatto importantissimo che il Parlamento e l'opinione pubblica italiana esigono in modo

assoluto anche che questione dell'Asia M~nore abbia soluzione pienamente conforme ai diritti ed interessi italiani. Drummond replicò che i nostri diritti essendo comunque ampiamente tutelati dalle chiare e tassative disposizioni del trattato, egli non aveva la benchè menom·a preoccupazione circa sicuro soddisfacente regolamento.

(l) -Non pubblicato. Esso ritrasmetteva il telegramma n. 3106/23 del l• dicembre 1918 diretto da Rinella a Sonnino, non pubblicato, che anticipava riassumendolo il rapporto dello stesso Rinella, inviato il 2 dicembre, e pubblicato al n. 435. · (2) -Pubblicato al n. 451. (3) -Cfr. n. 436.
503

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO. DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3248/106. Pera, 9 dicembre 1918 (per. il 10).

Telegramma di V. E. 1594 (1).

Ritengo necessario mantenere integra nostra volontà espulsione dei sudditi austro-ungarici pur concedendo delle proroghe ai singoli individui che lo meritassero. Per ritogliere proroghe funziona una çommissione creata su mia proposta composta di un italiano un francese un inglese.

504

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL 1\UNISTRO DEGLÌ ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3238/47 (2). Atene, 9 dicembre 1918 (per. il 10).

Faccio seguito mio telegramma n. 470 (3).

Nella stessa seduta Camera in cui Venizelos fece dichiarazioni di cui al mio telegramma succitato, deputato Cafandari (nominato l'indomani ministro Agricoltura e che si considera abbia espresso pensiero dello stesso Venizelos) parlando dopo capo dell'opposizione che aveva sostenuto legittimità di tutte aspirazioni elleniche, disse: «la sua letteratura patriottica mira soltanto a trarre in errore le moltitudini ingenue. Nessun greco ignora che difficoltà che si incontrano oggi nei negoziati per la pace sono effetto della loro politica delittuosa e che se Potenze alleate nell'aprile 1915. furono costrette riconoscere all'Italia pÒssesso definitivo Dodecanneso e come legittime le sue vedute sull'Asia Minore ciò è dovuto alla politica che impedì alla Grecia di seguire nel febbraio n suo orientamento ·storico. Nessun greco vorrà pur disconoscere che fu conseguenza di quella politica aggiudicazione all'Italia nel 1917 di Smirne coll'intero Vilajet di Aidin ».

Questo discorso non venne pubblicato dai giornali e solo uno di essi ne ha dato un cenno. AUusione aggiudicazione Italia Smirne non ha provocato nella stampa alcun cOIIlmento in seguito severissime istruzioni impartite da questo Governo dopo ultimi incidenti per impedire qualsiasi manifestazione ostile a noi.

(l) -Pubblicato al n. 473. (2) -Il numero di. protocollo particolare è .evidentemente errato. (3) -Non pubblicato. Esso informava in data 7 dicembre 1918, del successo conseguitoda Venizelos alla riapertura della Camera dei ·Deputati greca, avvenuta il giorno stesso, ottenendo l'approvazione anche dell'opposizione, dichiaratasi disposta a non frapporre ostacoli all'azione del governo ellenico nell'imminenza della ·Conferenza della Pace. Venizelos aveva dichiarato che se ognuno dei paesi alleati c sa quale soddisfazione deve attendersi dalla vittoria, soltanto la Grecia si trova al riguardo senza alcuna assicurazione, urtando ad ogni passo per far valere le sue giuste rivendicazioni nelle difficoltà che le ha creato la delittuosa politica del passato regime •. c Nel discorso di apertura il presidente della camera • concludeva il telegramma, è accennò a tutti gli Alleati, ma tacque dell'Italia •.
505

L'ADDETTO MILITARE A GERUSALEMME, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3239/158. Il Cairo, 9 dicembre (l) 1918 (per. il 10).

Domani 9, anniversario liberazione Gerusalemme, fu fatta proposta nel Consiglio comunale di fare visita ufficiale a Governatore inglese e rappresentanti italiano e francese. Membro sionista fece opposizione dichiarando solamente Inghilterra liberatrice Gerusalemme e visita rappresentanti italiano e francese era inutile. Membri musulmani e cristiani, uniti da avversioni contro sionisti, cedettero perchè persuasi ·che membri sionisti rappresentavano desiderio del Governo inglese del quale tutti hanno timore. Attitudine membri sionisti sembrami sintomatica. Elemento indigeno ortodosso è stato chiamato ad audiendum verbum dal capo polizia ed invitato ·con minaccie ad astenersi da dimostrazioni ostili Patriarcato ed arcivescovo Porfirio. Comunità latina ha promesso domani visita ufficiale rappresentanti italiano e francese, ma senza consegnare alcun indirizzo. È difficile ·combinare manifestazione a favore internazionalizzazione sebbene tanto ortodossi quanto latini siano pienamente favorevoli, ma timore di fare cosa ingrata a Governo britannico esponendosi rappresaglie paralizza ogni azione in questo senso. Difficoltà accresciute dal fatto che, data attitudine di completa e definitiva sovranità assunta dal Governo locale, si diffonde persuasione essere misura coercitiva inglese impegnativa.

506

L'ADDETTO MILITARE A CORFU', NARRO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, ZUPELLI

T. s. n. Corfù, 9 dicembre 1918. l francesi hanno trasportato a Corfù da Scutari 360 prigionieri con 12 ufficiali con intendimento di adibirli a servizi propri: sembra che molti altri pri

gionieri seguiranno e .in tal caso saranno destinati a lavori stradali ed agrari. Ciò dimostrerebbe che i francesi non rono propensi a lasciare l'isola di Corfù.

507

NOTA VERBALE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE DI FRANCIA, BARRERE

N. 3869. Roma, 9 dicembre 1918.

Questo Ministero ha preso in attento esame la nota che l'Ambasciata di Francia ha. fatto l'onore di dirigergli in data 7 corrente (2) relativamente a taluni fatti occorsi a Fiume.

Per quanto riguarda la libertà di comunicazione telefonica fra il gen(·rale

Tranié e il generale Henry, questo Ministero, appena ricevuta la ·nota verbale

suaccennata, dette senz'altro disposizioni perchè i predetti due generali potessero

comunicare liberamente tra loro telefonicamente o con qualsiasi altro rapido

mezzo.

Senonchè a tale proposito sono pervenute informazioni che « nè il Comando militare o marittimo italiano hanno mai in alcun modo fatti o permessi dinieghi alla trasmissione di telegrammi, fonogrammi o radiotelegrammi di servizio da parte delle autorità francesi, inglesi o americane. Tali comunicazioni non sono affatto sottoposte al controllo della censura».

Per quanto riguarda talune altre osservazioni contenute nella nota dell'Ambasciata francese cui si risponde, il R. Governo deve fare le maggiori riserve come quella che sottometterebbe come cosa incontestabile al Comando dell'Armata di Oriente la regione svolgentesi da Fiume verso Agram.

Le clausole militari atte ad assoggettare tutti ·i territori dell'AustriaUngheria a qualsiasi occupazione da parte degli eserciti alleati ed associati, furono dettate infatti dall'armistizio del 3 novembre reso possibile dal crollo dell'esercito austro-ungarico in seguito all'ultima vittoriosa offensiva dell'esercito italiano e, a giudizio del Governo italiano, tali occupazioni dovevano principalmente essere dirette dal Comando italiano cui fu deferita dagli Alleati la delega per l'armistizio. Ad ogni modo questo Ministero, tenendo presente quanto a proposito di tali occupazioni fu deciso nelle recenti conversazioni di Londra e convenendo pienamente nella necessità di troncare tutte le difficoltà sorte tra le autorità militari locali italiane e francesi, aderisce all'opinione del Governo della Repubblica di ripartire i Comandi nei territori dell'Austria-Ungheria, e acclude a questo proposito un progetto di ripartizione (allegato a).

Si acclude altresl (allegato b) una notizia relativa ad intese verbali intervenute tra i comandi francese e italiano in Fiume, dove, per accedere al desiderio espresso dal Governo francese, il Governo italiano ha dato istruzioni sieno fatte tutte le possibili facilitazioni per la costituzione della base di vettovagliamento che il generale Franchet d'Esperey ha giudicata indispensabile alle unità dell'esercito d'oriente.

Il Governo italiano confida che le disposizioni contenute in tali due documenti saranno accolte dal Governo francese, e sarà cosi definitivamente tolta di mezzo la possibilità del più lieve evento che possa toccare quella stretta cordiale intimità che i due Governi hanno fermo proposito di mantenere fra loro.

ALLEGATO A

OCCUPAZIONI MILITARI NEI TERRITORI DELL'EX MONARCHIA AUSTRO-UNGARICA

l. Si propone che la zona d'azione assegnata al Comando Supremo italiano e quella assegnata al Comando dell'Esercito d'Oriente vengano delimitate mediante la seguente linea di demarcazione:

Vecchio confine tra l'Impero d'Austria ed il Regno d'Ungheria, dal limite della provincia di Galizia (Monti Beskidi) fino a Brod (sul fiume Kulpa, al limite tra Carniola e Croazia);

Linea immaginaria Brod-Monte Bitorsi-S. Jacov (sul canale Maltempo);

Linea del patto di Londra lasciando però nella zona italiana d'azione le isole di V e glia e di Arbe.

2. I presidi militari da collocarsi nei. territori dell'ex Monarchia austroungarica dipenderanno dal Comando Supremo italiano o da quello dell'Armata d'Oriente, a seconda che saranno compresi nella zona assegnata all'uno od all'altro Comando.

Di massima, e specialmente nei maggiori centri, in entraml:}e le zone d'azione i presidi saranno costituiti da contingenti interalleati.

3. -Nella .zona d'azione del Comando Supremo italiano le forze di occupazione dei vari centri saranno agli ordini di Comandi italiani. Gli eserciti alleati rappresentati con proprio contingente manterranno presso i Comandi d'occupazione italiani un proprio ufficiale di collegamento, di grado inferiore al comandante italiano dell'occupazione interalleata. 4. -Il Comando Supremo prevede, come criterio di massima, che potranno in seguito convenire, per parte sua, le seguenti occupazioni: città di Vienna (una divisione); città di Graz (una divisione); Lubiana (una brigata); Linz e Salzburg (una divisione fra i due centri complessivamente).

Ciò oltre alla occupazione di Fiume già effettuata.

Per conferire alle predette occupazioni carattere interalleato, i Comandi alleati faranno conoscere l'entità dei contingenti che ritengono di poter assegnare a ciascuna di esse; in tale misura, per ciascuno dei centri indicati, che la somma dei contingenti alleati risulti inferiore a quella del contingente italiano.

5. Tutte le norme sopraindicate sono reciproche per il Comando italiano nei riguardi della zona d'azione assegnata al Comando dell'Esercito d'Oriente, e ciò tanto per le occupazioni che siano già state compiute, come per quelle che saranno fatte in avvenire.

ALLEGATO B

CAVALLERO A SONNINO

T. 91218/2. Roma, 9 dicembre 1918.

Si trasmette, qui di seguito, il riassunto delle intese verbali che sono state prese fra S. E. il tenente generale Grazioli comandante la occupazione interalleata di Fiume, e il generale Tranié circa l'eventuale impianto di una base logistica per l'esercito d'Oriente a Fiume.

l. L'eventuale impianto di una base logistica per l'esercito d'Oriente in Fiume non deve in alcun modo dare occasione a prese di possesso arbitrario di moli, banchine, fabbricati, impianti di materiale ferroviario o d'altro che sia di proprietà del governo locale, quale erede naturale del cessato governo austro-ungarico. Pertanto l'occupazione dei fabbricati e degli impianti, occorrenti per la base, deve essere, in via preliminare, consentita dal governo locale, il quale, come è ovvio, vi consentirà subordinatamente alle sue esigenze del traffico ferroviario e del porto.

2. -L'eventuale impianto della base non dovrà in alcun modo avere per conseguenza di far rientrare in città, o meglio, in tutto il territorio di nostra occupazione militare, per qualsiasi ragione, reparti dell'esercito serbo o jugoslavo, e ciò per evidente ragione di ordine pubblico. 3. -In relazione al riconosciuto predominio italiano su tutto il movimento marittimo nell'Adriatico, la direzione degli sbarchi inerenti all'eventuale esistenza della base, sarà controllata da ufficiali italiani. 4. -Il movimento ferroviario sarà affidato o regolato dal personale apposito che dipende dal governo locale, e i trasporti relativi al funzionamento della base saranno richiesti dagli interessati alla direzione locale delle ferrovie. Analogamente poi a quanto hanno fatto i francesi a Zagabria con la istituzione di una commissione di controllo del movimento ferroviario, funzionerà in Fiume, con lo stesso scopo, una commissione di controllo della quale sarà presidente un ufficiale italiano. 5. -Poichè il funzionamento della base, con gli ingenti trasporti· ferroviari che ne conseguiranno, obbligherà a riaprire integralmente il traffico ferroviario e le

comunicazioni telegrafiche di Fiume con l'interno, il comandante italiano del corpo di occupazione interalleato di Fiume si riserba il diritto di stabilire quei controlli e quelle forme di censura che crederà più opportune sotto il punto di vista dell'ordine pubblico. Per la stessa ragione, il comandante suddetto si riserba il diritto di sospendere quando occorra, e per il tempo necessario, il traffico civile sulla ferrovia e sulle comunicazioni telegrafiche.

6. Circa le conseguenze in materia economica derivanti dalla completa riapertura del traffico e del telegrafo per l'interno, il governo locale avrà piena facoltà di richiedere quelle garanzie che riterrà del caso.

(l) -Come risulta dal testo il telegramma fu redatto il giorno 8. (2) -Non pubblicata.
508

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO,

ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

(AO, reg. 5, p. 24)

T. GAB. R. 3128. Roma, 10 dicembre 1918, ore 15,40.

Agenzia Reuter ha pubblicato una nota con cui si mette in rilievo che nostra occupazione, specialmente oltre patto Londra, è fatta in nome alleati. Per quanto il fatto sia vero, l'essere espressamente ricordato da un'agenzia ufficiosa può aver finalità politiche che rispecchiano quella tale tendenza a noi contraria. Gradirei di aver qualche chiarimento in proposito e specialmente poi di sapere se sono confermate le voci di dissidi tra Lloyd George e Northcliffe.

509

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

TELESPR. 18937. Roma, 10 dicembre 1918, ore 15.

In nota verbale del 1° corrente (l) giunta ieri l'Ambasciata inglese nell'assicurare essere stato dato alto Commissario Britannico Costantinopoli istruzioni appoggiare passi conte Sforza per resa ufficiali Turchia Libia prevista armistizio Turchia aggiunge: « nel fare ciò Governo britannico da parte sua conta che Governo italiano non si servirà tale mancanza della Turchia di eseguire armistizio come pretesto per azione in Asia Minore senza previa consultazione cogli Alleati»·

510

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3265/692. Parigi, 10 dicembre 1918 (per. l'll).

Ho accompagnato Presidente della Repubblica ed il Governo francese nelle visite a Metz ed a Strasburgo. Accoglienza popolazione fu magnificà; Calorosa a Metz raggiunse vero entusiasmo a Strasburgo dove pareva essere fra popolazione meridionale. Differenza spiegasi con maggiore immigrazione e maggiore

· penetrazione economica dei tedeschi in Lorena. Ho notato insistenza con cui Presidente e Ministri facevano osservare a me ed ai miei colleghi iruglese ed americano codesta prova delle popolazioni liberate. Ho dal canto mio fatto noto come di esse nessuno avesse mai dubitato in Italia.

(l) Non pubblicata.

511

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3266/467. Atene, 10 dicembre 1918 (per. l'll).

Facendo seguito mio telegramma n. 471 (1).

Nella seduta Camera ieri deputato socialista noto per lo sconcio linguag

gio tenuto in occasione sbarco dei nostri carabinieri a Col'lfù, -chiese che fosse

aperta discussione intorno memoriale dei nord epiroti. Repulis dichiarò che Presi

dente del Consiglio aveva ·già comunicato tutto ciò che è possibile comunicare in

merito alla politica estera. E non poteva quindi prendere parte alla discussione

di una questione che vi era collegata. Alle insistenze del deputato Vice Presi

dente dichiarò nuovamente che Governo non avrebbe permesso discussione su

questo soggetto. Attitudine del Governo è cosi stata conforme alle assicurazioni

datemi prima dell'apertura del Parlamento.

Stampa si è astenuta anche da qualsiasi commento sfavorevole.

Informare il generale Piacentini per notizie e per norma di atteggiamento

della massima riservatezza e decisa prudenza di tutte le nostre autorità.

512

IL RAPPRESENTANTE MILITARE A SOFIA, WINKELS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3294/30. Zona di Guerra, 10 dicembre 1918 (per. il 12).

È qui arrivato avantieri mister Wilson nuovo incaricato d'affari a Sofia. Da qualche giorno trovasi qui installato nel palazzo della Legazione d'Inghilterra ove ha issato bandiera britannica, colonnello Napjer già mio collega addetto militare inglese Sofia prima della guerra. Ora ha titolo « Military .... [manca] » con do,ppio incarico analogo al mio. Ha avuto udienza da S. M. H Re Boris prima di presentarsi al generale Chrétien. Ho avuto un lungo colloquio con lui constatando nostre pressochè identiche direttive e vedute. Colonnello francese Matarel anche esso già mio collega trovasi ora qui come Capo di Stato Maggiore generale Chrétien. Mi risulta da varie fonti che egli esercita copertamente attivissima azione presso Ghenadieff e suo partito a scopo che non potrei ancora determinare, ma che certamente non collima con punto di vista italiano e inglese e potrebbe forse condurre a torbidi in Bulgaria soprattutto per la questione Dobrugia ed anche a cambiamento forma Governo vi-gente (2).

(l) -Pubblicato al n. 495. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche al Comando Supremo e, per conoscenza, a Londra.
513

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1620. Roma, 10 dicembre 1918. Mio telegramma n. 19143 per posta (1). Governatore di Trieste telegrafa che a Aelinka 12 novembre e a Teodo 25

stesso mese piroscafo Austria Lloyd già austriaco fu requisito da Contrammiraglio francese inalberando bandiera francese con ordine di partire per Cattaro e indi per Francia e Inghilterra.

Ammiraglio Cagni telegrafa che Comandante Dusmenil ha requisito Fiume piroscafo Duna della società ungaro-croata e a Porto Re piroscafi Petka e Sparta. Stesso Comandante francese ha scritto in modo impertinente al Comandante superiore navale italiano a Fiume intimandogli consegnare Visegraà che si trova Fiume sotto bandiera italiana dichiarando riconoscere solamente ordini contrammiraglio Gauchet. Quest'ultimo mantiene e accentua contegno assunto fin dalla conclusione armistizio con Austria-Ungheria senza tenere alcun conto proposte per impiego naviglio mercantHe .già austro-ungarico fatte da tempo da Comitato interalleato trasporti marittimi Londra.

Secondo tali proposte tutto il naviglio mercantile già austro-ungarico doveva essere requisito dal Governo italiano, alzare bandiera italiana e quella distintiva del Comitato interalleato ed essere gestito da Governo italiano sotto il controllo del Comitato. Comitato Navale per l'Adriattco nel quale Marina francese è rappresentata da am.miragÌio Fatou prese atto di questa deliberazione e stabili che tutte le navi austro-ungariche presenti in Adriatico non potessero navigare senza salvacondotto Governo italiano.

Ammiraglio Gauchet comandante in capo armata navale francese Mediter. raneo mostra ignorare deliberazioni Comitato navale per l'Adriatico, dà disposizioni contrarie ad esse e crea continuamente impacci e difficoltà loro applicazione. Incidenti gravi sono stati finora evitati grazie alla prudenza e al riserbo dei comandanti navali italiani che hanno ordine di insistere fermamente nell'applicazione deliberazioni summenzionate.

Prego V. E. presentare d'urgenza a codesto Governo memoria sui gravi fatti segnalati ed ottenere assicurazione per iscritto che autorità navali francesi hanno avuto conoscenza decisioni interalleate circa utilizzazione naviglio mercantile austro-ungarico con istruzioni di conformarvisi e di non dare ai dipendenti comandanti navali disposizioni contrarie a quelle stabilite da Comitato navale per l'Adriatico sola autorità competente per l'applicazione delle clausole dell'armistizio navale.

Attendo risposta telegrafica.

514

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 296/122. Parigi, 10 dicembre 1918.

Ho l'onore di trasmettere qui unito a V. E. una nota (2) di questo Ministro degli Esteri in cui il Governo montenegrino protesta contro gli intrighi del

Governo serbo miranti a far escludere i[ Governo montenegrino dal prossimo congresso della pace. Il Governo montenegrino protesta pure contro l'attitudine delle autorità serbe in Montenegro. Non vi è dubbio che l'azione dei serbi è aiutata dalle autorità francesi, .poichè, mentre la partenza per il Montenegro degli affiliati all'« Unione montenegrina :. del signor Radowitz è facilitata da queste autorità, ogni specie di ostacoli vengono frapposti a'lla partenza di montenegrini fedeli al Governo di Re Nicola ai quali si nega perfino H visto ai passaporti con delle scuse spesso futili.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicata.
515

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2500/488. Londra, 11 dicembre 1918, ore 10 (per. OT'e 18 del 12). Mio telegramma n. 1702 (1). Oggi al Foreign Offi.ce mi fu detto essere possibile che la partenza per

Parigi dei Ministri e funzionari, dapprima fissata pel 21 corrente, venga anticipata di qualche giorno. Chiestone il motivo ho raccolto l'impressione che qui siasi sviluppata alquanta nervosità per prospettiva che francesi abbiano troppo a lungo primi contatti con Wilson. Nessuna decisione definitiva però presa.

516

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2498/34. Pera, 11 dicembre 1918, ore 11 (per. ore 10 del. 12). Non è giunto qui ancora alcun preannunzio di venuta di truppe italiane malgrado promessa di Pichon di cui al Suo telegramma n. 1721 (2).

Cerco fare valere la nostra assenza sfere uffi.ciaU turche come una prova di nostra benevolenza, ma essi stessi avendo due occupanti preferirebbero vederne anche un terzo.

Riconoscendo essere ormai qui acquisita e nel fondo e nella forma la perfetta parità dei tre Alti Commissari con conseguenti effetti presso turchi a nostro riguardo, debbo ripetere che le truppe italiane mi parrebbero necessarie per considerazioni generali di dignità. Se vengono sarebbe opportuno lo sapessi col maggiore anticipo possibile onde cercare di riservare dignitosi alloggiamenti che a Costantinopoli cominciano mancare.

517

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT

(AO, reg. 5, pp. 29-30)

T. GAB. U. RR. P. 3138. Roma, 11 dicembre 1918, ore 14,45.

V. E. riceverà copia di un telegramma da me mandato a codesta Ambasciata sulla questione di Fiume (3). Con la scorta di questo telegramma, nonchè della

conoscenza che V. E. ha già della questione, la prego di recarsi presso maresciallo Foch dicendo che V. E. va in mio nome come portatore di una mia preghiera personale al Maresciallo stesso. V. E. gli ricorderà che a Londra fui io stesso a desiderare il di lui intervento in questa questione, visti gli atteggiamenti non amichevoli nè concilianti del generale Franchet d'Esperey. Gli dica che io conto ~1la sua personale amicizia perchè la sua autorevole parola si inspiri a quel

criterio conciliativo da cui io stesso sono animato. La necessità di ricorrere ad un mezzo conciliativo è imposta dalla situazione crea~i per cui, mentre io riconosco che Governo francese non potrebbe rinunziare ai propositi di costituire una base navale a Fiume senza una sua diminuzione di prestigio, ugualmente · l'Italia non potrebbe .recedere dalla sua occupazione senza subirne una grave diminuzione di dignità. Si creerebbe una situazione senza uscita e piena di pericoli anche per .ciò che tocca le relazioni tra i due paesi, che noi vogliamo mantenere ispirate alla più cordiale amicizia, e bisogna assolutamente impedire ciò adottando quei mezzi conciliativi che salvino la rispettiva dignità delle due nazioni. V. E. insisterà particolarmente nel rilevare il carattere assolutamente confidenziale e personale di questo passo che non si svolge già tra il Presidente del Consiglio italiano e il Generalissimo, ma bensì tra Orlando e Foch come persone legate da rapporti di reciproca stima ed amicizia.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato, ma cfr. n. 314. (3) -Cfr. n. 519.
518

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1628. Roma, 11 dicembre 1918, ore 15.

(Per Valona). Ho telegrafato R. Ambasciatore Londra quanto segue:

(Per tutti). Ambasciata inglese ha chiesto invio Albania generale Philips quale agente militare in sostituzione 'colonnello Aubrey Herbert. Alla formale richiesta è stato risposto con nota vevbale che date le mutate condizioni e cessazione ostilità non appariva opportunità ricostruzione ufficio inglese informa

zioni militari in Albania.

A voce ho però detto a Rodd che motivo di tale risposta era puramente quello di non creare un precedente che altri potrebbe invocare per istituire Albania analogo ufficio ma che generale Philips persona a noi gradita poteva liberamente recarsi Valona e esercitarvi ufficiosamente stesso incarico suo predecessore. Ero pronto dare in tal senso istruzioni al generale Piacentini.

(Per Londra solo). Ho preso occasione per dire Rodd che da parte nostra avremmo desiderio inviare Gedda un ufficiale per esercitarvi funzioni corrispondenti a quelle dell'ufficiale francese che è autorizzato risiedere Meoca quale rappresentante miHtare francese presso Re dell'Hegiaz.

Prego V. E. esprimersi in ugual senso presso Foreign Office, sia per chiarire nostre intenzioni in meritò richiestà inglese per Philips sia per quanto concerne invio ufficiale italiano Mecca.

519

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, pp. 28-29)

T. GAB. U. 3f37. Roma, 11 dicembre 1918, ore 15,-05.

A Fiume erasi costituito un modus vivendi in seguito ad accordi verbali tra generale Graziali e generale Tranié di guisa che procedevasi in via di fatto alla costituzione della base navale richiesta da Armata Oriente, in attesa che Governi avessero deciso intorno alla definitiva sistemazione. Se non che con suo telegramma di ieri sera generale Graziali comunica che generale Tranié ha ricevuto nuovi ordini da generale Franchet d'Esperey secondo i quali verrebbe a crearsi di nuovo una sitùazione acuta. Generale Tranié avrebbe infatti ricevuto ordine secondo cui Fiume deve essete considerata puramente e semplicemente come territorio compreso nella sfera d'azione dell'Armata d'Oriente e si aggiunge che il suddetto generale dovrà procedere alla requisizione illimitata di tutto quanto si trova in Fiume (1). Noi crediamo che tale disposizione sia stata data da generale Franchet d'Esperey di sua iniziaUva e all'infuori del suo Gòverno dato che, secondo decisione presa a Londra, la questione doveva essere risoluta in via amichevole e risulterebbe ovvio che durante il periodo delle necessarie trattative si mantenga un modus vivend-i conciliativo. In questo senso, infatti, sono state date istruzioni da Governo italiano ed esse sono state mantenute anche dopo ultime comuni·cazioni del generale Graziali (2). Si impone

mentre militari italiani hanno parteggiato per nostri connazionali. In questi incidenti un soldato americano è stato arrestato e ammanettato per ordine di un nostro ufficiale che è stato punito subito. S. E. Graziali ha chiamato truppe interalleate al rispetto disciplinamilitare, ha tenuto riunione comandanti alleati: ha preso misure speciali di polizia e ha indotto autorità italiane e croate ad emanare proclami di pacificazione.

Circa relazioni con autorità francesi S. E. Graziali riferisce un grave incidente provocatodal comandante francese Dumesnil, il quale, nonostante tassative richieste rivoltegli perché consegnasse ad ammiraglio Ruggero due piroscafi ex austriaci, abusivamente ordinava partenza, sotto scorta di un cacciatorpediniere, per Corfù di uno di detti piroscafi munito di salvacondotto italiano, dichiarando poi che necessità vettovagliamento armata oriente ed ordini categorici dati da ammiraglio Gauchet non gli consentivano rispettare nostri ordini. Tale incidente è stato subito notificato da S. E. Graziali al comando in capo Pala. s.· E. Graziali riferisce inoltre aver ricevuto da generale Tranié lettera relativa questione base francese evidentemente dettata da comando armata oriente e in pieno contrasto con direttive occupazione interalleata. In detta lettera territorio Fiume è ufficialmente considerato come semolice territorio nemico ungherese senza tener conto nè di governi locali, nè di nostra occupazione ed è confermato diritto armata oriente di operare requisizioni, controllare traffico ferroviario, eserc~tare censura e perfino assoluto diritto di fare entrare battaglione serbo in città. S. E. Graziali insiste nel richiedere istruzioni e intervento govemo. presso alleati dichiarando necessità assoluta di non prolungare oltre situazione gravida di pericoli che soltanto miracoli di equilibrio hanno potuto finora evitare. Comandante 3• Armata chiede sollecite chiare direttive che prega

comunicarmi urgenza ».

quindi necessariamente che· generale Franchet d'Esperey riceva istruzioni dal suo Governo :perchè sia rispettato lo statu quo derivante dagli stessi accordi verbali presi da generale Tranié con generale Grazioli; In caso diverso occorrerebbe che la decisione definitiva fosse presa con la massima rapidità poichè la situazione a Fiume diventa sempre più difficile e anzi pericolosa. Prego poi V. E. di dare privata comunicazione di quanto nel presente telegramma al. signor Barrère che dovrebbe essere arrivato costà oggi e che aveva personalmente conferito con me e con Sonnino per portare direttamente il nostro pensiero ed aiutare la soluzione del penoso incidente.· Desidero pure che del presente telegramma V. E. dia immediata comunicazione al generale Robilant per altre pratiche che egli deve espletare.

(l) Cfr. il fonogramma n. 15891, trasmesso dal generale Scipioni a Diaz, pervenuto alle ore 10,45 dello stesso giorno 11 dicembre 1918 e subito comunicato a Orlando: • Comando 3• Armata ha trasmesso d'urgenza un rapporto di S. E. Graziali dal quale si rileva come situazione Fiume siasi aggravata. Contegno subdolo elementi slavi, marcata indisciplina di alcuni contingenti alleati, insistenza con la quale francesi cercano affermare sempre piùsignificato loro presenza Fiume come distaccamento armata oriente e protezione interessi jugoslavi hanno aumentato nervosismo popolazione, spingendo slavi e italiani a reciproche manifestazioni di intolleranza, tantochè istituzione di coccarde da parte slavi, ha determinato piccoli conflitti nei quali militari francesi e americani hanno costantemente spalleggiato slavi,

(2) Le istruzioni furono trasmesse da Diaz al generale Scipioni con telegramma n. 15853, dell'Il dicembre 1918: • Risposta Suo 15891 G. M. In seguito decisione Comitato guerra prego far pervenire Comando 3• Armata comunicazioni seguenti. Situazione prospettata da generale Graziali è certo delicata. Però essa sta per essere risolta mediante trattative con governo. francese che sono già in corso. Ambasciatore Barrère è giunto stamane Parigi per comunicare a suo governo nostro punto di vista circa linea demarcazione note sfere azione e circa base Fiume. Parallelamente come vi è noto questione si sta trattando con maresciallo Foch. In attesa imminente conclusione tali trattative occorre che S. E. Graziali si adoperi ancora con ogni sforzo per conservare presente stato di equilibrio e evitare incidenti. A tale

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IL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ES.TERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2499/38. Bruxelles, 11 dicembre 1918, ore 16,ti!O (per. ore 14,15 del 12).

Durante visita Re del Belgio a Parigi è stato stabilito tenere con la metà del mese corrente precedentemente preliminari di pace una conferenza tra plenipotenziari belgi, britannici, francesi per esaminare aspirazioni del Belgio, essendo Francia, Inghilterra firmatarie del trattato.

521

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2504/489. Londra, 11 dicembre 1918, ore 22 (per. ore 21 del 12).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1769 (1).

Balfour con cui ho parlato oggi a lungo ha cominciato per riconoscere opportune e giustificate domande da me rivoltegli giusta autorizzazione di V. E. per conoscere le intenzioni del Governo britannico a riguardo l'esecuzione dell'art. 9 nelle contemplate ipotesi. Ha tuttavia osservato che dovendo tra pochissimi giorni recarsi a Parigi, mancherebbe il tempo materiale per una seria

scopo converrà che S. E. Grazioli: l) Comunichi ad alleati presente stato trattative invitandoli nel comune interesse a non pregiudicare con atti qualsiasi conclusioni che saranno preseda governi. 2) Consenta se necessario a prelevamenti di cui alleati avessero bisogno cercando evitare fino a nuovo avviso che tali prelevamenti assumano forma di requisizioni. 3) Per evitare agitazioni per cui possano ripetersi incidenti fra truppe alleate accetti se ciò può essere fatto senza che appaia sintomo debolezza proposta alleati abolire in Fiume qualsiasicoccarda o bandiera di qualunque nazionalità motivando tale provvedimento quale misura ordine pubblico. 4) Qualora nonostante tali sforzi e provvedimenti gli alleati spingessero loro atti fino a creare stato tensione veramente pericoloso S. E. Grazioli giudichi se e quanto sia necessario accordare a generale Tranié per evitare conflitto facendo bene rilevare che tali concessioni sarebbero fatte in via assolutamente transitoria in attesa decisione governi ma non significheranno consenso del comando italiano che alla suddetta decisione intende rimettersi pienamente per rispettarla e farla rispettare.

Nell'intento agevolare a generale Grazioli assolvimento tale suo compito dilatorio. attuale transitorio stato di fatto o pregiudicare governi [sic] •.

conversa-zione. Siffatta conversazione a suo parere non potrebbe comunque avere base pratica fino a quando il Governo francese non avrà in modo chiaro e preciso manifestato le sue disposizioni circa il noto accordo franco-britannico del 1916. Balfour ha al riguardo attirato l'attenzione sul telegramma odierno del Times riproducente una lettera di Clemenceau al Comitato centrale siriano. Da questa lettera apparirebbe che il Governo francese considera l'accordo finora intervenuto tra gli Alleati come avente carattere provvisorio. Data questa ineertezza sembra a Balfour che al momento presente l'unico metodo pratico ed utile per vedere chiaro e venire ad una pratica conclusione sia quello di ,iniziare la discussione nella imminente riunione di Parigi dove nulla del resto impedirebbe all'occorrenza private conversazioni di V. E. con lui. Balfour mi ha poi con grande insistenza incaricato di rivolgere a V. E. calda personale preghiera di non annettere una grande importanza alla eecezione tecnica che questo Governo, per porre la situazione nei suoi veri termini giuridici, ha ritenuto necessario di formulare al riguardo della validità dell'accordo dell'agosto 1917. Importa, ha soggiunto, tener presente sempre che detta eccezione in nessun modo potrebbe interpretarsi come menomante diritti all'Italia derivanti dall'art. 9 del trattato di alleanza, articolo che in un modo o nell'altro il Governo britannico intende puntualmente eseguire. Nel corso della conversazione il Segretario di Stato accennando spontaneamente alla Palestina mi ha detto che il Comitato sionista si agita molto per spingere l'Inghilterra ad assumersi l'amministrazione definitivamente. Egli ha declinato di dare qualsiasi risposta precisa dichiarando che la questione della Palestina dev'essere esaminata e decisa dalla Conferenza della pace. Balfour si dichiarava personalmente contrario ad attribuire all'Inghilterra un incarico di cui vede gli inconvenienti e non i vantaggi e persiste quindi nelle note sue vedute di affidare Palestina all'America. Ad ogni buon fine m'importa rilevare che per parte mia ho ben precisato che il Governo del Re manteneva intatto il suo punto di vista circa la validità dell'accordo del 1917. Alla ovvia osservazione suggerita nel telegramma di V. E., Balfour dopo l'ettura da me datagli dell'art. 8 ha replicato in termini vaghi. Da essi però traspariva c-he riconoscesse il fondamento del mio rilievo. Impressione mia è che l'articolo predetto sia stato puramente e semplicemente dimenticato e che in generale di tutti i vari e complessi particolari della questione dell'Asia Minore finora trattati da Cecil, Balfour ha tuttora conoscenza soltanto sommaria. Sulla perfetta lealtà e rettitudine dei suoi propositi circa l'esecuzione del Trattato il linguaggio esplicito tenutomi da Balfour mi pare di natura da eliminare ogni apprensione.

(l) Pubblicato al n. 486.

522

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 1632. Roma, 11 dicembre 1918, ore 22. Prego farmi conoscere d'urgenza quale risposta codesto Governo ha dato

o intende dare promemoria rimesso dal Governo spagnolo agli Ambasciatori alleati a Madrid 15 novembre scorso drca embargo navi tedesche e atJ.stro

Z88

ungariche nei porti spagnoli e loro utilizzazione provvisoria da parte Spagna.

Romanones al quale fu notificato accordo intervenuto tra Alleati per utilizzazione naviglio mercantile austro-ungarico ha dichiarato al R. Ambasciatore che Governo spagnolo manteneva punto di vista esposto nel promemoria e non avrebbe dato consenso partenza di alcuna delle navi rifugiate nei suoi porti senza previa intesa con potenze interessate.

Mio parere di massima è che deliberati di Londra e di Roma non abbiano ad essere mutati e che in ogni caso ciò non possa avvenire senza esplicito parere Italia che deve avere valore preponderante.

523

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4284. Roma, 11 dicembre 1918.

Risposta a telegramma 8 corrente n. 3850 (1).

Al messaggio del Capo di S. M. della Marina, in data 8 corrente riservatissimo personale n. 1119 (2) citato nel telegramma controdistinto di V. E. ho risposto come appresso:

«L'eventuale invio di navi da guerra a Spalato per motivi di ordine pubblico è subordinato all'esame della situazione locale che dovrà essere compiuto dalla Commissione dei quattro Ammiragli. V. E. voglia pertanto affrettare lavori detta Commissione, sospendendo, frattanto, ogni provvedimento».

524

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO

T. 39517/355. Roma, 11 dicembre 1918.

Per sua opportuna norma e conoscenza, mi pregio informare E. V. che

S. E. il barone Sonnino ha consegnato personalmente al signor Balfour, il 3 corrente, in occasione dell'ultima riunione interalleata di Londra, la nota verbale di cui unisco copia ed il memorandum sul nostro programma coloniale che pure accludo (3).

Come E. V. potrà constatare, tale memorandum corrisponde alla testuale traduzione di quello che codesto Ministero trasmetteva al Ministero degli Esteri in data 30 ottobre u. s.

19 -Documenti diplomatici · Serie VI • Vol. I.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 496. (3) -Pubblicati al n. 436.
525

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 1716. Londra, 11 dicembre 1918.

Telegramma di V. E. n. 17283 ·(2).

Foreign Office nel comunicarmi che clausole suppletive dell'armistizio del 3 novembre ·sono state stipulate .fra Italia ed Austria-Ungheria da sole, osserva che esse non furono riconosciute dalle altre Potenze interessate e che del resto esse poi vennero sostituite dalle decisioni del Consiglio interalleato di Parigi in data del 5 novembre. Queste decisioni furono tosto comunicate ai delegati navali alleati incaricati dell'esecuzione armistizio con Austria-Ungheria. Memorandum aggiunge che ammiraglio Revel dapprima non riconobbe validità suddette decisioni ma che di poi le ha accettate; cosicchè Governo britannico nella supposizione 'che Governo del Re non consideri più in vigore clausole suppietive 3 novembre, non ritiene adesso necessario comunicarle all'Ammiraglio britannico.

526

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO DI AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 1627. Roma, 11 dicembre 1918.

(Per Parigi). Per. V. E. e per Montagliari.

(Per tutti). Da buona fonte informano che situazione fittizia creata in Montenegro dai serbi non disperata. Maggioranza distretti Katumskat, Zerumlzaire, Kazeitali, Juskep, Dalea sono per Montenegro indipendente. Situazione Re Nicola disperata si sostiene necessità proclamare successore Principe Mihailo figlio Mirko.

Cinque corrente festeggiato Cattaro con Tedeum pro unione Croazia Stovenia Serbia; informazioni buona fonte giudicano questa una sopraffazione serba che condurrà a conflitti.

527

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 2770. Londra, 12 dicembre 1918, ore 9,30 (per. ore 17,40 del 13). Telegramma di V. E. n. 3128 (3). Anzitutto importa precisare in tesi generale che diversamente da quanto

avviene per agenzie telegrafiche continentali nutrite note della Reuter vanno

pubblicato è quello conservato nell'archivio di Londra. ·

considerate come aventi carattere ufficioso solo quando sono precedute dalla frase «siamo autorizzati ad affermare, ecc.». Ciò mi fu confermato ieri ancora da Balfour il quale giustamente osservò che corrispondente Reuter spesso pubblica note politiche base di notizie inesatte raccolte a destra ed a manca e che in nessuna guisa rispecchiano vedute Governo, anzi a volte sono con quelle in manifesta contradizione. Ciò premesso mi occorre rilevare che dal giorno della partenza di V. E. nessuna nota che io mi sappia è stata pubblicata dalla Reuter nel senso indicato. Pochi giorni prima del suo arrivo invece ne lessi una alla quale forse si riferisce V. E. Da accurate investigazioni subito eseguite potei accertare che tendenziosa nota non emanava punto da circoli governativi ma probabilmente da fonte serba o jugoslava. L'indomani ne comparve un'altra pure stonata e infelice la quale purtroppo originava dalla nostra Missione militare. La segnalai immediatamente al barone Sonnino durante la sua pennanenza qui. Sarei comunque grato a V. E. indicarmi se la data della nota cui ella allude è anteriore o posteriore suo viaggio Londra per permetterei di eseguire eventualmente nuove investigazioni qualora essa mi fosse sfuggita.

Per quanto concerne lord Northcliffe credo poter confermare che attualmente sue relazioni con Lloyd George senza essere rotte addirittura, siano assai fredde. Ciò del resto si scorge chiaramente dall'intonazione linguaggio della stampa controllata da Northcliffe la quale durante campagna elettorale ha accentuato nota antipatica e diffidente di fronte alle ampollose autoglorificazioni ed a svariati impegni assunti dal Primo Ministro nei suoi discorsi. A quanto mi viene riferito da buona fonte non sarebbe esatta la voce corsa circa risentimento di Northcliffe per rifiutatagli nomina plenipotenziario congresso pace. Dissapori con Lloyd George daterebbero dalla missione di Northcliffe 'in America. Essi erano però piuttosto allo stato latente. Se si sono oggi più chiaramente manifestati è perchè Northcliffe vuole far corte ai laburisti che secondo lui usciranno più forti di quanto prevede Lloyd George. Northcliffe ha persino aperto ai laburisti una colonna del suo Daily Mail.

In conclusione come mi confidava ieri in conversazione privata Balfour, che ritengo sia nel giusto, non conviene esagerare !troppo influenza di Northcliffe sulle decisioni del Governo nelle grandi questioni specie poi in fatto di politica estera.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri II testo

(2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 508.
528

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1776. Roma, 12 dicembre 1918, ore 11,10.

Prego V. E. rispondere d'urgenza al mio telegramma 1769 (l) circa Asia Minore.

(l) Pubblicato al n. 486.

529

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2511/15916. Comando Supremo, 12 dicembre 1918, ore 12,12 (per. ore 7 del 13). Comunicasi per conoscenza seguente telegramma proveniente Governatorato

Dalmazia: «Vengono segnalati gruppi soldati serbi che si preparano da isola Brazza

o da continente a passare nelle Curzolane. Ho disposto perchè dopo intimazione, sbarco sia impedito anche con la forza. Ammiraglio Millo ».

530

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2501/696. Parigi, 12 dicembre 1918, ore 14,15 (per. ore 1,130 del13). Il signor Frazier, a nome del colonnello House, mi ha dato verbalmente comunicazione di una domanda presentata a quest'ultimo da Korosec per ottenere il rimpatrio prigionieri jugoslavi tuttora in Italia. Dopo aver ripetuto con insistenza maggiore d'ogni altra volta che desiderio del colonnello House, fedele interprete del pensiero personale di Wilson, è che Italia e Stati Uniti stringano sempre più loro vincoli di solidarietà e azione nel comune interesse, specialmente in vista della prossima conferenza, Frazier ha aggiunto che il Governo degli Stati Uniti vedrebbe con grande simpatia si accogliesse favorevolmente tale domanda la quale avrebbe valore di un gesto generoso degno di una grande nazione e non potrebbe, secondo il Governo degli Stati Uniti, che recarci vantaggio e se comunicata senza indugio potrebbe produrre anche migliore impressione all'arrivo di Wilson. Ho risposto a Frazier semplicemente che avrei trasmesso suggerimento

colonnello House a V. E. e La prego di volermi telegrafare al più presto possibile pensiero del R. Governo a questo proposito.

531

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2502/490. Londra, 12 dicembre 1918, ore 14,30 (per. ore 11 del 13). Il signor Garvin, redattore politico Observer (giornale attualmente in grande intimità a favore degli alti circoli governativi) ha avuto lungo colloquio con distinto connazionale che muoveva seri appunti circa freddo atteggiamento di

parte della stampa inglese in tutte le varie manifestazioni interalleate seguitesi dopo concluso l'armistizio, nonchè nella questione jugoslava. II connazionale

rilevava che stampa inglese sembra dimenticare grande contributo italiano e mal provvede agli stessi interessi britannici nell'appoggiare costantemente tentativi predominio Francia e nel sostenere con essa stretta applicazione dottrina nazionalità nei riguardi dell'Italia quando quest'ultima potrebbe rivendicare tante altre terre nazionali in base agli stessi principi, nonchè sollevare questioni pregiudiziali per mantenimento altre possessioni francesi ed inglesi.

Garvin rimasto visibilmente preoccupato osservazione suo interlocutore dichiarò:

1) che Governo britannico e soprattutto Balfour che egli defini essere alta figura politica per molti rispetti identica nelle idealità finali con quelle di V. E. non verrà mai meno agli impegni assunti con Trattato di Londra; Governo britannico spenderà ciò stante tutta la sua influenza per assicurarne applicazione integrale;

2) che però egli come antico amico dell'Italia dubita che atteggiamento del suo Governo risponda realmente agli interessi italiani, perchè applicazione del Trattato di Londra porterebbe indubbiamente conflitto italo-slavo, cui Potenze firmatarie di quella convenzione non potrebbero certamente intervenire in appoggio Italia;

3) che gli consta inoltre che America si opporrà fortemente alla annessione delle provincie dalmate, Presidente trovandosi sotto l'influenza attiva organizzazione jugoslava in America;

4) che circa contegno dell'Italia al riguardo da molto tempo ha osservato come la maggiore debolezza nella nostra politica di rivendicazione è assoluta mancanza di un definito programma in proposito;

5) che secondo lui, Governo italiano dovrebbe urgentemente dividere questione Adriatico in due parti distinte: la prima riguardante i confini etnici fra l'Italia e gli slavi; Ia seconda relativa invece alle rivendicazioni territoriali in base ai principi di indispensabili necessità strategiche;

6) che cosi facendo, Governo del Re si cattiverebbe subito consenso unanime opinione pubblica la quale non mancherebbe di appoggiare tali rivendicazioni in base ai principi di sicurezza che motiverebbe;

7) che suo giornale infine sarebbe a nostra disposizione se autorità italiane potessero fornirgli siffatto definito programma con l'assicurazione di essere ispirato a sentimenti conciliativi e liberali;

8) che circa eventuale applicazione principi di nazionalità territori d'altra razza occupati da Francia e Inghilterra egli per conto suo osserva che politica è materiata di fatti e non teorie e che quindi, poichè quelle questioni non sono state poste, esse non hanno oggi alcuna reale importanza per la soluzione della questione adriatica.

Garvin infine osservò che nostro maggiore errore è stato quello relativo alla occupazione di Fiume non compresa nel Patto di Londra. Riferisco quanto precede per debito d'informazione astenendomi dal formulare su alcun punto ovvi rilievi e contestazioni.

(l) n telegramma fu trasmesso anche a Orlando e Zupelli.

532

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO IN

TERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL

CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, p. 38)

T. GAB. 3149/7300. Trianon Versailles, 12 dicembre 1918, ore 19,15 (per. ore 7 del 13).

Nello accusare ricevuta del suo telegramma datato 11 corrente giunto stamane 12 (l) assicuro V. E. che mi sono già messo in reLazione con Gran Quartier Generale per ottenere al più presto un colloquio con maresciallo Foch circa questione Fiume. Risulta che attualmente Maresciallo trovasi Treviri per prattche relative rinnovazione armistizio. Farò tutto il possibile per incontrarlo al più presto. Oggi stesso avrò un abboc,camento preliminare con ambasciatore Bonin tornato ieri da viaggio presidenziale in Alsazia.

533

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, pp. 39-40)

T. GAB. 3150/718. Parigi, 12 dicembre 1918, ore 20,45 (per. ore 7,30 del 13).

Generale Robilant mi comunica un telegramma Diaz che fondandosi sugli «accordi diretti » presi dall'E. V. col maresciallo Foch a Londra, Io invita ad accordi definitivi con il Maresciallo circa modalità e data restituzione nostre truppe ausiliarie. Nessun accenno viene fatto a sostituzione con prigionieri austriaci. Confermando mio telegramma n. 707 (2), prego V. E. che si· eviti in questa circostanza qualsiasi possibilità di malintesi anche ingiustificati che sarebbero dannosissimi in questo momento, specialmente alla vigilia del viaggio di

S. M. Siccome ritengo che fra V. E. e Foch si siano scambiati semplici dichiarazioni verbali e nulla di scritto, cosi permetto di suggerire che generale Robilant avesse istruzioni di conferire con il Maresciallo per riprendere la conversazione al punto al quale fu lasciata a Londra e concretare con Maresciallo un accordo che risultasse da qualche documento scritto. Sarebbe opportuno anche che generale Robilant avesse istruzioni di dclerire per quanto possibile alle domande di Foch circa la data. Sarà anche cosa ottima se in pari tempo potranno offrirsi prigionieri austriaci.

(l) -Pubblicato al n. 517. (2) -Pubblicato al n. 479.
534

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, p. 41)

T. GAB. 3151/719. Parigi, 12 dicembre 1918, ore 20,45 (per. ore 8 deL 13).

A telegramma di V. E. n. 3137 (1).

Essendo ammalato non ho potuto parlare con Pichon se non per telefono, egli era al corrente della buona piega che prendevano le cose in seguito agli accordi fra generale Grazioli e generale Tranié. Non aveva conoscenza dell'ordine del generale Franchet e mi osservò come in tutta questa questione regnava una gran confusione. Gli rappresentai la necessità che si mandassero laggiù istruzioni concilianti come facevamo noi dal canto nostro per prevenire incresciosi incidenti. Egli mi promise che vedrebbe questa sera stessa Presidente del Consiglio e agirebbe in senso indicato. Egli mi accennò in pari tempo alla necessità che non si ponga ostacolo alla requisizione del tonnellaggio austriaco indispensabile al rifornimento della base navale francese.

Comunico telegramma suindic~to a generale Robilant e ne parlerò con Barrère appena che potrò vederlo.

535

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO. AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1638. Roma, 12 dicembre 1918, ore 24.

Suo telegramma n. 102 (2).

Ministero Colonie a proposito concessione ricerche minerarie in tutta Etiopia ottenuta da suddito francese Varrière osserva che anche questa volta azione Ministro Francia Addis Abeba è in opposizione articolo 2 accordo Londra 1906 e articolo 2 trattato amkizia e commercio franco-etiopico 10 gennaio 1908 per parte riguardante monopoli.

Impartisco istruzioni ai RR. Ambasciatori Londra Parigi !far passi presso Governi inglese francese affinchè tutto rimanga in sospeso finchè non si abbia prova che non si tratta per quanto riguarda concessione Varrière di domanda monopolistica.

Prego frattanto V. S. mettersi in relazione col Governatore Eritrea esaminare se sia il caso che Sciam o altra società faccia domanda concessioni minerarie che non contrastino con accordi internazionali vigenti.

(l) -Pubblicato al n. 519. (2) -Non pubblicato.
536

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1639. Roma, 12 dicembre 1918, ore 24.

Mio telegramma n. 1606 (1).

Trasmetto copia telegramma Piacentini del giorno 9 dicembre: «Tenente colonnello Lodi e tenente colonnello Vicenzi, ora di ritorno da Alessio, dove li avevo inviati sino dal giorno 8 per moderare indirizzo decisioni che volevansi prendere nella nota assemblea, riferiscono quanto segue:

Giorno 9 si riunirono ad Alessio in numero di circa 100 e sotto la presidenza di Bib-Doda. Volevano proclamare Governo provvisorio albanese e protestare per 'situazione Scutari. In seguito a consiglio di calma e dichiarazione che non si sarebbe potuto tollerare alcuna forma di manifestazione contro nostri Alleati, essi si sono limitati tranquilla riunione nella quale hanno trattato seguenti punti. l) Scutari, prima città Albania settentrionale e baluardo frontiera deve fare parte integrale Albania. 2) Attuale regime speciale si limita al Municipio di Scutari; ma tale città è anche capoluogo della provincia e quindi devono continuare funzionare in piena libertà tutti gli uffici Prefettura per rimanente territorio. 3) Conclusione di una ..... [manca] che faccia tacere ogni rancore per meglio raggiungere lo scopo un'ità nazionale~.

Presentandosi occasione V. E. vorrà far rilevare consiglio calma e moderazione dato con risultato che riunione la quale si proponeva risoluzioni estreme si è limitata esprimere aspirazioni nazionali albanesi. Sovreccitazione per opera colonnello De Fourtou mi risulta però essere !ungi dal calmarsi.

Attendo notizie seguito dato al mio telegramma 1606.

537

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 117. Belgrado, 12 dicembre 1918 (per. ore 11,45 del 14) (2).

Dopo noto discorso del Principe Reggente in risposta alla Delegazione jugoslava acredine contro l'Italia si è anche in Serbia sempre più accentuata. Da conversazioni avute con Ministri e alti ufficiali, ho però ritratto impressione che la Serbia potrà mantenersi ancora un elemento moderatore .... [manca]. Il Principe Reggente sarebbe stato costretto a fare la dichiarazione sul non riconoscimento del Patto di Londra per ragioni dinastiche onde assicurarsi il favore ancora dubbio di molti elementi jugoslavi. Anche Pachitch lascia che il suo organo ufficiale attacchi attualmente l'Italia per fortificare la sua scossa situazione personale a fare della questione esterna un cemento che valga a riunire i diversi popoli e partiti. Principe, uomini politici e parte dell'esercito però alieni dallo spingere le cose alle ultime conseguenze; soprat

13 dicembre, al ministero con n. 233.

tutto Maresciallo .... [manca] già Comandante in capo dell'esercito si dimostra molto conciliante. Ministro degli Affari Esteri al quale stamane ripetevo la mia fiducia che la Serbia avrebbe agito in senso moderato abbastanza, mi ha assicurato che ordini che partono dal Governo di Belgrado sono in questo senso. Mi ha però detto che la situazione ,si aggrava e che la Serbia sarà messa in una condizione sempre più diffidle da nuove occupazioni italiane in Dalmazia. Mi ha aggiunto che domani o dopo, il Gabinetto Pachitch darà le sue dimissioni per fare luogo ad un Ministero del nuovo Stato Unito, ma non poteva prevedere quale sarebbe stato l'atteggiamento del nuovo Governo.

Segnalo infine a V. E. azione svolta qui dalle autorità militari (francesi) in senso apertamente anti-italiano. Esse accreditano ogni sorta di dicerie a nostro danno e ciò è tanto più pericoloso in un momento in cui gli animi sono naturalmente eccitati ed in cui mancano qui notizie esatte degli avvenimenti.

(l) -Pubbllcato al n. 492. (2) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, in data
538

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 44)

T. 3155. Roma, 13 dicembre 1918, ore 13,35. A telegramma n. 718 (1). Generale Diaz qui presente mi assicura che generale di Robilant fu avvertito tanto del precedente colloquio tra me e Foch quanto della condizione di offrire prigionieri austriaci in cambio dei nostri. Circa la questione dei termini, siccome di Robilant deve riferire le risposte, è evidente che ogni ipotesi di provvedimenti im,provvlsi resta esclusa. Non dovrebbe quindi verificarsi alcuna ragione di preoccupazione; ad ogni modo se tu lo credi necessario, ti autorizzo

a dare comunicazione del presente telegramma a S. E. di Robilant, avvertendo che della redazione di esso è informato anche Diaz.

539

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1641. Roma, 13 dicembre 1918, ore 15. Addetto navale francese consegnò 11 corrente a Capo Stato Maggiore Marina nota chiedente diritto requisizione da parte Francia naviglio mercantile austro-ungarico basandosi su articolo 4 clausole armistizio, che dà alle Potenze Alleate diritto requisizione nei territori occupati. Gli fu risposto che nel caso flotta mercantile austro-ungarica disposizione non era applicabile essendo Italia stata dele,gata dal Comitato di Londra a procedere in nome Alleati requisizione e armamento della flotta. Come è noto Comitato navale per l'Adriatico prese

nota tale delegazione e confermò che l'utilizzazione piroscafi restava affidata Comitato Interalleato Trasporti Londra al quale Governo italiano avrebbe for

29ì

nito tutti gli elementi del loro impiego. Comitato navale non ha esorbitato dai suoi compiti e dai suoi poteri rimettendo questione al Comitato di Londra e affidando all'Italia facoltà rilascio salvacondotti per la navigaz;iotne giac,chè appartiene alle autorità navali disciplinare navigazione in mare bloccato, giacchè Italia ha interessi preponderanti in AdriaUco e giacchè blocco fu dichiarato dall'Italia. Istruzioni date nostre Autorità navali furono •scrupolosamente conformi alle deliberazioni Comitato di Londra e Comitato navale Adriatico. Fu Ammiraglio francese Fiume che d'ordine ammiraglio Gauchet volle seguire procedimento proprio con contegno poco amichevole, adducendo prima di ignorare disposizioni suddette e poi affermando di conoscerle ma che doveva seguire gli ordini d.el proprio Ammiraglio dal quale solo dipendeva.

Oggi Autorità navali francesi dicono di voler limitare facoltà requisizione solo a ,poche navi esclusivamente per trasporti militari. Se questo punto di vista fosse stato emesso prima, Marina avrebbe messo massimo buon volere per soddisfarlo trattandosi di trasporti militari, ma la questione era stata impostata molto diversamente come prova requisizione fatta dal Comando francese Fiume di piroscafi per uso commerciale fra vari porti Adriatico.

Chiarita cosi la questione S. E. Revel tenuto ·conto che it"agioni requisizione hanno carattere assolutamente militare ha dichiarato che per i piroscafi che il Comando avesse preventivamente nominati, si sarebbe proceduto alla diretta requisizione da parte francese purchè vi fosse consenso Comitato Trasporti Londra.

Addetto navale francese si mostrò soddisfatto soluzione la quale non menoma principio generale che la reqwsizione del naviglio, tolta quella per impellenti ragioni militari, che non può essere negata a nessuno degli Alleati, resta affidata all'Italia. In questo senso sono state .imp.artite telegrafiche istruzioni al R. Addetto navale a Londra.

(Per Panigi soltanto). Vertenza è stata amichevolmente composta per il ritiro da parte francese primitive pretese, di fronte nostro fermo atteggiamento.

Ad eliminare altri ~ncidenti prego V. E. chiedere risolutamente che ammiraglio Gauchet riceva istruzioni di non contrastare con tutti i mezzi politica pacifi.ca che andiamo attuando nei territori occupati.

Col pretesto che questi, in base clausole armistizio, sono consegnati a tutti gli Alleati e non all'Italia soltanto, navi francesi vanno e vengono continuamente da tutti i porti dell'Adriatico, .suscitando ovunque manifestazioni che turbano ordine pubblico e menomano nostro prestigio.

(l) Pubblicato al n. 533.

540

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (AO, reg. 5, p. 48)

T. GAB. 3158. Roma, 13 dicembre 1918, ore 21,30.

Ringrazio del telegramma n. 2770 (l) di •CUi prendo atto con soddisfazione. La nota della Reuter cui accennava fu da me letta recentemente; ma non potrei veramente escludere che essa sia antecedente al giorno della mia partenza.

(l) Pubblicato al n. 527.

541

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, p. 50)

T. GAB. 3163/723. Parigi, 13 dicembre 1918, ore 21,38 (per. ore 7,50 del 14).

Raimondo che spiega qui opera utilissima mi chiede trasmettere se,guente telegramma:

« Clemenceau in due conversazioni mi diede intervista da pubblicare molto cordiale nella forma e esplicita nel riconoscerei diritto a .... [manca] precauzione difensiva sulla riva orientale. Non taciuto rliserva patto di Londra nei rapporti jugoslavi e accennò anche a opposizione amertcana per Smirne come per la Siria. All'osservazione .che eventuali concessioni .per Dalmazia es~gono compensi Fiume Clemenceau oppose rifiuto ma lasciò comprendere che qui havvi risentimento per procedura usata e per rivalità militari franco-italiane. Riportai impressione che appianandosi questioni personali, la questione di fondo non sia insolubile. Clemenceau, cui feci osservare gravi conseguenze ultimo incidente e pericolo per l'Italia quando dovessimo cedere mostrò desiderio vedere

V. E. Le verrei incontro ove V. E. mi dia appuntamento a Torino per informarla interessanti circostanze. Raimondo».

542

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2509/907. Parigi, 13 dicembre 1918, ore 21,40 (per. ore 3 del 14).

Confermo mio telegramma n. 899 (1). Berthelot mi ha detto ~che Lloyd George non sarà libero prima del 23 e divisata riun·ione .interalleata a Versailles non potrà quindi aver luogo prima di quella data nè è da escludere, stante la vicinanza delle feste natalizie e di capo d'anno, che la riunione venga posposta a dopo Natale e forse anche ai primi di gennaio. Si esclude ad ogni modo che la conferenza della pace possa iniziarsi prima della metà di gennaio.

543

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 19677. Roma, 13 dicembre 1918, ore 23.

II R. Ministro in Atene telegrafa quanto segue: (telegramma n. 467) (2).

Dato questo atteggiamento del Governo greco è conveniente che tutte le autorità italiane dei territori confinanti con l'Epiro informino la loro condotta per ciò che concerne la questione greca a molta riservatezza ed a decisa prudenza.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 511.
544

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3319/1735. Londra, 13 dicembre 1918 (per. il 14).

Telegramma di V. E. n. 1633 (1).

Graham mi ha dato oggi risposta abituale, e cioè che questione forma tuttora oggetto di esame. Da informazioni attinte da buona sorgente mi risulta che Gabinetto continua a discutere sulla politica verso Russia e non riesce a mettersi d'accordo. Sembra che Lloyd George persista per ragioni parlamentari nell'opposizione alla politica d'intervento.

545

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2516/697. Parigi, 14 dicembre 1918, ore 14,15 (per. ore 7 del15).

Rispondo al suo telegramma Gabinetto n. 1259 (2).

Il signor Laroche mi ha assicurato che istruzioni per l'invio a Costantinopoli di truppe italiane furono telegrafate già da vari giorni al generale Franchet d'Esperey.

546

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 53-55)

T. R. P. 3167/725. Parigi, 14 dìcembre 1918, ore 14,45 (per. ore 20,40).

In conformità delle istruzioni tue ho dato conoscenza stamane a Barrère che è venuto a vedermi del contenuto del tuo telegramma n. 3137 (3). Ciò diede occasione a una lunga conversazione con mio collega sui rapporti franco-italiani che in questi giorni lo preoccupano quanto me. Egli fa risalire la causa di tutti i guai al rifiuto che il nostro Comando oppose all'invito di Foch di attaccare fronte austria,co. Secondo lui tutte le ragioni che noi abbiamo in quel tempo date qui per spiegare nostra passività non parvero che pretesti; mi enumerò poi una serie di piccoli incidenti spiacevoli come articoli di giornali italiani non benevoli. A ciò contrapposi una serie alquanto più lunga di incidenti più seri

dei quali dovevamo dolerci noi e lo invitai a non ricordare il passato ma a guardare innanzi per far .sparire la tensione che entrambi notavamo e deploravamo. Egli osservò che questo momento tutto sta nella questione di Fiume ed io consentii, aggiungendo che anche quella questione, spinosa, lascia adito, se ci si mette buona volontà dalle due parti, a un modus vivendi qual si conviene a veri alleati. Egli mi disse che le difficoltà venivano sopra tutto dai rap.. porti personali assai tesi che esistevano tra i generali e gli ammiragli dei due paesi e si dolse nuovamente di Revel. Gli opposi che dopo le sue conversazioni con te, quell'incidente doveva essere dimenticato e che noi pure poco avevamo da lodarci di Franchet e di Gauchet. Barrère difese energicamente Franchet, ma riconobbe che il carattere di Gauchet non è molto conciliante. Egli aveva avuto già due colloqui con Clemenceau e mi promise di spiegare tutta la sua

influenza per rasserenare l'ambiente, cosa tanto più opportuna ora che è imminente arrivo del Re. Credo sia assolutamente necessario stabilire a qualunque costo buoni rapporti personali tra i nostri Capi di terra e di mare nelI'Adriat1co in modo che essi possano intendersi direttamente tra loro senza che si deva in ogni occasione fare intervenire i Governi. È impressione non solo di Barrère ma anche di Raimondo e mia, che le difficoltà di Fiume sarebbero di molto attenuate appena che si potesse inaugurare una certa cordialità di relazioni tra le persone.

(l) -Non pubblicato. Esso trasmetteva, in data 11 dicembre 1918, un telegramma di Sforza, del 9 dicembre (n. 3260/103), non pubblicato, che informava dell'arrivo in Turchia di una delegazione russa proveniente da Vien e presieduta da Nilinkov. La commissione era diretta a Parigi per sollecitare l'intervento degli alleati nella Russia meridionale. Il telegramma n. 1633 concludeva chiedendo di far conoscere il pensiero del governo britannico al riguardo. (2) -Non pubblicato. Esso riferiva il testo del telegramma Gab. n. 34 diretto da Sforza a Sonnino, 1'11 dicembre 1918, pubblicato al n. 516, pregando infine di c rinnovare vive premure presso Pichon • perchè le sue assicurazioni si traducessero in istruzioni al generaleFranchet d'Esperey. (3) -Pubblicato al n. 519.
547

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2515/700. Parigi, 14 dicembre 1918, ore 14,45 (per. ore 6 del 15).

Da fonte attendibile mi risulta che il conte Kàroly avrebbe bensi manifestato desiderio venire a Parigi per difendere la causa ungherese ma che gli si è fatto sapere che non si poteva ammettere qui rappresentante di Stato nemico se non dopo concretati i preliminari di pace tra le potenze alleate.

548

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, E AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

T. GAB. 1782. Roma, 14 dicembre 1918, ore 17. L'Incaricato d'Affari di Francia mi ha riferito aver ricevuto un telegramma da Clemenceau che protesta contro qualsiasi limitazione come quelle proposte nel modus vivendi concertato tra il generale Grazioli e H generale Tranié, per l'effettuazione della base navale francese a Fiume, cosi per quanto riguarda le

prescrizioni di uso di lavoro esclusivamente italiano, come per l'esclusione dei serbi dalla città, come per le limitazioni all'uso della ferrovia per Agram.

Ho risposto che tutto ciò era molto increscioso poichè il proposto modus vivendi mirava ad evitare gli inconvenienti pratici per la costituzione sollecib della base navale, fino a tanto che non si venisse ad un accordo più generale sulla linea di separazione dei comandi fra l'esercito italiano e l'esercito d'Oriente comandato da Franchet d'Esperey.

Ho rilevato la necessità che anche da Parigi si dessero ai comandanti di terra e di mare nell'Adriatico istruzioni più concilianti. Avrei riferito al Presidente del Consiglio e al Comando intorno alla non accettazione del modus vivendi riguardo a Fiume e alle insistenze del Governo francese riguardo alla libera organizzazione della base navale.

549

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.R. 2524/703. Parigi, 14 dicembre 1918, ore 21,16 (per. ore 9,25 del15).

Presidente della Repubblica che vidi alla colazione di gala da lui offerta al Presidente Wilson mi disse che aveva avuto notizia di un grave incidente avvenuto ieri a Fiume tra soldati francesi e italiani, due francesi sarebbero stati uccisi. Gli chiesi se-non si trattasse per avventura di qualche rissa improvvisa e casuale, ma egli non lo credeva; secondo informazioni sue la truppa italiana avrebbe sparato. Gli dissi che nulla sapevo, che certamente ogni incidente di tale natura sarebbe altamente deplorevole e mi sarei immediatamente informato. Prego V. E. volere telegrafarmi al più presto possibile quanto risulta al

R. Governo in proposito. Poincaré del resto mi parlò in modo molto cordiale e amichevole e assentiva quando gli rappresentai la necessità di dare ai rispettivi Comandi le istruzioni più concilianti e quando citai il noto caso del Tenente Colonnello francese cui noi lasciammo violare consegna piuttosto ·Che impedirlo come sarebbe stato nostro diritto con la forza. A proposito della questione di Fiume egli mi chiese nel corso della conversazione se non credevo che noi ci saremmo dichiarati soddisfatti di quanto ci riconosce il Patto di Londra, al che risposi come di ragione affermativamente.

550

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1656. Roma, 14 dicembre 1918, ore 22. Suo telegramma n. 712 (1). Sbarco truppe italiane a Cattaro fu deciso per disposizione comune Alleati

e comando ha carattere interalleato. Non è avvenuto alcun conflitto con truppe sevbe salvo incidente derivante da rifiuto tenente colonnello serbo Simovich riconoscere nostro generale Carbone Comandante truppe interalleate. Ovvio che nessuna disposizione fu presa per abbassamento bandiera serba. In quel posto situazione è adesso tranquillissima. Atti violenti e disordini verificaronsi soltanto verso 10 novembre all'arrivo truppe serbe precedute da comitagi.

(l) Non pubblicato.

551

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2518/493. Londra, 14 dicembre 1918, ore 22,10 (per. ore 7 del15).

Giornali pubblicano telegramma Reuter proveniente da Lubiana pel tramite Amsterdam annunziante arrivo a Pola reparto squadra americana comandata Ammiraglio. «Tutte le navi da guerra jugoslave innalzarono bandiera americana ed americani assunsero comando Pola ».

Lascio V. E. giudicare cir·ca convenienza autorizzarmi far smentire a nome

R. Ambasciata notizia falsa e tendenziosa. Times pubblica telegramma senza commento ma con titolo « Americans take over Pola ».

552

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 56)

T. GAB. 3170. Roma, 14 dicembre 1918, ore 22,50.

Risposta a telegramma n. 723 (1).

Prego far Raimondo seguente comunicazione: «Ti ringrazio vivamente dell'opera cosi particolarmente utile. Ti assicuro che io fo il possibile per attutire questione Fiume e credo che, come concessioni, sono arrivato al limite estremo compatibile .con la dignità dei due paesi e cioè consentendo piena libertà francesi costituire base navale Fiume. Temo tuttavia che vi sia di inconciliabile lo stato d'animo che si è creato sul luogo tanto fra le autorità di comando quanto fra i gregari, per cui avvengono incidenti'. Ho saputo anche per altra via desiderio Clemenceau conferire meco, e malgrado gravi impegni che io ho qui, confido far possibile per accompagnare Re. In tale ipotesi, sarei a Torino a mezzogiorno del 18, avvertendo tuttavia che proseguirei con treno speciale reale ».

553

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, pp. 56-57)

T. R. P. 3171. Roma, 14 dicembre 1918, ore 24.

Da telegramma rimessoti per comunicarlo a Raimondo (2) potrai desumere alcune notizie che non ripeto. Ti confermo bensi che stamane è venuto Incaricato affari di Francia portando una protesta per sedicenti condizioni da noi

imposte all'esercizio della base navale di Fiume (1). Si tratta di un grosso equivoco poichè condizioni in parola non furono già da noi imposte ma semplicemente proposte al Governo francese per quella ·conversazione che doveva precedere l'accordo fra i Governi stessi. Feci dunque cortesemente rilevare che tale nostra comunicazione non importava una proposta ma bensì delle controproposte che noi avremmo esaminato con lo spirito più conciliante. Ad ogni modo tanto io che Sonnino crediamo che sia il ·caso di chiudere una discussione incresciosa in un momento così delicato ed abbiamo quindi questa sera conferito con generale Diaz per dare disposizioni al generale Grazioli di consentire liberamente ·costituzione base navale francese a Fiume. Risposta formale sarà comunicata domani a questo Incaricato d'affari. Vorrei sperare che dopo ciò la questione abbia da ritenersi chiusa con soddisfazione del Governo francese; ma purtroppo non posso escludere la possibiltà di ulteriori incidenti dovuti allo stato d'animo reciprocamente esasperato di francesi e italiani a Fiume. Ho saputo oggi infatti di 'incidenti avvenuti in cui abitanti civili di Fiume avrebbero ferito soldati francesi. Spero si comprenderà costi che noi non possiamo influire su questo .stato di cose, salvo che con esortazioni alla calma che non manchiamo di rivolgere e sarebbe desiderabile che uguali esor

tazioni fossero rivolte da codesto Governo ai propri comandi militari.

(l) -Pubblicato al n. 541. (2) -Pubblicato al n. 552.
554

L'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3322/762. Washington, 14 dicembre 1918 (per. il 14).

Telegramma di V. E. n. 1601 (2)

Ho attirato l'attenzione di Polk sulla situazione che si viene creando in

Albania meridionale per opera specialmente dei capibanda greci. Egli si è

interessato alla comunicazione e mi ha assicurato che ne avrebbe dato comuni

cazione in Francia al Segretario di Stato.

555

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. 3331/566. Valona, 14 dicembre 1918 (per. il 14).

Per doverosa informazione, notifico che giorno 12 è partita da Scutàri (diretta a Rieka) la compagnia serba che ancora era rimasta dislocata colà. Pertanto non vi sono più truppe serbe a Scutari.

(l) -Cfr. più avanti n. 564. (2) -Pubblicato al n. 490.
556

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2514/698. Parigi, 14 dicembre 1918 (per. il 15).

Rispondo telegramma Gab. n. 1248 (1).

Berthelot mi ha confermato che nulla è cambiato circa H modo di vedere

del Governo francese in merito all'occupazione di Vienna da parte delle truppe

alleate che esso considera inopportuna e pericolosa.

557

L'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3335/764. Washington, 14 dicembre 1918 (per. il 15).

Telegramma di V. E. n. 1528 (2) e seguito mio telegramma n. 745 (1).

Nessuna risposta è ancora pervenuta qui da Parigi circa decisione. presa per rappresentanza americana nella commissione centrale di Vienna. Polk mi ha detto risultargli avere Governo francese risposto di non iiud'icare essere ancora giunto momento per formazione Commissione suddetta.

558

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3344/122. Costantinopoli, 14 dicembre 1918 (per. il 15).

Miei due colleghi avendomi proposto chiedere con nota identica che la Sublime Porta consegni alle Potenze Alleate tutto il materiale di guerra alleato caduto in mano Turchia durante ostilità, ho ·creduto aderire quantunque tale domanda non sia giustificata dall'armistizio.

Sublime Porta ha accettato, ma mi consta che la nostra domanda le ha causato irritazione e meraviglia.

559

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4395. Roma, 14 dicembre 1918.

È stato inviato anche a V. E. un telegramma in data 8 corrente dal Presiìdente del Consiglio Nazionale di Fiume col quale si comunica la deliberazione di quella città per la sua unione al Regno d'Italia.

Mi sembra che non si possa fare a meno di comunicare tale deliberazione ai Governi alleati ed associati: comunque, gradirò di conoscere il pensiero di V. E. al riguardo.

20 -Docummti diplomatici • Serie VI • Vol. I.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. Ma cfr. p. 255, nota 2.
560

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, p. 59)

T. GAB. R. P. 3176/733. Parigi, 15 dicembre 1918, ore 14 (per. ore 2,15 del 16).

Tuo telegramma 3171 (1).

Come telegrafai ieri a Sonnino (2), Presidente Poincaré mi aveva parlato ieri dell'ucr-.isione di due soldati francesi a Fiume che eQ;li credeva avvenuta a conflitto con soldati italiani. Invece Pichon che ho visto stamane mi disse che erano stati feriti di coltello. Gli dissi allora che ciò coincideva con le informazioni che avevo testè ricevute e secondo le quali rissa sarebbe avvenuta non tra ,soldati delle due nazioni ma fra cittadini di Fiume e soldati francesi. Pichon del resto non mi parve dar molta importanza al fatto. Gli annunziai a titolo ufficioso nostra decisione di consentire liberamente costituzione base di Fiume. Egli mi promise ancora che anche da qui s'l manderanno ai comandanti francesi istruzioni concilianti.

Colonnello House mi fece dire da Frazier 'che era dolente degli osta·coli che erano stati messi a Venezia al viaggio dei cinque jugoslavi per i quali ti ho telegrafato (mio telegramma 722) (3). Sarebbe urgente provvedere ove già non fosse stato fatto. Inoltre Frazier mi segnalò sempre d'incarico di House come circostanza spiacevole l'eccessivo contingente di truppe italiane che si trovano a Fiume. A nostra richiesta erano state colà mandate truppe americane ma queste si trovano come sommerse tra le grosse forze nostre e da qualche tempo il nostro ,comandante non consultava nemmeno più il comandante americano nè gli altri alleati. Tutto questo mi fu detto nel modo più amichevole e soltanto si aggiungeva per,chè gli americani potessero meglio svolgere l'azione conciliativa che propongono e che noi stessi desideriamo. T'informo di quanto sopra non dubitando che si prenderanno tutte le misure necessarie perchè gli americani si dichiarino contenti.

561

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2523/704. Parigi, 15 dicembre 1918, ore 14 (per. ore 21).

Telegramma di V. E. n. 1777 (4).

Ho parlato stamane a Pichon dell'invio di nostre truppe a Costantinopoli.

Egli si ricordava perfettamente l'anteriore nostra domanda e le istruzioni

conformi che in seguito a quella furono inviate al Comando francese. Presa

nota della mia osservazione allo scopo di rinnovare quelle istruzioni ove ne

fosse il caso.

(l) -Pubblicato al n. 553. (2) -Cfr. n. 549. (3) -Non pubblicato. Con essa Bonin Longare trasmetteva il 13 dicembre 1918 il desiderio del colonnello House che cinque personalità jugoslave (due banchieri serbi, un professoreuniversitario croato, un deputato bosniaco e un dalmata) c trattenute a quanto si dice da nostre autorità militari • potessero raggiungere la missione americana nel territorio jugoslavo,dove erano attese. (4) -Non pubblicato.
562

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. GAB. 1783. Roma, 15 dicembre 1918, ore 18. (Meno Comando Supremo). Comando Supremo telegrafa quanto segue (l): «Si rappresenta a V. E. l'opportunità che le nostre truppe della 35a Divi

sione concorrano all'occupazione di tutti i principali territori in cui operano gli eserciti alleati d'Oriente. Finora nessuna decisione è stata presa dal Generale Franchet per quanto riguarda l'invio delle nostre truppe in Romania, Russia meridionale e Ungheria.

Questo Comando prega V. E. voler far conoscere il suo pensiero al riguardo e ciò allo scopo di rappresentare anche al Generale Franchet il punto di vista, mentre V. E. potrebbe, se ne è il caso, agire analogamente presso i Governi alleati».

Ho risposto al Comando Supremo quanto segue: (Meno Parigi). Nel comunkare telegramma di V. E. n. 2507 al R. .AllEasciatore a Parigi ho soggiunto quanto segue:

(Tutti). Concordo con quanto mi riferisce Comando Supremo e prego V. E. di adoperarsi d'accordo con generale Robilant per raggiungere sollecitamente e pienamente gli scopi desiderati. Prego telegrafarmi.

563

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2521/494. Londra, 15 dicembre 1918, ore 21 (per. ore 3,30 deL 16). In recente colloquto con Clark accennai alle voci di cui al telegramma di

V. E. Gab. n. 1761 (2) circa conversazioni anglo-francesi per ripartizione sfere d'influenza rispettive in Russia. Egli trattò la cosa come uno scherzo dicendo che tutto si riduceva alla premura di evitare conflitti ed attriti nelle attribuzioni dei generali inglesi e francesi che come è noto da più di un anno si trovano rispettivamente nell'Ukraina e nelle regioni sud-orientali della Russia.

Come V. E. ricorderà il programma d'azione comune anglo-francese fu concordato l'anno scorso a Parigi da Ceci! e lord Milner con Clemenceau e Pichon.

564

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (3)

T. GAB. 1784. Roma, 15 dicembre 1918. Questo Incaricato d'Affari di Francia mi ha rimesso il seguente pro-memoria: « Le chargé d'affaires de France a été invité par M. le Président du Conseil,

Ministre de la Guerre, à entretenir le Gouvernement Royal, dans l'esprit le

plus amicai, mais en meme temps le plus frane et le plus sérieux, de la situation militaire à Fiume. Il faut entendre par là plus exactement:

l) Les conditions auxquelles le Général commandant la guarnison italienne prétend subordonner l'établissement d'une base française de ravitaillement;

2) les conditions générales dans lesquelles le Général Tranié, commandant les troupes françaises d'occupation, se voit réduit à exercer son commandement, du fait des entraves qui lui sont mises par son collègue italien.

M. Clemenceau a chargé M. Charles-Roux de faire savoir au Gouvemement italien que les premières comme les secondes ne lui paraissent pas pouvoir etre acceptées par lui.

l. Il résulte, tant d'une communication du Général Grazioli au Général Tranié, que d'une communicatiOJ?. du Ministère Royal à l'Ambassade de France, que l'installation et le fonctionnement d'une base française à Fiume seraient subordonnés à un certain nombre de conditions parmi lesquelles:

a) l'emploi d'une main d'reuvre militaire italienne;

b) le débarquement des marchandises assuré par la marine italienne;

c) l'obbligation de demander à l'administration de fait de la ville la disposition de tous locaux, quais, mòles, édifices, matériel, dont la base pourrait avoir besoin;

d) le fonctionnement de la gare de Fiume sous le contròle d'une commission intéralliée, présidée par un officier italien, dans des conditions prévues par l'administration de fait de la ville;

e) l'interdiction opposée à tout Serbe de pénétrer dans la ville; f) le droit pour l'autorité italienne d'interrompre le trafic civil entre Fiume et Agram, si l'ordre l'exigeait.

Les conditions qui précèdent paraissent à M. Clemenceau etre en contradiction avec l'assurance donnée par le Gouvemement Royal que l'établissement d'une base à Fiume ne rencontrerait pas d'obstacles de sa part: car elles constituent de véritables entraves à l'installation et au fonctionnement de cette base, en meme temps que de graves restrictions à la liberté d'action du Général appelé à la constituer et à la diriger. Elles sont en outre en contradiction avec l'armistice, avec les ententes intervenues depuis entre les Gouvernements alliés, et d'après lesquelles l'occupation de Fiume serait intéralliée et l'organisation d'une base y serait entreprise en toute liberté.

Or le fonctionnement de ·Cette base et celui de la ligne de ravitaillement Fiume-Agram-Semlin est, pour des raisons militaires connues du Gouvernement Royal, une nécessité vitale pour l'armée d'Orient.

2. Les conditions générales dans lesquelles le Général Tranié exerce son commandement, du fait des entraves qui lui sont mises par son collègue italien, résultent, entre autres exemples, des faits suivants:

fin de non recevoir opposée à toute exploitation directe de la ligne FiumeAgram pour des besoins militaires; fin de non recevoir opposée à la participation de l'autorité française militaire au contròle des approvisionnements; exercice de la censure, et interdiction partout de l'usage du téléphone;

refus de laisser le Général Tranié disposer à son gré du bataillon serbe placé sous ses ordres au meme titre que les autres contingents de ses troupes.

3. -Toute la situation ci-dessus exposée procède d'une conception erronée, qui parait bien exister dans l'esprit du Général Grazioli, et d'après laquelle ses pouvoirs militaires seraient exclusifs des droits que le Général Tranié, lui aussi, tient de son commandement et de sa mission, qui consiste à assurer les communications et le ravitaillement indispensables au groupe des armées d'Orient. 4. -Pour ces raisons M. Clemenceau a invité M. Charles-Roux à insister, très amicalement mais d'une manière très pressante, auprès du Gouvernement Royal, afin que: une entière liberté d'action soit laissée au Général Tranié pour l'établissement et le fonctionnement de la base française de ravitaillement de Fiume; une entière liberté soit laissée au meme officier général dans l'exercice du commandement de toutes les troupes placées sous ses ordres par le Général Franchet d'Esperey. 5. -En s'acquittant de cette communication le chargé d'affaires de France prie S. E. le Ministre des Affa.ires Etrangères d'y voir la preuve du vif désir d'éliminer toute possibilité d'incidents locaux ou de friction, par le règlement satisfaisant de la situation militaire à Fiume, port de ravitaillement nécessaire à l'Armée d'Orient ».

Prego V. E. far conoscere al signor Clemenceau quanto segue:

L'accordo intervenuto fra il generale Grazioli ed il generale Tranié fu comunicato all'Ambasciatore di Francia come una soluzione già intervenuta fra le due autorità militari che l'avevano trattata fra loro senza notizia dei due Governi nell'intento di dirimere urgentemente possibilità di gravi attriti. Se tale soluzione non è approvata dal Governo francese il R. Governo, pur facendo riserve su talune delle considerazioni contenute nel pro-memoria su riferito, dichiara non aver difficoltà ad accedere al desiderio del Governo francese per quanto riguarda l'azione da svolgere dal comandante francese a Fiume. A questo proposito il Governo italiano ha dato ordini in conformità di quanto segue:

«Si istituisce a Fiume una base francese per il rifornimento dell'esercito di Oriente, che funziona sotto esclusivo comando francese.

« Il comando della base avrà all'uopo a disposizione i tratti di banchina del porto, gli appezzamenti di terreno ed i fabbricati che gli saranno necessari: detto comando si compiacerà prendere accordi col comandante superiore delle truppe di occupazione e col comandante superiore navale per conciliare nel modo migliore le esigenze della base con quelle della città e del movimento ordinario del porto.

« Il movimento ferroviario ed il servizio della stazione saranno regolati da una Commissione militare mista, nella quale il Comando della base francese avrà i suoi rappresentanti, per conciliare nel miglior modo possibile il traffico ferroviario occorrente per l'approvvigionamento dell'Esercito d'Oriente col traffico ordinario che occorre effettuare con Trieste e l'Istria in genere.

«Poichè Fiume è in regime di occupazione militare interalleata, tutti gli immobili ed ogni altro mezzo occorrente al servizio della base navale da prelevarsi sul posto, saranno requisiti per la durata dell'occupazione».

Il Governo italiano spera che il Governo francese vorrà considerare questa sua decisione come ispirata da vivissimo desiderio di incontrarsi coi desideri espressi dal Governo francese e confida che ad uguali sentimenti si ispirerà il Governo francese nelle istruzioni che vorrà dare alle autorità militari e navali in riguardo all'esecuzione dell'armistizio con l'Austria-Ungheria.

(l) -Telegramma gab. n. 2507/34973, spedito alle ore 18 del 13 dicembre. (2) -Non pubblicato. Esso trasmetteva il telegramma n. 253 segreto inviato da Della Torretta a Sonnino, il 2 dicembre 1918, pubblicato al n. 429. (3) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando, Diaz, Thaon di Revel e Imperiali.
565

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4133. Roma, 15 dicembre 1918.

Alla vigilia del giorno in cui, al congresso per la pace, dovrà fissarsi il nuovo assetto d'Europa, non posso esimermi dal fare appello all'altissimo senno ed al patriottismo dell'E. V. affinchè voglia con l'autorevole parola e con l'opera sagace propugnare e far prevalere quei supremi interessi d'Italia, che traggono le loro origini dal problema marittimo dell'Adriatico.

Ho fatto riunire in una memoria sintetica i capisaldi che di quel problema fissano il carattere e l'essenza: e questa memoria io mi permetto di sottoporre all'esame dell'E. V. perchè fermamente confido che V. E. vorrà convenire nella giustezza dei postulati e delle considerazioni che in essa sono esposti, e rendersene patrocinatore al momento opportuno.

Mai forse, come in quest'ora, i futuri destini nostri possono volgere propizi od avversi, a seconda che la comprensione delle imprescindibili necessità nazionali potrà farsi strada attraverso le menti dei nostri Alleati, o essere mutilata,

o fraintesa, o soggetta alla prevalenza di concetti egoistici in danno nostro.

Lo stato Maggiore della Marina porta, con l'acclusa memoria (1), il suo contributo a tale comprensione, e ne affida all'E. V. le sorti, in seno alla Conferenza per la Pace.

566

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3347/117. Pera, 15 dicembre 1918 (per. il 15).

L'alto Commissario ellenico ha diretto miei colleghi francese e inglese nota per segnalare pericolo per la sicurezza elementi greci attualmente Costantinopoli. Io osservai che Alessandropulo adempiva suo dovere ma che noi ci faremmo suoi involontari strumenti se con un nostro passo accreditassimo la voce di un. pericolo per i greci a Costantinopoli, voci di cui erano evidenti le tendenze politiche.

I miei ·colleghi accolsero mio punto di vista. Alessandropulo non solo non è stato ammesso alla seduta dei tre Alti Commissari, ma non ha neppure iniziato rapporti diretti colla Sublime Porta questa avendo dichiarato che occorreva la contemporanea accettazione di un Agente ottomano Atene.

(l) Non rinvenuta. Ma cfr. il cenno che ne è fatto ne La Marina italiana nella grande guerra, a cura dell'Ufficio Storico della Marina Militare, Firenze 1942, vol. VIII, p. 817.

567

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. R. 495. Londra, 15 dicembre 1918.

Nel corso di una mia precedente privatissima conversazione con Crowe gli chiesi che cosa pensava dell'arttcolo dell'Echo de PaTis sugli accordi anglofrancesi per la Siria. Rispose non possedeva elementi per fondato apprezzamento, gli pareva però, a prima vista, articolo potesse interpretarsi .come tentativo Quai d'Orsay di attenuare dichiarazione Clemenceau. In linea generale osservava Crowe che proclamati principi di auto-decisione di cui importanza e significato sono stati benissimo compresi dalle varie popolazioni da sottrarsi al giogo turco, contribuiscono a complicare regolamento dell'assetto definitivo delle regioni che dovranno essere separate dall'antico Impero ottomano. Egli menzionava al riguardo l'agitazione degli arabi e loro difficoltà coi francesi. Mi narrava pure i maneggi segreti di Berthelot per adescare armeni ed assicurare adesione alle aspirazioni francesi in Armenia e Cilicia risultanti dagli accordi del 1916. Rilevava tuttavia che per tutta risposta gli armeni si sono affrettati a proclamare indipendenza. Crowe osservava in generale che dato lo stato d'animo attuale dei francesi, qualunque negoziato con essi diventa difficile e spinoso e richiede grande pazienza e circospezione. D'altra parte occorre tener conto dell'intenzione ormai nota dell'America di partecipare alle discussioni sul regolamento finale delle questioni turche, sulle quali tutto lascia ritenere Wilson abbia concrete vedute proprie che si riserva di manifestare a suo tempo. A proposito delle nostre domande in relazione con l'ultima mia conversazione con Balfour, Crowe mi chiese se io avevo qual.che proposta da formulare, qualche veduta da esprimere che potesse servire di base di discussione, circa la parte da assegnarsi a noi. Gli risposi nostro programma era stato concretato e stabilito nell'accordo del 1917, e non potevo quindi per parte mia che attenermi strettamente a quel programma. Spettava, se mai, al Governo britannico che ha sollevate inattese difficoltà di suggerire eventuali soluzioni, rispondenti nello spirito e nella lettera alle disposizioni dell'articolo 9 del Patto di Londra. Replicò Crowe sarà eventualmente necessario di « mettere i nostri cervelli a contribuzione» per raggiungere soddisfacente soluzione definitiva; ciò si potrà ormai fare solo a Parigi, quando saranno conosciute vedute precise francesi ed americani. Ad un'ultima osservazione di Crowe nel senso che esclusa ormai ogni idea di annessione, l'intervento rispettivo delle Potenze alleate, negli affari delle diverse nazionalità, non potrebbe esplicarsi che sotto forma di assistenza più o meno temporanea, nonchè sulle forme e modalità predetta assistenza, risposi essere questa, a mio avviso, questione accessoria. L'essenziale secondo venne stabilito nel trattato e secondo quanto V. E. ha ripetutamente dichiarato, è la perfetta eguaglianza nella posizione quale che sia di ciascuna delle tre Potenze alleate e contraenti.

pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

« Nulla, conclusi, chiediamo di più di voi, ma, nemmeno nulla di meno accetteremo mai». Crowe, come ho già riferito, sarà a Parigi dal 22 corrente in poi.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. n testo

568

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (Ed. in Africa Italiana, vol. II, parte II, pp. 356-357)

T. u. R. 8445. Roma, 15 dicembre 1918.

Mi affretto a comunicare alla E. V. il telegramma che il Governatore dell'Eritrea ha qui diretto in data 11 dicembre corrente (1), circa la partenza da Aden di navi da guerra britanniche per l'occupazione di Hodeida.

Non ho bisogno di rappresentare all'E. V. l'urgenza di chiedere al Governo britannico spiegazioni sulla natura delle operazioni di cui si tratta, che si vanno a compiere in sede di armistizio e senza un accordo, per quanto io sappia, con l'Italia che, come potenza rivierasca musulmana, ha alto interesse in qualsiasi mutamento dello statu quo nel bacino del Mar Rosso.

La notizia è anche rimarchevole per noi, in quanto il R. Agente al Cairo, a proposito del noto accordo in corso per il transito delle merci dall'Eritrea in Arabia, ha informato che gli ammiragli Jackson e Jacob hanno telegrafato a Londra ,che il blocco sulla costa araba ,potrà cessare quando i turchi abbiano evacuato l'Arabia (mio telegramma posta all'E. V., n. 8392 del 13 corr.) (1).

Io sarò ben grato all'E. V. se vorrà tenermi informato del seguito che

V. E. avrà creduto di dare alla mia richiesta.

569

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2519/707. Parigi, 16 dicembre 1918, ore 20,30 (per. ore 0,40 del17).

Ho fatto oggi stesso a Clemenceau per iscritto la comunicazione di cui al telegramma di V. E. n. 1784 (2).

570

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 1667. Roma, 16 dicembre 1918, ore 21.

19 novembre maggiore turco presentò nostro comando Homs Tripolitania alcuni capi arabi che dichiararono agire nome indigeni Tr~politania ind~endentemente ufficiali tul'lchi presenti fra di loro.

Detti capi consegnarono lettera pel Governo di Tripoli nella quale 4 capi qualificandosi membri del Consiglio Repubblica Tripolitania annunziavano proclamazione Repubblica e chiedevano al Governo d'Italia di essere messi in comunicazione con Governi aventi consoli a Tripoli, cioè Francia, Inghilterra, Stati Uniti ecc.

Ministro delle Colonie ha dato istruzioni Governatore Tripoli non rispondere. In previsione che comunicazione indigeni tripolini sia fatta pervenire Governi alleati informo V. E. che direttive R. Governo sono che noi manteniamo fermo principio nostra sovranità sulla Libia internazionalmente riconosciuta; quindi in Libia noi consideriamo ribelli indigeni che hanno preso armi contro di noi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 564.
571

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1668. Roma, 16 dicembre 1918, ore 23.

È pervenuta notizia che undici corrente navi da guerra britanniche Topaze e Juno e una nave trasporto con truppe indiane sono salpate da Aden oer recarsi occupare Hode.ida (1). Prego V. E. assumere informazioni ·circa natura e scopo tale operazione compiuta in sede di armistizio e senza previo accordo con Italia potenza rivierasca musulmana direttamente interessata qualsiasi mutamento statu quo bacino Mar Rosso.

Occupazione inglese Hodeida non sembra possa giustificarsi con necessità militari, resistenza dei turchi in Arabia essendo limitata Medina assa'i lontana da Hodeida. Sbarco in questa città deve quindi avere verosimilmente altra causa che prego indagare.

572

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (2)

T. 19832. Roma, 16 dicembre 1918, ore 23.

Comunico per notizia seguente telegramma del generale Piacentini: c Onoromi comunicare seguente telegramma pervenutomi ieri da Comando interinale sedicesimo Corpo d'Armata. Prefetto Tirana ha presentato questo Comando notabile Dibra Hussein, figlio di Elesi Jusu, che è capo tribù e notabile influente regione Dibra notoriamente favorevole Italia. Detto Hussein è stato inviato dal padre Elesi Jusu per informare che serbi hanno occupato con esiguo distaccamento Piscopeia e Liman. Uno detti distaccamenti circa 1000 uomini, è in Makellari a metà strada tra Dibra e Piscopeia. Informasi inoltre che Essad pascià dicesi giunto Dibra. In conseguenza tali oc.cupazioni e notizie, comunica che albanesi vogliono cacciare serbi e contrastare con armi eventuale avanzata Essad, purchè Governo italiano assicuri ogni evenienza appoggio e aiuto. Attesa decisione e provvedimenti Governo e superiore Comando italiano, questo Comando ha consigliato calma e prudenza~.

pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

Riassumo inoltre seguenti informazioni giuntemi da ufficio politico militare Croja. Propaganda essadista continua nella Mati'a dicesi finanziata da francoserbi. Famiglia Gelai della Matia sarebbesi già pronunciata favore Serbia.

Altra famiglia Zogolli più influente sarebbe contraria manifestandosi per pura indipendenza albanese. Giunto oggi Croja Sahid bey Matia, essadista noto, ex prefetto Croja, sotto Essad, reduce da internamento in Austria. Proseguì subito per Matia. Giunti altri due essadisti.

Da mia parte comunico seguente telegramma inviato Comando sedicesimo corpo d'armata in relazione avvenimenti e notizie di cui sopra:

«Rispondo suoi nn. 1723 e 1724 in data di ieri. Al primo punto. Per quanto riguarda propaganda Essad e suoi fautori, richiamo direttive già note conformità precedenti ordini spe-cie telegramma 1072 Sonnino data 18 ottobre, cioè che dobbiamo oppor·ci alla penetrazione di Essad e suoi seguaci, in territori da noi occupati impedendolo ·con tutti i mezzi.

Al secondo punto. Circa azione e propaganda serba conviene procedere con calma e prudenza essendo serbi ufficialmente nostri alleati.

Al terzo punto. Circa eventuale appoggio e aiuto qualsiasi movim,ento antiessadista noi non possiamo per ora assumere alcun impegno date le difficoltà delle comunicazioni, rifornimenti e stato attuale stagione. Ciò stante è da escludere ora che truppe nostre possano recarsi nel Di·brano. Gradirò assicurazioni».

(l) -Cfr. n. 568. (2) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del Ministero degli Esteri. Il testo
573

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 1752. Londra, 16 dicembre 1918. Leggo nell'odierno Observer articolo sulla situazione finanziaria britannica. Scrittore articolo accennando ai prestiti fatti ai vari Alleati esprime opinione che Inghilterra potrebbe cancellare i debiti e « fare ai fratelli d'arme assai più di noi colpiti, un dono delle loro promesse di pagamento». Segnalo quest'opi

nione perchè è la prima volta che la vedo manifestata nella stampa. Spedisco per posta testo articolo.

574

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO INTERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. RR. P. CONF. 7473 L. 28. Trianon Versailles, 16 dicembre 1918.

Faccio seguito al mio telegramma n. 7365 del 13 corrente (2). Torno ora da Luxembourg ove ebbi ieri 15 un colloquio con maresciallo Foch che fu meco cordialissimo. Egli non aveva ancora ricevuto da generale Franchet d'Esperey nessuna proposta circa linea determinante zona da sottoporsi a generale stesso e

il maresciallo Foch il 14 dicembre.

quella da assegnarsi al generale Diaz. Convenne quindi meco che ordini generale Franchet d'Esperey erano pl"ematuri ed ammilse possibilità coesistenza Fiume base navale francese con occupazione italiana. Poichè esiste di già modus vivendi tra generale Grazioli e generale Tranié mi promise formalmente di telegrafare subito a generale Franchet d'Esperey affinchè nulla venga mutato a tale modus vivendi in attesa che questione sia definita secondo modalità concordate a Londra. Maresciallo Foch ebbe espressioni di cordiale amicizia e deferenza verso V. E. incaricandomi porgerle suoi saluti.

(l) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Non pubblicato. Con esso di Robilant informava Orlando che contava di incontrare
575

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

L. 3983. Roma, 16 dicembre 1918.

In relazione al telegramma di V. E. n. 4395 del 14 corrente (l) mi pregio ili

formarLa che a mio avviso non sarebbe opportuno che noi ci facessimo organi

di trasmissione della deliberazione del Consiglio Nazionale di Fiume con cui

quella città ha dichiarato la sua unione al Regno d'Italia.

Sono indotto a questo giudizio dalla considerazione che Fiume non è compresa nei territori assegnatici dal Trattato di Londra, e che le manifestazioni del genere possono avere più efficacia se inviate direttamente ai Governi alleati e se intorno ad esse si richiama con la pubblicità l'attenzione del pubblico. Mi risulta d'altronde che la deliberazione stessq. venne già comunicata direttamente dal signor Grossich al Dipartimento di Stato di Washington, e dovrei ritenere che analoga comunicazione sia già stata fatta ad altri Governi, e ,che se ciò non fosse, converrebbe suggerirlo.

576

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2535/36. Pera, 17 dicembre 1918, ore 7,30 (per. ore 1,40 del 19).

Mio telegramma n. 34 (2).

Apprendo che una compagnia italiana che erasi preparata per Costantinopoli con trenta ufficiali e quattrocento uomini, è invece inoltrata a Burgas. Parmi d'altronde sempre più difficile che la trentacinquesima divisione cui è ora affidato un compito cosi vasto e lontano possa anche pensare ad un concorso per Costantinopoli.

Osservo ciò a titolo personale per V. E. per tema 'che delle difficoltà materiali facciano protrarre la realizzazione di una assoluta necessità politica quale è che Costantinopoli e i Dardanelli non continuino ad essere occupati senza il nostro concorso. L'invio di un battaglione di truppe scelte e di uno squadrone di cavalleria a Costantinopoli dovrebbe essere assicurato d'urgenza dall'Ital,ia se dall'a Macedonia è impossibile.

31S

Al momento di spedire questo telegramma ricevo quello di V. E. Gab. n..... [manca] (l) del 15 dicembre. Può darsi che niente sia cambiato in fatto alle mie osservazioni.

(l) -Pubblicato al n. 559. (2) -Pubblicato al n. 516.
577

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. u. 1673. Roma, 17 dicembre 1918, ore 15.

R. Governo ritiene che non sarà possibile nè ad esso nè a Governi alleati presentare per momento apertura trattative pace documentazione comple<ta prova definitiva di tutte le spese incontrate e danni subiti a cagione della guerra e di ·cui sarà chiesto il risarcimento al nemico. Indagini per tale documentazione benchè condotte anche presso di noi molto alacremente da amministrazioni competenti e da speciali commissioni tecniche non sono ancora ultimate nè lo saranno per detta epoca.

Per informare anche in questo campo nostra azione a perfetta identità criteri con quelli Alleati gioverebbe sommamente conoscere in quale modo codesto Governo abbia proceduto nel determinare varii titoli delle spese e danni guerra in generale agli effetti indennità globali da chiedersi al nemico e in quale modo si prepara a giustificarli e documentarli in imminenza negoziati. Prego V. E. 'indagare e riferire d'urgenza.

578

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2528/498. Londra, 17 dicembre 1918, ore 18,40 (per. ore 3 del 18).

Telegramma di V. E. n. 1564 (2).

Balfour mi informa che dopo maturo esame il Governo britannico opina non esservi necessità di stabilire al momento nota Commissione internazionale a Vienna.

579

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2534/35104. Italia, 17 dicembre 1918, ore 23.

Mi riferisco a foglio S. E. generale Piacentini 515 O. P. data 10 corrente (3) concernente occupazione interalleata di Scutari. Come è noto occupazione Albania è affidata a sole truppe italiane meno città di Scutari che ha presidio interalleato, sotto Comando colonnello de Fourtou. Ora viene richiesto dal gene

rale Franchet che sia sgomberata da nostre truppe non facenti parte contingente Scutari paese Bakcelik a sud Bojana e monte Tarahosch. S. E. Piacentini ha richiesto a generale Franchet precisare i limiti presidio Scutari ma è prevedibile che tali limiti verranno fissati a tutto nostro danno. Prego quindi V. E. volermi comunicare istruzioni sui limiti occupazione interalleata Scutari. Frattanto disposto che generale Piacentini prima di evacuare suddette località Bakcelik e Tarabosch attenda ordine di questo Comando direttive da V. E.

(l) -Probabilmente si tratta del telegramma Gab. n. 1783, pubblicato al n. 562. (2) -Pubblicato al n. 439. (3) -Non pubblic11to.
580

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 19931. Roma, 17 dicembre 1918, ore 24.

Mio telegramma n. 1601 (1). Presentandosi occasione sarebbe opportuno fare Lansing comunicazione contenuto sopracitato telegramma relativo mene greche nell'Albania meridionale.

581

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E AL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI

T. 1680. Roma, 17 dicembre 1918, ore 24.

Ambasciata francese mi ha comunicato due proposte del Governo belga basate sulle violazioni di neutralità commesse da Governo olandese:

l) Fare occupare Limburgo olandese da truppe alleate. Occupazione avrebbe carattere provvisorio e sarebbe tuttavia destinata preparare retrocessione del Limburgo al Belgio in cambio paese di Clèves.

2) Notificare al Governo olandese decisione Alleati fare vettovagliare truppe alleate accantonate territorio tedesco est Limburgo attraverso territorio Limburgo olandese.

Ho risposto che non potevo dichiararmi favorevole prima proposta e che circa seconda mi rimettevo decisione Alto Comando (2).

582

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3394/33. Costantinopoli, 17 dicembre 1918 (per. il 19).

Una delegazione dei capi della Unione e Progresso qui rimasta (fra cui Fetty bey, Ismail Kemal pascià, l'eroe dei Dardanelli, ecc.) chiese vedermi. Convinto che la principale forza viva, o per lo meno organizzata, risiede tuttora in quel partito e che se una Turchia rimane, non è escluso suo prossimo ritorno potere, li ricevetti, ma in modo ,che non si sapesse. Avendomi richiesto

consiglio sulla situazione dissi loro di ricordare che l'Unione e Progresso aveva commesso un errrore meno crudele, ma ancora più insensato dei massacri: quello di dichiarare che non c'erano che ottomani. Riconoscano la realtà, diano ampie autonomie alle razze; trasformino i vecchi privilegi dei patriarcati in formule «moderne » mostrando quasi che vogliono creare gli «Stati Uniti di Turchia » e forse potranno ancora salvarsi. Aggiunsi che anche se si salvano i controlli europei li attendono e che se vogliono per quanto è possibile evitarli si affrettino a chiedere alle Potenze occidentali dei consiglieri e degli organizzatori in tutti i campi ricorrendo soprattutto all'Italia nel loro stesso interesse. Mi ringraziarono e mi dissero che se tornano al potere vogliono assicurarsi l'appoggio italiano.

(l) -Pubblicato al n. 490. (2) -Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche all'Aja.
583

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 60181. Italia, 18 dicembre 1918, ore 0,20.

Rispondo telegramma n. 1778 (l) circa proposta ·colonnello House inol

trata da R. Ambasciatore a Parigi.

Pur senza entrare in merito alla convenienza da parte nostra accettazione proposta nello stesso interesse della Jugoslavia non ritengo per ora convenga effettuare rimpatrio prigionieri jugoslavi tuttora in Italia. Ciò perchè lotte intestine, rivolte ammutinamenti truppe e difficili condizioni viveri esistenti nelle regioni jugoslave mi sembrano elementi tali che non avrebbero certo giovamento dal ritorno prigionieri, ma che potrebbero anzi risentirne danno maggiore e maggiore disordine.

584

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOITI (2)

T. u. 1687. Roma, 18 dicembre 1918, ore 22.

Ambasciata francese mi comunica pToposta Governo francese :per un passo collettivo Potenze Alleate presso Governo spagnuolo per ottenere espulsione agenti nemici e sanzioni severe contro agenti spagnuoli loro complici. Fra le persone da espellere sarebbero ·comprese diplomatici e consoli nemici osservando che Governo spagnuolo si sarebbe già impegnato in quella via.

Ho risposto che avrei dato istruzioni a V. E. di associarsi al passo collettivo e lo faccio con questo telegramma raccomandando di agire con grande tatto e cautela per evitare suscettibilità codesto Governo e non turbare buone disposizioni Gabinetto Romanones verso Alleati. Domanda dovrà essere presentata nella forma più amkhevole e come diretta tanto nell'interesse Spagna che degli Alleati.

(l) -Non pubblicato. Trasmetteva a Diaz il telegramma inviato da Bonin Longare, il 12 dicembre 1918 (n. 2501/696), a Sonnino, pubblicato al n. 530. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra e a Parigi.
585

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. R. 1647 (1). Roma, 18 dicembre 1918, ore 22. Da rapporto n. 526 (2) di V. S. rilevasi che generale Clayton si è rivolto per

iscritto direttamente a Idris Senussi anzichè trasmettergli lettera per mezzo nostre autorità Cirenaica come da nostro punto di vista esposto in mio telegramma a V. S. n. 1365 (2). In attesa questione venga definita con Governo bri

tannico, V. S. voglia rappresentare quanto precede ad Alto Commissario affinchè nostro silenzio non significhi acquiescenza.

586

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3378/1762. Londra, 18 dicembre 1918 (per. il 18).

Telegramma di V. E. 1520 (3).

Segretario di Stato mi scrive non essere giunta a questo Governo notizia di contemplato invio truppe serbe a Zara. Aggiunge rlsultargli generale Franchet è stato interrogato cir,ca fondamento tale voce.

587

IL CONSIGLIO NAZIONALE DI FIUME AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 3380. Fiume, 18 dicembre 1918 (per. il 19).

Il comando interalleato di Fiume partecipò ieri al Consiglio Nazionale che una parte del porto di Fiume cogli annessi magazzini viene requisita dal Governo francese per costituire qui una <base di rifornimento per l'armata di Oriente. Fiume nel passato città libera ed oggi stato indi,pendente non può fare a meno di protestare contro questa requisizione che ritiene ed è una menomazione del suo diritto di sovranità. Protesta contro questa arbitraria occupazione anche perchè teme per effetto di essa si ritengano autorizzate a venire in città truppe serbe ·ed jugoslave cioè truppe di quei Governi che senza alcun diritto hanno tentato ,con la violenza di prendere possesso della città ed ora mirano ad annettersela. Nello stesso tempo la città di Fiume, la cui popolazione italiana è stata amica dell'Intesa tiene a dichiarare di essere non solo disposta ma lieta di facilitare e dove occorre assumere tutti i servizi di rifornimènto dell'armata di Oriente. Questa dichiarazione fatta da tempo fu presa in considerazione dai rappresentanti del Governo francese in Fiume, i quali la a~colsero e firmarono anche un verbale per la scarcerarzione [sic], J.a custodia e l'avviamento delle merci

destinate all'armata di Oriente. Le nuove decisioni ora notificate a guesto Consiglio Nazionale sono quindi anche 'ln aperta violazione di un concordato liberamente accettato dalle stesse autorità francesi.

Il consiglio Nazionale a nome della città e del distretto di Fiume si rivolge perciò alla E. V. con la preghiera di prendere in serio esame la sua giusta e viva protesta e di volere interessare gli altri Governi alleati ai quali il sottoscritto si è pure rivolto con una analoga nota, perchè i diritti sacri di questo libero popolo siano rispettati e nel caso particolare si decampi dalla concessione fatta alla Francia affidando al Consiglio Nazionale tutti i servizi .pel rifornimento dell'armata di Oriente.

(l) -Il numero di protocollo è errato. (2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 376.
588

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3448/1498. Berna, 18 dicembre 1918 (per. il 23).

In queste ultime settimane l'attitudine della stampa elvetica a nostro riguardo fu !ungi dall'essere benevola e simpatica. Anche i giornali più seri dei cantoni romandi e fra questi il Journ.al de Genève e la Gazette de Lausanne, si unirono più di una volta al ·coro della campagna antitaliana. Gli articoli di polemica deliberatamente offensivi alla dignità dell'Italia e le notizie tendenziose sempre a noi sfavorevoli erano ispirate, e del resto l'origine ne appariva troppo evidente, dal Comitato jugoslavo di Ginevra, ma, e ciò rendeva la situazione più critica, più di un indizio faceva credere che quegli attacchi non dispiacessero a qualche nostro alleato. Nelle conversazioni da me avute in questi giorni cosi qui come a Lugano, a Zurigo ed a Lucerna, sia ·coi miei colleghi sia con giornalisti ed uomini politici svizzeri ho ripetuto che il paese nostro, forte del suo buon diritto, avrebbe proseguito per la sua strada senza far attenzione ai botoli che ringhiano di invidia e di rabbia. Ma ho pure fatto comprendere che il linguaggio della stampa svizzera potrebbe avere dolorose conseguenze nel nostro Paese che non può ammettere di vedere la sua politka cosi a torto in,. terpretata ed ingiustamente attaccata.

Anche al Palazzo Federale mi sono !agnato di un linguaggio che s~mbra rispondere ad una parola d'ordine, ed ho saputo con soddisfazione che il Ministro della Confederazione a Roma aveva pure fatto le stesse osservazioni raccomandando caldamente al Dipartimento politico di fare comprendere alla stampa quale grave errore ·commetteva nel compromettere con simile ·Campagna i rapporti italo-elvetici.

Mi fu detto che ,si era già agito in tal senso e mi fu promesso che nuove raccomandazioni sarebbero state fatte a quegli organi che più fac'ilmente accettavano i consigli ed i moniti delle Autorità centrali.

Sembra, invero, che da qualche giorno l'attitudine della stampa svizzera sia a no'l più favorevole e che le notizie antitaliane di bollettini jugoslavi siano per la maggior parte cestinate.

589

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. 499. Londra, 18 dicembre 1918.

Attolico e Ceresa mi rappresentano che tuttora insoluta questione credHi inglesi ed americani d crea angustie finanziarie ·che hanno raggiunto limite tollerabilità. Nostri approvvigionamenti più vitali sono tutti minacciati a breve scadenza da paralisi completa per mancanza fondi con cui fronteggiare relativi pagamenti. In vista più immediato bisogno carne congelata, ho, di mia iniziativa, ritenuto doveroso scrivere oggi calda lettera particolare Bonar Law. Ma allo stato attuale delle cose, vista gravità estrema nostra situazione, e tenuto conto palleggiamenti anglo-americani per ulteriore assistenza finanziaria all'Italia, azione mia e dei miei collaboratori non è più sufficiente. Un più alto contemporaneo intervento presso americani ed inglesi si impone in modo ineluttabile. Giudicherà quindi l'E. V. sull'op.portunità o meno di rappresentazioni a Wilson ed a Lloyd George circa gravità situazione ed imprescindibile necessità di alleviarla con pronti adeguati provvedimenti.

590

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. RR. 500. Londra, 18 dicembre 1918.

In un recente privatissimo e personale colloquio con Hardinge mi sfogai con lui, manifestandogli profonda amarezza cagionatami dall'iniquo contegno jugoslavo contro di noi, ·contegno che a mio avviso non potrà certo modificarsi fino a tanto ·Che continuerà ad essere da qualche Alleato pazientemente tollerato e da qualche altro tacitamente incoraggiato. Hardinge replicò subito escludendo simHe addebito potesse rivolgersi al Governo britannico di cui non gli pareva che io avessi motivo di dolermi. Anche la stampa britannica aggiunse, salvo le eccezioni dei noti «pazzi», pareva a lui avesse in complesso conservato un contegno corretto: «Corretto, forse» replicai, «ma amichevole no».

Proseguendo accennai alle di·fficoltà di ogni genere che .ci vengono solle

vate a Fiume dai francesi con .spirito nella sostanza e persino nella forma

angoloso ed intransigente, in aperto contrasto con quello conciliantissimo di

cui stiamo dando prova noi. Osservò Hardinge essere innegabHe conversazioni

coi francesi inebriati dalla vittoria non essere oggi sempre facili e piacevoli.

Recentemente, mi confidò, essi hanno diretto a questo Governo due note redatte

in termini tanto « ·stiff » che lo stesso Cambon si mostrava allarmato per una

possibile risposta nei medesimi termini. D'altro canto, aggiunse Hardinge, non

poteva, dato ·Carattere affatto privato nostre reciproche confidenze, dissimularmi

21 -Doc11menti diplomatici • Serie VI -Vol. I.

che a suo parere chiare aspirazioni nostre al possesso di Fiume non compresa nel trattato, sono destinate a crearci inevitabili imbarazzi e difficoltà perchè si prestano ad essere interpretate come tendenza da parte nostra a non osservare disposizioni trattato, e ciò a suo parere viene ad indebolire nostra posizione che rimane solidissima finchè noi l'appoggiamo sull'esecuzione del trattato stesso. Risposi non era il caso di stare a discutere sulla appartenenza futura di Fiume. Siccome però il sangue non è acqua occorre dconoscere che trattandosi di città eminentemente italiana, sarebbe stato da parte nostra imperdonabile tradimento tenerci in disparte, e lasciare i nostri fratelli in preda alle persecuzioni iniziate dai croati appena cessato dominio ungherese. Occupazione di Fiume è del resto internazionale, non vi è alcun motivo per cui francesi abbiano a spadroneggiare. Replicò Hardinge, a quanto risultava, francesi si dolevano di alcune misure da noi adottate, specie della interruzione di qualsiasi comunicazione tra Fiume e Zagabria e ciò malgrado accordo intervenuto che lascia Fiume nella zona di comando generale Franchet.

Ribattei avere anche noi recentissimamente suggerito equo accettabilissimo modus vivendi. In conclusione, disse Hardinge che quando l'Italia sarà uscita dalla conferenza avendo ottenuto tutti i vantaggi assicurati dal trattato, sembrava onestamente a lui che la nazione non solo non avrebbe causa di lagnanza, ma invece motivo di profonda riconoscenza al Governo del Re. Malgrado carattere esclusivamente personale del colloquio ho creduto doverne particolareggiatamente ragguagliare V. E. desumendo dal medesimo, nonchè da vari altri indizi, tutti concordanti, impressione che mi inspira massima riserva nel formulare apprezzamenti sul contegno eventuale britannico di fronte a nostre domande oltrepassanti limiti trattato.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

591

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. 501. Londra, 18 dicembre 1918.

Ero andato oggi da Balfour a prendere congedo prima sua partenza fissata posdomani.

Mi ha detto tutti i piani' sono stati sconvolti in seguito all'annunzio poco prima giunto dell'intenzione di Wilson di far visita al Re. Subitanea decisione Presidente impedisce a Balfour ed a Lloyd George recarsi Parigi giovedì, secondo il convenuto, e pure piani del Re che dovevasi recare sabato a Sandringham dove secondo il consueto intendeva passare Natale in famiglia.

Sàlvo nuove modificazioni Presidente dovrebbe giungere qui giovedì 26 per trattenersi due o tre giorni. A quanto mi ha detto Balfour, Lloyd George ha telegrafato direttamente al Presidente del Consiglio.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

592

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO IN

TERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL

CONSIGLIO, ORLANDO

R. 721. Trianon Versailles, 18 dicembre 1918.

Con telegramma n. 7473 del 16 corrente (l) mi ·sono dato premura di riferire succintamente in merito all'esito della missione confidenziale presso il maresciallo Foch, che V. E. ha voluto affidarmi, dandomi una prova di fiducia e di considerazione della quale le sono molto grato.

Se il telegramma suddetto è stato sufficiente a segnalare l'esito felice del delicato passo che ho compiuto a nome di V. E. per assicurare da incidenti pericolosi la situazione di coesistenza a Fiume, in esso non potevano trovar luogo particolari molto interessanti di quel colloquio, particolari che mi dò premura di illustrare nella breve memoria qui unita, giudicando molto opportuno che

V. E. ne sia edotta prima di avvicinare le personalità politiche che avrà occasione di incontrare nella presente fausta occasione della visita di S. M. il Re (singolare importanza ha l'accenno alla possibilità che si proceda da parte nostra all'occupazione di Vienna).

V. E. potrà rilevare che nessun accenno esplicito fu fatto dal Maresciallo alla questione politica che costituisce il substrato essenziale delle controversie latenti fra noi ed i francesi, ora imperniate sulla pratica attuazione delle rispettive rappresentanze militari a Fiume, controversie che trovano esclusiva ragion d'essere nell'indirizzo di eccessiva e manifesta jugo-slavofiHa che la Francia ritiene utile oggi far assumere alla propria politica e all'attività delle proprie rappresentanze militari.

Comunque in alcuni passaggi della conversazione quel substrato chiaramente appare attraverso l'artificio apparente di asserite esigenze militari, che sono, per lo meno, molto discutibiH; lo scambio di idee circa il valore del porto di Fiume, sono a tale riguardo spedalmente interessanti.

Debbo confermare, peraltro, che il maresciallo mi apparve -come sempre, del resto -molto cordiale e che, nel darmi anche in questa occasione prova evidente di considerazione e di simpatia personale, accentuò l'espressione della deferenza e dell'omaggio per V. E., dimostrandosi profondamente toccato dello spirito e della forma, per lui estremamente lusinghiere, con le quali l'E. V. ha voluto ch'io mi indirizzassi a lui in Suo nome.

ALLEGATO

MEMORIA

Il maresciallo Foch mi ricevette a Luxembourg nel pomeriggio del 15 corrente nella sede provvisoria in cui si è trasferito in occasione delle trattative svoltesi a Treviri per la rinnovazione dell'armistizio (2).

Ebbi occasione di assistere alla lettura ch'egli fece seduta stante della lettera

trasmessagli da S. E. il Capo di S. M. dell'Esercito per mano del tenente colon

nello di S. M. Rovere del Comando Supremo: tale lettura avvenne senza alcun

commento da parte sua; dalla fisionomia e dall'atteggiamento riportai l'impressione

ch'egli non trovasse obiezioni sostanziali da esporre, che avrebbero certo provocato

taluno dei suoi scatti abituali; ciò che mi sembra indizio abbastanza favorevole,

per quanto tenue, della sua disposizione d'animo nei riguardi delle proposte prove

nienti da parte nostra, soprattutto nella considerazione che la delimitazione studiata

dal Comando Supremo fra la zona da attribuirsi all'Esercito nostro e quella da

assegnarsi all'Armata d'oriente è talmente diversa da quella presumibilmente desi

derata dal generale Franchet d'Esperey da giustificare da parte del Maresciallo per

lo meno una espressione di disappunto.

Egli mi dichiarò che le proposte del generale Franchet non gli erano allora

peranco giunte, ciò che ritengo risponda molto probabilmente a verità.

Si espresse apertamente nel senso di riconoscere che il comandante dell'Armata

d'Oriente ha la tendenza ad estendere soverchiamente la sfera di occupazione delle

proprie truppe.

Disse, anzi, di averlo dovuto richiamare pel fatto di essersi spinto con troppa

forza fino a Budapest; e tale tendenza egli criticava nel senso che nessun interesse

ha la Francia a stabilire distaccamenti provvisori e rappresentanze in quella

regione, costituendo questi piuttosto un onere che un vantaggio per essa che, per

acquistare, non fosse altro un titolo di benemerenza dovrebbe invece apportare

colà -invece di contingenti difficili a rifornire -soccorsi e vettovagliamenti i

quali richiederebbero uno sforzo logistico forse ingiustificato, certo eccedente le

attuali possibilità.

A modo di paragone il Maresciallo soggiungeva: • e parimenti a nulla vi gioverebbe ed uguali inconvenienti trovereste voi italiani se voleste andare a Vienna! • con che manifestamente intendeva dire che non terrebbe in modo particolare a mantenere la capitale dell'ex Impero sotto bandiera francese, ed ammetteva implicitamente tale eventualità.

Anche questo passo della conversazione non sembra privo di importanza, specie se associato a quello che ho riferito in precedenza, tenuto conto che il Rappresentante Militare francese, generale Belin, aveva giorni addietro sottoposto ai colleghi del Consiglio Supremo di Guerra, un progetto di Nota Collettiva di cui diedi lettura a Parigi a V. E., inteso a fissare come delimitazione fra la zona d'azione dell'Esercito italiano e quella dell'Armata d'Oriente, la linea Fiume-Agram-Odenbourg-Vienna, che lasciava al generale Franchet tutte le località sopra nominate, Vienna perciò compresa.

Essendo il generale Belin l'immancabile portavoce delle idee del Governo, poteva quindi credersi che il Maresciallo -di solito pienamente d'accordo col Presidente Clemenceau -sostenesse in qualche modo l'esorbitante pretesa; ciò che non mi sembra doversi dedurre dai passi surriferiti nè da tutta l'intonazione del colloquio.

La conversazione volse quindi su Fiume, che come testa di linea ferroviaria pm prossima a Budapest, il Maresciallo considera base necessaria al rifornimento delle truppe francesi presidianti la capitale dell'Ungheria. A tale riguardo egli aggiungeva peraltro testualmente presso a poco queste considerazioni: • Ma a Budapest non voglio molte truppe, quindi la base provvisoria di Fiume non dovrà assumere grande estensione, e perciò ritengo che la coesistenza colà di una occupazione francese e di una italiana sarà sempre possibile; anche nel caso, poco probabile del resto, che il generale Diaz ne abbia bisogno come base per una campagna contro la Baviera! •.

Queste ultime parole dette in tono scherzosamente affabile, rappresentavano un'allusione evidente al fatto che la ragion logistica prospettata da parte nostra copre una ragion politica altrettanto evidente ai suoi occhi come lo è ai nostri quella accampata dalla Francia, sempre nei riguardi del porto di Fiume.

In tale ordine di considerazioni il Maresciallo soggiungeva: • Ragusa è porto

poco redditizio nei riguardi dell'Ungheria, poichè la via per Serajevo ed Agram

è molto lunga e di scarsa potenzialità: Fiume, dunque, deve considerarsi il solo

sbocco della Croazia e dell'Ungheria: se lo tenete, Fiume farà la concorrenza a

Trieste e l'uno o l'altro deperirà; se non lo tenete, sarà il pomo della discordia

fra gli jugoslavi ed i magiari; e allora nel caso che gli jugoslavi ne rendessero

l'uso difficile ai magiari questi dovranno fatalmente cercare uno sbocco verso i

mari del Nord attraverso la Slesia e saranno quindi di nuovo nelle mani della

Germania··

Con le quali parole il Maresciallo tendeva evidentemente a dimostrare che

Fiume non potrebbe senza danno per noi stessi (ed io aggiungo soprattutto per

la Francia) divenire possesso di una sola delle potenze che si affacciano all'Adriatico,

prospettando tale possesso come dannoso per la stessa potenza occupante. Mi affret

tai pertanto a rispondere in questi termini, presso a poco integrali: • Questione

difficilissima! comunque è certo che i magiari preferiscono che Fiume sia nelle

mani nostre anzichè in quelle degli jugoslavi: bisognerà vedere se ciò a noi

converrà··

E con quest'ultima espressione ho tenuto ad affermare che la soluzione, in

quanto da noi dipende, sarà ispirata al nostro esclusivo interesse, lasciando inten

dere di rimando come sia nella nostra intima coscienza che il dominio italiano,

comunque consolidatosi sull'Adriatico, sarà garanzia sicura così per i minori Stati

del retroterra ungaro-balcanico come per le Grandi Potenze alleate che oggi inten

dessero contestarcene il diritto.

La parte interessante del colloquio si chiuse con queste parole testuali del Maresciallo: « H est heureux que ce ne soi t pas à nous à décider (nous', cioè Foch e Robilant). Question très grave pour nos hommes d'état •.

(l) -Pubblicato al n. 574. (2) -Voci vaghe dicono che G. Q. G. francese si trasferirebbe a Luxembourg in via definitiva; a ciò non sarebbero estranei motivi politici, dato che si accentuerebbe l'aspirazione della Francia ad annettere il Lussemburgo. (Nota del documento).
593

IL RAPPRESENTANTE MILITARE A SOFIA, WINKELS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2539/78. Sofia, 19 dicembre 1918, ore Oj30 (per. ore 20,45 del 21).

Generale Mombelli in viaggio Italia mi ha telegrafato oggi da Salonicco tramite questo Comando interinale 35a Divisione avere ricevuto da V. E. comunicazione circa prossima partenza per Sofia barone Aliotti nominato Commissario del Governo in Bulgaria con autorizzazione far pervenire tale notizia in via privata e confidenziale al Presidente del Consiglio bulgaro. Il generale Mombelli incaricò me di tale comunicazione verbale. Stasera stessa ho veduto Presidente del Consiglio nazionale al quale nella dovuta forma ho comunicato verbalmente la notizia. Ministro Teodoroff che mi ha trattenuto in colloquio oltre due ore è rimasto molto soddisfatto per la notizia e mi ha incaricato ringraziare vivamente V. E. per tale importante passo con quale l'Italia ha voluto per la prima dimostrare sue amichevoli disposizioni verso Bulgaria.

594

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3402/1770. Londra, 19 dicembre 1918 (per. il 20). Seguito 1660 (1).

Nostro delegato ha chiesto Comitato blocco riconsiderare questione vapori bolscevichi in Baltico. Comitato ha trovato che decisione definitiva al riguardo

potrà essere presa soltanto quando Governi associati avranno fissato status di Russia bolscevica. Nel :f.rattempo Comitato blocco ha riconosciuto necessità di scoraggiare e impedire commercio con Russia .bolscevica. Tuttavia dovendosi rimandare ogni decisione generale e definitiva per ragioni sopra espresse ha stabilito di considerare ogni volta che si presenterà caso concreto di vapori bolscevichi in zona sorvegliata da flotta inglese se convenga o non catturare vapori stessi. A richiesta nostro delegato Comitato ha inoHre esaminato questione ripresa traffico con porti russi sul Mar Nero. Ha riconosciuto opportunità politica e ·commerciale per ripresa suddetta, ma ha deciso avanti prendere ogn:l dedsione al riguardo di consultare Governi associati non avendo sufficienti informazioni ·circa situazione in porti suddetti e controllo che può essere esercitato su mel'ci importate. Governi associati dovranno esprimere loro parere anche circa opportunità eliminare censura per corrispondenze postali e telegrafiche da e per porti russi sul Mar Nero. Nostro delegato avverte infine Comitato blocco non opporsi a commercio con porti regioni nord come anche con quelle regioni perchè sono praticamente sotto controllo Paesi associati (1).

(l) Non pubblicato.

595

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3404/1772. Loncira, 19 dicembre 1918 (per. it 20).

All'interrogazione da me rivoltagli nel senso prescrittomi dal telegramma di V. E. n. 1668 (2) Hardinge rispose in termini vaghi che per quanto a lui risultawa trattavasi probabilmente di c: operazioni minori: > ritenute necessarie dall'autorità militare, aventi carattere temporaneo e comunque non implicanti mutamenti statu quo bacino Mar Rosso.

Anche questa volta come gli avviene regolarmente tutte le volte che lo intrattengo di questioni Jemen, Hegiaz etc., linguaggio Hardinge ebbe intonazione piuttosto cortese condiscendenza anzichè doverosa spiegazione. Donde traggo nuova conferma opinione formatami sin dal mio soggiorno Turchia sulla necessità di un chiaro e franco scambio di idee a dissipare una buona volta reciproci sospetti e continue frizioni.

Imminente discussione Parigi sul nostro programma coloniale potrebbe forse fornire propizia occasione per un ami·chevole esame italo-britannko di tutta la questione del Mar Rosso. Da conversazioni private avute tempo fa con persona autorevole e competente ebbi un momento impressione che qui contemplassero eventuale accordo sulla base della mano libera a noi in Abissinia (salvo i noti interessi idraulici inglesi lago Tsana) contro uguale corrispettivo all'Inghilterra sullo Jemen. Finora però nessun accenno nè ufficiale nè ufficioso mi venne fatto al riguardo.

e L'Aja.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche ad Arcangelo, Cristiania, Copenaghen, Stoccolma (2) -Pubblicato al n. 571.
596

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. 502. Londra, 19 dicembre 1918.

Odierno Times pubblica lungo articolo di un corrispondente da Parigi (probabilmente Northcliffe o Steed) intitolato: La questione jugoslava. Premessa una artifi.ciosa storia delle varie nazionalità jugoslave ed una particolareggiata esposizione del patto di Roma «che preparò disintegrazione esercito austro· ungarico, la quale condusse alla trionfale conclusione guerra sul fronte italiano~ articolo aggiunge: «ma un cattivo spirito ·sembra aleggiare sulle fortune d'Italia cercando di acciecarla nella legittima esuberanza della vittoria cosi da condurla ad una umiliazione. Difatti essa sta tornando al trattato segreto, dimentica che esso fu concluso senza la sanzione allora impossibile della nazione interessata e neanche della Serbia, che gli Stati Uniti non vi parteciparono è che soprattutto il patto di Roma virtualmente annullò il trattato segreto e contribui a condurre l'Italia alla vittoria:., ecc. ecc. In conclusione articolo dice esservi già indizi che italiani preferiranno una pace assicurata e duratura ad una temporanea esaltazione. « È da aspettarsi che Jugoslavia nazione incontaminata dalla vecchia diplomazia farà prima aperture per un compromesso. In ·sulle prime sotto irritazione dell'azione italiana essi erano disposti a reclamare una delimitazione estrema delle loro frontiere su di una base esattamente nazionalistica, che una nazione vittoriosa non avrebbe potuto accettare. Alcuni dei loro capi sembrano ora disposti subordinatamente alla costituzione della lega delle nazioni ad estendere a tutta la costa adriatica da Trieste a Durazzo la proposta italiana nel trattato segreto per la neutralizzazione di una parte della costa ed ad abbandonare una parte della regione indubbiamente slovena intorno a Gorizia ed in Istria ma naturalmente insistono su tutta la Dalmazia~.

Articolo perfido e tendenzioso sotto la sua apparenza conciliante mi pare meritevole di attenzione specie messo in raffronto con la notizia comparsa ieri che Northcliffe era stato ricevuto da Wilson.

597

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. 503. Londra, 19 dicembre 1918.

Seguito mio odierno telegramma Gab. n. 502 (2).

Recatomi oggi da Drummond l'ho pregato di dire a Balfour da parte mia che articolo Times solleverà in Italia legittima indignazione che io personalmente pienamente condividevo. Continuando in questa via insensati patroni degli jugo

slavi finiranno per creare nella nostra pubbHca opm1one uno stato d'animo al sommo grado lesivo buone r~lazioni fra i nostri due Paesi. Di ciò credevo dovere di coscienza avvertire Balfour. Come ambasciatore e ·come italiano, io mi ribellavo che dopo tanti sacrifici e tanti servizi resi alla causa comune del mio Paese entrato volontariamente in guerra il più autorevole giornale inglese venga ora a mettere in questione ia santità di un trattato e qualifichi i nostri ministri di « metternichiani » .

Drummond mi ha risposto che « impudente » articolo aveva prodotta al Foreign Office pessima impressione. Non bisognava però annettervi importanza, tanto più che Times stava ora gradatamente diventando giornale di opposizione. Egli avrebbe parlato a Balfour per vedere se e in qual modo era possibile di correggere .cattiva impressione in Italia. Non riteneva però opportuno comunicati ufficiosi essendo contrario alla tradizione di questo Governo rilevare direttamente articoli di giornali.

Ho replicato occorre a mio avviso Foreign Offi.ce si renda conto della mentalità degli altri Paesi, nei quali, a differenza di quanto avviene in Inghilterra, manifestazioni autorevole stampa estera non lasciano tempo che trovano.

(l) -n telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato al n. 596.
598

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 19/1789. Londra, 19 dicembre 1918 (per. il 2 gennaio 1919).

Telegramma di V. E. n. 19140, per posta (1).

Col rapporto n. 1591 in data 16 dicembre (l) avevo già trasmesso a V. E., desumendole dal Near East, le informazioni chiestemi circa l'« Abyssinian Corporation » qui costituitasi recentemente.

Il signor Sperling, che attualmente regge il competente Ufficio del Foreign Offi.ce, mi confermava avantieri le informazioni già trasmesse. Aggiungeva scopo precipuo del costituito consorzio sarà quello di sviluppare agricoltura, mediante larga vendita di macchine ed utensili agricoli. Confidasi capitale impiegato troverà assai proficua rimunerazione.

Mr. Sperling escludeva in modo assoluto che iniziativa inglese faccia capo al Governo. Il Foreign Office, diceva, si è limitato a fare presso la Tesoreria le pratiche necessarie per ottenere alla Corporation di emettere le azioni sul mercato, permesso indispensabile, richiesto dalle disposizioni emanate durante la guerra e tuttora in vigore. Circa partecipazione eventuale capitale italiano, osservava Mr. Sperling, che, quando fra i rappresentanti gli istituti finanziari italiani ed il consorzio inglese si raggiungesse direttamente un'intesa, Foreign Offi.ce non avrebbe per conto suo alcuna obiezione da sollevare.

(l) Non pubblicato.

599

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 20/1790. Londra, 19 dicembre 1918 (per. il 2 gennaio 1919).

Telegramma di V. E. per posta n. 4019 (1).

Alla domanda da me rivoltagli circa eventuale intervento britannico in Abissinia, Mr. Sperling rispose testualmente «Tolga Iddio». Aggiunse però che le informazioni a noi giunte potevano forse originare da qualche disposizione presa dalle autorità militari lungo la frontiera East Africa allo scopo di respingere incursioni di predoni abissini. « Ignoriamo qui, aggiunse Sperling, che cosa pensi il Ministero della Guerra, ma naturalmente escludiamo che esso possa procedere senza prima intendersi col Foreign Office ».

In conclusione Mr. Sperling mi disse che proprio in questi giorni dovrebbe trovarsi a Roma Mr. Thesiger, il quale, prima di tornare al suo posto, si. proponeva di fare un breve soggiorno nella nostra capitale per discorrere col

R. Ministro delle Colonie delle questioni abissine.

600

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2543/37. Pera, 20 dicembre 1918, ore 13,05 (per. ore 16 del 23).

Mio telegramma Gab. n. 28 (2).

Ammiraglio Calthorpe, tornato dal Mar Nero, riprese, in seguito pressioni greche, questione partecipazione Alto Commissario ellenico alle nostre sedute. Egli proponeva mantenere bensì le sedute dei soli tre Alti Commissari ma iniz:larne una serie quindicinale a parte coll'intervento del greco ed americano.

Egli osservava che per molte questioni perfettamente connesse coll'armistizio come pa,ssaporti, viaggi, sanità, i greci erano interessati quanto gli altri.

Obbiettai fra l'altro che i diritti greci come balcanici non potevano compararsi ai nostri neppure nel campo dell'amministrazione visto che essi prima non godevano delle capitolazioni se non in misura minore.

Fu deciso che il greco e gli altri sarebbero solo invitati quando si trattasse di questioni in cui sarebbe utile sentirli ma senza convocazione fissa. Attitudine francese qui nella questione fu accentuatamente fredda di fronte al desiderio greco.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 418.
601

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 2536-bis/20135. Roma, 20 dicembre 1918, ore 15 (per. it 20). Questo Ambasciatore d'Inghilterra in previsione di un incontro di V. E. con Lloyd George o Balfour ha pregato Manzoni di ricordarLe due questioni oggetto promemoria da V. E. rilasciato a Balfour a Londra rimaste finora insolute: l) Invio Costantinopoli di un contingente italiano tratto della 35a divisione. Balfour ignora che siavi una intesa per invio truppe internazionali a Costantinopoli: prega V. E. volergli far pervenire maggiori schiarimenti. 2) Occupazione italiana di località Anatolia se Tur·chia non eseguisce armistizio per la Libia. Balfour, il quale ha già fatto comunicare a V. E. sperare Governo italiano non procederà sbar·co Anatolia .senza previo consulto con gli Alleati, desidera sapere se presentazione memoria significa consultazione. Balfour fa osservare che sbarco 'italiano potrebbe provocare altri sbarchi e fa rilevare che se per esecuzione armistizio Libia ci fosse necessario esercitare su Turchia

speciale pressione questa potrebbe venire esercitata altrove che in Anatolia per esempio in Trada. Manzoni ha risposto riferirebbe quanto precede a V. E.

602

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. 1795-bis/1. Parigi, 20 dicembre 1918, ore 23. Telegramma di V. E. n. 35104 (1). Occupazione Albania venne riservata all'Italia, salvo Scutari dove ammettemmo occupazione internazionale. Poichè Tarabosch e Bakcelik possono considerarsi militarmente congiunti Scutari siamo disposti per dimostrare nostra arrendevolezza considerare queste località come soggette all'occupazione inter

nazionale di Scutari. Prego V. E. disporre in conseguenza.

603

IL COMANDANTE LA PIAZZA DI POLA, CAGNI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2536/26132. Pola, 20 dicembre 1918, ore 24 (per. ore 9 del 21). Il Comandante di un cacciatorpediniere ~rancese presenziò adunanza jugoslava Cherso e tenne discorso promettendo liberazione isola da occupazione ita

liana. Ufficiale francese prese parte a dimostrazioni pubbliche preghiere croate e (sic) il Naroni List di Zara in data 5 o 6 dicembre. A Cherso il 15 dicembre H

.no

comandante cacciatorpediniere francese Cabuci si recò a fare visita al comitato jugoslavo e disse 'in pubblico che potevano esporre le bandiere e portare coccarda jugoslava. L'interprete che lo accompagnava in sua presenza arringò il pubblico dicendo che gli italiani dovevano andare via da Cherso. Si formava intanto una dimostrazione con manifestazioni ostili all'Italia. Ciò risulta da rapporti ufficiali ed è confermato da almeno otto cittadini di illibata reputazione. Nei giorni dal 2 al 15 dicembre i cacciatorpedinieri di Francia hanno fatto un totale di dodici visite nelle quattro isole. Queste visite hanno sempre l'effetto immediato di provocare dimostrazioni ostili all'Italia che i nostri distaccamenti con molta longanimità non hanno creduto reprimere.

(l) Pubblicato al n. 579.

604

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. s. 3412/727. Italia, 20 dicembre 1918 (per. il 20).

Rispondo n. 19781 (1).

Ringrazio comunicazione contenuta citato telegramma circa concordanza vedute Ministero Affari Esteri per invio della Commissione per esecuzione armistizio.

Ho pertanto disposto per invio Commissione stessa la quale curerà l'esecuzione delle clausole per le quali non vi siano particolari difficiltà e assumerà elementi di decisioni per quelle altre che siano tutt'ora insolute e di particolare delicatezza, sia nei riguardi dell'Austria-Ungheria sia ne'l riguardi deili Alleati.

Mi riservo pertanto di comunicare eventuali ulteriori direttive al Presidente della Commissione a completamento di quelle .già contenute nel pro-memoria trasmesso per conoscenza con foglio 675 A. C. del 14 corrente (1).

605

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3420/193 (2). Atene, 20 dicembre 1918 (per. ii 21).

Da fonte attendibile mi si assicura che ieri sera ha avuto luogo in un albergo di qua, importante riunione alla quale intervennero Metropolita di Argirocastro, e di Koritza, colonnello Duli sedicente deputato di Koritza, Halissiadi, sedicente deputato di Premeti, Sotiriados Skemuttder direttore giornale Peiasgos, Vassili Giugiluo oriundo di Argirocastro, tenente Papageorgio già capobanda in Epiro distintosi eccidio di Premeti e poi commissario greco a Janina e capo spionaggio austriaco ad Ersek. Egli è stato liberato recentemente dalla prigionia dove era stato rinchiuso al ritorno di Venizelos al potere e parti per Janina. Scopo riunione è inviare delegati in Epiro e intensificazione del brigantaggio. Ho telegrafato quanto precede R. Console Janina.

(l) -Non pubblicato. (2) -Sic, ma il numero deve essere probabilmente 493.
606

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3419/445. Il Cairo, 20 dicembre 1918 (per. il 21).

Capitano Artom comunica informazioni seguenti con preghiera darne notizia comandante Bianchini: «Comitato politico sionista Londra ha comunicato alla Commissione sionista Palestina proposte qui presso, presentate in linea ufficiosa a Balfour, le quali dovranno ·costituire piattaforma ufficiale per il National Home ebraico in Palestina. Sovranità: soluzione considerata soddisfacente sarebbe affidare investitura fiduciaria in Palestina alla Gran Bretagna come mandatada delle Potenze e della Lega Nazioni. Inaccettabile amministrazione due o più potenze come pure di qualsiasi piccola nazione. Assolutamente fuori di questione il ritorno sotto qualsiasi forma della sovranità ottomana. Sotto auspici amministrazione inglese si ha anticipata fiducia che istituzioni potranno sviluppare prosperare. Garanzia per le altre razze: Riconoscimento ecc. Sabato festa legale per gli ebrei. Nessuna ingerenza consiglio ebraico sui luoghi santi cristiani musulmani. Re,golarizzazione emigrazione per mezzo del Consiglio ebraico. Confine: a nord il fiume Litany, fino al 33° e 45°, a sud la linea che da un punto presso Akaba si estende all'Arisch, ad ovest il Mediterraneo. Dettagli da stabilire con le apposite commissioni con un rappresentante Consiglio ebraico. Diritto libero accesso Mar Rosso attraverso Akaba previo accordo col Governo arabo. Avrà luogo prossimamente a Giaffa riunione delegati varie comunità ebraiche Palestina per rinvio memorandum Comitato centrale Londra contenente proposte e richieste ebrei Palestina.

607

L'ADDETTO MILITARE A GERUSALEMME, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3421/206. Il Cairo, 20 dicembre 1918 (per. il 21). Delegati società anglo-araba di cui mio teLegramma n. 155 (l) venuti Gerusalemme per propaganda anglofila non ebbero successo: latini e ortodos,si e con riserva parecchi notabili musulmani, essendo favorevolì internazionalizzazione, contrari agli inglesi varie ragioni. Ora si tratta per fondare associazione politica intera Palestina cui aderirebbero le società latine, ortodosse e musulmane del Paese. Circa tendenze estendersi eventuale associazione rilevo quanto segue: accordo completo sul programma antisionista. Per la questione sceriffocristiana pongono pregiudiziale nettamente contraria. Molti notabili musulmani sono anche contrari Sceriffo ritenendo suo governo dannoso commercio e affari

ma debbono persuadere elemento specialmente giovanile musulmano che .gli è favorevole; tuttavia accordo sarà possibile e pregiudiziale accettata. Circa avve

nire politico rilevo quaLche corr·ente favorevole unione colla Siria. Corrente anglofila ora indebolita perchè inglesi non si sono fatti amare e ·Scontentano per forte aumento tasse. I fautori dell'internazionalizzazione sperano far prevalere questo punto ed io li appoggio per quanto è possibile. Temo però che pratiche associazione durino ancora per qualche tempo date lentezze e reciproci sospetti di tutti. Truppa australiana indisciplinata brutale per ragione di donne ha incendiato un villaggio presso Giaffa e uccise diciotto persone. Ciò danneggia prestigio inglese.

(l) Non pubblicato.

608

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3431/492. Atene, 20 dicembre 1918 (per. il 22). Compulsando atti parlamentari ho riscontrato 'che nel:la seduta Camera 8 corrente Presidente della Camera ha letto memoriale presentato dai sedicenti deputati dell'Epiro settentrionale il quale, oltre consuete accuse contiene lunga lista di persone che sarebbero state uccise dalle bande albanesi e fucilate, spogliate, imprigionate, espulse o deportate dalle autorità italiane. Ho chiesto a questo Ministro Affari Esteri come egli poteva conciliare lettura di questo memoriale e la sua inserzione nel resoconto della seduta con le assicurazioni datemi dal signor Politis, anche a nome Venizelos che Governo avrebbe evitato che alla Camera si sollevasse in qualsiasi modo questione dell'Albania. Egli mi ha risposto che secondo regolamento Presidente della Camera non poteva esimersi sulla richiesta fatta dai membri del Parlamento di dare lettura del documento in questione e che Governo aveva compiuto tutto il suo dovere rifiutando che su di esso si aprisse qualsiasi discussione. Gli feci osservare che deploravo egualmente il fatto il quale poteva essere interpretato, forse a torto, come un artificio col quale Governo greco avesse voluto scansare ogni responsabilità pure permettendo che in atti ufficiali fossero contenute probabilmente a scopo propaganda all'estero, allegazioni menzognere contro amministrazione

italiana che aveva compiuto invece una ammirevole opera di civiltà e di pacifìcazione.

609

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, A PARIGI

T. uu. s. n. Londra, 20 dicembre 1918. Fin da avant'ieri sera appena informatone da Balfour, telegrafai barone Sonnino costì, partecipandogli che, causa improvvisa decisione Wilson, Lloyd George e Balfour erano costretti rinviare partenza Parigi fissata per oggi. Ciò mi è stato confermato stamane dal Capo di Gabinetto del Primo Ministro, il

quale ha telegrafato a V. E. da mercoledì sera per tramite codesta Ambasciata britannica. Confermo cosi mio messaggio telefonico.

610

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. CAB. 504. Londra, 20 dicembre 1918.

Tyrrell mi ha detto oggi che in seguito mio colloquio di ieri con Drummond fu scritta al Times una « forte » lettera di viva rimostranza. Times ha risposto oggi rilevando: l) che trattavasi non già di articolo di fondo ma di lettera con l'annotazione « da un nostro corrispondente » il che non significa che opinioni espresse siano adottate dal giornale; 2) che per dimostrare suo spirito di perfetta obiettività Times pubblicò nei giorni scorsi altra corrispondenza molto favorevole alla tesi italiana. Nella corrispondenza si citava perfino risposta di alcuni contadini sloveni d'Istria i quali dicevano che si sarebbero benissimo acconciati dominazione italiana; 3) che corrispondenza di ieri non proviene nè da Steed nè da Evans nè da Watson ma da un nuovo corrispondente di cui non si volle fare_ nome, il quale desiderava prospettare questione sotto proprio punto di vista e ,che ha del resto riconosciuto e deplorato alcune infelici frasi. Comandante Roncagli ha ritrovato nella proposta neutralizzazione costa adriatica alcune idee manifestategli recentemente dal signor Frazier segretario del colonnello House. Frazier secondo Comandante sarebbe sospetto di jugoslavofilia. Impressione Comandante è che articolo sia scritto da un professor Izich noto panserbo. Comandante però ritiene che conclusione articolo è degna di nota in quanto è la prima volta che da parte jugoslavi si menziona possibilità di concessioni, quelle indicate appaiono a Roncagli un minimum da essere forse accresciuto in corso di negoziati.

611

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CAB. R. 2542/505. Londra, 21 dicembre 1918, ore 9,25 (per. ore 11,20 ciel 22).

In replica ad alcune lagnanze rivoltegli per frequenza pubblicazioni inesatte e tendenziose provenienti da fonti interessate e sospette, redattore capo Reuter informò confidenzialmente che negli ultimi giorni agenzia ha cestinato vari comunicati emanati da fonti serbe e greche (specialmente greche) perchè essi tendevano a mettere in cattiva luce politica italiana. Redattore aggiunse che di fronte attività avversari e confusione di idee esistente in questa pubblica opinione, sarebbe a suo avviso venuto momento di illuminarla precisando nostra situazione adriatica e ribadendo punto di vista concorde e unanime Italiano. Dichiarò sua agenzia pronta di tanto in tanto pubblicare tali delucidazioni pur tacendone fonte.

Questo servizio, come V. E. sa, è stato finora affidato in parte al rappresentante del Ministero della Propaganda, ed in parte al noto ufficio di informazioni italiane pure dipendente da quel Sottosegretariato. Purtroppo per motivi noti

a V. E. ed a me più volte per iscritto e verbalmente indicati, i risultati ottenuti sono stati a·ssai scarsi. D'altra parte è evidente l'opportunità di non lasciare questa opinione pubblica sotto l'impressione delle false e tendenziose informazioni dei nostri avversari serbi e greci. Poichè entrambi i nostri uffici di propaganda sono attualmente in processo di dissoluzione, mi permetto di segnalare a V. E. convenienza di ricostituire ufficio di informazioni che parmi indispensabile venga posto sotto l'esclusiva direzione del R. Ministero pel tramite di questa Ambasciata. Occorrerebbe pertanto ·Codesto R. Ministero mi faccia pervenire frequenti comunicati riassumenti notizie e rilievi che l'E. V. ritiene necessario diffondere. Per ovvie ragioni dignità, non conviene Ambasciata intervenga direttamente. Sarebbe invece assai utile mantenere ufficio d'informazioni fino alla conclusione della pace mettendolo sotto la direzione di persona abile e competente e di cui vedute politiche •Coincidano appieno con quelle del R. Ministero. Tali requi-siti a quanto mi viene assicurato sono posseduti dal noto e distinto pubblicista Gayda che dopo aver reso valevoli servizi in Russia e nei Paesi scandinavi .sta per giungere qui. Qualora V. E. approvasse questo mio suggerimento che sottopongo a titolo di esperimento le sarei grato di volermelo significare perchè io possa conferire con Gayda ed intendermi con lui subordinatamente alla approvazione definitiva di V. E. delle ·condizioni alle quali eili sarebbe disposto ad assumersi incarico. L'essenziale comunque a mio avviso è che la direzione suprema di questo eventuale servizio rimanga esclusivamente al nostro Ministero, e l'azione sua rappresenti unicamente punto di vista del Governo del Re.

Per quanto concerne poi invio di speciali missioni private o semiprivate mi permetto ricordare rispettose raccomandazioni sottoposte col mio telegramma Gaib. n. 226 che V. E. si compiacque approvare.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

612

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1795-bis/2. Parigi., 21 dicembre 1918, ore 18 (per. il 22). In una comunicazione fatta per mezzo di Rodd, Balfour ha fatto conoscere a proposito del promemoria da me rilasciatogli a Londra di ignorare che siavi una intesa per invio truppe internazionali a Costantinopoli. L'intesa avvenne a Parigi ai primi di ottobre in una riunione al Quai d'Orsay, quando si discuteva delle conseguenze dell'armistizio con la Bulgaria, e dell'intenzione che aveva Fr:anchet circa l'utilizzazione delle forze alleate. Come è noto egli aveva fra l'altro formulato un progetto di spostare le forze inglesi che formavano l'ala destra dell'armata di Oriente per lasciare il loro posto a forze francesi lasciando a queste il compito e l'onore di occupare Costantinopoli. Lloyd George si oppose strenuamente a tale progetto e fu convenuto che l'occupazione

di Costantinopoli doveva effettuarsi con truppe interalleate fra ·CUi italiane. Successivamente all'armistizio con Turchia è avvenuto che a Costantinopoli

o

sono state inviate divisioni francesi inglesi ma non forze italiane. Abbiamo insistito col Governo francese e Pkhon riconoscendo il buon fondamento della nostra richiesta ha promesso più volte di far mandare ordini a Franchet.

Ad ogni modo prego far notare a Balfour che anche se non vi fosse stata intesa lasciavamo al suo senso di equità di valutare se sia giusta l'assenza di nostre forze da Costantinopoli nel momento attuale.

613

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 20244. Roma, 21 dicembre 1918, ore 23. Suo telegramma Gab. n. 498 (1). Essendo Italia principale interessata esecuzione armistizio con l'Austria e ritenendo Comando Supremo indispensabile e urgente sua istituzione, speciale commissione italiana è stata inviata Vienna per assistenza profughi e civili rimpatriandi e per curare esecuzione ·clausole armistizio per le quali non vi siano particolari ·diffi.coltà. Commissione assumerà elementi di decisione per questioni tuttora insolute o di particolare delicatezza sia nei riguardi dell'Au

stria-Ungheria sia nei riguardi degli Alleati. Quanto precede per sua norma.

614

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3423/904. Valona, 21 dicembre 1918 (per. il 22). Comunico seguenti informazioni pervenutemi da Biklista dal barone Aliotti in viaggio raggiungere Sofia. «Popolazione Coritza tutta di sentimenti albanesi segnalerebbe invio delegati Roma Parigi per tutelare propria unione Albania. Presidio !francese in parte ritirato, ufficiali annunziano prossimo completo sgombero e chiedono quando essi verranno sostituiti dalle truppe italiane. Questo Comando tappa italiano di Biklista ha però ricevuto ordine dall'Intendenza Salonicco di sgombrare quanto prima ripiegando su Salonicco stessa. Eventuale abbandono Coritza e specialmente Biklista situata pochi chilometri ovest confine greco, presenterebbe due gravi inconvenienti. l) Popolazione impressionata per tale abbandono spera occupazione italiana ed è disposta in caso invasione greca migrare gran parte oppure fare resistenza armata ciò che darebbe luogo a sanguinosi conflitti. 2) Vi sarebbe pericolo che bande greche organizzate dal Governo ellenico profittassero assenza truppe per fare il solito colpo di mano:.. Da parte mia aggiungo che: l) Ho ordinato che non venga soppresso comando tappa Biklista. 2) Ho richiesto in via riservata a ufficiale italiano collegamento

presso comando interalleato Oriente quale fondamento abbia notizia circa prossimo completo abbandono di Coritza da parte truppe francesi.

(l) Pubblicato al n. 578.

615

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3472/175. Stoccolma, 21 dicembre 1918 (per. ii 23). Generale Mannerheim è arrivato avant'ieri da Copenaghen e riparte oggi per la Finlandia. Egli avrà oggi colloquio con Presidente del Consiglio e col Ministro degli Affari Esteri svedese. Non potrà vedere il Re che è andato nel 1nezzogiorno della Svezia. In questi circoli ufficiali si è molto riservati verso Generale sia perchè si ritiene che la sua situazione in Finlandia sia molto precaria e che egli cadrà appena effettuata nuova elezione della Dieta sia per·chè si comprende che egli non può accettare pretese svedesi di annessione delle Aaland. Che pel momento situazione del Generale in Finlandia non sia molto solida sembra indiscutibile. Anzitutto egli è di nazionalità svedese e non parla nemmeno lingua finlandese. Inoltre i suoi precedenti di Generale russo e di soffocatore della rivolta russa lo rendono poco accetto alla parte democratica del popolo finlandese. Finalmente egli è notoriamente favorevole all'Intesa mentre maggioranza della borghesia finlandese resta in fondo germandfila. Tuttavia conviene osservare che se nuova Dieta sarà secondo ogni probabilità in maggioranza democratica e repubblicana, socialisti non vi avranno presumibilmente più di 70 od 80 seggi su... [manca]. Maggioranza borghesia potrebbe quindi rimanere fedele al Generale ove si sapesse che questi può ottenere dall'Intesa facilitazioni economiche od appoggio politico Parlamento Nazionale. In conclusione la sua sorte dipende dai Governi alleati, i quali hanno tutto l'interesse a sostenerlo, perchè egli appare unica personalità a loro favorevole che possa restare al potere della Finlandia. Circa eventuale intervento in Russia mi viene riferito che le disposizioni in Finlandia non sono molto propizie. Esercito regolare è poco sicuro e guardia bianca sarebbe ben lungi dall'avere forze di cui ha parlato Trepoff. Sarebbe però possibile per le Potenze della Intesa servirsi Finlandia come base per un'azione contro Pietrogrado, da effettuare senza concorso attivo finlandese. Questione Aaland è particolarmente delicata per il generale Mannerheim specialmente a cagione della sua nazionalità svedese. Egli è molto irritato dall'attiva propaganda fatta da questa stampa a favore dell'annessione; riconosce che ammettere plebiscito significa ammettere annessione, perchè volontà della po.. polazione non è propensa certamente a comprendere che conviene eliminare tale questione che lascia uno strascico di rancore fra Svezia e Finlandia. Sarebbe perciò disposto ad accettare soluzione transazionale. Egli ritiene che si potrebbe dare alle Aaland larghissima autonomia sotto alta sovranità finlandese e sotto quella doppia della Finlandia e della Svezia che in caso di guerra nel Baltico con altri Stati dovrebbero difenderle in comune per impedire che le ostilità si portino nel golfo di Botnia. Sembra d'altra parte che in Finlandia si è contrari alla cessione delle Aaland ma che opinione pubblica potrebbe acconciarsi qualora si ottenesse in compenso una considerevole rettifica di frontiera Carelia russa mediante la quale

si riunissero alla Finlandia alcuni villaggi abitati da popolazione finlandese, senza nè ostacolare nè compromettere in qualsiasi modo comunicazioni fra Rus

2 o - Documenti diplomatici • Serie VI -Vol. I.

sia e Oceano Glaciale. A mio avviso se Governi alleati desiderano che il Generale rimanga al potere converrebbe che lo facessero sapere al Governo svedese il quale, credo, lavori in senso contrario nella speranza che, rovesciato il Generale ed installato in Finlandia un Governo radico-socialista, annessione delle isole Aaland sia più facile. In tal caso converrebbe fare intendere che se esso scalza Mannerheim, Potenze dell'Intesa si opporranno all'annessione delle Aaland, mentre si adoprerebbero per una soluzione soddisfacente se Svezia seconda loro politica nel Baltico.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. 506. Londra, 21 dicembre 1918.

Per il caso in cui io abbia ad incontrarmi col Presidente durante sua prossima visita qui, sarei specialmente grato a V. E. telegrafarmi, per norma mio eventuale linguaggio, qualche utile particolare sulle conversazioni da lui avute col Presidente dei Consiglio e con Lei relativamente questioni direttamente interessanti nostro Paese.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER POSTA 12/119. Berna, 21 dicembre 1918 (per. il 5 gennaio 1919).

Accompagnato dall'antico addetto militare a Roma Cervenakof, è venuto ieri a vedermi l'ex Presidente Gueschof, capo della Croce Rossa bulgara. La lunga conversazione che ebbi dapprima coi due personaggi e poi da solo col Gueschof può riassumersi nei seguenti punti principali: la Bulgaria fu trascinata nella guerra dal suo sovrano e dal partito militare a lui infeudato. L'opposizione della maggioranza del paese a nulla valse davanti alla violenza. Mentre la posizione geografica della Grecia permise ad una minoranza di appoggiarsi sull'Intesa, rovesciare Re Costantino ed apprestarsi oggi ad assidersi da vincitori al Congresso della pace, l'isolamento della Bulgaria favorì invece i perfidi disegni di Re Ferdinando schiacciando ogni velleità· di resistenza da parte della maggioranza. Anche i tentativi di pace separata che. l'oppositzione parlamentare cercò in ogni modo di favorire furono frustrati. Oggi la Bulgaria sa di dover pagare gli errori dell'ex sovrano e del suo governo pur comprendendo di quale utilità sia stato l'armistizio per l'Intesa del settembre scorso. Accanto ad una Serbia che diverrà una grande potenza militare e ad una Grecia che senza sacrifici riceverà immensi vantaggi al Congresso, la leggenda dell'imperialismo bulgaro tramonta. La Bulgaria si lusinga però di poter vedere

trionfare i principi del Presidente Wilson per quanto concerne le popolazioni bulgare della Macedonia sulle quali oggi la Serbia vorrebbe vantare dei diritti. La Bulgaria sa di poter confidare la difesa della sua giusta causa all'Italia, di cui son noti la linea liberale di condotta e nobili principi che la ispirano. Sono gli stessi interessi come sono gli stessi avversari per l'uno e per l'altro paese. Anche sul terreno economico, oltre che sul politico, sarebbe necessaria una più stretta e intima comunione fra l'Italia e la Bulgaria. Vi sono altri paesi c fra questi in prima linea la Francia, che cercano già di stendere le loro reti commercio-industriali sulla Bulgaria; occorre che da noi non si perda tempo per non giungere in ritardo. L'ex addetto militare a Roma stima che la sua venuta in Italia potrebbe facilitare queste trattative. Io risposi al signor Gueschof che avrei subito informata V. E. del suo passo e che gli avrei fatto a suo tempo conoscere il pensiero del R. Governo sulla questione generale e su quella più particolare relativa alla possibilità di un viaggio in Italia dell'ufficiale Cervenakof (che sembra animato da sentimenti di vera amicizia e di antica simpatia per nostro paese dove ha passato tanti anni).

Sarei grato a V. E. di mettermi in grado di rispondere a tale riguardo.

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero de~:li esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

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I'L COMANDANTE LA PIAZZA DI FIUME, GRAZIOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pag. 79)

T. 3205/1277. Fiume, 22 dicembre 1918, ore 0,20 (per. ore 16,3,0). Come da miei rapporti dettagliati ieri ed oggi inviati urgente comando supremo, inizio funzionamento base francese Fiume per esorbitanti sempre crescenti pretese francesi crea situazione assolutamente incompatibile con esi[stenza nostro stesso presidio e implica grave menomazione nostro prestigio di fronte questa popolazione. Urge fare giungere ordini al generare Franchet d'Esperey perchè sospenda invio Fiume ingenti reparti truppe preannunziati fra cui perfino battaglione indocinese e prossimo trasporto Fiume della base di Salonicco oltre quella di Taranto come mi ha dichiarato generale Tranié inoltre che sia ridotto :funzionamento base a soli rifornimenti materiali come era stato formalmente promesso nelle condizioni alle quali base fu accettata da codesto

Governo. Data urgenza ed importanza questione permettomi esporre direttamente quanto precede codesto Governo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3443/1785. Londra, 22 dicembre 1918 (per. il 23). Telegramma di V. E. n. 1438 (1). Balfour osserva che beni dei cittadini alleati nei paesi nemici sono stati

quasi tutti requisiti venduti o distrutti. Nei casi in cui essi non possono essere

restituiti nel loco pristino stato, Governo britannico ritiene che trattato di pace dovrà provvedere affinchè venga corrisposto ai proprietari indennizzo esente da imposte. Nei casi invece in cui beni ancora esistono e possono restituirsi occorrerà distinguere se si tratta di beni mobili o immobili. Nel primo caso beni potranno essere asportati senza pagamento tasse; nel secondo appare difficile accordare detta esenzione giacchè anche se trattato di ;pace cercasse facilitare vendita aggravio tr1buti fiscali sarebbe incluso implicitamente nel prezzo. Balfour ·conclude rtconoscendo difficoltà questione. Nota tuttavia potrebbe difficilmente sostenersi che cittadini alleati, i quali prima della guerra abbiano investito capitali in paesi nemici, possano far valere diritto a compenso in conseguenza del deprezzamento titoli investiti, ad essi esentati da imposta gravante su sudditi detti stati.

(l) Pubblicato al n. 244.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3444/1787. Londra, 22 dicembre 1918 (per. il 23).

Telegramma di V. E. n. 1632 (1).

Foreign Office informa Governo spagnolo che, avendo discusso questione con Alleati, proposta da esso fatta di fornire di equipaggi spagnoli le navi austriache trovantesi nei porti della Spagna e di farle navigare sotto bandiera spagnola non può essere accettata dai Governi associati.

Governo britannico aggiunge nella comunicazione alla Spagna ·che esso dichiarò 7 novembre 1918 che non si poteva ammettere che navi nemiche venissero trasferite sotto bandiera neutrale, e che esso non può ora dipartirsi dal prmcipio affermato in tale dichiarazione (la quale si ispira alla politica dei Goc verni alleati) per le seguenti ragioni: l) che si creerebbe pericoloso precedente e 2) che proposta spagnola contraddice ai provvedimenti che si stanno discutendo e che dovranno essere presi per la l'ibera disposizione di dette navi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (2)

T. 1795-bis/3. Parigi, 22 dicembre 1918.

Ho pregato De Martino recarsi Londra per procedere d'intesa con V. E. assaggi circa sistemazione colonie e Turchia. Prego V. E. coadiuvarlo in ogni miglior modo per la buona riuscita suoi passi circa questioni cui nostro paese annette capitale importanza.

(l) -Pubblicato al n. 522. (2) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.
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IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. s. 3463/60274. Italia, 23 dicembre 1918, ore 1,45.

Riferendosi al precedente telegramma n. 60181 (l) in data 17 corrente ed in risposta al dispaccio di codesto Ministero n. 19950 della stessa data (l) circa domanda rivolta dal dottor Korosec a nome del Governo di Zagabria per la restituzione immediata di tutti i prigionieri guerra e internati civili jugoslavi che si trovano nel Regno, per ragioni precedentemente esposte conf.ermo mio pensiero che per ora non convenga aderire alla domanda (2).

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IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2551/16127. Zona di guerra, 23 dicembre 1918, ore 3,3.5 (per. ore 14,30 del 24).

Comunico a V. E. seguente telegramma Comando 3a Armata. «N. 10812

A. G. S. E. Grazioli telefona da Fiume a seguito di quanto comunicò con foglio 1212 e 1270 già spediti costà che richieste di locali per magazzini, parchi di difesa, stabilimenti, uffici e a·ccantonamenti per base francese sono esorbitanti e supeTiori a scopo dapprima esposto e tali da rendere impossibile il mantenere contemporaneamente il nostro presidio in città. Oltre ai locali di uso generale verrebbero richiesti accantonamenti per una forza in parte fissa e in parte fluttuante che sale a più di cinquemila uomini. Arrivi sono segnalati imminenti e in giornata arriveranno già 1200 greci e un battaglione indocinesi. Grazioli ritiene che azione francesi tenda ad occupare materialmente città pe':' escluderne presidio italiano e teme che presenza truppe coloniali possa turbare seriamente ordine pubblico, giacchè tendenze fl"ancesi sono note alla popolazione italiana, e teme che aiuti francesi diano il sopravvento ai croati dei dintorni. Generale Grazioli ha ordinato greci e indocinesi siano fermati a Buecari e avviati a Porto Re, dove potranno essere imbarcati per successivo viaggio. Generale Grazioli ha rinforzato anche i presidi posti ad est di Fiume e conclude che è urgente :Eronteggiare con nuove disposizioni la situazione dalle esorbitanti pretese francesi, affinchè questi non lo mettano in condizione di cedere a loro la città. Raccomandato al generale Graziali di non pregiudica:-e la situazione con atti irreparabili per dare tempo al Governo di decidere e di intervenire affinchè generale d'Esperey riceva ordini di limita·re afllusso a Fiume> nella misura che capacità accantonamenti acconsentano. Occorre però tenere presente che azione generale d'Esperey ha scopi politici evidenti. Intanto si sono date istruzioni al generale Graziali di non fare resistenza se non col rappre

sentare impossibilità accantonamento oltre certi limiti, dimostrando contemporaneamente ottima volontà di estendere solo limiti misura possibile, escludendo però assolutamente qualsiasi diminuzione prestigio italiano. Disposto inoltre perchè all'occorrenza si creino accantonamenti nella zona Castua Volosca. Pregasi informare Governo e dar direttive per confermare che il prestigio italiano di Fiume non dovrà essere ridotto per esigenze base Francese e ottenere da Governo francese che generale d'Esperey non si opponga a che gli accantonamenti occorrenti, e non disponibili in Fiume, siano sistemati nei dintorni tanto verso l'Istria come verso la Croazia. Firmato: Savoia».

Ho approvato direttive date da Comando 3a Armata a generale Graziali tranne per quanto concerne predisposizioni alloggiamenti truppe francesi nella zona di Castua Volosca, trattandosi di località in parte comprese linea armistizio e sulle quali jugoslavi hanno indubbiamente pretese, data presenza isola etnografia slava (sic) e ordinato Comando 3a armata fare predisporre alloggiamenti esclusivamente ad est di Fiume verso Croazia. Faccio ancora una volta vivissime premure a V. E. per pronta definizione competenza nostra e eserciti alleati Oriente rispetto occupazione territori austro-ungarici, giacchè trattative con ma,resciallo Foch non hanno portato fino ad ora nessuna decisione sull'argomento e lfo presente a V. E. necessità che a generaie d'Esperey siano date subito da Governo francese precise direttive giacchè sebbene maresciallo Foch abbia assicurato avere dato ordine a detto Generale per lasciare statu quo Fiume fino definitiva sistemazione zona d'azione esercito italiano e eserciti alleati Oriente, disposizioni che continua ad impartire generale d'Esperey e truppe che invia a Fiume sembrano informate a ben altre direttive e scopi e rendono assai difficile a malgrado ogni buona volontà e spirito conciliativo, salvaguardare nostro prestigio e evitare conflitto fra Alleati le cui conseguenze V. E. è meglio <li me in grado valutare (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando che lo ricevette alle ore 8 (cfr. AO, reg. 5, p. 80) e al ministero della guerra, divisione Stato Maggiore.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2541/507. Londra, 23 dicembre 1918, ore 9,08 (per. ore 9,10 del 24).

Telegramma di V. E. senza numero da Parigi (2).

Balfour si è reso 'invisibile a tutti fino a giovedi trattenuto dalle riunioni del Gabinetto di guerra che siederà oggi e domani per concretare leale discussione col Presidente. Assente pure Hardinge ho potuto vedere soltanto Graham il quale mi ha promesso avrebbe fatto possibile per vedere un momento Balfour questa sera o domani e fargli una comunicazione.

A proposito sorte futura Costantinopoli credo opportuno rilevare accentuata disposizione di questo Governo di affidare alla America la polizia degli Stretti, nonchè l'amministrazione della capitale turca. Comitato di funzionari che, in preparazione lavori conferenza, si è specialmente occupato della questione, è venuto secondo mie informazioni alla conclusione che la soluzione americana

sia l'unica pratica e consigliabile come quella che potrebbe evitare intrighi, attriti e conseguenti serie complicazioni derivanti dal condominio. Questo sacro terrore del ·condominio specie coi francesi fu, come V. E. ricorderà, chiaramente, insistentemente manifestato a proposito della Palestina da Lloyd George al Presidente del Consiglio nel co1loqùio privato del 6 ottobre all'Ambasciata britannica a Parigi.

Da quanto precede sarei indotto a formulare doppia mia personale congettura che nei prossimi colloqui di Londra questi Ministri si studieranno vincere prevedibili obiezioni di Wilson assicurandone consenso alle vedute loro.

(1) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando. (2) -Si tratta in realtà del telegramma Gab. n. 1795-bis/2 pubblicato al n. 612.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1797-bis. Parigi, 23 dicembre 1918, Me 17,50.

Alto Commissario in Turchia telegrafa (l) quano segue: « Truppe francesi hanno occupato Adana. Ieri è sbarcato a Mersina un battaglione francese».

Ho veduto oggi Clemenceau e gli ho detto che sapevo le mosse dei francesi ad Adana e Mersina e che Italia avrebbe dovuto fare anche essa qualcosa nello stesso senso nella Turchia asiatica. Clemenceau mi ha risposto non avere obiezioni. Prego comunicare quanto precede a codesto Governo.

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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA

T. 20433. Roma, 23 dicembre 1918, ore 23.

Suo telegramma n. 492 (2). Approvo osservazioni fatte da V. S. cotesto Ministro Esteri. Prego inviarmi tutto il materiale deputati Epiro.

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IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3451/506. Atene, 23 dicembre 1918 (per. U 23).

Mio telegramma n. 492 (2).

Il mio dubbio che inserzione del memoriale dei sedicenti deputati epiroti negli atti parlamentari fosse stato volutamente preparato dal Governo greco a scopo propaganda è stato ormai confermato dal fatto che esso è distribuito

largamente in fascicoli separati e non dubito che sia ora diffuso, largamente diffuso, nei Paesi alleati ed in Svizzera.

Egli è evidente che così recrudescenza di questa scandalosa campagna contro l'Italia sia per Epiro, che per Dodecaneso, come voce sparsa ad arte di nostre pretese sull'isola di Corfù, per dare occasione ad interpellanze di deputati ed a risposte del Governo, rivelano tutto un piano che va connesso col rumore di disordini e violenze a danno dei greci a Costantinopoli, Smirne ed in Tracia coll'unico intento di richiamare e commuovere opinione pubblica in favore Grecia nelle varie direzioni cui tende il suo imperialismo. Nessun migliore servizio io potrei rendere al Governo ellenico che quello di sollevare clamoroso incidente sopra questioni che ci riguardano. Mentre perciò porto nella tutela del nostro buon nome e dei nostri interessi, quella prudenza che è voluta dalle considerazioni suddette, segnalo alla E. V. questa manovra perchè ad essa si opponga da parte nostra, in quell'ambiente dove dovrebbero particolarmente agire, le nostre rettifiche e se ne denunzi sleale carattere mettendone in luce tendenze manifestamente politiche.

(l) -Con telegramma da Costantinopoli del 18 dicembre 1918, n. 3399/133, non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 608.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3469-bis/1798. Londra, 23 dicembre 1918 (per. il 24).

Telegramma di V. E. n. 1697 (1).

Graham ha mostrato sorpresa per notizia da me oggi datagli dell'avvenuta occupazione francese di Mersina ed Adana. Mi ha detto che finora Foreign Office non ne aveva avuto alcun sentore.

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IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3477/234. Salonicco, 23 dicembre 1918 (per. i'L 24). Questo giornale serbo Pravda ha pubblicato due articoli contro l'Ital'ia accusandola di imperialismo, accusando il R. Governo di fuorviare opinione pubblica italiana. La stampa italiana, dice la Pravda, dopo disfatta di Caporetto ha mendicato amicizia Serbia ed ora dopo armistizio, dovuto non ag[i italiani ma bensì alla rivoluzione jugoslava, Italia non parla della Serbia. Italia ufficiale teme jugoslavi e non esageriamo nel dire che Italia sostituisce completamente Austria nell'applicazione principio «divide et impera ) .

Generale Franchet d'Esperey, che ho pregato di proibire o almeno moderare simili articoli che servono anzi ad inasprire animi, mi ha detto che essi

a Imperiali, il telegramma di Sforza riportato. nel doc. 625. '

erano naturale reazione delle ... [manca] e maltrattamenti usati Governo serbo jugoslavo dagli italiani di Fiume. Generale ha accolto questa occasione per biasimare intolleranza di certi italiani i cui eccessi lo hanno costretto ad inviare un generale francese con truppe; reclami e proteste sarebbero fatti anche da Comandi britannico e americano. Ad ogni modo egli mi ha promesso d'interessare Comando serbo affinchè giornali locali serbi cessino commenti attacchi autorità consolari contro l'Italia (1).

(l) Si tratta del telegramma col quale il ministero ritrasmetteva a Sonnino, a Parigi e

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L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 148. Belgrado, 23 dicembre 1918 (per. il 27) (2).

Faccio seguito mio telegramma n. 147 (3).

Ho rimesso oggi Croce di Guerra a S. A. R. Principe Reggente. Nella breve allocuzione da me tenuta non ho mancato di accennare al fatto che S. M. il Re si era compiaciuto conferire tale decorazione al Reale Principe non appena si appresero con gioia in Italia le gloriose gesta dell'esercito serbo che hanno condotto aUa liberazione della Serbia ed al compimento del suo ideale nazionale.

S. A. R. si è dichiarato molto riconoscente per tale attestato di considerazione del Sovrano e del R. Governo e mi ha detto avrebbe telegrafato direttamente a S. M. il Re i suoi vivi ringraziamenti.

S. A. R. mi ha poi trattenuto in affabile conversazione esprimendomi fra l'altro la sua ammirazione per la divisione italiana di Macedonia che ha giudicato come la più bella dell'Armata d'Oriente; ne ha elogiato altissimo valore e intima fratellanza d'armi coll'esercito serbo.

Principe Reggente partirà dopo domani per Parigi via Ragusa.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2550/118. Berna, 24 dicembre 1918, ore 9,16 (per. ore 13,35 del 25).

Professor Herron venuto oggi vedermi mi ha parlato a lungo della questione jugoslava e delle pressioni che si fanno sul Presidente degli Stati Uniti e sul colonnello House a mezzo signor Lipman, ardente italofobo. Mi ha aggiunto di aver scritto varie volte a Londra al Segretario permanente del Foreign Office per esprimere il nostro punto di vista e combattere quello dei nostri avversari. Non mi ha nascosto che tutta questa campagna è dovuta alla gelosia francese che cerca suscitarci ,contro ostilità da ogni parte.

(1) -Il telegramma fu trasmesso anche ad Atene. (2) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, in data 26 dicembre, al ministero con n. 148. (3) -Non pubblicato.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, pp~ 84-85)

T. GAB. 3212. Roma, 24 dicembre 1918, ore 15.

Generale Diaz mi telegrafa (l) che c a Fiume richiesta di locali per magazzini, parchi di difesa, stabilimenti, uffici e accantonamenti per base francese sono esorbitanti e superiori a quelli da prima esposti e tali da rendere impossibile il mantenere contemporaneamente il nostro presidio in città. Oltre ai locali di uso generale verrebbero richiesti accantonamenti per una forza in parte fissa e in parte fluttuante che sale a più di cinquemila uomini. Arrivi sono segnalati imminenti e in giornata arriveranno già 1200 greci e un battaglione indocinese. Generale Grazioli ritiene ,che azione francese tende ad occupare materialmente la città per escluderne presidio italiano e teme che presenza truppe coloniali possa turbare seriamente ordine pubblico, giacchè tendenze francesi sono note alla popolazione italiana e teme che aiuto francese dia il sopravvento ai croati dei dintorni. Generale Grazioli ha ordinato che greci e indocinesi siano fermati a Buc,cari e avviati a Porto Re dove potranno essere imbarcati per successivo viaggio. Generale Grazioli ha rinforzato anche presidi posti ad est di Fiume e conclude che è urgente fronteggiare con nuove disposizioni la situazione creata dalle esorbitanti pretese francesi, affinchè questi non lo mettano in condizione di cedere a loro la città. Raccomandato al generale Grazioli di non pregiudicare la situazione di equilibrio con atti irreparabili per dare tempo al Governo di decidere ed intervenire affinchè generale d'Esperey riceva ordini di limitare l'affiusso a Fiume nella misura che capacità accantonamenti acconsentano. Faccio ancora vivissimo appello a V. E. per pronta definizione competenza nostra e esercito alleato d'oriente rispetto occupazione territori austro-ungarici giacchè trattative con maresciallo Foch non hanno portato finora nessuna decisione sull'argomento e faccio presente a V. E. necessità che al generale d'Esperey siano date subito da Governo francese precise direttive giacchè sebbene maresciallo Foch abbia assicurato avere dato ordine a detto Generale per lasciare statu quo Fiume fino definitiva sistemazione zone d'azione ese11cito italiano e esercito alleato d'oriente, disposizioni che continua impartire generale d'Esperey e genere di truppe che invia a Fiume sembrano informate a ben altre direttive e scopi e rendono assai diffidle, malgrado ogni buona volontà e spirito conciliazione, salvaguardare nostro prestigio e evitare conflitti fra Alleati le cui conseguenze V. E. è meglio di me in grado di valutare».

Prego V. E. di agire personalmente presso Presidente Consiglio affinchè soluzione accolta con grande spirito conciliativo dall'Italia sia intesa ed applicata da autorità militari francesi con eguale spirito conciliativo..Lascio poi considerare a V. E. opportunità di dare comunicazione del presente telegramma a generale Robilant perchè da parte sua faccia passi presso maresciallo Foch. Quest'ultimo, nelle conferenze personali avute recentemente costà, abbondò di

dichiarazioni nel senso conciliativo non senza qualche punta non benevola verso generale d'Esperey. Si tratta .di vedere se e quali risultati pratici può dare tale disposizione di animi.

(l) Cfr. il doc. n. 623, dove il testo del telegramma è riprodotto per esteso.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. CONF. 1798. Roma, 24 dicembre 1918, ore 20.

Nel fare a codesto Governo la comunicazione di cui al mio telegramma da Parigi in data 23 (l) l'E. V. dovrà far comprendere che il Governo italiano si attende che nessuna obiezione sarà sollevata dal Governo britannico ad un nostro .sbarco in Asia minore.

Il Governo francese non muove difficoltà e nessuna deve ragionevolmente opporcene l'Inghilterra che ha occupato nei giorni scorsi Hodeida e va facendo sempre maggiori operazioni in Mar Rosso senza neanche consultare gli Alleati. Per sua notizia esclusivamente personale aggiungo che è stato disposto perchè il nostro sbarco in Asia Minore avvenga il più sollecitamente possibile. Prego comunicare quanto precede a De Martino per sua norma di condotta.

634

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2553/508. Londra, 24 dicembre 1918, ore 22 (per. ore 17,30 dd 25).

Il Generale capo del servizio informazioni militari ha confidato al colonnello Rig>gi che llloyd George da lui veduto quotidianamente ripete sempre con enfasi che il Governo britannico deve fortemente appoggiare le aspirazioni nazionali italiane in omaggio agli impegni assunti. Il Generale ha aggiunto che qui provengono senza interruzione telegrammi da fonte francese con notizie esagerate e tendenziose di larghe occupazioni nostre in territori non compresi nel Trattato. Questi telegrammi sono il più delle volte cestinati ma sembra che Lloyd George quando gli si comunicano se ne mostri rammaricato e infastidito.

635

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2556/510. Londra, 24 dicembre 1918, ore 10 (2) (per. ore 17,15 del 25).

In mancanza di Balfour trattenuto al Gabinetto di guerra ho fatto oggi a Graham la comunicazione nei termini prescritti nel telegramma senza numero

da Parigi (1). Mi è sembrato che la comunicazione gli giungesse molto mediocremente gradita come del pari manifestamente sgradita gli giunse ieri la notizia da me datagli delle mosse francesi a Mersina e Adana delle quali oggi ancora affermava nessuna notizia essere qui pervenuta.

(l) -Pubblicato al n. 625, (2) -Sic, ma con ogni probabilità trattasi delle ore 22 anzichè delle ore 10.
636

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2549/509. Londra, 24 dicembre 1918, ore 22,10 (per. ore 13,50 del 25).

Mio telegramma n. 507 (2). Graham mi ha detto avere Balfour sottoposto alle autorità militari questione invio nostre truppe Costantinopoli esprimendo parere favorevole.

637

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2559/511. Londra, 24 Dicembre 1918, ore 10,16 (3) (per. ore 15,30 del 26).

Graham mi ha domandato oggi se io sapevo qualcosa delle conversazioni intervenute a Parigi tra i vari Ministri alleati e il Presidente. Risposi negativamente. Egli mi ha confidato aLlora riservatissimamente avere ieri sera Balfour rilevato che non gli è ancora pervenuto il benchè menomo particolare sui due lunghi colloqui Clemenceau Wilson.

638

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

Roma, 24 dicembre 1918, ore 24.

T. 1713.

Comitato blocco Londra ha esaminato questione ripresa traffi.co con porti russi Mar Nero e pur riconoscendo opportunità politica commerdale tale ripresa ha riservato decisione dopo consultato Governi associati non avendo sufficienti informazioni circa situazione ,porti stessi e controllo che può essere esercitato su merci importate. Prego riferirmi esprimendo avviso.

639

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. 1714. Roma, 24 dicembre 1918, ore 24.

Prego V. E. comunicarmi quale seguito è stato dato da codesto Governo a passo fatto dalla Svizzera per incarico Governo austro-ungarico circa sorte

regioni tedesche della Boemia e Moravia e circa proposta sottoporre decisione arbitrale contestazioni di frontiera tra Repubblica austro-tedesca e Repubblica czeco-slovacca e stato jugoslavo.

(l) -Pubblicato al n. 612. (2) -Pubblicato al n. 624. (3) -Sic, ma con ogni probabilità trattatasi delle ore 22,16 anzichè delle ore 10,16.
640

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3479/112. Addis Abeba, 24 (l) dicembre 1918 (per. it 25).

Governo etiopico mi ha comunicato ufficialmente sua decisione trasmettere a S. M. il Re ed agli altri Capi dei Governi alleati un telegramma di felicitazioni per la riportata vittoria. In questo telegramma Governo etiopico esprime sua intenzione inviare quanto prima in Europa una missione speciale allo scopo stringere più intime relazioni con i Governi alleati e specialmente colle Potenze confinanti. Sono in attesa ricevere testo telegramma che trasmetterò alla E. V. (2). Mi risulta pertanto essere intenzione del Governo etiopico che la sua missione straordinaria possa giungere in Europa prima della conclusione pace definitiva e che esso conta trovare nel Governo francese ed americano accoglienza ed appoggio speciale sia per la garanzia assoluta della propria integrità politica e territoriale che per le sue eventuali rivendicazioni.

641

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3497/1802. Londra, 24 dicembre 1918 (per. iL 26).

Odierno Manchester Guardian contiene articolo di due colonne di Evans contro Italia a riguardo jugoslavi. Assunto principale è che relazioni fra jugoslavi ed Italia sono in questo momento così tese da fare temere imminente conflitto. Ciò a cagione violazione da parte Italia dei principi patto di Roma che sostituisce il trattato di Londra. Senza insistere nei velenosi apprezzamenti rilevo alcune aff.ermazioni di fatto. Evans afferma che i termini patto di Roma furono al momento conclusione comunicati dal Governo italiano al siinor Lansing; italiani sbarcati a Cattaro strapparono bandiera jugoslava provocando insurrezione tutta la popolazione conflitto solo evitato da energico intervento Comandante contingente americano; distribuzione viveri (provenienti deposito Croce Rossa americana) furono ripetutamente appropriati a pro italiani nelle zone occupazione terraferma. In territori slavi est Isonzo !stria e Pola comandante 'italiano non ha esitato proclamare personalmente annessione contrariamente disposizioni armistizio. A Pizgrat occupata a nome Re d'Italia Consiglio comunale rappresentante stragrande maggioranza popolazione è stato disciolto e sostituito da un Consiglio pro 'italiani senza alcun carattere rappresentativo. Scuole slave vengono spesso chiuse, maestri preti impiegati cittadini sospetti

pubblicato.

opinione nazionalista sono espulsi arrestati. Ad Abbazia, ove vi sono 60.000 slavi, autorità locali vennero cacciate, bandiera Municipio stracciata. Arrestati tre deputati Posic, Orbic e Lucic seguendo sistema austriaco persecuzioni politiche. Membri di un comando inviato da Agram furono fermati ed internati Venezia. Tremila jugoslavi prigionieri di guerra in Umbria autorizzati ritornare Patria vennero istradati via Salonicco e trattenuti Brindisi, infine imbarcati pessime condizioni mentre I:imanenti sono tuttora trattenuti prigionieri. Signor Korosec e colleghi tagliati fuori per più di un mese da ogni comunicazione pubblica privata con loro connazionali in Austria causa ,cordone militare italiano fronti~ra. Telegrammi in cifra del Governo serbo quando passano per Italia vengono trattenuti cinque giorni e mutilati nella trasmissione. Limiti armistizio in terra ferma sono stati oltrepassati ògni direzione. Truppe italiane giunsero in ferrovia Lubiana, ma ordinato ritiro entro linea armistizio a cagione urgenti rimostranze Alleati. Prima armistizio, arresto in due occasioni di inviati slavi incaricati combinare cessione flotta austriaca, incidente questo di cui jugoslavi fanno molto uso... [man·ca] territori italiani e Austria-Ungheria, internamento truppe jugoslave arresesi.

Ho cosi riassunto gran parte articolo. Per neutralizzare effetti riterrei opportuno che V. E. mi facesse inviare con la massima sollecitudine elementi per esaurienti assolute inconfutabili smentite. Per quanto riguarda fatti CattaTo potrei servirmi elementi contenuti telegramma di V. E. n. 1656 (1). Potrei fare smentita a mezzo R. Agente consolare Manchester ove V. E. non vi vedesse nulla in contrario. Sarebbe opportuno a mio remissivo parere sfatare per sempre leggenda su cui si insiste sempre più che cioè patto Roma abbia sostituito trattato di Londra, dichiarando francamente che due documenti erano destinati andare d'accordo, ma non fu mai intenzione di alcuna autorità responsabile che primo distruggesse secondo.

(l) -Sic, ma da un'altra indicazione il telegramma risulta redatto il 20 dicembre. (2) -Comunicato con il successivo telegramma n. 3480/114 del 24 dicembre 1918, non
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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3508/176. Stoccolma, 24 dicembre 1918 (per. il 26). Colleghi alleati ed io abbiamo ricevuto seguente comunicazione Litvinoff in data di ieri da Stoccolma: «Sesto congresso dei Soviet di Russia riunitosi nello scorso novembre, esprimendo sincero desiderio delle masse lavoratrici di Russia di vivere in pace e buona amicizia con tutti 'i popoli del mondo rivolse una formale offerta di pace ai Governi delle nazioni alleate. Tale offerta è stata poi rinnovata dal GoveTno dei Soviet per radiotelegrafia. Ho l'onore di informarvi ora che Governo Soviet mi ha incaricato metteTmi in contatto coi rappresentanti nazioni alleate in vista negoziati preliminari di pace nel caso in cui Governi di tali nazioni fossero egualmente animati dal desiderio di risolvere in via amichevole tutte le questioni che mantengono stato di ostilità fra le nazioni menzionate.

Vi sarei molto riconoscente di voler trasmettere d'urgenza presente dichiarazione al vostro Governo ».

Salvo ordini contrari di V. E. mi propongo di non rispondere a tale comunicazione, e se Litvinoff cerca mett.ersi 'in contatto con me, di fargli dire che non sono autorizzato a trattare con lui.

(l) Pubblicato al n. 550.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO

T. R. 18576. Roma, 24 dicembre 1918.

Il R. Ambasciatore a Londra, cui fu data comunicazione del contenuto del telegramma di codesto Ministero n. 8445 del 15 corrente (1), mi telegrafa in risposta quanto segue: (testo del telegramma n. 1772) (2).

Ove V. E. concordi in questo avviso impartirei istruzioni al marchese Imperiali per provocare nel senso indicato uno scambio di lettere tra la R. Ambasciata e il Foreign Office.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 97-98)

T. 3103/753. Parigi, 25 dicembre 1918, ore 15,36 (per. ore 9,40 del 26).

Suo telegramma n. 3212 (3). Nel corso della tempestosa conversazione che ho avuto sullo stesso argomento con questo Presidente del Consiglio e che ho riferito con mio telegramma

n. 710 del 7 corrente (4), Clemenceau mi richiese nel modo più preciso di trattare d'ora in avanti l'argomento non con lui ma con Pichon. Non credo quindi di poter ritornare senz'altro da lui. Mentre pertanto comunico telegramma V. E. al generale Robilant per eventuali sue pratiche presso Foch, ho già preso malgrado Natale appuntamento stasera con Pichon al quale esporrò situazione nel senso indicatomi. Dopo mia conversazione con Pichon che riferirò immediatamente a V. E. vedremo se saranno opportune pratiche dirette presso Clemenceau.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2557/718. Parigi, 25 dicembre 1918, ore 15,38 (per. ore 10 del 26).

Da telegrammi trasmessi per mezzo questa Ambasciata rilevo essere intendimento R. Governo procedere occupazione Scalanova e Marmaritza. Premesso che lato tecnico della questione mi è assai poco noto, permettomi segnalare ailla

E. V. eventuale pericolo che occupazione specialmente della prima località, che

è nei pressi di Smirne, che è il porto collegante Samos con terra ferma ed è credo abitàto sopratutto da greci, può sollevare clamori dell'elemento ellenico e portarlo associarsi atti anti-italiani degli jugoslavi per influire a nostro danno sopra le disposizioni del Presidente Wilson. Forse occupazione altri punti più all'est come Adalia avrebbe stesso valore affermazione nostri diritti senza quello inconveniente. Segnalo naturalmente questa mia impressione a V. E. per quanto può valere.

(l) -Pubblicato al n. 568. (2) -Pubblicato al n. 595. (3) -Pubblicato al n. 632. (4) -Pubblicato al n. 484.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2558/513. Londra, 25 dicembre 1918, ore 15,,40 (per. ore 13,35 del 26).

Mio telegramma n. 1802 (1).

Tra le tante scempiaggini contenute nella riferita corrispondenza di Evans rilevo pure speciosa argomentazione che il « sinistro:. Trattato di Londra è caduco perchè trattasi di istrumento puramente unilaterale nel quale tre governi contraenti hanno disposto di quanto non possedevano. Aggiungesi che a domanda

R. Governo trattato fu nascosto non solo agli jugoslavi ma anche al Governo serbo. Quest'ultima affermazione mi pare falsa. Se ben ricordo durante negoziati con Bulgaria nell'estate-autunno 1915, V. E. cedendo alle premurose insistenze di Lloyd George e di Sazonoff finì per consentire a che disposizioni trattato concernenti Serbia fossero comunicate a quel Governo per indurlo a fare concessioni alla Bulgaria. Io sono quasi sicuro che di quella parte del trattato il Governo serbo ebbe in un modo o nell'altro conoscenza se non da noi dai tre alleati. Il fatto potrà essere facilmente verificato consultando corrispondenza

R. Legazione Belgrado. Qualora mio ricordo fosse esatto metterebbe conto anche su questo punto smentire falsa partigiana affermazione di Evans. Avverto ad ogni buon fine che direttore Manchester Guardian ha fatto sapere al nostro Agente consolare Manchester che egli è pronto a pubblicare qualunque smentita da parte nostra.

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IL GENERALE SCIPIONI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (2) (AO, reg. 5, pp. 96-97)

T. 3102/4727. Italia, 25 dicembre 1918, ore 19,50.

Seguito precedenti comunicazioni informasi che nota commissione complessiva delle clausole d'armistizio definitivamente composta risulta di una trentina di ufficiali e circa cento militari truppa armati tra i quali cinquanta carabinieri. Come noto presidente della commissione è generale Roberto Segre. Due ufficiali della stessa commi,ssione sono già a Vienna sin dal giorno 22 corrente per atten

dere preparativi sistemazione personale comnuss1one, altri du~ ufficiali e cinquanta militari truppa sono partiti ieri per Vienna precedendo presidenza commissione ~ rimanente personale che partiranno domani 26. La commissione per la assistenza dei prigionieri, internati e ,sgombrati civili (facente pur essa parte di quclla complessiva) è a Vienna sin dal principio quindicina corrente. Autorità dello stato austro-tedesco analogamente interessate da questo comando hanno provveduto ricevimento protezione e sistemazione personale nostre commissioni.

(l) -Pubblicato al n. 641. (2) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Sonnino e Zupelli.
648

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2554/721. Parigi, 25 dicembre 1918, ore 20,55 (per. ore 5,40 del 26).

Il Principe ereditario di Serbia aveva annunziato il suo arrivo a Parigi per il 28 corrente. Pichon mi ha detto che lo aveva invitato ad aggiornare il suo viaggio non potendo il Gov~rno francese rtceverlo ora ufficialmente. Pichon pareva non escludere che il Principe venisse ugualmente in forma privata, ma non mi parve dall'insieme che la visita sia desiderata in qu~sto momento.

Secondo informazioni attendibili Pichon sarebbe stato vivamente attaccato ieri nella Commissione degli Affari Esteri per la politica jugoslavofila del Governo che compromette la cordialità con l'Italia.

649

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, p. 95)

T. 3100/754. Parigi, 25 dicembre 1918, ore 20,55 (per. ore 7,50 del 26). Faccio seguito al mio telegramma di stamane n. 753 (1). Ho veduto stasera Pichon al quale ho rappresentato necessità pacifica coesistenza nostro presidio e base navale di Fiume, che non si potrà ottenere se non vengono date istruzioni a Franchet d'applicare accordo con spirito conciliativo, non moltiplicando sue soverchie domande, che rendano difficile situazione nostre truppe. Pkhon mi rispose che nulla era più lontano dali'intenzione del Governo francese che di rendere impossibile quella cordiale coesistenza, che ne parlerà domattina Clemenceau. Aggiungo però che Franchet è partito da Salonicco ed è in viaggio per Parigi dove è atteso da un momento all'altro. Sarà bene sentirlo e dargli qui tutte le opportune istruzioni. Crederei opportuno che generale Robilant venisse incaricato naturalmente con previo

assenso del Governo francese d'abboccarsi qui con generale Franchet e chiarire definitivamente la situazione.

23 - Documenti diplomatici · Serie V! · Vol. I.

(l) Pubblicato al n. 644.

650

IL GENERALE SCIPIONI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AI MINISTRI DEGLI ESTERI, SONNINO, E DELLA GUERRA, ZUPELLI (AO, reg. 5, p. 94) (l)

T. 3099/826. Italia, 25 dicembTe 1918, oTe 23 (peT. OTe 2,20 del 26).

Riportandosi a quanto comunicato da S. E. Sonnino con suo telegramma

n. 19731 del 15 corrente (2) relativamente parere assolutamente contrario espresso da Governo francese circa istituzione commissione interalleata Vienna informasi che nostro uffi.dale collegamento presso comando armata alleata d'oriente informa essere in funzione a Budapest una commissione alleata controllo, informa oggi che essa ha scopo controllare esecuzione clausole armistizio 13 novembre. È presieduta da tenente colonnello francese Vixet. Comprende inoltre tenente colonnello francese Landrot, stato maggiore armata generale Berthelot, due o tre altri ufficiali francesi, un maggiore e un altro ufficiale serbo e alcuni segretari, piantoni, attendenti in totale circa cinquanta persone.

651

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2552/512. Londra, 25 dicembre 1918 (peT. U 25).

Tra le varie questioni esaminate dal Gabinetto di guerra nelle lunghissime sedute di ieri e di oggi per preparare programma conversazioni con Wilson vi è stata pure quella del contegno definitivo da adottare verso la Russia. Secondo mi risulta da sicura sorgente discussione è stata lunga ma a tutt'oggi Gabinetto non aveva ancora raggiunto accordo.

652

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3500/153. Costantinopoli, 25 dicembre 1918 (per. il 26).

Alto Commissario francese ammiraglio Amet tornato da Odessa mi è parso molto preoccupato dalle difficoltà dell'impresa di Russia. Ha insistito sul pericolo che il disordine e l'anarchia minacciano alle spalle delle truppe non appena queste avanzano. Egli si domandava se ad evitare almeno questo pericolo i Governi dell'Intesa non avrebbero interesse a fornire dei quadri di ufficiali e sottuffi.ciali per una costituenda gendarmeria cominciando intanto a Odessa; di questi quadri la Russia pagherebbe poi le spese.

Secondo il mio collega Ie truppe nazionaliste di Petliura che tirano da Odessa contro i francesi devono considerarsi come decisamente nemiche. Il partito nazionalista ucraino cui appartengono, vuole l'indipendenza dell'Ucraina e mantenimento della divisione delle terre; ma è solo per ragione opportunità che simpatizza coi bolscevichi.

(l) -Si è preferito pubblicare il testo conservato in AO, anzichè quello conservato nello archivio del ministero degli esteri. (2) -Non rinvenuto.
653

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 152. Belgrado, 25 dicembre 1918 (per. il 31) (1).

Presidente del Consiglio Protich ha assunto interim rimpiazzando ministro Trumbic che rimarrà come delegato al congresso della pace. Primo delegato congresso è stato nominato Pachitch. Nel Consiglio dei Ministri tenuto è stato deciso di notificare alle Potenze costituzione stato serbi-croati-sloveni. Una nota ricevuta oggi porta per la prima volta intestazione: « Regno dei serbi croati sloveni ».

654

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, pp. 97-98)

T. GAB. U. 3104. Roma, 26 dicembre 1918, ore 14,30.

Come V. E. conosce sono per ora in corso accordi tra i Governi per ila sistemazione della questione di Fiume e dovrei anzi credere che in seguito a nostra ultima comunicazione Governo francese sia d'accordo nel criterio di massima di far coesistere la nostra occupazione con l'esistenza di una base navale per l'Armata d'Oriente, di guisa che non rimanga ora che risolvere le questioni particolari che si collegano alla principale. In virtù di precedenti accordi si era però dato incarico alla commissione di quattro ammiragli di esaminare la situazione di Fiume e tale commissione è per ora riunita. Mi sembra evidente che sulla 9uestione di massima la commissione dei quattro ammiragli non abbia ragione di interloquire essendo sottentrati i Governi direttamente. Ho quindi comunicato Ammiraglio italiano che fa parte della commissione di fare dichiarazioni in tal senso. Prego V. E. di fare analoghe comunicazioni a codesto Governo e possibilmente anche ai rappresentanti a Parigi del Governo americano, mentre io curo direttamente di informare Londra.

655

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA

T. 1723. Roma, 26 dicembre 1918, ore 15.

Suo telegramma n. 506 (2).

Elementi per controbattere efficacemente campagna greca non possono essere forniti che da V. S., con la collaborazione del R. Console Janina [per ciò che riguarda Epiro. Mentre dunque la S. V. senza sollevare incidenti continuerà adoperarsi fermamente presso codesto Governo rilevando le calunnie e le mene

dirette contro di noi e reclamandone la repressione e la sconfessione, Ella vorrà segnalarmi con la massima sollecitudine ogni nuovo fatto lesivo dei nostri interessi o del nostro buon nome, comunicandomi nel tempo stesso, elementi per le smentite da diramare all'estero.

(l) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che Io trasmise, in data 28 dicembre, al ministero, con n. 249. (2) -Pubblicato al n. 627.
656

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 100-101)

T. GAB. 3108/756. Parigi, 26 dicembre 1918, ore 20,30 (per. il 27).

Mio telegramma n. 754 (l) di ieri.

Pichon mi scrive che avendo egli parlato a Clemenceau della pràtica da me

ieri COffi!Piuta, Presidente Consiglio gli comunicò un telegramma del generale

Franchet secondo il quale generale Graziali vorrebbe limitare a duemila uomini

effettivo totale dei francesi a Fiume. Tale limitazione era incompatibile con

l'invio dei depositi di divisione e tappe e con passaggio dei rinforzi e dei rimpa

triandi. Generale Franchet chiedeva di conseguenza che nessuna restrizione fosse

posta al funzionamento normale della base francese. Pichon mi aggiunge che

Clemenceau ha inviato a V. E. un telegramma per dolersi vivamente dell'atteg

giamento del Comando militare navale italiano e richiama tutta la attenzione del

R. Governo sulle conseguenze di tale stato di cose. Mi sembra indispensabile porre fine ad ogni costo ad una situazione piena di pericoli. Non conosco particolari locali della questione e non dubito che il nostro Comando avrà tecnicamente tutte le ragioni. Ma una volta ammessa da noi la base francese ·è necessario evitare con ogni cura ogni sospetto di volerla ostacolare. Occorre raggiungere ad ogni costo una intesa schietta tra i due Comandi, ed eliminare d'urgenza una fonte di quotidiani incidenti che possono compromettere più gravi interessi. Credo situazione meriti realmente tutte le più pronte sollecitudini del Governo del Re.

657

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1804. Roma, 26 dicembre 1918, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 1802 (2).

Ho disposto perchè Ministeri Guerra e Marina forniscano a V. E. per mezzo Addetti militare e navale tutti gli elementi necessari ed utili per una smentita.

Per ciò che concerne Trattato di Londra e Patto di Roma, escludo argomentazione di V. E. Unico documento avente carattere internazionale e ,come tale impegnativo ed irrevocabile di fronte agli Alleati è il Trattato di Londra.

Patto di Roma non fu concordato nè firmato da alcuna autorità responsabile, non comprendeva alcuna idea di delimitazione territoriale anzi la escludeva

esplicitamente e quindi non può nè deve in alcun modo essere abbinato al primo, nè alterarne il valore e la portata o comunque invocato per la futura sistemazione territoriale.

(l) -Pubblicato al n. 649. (2) -Pubblicato al n. 641.
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IL DELEGATO ALLA COMMISSIONE INTERALLEATA DEGLI AMMIRAGLI, MOLA', AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 164396/35. Roma, 26 dicembre 1918, ore 21,20 (per. ore 4 del 27).

Delegati Alleati intendono estendere indagini esaurienti sugli avvenimenti politico-militari anteriori e posteriori nostra occupazione Fiume. Pretendono interrogare colonnello Maximovich comandante delle truppe serbe a Fiume prima nostro arrivo e comandanti navaii allora presenti nonchè presidente del Comitato jugoslavo di Fiume epoca anteriore occupazione e attuali autorità Jugoslave limitrofe. Inoltre intendono inquisire sopra servizi pubblici magistrature municipio approvvigionamenti industrie e materiale preesistente. Giudico tali indagini inopportune compito Comitato che considero anche incompetente esaminare complesse questioni politiche tecniche amministrative e tanto meno idoneo concretare adeguate proposte. Considero decisamente pericolosa tale linea di condotta anche evidente ostilità membri che dimostrano intenzionati pregiudicare avvenire politico Fiume. Ho sospeso sedute in attesa istruzioni mio Governo. Comandante Alessio sarà costì sabato per schiarimenti.

Nella conferenza ultima di Londra fu escluso, dietro proposta dell'ammiraglio inglese Weymiss che i consigli degli amministratori dovessero promuovere inchieste e indagini su fatti passati, e fissato che dovessero avvisare al da farsi per togliere attriti e riparare alle situazioni difficili e incerte che occorressero (1).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI

T. 1726. Roma, 26 dicembre 1918, ore 22.

Da diverse fonti mi giungono manifestazioni di protesta e di sentimenti di ribellione delle popolazioni albanesi al Nord del fiume Drin, perchè le autorità militari serbe di Dibra e di Prizrendi hanno inviato distaccamenti in territorio albanese e fatto ammainare la bandiera albanese a Pesckopija, Luma, Rasi, installandovi come Prefetti da loro dipendenti i nominati Ceno Bey, Shani Lovcia, Sadik Effendi.

La prego di richiamare su di ciò amichevolmente l'attenzione di codesto Governo.

È nostro intendimento di evitare attriti con le Autorità militari serbe, ma in attesa che il Congresso della pace prenda decisioni intorno all'Albania, intendiamo siano rispettati gli accordi secondo i quali l'Albania del Nord entro

i confini politici stabiliti a Londra, con eccezione della città di Scutari, deve essere occupata unicamente dalle truppe italiane.

Allo stesso scopo di evitare incidenti fra le truppe italiane serbe ritengo conveniente ·che per ora le truppe italiane non si portino sulla linea della frontiera: ma ciò non potrà essere fatto se le truppe serbe continuano a sconfinare.

La prego anche di tenermi informato circa l'azione di Essad Pascià e la sua collaborazione con i serbi.

(l) Sul contenuto di questo documento cfr. anche G. Po, n grande ammiraglio Paolo Thaon di Revel, Torino 1936, appendke n. 4.

660

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3505/1010. Valona, 26 dicembre 1918 (per. il 26). Trasmettesi seguente telegramma pervenuto dal tenente colonnello Lodi: «Per Ministro Affari Esteri. Pomeriggio 25 avuto luogo Durazzo riunione plenaria sessantina delegati provincie albanesi che si ·sono costituiti in A·ssemblea Nazionale. Riunioni continuano. Prevale fortissima corrente per costituzione governo provvisorio ·COn presidenza Turkhan pascià. Malgrado mie insistenze per nomina semplice Comitato esecutivo con carat

tere di delegazione per esporre desiderata Nazione albanese è da prevedere che corrente predetta prevarrà ,,

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IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3506/1012. Valona, 26 dicembre 1918 (per. il 26). Seguito mio telegramma n. 1010 (l) comunico seguente altro telegramma da tenente colonnello Lodi: «Per Ministro Affari Esteri. Seguito mio telegramma ieri. Assemblea nazionale ha nominato Governo provvisorio con Turkhan pascià Presidente».

Da parte mia soggiungo che rimango in attesa urgenti istruzioni modo con cui debbo comportarmi di fronte detto Governo provvisorio.

662

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2579/5. Addis Abeba, 26 dicembre 1918 (per. ore 19 del 31). Da fonte indiretta sono informato che Governo del Re avrebbe recentemente trasmesso agli altri Governi Parigi Londra una nota chiedente cessione Italia

colonie francesi ed inglesi Somalia colla ... [manca] ed il riconoscimento da parte Inghilterra del protettorato dell'Italia sull'Abissinia. Pure non avendo avuto da

V. E. alcuna comunicazione in proposito mi sento in dovere, di fronte all'importanza dell'informazione sopra riportata, di esprimere a V. E. la mia ponderata

convinzione che l'accennata accettazione da parte Francia Inghilterra delle

richieste territoriali italiane ed il' conseguente passaggio all'Italia della Colonia

di Gibuti e della Somalia inglese incontrerebbero le più energiche proteste ed

opposizioni da parte del Governo etiopico poichè essi sconvolgerebbero tutta

la base politica su cui l'Impero etiopico ha fondato ... [manca] nel presentare la

più sicura garanzia della sua indipendenza. Ma il solo accenno ad un'eventuale

accettazione da parte della Francia e dell'Inghilterra di un protettorato italiano

solleverebbe indubbiamente, anche nelle precarie condizioni attuali dell'Impero,

una generale levata di scudi di tutta l'Abissinia contro di noi, le cui conse

guenze immediate sarebbero la distruzione della ferrovia di Gibuti Addis Abeba

ed altri atti di aperta e violenta ostilità che ci costringerebbero ad una guerra

di conquista. Fedele esecutore degli ordini del Governo del Re io seguirò scrupolosamente istruzioni che mi saranno impartite ma mi permetto insistere rispettosamente presso V. E. per essere consultato in una questione di cosi grande importanza e complessa nella legittima illusione che la mia esperienza di tanti anni e la devozione al mio Paese possono essere giovevoli.

(l) Pubblicato al n. 660.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. 4095. Roma, 26 dicembre 1918.

Ecco la bozza della rispo.sta che io presenterei (1). Credo che la possa dare

tu stesso essendo l'Incaricato d'Affari venuto prima da te.

«Il progetto di definizione della zona di comando essendo stato proposto dal Governo francese in data 7 dicembre, ove esso sia dallo stesso Governo abbandonato (come è detto nel promemoria dell'Ambasciatore di Francia in data 26 dicembre) è evidente che il Governo italiano non potrebbe che prenderne atto. Si crede tuttavia di dover far considerare al Governo francese che non sembra fondata al Governo italiano la dichiarazione che l'abbandono di quel progetto sia una conseguenza della decisione di Londra del 3 dicembre. Sembra

c Il y a lieu de considérer comme abandonné le projet de définition de zones de commandement entre les généraux Diaz et Franchet d'Esperey, en raison de la décision suivante, prise le 3 décembre à Londres par les membres des gouvernements britanniquefrançais et italien:

Les gouvernements britannique, français et italien, conviennent que les dispositionsrelatives à l'occupation militaire de l'Autriche, telles qu'elles sont stipulèes dans l'armistice autrichien, sont en premier lieu une question militaire, à régler respectivement par le commandant en chef italien et par le général Franchet d'Esperey qui se concerteront ensemble quand ce sera nécessaire. Les propositions militaires lorsqu'elles seront formulées, devront étre soumises aux gouvernements par l'entremise du maréchal Foch.

Conformément à cette décision il n'y a plus à déterminer deux grandes zones où les généraux Diaz et Franchet d'Esperey exerceraient respectivement leur influence. Chaque fois qu'une occupation locale non définie par l'armistice sera jugée nécessaire, le cas sera étudié par le général français et par le commandant en chef italien et soumis par eux au maréchal Foch. Les questions de commandement posées par l'occupation de la Dalmatie seront réglées par les mémes conditions •.

invece che la definizione delle zone di comando rappresenti una esecuzione della decisione suddetta. Ciò per le seguenti ragioni:

l) La determinazione di due grandi zone di occupazione rappresenta in sostanza una maniera di risolvere le varie questioni relative alla occupazione militare dell'Austria. Se, dunque, tale determinazione avviene in virtù di accordi dei Governi, dopo sentite le opinioni dei rispettivi Comandanti in capo e dopo che il mare·sciallo Foch avrà potuto in proposito esprimere le sue opinioni, ciò non contravviene alla decisione di Londra ma ne rappresenta una utile applicazione.

2) La comunicazione fatta dal Governo francese ritiene che ogni volta che ogni occupazione locale non definita dall'armistizio sarà ritenuta indispensabile, il caso sarà studiato dal generale francese e dal generale italiano. Ora è ciò che precisamente non corrisponde alla deliberazione di Londra, dove, invece, è detto che le disposizioni relative all'esecuzione dell'armistizio sono una questione da regolarsi rispettivamente dal Comandante in capo italiano e dal generale francese Franchet d'Esperey, che si concerteranno insieme quando ciò sarà necessario. Il testo della decisione di Londra non dice, dunque, che in ogni caso ogni occupazione dovrà essere studiata dai due generali, ma dice invece, che ognuno di essi sarà libero in una propria zona che si tratterebbe appunto di determinare. La prima proposta del Governo francese corrisponde dunque di più al testo ed allo ·Spirito della decisione di Londra e sembra anche che sia più utile alle cose. L'Esercito italiano e l'Armata d'Oriente operano infatti in luoghi che si trovano assolutamente distanti, e mentre non si spiegherebbe la utilità di chiedere reciprocamente l'avviso in caso di una occupazione, ciò potrebbe determinare ritardi dannosi e pericolosi nei casi in cui: l'occupazione fosse imposta da ragioni di particolare urgenza».

(l) L'incaricato d'affari di Francia aveva consegnato il 26 dicembre 1918 a Sonnino un pro-memoria in risposta ai passi compiuti dal governo italiano per una definizione delle zone d'occupazione dei territori dell'Austria-Ungheria da attribuire al comando italiano e al comando dell'Armée d'Orient. Il pro-memoria era stato consegnato successivamente dal· l'incaricato d'affari di Francia a Orlando. Il testo del pro-memoria era il seguente:

664

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 3518/35494. Italia, 27 dicembre 1918, ore 1,15 (per. il 27).

S. E. Generale Piacentini ha, come è noto, comunicato che truppe francesi dipendenti generale Franchet saranno probabilmente ritirate da Koritza. Per caso si verificasse tale ·eventualità, si è ritenuto opportuno impartirgli seguenti istruzioni che comunicansi per opportuna conoscenza. « Riferimento telegrammi codesto Comando 904 in data 21 corrente (2) e 975 in data 24 corrente (3). In relazione a quanto V. E. rappresenta circa eventuale sgombero da parte delle truppe francesi di Koritza sarà opportuno prevedere fin d'ora occupazione detta città per evitare possibile. avanzata entro territorio albanese da parte truppe e bande greche. Tale possibilità essere attendibile anche da informazioni addetto Caracciolo secondo la quale sarebbero iniziati arruolamenti Vilayet sud trian

golo Epirota per formazione bande destinate penetrare nostri confini e provocare ribellione. Codesto Comando si mantenga costantemente a çontatto con truppe francesi Koritza e provveda situazione regione predisponendo sostituzione presidio francese qualora questi dovesse venire ritirato. Approvansi disposizioni date relativamente mantenimento Comando tappa Biklista. Sarà inoltre opportuno provvedere eventualmente rinforzare occupazione punti, più importanti confini meridionali Albania e Triangolo Epirota da effettuarsi però in ogni caso soltanto in seguito esplicita autorizzazione di questo Comando. Si gradirà conoscere predisposizioni che saranno adottate da V. E.».

(l) -n telegramma fu trasmesso anche a Orlando, come risulta dal testo conservato in AO. (2) -Pubblicato al n. 614. (3) -Non pubblicato.
665

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 1729. Roma, 27 dicembre 1918, ore 15.

Quest'Ambasciata di Francia mi ha diretto nota ver'bale ind:ormante che Alto Commissario francese voleva discutere ,con V. S. e con Alto Commissario inglese questione capitolazioni Turchia ma Alto Commissario inglese si sarebbe rifiutato asserendo non potersi occupare questione non inerente armistizio. Nota verbale dichiara che Governo francese non condivide tale punto di vista ritenendo attuale momento specialmente indicato per studio futuro regime giuridico Turchia. Governo francese ritiene che punto partenza tale regime deve essere dichiarazione che abrogazione capitolazioni fatta da Turchia epoca sua entrata in ,guerra è atto unilaterale nullo e senza valore. Alleati sono oggi in grado (non essendo ancora conchiusa pace) di esigere da Turchia tale dichiarazione. Non facendolo oggi accadrà che discussioni per futuro regime giuridico degli stranieri in Turchia avranno per base ,gli accordi che Turchia consentì a Germania con animo non applicarli. Trattative saranno difficili e porteranno a soluzione zoppicante non sa:Waguardante interessi stranieri. Ottenuta invece tale dichiarazione Governo francese ritiene che dovrà istituirsi col trattato di pace regime più moderno per rimpiazzare regime capitolare. Frattanto chiede appoggio Governo italiano per istruzioni Alto Commissario italiano senso suindicato e perchè regime capitolare venga restaurato immediatamente potendosi soltanto in tal modo proteggere interessi e sudditi alleati in Turchia senza soverchio impiego forze.

Prego V. S. esprimermi suo parere su comunicazione francese che a me sembra in massima ragionevolmente fondata. Infatti i tre Alti Commissari non possono assistere indiffe,renti ad inoss.ervanza impegni convenzionali che Potenze alleate considerano vigenti; ma poichè Turchia ha legge interna da eseguire sembra che anche per facilitare la soluzione di tale conflitto di giurisdizione sarebbe il caso tre Alti Commissari facessero dichiarazione chiamante Turchia al rispetto delle capitolazioni degli Alleati ritenute in pieno vigore.

666

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1734. Roma, 27 dicembre 1918, ore 15.

Resto in attesa informazioni circa abbandono Koritza da parte francese.

Qualora ciò risultasse confermato e V. E. ne avesse modo e tempo riterrei opportuno che i nostri si ,sostituissero ai francesi prevenendo un possibile colpo di mano greco su questa parte dell'Albania.

667

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2561/16212. Italia, 27 dicembre 1918, ore 16,30 (per. ore 19,30).

Con riferimento alle ripetute rimostranze fatte dalle autorità francesi circa pretesi ostacoli frapposti da S. E. Grazioli alla intesa del generale Tranié con comando Armata d'Oriente, comunicasi che dal giorno 8 dicembre nel quale vennero riattivate le linee prima interrotte per cause di forza maggiore, comunicazioni telegrafiche e telefoniche tra Fiume e Zagabria funzionano regolarmente e senza nessuna censura. Linee sono esercitate per contro da Comandante francese mentre Comando italiano non dispone di una propria comunicazione con • Zagabria. Ogni tentativo fatto da S. E. Grazioli per limitare monopolio francese su comunicazioni telegrafiche e telefoniche con l'interno ha suscitato vivaci proteste ben note a V. E.

668

IL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2562/39. Bruxelles, 27 dicembre 1918, ore 17,50 (per. ore 10,35 del 28).

Riunione Parigi plenipotenziari britannici, belgi, francesi per esaminare desiderata Belgio di cui al mio telegramma n. 38 (2), non ha avuto luogo, non avendo potuto i Ministri britannici recarvisi. Questo Ministro degli Affari Esteri che era andato per ciò espressamente a Parigi col Segretario Generale del Ministero Esteri è aspettato qua di ritorno oggi.

Desiderata comprendono Lussemburgo, Limburgo olandese, sponda sinistra della Scheida e il comune all'est dell'attuale frontiera belga tedesca.

in AO.
(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando, come risulta dal testo conservato (2) -Pubblicato al n. 520.
669

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1732. Roma, 27 dicembre 1918.

Prego V. E. farsi comunicare da codesto Addetto Navale telegramma circa contegno Comando francese Adriatico che arrivò dopo mia partenza Parigi, e la prego di provvedere sollecitamente ed energicamente perchè ammiraglio Gauchet riceva ordini dal suo Governo per applicazione accordi presi.

Naviglio francese in Adriatico continua a mantenere contegno assunto dopo la conclusione dell'armistizio e fare della piccola politica e risvegliare e sostenere sentimento jugoslavo. Se finora gravi incidenti non sono avvenuti lo si deve esclusivamente prudenza e tatto nostre autorità militari marittime. Desidero che Governo francese abbia esatta notizia di questo stato di cose.

Prego V. E. darmi sollecita risposta.

670

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI; BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO DELL·A REAL CASA, MATTIOLI PASQUALINI

T. 1737. Roma, 27 dicembre 1918.

(Per tutti). Il R. Ministro ad Addis Abeba telegrafa quanto segue: «Governo etiopico trasmette pel tramite codesto Ministero seguente telegramma diretto a S. M. il Re.

"A. S. M. Vittorio Emanuele III Re d'Italia.

A nome S. M. l'Imperatrice Zeoditu indirizzo a V. M. in occasione prossima riunione della Conferenza della Pace le nostre più vive felicitazioni per 1a vittoria degli Alleati. Noi ringraziamo Iddio che abbia messo fine a questa guerra micidiale e che abbia dato la vittoria Alleati che lottavano per il diritto dei popoli. Delle funz10ni di rendimento di grazie avranno luogo nelle nostre Chiese per celebrare grande avvenimento. Il nostro paese è tanto più felice di sapere gli Alleati vittoriosi avendo anche esso dal principio della guerra ... [manca] visto trattarsi di una orientazione politica che non aveva le nostre simpatie. Desiderosi entrare in più intimo contatto colle nazioni, e specialmente con quelle a noi vicine, noi abbiamo l'intenzione di mandare prossimamente in Europa una missione speciale che speriamo sarà bene a·ccolta dal Governo di

V. M. Firmato: Principe Reggente Ras Tafari ". Analoghi telegrammi vennero trasmessi al Sovrano Inghilterra e al Presidente francese oltrecbè al Presidente degli Stati Uniti e al Re del Belgio» (1}.

(Per Parigi e Londra). R. Ministro ad Addis Abeba aggiunge risultargli essere intenzione Governo etiopico che missione abissina giunga Europa prima conclusione pace. Governo etiopico conta trovare in Governo francese e

americano accoglienza appoggio speciale per garanzia assoluta integrità polìtka territoriale Ab~ssinia nonchè per eventuali rivendicazioni.

V. E. voglia rilevare per opportuna norma questa ultima affermazione. Voglia inoltre telegrafarmi pensiero codesto Governo per risposta concorde a Governo abissino.

(Per Real Casa). Ho pregato RR. Ambasciatori Londra, Parigi telegrafar:m.i pensiero Governi francese inglese per concorde risposta a Governo etiopico. Comunicherò a V. E. risposta marchese Imper;iali e conte Bonin.

(l) 11 telegramma reca il n. 3480/114 e la data del 19 dicembre, benchè risulti spedito solo il 24 e pervenuto il 25.

671

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. PRECEDENZA ASSOLUTA 1738. Roma, 27 dicembre 1918.

Suoi telegrammi nn. 1010 e 1012 (1).

Prego fornirmi massima urgenza precise particolareggiate informazioni circa discussione avvenuta tra notabili albanesi a Durazzo, atteggiamento dei singoli oratori, ragioni per cui decisioni prese non sono conformi direttive da noi date nonchè comunicarmi testo voti espressi e deliberazioni adottate.

È, necessario che riunione non si sciolga finchè non sia chiarita situazione sorta da ina·ttesi deliberati.

672

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3513/115. Addis Abeba, 27 (2) dicembre 1918 (per. i! 27)

Mi riferisco suo telegramma n. 1638 (3).

Il s1gnor Vorrière di cui mio telegramma n. 102 (4) è recentemente morto ad Addis Abeba di influenza come pure è morto l'abiSllinO Cantibai Uos Senie antico console etiopico ad Asmara che era stato principale manipolatore di questo losco affare di CQncessioni minerarie per tutta Etiopia. Colla morte dei due suddetti sono apparse le losche speculazioni alle quali si erano dedicati valendosi specialmente ... [manca] ed influenza che il Cantibai godeva presso Ras Tafari e dell'appoggio che questa Legazione di Francia aveva accordato al Vorrière. È pertanto atteso in Addis Abeba il signor Bayart industriale francese per conto del quale Vorrière lavorava. Su di esso mi sarebbe grato avere informazioni. Ras Tafari col quale ho nuovamente conferito in merito tale concessione non mi ha nascosto grave imbarazzo in cui si trova per l'abusata fiducia e dell'inganno compiuto dal Cantibai ed il suo desiderio di annullare concessione della quale attendo dal Ras comunicazione integrale.

(l) -Pubblicati ai nn, 660 e 661. (2) -Sic, ma da un'altra indicazione il telegramma risulta redatto il 23. (3) -Pubblicato al n, 535, (4) -Non pubblicnto.
673

IL CONSOLE A SALONICCO, DOLFINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3520/240. Salonicco, 27 dicembre 1918 (per. il 28).

Essad pascià è partito ieri sera in ferrovia alla volta di Uskub. A quanto mi viene riferito egli recherebbesi Belgrado per intendersi con nuovo Governo jugoslavo.

674

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. (1). Belgrado, ... dicembre 1918 (per. il 29) (2).

Trattative per la formazione del nuovo Ministero comprendente rappresentanti dei paesi jugoslavi continuano e si crede porteranno ad un risultato positivo.

Presidenza toccherebbe a Pachitch; a Ministro senza portafoglio sarebbe designato uno sloveno; Trumbic sarebbe proposto per gli Affari Esteri; al Ministero della Guerra rimarrebbe attuale Ministro della Guerra serbo. Gabinetto si comporrebbe di 18 membri di cui, si dice tre dalmati Krani--annessionisti ... [manca] nel mio telegramma gabinetto precedente conflitto jugoslavo continua ad essere sfruttato come elemento di coesione ed attitudine di Pachitch è bene caratterizzata dalla risposta che egli da alle doglianze di croati e sloveni contro l'Italia: c (Se) saremo uniti, neppure un villaggio slavo toccherà ano straniero •.

675

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3565/6. Sofia, 27 dicembre 1918 (per. iL 31). In un primo colloquio oggi Presidente del Consi:glio Theodoroff mi ha pregato trasmettere espressioni fervida riconoscenza sua e del popolo bulgaro invio Sofia di un funzionario diplomatico animato da spirito giustizia ed imparzialità. Con lunga esposizione di fatti egli ha voluto dimostrarmi come grande maggioranza popolo si sia sempre nel ... [manca] dell'Intesa e come il Governo bulgaro e la nazione si rimettano ormai interamente al giudizio equanime delle Grandi Potenze; ~sperando solo che queste non siano turbate da false accuse dei v,icini interessati profittare della disgraziata situazione bulgara. Egli mi narrò le circostanze in cui fu conclusa l'alleanza bulgara nell'agosto 1915 contro il senti

mento nazionale nonchè contro opinione della Sobranje che non venne convo

(2.) 11 telegramma fu inviato al console a Saìonicco, Dolfini, che lo trasmise al ministero senza la data di Belgrado, il 27 dicembre 1918, con n. Gab. 101. •

cata nè consultata. Secondo lui il desiderio di pace sin dal 1916, soprattutto dopo l'occupazione saldamente effettuata della Macedonia era profondamente penetrato nella popolazione e nell'esercito e provocò l'unione dei partiti che rovesciò Radoslavoff. Il Gabinetto Malinoff formato contro la camarilla del Re Ferdinando era deciso a far la pace con previa intimazione agli alleati austrogermanici sempre malvisti ed a cui si rimproverava avere violato i patti conClusi. Già abboccamenti con l'Intesa per un accordo con gli Alleati sarebbero avvenuti all'estero per mezzo di agenti secondari non autorizzati, ma ispiratisi situazione psicologica del paese ed avrebbero fatto ... [manca] anche a qualche personaggio ufficiale. Malinoff invece voleva denunziare leallnente l'alleanza previa intimazione a Vienna Berlino e concludere la pace separata senza tradimento ove gli austro-tedeschi si fossero rifiutati riconoscere le esigenze impellenti della Bulgaria. Il ritiro precipitato dell'esercito innanzi all'avanzata degli Alleati avvenne come istintivo e spontaneo accordo fra Governo popolo ed esercito che, stanchi della guerra, volevano rimettersi alla decisione delle Grandi .Potenze. Mi vennero in proposito ricordati rifiuti del Comando bulgaro 9pposti alle insistenze austriache di un'offensiva contro nostre truppe d'Albania ed i sentimenti di amicizia sempre rimasti verso l'Italia. Gli incoraggiamenti indiretti dovuti ai principi contenuti nei 14 punti del Presidente Wilson ed ... [manca] dall'Intesa hanno contribuito fortemente a dare l'ultimo impulso.

Le dichiarazioni del Theodoroff erano improntate a tono di vera sincerità. Non conviene però illudersi sul pericolo futuro per la pace nel caso in cui le aspettative del popolo bulgaro vinto ma non domo senz'altro fossero eccessivamente stralciate [sic] oppure ... [manca]. Ciò potrebbe far succedere qualche nuovo fatto come quello della recente violazione dei patti d'armistizio perpetrato nella Dobrugia sul quale mi riservo di riferire.

Egli chiese con insistenza consigli; mi accennò alla necessità mostrare moderazione e di cattivarsi benevolenza delle Grandi Potenze che desiderano la pace nei Balcani. Mi espresse .... [manca] in conformità delle idee scambiate col Generale francese, che sono perfettamente compatibili coi diritti della Bulgaria. Egli convenne nei pochi ma opportuni pareri da me espressigli, per i quali ho tenuto presente le direttive di V. E.

(l) Manca il numero di protocollo.

676

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2563/16231. Italia, 28 dicembre 1918, ore 1 (per. ore 9,30 del 29). II tenente colonnello Vitelli, ufficiale di collegamento presso l'Esercito alleato d'Oriente, telegrafa che il generale Franchet d'Esperey ·gli ha espresso la sua vivissima irritazione contro il generale Graziali per causa violenti attacchi della stampa italiana di Fiume contro la Francia, stampa che generale Franchet ritiene

dipendere da S. E. Graziali. Il generale Franchet ha aggiunto che fra breve partirà per Parigi e che passando per Roma farà seria protesta al riguardo.

m Ao.·

Nel portare quanto sopra a conoscenza di V. E., noto che le accuse contro l'atteggiamento della stampa italiana di Fiume riflettono probabilmente la nota questione relativa al giornale La Bilancia che già suscitò le proteste del generale Tranié e sulla quale V. E. fu ampiamente informata.

Circa la condotta del generale d'Esperey nei riguardi della nostra occupazione di Fiume, mi richiamo alle numerose comunicazioni fatte finora a V. E. Evidentemente il Comando dell'Esercito d'Oriente anzichè seguire le direttive del Governo francese insiste nella propria azione ispirata a criteri politici partigiani, condotta con violenza e con imprudente noncuranza del sentimento nazionale italiano.

Credo opportuno profittare dell'occasione offerta dal viaggio del generale d'Esperey per prevenire l'azione che questo si riserva di esercitare a Roma e poi indubbiamente a Parigi e per ottenere dal Governo francese che il comando dell'Esercito alleato d'Oriente sia affidato a persona più equilibrata e equanime, dimostrando come la sostituzione del generale d'Esperey sia vantaggiosa per tutti gli Alleati ed in special modo si renda necessaria per il mantenimento delle buone relazioni franco-italiane.

Anche un ufficiale francese che con un gruppo di ufficiali alleati si recò a fare una visita a Fiume, ha dichiarato al nostro Capo missione che la situazione è colà insostenibile probabilmente per l'influenza che gli ufficiali dell'Esercito francese d'Oriente. hanno subito dall'ambiente serbo e perchè non al cor. rente del modo come si svolgono realmente le cose. Per il caso che il generale Franchet giungendo a Roma si diriga al nostro Ministro della guerra, crederei opportuno direttive per orientare quanto [sic] sarebbe in contatto con detto Generale.

(l) n telegramma fu trasmesso anche a Orlando, come risulta dal testo conservato

677

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2567/515. Londra, 28 dicembre 1918, ore 8,50 (per. ore 18 del 29).

Ieri sera al pranzo a Corte ebbi occasione di discorrere con vari importanti uomini politici. Lloyd George si mostrò in complesso soddisfatto delle conversazioni da lui e da Balfour avute col Presidente. Disse essere convinto che visite capitali europee gioveranno sensibilmente a rendere Wilson più e meglio edotto della vera situazione europea e dei metodi più praticamente adatti a facilitare il raggiungimento dei suoi ideali. « Col Presidente » aggiunse Lloyd George c sono state esaminate anche le questioni che più direttamente interessano l'Italia. Non potrei invero affermare che egli sia favorevole alla totalità delle disposizioni del nostro Trattato. Ho veduto però che si rende conto delle esigenze e necessità della vostra difesa».

Replicai che in tale stato di cose noi attendiamo a che la Gran Bretagna vincolata dal Trattato solidarizzi con noi. Il Primo Ministro rispose tale essere naturalmente il proposito del Governo britannico. «L'Italia deve essere appoggiata». In questo senso già presa deliberazione Gabinetto di guerra nelle riunioni della settimana scorsa con partecipazione pure dei Primi Ministri coloniali. Disse che il Presidente ha vedute proprie su ogni questione. Fortunatamente però esse sono ancora allo stato fluido. Se fossero invece cristallizzate sarebbe una vera disgrazia in quanto ostinato siccome è non vi sarebbe più speranza di fargliele mutare. Tutto compreso anche Balfour si mostrava soddisfatto e allegro. Nota alquanto meno ottimistica mi parve di scorgere nel linguaggio di Bonar Law portato del resto per natura alla malinconia. A suo dire prima di venire al regolamento finale si dovranno superare non poche difficoltà. Il Presidente avendo eccepito mancanza di tempo per giustificare il rifiuto opposto a Cambon di ricevere, come di regola, il Corpo diplomatico, Ambasciatori invitati a pranzo gli furono presentati da S. M. il Re. Presidente fu meco cortes1ssimo ac·cennò al suo vivo desiderio di recarsi in Italia dicendo avrebbe preso decisione appena tornato a Parigi. Nel breve colloquio mi parlò esclusivamente di questioni americane senza alcun accenno a quelle che c'interessano attualmente. Nel suo brindisi accennò ai soddisfacenti colloqui avuti con gli uomini di Stato italiani e francesi.

In generale è stato notato che il discorso del Presidente ebbe intonazione più generale e meno responsiva in paragone della cordiale allusione del Re alla amicizia anglo-americana.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI (l)

T. GAB. 1810. Roma, 28 dicembre 1918, ore 20,30.

Ammiraglio Millo riferisce che Comandante battaglione serbo a Spalato ha dichiarato al Comandante francese che considera la presenza di uno stazionario italiano come atto non amichevole verso la Serrbia.

Prego far rilevare a codesto Governo tutta la sconvenienza della dichiara.. zione fatta dal Comandante serbo ed ottenere gli siano date opportune istruzioni (2).

679

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 4120. Roma, 28 dicembre 1918, ore 21.

Capo di Stato Maggiore della Marina mi significa quanto segue:

« È pervenuto da S. E. Millo il seguente telegramma: " Comandanti americano e francese di Spalato molto preoccupati per conflitto che potrà nascere. Comandante battaglione serbi ha dichiarato al Comandante francese che il suo Governo ·Considera la presenza di uno stazionario italiano come atto non amichevole verso la Serbia. Domani cacciatorpediniere «Carabiniere » sarà colà rilevato dall' Esploratore « Riboty ». Fino ad ora «Carabiniere» non ha comunicato con la terra ".

Propongo all'E. V. di trasmettere all'ammiraglio Millo il seguente ordine:

"Mi riferisco al telegramma di V. E. n. 3763. Comandante del « Carabiniere » preghi Comandante francese avvertire Comandante serbo che egli, cioè il !Comandante del « Carabiniere », considera a sua volta poco amichevole la dichiarazione pervenutagli" ».

Ho risposto a S. E. Revel quanto segue: «Rispondo al Messaggio di V. E. in data 28 dicembre riservatissimo personale n. 1362. A mio avviso non conviene -data la delicata situazione attuale -pregare Comandante francese avvertire Comandante serbo che Comandante del « Carabiniere » considera poco amichevole la dichiarazione pervenutagli; ma senza rilevare la sconveniente dichiarazione serba, l'Esploratore « Riboty » potrà essere mantenuto nelle acque di Spalato dandogli istruzioni di evitare incidenti». Per conto mio ho dato istruzioni al R. Incaricato d'Affari a Belgrado di far rilevare al Governo serbo tutta la sconvenienza della dichiarazione fatta dal Comandante serbo ed ottenere gli siano date opportune istruzioni.

(l) -Il telegramma fu trasmesso a Salonicco per l'inoltro a Belgrado. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Parigi e a Londra.
680

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 2565/16236. Italia, 28 dicembre 1918, ore 23,25 (per·. ore 8 del 29).

Comunico per conoscenza seguente telegramma del generale Grazioli qui trasmesso dal Comando della Terza Armata: «N. 1542. Come avevo previsto, Commissione Ammiragli ha finito per ingolfarsi in una materia estremamente delicata e che esorbita assolutamente dalla sua missione ufficiale. Ammiraglio Molà, che non ha creduto di segui're mio consiglio d'impedire fin dal principio che discussione prendesse questa piega, ha dovuto oggi, di :fronte evidenza dei :fatti, sospendere le sedute. Credo che egli stesso riferirà ogni cosa. Per mio conto poi ritengo pericolosissimo l'indirizzo preso e invoco che lavori della Commissione vengano sospesi perchè evidentemente contrari in tutto ai nostri interessi e al nostro buon diritto e assai ,pericolosi per conseguenze che potrebbero avere nelle future trattative per Fiume. La cosa è tanto più grave in quanto che fra poco assumerà presidenza l'ammiraglio francese Ratier, di cui è segnalato prossimo arrivo e che è più anziano dell'ammiraglio Molà. Ambiente della Commissione per quanto riguarda Ammiragli inglese, francese ed americano, è decisamente a noi contraria. Commissione tende a trasformarsi in vera e propria commissione d'inchiesta inquirente su tutto e su tutti, speciaLmente sul~ l'opera del nostro Governo interrogando segretamente autorità alleate da me dipendenti, il che non mi pare compatibile con la mia qualità di più anziano per rispetto a tutti i membri della Commissione e solo responsabile del comando e dell'ordine pubblico in Fiume».

~~ -Documenti diplomatici • Serie VI -Vol. I.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando, come risulta dal testo conservato in AO.

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IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3523/517. Atene, 28 dicembre 1918 (per. il 29).

Nea Ellas ha pubblicato ieri articolo nel quale oltre denunziare come al solito mire imperialiste italiane, parlando della prima battaglia del Piave non si è peritato affermare che esercito italiano in rotta era stato fermato al fiume dalle truppe francesi inglesi. Ho scritto a questo Ministro Affari Esteri esprimendo convinzione che in conformità di quanto anche per iscritto mi ha continuamente assicurato egli avrebbe fatto biasimare dalla stampa amica del Governo articolo in questione rilevando menzognera versione data della nostra gloriosa resistenza. In questa stessa occasione ho richiamato attenzione del Ministro sulla serie di false notizie che da circa un mese vengono sparse in. Atene, pregando di ricercarne autori essendo legittimo il dubbio che siano dovute ad agenti provocatori incaricati frustrare con le loro mene sforzi che due Governi fanno per mantenere rapporti italo-greci sopra una base amichevole ed obiettiva.

Vi sono infatti numerosi indizi della presenza di un nuovo elemento che colla propaganda verbale e colla ·stampa clandestina cerca sovraeccitare opinione pubblica contro l'Italia. Questo elemento sembra indipendente dalla organizzazione di stampa che mira a tenere desta questione Epiro Asia Minore Dodecannew: non sarei sorpreso che fosse al soldo di Comitato jugoslavo.

682

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALii, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3525/1821. Londra, 28 dicembre 1918 (per. H 29). Telegramma di V. E. n. 1714 (1).

Questo Governo ha rifiutato pronunziarsi in merito domanda Austria tedesca dando solita risposta cioè che questione debba essere rinviata conferenza.

683

IL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3534/55. Bruxelles, 28 dicembre 1918 (per. il 29). Secondo quanto mi risulta da buona fonte Governo beLga chiederà in Africa oltre Cabinda alla foce Congo, come ho più volte informato, l'acquisto del territorio sud di Boma ed alcune zone nord-est Tanganica nei territori presentemente

occupati dalle truppe belghe-congolesi secondo miei rapporti del 25 e 21 febbraio 1917.

(l) Pubblicato al n. 639.

684

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4727/347. n Cairo, 28 dicembre 1918 (per. il 29).

Telegramma di V. E. n. 1647 (1).

Mi è stato assicurato che la trasmissione diretta della lettera del generale Clayton a Said Idris non può menomamente pregiudicare la questione della corrispondenza, non ancpra definita. Il fatto avvenne stante l'urgenza di interrogare Alì Gerai, compromesso in affari di spionaggio e di mene anti-inglesi in Egitto.

685

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3557/11. Sofia, 28 dicembre 1918 (per. il 30).

In udienza privata odierna Re Boris mi ha espresso ammirazione simpatia pel contegno nostre truppe Bulgaria felicitandosi per la nostra vittoria. In particolare modo insistette nel manifestare viva riconoscenza per il fatto che S. M. il Re e il R. Governo presero iniziativa amichevole inviare Bulgaria Commissario civile augurandosi che presto colle normali relazioni siano riannodati sentimenti cordiali mutua fiducia che debbonsi sviluppare nell'interesse reciproco.

686

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2577/514. Londra, 28 dicembre 1918 (per. ore 1 del 1 gennaio 1919) (2').

Mio telegramma Gab. n. 510 (3).

Graham mi ha detto oggi che da investigazioni eseguite presso il Ministero Guerra era risultato che occupazioni di Mersina e Adana sono state fatte bensi da truppe francesi ma per ordine generale Allenby in previsione temuti nuovi massacri di armeni. Esse vanno quindi considerate come semplici operazioni militari nei limiti prescritti dalle condizioni armistizio e non giustificherebbero quindi altre operazioni in regioni non comprese armistizio. Crowe che ho veduto successivamente è stato assai più velenoso (4). Ricordate due comunicazioni precedenti fatte da Rodd a V. E. ultima delle quali del 14 corrente egli ha dichiarato che eventuali nostre operazioni costituirebbero una violazione flagrante dell'armistizio e potrebbero sollevare legittime recriminazioni

• esplicito •.

da parte Turchia e condurre magari gravissima conseguenza di riaccendere guerra con essa. Esecuzione clausole armistizio essendo sotto direzione suprema di Allenby comandante in capo di tutte le forze alleate in Turchia nessuna operazione militare, secondo venne già dichiarato, potrebbe essere intrapresa senza previa intesa col generale. AlLa mia osservazione sul diritto a noi derivante dell'articolo 9 del trattato di Londra, ha replicato Crowe che eravamo ora in sede di armistizio e che occupazione di Adalia o di porti limitrofi non è contemplata dall'articolo 7 nessun pericolo minacciando quivi Alleati. All'altro mio rilievo attinente al consenso di Clemenceau, ha risposto Crowe, Clemenceau evidentemente non doveva essere al corrente termini esatti della questione e che comunque il Governo britannico il quale ha praticamente da solo combattuto e battuto Turchia ha responsabilità principale esecuzione armistizio.

(l) -Pubblicato al n. 585. (2) -Il telegramma fu redatto il giorno 28 ma, benchè urgentissimo, fu trasmesso senza questa indicazione il giorno 31 alle ore 4. (3) -Pubblicato al n. 635. (4) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca, anzichè c velenoso ••
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IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 8452. Roma, 28 dicembre 1918.

Con rapporto del Cairo del 12 dicembre n. 3092 ho ricevuto quello della stessa data n. 381 diretto alla E. V. dal R. Agente al Cairo per comunicare copia del·la traduzione inglese della lettera del generale Allenby al Saied Idris (di cui è anche cenno nel telegramma espresso di Stato di V. E. del 13 corrente

n. 17899) (1).

Il contenuto di detta lettera conferma ancora una volta la necessità affermata nel mio foglio del 29 novembre u. s. n. 6771 (2) che il modus procedendri. seguito dagli anglo-egiziani nelle relazioni con Idris sia mutato nel senso che essi lascino all'Italia la trattazione di qualsiasi affare con ldris in modo che questi comprenda che deve rivolgersi di:rettamente a noi e solamente a noi. n modus procedendi ,finora seguito mette ldris, il Governo anglo-egiziano e il Governo della Cirenaica in una situazione difficile che non giova nè alla trattazione degli affari nè alle relazioni tra le autorità italiane e inglesi con Idris.

Nel caso speciale della lettera del generale Allenby non posso non richiamare l'attenzione della E. V. sul grave inconveniente generico che Idris tratti all'infuori di noi questioni che interessano la Cirenaica e sui punti secondo e ottavo della lettera stessa nella quale con il possibile invio di un ufficiale inglese presso Idris e con l'ammettere lasciapassare firmati da Idris senza alcun visto della autorità sovrana della Cirenaica si viene nel fatto a riconoscere in Idris quella autonomia che Italia e Inghilterra si sono impegnate a non consentire nell'accordo segreto del 31 luglio 1916.

Credo che sarebbe, più che opportuno necessario che da codesto Ministero fosse comunicato quanto precede e rinnovata la istruzione alla R. Agenzia al Cairo affinchè sia all'Alto Commissario in Egitto rappresentata amichevolmente la situazione delle cose pei pericoli che essa nasconde, e la convenienza

reciproca che il modus procedendi nelle relazioni delle autorità inglesi sia mutato nel senso della mia lettera del 29 novembre scorso n. 6771.

Il m~rchese Negrotto potrebbe dimostrare a sir R. Wingate che mutato il

moàus procedendi, tutto andrebbe regolarmente poichè le piccole questioni sareb

bero regolate tra le autorità di frontiera, le questioni di qualche importanza

sarebbero regolate tra governi locali, e quelle importanti tra governi centrali

in via diplomatica.

Sarò grato alla E. V. se vorrà tenermi informato del seguito che sarà dato

a questa mia comunicazione.

(l) -Documenti non pubblicati. (2) -Non pubblicato.
688

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (1)

T. GAB. 517. Londra, 28 dicemb1·e 1918.

Telegramma di V. E. per posta n.... [manca]. Le suggerite conversazioni pl'ivate tecniche e nullamente impegnative, tra de Martino e Crowe, non hann•J potuto aver luogo. E per vari motivi.

Crowe cui ne parlai, mi disse anzitutto che, in seguito a recentissime disposizioni, la trattazione delle questioni turche alla Conferenza della pace è stata ormai affidata a sir Lewis M.allet. Pertanto oggi, Crowe, se ne sta occupando solo in via provvisoria durante il breve periodo transitorio che ci separa dalla riunione della conferenza.

Aggiunse poi Crowe che le conversazioni predette non sarebbero possibili anche ·pel fatto che recentissimamente è stata declinata una proposta analoga dell'Ambasciata di Francia.

Crowe mi ha infine candidamente confessato che, con la migliore volontà del mondo, non si troverebbe del resto in grado di entrare in conversazione sulle questioni Turchia asiatica perchè, al momento presente, ignora tuttora quale sia la linea politica che intende adottare suo Governo. Il quale, dal canto suo, è riluttante a concretarla prima della inevitabile discussione generale coi due Governi alleati e l'America. Crowe ha concluso con l'usata enfatica affermazione che cioè in qualunque modo nostri diritti sono ampiamente tutelati dal UI"attato che, come è ovvio, deve essere puntualmente eseguito.

689

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 4114. Roma, 28 dicembre 1918.

Ti ringrazio per la bozza da te redatta relativamente alle zone di competenza del generale Diaz e del generale Franchet d'Esperey allegata alla tua lettera del 26 corrente (2). In conformità del tuo desiderio, dispongo perchè copia di essa sia rimessa all'Incaricato d'Affari di Francia in relazione alla sua comunicazione.

(l) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicata al n. 663.
690

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. n. Torino, 29 dicembre 1918, ore 12.

Ministero dei Trasporti avrà comunicato conclusioni cui è ,pervenuto Comitato navale per l'Adriatico nella seduta del 28 novembre per utilizzazione dei bastimenti ex-austro-ungarici in Adriatico. Prego V. E. voler appoggiare con ogni maggiore vigore in via diplomatica opera del rappresentante italiano in codesto Comitato dei trasporti perchè si stabilisca in modo non avventizio che gestione dei piroscafi predetti spetti all'Italia sia per i rifornimenti occorrenti al nostro paese in sostituzione di altrettanto tonnellaggio inglese sia per quella parte di rifornimenti nel territorio austro-ungarico che le Potenze alleate potranno stabilire sia fatta con tal·e tonnellaggio. Nella deliberazione di Roma ;rimase impregiudicata questione di piroscafi già austro-ungarici che trovansi fuori dell'Adriatièo e internati nei porti neutrali e ciò fu fatto nella speranza che salvo la facoltà del rilascio del salvacondotto si ottenga per -azione diplomatica che la gestione ne resti egualmente affidata all'Italia in modo che il nostro paese disponga di tutto l'armamento s~a pure sotto il controllo del Comitato di Londra. Prego V. E. occuparsi col massimo impegno in questo senso.

691

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AI MINISTRI DEGLI ESTERI, SONNINO, E DELLA GUERRA, ZUPELLI (l)

T. 3539/13260. ItaLia, 29 dicembre 1918, ore 14,35 (per. il 29).

Da comunicato Ste:fani del giorno 26 rilevo che giornale Echo de Paris annunzia prossima venuta Parigi del generale Franchet d'Esperey invitato conferire con Governo francese circa nuovi problemi ll"etrospettivi derivanti da occupazione territori turchi bulgari ungheresi. Credo opportuno ricordare necessità di approfittare dell'occasione per agire nel senso espresso dal mio telegramma n. 16231 del 27 corrente (2).

692

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3553/961. Parigi, 29 dicembre 1918, ore 19 (per. il 30).

Mio telegramma n. 956 di ieri (3).

Ho avuto stamane cordialissima conversazione con l'ammiraglio De Bon, al quale ho esposto in sunto quanto risulta dalla corrispondenza dell'ammiraglio Grassi e rappresentata necessità che Marina francese nell'Adriatico abbia istru

zioni quali sono richieste dalla delicatezza della situazione e dal desiderio di non compromettere cordiali rapporti fra i due Paesi.

Ammiraglio De Bon che è spirito conciliativo e mente serena mi diede le più ampie assicurazioni che tale era anche il suo pensiero e che istruzioni quali noi desideriamo erano state mandate e saranno confermate. Egli mi ha detto che da qualche giorno situazione ,gli sembrava migliorata e sperava che fatti cui alludevo si riferissero ad un momento già superato. Egli ebbe qui una lunga conversazione con ammiraglio Ratier che egli ha messo in rapporto .con Barrère e che è partito per Fiume dove deve già essere giunto con istruzioni ed intenzioni concilianti. Egli sperava molto nell'opera di quell'Ammiraglio e mi fece osservare che aveva allontanato Comandante Dumesnil appunto .perchè troppo impulsivo ed a noi non grato. Gli risposi ringraziando e aggiungendo che occorreva soprattutto che Consiglio quattro Ammimgli avesse piena autorità e non si urlasse, come talvolta è avvenuto a causa istruzioni di:scordanti del Comando in Capo :llrancese.

Ammiraglio De Bon mi disse che quando questo è avvenuto fu sempre in causa di ritardo nelle comunicazioni che al Ministero della Marina francese dovevano essere fatte degli accordi presi fra Capi di Governi.

Dalla mia conversazione con ammiraglio De .Bon ho riportato impressione che si farà qui quanto è possibile per evitare incidenti.

(l) -Il testo è stato confrontato con quello conservato in AO. (2) -Pubblicato al n. 676. (3) -Non rinvenuto.
693

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2568/728. Parigi, 29 dicembre 1918, ore 20,50 (IJ€r. ore 5 del 30). Nel parlarmi del viaggio del Presidente in Italia Frazier mi disse incidentalmente che dopo il colloquio avuto con Wilson, Clemenceau si mostra meno restio ad accettare il concetto di Wilson anzi, è la frase adoperata da Frazier, dimostra adesso certa docilità.

Frazier mi disse anche che Wilson contando visitare a Roma il Sommo Pontefice si propone di recarsi altresl al Tempio americano.

694

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1746. Roma, 29 dicembre 1918, ore 21. In attesa di conoscere come si sia svolta la discussione dell'Assemblea dei notabili albanesi, e come sia giunta alla costituzione di un Governo provvisorio, contrariamente alle nostre previsioni, La prego di voler notificare senza ritardo all'Assemblea stessa che il R. Governo la previene che il definitivo assetto poli-tico dell'Albania formerà oggetto delle deliberazioni del congresso della pace

e che ho fiducia che l'Assemblea nulla vorrà fare che possa pregiudicare le deliberazioni stesse.

Ciò premesso, e riservandomi di prendere in esame i rapporti di fatto e

di diritto tra le autorità militari occupanti ed il nuovo organo costituito, quando ·ne conoscerò la composizione ed i propositi, Ella vorrà pure far conoscere alla Assemblea che il R. Governo le riconosce fin d'ora il diritto di rendersi l'interprete delle aspirazioni nazionali.

La comunicazione di cui sopra dovrà essere fatta in tale forma da non

urtarre 1a suscettibilità dei notabili riuniti a Durazzo. Accortamente si dovrà

rfar loro comprendere che noi siamo costretti ad usare per ora molto riserbo,

giacchè la costituzione del Governo provvisorio, che giunge senza preparazione

alcuna e con l'apparenza di un colpo di testa non mancherà di suscitare sospetti

e fors'anche opposizioni da parte delle Potenze.

695

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1747. Roma, 29 dicembre 1918, ore 21. Apprendo che numerosi notabili albanesi provenienti da tutte le provincie dell'Albania riunitisi in assemblea a Durazzo nell'intento di esprimere le aspirazioni nazionali, dopo lunga e vivace discussione hanno finito per deliberare la .costituzione di un Governo provvisorio albanese nominandone Presidente Turkhan pascià. In attesa di conoscere come si sia svolta la discussione e come siano giunti alla determinazione suddetta, ho telegraficamente dato istruzioni generale Piacentini di notificare all'Assemblea stessa ·ad ogni buon fine che il R. Governo la previene che il defi~itivo assetto politico dell'Albania dipenderà dalle deliberazioni del congresso della pace e che pertanto nulla può essere fatto che possa pregiudicare le deliberazioni stesse. Ciò premesso, e riservandomi di prendere in esame i rapporti di fatto e di diritto fra le Autorità militari italiane e il nuovo organo costituito, quando ne conoscerò la composizione ed i propositi e sempre che la sua azione sia per svolgersi in forma legale e corretta non ho difficoltà a riconoscergli fin d'ora il diritto di rendersi l'interprete delle aspirazioni nazionali albanesi. La prego di partecipare quanto precede

(per Londra). a codesto Governo. (per Parigi). al Governo francese e al Governo americano.

696

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3536/1055. Valona, 29 dicembre 1918 (per. il 29). Nota riunione Durazzo non può essere ignorata dal colonnello De Fourtou che a1ltra volta ci preavvisò di quella di Alessio e, in seguito, di altra di Tirana

che non ebbe luogo. Poichè non sarebbe possibile affermare che riunione Durazzo è da lui Ignorata, mi parrebbe conveniente darne vaga partecipazione, sia al colonnello De Fourtou, sia a generale Franchet d'Esperey senza però entrare in particolari.

Testo comunicazione sarebbe il seguente: « Mi onoro informare risultarmi che a Durazzo si sono riuniti notabili albanesi per trattare loro questioni nazionali, ma sino ad ora esse non sono maggiormente precisate. Ciò che mi risulta in modo non dubbio è però che discussione è stata calmissima e che popolazioni albanesi sono ovunque tranquillissime ».

Prima però di fare predetta comunicazione ritengo doveroso richiederne benestare a codesto Ministero Affari Esteri.

697

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3544/1978. Valona, 29 dicembre 1918 (per. il 30). Comunico seguente telegramma dei membri dell'Assemblea Nazionale albanese rimessomi da tenente colonnello Lodi: « A S. E. il barone Sonnino, Ministro Affari Esteri, Roma. I rappresentanti del popolo albanese uniti in Assemblea Nazionale il 25 corrente a Durazzo hanno votato all'unanimità l'espressione dei loro sentimenti di profonda gratitudine verso V. E. per benevolo interesse che ha sempre dimostrato alla causa albanese. Ho l'onore di portare a conoscenza di V. E. questa manifestazione spontanea dell'Assemblea Nazionale pregandoLa di voler continuare ,la stessa bene

volenza verso il popolo albanese che fida e spera nel valido appoggio del R. Governo italiano. Il Presidente dell'Assemblea Nazionale Mehmet Konitza ».

698

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4812. Roma, 29 dicembre 1918. Risposta al telegramma n. 4120 del 28 dicembre (1), circa le ·Comunicazioni fatte dal Capo di Stato Maggiore della Marina intorno alla situazione di Spalato e alla dichiarazione del comandante serbo.

Consento pienamente nell'ordine di idee manifestato da V. E. nel suo telegramma.

699

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL

DELEGATO ALLA COMMISSIONE INTERALLEATA DEGLI AMMI RAGLI, MOLA' L. 1408. Roma, 29 dicembre 1918.

Presa conoscenza degli elementi di pensiero e di fatto da V. S. :presentatimi con telegrammi, lettere e colla parola del suo Capo di S. M. mi sento ben d'accordo cogli apprezzamenti espressi dalla S. V.

Il nostro Governo, nell'accettare la costituzione del Comitato degli Ammiragli, aveva presupposto che da esso non sarebbe stata messa in discussione nè la legalità dell'avvenuta occupazione di Fiume per parte delle truppe italiane, nè l'eventuale necessità di addivenire ad un cambiamento radicale nel presente stato di cose: riteneva che il Comitato, per la sua competenza di carattere es.. senzialmente tecnico militare e navale, avrebbe limitato l'opera sua al rilievo degli inconvenienti che in atto si verificano ed al proporre quei provvedimenti, prevalentemente di carattere militare e nava1~, che fossero ritenuti adatti per migliorare la situazione.

L'attitudine degli Ammiragli alleati dimostra chiaramente che essi invece vogliono estendere ed approfondire le indagini del Comitato sugli avvenimenti anche passati e su tutti i campi: e che inoltre essi ricevono, in modo esclusivo, ispirazione e suggerimenti da persone del partito jugoslavo molto abili e direttamente interessate nelle questioni che si agitano.

Così .essendo le conclusioni del Comitato minacciano veramente di riuscire nient'altro che dannose non solo agli interessi ma anche alla reputazione ed al prestigio d'Italia: d'altra parte né il nostro Governo può prendere l'iniziativa di provocare lo scioglimento del Comitato che esso ha di buon grado accettato, nè è possibile esigere limitazioni all'estensione dell'inchiesta le quali potrebbero essere interpretate come indice della volontà o del bisogno di opporsi all'emergere di risultanze a noi dannose.

Bisogna invece cercare di ritorcere contro gli avversari le armi di cui essi vogliono servirsi contro di noi. Essi pretendono di volere la luce: luce viva vuole l'Italia, ma luce piena, luce senza schermi, luce per tutti.

V. S. informi gli Ammiragli alleati che il Governo italiano aveva ritenuto che dovesse essere limitata alla competenza militare e navale il campo di indagini del Comitato e che tale fosse anche il pensiero degli altri Governi.

V. S. faccia anzi conoscere agli Ammi·ragli alleati che la competenza del Comitato per quanto riguarda la legittimità dell'occupazione di Fiume e del mantenimento di essa era certamente venuta meno, se pure aveva prima esistito, in seguito alla deliberazione presa il 3 dicembre (dopo l'istituzione del Comitato), a Londra, nella Conferenza in.teralleata: tale deliberazione diceva testualmente:

« The British, French and Italian Governments agreed that the arrangements for the military occupation of Austria, as provided for in the Austrian armistice, are primarily a military question for arrangement :respectively by the Italian Commander-in-Chief and Generai Franchet d'Esperey, who will consult together when necessary. The milita.ry proposals, when formulated, should be submitted to the Governments concerned through Marshal Foch ».

Secondo, dunque, tale esplicita dichiarazione, la questione dell'occupazione di Fiume, essendo evidentemente in relazione con l'esecuzione dell'armistizio con Austria-Ungheria, dev'essere trattata tra i Governi interessati, attraverso 'l due generali Comandanti in Capo, Diaz e Franchet d'Espe·rey e per il tramite del maresciallo Foch. Si aggiunge che nel fatto la questione di Fiume è stata precisamente considerata ed è considerata tra i Governi, e recentemente si è addivenuto ad un accordo in virtù del quale il Governo italiano ha consentito al Governo francese di stabilire a Fiume la base navale per l'Armata d'Oriente.

La questione adunque dell'occupazione di Fiume essendo attualmente esaminata fra i Governi ed anzi in via di risoluzione, non si ,può più comprendere nè ammettere la competenza del Comitato degli Ammiragli per esaminare la stessa questione. E perciò l'azione del Comitato medesimo dovrebbe limitarsi a quegli argomenti di carattere navale e militare che possono riferirsi all'uso del porto di Fiume.

Ma se altra è l'idea degli Ammiragli alleati, interpreti delle intenzioni dei propri Governi, il Governo italiano è ben lieto che si raccolgano sul posto tutti gli elementi utili ad assicurare il trionfo del diritto e della giustizia: vuole anzi che il proprio rappresentante esiga che nessun ostacolo sia frapposto perchè vengano in luce tutti i fatti e tutte le considerazioni che ognuna delle parti interessate potrà portare in campo. Soltanto così la decisione finale, qualunque essa sia per essere, potrà ·corrispondere a quei principi di giustizia pei quali l'Italia ed i valorosi suoi Alleati e gli Stati Uniti d'America hanno portato alla vittoria questa dura guerra.

Ogni Ammiraglio dovrà essere libero di presentare l'elenco delle persone che, a suo giudizio, potrà essere utile ascoltare; ed alle persone chiamate al cospetto del Comitato dovrà essere lasciata piena e larga facoltà di esprimere il loro pensiero. Ma ciò non basta ancora: le sedute del Comitato, od almeno l'audizione deHe persone citate, dovrà essere publ>lica in modo che le stesse popolazioni siano informate di ciò che avviene, di ciò che può decidere delle loro sorti ed in modo che tutti possano trovare la via per dare il loro contributo all'opera del Comitato.

Tenga presente V. S. che in questo momento il partito italiano può esse-re assopito nell'illusione che la sua causa abbia già trionfato: occorre che nelle sue file si risvegli quell'allm·me che la situazione pienamente giustifica e che nulla rimanga intentato perchè le buone ragioni che esso può presentare vengano alla luce.

Nello stesso ordine di idee, anche delle sedute passate ogni Ammiraglio può avere facoltà di dar comunicazione al pubblico; tutto al più qualche parte delle disposizioni avvenute, su richiesta di chi le ha fatte, potrà essere ritirata e cancellata dai verbali.

Il pubblico ammesso alle sedute potrà essere costituito dalle persone che ogni Ammiraglio sarà libero di invitare. Rimarrà poi a V. S. nella sua qualità di Presidente, di stabilire le norme procedurali atte ad assicurare la libera discussione, la libera esposizione di idee ed anche il buon ordine dei lavori.

Non trascuri la S. V. di far notare ai Delegati alleati che gli stessi criteri dovranno essere applicati a Spalato ed a Cattaro (ed a Corfù, se tale località sarà confermata fra quelle da visitare) quando il Comitato si recherà in quei luoghi per esaurire il proprio mandato (1).

(l) Pubblicato al n. 679.

(l) Un ampio riassunto di questo documento in G. Po. op. cit. appendice n. 4. Per le successive vicende del comttato dt>gli ~.>mmiragli cfr. ibidem.

700

.1L COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 3559/16277. Zona di guerra, 30 dicembre 1918, ore 2 (per. il 30).

S. E. Vice-ammiraglio Millo telegrafa quanto segue: « 3705. Riferendomi istruzioni precedenti Governo, prego comunicare se prevedendo sbarco truppe serbe punti costa od isole posso sempre oppormi colla forza tale sbarco». Ho risposto con seguente radio-telegramma che trasmetto per doverosa informazione rammentando che precedente tele·gramma n. 16189 (2) cui questo fa seguito è stato già comunicato a V. E. con foglio 16253 del 27 corrente. «Risposta n. 3705 del 27 corrente. Confermo istruzioni date col telegramma n. 16189 del 26 corrente nei riguardi truppe serbe eventualmente rimaste su territori di nostra competenza e ciò allo scopo evitare sanguinosi .conflitti quali potrebbero dare luogo gravi complicazioni diplomatiche. Trattandosi invece di reparti serbi imbarcati su navi è prevedibile che sola intimazione di non procedere allo sbarco, con minaccia impiego armi in caso rifiuto, sarà sufficiente per impedire sbarco; reazione che potrebbe derivarne avrebbe certo conseguenze meno gravi. Approvasi perci_ò ordine di opporsi anche con la forza agli sbarchi su costa dalmata o nelle isole considerate da trattato armistizio».

701

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2574/729. Parigi, 30 dicembre 1918, ore 14,30 (pe1·. ore 19).

Il ministro di Romania signor Antonesco è venuto a dirmi che essendo stato incaricato di chiedere al Governo francese che la Romania fosse ammessa alla Conferenza della Pace come Potenza alleata, ebbe dapprima da Clemenceau categorico rifiuto. Ciò produsse non buona impressione nell'ambiente parlamentare. Taluni deputati e fra essi Franklin-Bouillon avrebbero voluto portare la questione alla Camera, cosa che Antonesco stesso si adopera ad evitare, giacchè a quanto egli mi disse, Clemenceau appare scosso e si spera che finirà per accettare la partecipazione della Romania alla Conferenza come stato alleato.

Evidentemente l'atteggiamento di Clemenceau non benevolo verso la Ro

mania, è in relazione colla sua serbofilia. Appunto perciò credo che a noi con

venga appoggiare per quanto possibile l'ammissione della Romania come alleata.

(l) -Il testo è stato confrontato con quello conservato in AO. (2) -Non pubblicato.
702

IL :.\HNISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, AI MINISTRI A STOCCOLMA, TOMMASINI, E A COPENAGHEN, CARROBIO

T. 1750. Roma, 30 dicembre 1918, ore 15. Questo Ministro di Svezia mi riferiva che il Governo svedese avrebbe proposto a quello finlandese di consentire che nelle isole Aaland si facesse un plebiscito sull'annessione o meno alla Svezia. Il Governo svedese riconoscè però che le Potenze firmatarie del trattato riguardante le isole Aaland abbiano poi voce nel determinare, magari in occasione della Conferenza della Pace la sorte delle isole Aaland. Chieste sulla questione dell'annessione le disposizioni

del Governo italiano che spera favorevoli. Ho risposto che riguardo a questa questione specia'le di distacco di una

o altra regione da uno Stato e di annessione ad un altro non può aver competenza di decisione che la conferenza plenaria che potrà tenersi dietro alla conclusione della Pace. Il parere odierno più o meno favorevole dell'uno o dell'altro Governo non poteva nemmeno rappresentare alcun impegno distinto per chi lo esprimesse.

Riservavo ·intanto ogni mia opinione, volendo prima sentire il pensiero degli Alleati sulla questione. Lo stesso valeva anche per la questione dello Schlewig per la Danimarca.

Ritenevo che tali questioni speciali dovessero essere presentate alla Conferenza della Pace per iniziaUva di quelle Potenze che fossero più direttamente interessate.

703

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2578/519. Londra, 30 dicembre 1918, ore 16,40 (per. ore 20,35 del 31).

Venne avantieri a vedermi il Ministro di Romania ritornato dopo lunga assenza. Mi partecipò sua nomina a rappresentante romeno alla Conferenza. Mi confidò apprensioni ispirategli dalla costituzione nel centro d'Europa di così poderoso agglomeramento slavo rappresentante a suo parere per il futuro pericolo più serio dello stesso panslavismo russo. Manifestò speranza che Italia vorrà appoggiare la Romania nelle contestazioni con la Serbia circa il Banato e mi chiese se avevo ricevuto istruzioni in tal senso. Rispostogli negativamente osservai delle questioni varie attinenti al futuro assestamento essere ormai impossibile discorrere separatamente qui dove egli deve essersi già accorto che considerano chiuso periodo preparatorio e intendono rinviare ogni conversazione a Parigi.

A mia domanda circa fondamento o meno notizie stampa d'intesa conclusa da Take Jonesco con serbi e croati rispose che Take Jonesco deve aver parlato e agito per conto suo esclusivo senza alcun mandato tacito esplicito del Governo. Take Jonesco voleva essere nominato plenipotenziario alla conferenza. Re e Bratianu si mostrarono disposti consentire alla condizione espressa però che egli entrasse Ministero. Take Jonesco ha rifiutato dicendo non intendeva servire sotto Bratianu.

704

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2576/520. Londra, 30 dicembre 1918, ore 18,41 (per. ore 18 del 31). Mio telegramma n. 515 (1). Da informazioni mie privaie risulterebbe che nei lunghi colloqui di Lloyd George e Balfour col Presidente sono state a un dipresso sfiorate tutte le questioni più importanti. Presidente pur senza mai pronunziarsi in modo esplicito ed impegnativo avrebbe in sostanza lasciato intravedere simpatiche tendenze per vedute propugnate da questi Ministri. Secondo mio informatore anche sulla partecipazione americana alle responsabilità delle grandi potenze europee in alcune questioni come quella, ad esempio, della Turchia, Wilson si sarebbe espresso in modo da lasciare impressione che sua condiscendenza potrebbe forse pure ottenersi entro certi limiti, sotto certe condizioni e soprattutto in una forma tale da non urtare tradizionale avversione americana ad ogni ingerenza negli affari di Europa per tema d1 conseguenti reciproche violazioni della dottrina di Monroe. Base fondamentale linguaggio complessivo di questi Ministri sarebbe stata di dimostrare al Presidente necessità o di addossarsi direttamente comuni responsabilità ovvero di lasciare mano libera alle potenze europee rinunziando al facile sistema di sindacare, sentenziare e tenersi poi in disparte. Benchè sorgente sia buona riferisco quanto precede a titolo di semplice informazione e con

debita riserva. Mi consta però che Balfour prima della sua partenza avvenuta stamane, si è dichiarato soddisfattissimo risultato conversazione Wilson.

705

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2575/732. Parigi, 30 dicembre 1918, ore 20,30 (per. ore 6,;20 del• 31).

La discussione di politica estera che si chiuse stanotte a tarda ora alla Camera dopo l'intervento di Clemenceau, diede una grande maggiorità al Governo. Ciò era prevedibile, data la grandissima popolarità del Presidente del Consiglio; però la giornata parlamentare non può dirsi buona pel Ministero. Il Ministro Pichon ebbe la Camera piuttosto ostile e lasciò l'impressione che la Francia non si presenti molto preparata ai negoziati di pace. Il discorso del Presidente del Consiglio fa credere che le sue conversazioni col Presidente Wilson abbiano lasciato differenze di vedute ancora non sanate. Negli ambienti parlamentari regna una certa preoccupazione circa il modo onde la Francia entra al congresso e ciò malgrado l'immenso favore onde nel paese è circondata la persona del Presidente.

(l) Pubblicato al n. 677.

706

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1751. Roma, 30 dicembre 1918, ore 22.

Ministro di Svizzera mi ha fatto seguente comuni-cazione verbale:

« Governo Austria tedesca desidererebbe entrare in rapporti diretti con un organo qualsiasi rappresentante Governi Intesa e Stati Uniti ed incontrarsi in territorio neutro con rappresentanti detti Governi. Governo Austria tedesca nominerebbe commissione allo scopo di esporre desiderio pace condizioni economiche etnografiche popolo austro-tedesco e posizione internazionale nuovo stato e di chiedere appoggio contro correnti imperialistiche.

Governo austro-tedesco è convinto· che regolamento questioni di così evidente importanza per stabilimento ordine e pace in Europa non potrebbe ottenersi che se tutti i popol'l interessati sono posti in condizione di esporre loro bisogni situazione reale e loro voti».

Prego telegrafarmi se analo.ga comunicazione è stata fatta costi e quale accoglienza le si riserva.

707

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 1752. Roma, 30 dicembre 1918, ore 23.

Suo telegramma n. 1055 (1).

Nel fare comunicazione a generale Franchet d'Esperey e colonnello de Fourtou prego tener presente che comunicazione analoga a quella contenuta nel mio telegramma n. 1746 (2) è stata da me fatta fare in pari data ai Governi di Francia, Inghilterra ed America. Prego inoltre redigere la comunicazione in modo che i predetti ufficiali superiori francesi non si sentano perciò autorizzati a ingerirsi negli affari interni dell'Albania.

La prego infine di sopprimere o modificare l'espressione «discussione calmissima » giacchè nella comunicazione alle Potenze predette ho affermato, in base alle prime notizie inviatemi, che le deliberazioni dell'Assemblea erano state prese dopo lunga e vivace discussione.

708

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. PER POSTA 20744. Roma, 30 dicembre 1918, ore 23.

Pregiomi informare la E. V. che dietro proposta di questa Ambasciata di Francia il R. Governo si è dichiarato disposto a sopprimere, contemporaneamente alla Francia, il controllo da noi esercitato su alcuni porti ellenici.

(l) -Pubblicato al n. 696. (2) -Pubblicato al n. 694.
709

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3574/15. Sofia, 30 dicembre 1918 (per. il 31). Generale francese condivide pensiero che non si sarebbe dovuto permettere all'amministrazione Romania di sostituirsi ai bulgari in violazione alle condizioni dell'armistizio. Egli come il suo Capo di Stato Maggiore ritengono pericoloso il compromettere il credito ed il prestigio delle Grandi Potenze in tal modo da minacciare la pace futura. Quest'ultimo mi esprimeva la sua opinione essere stato un errore l'aver ritirato il comando in quella regione al generale Chrétien affidandolo al generale Berthelot, che vorrebbe ora permettere alle guardie della finanza Romania stabilire i loro posti all'antica frontiera meridionale della Dobrugia. Di tale parere sarebbero pure i capi della missione militare inglese e questo Incaricato d'Affari degli Stati Uniti. Questi ambienti militari alleati sembrano convenire nella necessità di non procurare la caduta dell'attuale Re che avverrebbe senza dubbio ove i legittimi interessi bulgari fossero sacrificati spingendo il paese nell'anarchia. Il generale Chrétien ha espresso intenzione inviare in Francia un suo ufficiale per sostenere questa tesi in Francia. Egli innanzi a me oggi censurava severamente gli intrighi greci intesi a procurare dissidi tra i bulgari e i musulmani nella Bulgaria meridionale e

nella Dobrugia e ad iniziare nuovo periodo di disordini sanguinosi e rappresaglie ~r fiaccare Bulgaria.

710

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3577/37864. Sofia, 30 dicembre 1918 (per. il l gennaio 1919). In colloquio odierno il generale Chrétien si palesò meco favorevole in massima alle rivendicazioni nazionali bulgare per assegnazione della Dobrugia a sud della linea Costanza Cernavoda e costituzione di una Macedonia autonoma colle dovute garanzie internazionali. In essa sarebbe logicamente inclusa una parte della Macedonia greca abitata esclusivamente da bulgari. Egli ritiene personalmente che la Bulgaria dovrebbe ottenere Cavalla perchè alla medesima occorrerebbe un porto commerciale sull'Egeo. Per la questione di regolamento dei confini con la Turchia in generale si ritiene in questi ambienti che non sorgerebbero difficoltà insuperabili. Secondo quanto mi dice 'il Capo di Stato Maggiore colonnello More! il suo Generale avrebbe espresso al Governo bulgaro, anche per incoraggiarlo alla fermezza, la sua opinione che la questione balcanica sarebbe effettivamente decisa in base ai principi nazionalità. Egli a quanto mi viene riferito conserva tutt'ora ottimo concetto sull'efficienza militare bulgara e considera necessario conser

varla nell'orbita dell'Intesa anche a scopo pace futura nei Balcani pure a costo di ... [manca] vivamente la Serbia nord. Simile incoraggiamento inspirato alle idee di Wilson e l'analoga opmwne manifestata dall'Incaricato d'Affari degli Stati Uniti e della missione militare inglese sembrano dovuti anche in parte al logico concetto che alla Bulgaria non verrebbe meno l'appoggio dell'Italia. La nostra parola di giustizia e di conciliazione a favore della Bulgaria attesa come cosa naturale non provocherebbe sorpresa nè risentimento se non presso due dei suoi più invidiosi nemici.

711

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 518. Londra, 30 dicembre 1918.

Mio telegramma 514 (2).

In questo momento ricevo seguente memorandum: « In relazione colloquio con Graham in data 23 relativo sbarco truppe francesi in Asia Minore Foreign Office è informato dal Ministero Guerra che quelle truppe sono sotto comando supremo generale Ailenby e furono inviate Mersina per ordine suo con istruzione di procedere ad Adana in conformità col suo piano generale per l'occupazione di quel distretto fino a Tauro ».

712

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 1836. Londra, 30 dicembre 1918.

Mio rapporto n. 1128 del 24 novembre (3).

Significato manifesto elezioni di cui risultato ha di gran lunga sorpassato più rosee speranze coalizione è di riconoscente fiducia verso Lloyd George per aver saputo condurre .guerra a vittorioso termine e di severa condanna degli esitanti, dei disfattisti, padfisti e bolscevisti. Nel colpire cosi duramente Asquith e partito liberale ortodosso mentalità semplicista corpo elettorale ha chiaramente inflitto biasimo e sfiducia verso coloro che si lasciarono cogliere impreparati militarmente dalla guerra e che la condussero con mollezza ed indecisione e che neg!J ultimi tempi parvero se non in sostanza, certo nell'apparenza col contegno tenuto alla Camera inclini per motivi partigiani ad ostacolare in momenti difficilissimi azione patriottica di Lloyd George.

Ancora più clamorosa per l'imponenza dei voti contrari, è la vera rotta di tutti i noti ultra-radicali, nonchè dei socialisti più accentuati pacifisti e rivoluzionari.

:::ì) Non pubblicato.

25 -Documenti diplomatici • Serie VI · Vol. I.

Per quanto concerne dunque il presente e segnatamente per ripercussione sul prestigio ed autorità Gran Bretagna alla conferenza, trionfo di Lloyd George è completo ed indiscutibile. Guardando però al futuro giova però non dissimularsi ostacoli e difficoltà che gli si parano dinnanzi.

Occorre obbiettivamente rilevare che il vero trionfatore è in realtà partito unionista. Abilmente accordandosi con Lloyd George esso ha approfittato della sua popolarità ed è riuscito ad assicurarsi nella Camera maggioranza assoluta. Fiducia Unionisti nel Primo Ministro non essendo illimitata è da prevedere che nella futura azione del Governo essi vorranno avere parte precipua e preponderante. Date tendenze di Lloyd George che non fu, non è, e difficilmente diventerà conservatore è lecito prevedere screzi e divergenze che potrebbero poi condurre a rottura con conseguenza verosimile successo degli elementi più avanzati e turbolenti. In tale ordine di idee è a deplorarsi pratica scomparsa partito liberale ridotto a 26 membri e successo inferiore all'aspettativa dei laburisti delle Trade Unions amanti dell'ordine ed ossequienti alle istituzioni. È pure da rimpiangere che accresciJUto numero dei laburisti sia avvenuto a spese dei liberali anzichè degli unionisti. Di tutto dò il primo a convenLre è lo stesso Lloyd George che secondo mi viene riferito è rimasto non piacevolmente sorpreso del troppo grande successo e mediocremente soddisfatto della pletorica maggioranza sulla quale, come esperienza passata insegna, non giova in questo Paese fare troppo largo assegnamento. Unionisti sono dunque in sostanza arbitri situazione. Occorre, urge essi dimentichino viete teorie partigiane, si rendano conto del mutato spirito de'i tempi ed esplichino ,provvida azione affrontando con energia gravissimi problemi dopo-guerra ed incontrando legittime esigenze masse operaie. In caso contrario loro successo presente sarà effimero e preparerà al Paese e forse pure alle istituzioni giorni assai torbidi in un avvenire forse nemmeno lontano. Disfatta di Asquith gli è giunta affatto inattesa. Venerdi sera ancora egli mi diceva ritenere sicura sua rielezione pur commentando ,con amarezza ingratitudine verso alcuni dei suoi principali collaboratori rimasti in D-efinitiva tutti sconfitti. A conti fatti e nella previsione che deputazione irlandese in grandissima maggioranza Siin Feiner si asterrà dal recarsi in Parlamento, opposizione tutto compreso calcolasi si ridurrà al massimo ad un centinaio di deputati.

(l) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato al n. 686.
713

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1758. Roma, 31 dicembre 1918, ore 1 (per. mattina del 2 gennaio 1919).

Telegramma V. E. n. 1802 (l) nonchè Gab. nn. 503 e 504 (2).

Relazione passi già fatti da V. E. circa recente articolo Times pregola far notare Foreign Office che libertà stampa non esclude che possa essere fatto autorevolmente sentire come al Times anche al Manchester Guardian che rapporti

tra Inghilterra e Italia dovrebbe,ro consigliare pubblicisti astenersi dal dare notizie commenti relativi nostra azione i quali sono completamente infondati e che non possono illudersi di avere influenza su condotta R. Governo raggiungendo solo effetto rendere inquieta opinione pubblica. Atteggiamento certi organi stampa inglese i quali trattano nostre questioni con solo spirito ostile, è affatto incompatibile con necessità presenti e non dO(Vrebbe mancare modo al Governo 'inglese far intendere opportunità cessazione tale campagna che sarehbe giustificata soltanto se condotta da organi paesi nemici. Attendo assicurazioni.

(1) -Pubblicato al n. 641. (2) -Pubblicati ai nn. 597 e 610.
714

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2581/521. Londra, 31 dicembre 1918, ore 8,30 (per. ore 10,30 del 1 gennaio 1919). Mio ,telegramma Gab. n. 515 (1).

Mi risulta in modo sicuro e in via riservata che nella riunione del Gabinetto di guerra in cui, fu concretato e sanzionato l'intero programma britannico, Lloyd George, quando si venne alla questione italiana, dichiarò non spettare al Governo britannico giudizio se e fino a che punto politica che vuole seguire Governo italiano è confacente ai suoi interessi presenti e futuri. Legato com'è dagli impegni assunti, il Governo britannico deve nei limiti degli stessi onorare sua firma e schierarsi a fianco dell'Italia ogni qualvolta ne sarà richiesta dall'Italia. Questa dichiarazione fu approvata e inscritta nel «record» della seduta del Gabinetto di guerra. Come V. E. avrà rilevato dal mio telegramma n. 1836 (2), Lloyd George in seguito al trionfale successo delle elezioni è per il momento almeno onnipotente e per la forza delle circostanze è destinato ad avere nella conferenza posizione forse anche più preminente di quella di Wilson, che non può contare in America su di un suffragio popolare paragonabile a quello oggi assicuratosi dal Primo Ministro britannico. Da questa eccezionale posizione sua io ritengo che potremo noi cavare vantaggi positivi col tenere debito conto della sua impulsività impressionabile appoggiandone i desiderata quando naturalmente ci sia possibile farlo senza lesione dei nostri interessi.

715

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 2582/522. Londra, 31 dicembre 1918, ore 12,40 (per. ore 18 del 1 gennaio 1919).

Stamane accompagnato dal conte Levi Bianchini è venuto da me Weizmann che aveva espresso desiderio di vedermi. Mi ha detto: l) Che ebrei, arabi ed armeni sono d'accordo nel volere ad ogni costo rescisso accordo Sykes-Picot

mediante intervento Wilson ed hanno buona speranza di riuscire. 2) Presidente presentito in proposito ha invitato Weizmann a conferire con lui prossimamente. 3) Che aspirazioni italiane dovrebbero rivolgersi verso Armenia; all'uopo converrebbe intendersi con Comitati per provocare agitazione reclamante nostra protezione. 4) Che, a sua impressione, questa soluzione sarebbe qui in massima accetta. Vedute di questo Governo, però, siccome ho già riferito, circa soluzione generale questione Turchia .asiatica sono ancora allo stato fluido. Unica cosa di positivo è desiderio vivissimo di districarsi dagli accordi Sykes-Picot confidando nell'appoggio americano. 5) Che Emir Faisal e in grande maggioranza arabi siriani .ad eccezione maroniti Libano stipendiati sono tutti ostili alla Francia. 6) Che infine appoggio ebrei e arabi sarebbe acquisito alle aspirazioni italiane 'in Armenia qualora da parte sua Italia appoggiasse rivendicazione ebrei nel Nord Palestina e nella rescissione dei noti accordi anglo-francesi. 7) Che recenti dichiarazioni di Pichon in Parlamento sono un atto isterico ed un grido di allarme. Da informazioni confidenzialissime raccolte dal

conte Levi Bianchini risulta che ebrei abbiano stipulato accordo con Faisal per tutela reciproci diritti interessi in Palestina e nel futuro regno arabo. Weizmann desidera vivamente discorrere a lungo con V. E.; gli ho detto quasi imminente gita di V. E. a Parigi gli fornirà propizia occasione.

(l) -Pubblicato al n. 677. (2) -Pubblicato al n. 712.
716

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 126)

T. GAB. 3138. Roma, 31 dicembre 1918, ore 14,15. Echo de Paris porta la notizia che per le dimissioni di alcuni ministri italiani potrebbe essere rinviata venuta Wilson. Se tu credi che tale notizia sia un tentativo per differire venuta presidente in Italia ti autorizzo fare subito passi presso Frazier per dirgli che non vi è per ora ufficialmente annunziata alcuna crisi in Italia che eventuale sostituzione di qualche ministro potrà essere in ogni caso rapidamente fatta e che certamente il Presidente arrivando in

Italia non troverà un Gabinetto in crisi. Si tratta insomma di evitare una manovra tendente ad impedire venuta Wilson.

717

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 127)

T. 3140. Roma, 31 dicembre 1918, ore 19,10.

Facendo seguito mio telegramma odierno (l) ti aggiungo che questa sera crisi è stata risoluta sostituendo a Bissolati uomini del suo stesso partito.

(l) Cfr. il n. precedente.

718

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 1755. Roma, 31 dicembre 1918, ore 22.

Un delegato Comitato interalleato trasporti di Londra presentatosi oggi Ufficio Capo di Stato Maggiore Marina per chiedere informazioni sul naviglio già austro-ungarico ha privatamente fatto conoscere che è stato intercettato telegramma diretto da Ministero della Marina francese con ordine di catturare tutte le navi mercantili già austro-ungariche incontrate fuori dell'Adriatico con salvacondotto italiano. Punto di vista francese sarebbe che i salvacondotti sono valevoli solo per l'Adriatico ove vi è blocco ma non fuori e che dopo giunti a Taranto piroscafi dovrebbero essere forniti di un salvacondotto rilasciato dal Comitato interalleato di Londra. Gli è stato fatto presente che Comitato navale per l'Adriatico aveva nettamente dato facoltà all'Italia rilasciare salvacondotti I>er le navi che si trovavano in Adriatico. Tale deliberazione era ed è valida dopo la conferma dei poteri del Comitato da parte della commissione riunita a Parigi 21 corrente. Comitato navale per l'Adriatico è stato pienamente riconosciuto a Parigi come commissione delegata esecuzione clausole armistizio. Disposizioni pr.ese precedentemente non possono quiridi essere annullate se manca una nuova deliberazione Comitato stesso. Si osserva inoltre che chi requisisce esercita un atto di imperio e quindi solo esso può avere facoltà dare salvacondotti o carte regolari di navigazione. Non si concepisce quindi intenzione Governo francese (se vera) di catturare navi con salvacondotti 'italiani che a rigore di legge sarebbe a ... [manca] con :la requisizione la nave è governata dallo Stato e non dal privato. Per quanto le informazioni di cui sopra siano pervenute in via confidenziale e non si abbia certezza che corrispondano al vero Ministero della Marina ha reputato riferirmene subito rilevando giustamente quale difficile e pericolosa situazione verrebbe a crearsi qualora la Francia procedesse alla cattura delle navi.

Prego V. E. accertarsi prontamente realtà delle cose.

719

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2580/6. Addis Abeba, 31 (l) dicembre 1918 (per. ore 18,35).

Mi riferisco mio telegramma Gab. n. 5 (2).

Mi permetto ricordare a V. E. che già l'anno scorso in seguito alle tendenziose rivelazioni provenienti dalla Colonia francese sulle aspirazioni dell'Italia sulla Colonia di Gibuti e sul ristabilimento del suo protettorato sulla Abissinia, questo Ministro di Francia ebbe incarico dal suo Governo di presen

tare al Governo abissino le più formali assicurazioni sul mantenimento dello statu quo politico territoriale delle Colonie francesi confinanti con Abissinia e sulla assoluta indipendenza di quest'ultima; rivelazioni francesi ed assicurazioni date dal Governo francese nello stesso tempo riguardo la futura incoronazione del Re dell'Abissinia non tornarono certo a beneficio nostro riconfermando antichi sospetti del Governo abissino verso di noi e facendo risultare l'atteggiamento della Francia a sua difesa; e sarebbe invero deplorevole per i nostri interessi che tale manovra si rinnovasse ora nella eventualità che la Francia respinga la nostra domanda per la cessione di Gibuti.

(l) -Sic, ma da un'indicazione del testo il telegramma risulta redatto il giorno 27 dicembre. (2) -Pubblicato al n. 662.
720

IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3/172. Gedda, 31 dicembre 1918 (per. il 1 gennaio 1919).. Mio telegramma n. 170 (1). Da fonte sicura mi risulta Fakri pascià dopo aver trattenuto in arresto messo speciale Costantinopoli ha liberato ufficiale arabo che lo accompagnava rimettendo risposta scritta diretta informare Comando Alleati più vicino che guarnigione Hegiaz non si arrenderà se non dietro ordine legalizzato alludendo firma Sultano. Risposta equivalendo rifiuto, ostilità sono effettivamente ricominciate dal 23 corrente dinanzi Medina. Re Hegiaz ha chiesto cannoni, aeroplani agli inglesi ottenendo risposta Inghilterra considera guerra finita, spetta agli arabi fare ultimo sforzo comune sacrificio vite per liberazione Medina. D'altra parte movimento wahabita estendesi interno Hegiaz anche confine Assire Yemen. Si dubita Governo Mecca con sole proprie forze possa aver ragione. Re Haussa è partito ieri in breve tornata nell'interno. Si crede che egli voglia fare propaganda fra beduini contro Wahabismo. Situazione difficile consiglia urgenti provvedimenti da parte Governi alleati allo scopo tutelare autorità Re Hussein, custode Luoghi Santi per libertà pellegrinaggio musulmano ortodosso. Ad ogni modo nell'imminenza conferenza interalleata reputo opportuno sottoporre alla E. V. seguenti considerazioni in merito soluzione della questione araba. In virtù principio nazionalità non è ammissibile ritorno Hegiaz sotto autorità ottomana. Armistizio con la Turchia segna decadenza ultimo stato indipendenza musulmana rappresentante Califfato. Situazione attuale varie comunità musulmane dimostra essere prematura affermazione che coscienza islamica sia disposta adattarsi pienamente duratura autorità religiosa musulmana imposta caso forza maggiore di preferenza a quella universale indipendente rappresentata dal Califa luogotenente dello Sciarih e sanzionata dalle leggi musulmane. Ad assicurare desiderata calma disciplina nel mondo musulmano elemento pacifico ammette necessità creazione nuovo stato musulmano indipendente solo possibile in Arabia, mediante confederazione vari principati arabi, sotto sovranità Re Hussein e garanzie Potenze

alleate. Tale stato da cui dipenderà penisola araba con Damasco, Aleppo e probabilmente unione federativa siriaca potrebbe consigliare opinione pubblica mu

sulmana a vedere nel Re Hussein assertore suoi interessi morali mentre Potenze alleate se ne gioverebbero nei riguardi lealismo loro sudditi musulmani. Con ciò non si vuole risuscitare califfato ma arginarlo sotto forma nuova in stretto confine geografico conforme esigenze tempi. Diversa soluzione questione araba connessa con quella religiosa musulmana, rischierebbe sollevare rivendicazioni, conflitti che potrebbero avere dannose ripercussioni fra musulmani colonie Alleati. In ultimo faccio sommessa proposta che Emiro Faisal attualmente in Tunisia sia invitato dal R. Governo visitare Roma come ha visitato Parigi e Londra. Tale invito cortese gioverà nostri rapporti amichevoli col Re Hussein.

(l) Non pubblicato.

721

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. u. 111728. Stoccolma, 31 dicembre 1918 (per. it l gennaio 1919). Questo Ministro di Francia mi comunica telegramma in data 24 corrente del Console francese a Pietrogrado firmato anche da Pirone e dal Console belga rimasti tutti e tre colà come custodi degli archivi delle rispettive missioni diplomatiche. Essi rappresentano situazione gravissima materialmente e moralmente in cui si trovano e chiedono risposta d'urgenza alle seguenti domande: c l) Siamo autorizzati a partire se lo crediamo indispensabile quando partiranno tre ultimi segretari danesi rimasti a Pietrogrado che sono ultimi rappresentanti neutrali provvisoriamente qui? 2) oppure dobbiamo tentare ottenere da Zinovief una garanzia dell'inviolabilità delle Ambasciate ed il riconoscimento della nostra qualità? 3) In caso di risposta favorevole Zinovief noi resteremmo qua, ma ci si lascia liberi di partire in seguito se riterremo doverlo fare? 4) Se risposta è negativa, ci si lascia liberi di agire secondo circostanze, beninteso dopo avere preso tutti i provvedimenti possibili per mettere meglio al riparo le nostre Ambasciate? 5) Quando ultimi rappresentanti danesi saranno partiti e quando loro protezione effettiva sarà cessata, non dovremmo noi abbassare bandiere di protezione inalberate alle nostre porte e mettere puramente e semplicemente i nostri immobili sotto protezione rispettivamente del popolo francese, italiano e belga?». Ministro di Francia trasmette a Parigi testo integrale del telegramma con preghiera comunicarlo al R. Ambasciatore colà e mi avverte che avrà posdomani occasione per far pervenire una risposta a Pietrogrado. Nel caso probabile che non ricevessi istruzioni da V. E. prima, mi propongo di fare suggerire a Pirone

a nome mio personale di agire al bisogno per il meglio, d'accordo con colleghi francese e belga.

722

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESI'ERI, SONNINO

T. GAB. R. 2584/733. Parigi, 31 dicembre 1918 (per. it l gennaio 1919).

Da informazioni che mi giungono da fonte attendibile, Presidente Wilson sarebbe soddisfatto del risultato dei suoi colloqui con i governanti inglesi, con i quali sarebbe giunto a mettersi d'accordo su molti punti, non escluso quello della libertà dei mari. Invece altrettanto non sarebbe avvenuto nei suoi colloqui con questo Presidente di Consiglio con il quale le relazioni non sarebbero molto cordiali. Ciò sembra trasparire del resto dallo stesso discorso di Clemenceau alla Camera dei Deputati.

723

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 102. Belgrado, 31 dicembre 1918 (per. o1·e 6 del 4 gennaio 1919) (1).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1810 (2).

Stamane appena ricevuto telegramma di V. E. ho intrattenuto Ministro aggiunto degli Affari Esteri sulla dichiarazione sconveniente del comandante il battaglione serbo a Spalato. Gavrilovich mi ha detto che avrebbe chiesto spiegazioni. A sua volta mi ha poi letto un telegramma del Comandante stesso ricevuto stamane in cui si afferma «che a Siveric presso Spalato ha luogo una forte battaglia; gli italiani attaccano con tre o quattromila uomini e con artiglieria da montagna».

Gavrilovich mi ha aggiunto che spettava al Ministero della Guerra prendere i provvedimenti del caso e si è dimostrato me·co molto impressionato della informazione ricevuta. È probabile che da parte serba si cerchi di esagerare o dl falsare completamente la situazione. V. E. vorrà pertanto giudicare della opportunità di comunicarmi esatta versione dell'asserito incidente.

724

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2585/103. Belgrado, 31 dicembre 1918 (per. ore 6 del 4 gennaio 1919).

In seguito ad attriti fra serbi e romeni rispetto al Banato, il Comando francese ha invitato i serbi a ritirare le loro truppe dalla regione compresa fra Pancèvo e Orsova ed estendentesi a nord fino al fiume Maros: detta regione verrebbe occupata da truppe francesi.

Il Comando serbo irritato per tale ingiunzione dichiara che si rifiuterà, finchè gli sarà possibile, di aderirvi.

725

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 8816. Roma, 31 dicembre 1918.

Ringrazio l'E. V. della comunicazione fattami con l'espresso n. 18681 in data 27 dicembre corr. dei telegrammi n. 112 e 114 (3) del R. Ministro in Addis Abeba, circa l'intenzione del Governo Etiopico di inviare una missione straordinaria in Europa presso i Governi alleati.

Ho fermata in special modo la mia attenzione sugli scopi sostanziali della

missione affermati dal conte Colli, consistenti nel trovare nel Governo francese

ed in quello americano accoglienze ed appoggio speciale sia per la garanzia asso

luta della propria integrità politica e territoriale, sia per le sue eventuali riven

dicazioni.

Quanto all'integrità politica dell'Etiopia, è superfluo ricordare che a sua

garanzia sta l'accordo a tre di Londra che appunto ebbe per base fondamentale

il mantenimento dello statu quo politico territoriale in Etiopia (art. 1), con im

pegno reciproco di Italia, Francia e Inghilterra che, nel caso in cui gli avveni

menti turbassero lo statu quo, le tre Potenze farebbero tutti i loro sforzi per

mantenere l'integrità dell'Etiopia (art. 4).

li Governo etiopico, quindi, da questo lato nulla ha a temere, e nessuna

maggiore assicurazione potrebbe esserle attualmente data, al detto riguardo, di

quella già formalmente consacrata nell'accordo predetto, al quale le tre Potenze

alleate si attengono.

Dato questo punto di vista, le Potenze stesse non potrebbero accettare che si parlasse di rivendicazioni abissine e, se mai, l'Italia per proprio conto, potrebbe sempre far sentire che i suoi territori al confine etiopico sono territori già sistemati in passato nelle definizioni dei confini con Menelik contro compenso in denaro.

Prendo conto delle istruzioni che l'E. V. ha impartito ai RR. Ambasciatori

a Londra e a Parigi, e rimango in attesa di ulteriori comunicazioni di V. E.

(l) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, il 3 gennaio1919, al ministero, con n. Gab. 2. (2) -Pubblicato al n. 678. (3) -Pubblicati ai nn. 640 e 670.
726

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 135-136)

T. GAB. 3148/35908. Italia, 1 gennaio 1919, ore 8,35 (per. ore 13,10). Richiamo attenzione V. E. su seguente telegramma pervenuto da Comando Superiore Balcani. «N. 742. In questi ultimi tempi sono corse voci di probabili perturbamenti ordine pubblico in Montenegro. Ieri, 28, le notizie divennero più insistenti, sebbene contraddittorie fra di loro. Nello stesso tempo che si dice essere probabili prossimi attacchi contro nostri presidi per parte di comitagi montenegrini, dai serbi si dice anche che fautori indipendenza montenegrina vogliono sorprendere nostri presidi al solo scopo di impossessarsi armi di cui difettano e nella speranza che non oppongano resistenza. Ho pertanto disposto: l) siano tenute pronte a Scutari due compagnie di bersaglieri da inviare in casi di bisogno a Vir Bazar; 2) che faccia ritorno ad Antivari il primo battaglione del 137° reggimento fanteria già colà dislocato ma stato tempo fa ritirato per inviarlo a Cattaro. Ho informato generale Franchet d'Esperey dei soli provvedimenti riguardanti lo spostamento delle truppe. Soggiungo che ho rinnovato a comandi nostri presidi essenziali direttive già altre volte date e cioè: l) essere loro scopo assoluto mantenimento dell'ordine pubblico limitatamente local:1tà presidiate; 2) custodia del materiale bellico lasciato da esercito austro-ungarico

e posto sotto loro sorveglianza opponendosi a chiunque apertamente o subdolamente volesse impossessarsene. Generale Piacentini :..

727

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, p. 138)

T. GAB. 3152/1. Parigi, l gennaio 1919, ore 15,45 (per. ore 23). Notizia Echo de Paris non mi era sfuggita ma non te l'avevo segnalata perchè la sapevo assolutamente infondata. Osservo del resto che americani hanno assai scarsamente conoscenza dei progetti del presidente Wilson. Farò

ad ogni modo avvertito Frazier che nostro governo non è in crisi. Ti confermo frattanto che Wilson partirà stasera alle 19 per giungere a Roma dopodomani.

728

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. 4. Roma, l gennaio 1919, ore 20. (Per tutti). Di fronte alle richieste della Romania di essere considerata come alleata e come tale ammessa alla Conferenza della Pace, Governo lflrancese ha risposto per mezzo del Ministro di Francia a, Bucarest essere in linea di massima favorevole se gli Alleati lo erano pure e che Governo francese riteneva che il trattato del 17 agosto 1916 essendo stato abrogato in diritto dal trattato di Bucarest concluso con i nostri nemici, gli alleati potrebbero formulare delle nuove dtchiarazioni che avrebbero come base il trattato del 1916 e terrebbero conto della successiva annessione della Bessarabia e dell'interesse generale e speciale degli Alleati da esaminarsi nei prossimi negoziati. A richiesta dell'Ambasciata di Francia ho risposto che approvavo le vedute del Governo francese e davo istruzioni al Ministro d'Italia a Bucarest di espri

mersi col Governo romeno nel senso del suo collega dl Francia. (Per Bucarest). Prego di agire in conformità di quanto precede.

729

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. PER CORRIERE 3. Roma, l gennaio 1919, OTe 20. Questo rappresentante del Governo dell'Estonia mi ha indirizzato una nota

nella quale si espone la situazione dell'Estonia, e si domanda al Governo italiano di esaminare e far esaminare dai Governi alleati i seguenti punti:

I. Cessazione immediata da parte dei tedeschi di ogni requisizione nell'Estonia, fermo Testando a noi il diritto di richiedere alla Germania la restituzione di tutte le indennità fino ad ora percepite sia in danaro sia in natura.

IL Provvedere di viveri il popolo estone.

III. Restituzione da parte della Germania di tutto quanto il materiale di guerra d'ogni genere preso alle truppe estoni e alle truppe russe in Estonia,

o asportato da piazzeforti o armerie in genere, e il tutto rimesso in buono stato di funzionamento.

IV. Ammissione di una delegazione estone alla Conferenza della Pace per presentare un rapporto sulla situazione attuale del paese ed esporre in pari tempo le legittime rivendicazioni del popolo estone.

Gli ho fatto rispondere che la questione doveva essere esaminata dalla futura Conferenza della Pace cui spettava prendere eventualmente una decisione.

730

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1/1. Parigi, 1 gennaio 1919, ore 20,10 (per. ore 1 deL 2).

Il signor Balfour ha attràversato Parigi per recarsi a Cannes a passarvi qualche giorno in vacanza. Non mi risulta che egli abbia veduto al suo passaggio Pichon.

Ha avuto un colloquio di due ore con House. So che egli ha detto che la sua presenza qui per le conversazioni preliminari della pace non sarà necessaria prima del 12 corrente.

731

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI

T. 3. Roma, 1 gennaio 1919, ore 21.

Mio telegramma n. 1680 (1).

Riassumo ultimi telegrammi R. Ministro all'Aja.

Dopo dichiarazioni fatte alla Camera da Ministro Affari Esteri olandese circa passaggio truppe tedesche attravenso Limburgo e intervista attribuita Ministro Affari Esteri Belgio, stampa olandese ha per la prima volta accennato mire annessionistiche Governo belga mentre prima campagna annessionistica veniva attribuita soltanto a parte stampa belga e voti associazioni e privati.

Nota francese e belga per notificare decisione vettovagliare attraverso Limburgo olandese truppe accantonate lungo il Reno venne presentata soltantll il 27 dicembre mentre Ministro d'Inghilterra senza prevenire suoi colleghi aveva fatto notificazione alcuni giorni prima parlando intenzioni Suo Governo servirsi anche della Schelda per truppe inglesi.

Governo olandese non intendendo sollevare ora questione a tale riguardo, ha risposto limitandosi prendere atto notificazione inglese dicendo che ormai

Olanda considera cessate restrizioni passaggio attraverso suo territorio che erano imposte da stato di guerra. Nella risposta Ministro Affari Esteri si rifiuta ancora una volta ammettere violazione neutralità da parte Governo olandese per passaggio truppe tedesche attraverso Limburgo e dichiara non ammettere principio che domanda passaggio vettovagliamenti fatta da Governo inglese possa essere conseguenza passaggio truppe tedesche.

(l) Pubblicato al n. 581.

732

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 9/13. Valona, l gennaio 1919 (per. il 1).

Riferimento suo n. 1746 (1).

Colonnello Lodi, incaricato fare le comunicazioni indicate nel telegramma cui si risponde, ha trasmesso da Durazzo seguente telegramma. «Per Ministro Affari Esteri. Comunicato membri Governo provvisorio contenuto telegramma

n. 1746 di codesto Ministero. Decisero inviare Roma delegati Nehemet bey Koniza e Gurakuki per fornire necessarie spiegazioni circa costituzione GOverno. Dissero non poter cambiare deliberazioni assemblea, però dichiararono essere decisi non creare in alcun modo imbarazzi ·al Governo italiano e alle autorità militari locali. Sottoscritto si recherà a Roma con suddetti delegati giungendo probabilmente giorno 2 :..

733

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1817. Pera, l gennaio 1919 (per. il 2).

Mio telegramma n. 126 (2).

Seguendo un mio suggerimento fatto a titolo privato, Sublime Porta mi offre inviare Tripoli a disposizione R. Governo, il capitano di Stato Maggiore Ekrem Regeb bey, figlio del famoso Valì di Tripoli coll'incarico di persuadere ufficiali turchi Misurata e altrove di arrendersi a noi.

Prego telegrafarmi se debbo accettare, nel qual caso manderei Capitano col primo mezzo.

Penso che la Sublime Porta desideri sinceramente che gli ufficiali si arrendano e mi sembra non difficile viaggio coincida interesse personale del Capitano col successo della sua miss·ione.

(l) -Pubblicato al n. 694. (2) -Non pubblicato.
734

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3/3. Parigi, 2 gennaio 1919, ore 13,45 (per. ore 20,45). Da quanto ho appreso da persona che avvicina il Presidente Wilson, questi tiene assai a rendere .omaggio, passando. da Genova, alla memoria di Mazzini visitandone la tomba e la casa, allo scopo di fare rilevare che il grande agita

tore italiano fu un precursore delle sue idee sul diritto dei popoli di disporre di sè stessi.

735

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (AO, reg. 5, pp. 144-145)

T. 3159. Roma, 2 gennaio 1919, ore 18,05. Ministro Guerra e Ministro Approvvigionamenti mi informano che per difficoltà finanziarie che finora nonostante ogni sforzo non si sono potute superare sono stati sospesi tutti gli invii di carne congelata in Italia. Fra dieci giorni intero esercito e parte popolazione si troveranno senza carne. Il riprendere i,n vasta scala requisizioni bestiame .provocherebbe gravissimo fermento in tutte le campagne che già si agitano chiedendo che 'Le requisizioni aniJ:!lali siano invece diminuite. Prego perciò V. E. recarsi vedere subito Lord Reading, il quale è stato informato ripetutamente dal Ministro Crespi del gravissimo pericolo che corre esercito e paese italiano per la sospensione degli invii di ·carne che non avrebbe mai dovuto avvenire. Il ministro Crespi non ha potuto parlare con Bonar Law ·come V. E. sa bene perchè Bonar Law fu ammalato e quindi Crespi

si rivolse a Lord Reading che gli promise ripetutamente che · ajvrebbe parlato a Bonar Law e dimostrava comprendere tutta la gravità nostra situazione. Voglia

V. E. far comprendere Governo inglese che ora la situazione è senza uscita. Urge divergere bastimenti frigoriferi da Atlantico su Genova e far giungere subito Genova tutti bastimenti frigoriferi che si trovano Gibilterra o comunque in Mediterraneo telegrafandocene i nomi. Provvederemo immediato sbarco poichè fra pochissimi giorni tutti bastimenti frigoriferi ora sotto scarico avranno sbarcato interi loro quantitativi. Ricordo che si sono ricevute quantità carne molto inferiori alle assegnate e si sono fatte notevoli cancellazioni lane e carne in scatola per ricevere almeno carne congelata. Rispetto questione finanziaria con Inghilterra mentre continuanò negoziati con rappresentante unione ame:dcana devo appoggiare interamente ·criteri esposti a V. E. e a delegato finanziario da ministro Tesoro. È necessario che almeno per gennaio cioè per il minimo occorrente a stabilire desiderati accordi con America e Inghilterra non manchino all'Italia i mezzi per fronteggiare fabbisogno esercito e popolazione e nostre industrie. Risultami che Tesoro americano concedette passaggio a queJlo britannico venti milioni dollari e dò dovrebbe rendere meno tenaci nella loro resistenza gli organi amministrativi di codesta Tesoreria. Prego confermare.

736

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, pp. 147-148)

T. GAB. 3161/16342. ItaLia, 2 gennaio 1919, ore 18,55 (per. ore 21, 15).

La questione della delimitazione della zona d'azione dell'esercito italiano e dell'esercito alleato d'Oriente è tuttora insoluta. Ciò oltre che lasciare prolungare a Fiume una situa,zione estremamente delicata rende assai difficile la esplicazione dell'azione della nostra ,commissione complessiva per l'applicazione delle clausole armistizio. Credesi pertanto necessario tornare a fare appello a

V. E. di un pronto energico passo in argomento presso il Governo francese. Tale interessamento è tanto più necessario della Conferenza di Londra che ora solo questo Comando è venuto a conoscere dalle istruzioni date all'ammiraglio Molà dall'ammiraglio Revel. Le proposte relative a tale delimitazione devono essere sottoposte dal Comando Supremo italiano e dal Comando Esercito alleato Oriente per il trami'te maresciallo Foch ai Governi interessati.

È quindi evidente ,che senza pronto intervento V. E. presso Governo francese la questione verrebbe trascinata per le lunghe con grave danno e risolta da una delle potenze interessate a suo esclusivo vantaggio.

737

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'ALTO COMMISS!ARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. GAB. 8. Roma, 2 gennaio 1919, ore 21,20.

Ambasciata d'Inghilterra informa che avendo generale Franchet deciso di mandare delle truppe a Costantinopoli, Governo inglese è stato di conseguenza obbligato a prendere un analogo provvedimento. Attualmente vi è un battaglione francese a Pera ed un battaglione inglese a Stambul ed il Governo inglese non ha obiezioni a che truppe italiane prendano una ugual parte nell'occupazione (1).

(Per Sforza). Prego comunicare quanto precede al generale Mombelli mentre rinnovo passi a Parigi perchè truppe italiane della 35a Divisione ottengano di andare a Costantinopoli.

(Per Parigi). Prego rinnovare passi perchè siano date a Franchet istruzioni opportune perchè truppe italiane della 35a divisione possano andare a Costantinopoli analogamente a quanto è stato fatto da Francia e Inghilterra.

(l) Con telegramma Gab. 6/1 del 3 gennaio 1919, non pubblicato, Imperiali riferiva che il Foreign Office gli aveva fatto analoga comunicazione.

738

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 22/7. Parigi, 2 gennaio 1919 (per. ib 2).

Telegramma di V. E. n. 1755 (1).

Appena ricevuto telegramma di V. E. n. 1754 (2) conferii con ammiraglio Grassi il quale esclude assolutamente che Governo francese possa voler procedere ad un atto inamichevole come sarebbe cattura navi con nostro salvacondotto. Punto di vista accennato potrebbe essere sostenuto nelle conferenze fra rappresentanti Governi alleati, ma non applicate di autorità da uno di essi senza nemmeno farne oggetto di previa notificazione. Benchè io divida pienamente opinione

R. Addetto navale, corroborata anche dalle ampie recenti dichiarazioni amichevoli dell'Ammiraglio De Bon riferite con mio telegramma n. 961 (3), ho con tutto dò pregato Grassi di indagare colle debite cautele. Egli approfittò delle visite di .capo d'anno che fece ieri al Min:istro Mar.ina ed al Capo Stato Maggiore ed ebbe dalle conversazioni avute piena conferma della sua impressione che l'intenzione attribuita al Governo francese non sia conforme al vero. Entrambi i suoi inte:r'locutori che vide separatamente, gli dLssero abbondantemente che ora in Adriatico funzionava egregiamente consiglio 4 ammiragli e che non si •presentava alcun motivo dissenso. Ammiraglio De Bon aggiunse anche avere mandato istruzioni che si limitasse per quanto è possibile requisizione di piroscafi austro-ungarici.

In tali condizioni, e pur pregando V. E. comunicarmi immediatamente qualsiasi indizio di conferma notizia pervenutale, non credo sarebbe opportuno farne oggetto di una mia pratica diretta. Ciò per il modo stesso onde notizia ci è pervenuta e per evitare il pericolo di presentare lamenti .infondati che nuocerebbero a quelli fondati dei quali non ci manca in passato, e pur troppo non mancherà nemmeno in avvenire, l'occasione.

739

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 27/10. Londra, 2 gennaio 1919 (per. il 3).

Seguito 1769 (4).

Nostro delegato prega fargli conoscere d'urgenza decisione presa dal R. Governo .circa rappresentante 'italiano in Comitato Helsingfors. Importazione viveri e ripresa ·commerciale ·con Finlandia sono subordinate a controllo di Comitato interalleato. Governo inglese e delegato americano premono perchè

costituzione Comitato avvenga rapidamente. A meno che non volessimo che rappresentanza nostri ·interessi fosse delegata ad altri rappresentanti alleati, costituzione Comitato non è possibile finchè Delegato italiano non sia nominato e giunto in Finlandia. Naturalmente mancanza Delegato italiano ci sarebbe politicamente e economicamente dannosa (1).

(l) -Pubblicato al n. 718. (2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 692. (4) -Non pubblicato. Esso informava Sonnino, in data 18 dicembre 1918, che il comitato interalleato di blocco aveva discusso la possibilità di riprendere il commercio con la Finlandia e deciso che i consoli alleati in Helsingfors costituissero un comitato di controllo sulle lineé di quelli già stabiliti nei paesi neutrali dell'Europa settentrionale.
740

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. l. Belgrado, 2 gennaio 1919 (per. ore 13,40 del 5) (2).

Facendo seguito al mio telegramma Gab. n. 102 (3).

Ho intrattenuto stamane maresciallo Michich, Capo di Stato Maggiore Generale sull'incidente di Sirevich. Egli ha riconosciuto pieno diritto delle truppe italiane di occupare detta località che si trova entro limite fissato dall'armistizio ha dichiarato che truppe serbe che si trovavano colà avevano ricevuto ordine di ritirarsi qualora fossero giunte truppe italiane e che infatti nessun conflitto era avvenuto fra truppe italiane e serbe; se italiani furono fatti segno a fucilate lo furono da parte della popolazione locale. Dichiarai al Maresciallo che non avevo ancora alcuna notizia da parte italiana, ma che pur ammettendo completamente la sua versione, dovevo deplorare il fatto che l'unico luogo in Dalmazia in cui truppe italiane avevano trovato resistenza armata fosse un villaggio abbandonato in quel momento dalle truppe serbe; accennai all'opera di eccitmnento che queste avevano potuto compiere ed a possibilità che comitagi serbi fossero rimasti nel villaggio; ne trassi infine argomento per ·insistere sulla colpabilità del ·Comandante serbo di Spalato che fin da prima dell'incidente aveva dimostrato la sua ostilità verso l'Italia e insistetti per una inchiesta sul conto suo.

n Maresciallo mi disse che avrebbe dato ordine in proposito all'Armata da cui comandante dipende e mi assicurò di aver rinnovato istruzioni alle truppe serbe di non ostacolare occupazione italiana entro i limiti fissati dall'armistizio.

741

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. (4). Belgrado, 2 gennaio 1919 (per ore 14,50 del 5) (5).

Mi risulta che questo Governo prepara una protesta contro l'occupazione militare del Montenegro da parte degli Alleati.

(l) -Con successivo telegramma dello stesso giorno, non pubblicato, Imperiali informava che il ministro del blocco britannico aveva lungamente intrattenuto il rappresentante italiano, Giannini, in seno al comitato di blocco, per sollecitare la formazione del comitato interalleato di Helsingfors • per ragioni politiche e commerciali •. . (2) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco Dolfini, che lo trasmise, il 4 gennaio1919, al ministero, con n. Gab. 6. (3) -Pubblicato al n. 723. (4) -Manca il numero di protocollo. (5) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, il 5 gennaio 1919, al ministero con n. Gab. 7.
742

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, B,ADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 9/97. Italia, 3 gennaio 1919, ore 11 (per. ore 14 del 4).

Proviene Comando Supremo Ufficio Operazioni. Riferimento suo telegram

ma n. 4165 (l) del 29 dicembre.

Informasi che 35" divisione è precisamente in grado di fornire contingente per Costantinopoli, sia nella misura indicata dall'Alto Commissario, sia anche in misura maggiore. Attendonsi però sempre decisioni del Consiglio di Ver.sailles. Generale Franchet ha trasmesso nostre richieste.

743

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 154-155)

T. 3169/29. Londra, 3 gennaio 1919, ore 20,55 (per. ore 10,30 del 4).

Lord Reading trovasi in cam,pagna e non tornerà che prossima settimana. Riservomi pertanto vederlo appena possibile. Dubito però sino prova contraria effi.cacia suo intervento difficoltà per carne congelata originando esclusivamente da insolute controversie col Tesoro il quale è irremovibile nel contegno assunto. Secondo risulta da lettera proprio ora scritta da Keynes a Ceresa, Cancelliere dello Scacchiere per motivi già esposti nella lettera recentemente direttami (mio telegramma n. 18045 (l) al Ministro degli Esteri) esprime rincrescimento per impossibilità in cui trovasi Tesoro britannico di addossarsi onere declinato da quello americano.

Lasciando al R. Governo di :prospettare se lo creda opportuno al Presidente situazione pericolosissima in cui ci ha posto Crosby con soppressione credito dieci milioni e peggio ancora con dichiarazione fatta a questo Tesoro {vedere precitato mio telegramma) aggiungerò che Bonar Law verosimilmente lascierà presto direzione Tesoro. Qualora seèondo si vocifera successore debba essere Chamberlain ricomincerò presso di lui vivissime insistenze profittando cordialità nostre relazioni personali e sue simpatie per l'Italia. Mutamento Cancelliere dello Scacchiere non ha disgraziatamente per conseguenza quello dei consulenti tecnici primo e sopratutto Keynes.

744

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, B,ADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 23/16410. Italia, 3 gennaio 1919, ore 21,30 (per. ore 23,40).

Riferimento telegramma n. 16342 del 1° corrente (2) di questo Comando. Comunicasi che avendo .incaricato generale Calcagno ufficiale collegamento presso

26 -Documenti diplomatici · Serie VI -Vol. l.

Comando Generale del maresciallo Foch di richiedere a maresciallo Foch a qual punto fosse definizione nota linea demarcazione zona azione eserdto italiano e eserciti alleati Oriente, si è ricevuta 'seguente risposta:

«Maresciallo Foch mi dice che dopo esame dei progetti inviati Diaz e generale Franchet d'Esperey egli ha presentato in data 22 dicembre le sue proposte a~ Governo francese pregandolo di sottoporle alla decisione dei Governi alleati, in ·conformità alla deliberazione di Londra del 3 dicembre».

Nel comunicare quanto precede si segnala nuovamente a V. E. l'urgenza di definire tale importantissima questione e necessità intervento personale di V. E.

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 736 con data del 2 gennaio.
745

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 33/10. Parigi, 3 gennaio 1919 (per. il 3).

Telegramma di V. E. n. 1632 (1).

Pichon mi ha fatto rimettere oggi testo istruzioni all'Ambasciatore a Madrid conformemente dec-isioni prese 21 dicembre scorso da Delegati quattro Governi associati e approvate da presidente Wilson. Dette istruzioni ;precisano condizioni dei Ministri passo da fa,rsi presso Governo Spagnuolo tendente ottenere consegna agli alleati delle navi mercantili austro ungariche che si trovano nei porti spagnuoli. Pichon mi chiede in pari tempo di pregare V. E. provocare invio immediato a R. Ambasciatore a Madrid di identiche ·Istruzioni. Invio per posta oggi stesso copia istruzioni francesi.

746

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 34/13. Parigi, 3 gennaio 1919 (per. il 4). Telegramma di V. E. n. 1751 (2). Questo Governo ha risposto al Ministro di Svizzera insistendo sugli incon

venienti di ogni genere che presenterebbe il proposto inizio di rapporti diretti.

747

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 36/24. Londra, 3 gennaio 1919 (per. il 4).

Odierno Manchester Guardian ha .pubblicato vibrata lettera di Giorgio Trevelyan il quale a proposito noti articoli Evans ha stigmatiz.zato in termini molto chiari assurdo ingiusto linguaggio di alcuni giornali inglesi a riguardo Italia

in relazione controversia jugoslava. Sarei indotto a ritenere che alla dec'isione di Trevelyan non siano estranee del tutto a:lcune mie recenti vivaci osservazioni a proposito contegno finora indifferente della Lega anglo-italiana.

Stesso giornale pubblica articolo di fondo circa politica italiana inspirato consuete direttive.

(l) -Pubblicato al n. 522. (2) -Pubblicato al n. 706.
748

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 38/25. Londra, 3 gennaio 1919 (per. il 4). Conte Levi Bianchini ha da fonte autorevole e sicura appreso quanto segue: nel caso in cui conferenza decida affidare Inghilterra mandato di tutela della Palestina sarebbe intenzione inglese di domandare extraterritorialità ed inter

nazionalizzazione Luoghi Santi, con un consiglio a ,capo del quale si preferirebbe un italiano ad un francese.

749

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 39/19. Costantinopoli, 3 gennaio 1919 (per. iL 4). Tele,gramma di V. E. n. 1713 (1). Per dò che ·Concerne transito attraverso le acque turche nè io nè i miei due colleghi vediamo obiezione ripresa traffi.co coi porti russi. Per ciò che

concerne ,situazione nei porti stessi il controllo mi sembra sicuro solo ad Odessa e Batum ove sono forze Alleati.

750

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

.T. 42/6. Stoccolma, 3 gennaio 1919 (per. il 4). Questa Delegazione estonica mi ha rimesso la seguente comunicazione proveniente dal Consiglio Nazionale estonico e diretta al R. Governo: «Consiglio Nazionale dell'Estonia, ,che attualmente detiene l'autorità suprema Estonia, nel riunirsi nelle circostanze tragiche in cui le bande russe bolscevichi invadono il Paese e vi spargono depredamenti e le stragi, si affretta esprimere la sua profonda riconoscenza al R. Governo italiano, rappresentante l'eroica Nazione italiana, la cui lotta per la liberazione di tutti i popoli e per la sconfitta del militarismo tedesco è finita con una brillante vittoria che schiude anche al popolo estonico la via dell'indipendenza nazionale. Il popolo estonico riconosce che la potente Italia non gli neghe,rà il suo aiuto in questo momento e lo aiuterà nella lotta per la indipendenza e per la libertà democratica».

Kull mi ha detto che il Governo estonico .spera di costituire in Svezia un corpo di due o tremila volontari comandati da uffidali e sottufficiali svedesi e perfettamente armati ed equipaggiati. Perciò, è necessaria una soesa di due milioni di corone svedesi che mancano attualmente e che Governo estonico prega istantemente di volergli anticipare.

Finlandia ha già anticipato all'Estonia dieci milioni di marchi finlandesi e sarebbe disposta a prestarne altrettanti ma domanda in cambio una certa quantità di patate che Estonia non .può fornire in questo momento essendo Paese mezzo invaso dai bolscevichi.

A capo del corpo dei volontari da reclutare in Svezia si penserebbe mettere generale svedese Hjalmarson che fu già capo della gendarmeria persiana ed ha poi partecipato con Mannerheim alla guerra civile finlandese.

(l) Pubblicato al n. 638.

751

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 56/1. Stoccolma, 3 gennaio 1919 (per. U 5). Le rivendicazioni svedesi sulle isole Aland si appoggiano a ragioni storiche ed etnografiche così serie da sembrarmi impossibile Italia, la quale ha costruito tutta la sua politica di guerra sulla stessa base, possa rifiutare loro almeno una manifestazione di simpatia platonica; tale manifestazione ,potrebbe essere accompagnata da riserve giustificate dal desiderio di procedere di conserva cogli alleati e daUa necessità di risolvere questione Aland in modo da non urtare FinLandia, e ciò nell'interesse stesso dei buoni rapporti fra Finlandia e Svezia. Una ·tale linea di condotta non mi sembra potere presentare :inconvenienti e produrrebbe buona impressione qua dove opinione pubblica concorda desiderio annessione. Conosco questione Aland in tutti i dettagli, ne ho parlato a fondo con Mannerheim e con tutte le personalità svedesi più in vista e riterrei opportuno che V. E. prima di prendere qualsiasi impegno in proposito mi permettesse di esporgliela. Ove V. E. non potesse attendere che io riferisca a voce (ciò che conto possa Cl!Vvenire fra circa un mese) procurerei di farlo telegraficamente. Ricordo ad ogni buon fine che il recente passo di Bi:ldt era stato

da me preannunziato a V. E. fino dal novembre scorso col mio telegramma 629 (1).

752

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 47/20. Costantinopoli, 3 gennaio 1919 (per. il 5). Patriarcato ecumenico chiesto appoggio all'Alto Commissario inglese per

facilitare ritorno alla costa dei greci internati che esso computa 300 mila superstiti. Secondo il patriarcato 200 mila sarebbero già morti di stenti. Calthorpe

ha promesso inviare qualche ufficiale sul luogo ed in una riunione odiema ha ·chiesto al collega francese ed a me se vogliamo mandare pure degli ufficiali. Ho dichiarato che saremmo lieti di cooperare al ritorno di quelle infelici popolazioni, ma che temevo data la mancanza dei mezzi di comunicazione, che gli Alleati, inviando degli ufficiali, mostrassero progettare un aiuto che in realtà non è materialmente in potere loro. Alto Commissario francese ha dichiarato riferirebbe Parigi e che pur trovando giusta la mia osservazione pensava che qualche ufficiale sarebbe utile per informazioni ed inchieste. Se la missione prende carattere collettivo ed umanitario mi parrebbe interesse nostro di parteciparvl.

(l) Pubblicato al n. 234.

753

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 60/24. Costantinopoli, 3 gennaio 1919 (per. H 5).

Telegramma di V. E. n. 1729 (1).

Io stesso ero così convinto della necessità di sollevare qui la questione

delle capitolazioni che nel mese scorso proposi ai miei due colleghi l'invio

alla Sublime Porta della nota collettiva seguente: «Les Hauts Commissaires

des trois Puissances alliées estiment nécessaire de rappeler à la Sublime Porte

que leurs Gouvernements considèrent comme illégaux tous les actes de toute

espèce, qui ont découlé de la décision arbitraire et unilatérale, prise par les

Gouvernants ottomans en 1915, d'abrog,er le régime capi:tulaire et maintiennent

intégralement le point de vue qui fut énoncé par les Ambassadeurs de France,

Grande Bretagne et Italie dans leur note identique du 10 septembre 1914. Afin

de ne pas augmenter encore la liste des dommages portés aux ressortissants bri

tanniques, français et italiens et dont le contròle sera poursuivi en son temps, les

trois Hauts Commissaires prient vivement la Sublime Porte de vouloir bien

donner d'urgence instructions les plus formelles aux Administrations de l'Etat

afin qu'elles cessent d'appliquer aux suj.ets de l'Entente les mesures qui doivent

leurs origines des lois, décrets et règlements substitués au régime capitulaire

depuis 1914, par une procédure violente que le Gouvernement actuel est cer

tainement le premier à repousser ». Alto Commissario francese trovò dapprima

che il mio progetto doveva completarsi con proposte positive; dopo molti giorni

di studio venne riconosciuto in una nostra riunione con lo stesso che niente

può nell'attuale periodo .transitorio venire cambiato al mio progetto e ne sol

leciterà l'adozione al collega inglese il quale, sempre alieno da iniziative che

escano dal quadro dell'armistizio ha chiesto istruzioni a Londra. Stimerei ur

gente che V. E. raccomandasse Londra. Credo che una richiesta analoga sarà

fatta colà da Parigi. Inviata la nota collettiva ci sarà facile imporre in pratica

degli organi positivi da sostituire all'antico intervento dragomanni e nel campo

giudiziario ed amministrativo.

{l) Pubblicato al n. 665.

754

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2. Belgrado, 3 gennaio 1919 (per. l'8) (1).

Telegramma di V. E. n. 1726 (2).

Ho richiamato attenzione di questo Ministro aggiunto degli Affari Esteri su situazione nelle regioni dell'Albania occupate dai serbi ai sensi delle istruzioni contenute nel citato telegramma di V. E. Gavrilovic mi ha dichiarato che ne aveva intrattenuto Ministro della Guerra e mi ha chiesto se in caso truppe serbe fossero ritirate Italia potrebbe garantirsi sicurezza e tranquillità sulla frontiera serba. Ho risposto affermativamente aggiungendo che a mio avviso il ritiro delle truppe serbe avrebbe eliminato ogni causa di malcontento e di agitazione fra le popolazioni albanesi di confine.

Dall'insieme conversazioni avute in questi ultimi tempi con uomini politici serbi ho potuto rilevare un minore interesse per l'Albania. L'arrivo qui di Essad pascià non sarebbe stato sollecitato da questo Governo e pare avere anzi prodotto un certo disagio. Mi si dice egH proseguirà per Parigi, via Vienna Svizzera. Questo Ministro di Francia, col quale Essad ha avuto diversi colloqui, ha tenuto a dichiararmi di averlo sconsigliato da qualsiasi avventura, aggiungendomi Francia aveva ritirato il suo rappresentante presso di lui. Sono anche giunti qui in questi giorni e .sono stati ricevuti al Ministero Affari Esteri alcuni albanesi del partito «nazionalista» già austriacanti, provenienti dall'America. Essi sollecitano ora l'appoggio jugoslavo contro Italia e vantano un accordo che avrebbero raggiunto colla Grecia e l'influenza del loro partito in America. Non mi risulta che a Belgrado abbiano trovato particolari incoraggiamenti. Essi si recheranno da un giorno all'altro a Zagabria e indi proseguiranno Parigi.

755

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 111/2. Parigi, 3 gennaio 1919 (per. il 9).

Giusta le istruzioni di cui nel telegramma di V. E. n. 1438 (3) del 20 novembre u. s., ho interessato questo Governo a farmi conoscere il suo pensiero sulla questione di sapere ,se non sarebbe il caso d'introdurre nel trattato: di pace una clausola per stabilire che le proprietà dei cittadini dell'Intesa nei paesi nemici devono essere esenti da ogni contributo speciale ,per il pagamento delle indennità di guerra.

Questo Ministero degli Affari Esteri mi risponde ora che il Governo francese condivide intieramente tale maniera di vedere. Esso aggiunge che occorre tuttavia notare che le clausole relative all'esenzione delle contribuzioni e delle

imposte di guerra non avevano impedito alla Germania, ne.gli anni precedenti alla guerra, di far sopportare ai sudditi stranieri le imposte rese necessarie dai suoi armamenti.

Converrà specificare nettamente che i sudditi alleati non potranno essere, in ciò ·che concerne le loro persone, e i loro beni, l'esercizio del loro commercio, della loro industria o della loro professione, sottoposti ad alcuna imposta, tassa

o contributo di guerra o d'altro, che avrebbero per risultato di far loro sopportare in quals'iasi modo ed in qualsiasi misura una parte delle indennità o riparazioni dovute alle Potenze alleate od associate per cause della presente guerra.

(l) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, il 6 gennaio 1919, al ministero, con n. 91/15. (2) -Pubblicato al n. 659. (3) -Pubblicato al n. 244.
756

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 140/6. Parigi, 3 gennaio 1919 (per L'11).

Telegramma di V. E. n. 1606 dell'8 dicembre 1918 (1).

Non ho mancato di informare a suo tempo il signor Pichon del contenuto del telegramma precitato, enunciando anche gli apprezzamenti dell'E. V. Egli mi ha risposto oggi con una nota del se.guente tenore: «Par une note du 15 décembre, l'Ambassade de l'ltalie a fait savoir au

Ministère des Affaires Etrangères que le Général .PiaJcentini avait, srur [a demande du colonel de Fourtou, commandant la base de Scutari, rpris des mesures pour empecher la réunion à Alessio d'un ensemble de Délégués du Goruvernement provisoire de l'Albanie avec Scutari comme capitale.

En mème temps, le Gouvernement italien exprimait l'avis que le mouvement dont il •S'agit pouvait etre la conséquence d'un esprit de réaction qui se serait fait jour à Scutari par suite du changement du Gouvernement local effectué par l'initiative du Colone! de Fourtou qui ne 'se serait pas conformé aux principes d'abstention dans les affaires intérieures albanaises.

En réponse, M. Pichon a l'honneur de faire savoir à M. le Comte Bonin qu'au moment où le Colone! de Fourtou est arrivé à Scutari, il régnait dans cette ville une agitation sérieuse.

Le 23 novembre, le Colone! de Fourtou à .rétabli l'administration de la ville de Scutari telle qu'elle existait avant la guerre.

Cet acte est conforme à la décision qui a été prise :par iles Gouvernements alliés de rétablir à Scutari le régime international efllectué par la Conférence de Londres jusqu'au moment où le sort de cette ville sera réglé ;par le Congrès de la Paix.

Les allégations concernant l'attitude du Colonel de Fou:rtou sont donc sans ·fondement.

D'ailleurs, d'après les informations parvenues au Gouvernement frança'is l'attitude du Colonei de Fourtou a eu pour effet ,de rétablir le calme parmi la population de Scutari ».

(l) Pubblicato al n. 492.

757

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 175/1. Pera, 3 gennaio 1919 (per il 13) (1). Telegramma di V. E. n. 20512 (2). Con~ermo il mio telegramma n. 70 (2). Forze terrestri tra i Dardanelli ed il Bosforo comprendono una divisione inglese ed una francese più servizi ausiliari ed il personale Comando in Capo; forza numerica in progressivo aumento, consiste oggi complessivamente circa 18 mila, dei quali probabilmente terza parte in Costantinopoli ove inglesi hanno truppe scelte ed uno speciale battaglione scozzese e cavalleria. Lo stesso Wilson mi ha detto ciò avere scopo propaganda. Per analoghe considerazioni confermo grande opportunità invio qui sia pure poca truppa, ma scelta, per esempio ber

saglieri e cavalleria dall'Italia se il generale Franchet continua ad agire come se gli ordini di Parigi sono dati non per essere eseguiti ma per farci pazientare.

758

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI (3)

T. GAB. 10. Roma, 4 gennaio 1919, ore 13. Ministero della Marina mi comunica seguente telegramma: «Nibbio radiotelegrafa n. 77. Ieri sera iniziata ribellione Montenegro. Prime notizie migliaio armati combatte vie Cettigne. Comando Serbo Cattaro invia Tinforzi. Comando francese d'accordo serbi invia ora 100 uomini legione Montenegrina Raccordovic con divisa francese. Truppa legione Montenegrina francese giunge da Ragusa. Necessità subito azione stampa e diplomazia contro attitudine Francia. Necessità urgente intervento interalleati ma non sotto comando francese. Baldacci». Ritengo conveniente che Commissione Ammiragli ,rivolga sua attenzione

anche a situazione in Montenegro. Prego fare analoghi passi presso codesto Governo e telegrafarmi.

759

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7/8. Parigi, 4 gennaio 1919, ore 21 (per. ore 7,30 del 5). Pichon mi disse stasera che quantunque Wilson abbia esoresso desiderio che conferenze preliminari si inizino il 13, egli ritiene assai difficile che comin

cino prima del 15, dovendo Wilson al ritorno dall'Italia recarsi in Belgio e nelle provincie devastate.

varie parti indecifrabili, dovette essere ritrasmesso.

(l) II telegramma risulta pervenuto il giorno 13 perchè, giunto una prima volta con

(2) -Non pubblicato. (3) -Il telegramma fu trasmesso anche a Thaon di Revel.
760

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, E A LONDRA, IMPERIALI

T. 14. Roma, 4 gennaio 1919, ore 22. Generale Piacentini ha telegrafato quanto segue: « Commodoro inglese Kelly ha parlato con .generale Carlxme a Cattaro dopo aver conferito con Generale francese il quale avevagli dipinto situazione Montenegro come tranquilla e in tutto favorevole ai serbi aggiungendo che occupazione alleata non era quindi necessaria. Carbone espresse al Commodoro parere contrario ma non crede averlo convinto». Notizie già pervenute da altra fonte confermano parere generale Carbone. Insurrezione Montenegro scoppiata 2 corrente, insorti chiedono occupazione Alleati con esclusione serbi onde mettere paese in condizione decidere libera.mente propria sorte. Essi smentiscono voce sparsa da francesi circa epidemia tifo·

in Montenegro ed affermano che con ciò si spera evitare avanzata truppe alleate su Cettigne.

761

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN LONGARE, E ALVINCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 15. Roma, 4 gennaio 1919, ore 23. Comunico per notizia seguente telegramma da Gerusalemme del signor Artom che sostituisce temporaneamente il comandante Levi Bianchini quale rappresentante della comunità israelitica italiana nell'organizzazione sionista: «Nella 'conferenza generale ebrei di tutta Palestina tenutasi dal 20 al 23 dicembre furono eletti all'unanimità come rappresentanti alla Conferenza della Pace dott. Weitzmann e Sokdloff. Inoltre furono destgnati cinque delegati quasi tutti russi per recarsi Inghilterra alla .conferenza sionista interalleati quali consiglieri assistenti dott. Weitzmann. Le proposte principali votate sono le seguenti: l) Conferenza della Pace dichiari la Palestina territorio ebraico; 2) Gran Bretagna sia designata alla Conferenza della Pa•ce quale mandataria fiduciaria della Palestina. Tendenza

movimento palestinese vieppiù favorevole Inghilterra». (Solo per Parigi). Prego darne comunicazione anche a Levi Bianchini.

762

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 45/6. Il Cairo, 4 gennaio 1919 (per. il 5). Da diverse parti mi è giunta voce che Inghilterra stia preparando una

spedizione militare in Abissinia profittando stato di disordine colà esistente e che essa favorirebbe sottomano per giustificare tale azione.

Vero scopo sarebbe definire questione acque ed impadronirsi ricchi giacimenti petroliferi.

Pare che delle truppe siano state già mandate nel Sudan.

Benchè sia oltremodo difficile controllare esattezza tali informazioni e conoscere vere intenzioni autorità brit·anniche pure se si esamina situazione dal punto di vista militare e si tiene conto della impronta imperiale della politica inglese in Oriente è da supporre ·che Inghilterra !liudichi il momento opportuno per risolvere anche questa questione.

Mio collega America ritiene probabile detta azione militare in Abissinia e ne ha informato Washington.

763

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 46/107. Valona, 4 gennaio 1919 (per. H 5).

Per doverosa informazione comunico seguente telegramma pervenuto dal Comando 35a divisione.

«Nostro Ufficiale collegamento presso Armata serba informa che è giunto a Belgrado Essad pascià, il quale si è messo subito in relazione con i circoli politici e il nuovo Governo jugoslavo da cui riceve speciali segn'i di simpatia.

La sua venuta e attività sono sintomatiche in questo momento in cui aspirazioni serbe si estendono anche in Albania e dopo recenti dichiarazioni fatte dal Protic, nelle quali non solo si consiglia all'Italia disinteressarsi della questione albanese, ma ci si contesta anche il diritto al possesso Valona. Firmato Genel'aie Freri ~.

764

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 52/4. Atene, 4 gennaio 1919 (per. il 5). Questo Incaricato d'Affari di Serbia ha inviato in data 2 corrente al Governo ellenico una nota colla quale comunica che in conformità decisione presa dal Comitato centrale del Consiglio nazionale di Zagabria è .stata proclamata la r~unione in un solo Stato di tutti: i popoli serbi, croati, sloveni dell'•antica monarchia austro-ungarica col regno di Serbia. Comunica inoltre, che in seguito decisioni assemblea nazionale Montenegro del 26 novembre Re Nicola e la sua dinastia sono .stati dichiarati decaduti dai diritti al trono e Montenegro viene riunito a'lla Serbia sotto i Karageorgevich.

Incaricato d'Affari di Serbia avendomi comunicato copia di tale nota, prego telegrafarmi quale ·ac-coglienza debba farvi.

765

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 82/2. Arcangelo, 4 gennaio 1919 (per. H 6). Una operazione militare di una certa importanza preparata già da tempo intrapresa pochi giorni fa sul fronte della ferrovia verso Vologda, avente come obbiettivo la occupazione di Pletzscaia e conseguente raccorciamento fronte, si è svolta nel modo seguente: Prendevano parte azione offensiva reparti americani (in maggioranza) un reparto francese uno russo e pochi soldati inglesi. Americani attaccarono fiaccamente, francesi dimostrarono poca voglia battersi, parte reparto russo passò dal lato dei massimalisti. Secondo piano prestabilito ed intese corse al momento offensiva popolazione di Pletzscaia doveva rivoltarsi e scacciare bolscevichi ma rivolta non ebbe luogo. In tali condizioni generale Ironside, comandante in ·capo forze interalleate che si era recato sul !POSto a dirigere operazioni, visto che offensiva aveva scarsa probabilità, ordinò immediato arresto operazioni. Tale risultato negativo conferma impressione generale che qui si ha sulla situazione e cioè: ben poco si può contare sui russi com~ soldati combattenti. La ricostruzione esercito sulla base servizio obbligatorio e la chiamata alle armi vecchie classi dà cattivo risultato, perchè ·fa ritornare in servizio quegli stessi elementi che composero antico esercito, demoralizzati poi dalla rivoluzione ed infetti massime inoculate ugualmente nelle popolazioni civili .stanche esaurite terrorizzate dai metodi feroci di repressione adoperati dai massimaHsti ed alquanto sfìduciati azione degli Alleati che giudicano lenta ed incerta. Infine poi sic-come ho .già segnalato a V. E. dopo conclusione armistizio in generale anche truppe alleate dimostrano poco entusiasmo per continuazione di questa ·campagna perchè non sanno ancora a quale fine e contro chi combattono visto che Potenze centrali sono battute, pace quasi conclusa ed altri scopi non sono loro annunziati. Da parte nemki all'opposto un'attivissima propaganda massimalista al fronte insinua che truppe alleate sono inviate

in Russia a combattere Governo dei soviet per togliere al proletariato quella Hbertà e quelle rivendicazioni sociali che si sono conquistate con tanti sacrifici.

766

L'ADDETTO MILITARE A SOFIA, WINKELS, AL MINISTRO DELLA GUERRA, ZUPELLI (l)

T. 183/128. Sofia, 4 gennaio 1919 (per. il 6). Seri tafferugli fra bulgari e greci a Varna e Filippopoli sono chiara conferma della azione propaganda provocatrice di questa missione greca, cui capo, colonnello Rucaraki, scorazza territorio città bulgare. D'accordo col barone Aliotti

ho rappresentato al generale Chrétien necessità impedire ulteriori .... [manc,a] causa eccitazione sentimento bulgaro, aggiungendo che nostro Commissario non

potrebbe disinteressarsi di disposizioni anche militari che avessero ripercussione con pacificazione Bulgaria e rapporti fra Stati Balcani ed eventualmente necessario intervento nostre truppe di occupazione. Generale ha promesso frenare colonnello greco. Ha affermato egli solo giudice se,condo ordine di generale Franchet di qualsiasi questione militare interalleata in Bulgaria, come pure di fare eventualmente entrare truppe greche o serbe in territorio bulgaro.

Nonostante mie rispettose rimostranze in favore della tranquillità in Bulgaria, egli mi ha detto che rimanenti truppe greche 4° Corpo, rientrando da ... [manca] attraverseranno ferrovia Bulgaria via ... [manca] Varna; inoltre che divisione greca ora a Pirot sarà sostituita divisione serba ed attraverserà territorio Bulgaria passando per ... [manca]. Mie proteste diverso itinerario evi;.. tando territorio bulgaro sono state respinte. Di fronte a serio contegno intera nazione bulgara che dimostra fare ogni sforzo per ... [manca] Intesa, simile fatto e disposizioni rappresentano vera provocazione, verosimilmente inspirata da scopo ostile alla Bulgaria e dannoso ed ostile all'Italia. Rappres,enta assoluta necessità che anche nelle cose militari Italia si svincoli qui dalla opprimente dannosa soggezione francese e che posto del generale Franchet, o almeno del generale Chrétien, sia preso da generale italiano.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche a Sonnino.

767

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 112/7. Parigi, 4 gennaio 1919 (per. il 9).

In risposta al passo da me fatto, giusta le istruzioni contenute nel tele

gramma dell'E. V. n. 1663 (l) del 15 dicembre 1918, questo Ministero degli

Affari Esteri mi ha risposto con una nota del seguente tenore:

« Par une note du 29 Décembre, l'Ambassade d'Italie a bien voulu faire

savoir au Ministère des Affaires Etrangères que le Gouvernement Royal avait

invité son Ministre à Copenhague à se joindre à ses ccillègues français et britan

nique pour engager le Gouvernement danois à demander officiellement aux

AHiés de somnettre la question du Sleswig à la Conférence de la Paix.

« L'Ambassade d'Italie exprimait en outre le désir que le Gouvernement

italien fut prévenu des démarches prescrites aux représentants français auprès

des Gouvernements étrangers en ce qui concerne les questions devant ètre

soumises à la Conférence.

En réponse à ,cette dernière suggestion, le Ministère des Affaires Etrangères

a l'honneur de faire savoir à l'Ambassade d'Italie que les instructions adressées

au Ministre de France en Danemark ont été communiquées le mème jour aux

Ambassadeurs de France à Rome, à Londres et auprès du Gouvernement amé

ricain. Le Gouvernement français continuera, par la mème voie, à concerter

son action avec les Gouvernements alliés dans tous les cas analogues ».

(l) Non pubblicato.

768

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 17l 13. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 14,50 (per. ore 4,50 del 6).

I giornali che ricevono l'inspirazione jugoslava continuando ad annunziare l'imminente venuta a Parigi del Principe Alessandro di Serhia, ne ,parlai ieri sera con Pichon il quale mi rispose nuovamente che non ne sapeva nulla, che del resto era impossibile ricevere ora ufficialmente quella visita, appartamento del Quai d'Orsay dovendo essere messo a disposizione della Conferenza. Il Principe avrebbe dovuto alloggiare all'albergo o alla sua Legazione. Notai ancora una volta l'intenzione tutt'altro che benevola al Principe nelle parole del Ministro degli: Affari Esteri. Siccome d'altra parte è innegabile che tendenze generali della politica francese son favorevoli alla Serbia mi chiedo se non si tratti di una certa avversione alla persona del Principe o alla dinastia. Pichon mi disse fra l'altro che il Principe Alessandro si dimostrava molto irritato contro il Governo francese per la sua eccessiva condiscendenza verso l'ItaUa!

769

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, , AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 18/11. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 14,50 (per. ore 11,15 del 6).

Pichon aveva ricevuto ieri poco prima della mia visita una nota dell'Ambasciata inglese con la quale il Governo britannico invita Alleati mettersi in rapporti con vari Governi di fatto esistenti in Russia per esortarli ad intendersi fra di loro e cessare ·lotta fratr1cida. Skcome fra questi governi nota inglese comprende anche i bolscevichi, Pichon se ne mostrava molto annoiato dicendo che era impossibile entl'are come che sia in rapporti con essi.

770

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 16/10. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 14,50 (per. ore 7 del 6).

Telegramma di V. E. n. 8 (2).

Mi ,sono recato ieri da Pichon per riparlal'g1i dell'invio di noSitre truppe a Costantinopoli. Egli mi rispose che credeva questione .già risoluta secondo nostri desideri, istruzioni conformi essendo già state mandate ,al Comando dell'Esercito d'Oriente. Gli feci osservare come tali 'istruzionj delle quali già altre volte aveva parlato fossero state bensì inviate ma non av·evano ottenuto fin qui alcun effetto e che pertanto conveniva rinnovarle. Pichon mi disse che ciò proveniva forse daUa circostanza ·che telegrammi per l'Oriente impiegavano talora quindici giorni a giungere a destina~ione a cagione del pessimo stato delle linee telegrafiche che furono già in mano dei tedeschi. Gli osservai che non avevo nessun motivo

di mettere in dubbio spiegazioni del ritardo che egli attribuiva a difficoltà di ordine tecnico, ma che a titolo puramente ·COnfidenziale ed amichevole mi permettevo di accennargli anche dubbio che H generale Franchet non ci fosse benevolo e ci ponesse cattiva volontà. Richiamai a questo proposito la sua attenzione sopra un telegramma che quel Generale avrebbe inviato ai primi di dicembre al Comitato jugoslavo di Zagabria e che fu pubblicato da questo bollettino di propaganda jugoslava. In esso il generale Franchet saluta entusiasticamente Comitato e la nuova armata di terra e di «mare». Pichon mi disse, come mi aspettavo, che non ~veva •conoscenza di quel telegramma, ma aggiunse che credeva impossibile che il generale Franchet lo avesse mandato. Gli risposi, che non sarei nemmeno io stato sorpreso ·che quel telegramma fosse apocrifo o alterato, la propaganda jugoslava usando spesso di quei metodi. Pichon mi disse infine che generale Franchet giungerà a Parigi il 10 e che egli approfitterà della sua presenza per accertare se quel telegramma sia autentico.

Nei circoli militari di qui corre voce che trasmetto alla E. V. con tutta possibile riserva che generale Franchet sarebbe richiamato.

(l) -II telegramma fu comunicato anche a Zupelli, Diaz e Badoglio. (2) -Pubblicato al n. 737.
771

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 19/14. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 14,50 (per. ore 13,45 del 6).

Tutta la stampa di Parigi ha diffuso notizia viaggio Presidente Wilson in Italia e riproduce discorsi pronunziati. Commenti sono ancora scarsi, si nota nella maggior parte giornali esclusi, s'intende socialisti, una impressione non troppo favorevole prodotta da insistenza onde Presidente proclamò necessità fondare nuovo assetto mondiale sopra una rinnovata psicologia internazionale e sull'amicizia dei popoli. Serpeggia qui timore ed è da mettere in relazione con mio telegramma Gab. n. 6 (l) che Wilson riserva in cuor suo alla Germania una certa indulgenza alla quale nè francesi, nè inglesi sarebbero disposti. Da persona seria mi è stato perfino espresso dubbio ·che dopo avvenuta deposizione dell'Imperatore non sia corsa una qualche intesa segreta tra il Presidente e il governo tedesco repubblicano.

772

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO (2) (Affrica Italiana, vol. II, parte II, pp. 389-390)

T. RR. 16. Roma, 5 gennaio 1919, ore 17.

Telegrammi di V. S. Gab. nn. 5 e 6 (3).

Spedisco oggi stesso memorandum esteso da Ministe.ro Colonie relativo a domande d'indole coloniale che R. Governo intende fare prevalere al Congresso della pace.

Tali domande comprendono bensì cessione all'Italia di Gibuti da parte della Francia e del Giubaland e Somaliland inglese da parte dell'Inghilterra, ma ciò non implica in alcun modo che Italia intenda ristabilire suo protettorato su Abissinia ed attentare alla 1sua indipendenza: secondo il programma italiano 1la integrità, e la indipendenza devono essere solennemente affermate e garantite dall'ItaLia (1).

Domande italiane sono unicamente inspirate al concetto di riunire in un solo blocco possessi coloniali italiani (2) eliminando nello stesso tempo cause inevitabili attriti ·con Francia e con Etiopia, la quale d'altra parte sarebbe ampiamente compensata nella .spartizione delle colonie tedesche.

Memorandum in questione venne da me ·Consegnato a titolo puramente informativo e preliminare al Mintstro Balfour a Londra il 3 dicembre. Esso venne pure da me .comunicato al R. Ambasciatore a Parigi per sua norma di linguaggio.

(l) -Si tratta del telegramma Gab. 28/6 del 4 gennaio 1919, non pubblicato. In esso Bonin Longare accennava ad un diffuso malcontento nelle sfere militari francesi ed inglesi, per i rapporti, giudicati troppo cordiali, stabiliti fra le truppe d'occupazione americane e le popolazioni tedesche delle regioni occupate. (2) -Il telegramma fu trasmesso, per corriere, anche a Parigi e a Londra. (3) -Pubblicati af nn. 662 e 719.
773

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA

T.. GAB. 15. Roma, 5 gennaio 1919, ore 18.

Questa Ambasciata d'Inghilterra mi ha sottoposto il testo di un messaggio da dirigersi al governo dei sovieti ed ai rappresentanti dei vari governi sorti in Russia, ed ai governi legali degli ex Stati russi.

Ho risposto che per mio conto ero favorevole ad una azione degli Alleati in Russia, purchè questa si svolga assolutamente all'infuori dei bolscevichi; perchè un'azione nostra che appa'la comunque in ·contatto con quel partito, mentre verrebbe a dare sempre maggiore ·influenza a quella forza deleteria, indebolirebbe la posizione della parte russa in opposizione ai ·bolscevichi. In questo senso mi sono espresso rece·ntemente con questo· Ambasciatore di Francia e dalle parole da lui dettemi mi è sembrato che 'il pensiero del Ministro francese degli Affari Esteri concordasse pienamente col mio punto di vista.

774

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. 14. Roma, 5 gennaio 1919, ore 18,l5.

Ricevo una lettera di Rodd nella quale dopo aver ripetuto gli argomenti già esposti dal Governo inglese (telegramma di V. E. Gab. n. 514 (3) e mio telegramma per posta n. 20781 del 31 dicembre u. 1S. (4) mi e•sprime desiderio

che ne.ssuna operazione sia fatta in Adalia prima che le autorità militari inglesi abbiano avuto il tempo di esaminare la questione in tutti i suoi aspetti; assicurazioni che ove l'operazione potesse effettuarsi la situazione dell'Italia non sarà, in alcun modo inferiore a quella dei francesi a Mersina.

Ho risposto che aderendo alle insistenti premure manifestatemi e per dar tempo alle necessarie intese, avevo pregato le autorità militari di sospendere le nostre operazioni in Asia Minore.

(l) -Le parole in corsivo rappresentano le modificazioni suggerite dal Ministero delle Colonie. (2) -NB. È stato eliminato dallo. schema di telegramma al conte Colli del ministero esteri l'inciso: c provvedendogli degli sbocchi necessari al mare •· (Nota al testo; V. Affrica Italiana, vol. II, p. II, p. 390). (3) -Pubblicato al n. 686. (4) -Non pubblicato.
775

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. 63/258. Italia, 5 gennaio 1919, ore 18,45 (per. il 5).

Riferimento nostro n. 35494 data 26 dicembre (2).

Comunico seguente te1egramma del generale Piacentini richiamando attenzione su penultimo capoverso circa preavviso da parte del Governo francese dell'eventuale sgombero Coritza:

«N. 757. Confine Albania meridionale fu ,già rinforzato con uno squadrone perchè Comando zona Argirocastro-Berat in cui giurisdizione trovasi confine Albania meridionale e triangolo epirota, fece presente giorni fa che, stante diminuzione forza, avrebbe dovuto sopprimere posto di guardia ponte Cormos e ponte Misoie-Florina. Ritenendo non conveniente soppressione tale sorveglianza fu inviato predetto squadrone, qui indispensabile, da impiegarsi per sostituire in zona arretrata Epiro elementi fanteria da rendere libero per mantenimento predetti posti di guardia. Inoltre sarà tenuta sempre pronta ad Argirocastro una compagnia di bersaglieri da spostarsi con autocarri ovunque occorra.

Per quanto riguarda sgombero Coritza per parte reparti francesi mi riferisco ai miei telegrammi nn. 725 e 755 (3) dai qua'li rtsulta che per ora non è a prevedersi abbandono. Ad ogni modo non ho mancato di interessare nostra Agenzia Consolare Coritza e Ufficiale italiano collegamento presso Comando Armata alleati oriente e nostro addetto militare Atene di mantenermi costantemente informato circa eventuali sgomberi Coritza.

Ritengo però doveroso rappresentare opportunità che dell'eventuale sgombero di Coritza nostro Governo sia tempestivamente informato da Governo francese per evitare ·COSÌ che involontaria tardiva conoscenza eventuale abban· dono predetta località, possa portare come conseguenza che nostra occupazione sia prevenuta da quella greca.

Soggiungo che nuovo tratto fronte eventualmente da occupare, da E.rzek a Biklista, sarebbe di circa 80 (?) km.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando e Zupelli, come risulta dal testo conservato in AO. (2) -Pubblicato al n. 664. (3) -Non pubblicati.
776

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 13. Roma, 5 gennaio 1919, ore 19.

Telegramma di V. S. n. 119 (1).

Consiglio massima cautela nelle relazioni con emissari bulgari' che non ritengo opportuno vengano per ora in Italia, e ciò nello stesso interesse della causa bulgara.

777

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 13/15. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 20,45 (per. ore 6,50 del 6).

Venizelos aveva accettato per oggi un mio invito a colazione, si scusò quindi a cagione dell'improvvisa necessità in cui si trovava di recarsi a Londra dove poi all'ultimo momento rinunziò a recarsi. Venne però questo Ministro di Grecia che avevo invitato con lui e col quale ebbi una non breve conversazione. Gli dissi che sarei stato lietissimo di vedere il suo presidente non potendo che giovare di scambiarsi delle idee sulle questioni che interessano i due Paesi. Aggiunsi però che doveva essere ·beninteso che non avevo alcun mandato e che pertanto lo scambio di vedute non doveva avere che carattere informativo ma per nessuno dei due e in nessun caso carattere impegnativo qualsiasi. Il signor Romanos accettò naturalmente questa riserva ma insistette assai sull'opportunità per la Grecia d'intendersi direttamente con noi. Venizelos non desiderava di meglio. La Grecia era disposta a riconoscerei tutto quanto giudicassimo necessario per la nostra situazione strategica ed economica, era disposta altresi a riconoscerei il diritto ad una zona a nostra convenienza dell'Asia Minore a titolo di influenza ed anche d'amministrazione purchè le lasciassimo Smirne, assolutamente greca, che era stata sin dal principio della guerra promessa alla Grecia e che essa non ebbe soltanto per la falsa politica di Re Costantino. Se lasciassimo Smirne alla Grecia riuscirebbe facilissimo intenderei, su tutti gli altri punti. Come di ragione non mi pronunziai affatto nè su questo nè ,su altri punti, nel loro interesse confermai soltanto che avrei parlato volentieri della reciproca situazione dei due Paesi con Venizelos all'infuori, ripetei ben chiaramente, d'ogni impegno, anche perchè ogni nostro eventuale accordo con la Grecia doveva porsi

in relazione con gli eventuali accordi da prendersi con gli altri nostri alleati. Vedrò credo prossimamente Venizelos e ritelegraferò.

27 -Documenti diplomaticr • Serie VI • Vol. I.

(l) Pubblicato al n. 617.

778

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 14/16. Parigi, 5 gennaio 1919, ore 20,50 (per. ore 6,30 del 6).

Faccio seguito al mio telegramma n. 9 di ieri (1).

Pichon non ha ancora risposto alla mia lettera, ma Berthelot con cui ho parlato oggi casualmente della questione mi ha detto che il Governo francese considera Ce.ttigne come compresa nella zona di azione dell'esercito di Oriente, mentre il mandato della Commissione degli Ammiragli è limitato all'Adriatico. Secondo il pensiero di Pichon è quindi il generale Franchet che è competente a occuparsi della situazione a Cettigne. Berthelot che del resto mi annunziò prossima risposta scritta aggiungeva che al Quai d'Orsay non si aveva alcuna notizia dei disordini da me segnalati. Il generale Franchet arriverà a Parigi il 12.

779

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 54/5. Sofia, 5 gennaio 1919 (per. il 5).

Crisi proveniente scarsezza viveri e altri generi necessità, minaccia diventare acuta. Questo Governo per fare fronte situazione che comprometterebbe tranquillità interna insiste essere prima di tutto indispensabile immediato invio 20 mila tonnellate grano. Tutti questi Comandi delle Grandi Potenze alleate -riconoscono urgenza provvedere tanto più che stessa Capitale ha riserva grano per poco più 15 giorni mentre riesce sempre più ardua requisizione forzata nelle campagne. Per l'intermediario di questa Legazione degli Stati Uniti sono state iniziate trattative tra questo Governo e il Controllore americano della sussistenza il quale ha finalmente disposto che sottometterebbe al Consiglio interalleato Versailles la sua proposta a cui egli è favorevole di fornire immediatamente grano Sofia.

Questo Incaricato d'Affari degli Stati Uniti si interessa vivamente della questione e mi ha pregato far presente R. Governo urgenza di prendere in immediata considerazione grave questione affinchè non avvengano indugi nella deliberazione che verrà presa a Versailles. ],'lon appena tale primo passo sarà compiuto per il rifornimento Bulgaria sarà opportuno (in ciò convengono sopratutto queste autorità militari inglesi) di esaminare subito il grave problema degli altri rifornimenti che non si possono umanamente e senza grave danno prestigio interessi degli alleati rimandare alla data imprecisa della prossima pace generale. Intanto l'elevatezza dei prezzi ha fatto nascere scandaloso contrabbando per opera dei greci e con aiuto di qualche altro agente militare alleato subalterno contro i quali si parla troppo platonicamente di voler procedere.

Tutto ciò nuoce profondamente all'ambiente morale alleato nonchè alle future relazioni economiche alleate con la Bulgaria che dobbiamo ora se mai consolidare in opposizione alla temibile concorrenza austro-tedesca del dopoguerra. Secondo il mio subordinato parere questione nel suo complesso dovrebbe dar luogo ad una decisione del Consiglio interalleato che potrebbe affidare esecuzione dettagl'l ad una Commissione mista delle Grandi Potenze a Sofia .ner le importazioni e le esportazioni.

Il Comando francese ha già istituito un Comitato franco-bulgaro Sofia per il commercio cogli alleati in Sofia che potrebbe servire di base con partecipazione itala-americana. Una tale misura sfaterebbe leggenda assai diffusa che il Comando francese voglia ridurre Bulgaria agli estremi per favorire loschi disegni della Grecia Serbia di creare pretesto invadere Bulgaria. Questo Generale francese si dimostra conciliante, ma dichiara dover rimettere al generale Franchet d'Esperey, e mancherebbe potere o volontà di prendere risoluzione.

(l) Non rinvenuto.

780

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 15/12. Parigi, 5 gennaio 1919 (per. il 6).

Pichon da me interrogato ieri sera in proposito smentì nuovamente e recisamente la notizia ricomparsa nei giornal~ dell'invio di contingente francese a Budapest.

781

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 59/630044. Sofia, 5 gennaio 1919 (per. il 6).

Truppe greche rimpatriate dalla Germania vengono trasportate per ferrovia Varna ove avvenne già grave incidente con parecchi feriti bulgari provocati dai greci che volevano tuvbare manifestazione di simpatia della cittadinanza in onore del generale inglese. Altro incidente avvenne Filippopoli ove atteggiamento spavaldo di un colonnello greco causò sdegnosa reazione della popolazione locale. Colonnello Winckels d'accordo con me ne intrattenne generale Chrétien tornato ieri da un colloquio con Franchet a Salonicco; egli suggerì che le truppe greche evitino passaggio territorio bulgaro, tale proposta venne respinta sotto vari pretesti dalle nostre autorità militari non ritenendola bene giustificata nonostante evidente necessità di non esasperare popolazione bulgara che comprime il proprio dolore e rimane calma per rispetto al desiderio delle grandi potenze e per evitare conflitto capace turbare pace nei Balcani. Il nostro Colonnello gli ha fatto osservare che io come commissario di Governo non potevo disinteressarmi delle disposizioni anche militari qualora abbiano ripercus

sione sull'ordine interno con possibile intervento delle nostre truppe a tutela pubblica sicurezza. Generale gli ha promesso che avrebbe ammonito ed eventualmente richiamato colonnello greco; non v'è motivo di dubitare buona fede di tale promessa tanto più che l'ufficiale britanni·co rifiutatosi accompagnare il colonnello greco, ha telegrafato alla sua missione Sofia di procurare .il richiamo dell'agente provocatore ellenico.

Senonchè generale Chrétien ha affermato essere lui solo giudice, dopo presi gli ordini del suo superiore per decidere qualsiasi questione militare interalleata in Bulgaria come pure di far penetrare eventualmente truppe greche e serbe in territori bulgari. Egli ha però attenuato questa dichiarazione aggiungendo genericamente che egli sarebbe andato d'accordo con me. Vi è ragione di sperare che il Comando francese sarà più giudizioso nelle sue talvolta precipitose risoluzioni dopo mio arrivo tanto più che io faccio di tutto per salvaguardare buona armonia.

Non posso però non condividere parere da colonnello Winckels telegrafato al Ministero della Guerra ieri stesso n. 128 (l) che sia necessario svincolarsi dalla soggezione francese non solo per l'effetto morale deprimente verso le nostre truppe ma anche per calmare gli animi e ogni illusione ai greci di potere suscitare disordini ed invadere Bulgaria. Nel periodo transitorio tra armistizio e la pace gli interessi politici prevalgono qui sugli interessi militari locali tanto più che Bulgaria ha dato prova incontestabile di vera sottomissione fedeltà alla Intesa e non può senza motivo essere trattata come paese di conqÙista. c: La parola tocca ora alla diplomazia :. disse testè generale Chrétien in un discorso pubblico nel circolo militare interalleato.

In via sussidiaria credo opportuno rilevare e mettere bene in chiaro che nessuno strappo alla buona fede oppure alle clausole dell'armistizio potrebbe avvenire a discrezione di questo Comando francese come neppure 'intervento greco serbo in Bulgaria senza espressa autorizzazione del Consiglio Interalleato di Versailles.

(l) II telegramma fu comunicato anche a Zupelli, Diaz e Badoglio.

782

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, DI MONTAGLIARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 65/~. Parigi, 5 gennaio 1919 (per. il 6).

Da una conversazione di questo Ministro di Francia con questo Ministro degli Affari Esteri risulterebbe che dimissioni presentate dal signor Popovitch Presidente del Consiglio dei Ministri pregiudicherebbero ammissione Montenegro Conferenza della Pace. Se ciò fosse possibile sarebbe desiderabile che codesto Ministero facesse far pressioni su Popovitch perchè ritiri dimissioni nell'interesse Montenegro che indirettamente è anche nostro. È attualmente costi.

(l) Pubblicato al n. 766.

783

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 20/2. Londra, 6 gennaio 1919, ore 9,35 (per. ore 3 del 7).

Telegramma di V. E. Gab. n. 10 (1).

Graham si è riservato di darmi risposta circa l'intervento degli Ammiragli nella situazione del Montenegro. Ha aggiunto questo Governo aver rivolto a quello serbo osservazione per i bruschi procedimenti nella questione montenegri.na.

784

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 169)

T. GAB. 3187. Roma, 6 gennaio 1919, ore 10,45.

Prego fare al signor Frazier la seguente comunicazione: c Presidente Consiglio italiano conferma sarà a Parigi giovedi per saputa conversazione con presidente Wilson. Fa però osservare che, per ragioni di Governo, egli deve necessariamente tornare in Italia dopo due o tre giorni di residenza a Parigi; e prega perciò il signor Presidente di fare in modo che in quei due o tre giorni di permanenza le conversazioni stesse possano svolgersi con larghezza di tempo in guisa da trarre dal tempo a ciò destinato tutto l'effetto utile di cui è capace ».

785

IL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 24/1. Bruxelles, 6 gennaio 1919, ore 13,35 (per. ore 7 del 7).

Malgrado abbia il Governo francese fatto conoscere altre volte al Governo belga, secondo informano, susseguente suo disinteresse per Lussemburgo, si è ora preoccupati qua per la propaganda svolta da alcuni elementi in Francia e in Lussemburgo per annessione Granducato alla Francia, giustificandola con necessità militari (2). D'altra parte le altre aspirazioni del Belgio circa Limburgo e riva sinistra della Schelda sembrano fortemente contrastate da quella stessa popolazione.

Il Ministro degl'i Affari Esteri torned in questi giorni a Parigi per conferire con Balfour per lo scopo di cui ai miei telegrammi Gab. nn. 38 e 39 (3). Egli mi disse che aveva trovato Clemenceau e Pichon ben disposti per i desiderata del Belgio e sperava nell'appoggio di V. E.

(l) -Pubblicato al n. 758. (2) -Cfr. un telegramma del generale Calcagno. ufficiale di collegamento presso lo stato maggiore del maresciallo Foch, trasmesso dal comando supremo a Orlando, il 2 gennaio 1919, secondo il quale invece le c mire francesi su Lussemburgo starebbero per tramontare • dopola permanenza del maresciallo Foch appunto a Lussemburgo. (3) -Pubblicati ai nn. 520 e 668.
786

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CAB. R. 27/8. Sofia, 6 gennaio 1919, ore 18 (per. ore 12,35 del 7). Questo Comando è stato dal generale Chrétien preavvisato che probabilmente il generale Franchet dislocherebbe le nostre truppe dalla Bulgaria per Tirnovo in Ungheria. Il nostro Generale ha risposto di mancargli mezzi logistici. Eventualmente ritiro nostra Divisione lascerebbe soltanto contingente britannico sulla parte nord-est Bulgaria .... [manca] delle potenze balcaniche vicine ne vorrebbe certamente profittare per creare disordini interni e cavarne pretesto intervento greco serbo. Questo colonnello Napier nonchè alleati sperano progetto non verrebbe approvato dal Governo italiano, allo scopo impedire possibili nuove violazioni dei patti armistizio che ad ogni costo debbono interpretarsi ed applicarsi in buona fede per salvaguardare pace nonchè prestigio grandi Potenze già scossi dai fatti .... [manca]. A parere di questi ambienti rappresen

tanti grandi Potenze alleate, eccettuato Comando francese, la questione meriterebbe esame per parte Consiglio lnteralleato Versailles.

787

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI

T. CAB. 18. Roma, 6 gennaio 1919, ore 20. Questa Ambasciata britannica mi comunica quanto segue: c: Il Governo

di S. M. ha appreso che il Governo montenegrino ha ricevuto una comunicazione dall'Incaricato d'affari serbo a Parigi in data 28 dicembre a questo scopo:

c: Per ordine del R. Governo ho l'onore di informare il Ministero degli affari Esteri che le funzioni diplomatiche del rappresentante del Governo serbo devono essere considerate come cessate in vista del fatto che il giorno 4 corrente fu effettuata l'unione del Montenegro con la Serbia :..

Il Governo montenegrino ha trasmesso per mezzo del Ministro inglese a Parigi accreditato presso di lui una energica protesta contro la forma e la sostanza di questa comunicazione. Ho avuto istruzioni dal Miaistro degli Affari Esteri di S. M. di portare questa comunicazione a conoscenza della E. V. e di insistere sulla inopportunità di un simile precedente in vista dell'attitudine degli Alleati riguardo tutte le modificazioni territoriali, cioè di rimetterle alla Conferenza della Pace».

Ho risposto a Rodd che convenivo nelle viste e nella proposta britannica

e davo corrispondenti istruzioni alla R. Legazione a Belgrado. (Solo Belgrado). Prego V. E. agire in conformità di quanto precede. (Solo Parigi). Prego V. E. comunicare quanto precede a Montagliari e te

nerne parola a codesta delegazione atnericanra.

788

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 25 (1). Parigi, 6 gennaio 1919, ore 21,30 (per. ore 0,30 delL'B).

Venizelos è venuto da me stamane ed ho avuto con lui una conversazione di un'ora. Egli mi si mostrò desiderosissimo di parlare con noi delle questioni pendenti fra i due Paesi e abbondò nel concetto che ciò doveva avvenire all'infuori di ogni e qualunque impegno; ebbe anzi una frase espressiva dicendomi che si trattava di c: conversazione ipotetica :.. Ciò premesso egli osservava che di quelle questioni due, a suo parere le meno difficili e importanti, potevano trovare una soluzione diretta tra l'Italia e 1a Grecia senza necessità che interloquissero altri Alleati, ed erano quelle dell'Epiro settentrionale e del Dodecanneso.

Circa la prima, cui egli mi parve annettere maggiore interesse che alla seconda, egli mi disse che la Grecia non aveva alcuna pretesa di diventare una potenza adriatica. Chiavi dell'Adriatico erano Valona e Sasseno e nessuna gelosia poteva avere la Grecia di quel nostro possesso. Ma i paesi più a sud erano greci e citò particolarmente Chimara come un antico focolare di ellenismo. Egli non poteva rinunziarvi mentre era dispostissimo a rinunziare ad altre località retrostanti popolate da albanesi e musulmani. Ad una mia osservazione sulle nostre necessità strategiche, rispose che era pronto accettare neutralizzazione di quelle coste e del canale di Corfù.

Al Dodecanneso accennò soltanto di passaggio e nulla osservò quando io allusi alle offerte che già mi aveva fatte a quel riguardo nella nostra conversazione del 16 dicembre 1918 (mio telegramma Gab. n. 427) (2). Circa Asia Minore insistette molto su Smirne aggiungendo che Grecia ci vedrebbe invece senza difficoltà insediati nella zona retrostante da Adalia al Mar Nero. Soprattutto egli insistette a lungo sulla opportunità per i due Governi mettersi d'accordo prima della conferenza almeno sui due primi punti. Noi, egli disse, ci opponiamo ad una espansione greca non perchè la Grecia C'i possa mai dare ombra per sè stessa, ma perchè temiamo che possa farsi in date circostanze strumento della politica inglese e francese. Questo pericolo sarà tanto più improbabile quanto più cordiali saranno le nostre relazioni giacchè la Grecia non si appoggierebbe sopra una grande potenza mediterranea che per essere protetta di fronte ad un'altra ma il suo vero interesse per essere veramente indipendente è di appoggiarsi egualmente anche sopra di noi.

La mia conversazione con Venizelos, durante la quale mi sono attenuto rigorosamente alle istruzioni di V. E. di non dire parola che ci possa impegnare, conferma l'impressione !asciatami da quella che ho avuta con Romanos e Jonesco circa la possibilità di 'intenderei direttamente con la Grecia e il vivo desiderio che ne ha il Governo greco. A mio giudizio ci gioverebbe presentarci alla conferenza già d'accordo in massima con la Grecia. In primo luogo ciò

eviterebbe il pericolo che la propaganda greca si associ alla jugoslava e sarebbe poi la migliore confutazione dell'accusa di imperialismo che è quella che gli jugoslavi sfruttano con maggiore frequenza contro di noi.

(l) -Il telegramma è privo del numero di protocollo particolare. (2) -Non pubblicato.
789

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 22/327. Italia, 6 gennaio 1919, ore 22,30 (per. ore 1,05 del 7). Viene segnalato probabile spostamento Comando Armate alleate d'Oriente e greca da Salonicco a Costantinopoli. Nostra affermazione militare colà si dimostra sempre più urgente. Data 20 scorso generale Franchet comunicava avere trasmesso a Versailles nostra richiesta per occupazione Costantinopoli o Stretti, ma nessuna disposizione risulta essere stata data finora anche malgrado

assicurazioni di Pichon a V. E. a Parigi di interessare in merito generale Franchet. Quanto sopra comunicasi per quelle sollecitazioni che V. E. riterrà di fare.

790

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 70/8. Il Cairo, 6 gennaio 1919 (per. il 6). Governo Egiziano chiede adesione R. Governo proroga funzionamento Tri. bunale misto per un periodo otto mesi dal 1° febbraio 1919. Dichiara inoltre riservarsi facoltà fare eventualmente nuove proposte tendenti a predisporre la fine ai poteri del Tribunale misto prima di detto termine. Stante le diffi.coltà comunicazioni postali Alto Commissario gradirebbe risposta telegrafica. Sarei d'avviso aderire mettendo però in chiaro che cessazione poteri Tribunale

misto prima del termine suddetto potrà aver luogo soltanto previo accordo con noi.

791

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 75/3. Madrid, 6 gennaio 1919 (per. il 7). Riferendomi suo promemoria, cui testo trasmisi a V. E. col mio rapporto

n. 408 (l) del 16 novembre, Romanones mi ha diretto nota verbale comunicandomi che Governo spagnuolo ebbe notizia del proposito di Governi alleati di informarlo del risultato loro scambio di idee circa questione naviglio germanico e austro-ungarico. Nota soggiunge che non avendo però ricevuto fino ad ora alcuna comunicazione in proposito Governo spagnuolo stima necessario doversi fin d'ora dichiarare che per dare suo assenso ad una soluzione della

questione considera indispensabile seguenti basi: « l) Qualunque sia per essere loro utilizzazione, situazione giuridica detti piroscafi, nonchè dirit-ti che su di essi potrà vantare Spagna conformemente a suoi reclami a Governi centrali, dovranno restare impregiudicati. Situazione definitiva detti piroscafi dovrà essere stabilita da apposito organo internazionale. 2) I sette piroscafi tedeschi già ceduti Spagna prima conclusione armistizio debbono costituire gruppo a parte e Spagna potrà liberamente utilizzarli riservandosi determinarne proprietà definitiva quando predetto organo internazionale esaminerà problema indennità reclamata Spagna a Governo tedesco. 3) Per disporre dei piroscafi germanici e austro-ungarici si dovrà sollecitare assenso degli Stati con bandiera dei quali essi piroscafi entrarono nei porti spagnuoli amdogamente a quanto è stato convenuto per i sottomarini tedeschi internati Spagna». Confermo impressione che Governo spagnuolo non solleverebbe alcun ostacolo partenza navi qualora pot-esse avere soddisfazione sul secondo punto relativo ai piroscafi germanici.

Trasmetto a V. E. testo per corriere.

(l) Non pubblicato.

792

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, E AL MINISTRO A BRUXELLES, CARIGNANI

T. u. 20. Roma, 6 gennaio 1919. Ministro Francia Stoccolma ha comunicato R. Ministro Tommasini telegramma Console Francia Pietrogrado firmato anche da R. Console italiano e belga, colà rimasti, col quale rappresentando situazione materiale morale gravissima, chiedono istruzioni circa loro permanenza ovvero partenza col personale Legazione danese unica rappresentanza neutrale finora rimasta Pietrogrado. Prego V. E. telegrafarmi urgenza quali precise istruzioni codesto Governo imparte

suo Console Pietrogrado ed in caso di lui partenza come vrovvederà tutela connazionali archivi.

793

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 21. Roma, 6 gennaio 1919.

Suo telegramma n. 20 (1).

Sono favorevole partecipazione italiana a missione da inviare presso greci 'internati.

(l) Pubblicato al n. 752.

794

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA

T. 22. Roma, 6 gennaio 1919.

(Per tutti). Giornali riportano da Parigi seguente informazione: c: Si aff-erma da fonte sicura che Enver Pascià e Talaat Pasctà stanno per tentare con passaporti falsi e sotto travestimento di raggiungere Marocco spagnuolo ove Raisuli avrebbe loro promesso aiuto e protezione>.

(Per Parigi e Londra). Prego far rilevare codesto Governo importanza notizia se vera, onde necessità ordini di vigilare per quanto possibile coste Africa Settentrionale, tanto più che R. Console G-enerale Tunisi telegrafa essere giunta quel Residente G-enerale notizia che Enver ha inviato in Tunisia da Germania messaggio annunciante suo prossimo ritorno Tripolitania mettersi testa ribelli.

795

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 74/28. Parigi, 6 gennaio 1919 (per. U 7 ). Giornali pubblicano nota Governo di Belgrado diretta Governi dell'Intesa e dei paesi neutri per annunziare costituzione nuovo regno unito dei serbi croati e sloveni: essa dichiara decadenza dinastia montenegrina. Alcuni pochi fanno menzione della susseguente protesta del Governo montenegrino. Altri giornali come JournaL des Débats e alcuni :altri pubblicano un telegramma da Cettigne a Trumbic firmato dal noto Radovic ed altri pochi montenegrini che protestano contro meeting tenuto a Roma il 16 dicembre per conservazione del Montenegro indipendente. Quei signori chiedono ritiro truppe italiane dal Montenegro e dai territori jugoslavi. Ho attirato attenzione del signor Pichon su queste pubblicazioni offensive

per noi e per le nostre truppe cui rimprovero di esercitare terrore nei paesi occupati essendo .... [manca] censura francese non avrebbe dovuto permettere.

796

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 86/31. Parigi, 6 gennaio 1919 (per, il 7). Ministro Affari Esteri montenegrino mi ha diretto, con preghiera comunicarla. R. Governo, nota di protesta a nome Governo montenegrino contro la

dichiarazione ufficiale da parte Governo serbo dell'unione del Montenegro alla Serbia. Dopo aver ricordato azione politica e militare del Montenegro, identità 'ideali nazionali di Hberazione delle popolazioni della stessa razza e sforzi per mantenere amichevoli rapporti con Governo serbo, la nota denunzia procedimento della Serbia arbitrario e lesivo sovranità Montenegro e contrario principi asseriti dall'Intesa. Nota conclude esprimendo speranza che diritti montenegrini saranno. salvaguardati da Congresso della Pace. Invio per posta testo della nota (l).

797

IL REGGENTE L'AMBASCIATA AD ARCANGELO, DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 97/3. Arcangelo, 6 gennaio 1919 (per. l'B).

Da informazioni precise che ho potuto qui raccogliere mi risulta che al momento attuale corrono trattative tra Gabinetti Parigi e Tokio per regolare questione truppe interalleate 'in Estremo Oriente. Governo francese proporrebbe che contingenti americano e giapponese operino al di là del Baikal e contingenti francesi ed inglese al di qua dello stesso lago.

Non mi risulta quale destinazione avrebbe secondo queste trattative contingente 'italiano.

798

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER POSTA 168/36. Londra, 6 gennaio 1919 (per. il 12).

Mio telegramma per posta n. 514 (2). \

Con riferimento ai passi in via particolare da me fatti per suggerire opportunità conversazioni su problemi Asia Minore con assistenza De Martino, Foreign Office informa quanto segue:

c In risposta ad analoghe proposte del Governo francese informai Cambon che Governo britannico intende scongiurare discussioni separate su dette materie che è stato convenuto discutere assieme con rappresentante degli Stati Uniti a Parigi. Ciò stante V. E. comprenderà come Governo britannico non potrebbe entrare in separate conversazioni con rappresentanti Governo italiano~

Questa non necessaria comunicazione ufficiale dei passi fatti da Cambon mi sembra implicitamente confermare (3) note divergenze anglo-francesi circa accordi Colonie (4).

• Colonie •·

(l) -Non pubblicata. (2) -Pubblicato al n. 686. (3) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca • completa conferma •, anzichè • implicitamente confermare •. (4) -Il testo conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca • 1916 •· anzichè
799

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. R. 35. Roma, 6 gennaio 1919. Mi riferisco all'ultima parte della mia lettera del 12 novembre 1918,

n. 2742 (1).

Il trattato di Londra all'art. 10 stabilisce: c:L'Italie sera substituée en Lyble aux droits et privilèges appartenant actuellement au Sultan en vertu du Traité de Lausanne ~.

Risulta dalla lettera di V. E. del 15 maggio scorso, n. 146 che la tesi turca sostenuta fino all'ultimo momento è la seguente: c: Gouvernement impérial a toujours conservé ses droits de souveraineté sur le vilayet de Tripol'i et sur le vilayet de Bengazi: le traité de Lausanne a seulement prévu l'octroi par firman Impérial d'une pleine et entière autonomie».

E però anche quando avremo ottenuto l'applicazione dell'articolo 10 del Trattato di Londra, i cavilli turchi manterranno viva la questione di sovranità sulla Libia come non rinunciata dalla Porta, ma mantenuta anche dal trattato di Losanna.

Parmi quindi necessario che nelle stipulazioni della pace sia ben chiarito questo punto od ottenendo un esplicito riconoscimento da parte della Turchia della sovranità italiana sulla Libia, od estendendo la stipulazione dell'articolo 10 del trattato di Londra c: a qualsiasi altro diritto o privilegio che la Turchia pretenda le S'la rimasto sulla Libia dopo la stipulazione del trattato di Losanna >.

La questione ha importanza speciale nei riguardi degli indigeni sui quali non è difficile rebus sic stantibus, faccia breccia la sobillazione che la Turchia mantiene tuttora la sovranità sulla Libia.

800

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 31/3. Londra, 7 gennaio 1919, ore 9.25 (per. ore 9,30 del 9). Da un rapporto dell'Agente Consolare in Manchester relativamente visita in quella città del Presidente rilevo seguente punto che ad ogni buon fine comunico a V. E.:

l) che Console americano in Manchester riferì nostro Agente essersi il Presidente espresso seco lui nei seguenti termini circa questione jugoslava:

c: Gli jugo-slavi si sono fatti più male che bene nei loro tentativi di mettermi dalla loro parte > ;

2) lo stesso Console americano riferì aver notato che alle ripetute. menzioni di c: affinità anglo-sassone > il Presidente si astenne sempre dall'evocarla nel suo discorso, anzi Presidente gli aveva per giunta detto personalmente:

c: Il cavallo anglo-sassone non vuol tirare più >;

3) che Presidente disse al nostro Agente consolare in una riunione d'i Consoli: c: Gli jugoslavi hanno avuto grandissima cura di tenermi bene informato, ma vi è molto da dire in favore di ambedue le parti:),

(l) Pubblicata al n. 130.

801

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 30/4. Londra, 7 gennaio 1919, ore 9,25 (per. ore 9,30 del 9).

Telegramma V. E. Gab. n. 1772 (1).

Circa rappresentanza Stati scandinavi conferenza Foreign Office informa che Governo francese cui a parere di questo spetta responsabilità di prendere iniziativa in questioni procedurali ha suggerito che si stabilisca per principio di invitare le rappresentanze di stati in corso di formazione e di stati neutri ad assistere alle sedute dedicate discussione loro rispettivi interessi ed aspirazion;

Governo britannico ha accettato proposta francese.

802

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, pp. 186-188)

T. GAB. 3209. Londra, 7 gennaio 1919, ore 9,25 (per. ore 11 del 9).

Ho parlato ieri con lord Reading rappresentandogli gravità nostra situazione estrema urgenza adeguati provvedimenti. Mi ha risposto che giusta promesse date ministro Crespi aveva rivolto a Cancelliere dello Scacchiere opportune raccomandazioni. Nulla aveva in seguito saputo dell'ulteriore svolgimento negoziati finanziari. Ho replicato purtroppo essi non avevano condotto desiderati risultati causa contegno arbitrariamente rigido opposto nostre domande circa noti anticipi straordinari indispensabili per fronteggiare nostre transitorie difficoltà. Soppressione anticipi dieci milioni mensili da parte dell'America sembrava a me argomento di più a nostro favore e non a nostro detrimento. Invocavo quindi caldamente efficace autorevolissimo suo intervento presso competenti autorità e magari presso Primo Ministro agli scopi da noi indicati. All'accenno da me fattogli dei venti milioni trasferiti dal Tesoro americano a quello britannico Reading disse chiedevasi se detto trasferimento era destinato fronteggiare appunto spese per carne congelata ovvero come supponeva per rifusione somme anHcipate per precedenti acquisti di altri articoli. Ha osser

intendevano confermare le deliberazioni di Londra.

vato poi che al momento presente riesce difficile provocare decisioni Tesoreria in attesa nomina del resto imminente nuovo Cancelliere Scacchiere. In conclusione cedendo vivissime mie istanze Reading mi ha pregato inviargli memorandum assicurandomi avrebbe subito fatto quanto era in suo potere. Memorandum gli è stato spedito nel corso serata.

A proposito curiosa dichiarazione di Crosby al Tesoro britannico nel senso cioè che Italia non aveva più bisogno noti dieci milioni dollari ho saputo iersera che predetto Sottosegretario Stato ora dimissionario in recentissima conversazione con un nostro connazionale che me ne ha riferito nella massima confidenza disse che Italia spendeva a rotta di collo, che si arrivava alla bancarotta, che invece di procedere rapidamente alla smobilitazione manteneva ancora sotto le armi eserciti per minacC'ia jugoslavi eccetera.

(l) Non pubblicato. In data 9 dicembre 1918, esso comunicava agli ambasciatori a Londra, Parigi e Washington, e ai ministri a Copenaghen e Stoccolma che il ministro di Svezia e l'incaricato d'affari di Danimarca a Roma avevano consegnato una nota per chiedere l'ammissione alla conferenza della Pace c quando. verrà in discussione la questione alla Legadelle Nazioni o altra nella quale i detti stati abbiano un interesse diretto •. Era stato risposto,seguitava il telegramma, che • in via di massima nelle recenti conversazioni di Londra si era rimasti favorevoli alla ammissione di detti stati •: e concludeva chiedendo agli ambasciatori a Parigi, Londra e Washington • se e in quale forma. i governi francese, inglese e americano

803

IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 26/354. Italia, 7 gennaio 1919, ore 14,50 (per. ore 17,10).

Riferimento telegramma Piacentini n. 85 del 3 corrente (2).

Seguito direttive V. E. con telegramma n. 2657 del 24 novembre (2) ho risposto generale Piacentini con seguente telegramma: · c Truppe italiane dislocate Cattaro e Montenegro devono dipendere da generale Vonel col quale

V. E. potrà comunicare direttamente senza rinunziare a rivolgersi a Franchet d'Esperey qualora V. E. ritenesse opportuno suo intervento per tutela nostri interessi. Necessita poi che nostro Generale Cattaro vigili attivamente su situazione quelle regioni per eventuali provvedimenti si rendessero necessari :..

804

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. 25. Roma, 7 gennaio 1919, ore 20.

Questa Ambasciata di Francia riferendosi al decreto comparso nel Monitore ufficiale romeno, col quale si proclama l'unione del Banato e della Transilvania alla Romania, mi fa osservare che conformemente ai precedenti ed alle dichiarazioni dei Governi alleati, il detto decreto non può avere effetti dal punto di vista internazionale qualunque sia l'apprezzamento delle Potenze dell'Intesa sul valore attuale del trattato 17 agosto 1916. L'Ambasciata di Francia aggiunge che l'annessione dei territori summenzionati non può essere consacrata che nel trattato di pace e non deve essere proclamata dalla Romania sola e, per evitare malintesi e reclami, crede che i Governi francese, italiano, americano ed inglese

dovrebbero fare a questo riguardo tutte le loro riserve al Governo romeno ricordandogli che solo il congresso della pace ha veste per decidere attribuzione definitiva di territori in parola, tenendo conto dei voti delle popolazioni e della situazione generale.

Ho risposto all'Ambasciata di Francia che concordavo col punto di vista del Governo francese e che avrei dato istruzioni in quel senso al R. Ministro in Bukarest.

(Per Bukarest). Prego la S. V. agire in conseguenza.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando, com.e risulta dal testo conservato in AO. (2) -Non pubblicato.
805

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 39/5. Bucarest, 7 gennaio 1919, ore 21,30 (per. ore 19,45 del14).

Il Ministro di Francia ha comunicato a Bratiano che il suo Governo è disposto a riconoscere la Romania come alleata ed ha incaricato Barrère fare passi presso V. E. affinchè Italia aderisca a questo punto di vista. Gradirò conoscere intenzioni del R. Governo a tale riguardo facendo presente che fatto che tale riconoscimento abbia luogo a richiesta Francia e sia notificato da essa a questo Governo non fa che consacrare uno stato di cose pregiudizievole ai nostri interessi e deplorato meco anche dal Presidente del Consiglio.

806

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 40/4. Bucarest, 7 (l) gennaio 1919, ore 21,30 (per. ore 20 del 14).

Mi risulta confidenzialmente che Bratiano è molto inquieto circa contegno del Governo britannico il quale non si mostrerebbe disposto a considerare valido il trattato di alleanza del 1916 colla Romania. Bratiano si dimetterebbe in questo caso. Gradirei conoscere punto di vista del R. Governo in tale questione.

807

IL MINISTRO AD AVANA, CARRARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 79/1. Avana, 7 gennaio 1919 (per. il 7).

Mio telegramma 164 (2).

Da qualche giorno le ostili dichiarazioni Primo Ministro Serbia a Parigi circa

Adriatico vengono ripetutamente trasmesse via New York ai giornali ispano

americani nonchè commentati dall'c Associated Press :l) con troppo diffusi te

legrammi visibilmente malevoli nostro paese, come d'altronde, sono da tempo

tutti i telegrammi della c Press, medesima. Salvo errore un rappresentante americano « Associated Press:. fu parecchi mesi fa molto festeggiato Associazione romana della stampa.

Assenza di qualsivoglia rettificazione fatta con lo ,stesso tramite accaparra alla vigilia campagna jugoslava le crescenti simpatie America Centrale. Smentite propaganda italiana o sono ad uso esclusivo nostra Colonia che non ne ha bisogno oppure quando dirette alla stampa nord-americana mancano autorità che nell'opinione pubblica transatlantica può conferire ad esse soltanto provenienza diretta da Roma.

(l) -Da un'altra indicazione del testo, U telegramma risulterebbe redatto U 6. (2) -Non pubblicato.
808

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 87/2. Addis Abeba, 7 gennaio 1919 (per. il 7).

Mi riferisco mio telegramma n. 102 (l) e n. 115 (2) e telegramma n. 1638 (3) Ministero delle Colonie.

Ho potuto avere copia concessione mineraria accordata dal Governo etiopico a Cantibai Uesenie e da questi ceduta al gruppo francese signor Cayart per mezzo del suo rappresentante signor Vorrière. Del suddetto titolo concessione trasmetterò copia a V. E. Per quanto Degiac Tafari sostenga tassativamente che essa non costituisce monopolio e pur essendo i termini titolo conchiuso ambigui e contraddittori, non vi è dubbio però che essi conferiscono al gruppo francese una prerogativa mineraria su tutta Etiopia e .gli danno modo di intervenire e di opporsi ad altre eventuali concessioni di tal genere, ciò che è incompatibile con il trattato franco-etiopico del gennaio 1908 e coll'accordo 1906. Gli stessi metodi adoperati per ottenere tale concessione costituiscono un nuovo e grave pregiudizio ad ogni onesto e corretto tentativo penetrazione economica in Abi-ssinia ed una nuova affermazione degli antichi nefasti sistemi corruzione inganno

contro i quali sarebbe interesse generale di reagire energicamente.

809

L'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 88/12. Il Cairo, 7 gennaio 1919 (per. l'8).

Artom comunica che giusta un telegramma pervenuto da Londra alla Commissione sionista della Palestina: c: Weitzmann si è messo d'accordo con Feisal, il quale ha promesso di appoggiare alla conferenza della pace domande ebrei e di dichiarare che movimento sionista ed arabo possono perfettamente conciliarsi :..

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 672. (3) -Non pubblicato.
810

L'AGENTE A ·GERUSALEMME, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 90/203. Il Cairo, 7 gennaio 1919 (per. L'8).

Partito ebreo ortodosso ha deciso appoggiare mozione dei cristiani e musulmani Palestina a favore internazionalizzazione e contro sionismo. Spera fine settimana si terrà plenaria ripnione cristiani musulmani Palestina a cui verranno inviati anche delegati ebrei e verrà votato ordine del giorno conforme nostri interessi come da telegramma di V. E. n. 1453 (1). Si discuterà questione invio delegati congresso pace generale.

Debbo appoggiare idea?

Un delegato potrebbe essere dragomanno Consolato, persona di fiducia. Programma comune delegati sarebbe: autonomia Palestina sotto la direzione Potenze, parità di trattamento delle razze, proibizione immigrazione in massa di ebrei a scopo politico. Delegati sarebbero probabilmente un ebreo, un cristiano, un musulniano.

Desidero sapere anche se, dato che Autorità inglese, come probabile, neghi passaporto o tiri a lungo, debbo intervenire qui perchè siano concessi passaporti

o ·!imitarmi informare V. E. delle difficoltà. Confermo che ordine del giorno rappresenterebbe volontà nove decimi popolazione Palestina di ogni religione. Prossimamente partirà anche per congresso una delegazione cosidetta degli ebrei Palestina.

Si tratta in realtà di cinque membri del Comitato sionisti locale, senz'alcuna veste per rappresentare maggioranza ebrei locali. Sosterranno sol'ito programma massimo sionisti insistendo su protettorato inglese.

Data strettezza tempo prego rispondermi urgenza.

811

IL CONSOLE GENERALE A CORFU', TATTARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 99 (2). Corfù, 7 gennaio 1919 (per. l'8).

Mi pregio comunicare a V. E. il seguente telegramma che spedisco oggi al

R. Ministro in Atene. c Prefetto comunicò ieri che capo Missione militare inglese gli aveva partecipato che per ordini superiori suo delegato si sarebbe da oggi ritirato dalla Commissione di controllo interalleato per i passaporti e sbarchi Corfù. Ritirandosi pure delegato greco, prefetto domanda se noi non crediamo seguire loro esempio. Nostro delegato ritiene in tale condizione sua presenza Commissione interalleata era di nessuna pratica utilità e che sua scomparsa desiderata Governo greco non diminuisce nostro assoluto controllo imbarchi sbarchi

28 -Documenti diplomatici -Serie VI -Vol. I.

Italia porti Albania da noi occupati. Sarei propenso seguire esempio delegato inglese. Delegato francese telegrafa Atene per istruzioni).

(l) -Telegramma trasmesso il 21 novembre 1918, non pubblicato, nel quale Sonnino impartiva a Soragna istruzioni in merito alla questione sionista. (2) -Il telegramma è privo del numero di protocollo particolare.
812

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 92/35. Parigi, 7 gennaio 1919 (per. il 9). Wilson che andai ad ossequiare al suo arrivo alla stazione mi parlò con

vivisssima riconoscenza accoglienza avuta in Italia esprimendomi particolare gratitudine per le loro Maestà.

813

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 115/235. Valona, 7 gennaio 1919 (per. il 9). Riferendomi suo telegramma n. 18996. Ufficiale Italiano collegamento presso Comando armate alleate Oriente ha notificato che Comando armate alleate Oriente gli ha comunicato che Francia ora si disinteressa di Essad pascià considerandolo solo come personaggio notabile. Stesso Ufficiale di collegamento soggiunge risultargU che, essendo cessato sussidio francese, Essad pascià è sussidiato da greci e serbi. Riferisce infine che Essad pascià sarebbe disposto, pure di avere un piccolo regno nell'Albania cen

trale a favorire occupazione dell'Albania settentrionale per parte dei serbi e dell'Albania meridionale per parte dei greci (1).

814

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 126/40. Costantinopoli, 7 gennaio 1919 (per. il 9). Mio telegramma n. 155 del 26 dicembre (2). È stato decisa immediata sorveglianza di Pera e Galata da parte gendarmeria Alleata. Volevasi dividere subito la città in tre settori il che avrebbe lasciato a noi il più lontano e meno importante visto che non abbiamo carabinieri sul posto. Ho ottenuto che la cosa sia sospesa per ora e che pattuglie di carabinieri e gendarmi inglesi e francesi circolino 'indifferentemente ovunque. È della massima urgenza l'invio di un centinaio carabinieri di cui al mio telegramma n. 155 (2). In attesa loro arrivo prego far inviare ordini urgentissimi giunga qui subito dalla Macedonia una dozzina di militi per mostrare che siamo

presenti. Sarebbe anche opportuno pronto arrivo Caprini per le mansioni esclusivamente di gendarmeria di cui mio telegramma n. 3 (2).

(l) -n telegramma fu trasmesso. per conoscenza, anche a Janina e al 16• corpo d'armata. (2) -Non pubblicato.
815

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA IN MISSIONE A ODES&A, MAJONI,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 130/3. Odessa, 7 gennaio 1919 (per. n 9). Situazione grave. Odessa fu conquistata giorni or sono dalle forze militari di Petliura e dai volontari russi coll'appoggio truppe francesi sbarcate. Essa è però bloccata dalle stesse che hanno stabilito a Kieff con Vonnicenco direttorio con tendenza quasi estrema socialista. Egli afferma agire in senso anti-bolscevico e cerca contatto coi Governi alleati; suo Ministro Affari Esteri telegrafato rappresentanti Intesa Odessa protestando contro invasione Ucraina delle truppe bolsceviche chiedendo informarne Governi. Invece si ha ragione di ritenere sia d'accordo con Mosca e Germania la cui Ambasciata continua risiedere Kieff. Mio collega francese ne è assolutamente sicuro e insiste sulla necessità intervento energico pronto per arginare pericolo. Germania compensa in Russia sconfitta occidente. Attualmente Ucraina salvo poche città in possesso Petliura: d'altra parte bolscevichi si sono spinti fino a Ecaterinoslav. Continuano ,giungere truppe francesi soprattutto zuavi. Città è occupata militarmente ma per il momento non si intende avanzare. S'i vorrebbe lasciare operazione attiva all'armata volontari russi il cui valore è però dubbio. Rincaro vita peggioramento pubblica sicurezza mancanza affari producono intanto grave malcontento. È qui ancorata

divisione navale francese due navi da guerra inglesi: credo necessaria presenza di una nave nostra.

816

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO

T. 57. Londra, 7 gennaio 1919. Foreign Office cui avevo fatta comunicazione nei precisi termini prescrittimi da V. E. con telegramma n. 3105 (l), mi fa sapere che Governo britannico opina

che Commissione quattro Ammiragli essendo stata costituita in seguito a decisione Governi alleati può essere abolita solo dalla medesima autorità.

817

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. 98/384. ItaUa, 8 gennaio 1919, o-re 10,10 (per. L'B). Come risulta dai successivi telegrammi del generale Piacentini e dell'ufficiale

di collegamento capitano Avarna, inviati in comunicazione a codesto Ministero, è scoppiata in Montenegro rivolta antiserba. Truppe serbe e jugoslave vengono

inviate in rinforzo da Cattaro in Montenegro. Comando francese nulla comunica Alleati e pare lasci libertà ai serbi azione in quelle regioni. Comandante americano Cattaro ha telegrafato notizia rivolta a suo Comando in Italia segnalando essere tenuto all'oscuro avvenimenti.

Questo Comando ritiene indispensabile pronto energico intervento Governo per ottenere occupazione interalleati almeno città di Cettigne e Podgoritza, onde porre termine prepotenze serbe e non chiara condotta francese a danno interessi Intesa in particolare dell'Italia.

(l) -Numero errato. Il telegramma non è stato rinvenuto. (2) -Il testo è stato confrontato con quello conservato in AO.
818

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (1)

T. 102/382. Italia, 8 gennaio 1919, ore 11 (per. l'B).

Ufficiale collegamento Salonicco comunica che Franchet d'Esperey si propone inviare eventualmente parte 35a Divisione Ungheria data situazione incerta e attitudine poco soddisfacente Governo ungherese. Ho in conseguenza confermato a Comando 35a Divisione 'intendimenti questo Comando che contingenti italiani intervengano nelle occupazioni interalleate stabilite da Franchet d'Esperey richiamando però sua attenzione perchè non sia soppressa o ridotta eccessivamente nostra occupazione Bulgaria, che interessa mantenere per ovvie ragioni politiche.

819

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 116/944. Italia, 8 gennaio 1919, ore 20,20 (per. il 9).

Nota commissione d'armistizio Vienna comunica: «Procede rapidamente alienazione materiale bellico, quantunque ciò costituisca violazione contratto poichè ex monarchia devesi considerare debitore fallito rispetto Intesa creditrice, onde sua incapacità ogni atto. Intendesi protestare energicamente esponendo esplicitamente detto punto di vista. Prima si chiede oerò autorizzazione. Generale Segre >. Si prega Ministero di volere d'urgenza far conoscere proprio punto di vista specialmente per quanto riguarda dichiarazione di considerare ex monarchia austro-ungarica stregua di debitore fallito.

Intanto questo Comando ha disposto che nostra Commissione elevi per ora protesta formale ed energica per il solo fatto dell'alienazione materiale bellico mentre ancora non si sono attuate clausole armistizio nei riguardi di esso.

conservato in AO.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche a Orlando. Il testo è stato confrontato con quello

820

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 33/6. Londra, 8 gennaio 1919, ore 21,30 (per. ore 18,45 del 9).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1805 (1). Foreign Office informa che convenzione prolungamento armistizio fu firmato dallo Ammiraglio Veymiss in qualità di delegato britannico. Ulteriore approvazione Governo britannico non era richiesta e non fu domandata.

821

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 100/218. Italia, 8 gennaio 1919 (per. 1'8).

Generale Piacentini telegrafa quanto segue: < Affinchè questo Comando possa avere norma per direttiva darsi a Comandanti italiani dislocati Montenegro pregasi comunicare quali sono i colori della bandiera jugo-slava e se bandiera deve riconoscersi :1'. Per zona entro limiti armistizio è vietata esposizione bandiera e portare coccarda jugo-slava autorizzando coccarda e bandiera degli Alleati. Pregasi fare conoscere se eguali disposizioni possano estendersi anche territori fuori linea armistizio in considerazione che Governo jugoslavo non è stato ufficialmente riconosciuto. Gradirei inoltre conoscere quali colori compongono bandiera jugo-slava e loro disposizione.

822

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 114/41. Parigi, 8 gennaio 19191 (per. il 9).

Telegramma di V. E. n. 20 (2).

Al telegramma collettivo dei Consoli di Francia Italia e Belgio a Pietrogrado questo Governo ha risposto lasciando liberi suoi agenti Consolari di ispirarsi proprii sentimenti in merito loro permanenza o partenza col personale Legazione Danimarca, stimando che dopo prove di coraggio e devozione da essi date debbono essere lasciati giudici loro condotta. Nel caso decidessero di non restare dopo avere ottenuto da Zinovieff riconoscimento loro qualità e garanzia inviolabilità Ambascia.ta, Governo francese ritiene potrebbero rimpatriare con i nazionali francesi il cui scambio con russi è attualmente in trattative coi Commissari del popolo.

chiedendo al governo italiano l'approvazione della clausola, già approvata dal governo fran

cese, circa il prolungamento dell'armistizio fino alla conclusione dei preliminari di pace.

Sonnino chiedeva d'essere informato se il governo inglese aveva già, da parte sua, approvatala clausola.

Partendo da Pietrogrado dovranno ritirare bandiere di protezione dopo aver preso tutte le possibili misure per tentare di salvaguadare immobili diplomatici.

(l) Non pubblicato. Con esso Sonnino comunicava a Imperiali, il 26 dicembre 1918, che l'ambasciatore di Francia a Roma gli aveva trasmesso copia della convenzione militare addizionale all'armistizio con la Germania dell'll novembre 1918, firmata il 13 dicembre,

(2) Pubblicato al n. 792.

823

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 109/42. Parigi, 8 gennaio 1919 (per. il 9). Telegramma di V. E. n. 22 (1). A questo Ministero degli Affari Esteri non si ha conoscenza informazione proveniente Parigi circa tentativo Enver pascià e Talaat bey di raggiungere

Marocco spagnuolo e si ritiene notizia infondata. Ad ogni modo Pichon telegraferà a Madrid, Rabat ed Algeri per vigilanza necessaria.

824

IL COMMISSARIO A SOFIA, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 145/11. Sofia, 8 gennaio 1919 (per. il 10). Passaggio della terza divisione greca iniziato verso 4 corrente attraverso Bulgaria durerebbe secondo generale Chrétien circa quindici giorni. Egli, evidentemente impressionato dalle vive raccomandazioni nostre ed anglo-americane, ha disposto sorveglianza disciplina a mezzo ufficiali italo-francesi. Tornato dal colloquio con Franchet d'Esperey sembra imbarazzato dalle sue istruzioni che non sarebbero in armonia con le sue dichiarazioni fatte a me stesso. Egli mi disse che l'entrata delle truppe greche gli era stata imposta pur riconoscendo necessità 'impedire pericoloso contatto fra bulgari e serbi. Comando francese ha fatto sapere, senza però dare ordine scritto, che la nostra divisione dovrebbe avviarsi verso Dombro 15 corrente. Dopo però ami

chevole colloquio mio col generale Chrétien sulla necessità di non turbare pace e dopo scambio di vedute col colonnello Winckels egli fece sapere non

•essere necessario eseguire spostamenti alla data fissata. Ciò darà tempo al R. Governo deliberare sulla gravissima questione. Secondo il mio parere subordinato, conviene eliminare forti sospetti condivisi da molti ambienti locali che la politica francese anche a Parigi voglia imporre la sua volontà alla Bulgaria anche a costo fomentarvi rivoluzione per essere padrona della situazione d'accordo coi serbi greci.

Invio della nostra divisione nel Banato potrebbe raggiungere triplice scopo: l) farci perdere influenza in Bulgaria e qu'lndi nei Balcani, e se necessario, ricorrere ai partiti estremi per rovesciare Governo bulgaro attuale; 2) far penetrare truppe greche in Bulgaria; 3) inviare le nostre truppe per rimediare alla incresciosa situazione sorta nel Banato fra i romeni e i serbi i quali ultimi vi hanno ora concentrato quasi tutte le loro truppe.

Per mezzo dei suoi ufficiali di collegamento colonnello Napier ha avuto conoscenza delle suddette impressioni che ci:reolano ed ha preso l'iniziativa segnalarle al generale Chrétien consigliandolo non darvi seguito per non rendere sospetti verosimili a causa di strane coincidenze.

Egli mi confidò essere stato sparso vago rumore di un'alleanza italo-bulgara cui gli alluse il generale francese. Egli avrebbe risposto non prestarvi fede. Per soddisfare però al desiderio di Napier gli feci vedere l'assurdità di un tale parto della fantasia dei bulgari che isolati dal mondo ma bramosi di qualsiasi appoggio sono proclivi a trarre ragionevoli conclusioni dalla malaccorta agitazione jugoslava contro l'Italia. Soggiunsi essere semplicemente politica italiana ora come sempre di rigoroso mantenimento pace nei Balcani e quindi di moderazione anche verso Bulgaria nel senso indicato nei principi di Wilson.

Egli m'informò avere il generale francese telegrafato in conseguenza al suo superiore .... [manca] situazione e pregando annullare ordine nostro trasferimento. Intervento non sollecitato del colonnello Napier gioverebbe chiarire francamente situazione confusa ed incresci:osa.

(l) Pubblicato al n. 794.

825

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 32/1. Atene, 9 gennaio 1919, Ore 10,10 (per. ore 17). Telegramma di V. E. Gab. n. 18 (1). Questo Ministro degli Affari Esteri, al quale ho chiesto quale risposta ave

va dato alla comunicazione di questo Incaricato d'Affari serbo di cui al mio telegramma n. 4 (2), mi ha risposto che aveva chiesto in proposito istruzioni a Venizelos, considerando che si trattava di un argomento sul quale l'avviso degli Alleati doveva essere concorde.

826

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 128/5. Madrid, 9 gennaio 1919 (per. U 9). Telegramma di V. E. n. 18 (3). Questo Ambasciatore di Francia ha ricevuto istruzioni circa ·Comunicazione da fare al Governo spagnuolo circa navi austro-ungariche e egli intende convocarci per concretare passi comuni non appena risolta questione ripartizione navi da requisire. Come è noto nella risoluzione interalleati di Parigi del 21 dicembre è stata devoluta ai quattro addetti navali applicazione principi relativi tale ripartizione. Ma accordi in proposito tra R. addetto navale e quello di Francia non hanno finora potuto avere luogo sostenendosi da ciascuno· di essi essere più pronto dell'altro a fare entrare in servizio navi. R. addetto navale

ha chiesto come minimum dodici delle ventidue navi e ciò sulla base delle domande avanzate dai rispettivi armatori d'issare bandiera italiana; questo motivo

non è però considerato valido da addetto navale francese. Ciò stante entrambi hanno ·chiesto istruzioni rispettivi Ministeri. Richiesta R. Addetto navale è 27 mila tonnellate sopra un totale di 53 mila.

(l) -Pubblicato al n. 787. (2) -Pubblicato al n. 764. (3) -Non pubblicato.
827

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 138/56. Londra, 9 gennaio 1919 (per. il 10). Telegramma di V. E. n. 1737 (1). Alla nota comunicazione abissina pervenuta a questo Sovrano pel tramite suo Rappresentante Addis Abeba, il Re Giorgio ha risposto esprimendo al Governo etiopico sinceri ringraziamenti per il messaggio di ringraziamento del

l'Imperatrice, manifestando il piacere che egli proverà nell'accogliere il Rappresentante dell'Imperatrice, con la considerazione dovuta ad un Governo amico.

828

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A WASHINGTON, MINISCALCHI

T. 32. Roma, 9 gennaio 1919. Rappresentante War Trade Board Roma comunica aver dovuto segnalare proprio Governo che divieti importazione in Italia sarebbero mantenuti integralmente Vt!rso Stati Uniti e invece mitigati per Francia Inghilterra mediante accordi. In vista intenzione Governo Americano lasciar libere esportazioni con destino paesi alleati rappresentante medesimo ha consigliato pertanto Governo federale mantenere divieti esportazione verso Italia. Dato ciò prego V. S. far considerare opportunamente a chi di ragione che durante guerra importazioni americane in Italia sono assai cresciute in confronto periodo precedente e in proporzione ben maggiore che importazioni

inglesi francesi. Importazioni sono aumentate da Francia 109 % da Gran Bretagna 203 % da Stati Uniti 578 %.

R. Governo animato dai più amichevoli intendimenti favorisce per quanto possibile sviluppo traffici italo americani che risultano però ostacolati non già dai divieti importazione esistenti per poche merci determinate e indistintamente applicati tutte provenienze comprese inglesi francesi ma bensl dalla difficoltà pagare nostre importazioni da Stati Uniti. Abbiamo infatti comperato ultimo anno Stati Uniti per 100 e venduto poco più di 5 con deficit circa tre miliardi. Defi,cit risulterà anzi maggiore tenuto conto reale livello prezzi poichè cifre provvisorie surriferite sono state ragguagliate prezzi anno 1916.

Unico mezzo perchè importazioni da Stati Uniti possano essere mantenute accresciute consiste nell'ottenere da codesto Governo crediti adeguati. Su questo ultimo punto dovrà S. V. richiamare in modo speciale attenzione di chi di ragione. Spedisco per corriere tabella dettagliata dimostrativa. Gradirò telegrafico riscontro.

(l) Pubblicaio al n. 670.

829

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 132/12. Atene, 9 gennaio 1919 (per. il 10).

È apparsa sui giornali notizia che autorità militari francesi abbiano consegnato alle autorità civili e militari greche zona neutra Coritza.

Questo Ministro degli Affari Esteri ci ha detto che egli non era stato ancora ufficialmente informato di questa dislocazione apparentemente trattata fra Comando greco e Comando armata d'Oriente, ma che riteneva si trattasse del territorio greco sottoposto all'amministrazione francese del generale Sarrail.

830

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 134/50. Pera, 9 gennaio 1919 (per. il 10).

L'ex deputato di Tripoli Mahmud Nagi mi ha fatto esprimere desiderio suo e di molti amici suoi di fare opera di pacifìcazione in Libia ove vorrebbero tornare. Ma essi desiderano essere prima assicurati che una larga autonomia locale sarà stabilita. Se attraverso essa costoro vedono la possibilità di nuova influenza personale è pure certo che sono sinceri nel desiderare tale autonomia come un grande progresso sul nostro attuale regime amministrativo in Libia. Se R. Governo pensa potere annunziare qualche largo progetto di riforma che tenga conto delle abitudini e dei bisogni delle popolazioni dobbiamo tener presente che anche oggi malgrado il blocco è parlandone qui che possiamo sperare una eco delle più sollecite ed efficaci in Libia.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN LONGARE

T. GAB. PER CORRIERE 31. Roma, 9 gennaio 1919.

In data 6 corrente il Capo di Stato Maggiore della Marina significava quanto segue:

«In seguito agli ordini dati dalla E. V. il convoglio che aveva già imbarcato le truppe destinate all'occupazione di Adalia, Makri e Marmarica ha sospeso le sue ope1·azioni.

Esso è ora radunato nella rada di Marmarica, non potendo stare all'ancora dinnauzi alla città di Rodi causa cattivo tempo: il piroscafo c Jenic:. che era approdato a Rodi per operazioni di scarico, ha rotto gli ormeggi e si è incagliato sotto un colpo di vento da scirocco: si è riusciti a disincagliarlo, ma ha subito danni rilevanti.

Finora il Corpo di occupazione del Dodecanneso richiedeva scarso traffico marittimo, dappoichè non vi era alcuna urgente necessità militare da soddisfare e si potevano attendere periodi di buon tempo per effettuare le operazioni di scarico necessarie ad alimentare il limitato presidio dell'isola di Rodi.

Colla radunata in quell'isola di un corpo di truppe abbastanza cospicue, tenuto pronto per le operazioni militari sulle coste dell'Asia Minore, la situazione è notevolmente mutata nei riguardi marittimi: nell'isola di Rodi non

esiste un porto capace di ricevere naviglio anche di limitato tonnellaggio, che possa quivi effettuare nelle volute condizioni di sicurezza marittima operazioni di sbarco e di imbarco, cosi di materiale come di truppe, specialmente nell'attuale stagione.

Deve quindi prevedersi, che si andrà incontro a rilevanti difficoltà per l'approvvigionamento delle truppe radunate a Rodi, in attesa di operare sulla costa dell'Asia Minore; risulta anche difficile effettuare in Rodi il rifornimento del naviglio da guerra e mercantile che vi è dislocato, e vl giunge periodicamente per esigenze militari o per l'approvvigionamento delle truppe; e tale rifornimento presenta difficoltà in particolar modo gravi nei ·riguardi del combustibile. Infine, il cattivo tempo potrebbe impedire -anche per qualche settimana consecutiva -l'imbarco delle truppe che si trovano a Rodi per trasportarle nelle località dell'Asia Minore ove si intendesse operare; poichè anche Adalia è priva assolutamente di porto e truppe destinate a detta località potrebbero essere costrette a rimanere parecchio tempo a bordo (quando si fosse riusciti ad imbarcarle a Rodi) prima di poter prendere terra ad Adalia.

Pe le ragioni suesposte è mio parere che se dobbiamo tenerci pronti ad operare militarmente su località dell'Asia Minore è indispensabile costituirci anzitutto una base d'operazione soddisfacente nei riguardi nautici: e questa, tutto considerato, non può essere che Marmarie.a.

Sottopongo pertanto alla E. V. la convenienza di procedere senz'altro all'occupazione di Marmarica e di accertare in detta località -che offre un comodo e sicuro ancoraggio -i mezzi militari e navali che si intende tener pronti per eventuali operazioni sulle coste dell'Asia Minore. Solo quando que

sto provvedimento sia attuato, la R. Marina può prendere impegno di provvedere e per parte di sua competenza, alla esecuzione sollecita delle operazioni summenzionate, non appena il R. Governo disponga di effettuarle.

Ho risposto quanto segue: «Con Tiferimento al foglio di V. E. R. R. P.

n. 54 in data di ieri La infoTmo che non mi è possibile determinaTe oggi se e quando si procederà ad occupazioni in Asia Minore; mentre sarebbe conveniente che predisposizioni al riguardo non risultassero definitivamente ritirate. Lascio a V. E. di giudicare se sia possibile mantenere radunato H convoglio nella rada di Marmarica, senza però procedere ad alcuno sbarco o ad operazioni di costituzione di una base d'operazione che ad esse equivalgono agli effetti politici. Parmi comunque convenga intanto sospendere ogni ulteriore imbarco di truppe a Rodi>.

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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

T. 35. Roma, 10 gennaio 1919, ore l.

Stato Mag.giore Marina mi comunica seguente telegramma ricevuto dal

R. Addetto navale Madrid circa ripartizione piroscafi austro-ungarici internati in porti spagnuoli: « Cinque corrente nella seconda riunione addetti navali fu impossibile raggiungere accordo. Già ieri sera conoscevo confidenzialmente telegramma inviato da Parigi a collega francese ordinando insistere suo punto di vista. Trasmetto V. E. traducendolo il telegramma che ora inviano identico Addetto navale inglese ed americano ad Ammiragliato Londra ed Ammiraglio Sims e prego V. E.-se lo crede agire in Parigi a protezione nostro punto di vista.

Principia ·telegramma : Alla riunione degli Addetti navali Governi associati tenutasi oggi gli Addetti navali inglese, ·italiano ed americano convennero che i piroscafi austro-ungarici rifugiati nei porti di Spagna dovevano essere divisi come segue: Columbia, Lodovica, Federica, Emilia, Boheme, Fedora, Sus, Absirtea, Anna Goich, Onda, Kostrena, Georgia, da assegnare all'Italia; Nixe, Eros, Nagilalos, Vega, Kobe e Mediterraneo a Francia. La riunione venne alla convinzione che sia Italia che Francia erano preparate ad armare immediatamente e mettere in servizio la totalità di: questi piroscafi. L'Addetto navale italiano sta facendo preparativi da circa due mesi secondo le istruzioni del suo Governo. I piroscafi assegnati all'Italia lo furono poichè la maggioranza dei membri dei loro equipaggi sono di nazionalità italiana trattandosi di navi adriatiche e per la ragione che saranno cosi avviate verso porti di matricola ove la presenza dei piani di costruzione delle parti di ricambio eoc. potrà aiutare la loro sollecita riparazione per intraprendere un servizio regolare. La divisione in due parti uguali appare giusta considerando che sia Francia che Italia sono preparate mettere in servizio con la medesima prontezza piroscafi attenendosi allo spirito delle nostre istruzioni.

Addetto navale francese non ha potuto concorrere in questo accordo poichè possiede ordini del suo Governo di insistere sulla assegnazione di tutti i piroscafi austro-ungarici in Spagna salvo eccezioni alla Francia. Egli arrivò la Madrid da Parigi il 1° corrente con istruzioni del suo Governo di reclamare il medesimo trattamento per la Francia per quanto riguarda i piroscafi austroungarici nei porti spagnuoli, che quello avuto dall'Italia nell'Adriatico ove

400.000 tonnellate vennero assegnate ad Italia e 23.000 alla Francia. L'Addetto navale francese dichiara inoltre che egli non crede che si debba considerare la questione dei porti di matricolazione. Domando la conferma della nostra as-segnazione dei :piroscafi. Se non si vuole dare tale conferma domando nuove istruzioni. Fine del telegramma anglo-americano.

Informo V. E. ho creduto cedere solo per 'il tredicesimo piroscafo per cui fu domandato bandiera ossia il «Mediterraneo» portando cosi tonnellaggio netto da assegnare ad Italia a tonnellate 27.713 mentre totalità tonnellaggio netto piroscafi rifugiati Spagna di bandiera austro-ungarica è 50.000.

Informo V. E. che effettivamente colleghi America ed Inghilterra sanno perfettamente che mia or.ganizzazione è un fatto comi>iuto mentre francese deve dopo assegnazione telefonare per ricevere fondi e personale sicchè se Comitato Parigi riconfermasse fiducia giudizio nella maggioranza Addetti navali associati Madrid non avremmo 12 piroscafi pronti lasciare questi porti da sei ore a dodici giorni dal momento del consenso Spagna. Firmato: Camperio ~.

Richieste contenute telegramma riportato circa piroscafi da assegnarsi Italia, sembrano conformi accordi presi Parigi essendo noi meglio preparati armamento ed immediata utilizzazione di essi come prova adesione Addetti navali inglese ed americano. Piroscafi da noi richiesti appartengono ad armatori che hanno domandato bandiera italiana. Anzi anche altro piroscafo ·denominato c Mediterraneo » ha domandato bandiera navale ma R. Addetto navale Madrid, per sp·irito conciliazione vi ha rinunciato in favore Francia.

Prego V. E. appoggiare nostre domande ed occorrendo incaricare anche codesto R. Addetto navale fare passi a suo nome, presso Ministero Marina francese. V. E. potrà anche ricordare concessioni da noi fatte in Adriatico a Francia circa navi austro-ungariche.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL SUO CAPO GABINETTO, PETROZZIELLO (AO, reg. 5, pp. 195-196)

T. GAB. 3220. Parigi, 10 gennaio 1919, ore 19,20.

Prego fare S. E. Colosimo seguente comunicazione la cui lettura servirà altresì per Sua norma: «Avevo stabilito di ripartire questa sera o al più tardi domani sera per risolvere costà le sapute questioni di ordine 'interno, nel quale programma mi confermava la considerazione che le prime riunioni dovevano essere destinate a questioni di procedura. Senonchè in questo momento Presidente Wilson mi fa sapere che appena arrivato Lloyd George, cioè domenica, egli intende avere una conversazione preliminare coi Capi di Governo l)er definire alcune direttive di massima. Tanto Wilson quanto Clemenceau mi hanno quindi fatto sapere che la mia presenza è assolutamente 'indispensabile. Ciò che non sarebbe in periodo immediatamente successivo.

In tali condizioni di cose tu e i colleghi comprenderete come io mi trovi nella ·impossibilità morale di non restare. Vi prego di credere che la preoccupazione delle questioni di ordine interno è in me non inferiore di quella che può avere ognuno di voi; ma d'altra parte non credo di avere possibilità di scelta, mentre resta inteso che dilazione mia venuta sarà soltanto di un paio di giorni. Ti prego di convocare i colleghi e dare lettura di questo mio telegramma e di portarlo personalmente al collega Nitti ove egli non fosse nella possibilità di uscire.

834. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (l)

T. 148/967. Italia, 10 gennaio 1919, ore 22,45 (per. L'll).

Seguito n. 16139 data 22 dicembre u. s. (2).

Informasi che addetto militare inglese a Vienna ha presentato a Presidente nota Commissione complessiva armistizio petizione a lui diretta da certi barone Reinlein e console generale Keller richiedente occupazione ingles-e di Klagenfurt, Villach e S. Veit onde evitare conflitti con jugoslavi. Segretario di Stato austrotedesco per Affari Esteri appoggia richiesta. Colonnello inglese ritiene che non sarebbero fatte difficoltà qualora occupazione fosse fatta da noi. Questo Comando ha confermato per ora a Presidente nostra Commissione direttive già date nel senso che per ora è deciso non intervento.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (3)

T. RR. 7. Londra, 10 gennaio 1919.

In seguito a rappresentazioni fatte generale Mola, Ministero ha chiesto mio pensiero circa visita di un nostro principe a Londra per distribuzione note decorazio.ni conferite due anni fa. Non v'ha dubbio che consegna predette decorazioni è attesa con impazienza dai militari decorati. È del pari chiaro che successive visite del Principe di Galles, Duca di Connaught e Principe Arturo andrebbero restituite. È per contro da tener presente che in questo momento in cui attenzione generale del pubblico è concentrata sulla conferenza di Parigi dove affluiscono i principali personaggi del Governo, dell'Esercito e della Marina, visita di un nostro principe rischierebbe di passare quasi inosservata e non potrebbe certo fornire, siccome a mio avviso dovrebbe, propizia occasione per provocare manifestazione popolare di ossequio ammirativo per augusto rappresentante nostro esercito. Ciò tanto più poi in quanto varie indicazioni desunte sia dai giornali sia in conversazioni private lasciano fondata impressione che pubblico si dispone festeggiare venuta S. M. Re la quale, come V. E. sa, deve essere preceduta dalla visita Re Giorgio a Roma. Per questi motivi riterrei, tutto compreso, consigliabile di affrettare bensl consegna decorazioni pel tramite ordinario ma di rinviare visita principe con un pretesto qualsiasi. Si potrebbe ad esempio dlre che Duca Aosta, Principe designato rivestito più alto grado militare e corrispondente rango al Duca Connaught non può in questo momento lasciare suo comando ma che S. M. desidera inviarlo qui appena possibile con missione di cui si troverà uno scopo (consegna, ad esempio della

croce di guerra al Principe Galles). Stante delicatezza questione ho creduto doveroso sottoporre direttamente V. E. parere richiestomi. Avverto comunque che il Re sarà più o meno assente da Londra tutto gennaio.

(l) -Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche a Sonnino e a Zupelli. Il testo pubblicato è quello pervenuto a Sonnino, ma è stato confrontato anche con quello conservato in AO. (2) -Non pubblicato. (3) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. II testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 150/60. Londra, 10 gennaio 1919 (per. l'll).

Telegramma di V. E. n. 26 (1).

Graham mi ha detto oggi che questo Governo non sarebbe in massima favorevole al ripristino capitolazioni. In seguito recenti reiterate insistenze francesi Alto commissario britannico è stato invitato a formulare suoi apprezzamenti in merito a proposta francese. Ad una osservazione di Graham nel senso inopportunità ripristinare capitolazioni alla vigilia del mutamento radicale della Amministrazione di Costantinopoli, ho replicato che quando il nuovo regime europeo sarà stato stabilito, saremo sempre a tempo per abolire capitolazioni, le quali invece fino a tanto che perdura regime turco costituiscono imperiosa necessità a tutela vita e beni sudditi esteri.

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IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN LONGARE, A LONDRA, IMPERIALI, E A MADRID, CARLOTTI

T. 33. Roma, 10 gennaio 1919.

(Per Parigi). Mio telegramma n. 1708 (2) e suo telegramma posta n. 3 (2).

(Per Londra). Telegramma di V. E. n. 1709 (2).

(Per Madrid). Telegramma di V. E. n. 3 (3).

(Per Par.igi e Londra). R. Ambasciatore Madrid telegrafa quanto segue:

(testo del telegramma n. 75/3).

Ho dsposto quanto segue:

(Per tutti). Circa punto !primo suggerisco che Spagna accetti formu'la del progetto di nota collettiva alla Spagna inviata dal Governo francese ad Ambasciata francese Madrid.

Siccome urge ottenere immediato rilascio piroscafi austro-ungarici anche per evitare danneggiamenti ed ulteriori vendite dotazioni bordo da parte equipaggi, autorizzo V. E. propugnare presso colleghi alleati soluzione punto 2o nel senso lasciare Spagna utilizzazione provvisoria 7 piroscafi cedutile da Germania purchè beninteso resti 'impregiudicata loro situazione giuridica e destinazione finale. Spagna dovrebbe dopo ciò ritirare ogni altra sua obbiezione

di qualsiasi specie all'utilizzazione immediata altri piroscafi tedeschi e tutti piroscafi austro-ungarici.

Se indispensabile V. E. potrebbe anche dare affidamento codesto Governo che alcuni piroscafi austro-ungarici toccheranno nei loro viaggi qualche porto spagnuolo tenendo un po' di spazio a disposizione eodesto Governo.

(Per Parigi e Londra). Prego V. E. comunicare queste istruzioni codesto Governo per ottenere invio analoghe istruzioni suo rappresentante Madrid.

(l) -Non pubblicato. Ritrasmetteva, In data 8 gennaio 1919, il telegramma di Sforza del a gennaio, pubblicato al n. '753. (2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 791.
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IL COMANDANTE DI RODI, ELIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 146/51. Rodi, 10 gennaio 1919 (per. 1/11).

Continua la calda azione questo Viceconsolato Francia contro i nostri interessi. Esso cerca finora invano indurre musulmani firmare indirizzo Potenze per ritorno isole alla Turchia. A mezzo posta francese sfuggendo così nostra censura furono spediti memoriali di greci Dodecanneso ad Alessandria e Atene invocando annessione Regno Grecia. La sospensione della partenza nostra spedizione Anatolia quando già nostre truppe erano per imbarcare è abilmente sfruttata danno nostro prestigio. Agente Viceconsolato Francia la rappresentano come conseguenza veto opposto dalla Franda. Ai greci dicono per proteggere loro aspirazioni Asia . Minore, ai turchi insinuano voler tutelare loro diritti.

839

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 147/560. Italia, 10 gennaio 1919 (per. l'll).

Riferimento telegrammi 128 (l) e 245 (2) del 4 e 6 corrente. Proveniente dal colonnello Gilberto Winkels da Sofia e inviato comunicazione codesta Presidenza. Per tutela nostri interessi Bulgaria questo Comando appoggia proposta che occupazione militare Bulgaria sia messa sotto giurisdizione Generale italiano che conserverebbe sempre dipendenza da Franchet d'Esperey. Proposta suddetta trova appoggio nel fatto che già esiste alla dipendenza di Franchet Armata Danubio sotto comando francese e Armata Bosforo sotto comando inglese e nella considerazione che maggior contingente truppe alleate Bulgaria è fornita da truppe italiane. Generale italiano dovrebbe aver rango Comandante Armata o Corpo d'Armata perchè possa conservare sua giurisdizione Bulgaria anche se eventualmente fossero colà distaccate divisioni alleate. Quando precede comunicasi per le decisioni di V. E.

(l) -Pubblicato al n. 766. (2) -Non pubblicato.
840

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3. Belgrado, 10 gennaio 1919 (per. il13) (1).

In relazione telegramma di V. E. Gab. n. 10 (2) e Gab. n. 21 (3).

Ho accennato ieri in conversazione generica con questo Ministro d'Inghilterra alla questione del Montenegro. Egli mi ha detto di non avere avuto alcuna comunicazione sull'argomento del suo Governo e che personalmente credeva che la condotta del Re Nicola non era stata sorretta e che non si ooteva impedire a dei c Serbi~. di unirsi se lo volevano a degli altri serbi. Egli mi ha poi etimostrato di approvare in genere il punto di vista serbo e di essere contrario ad un intervento in Montenegro. È presumibile che in questo senso egli si sia finora espresso qui.

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IL SEGRETARIO GENERALE DELLA DELEGAZIONE ALLA CONFERENZA DELLA PACE, ALDROVANDI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE

L. P. s. n. Parigi, 10 gennaio 1919.

D'ordine di s·. E. il Ministro, ho l'onore di rimettere, qui accluso, all'E. V., la copia di un pro-memoria relativo alla rettifica di frontiere in valle Roja, comunicato in data 7 gennaio al R. Ministero degli Affari Esteri, dall'Ambasciata di Francia in Roma, nonchè un pro-memoria in risposta a tale comunicazione che la prego di consegnare al ministro Pichon.

Di quest'ultimo pro-memoria trasmetto contemporaneamente un altro esemplare al Ministero degli Affari Esteri perchè ne venga fatta consegna al signor Barrère.

ALLEGATO I

PRO MEMORIA DELL'AMBASCIATA DI FRANCIA A ROMA PER SONNINO

Roma, 7 gennaio. Au lendemain du départ de Paris de S. M. le Roi d'Italie, S. E. le Ministre des Affaires étrangères a bien voulu remettre directement au Ministre des affaires étrangères de la République un aide-mémoire relatif à la frontière italo-française ( 4). En prenant connaissance du document précité, M. Pichon a constaté que l'objet en était la rectification de cette frontière entre le département des Alpes Maritimes

de tout le bassin de la Roja et de ses aftluents •.

et la Province de Port Maurice, par l'annexion à l'Italie de tout le bassin de la Roja et des affiuents compris dans la limite du territoire français.

En réponse à cette communication, l'Ambassadeur de France à Rome a été chargé da faire connaitre à S. E. le baron Sonnino que M. Pichon ne croit pas pouvoir aborder une telle discussion, parce qu'il n'entre pas dans les vues du Gouvernement français de consentir la moindre cession de territoire, ni dans la région des Alpes, ni autre part.

L'aide-mémoire précité a pris la forme d'une communication adressée par la Délégation Italienne de la Paix à la Délégation française. Pour éviter tout malentendu et au cas où cette forme impliquerait que le sujet de l'aide-mémoire se rattache aux délibérations de la Conférence de la Paix le Gouvernement de la République croit nécessaire d'indiquer dès à présent qu'il n'aurait aucune intention d'admettre une intervention internationale dans une question telle que celle d'une frontière commune d'avant-guerre qui n'est pas de la compétence de cette Conférence et appartient au domaine des rapports directs des deux Gouvernements.

ALLEGATO II

PRO MEMORIA DI SONNINO PER PICHON

L'Ambasciata di Francia ha comunicato al Ministero degli Affari Esteri, in data 7 gennaio, U'J. pro-memoria relativo ad una rettifica di frontiera italo-francese fra il dipartimento delle Alpi Marittime e la provincia di Porto Maurizio. Tale pro-memoria si riferisce ad una comunicazione che il Ministro degli Affari Esteri d'Italia ha rimesso al signor Pichon il 21 dicembre u. s.

Il Ministro degli Affari Esteri riconosce che la comunicazione di cui si tratta non era destinata all'esame della conferenza della pace; ma che è questione da trattarsi fra Governo italiano e Governo francese. Era sembrato che il tramite delle rispettive delegazioni alla Conferenza della Pace potesse offrire qualche vantaggio, poichè tali delegazioni avendo competenza per risolvere in questo momento numerosi problemi interessanti i due paesi, potevano ottenere equamente presente una determinata soluzione, in corrispondenza a soluzioni concomitanti. Il R. Governo tuttavia non insiste sulla forma di questa sua comunicazione, e riconosce pienamente che la questione non ha nessun carattere internazionale.

Il Governo italiano si permette tuttavia di richiamare nuovamente l'attenzione del Governo della Repubblica sulla questione, poichè la sua soluzione sarebbe atta a correggere una situazione di fatto che, avendo indubbi inconvenienti, genera nei territori e tra le popolazioni di cui si tratta, costante malcontento e quindi possibilità di frizioni che sarebbe assai utile eliminare.

Da precedenti colloqui che avevano avuto luogo tempo addietro, il Governo

italiano aveva tratto ragione di ritenere il Governo francese non fosse in via

assoluta alieno dal giungere a qualche intesa; e riteneva che il momento attuale

fosse specialmente opportuno per pervenirvi.

La proposta italiana non sembra sia da considerarsi come assumente l'aspetto

e l'importanza di vero e proprio acquisto o cessione territoriale; contempla sola

mente una rettifica col puro fine di agevolare il traffico fra territori che si trovano

isolati fra loro da un cuneo che l'interseca.

Nè il Governo italiano, per raggiungere questo scopo, sarebbe alieno dal

prendere in considerazione proposte analoghe che il Governo francese credesse

eventualmente di fare per scopi corrispondenti.

Il Ministro degli Affari Esteri sarebbe vivamente grato al Governo francese,

se, tenendo conto di quanto precede, volesse riesaminare la questione per vedere

se, a suo avviso, non vi fosse una soluzione che, senza pregiudizio degli interessi

nazionali dell'uno e dell'altro Stato, ma anzi con vantaggio reciproco, togliesse

di mezzo un inconveniente che indubbiamente esiste nella attuale situazione del

confine italo-francese.

29 -Documenti diplomatici -Serie VI -Vol. I.

842.

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 37/2. Atene, 11 gennaio 1919, ore 14,30 (per. ore 0,20 del 12). Telegramma di V. E. Gab. n. 22 (1). Non vi ha dubbio che a Smirne elemento ellen:lco ed ellenicizzante vi sia

numeroso ed influente ed è spiacevole che qui come altrove ci tocchi urtare contro i centri di maggiore resistenza. Ma Smirne può difficilmente separarsi dal vilayet di A:ldin al quale possibilmente non dovremmo rinunziare. Inoltre la questione di Smirne alla Grecia sorpassa anche i limiti dei nostri particolari interessi. Il riconosceve le continuità della Grecia oltre l'Egeo involge anche il programma di Costantinopoli poichè qualsiasi soluzione sia per adottarsi per ciò che resterà dell'Impero Ottomano sarà necessariamente transitoria e non rappresenterà che un consortium al cui termine si troverà la Grecia solidamente concentrata ed estesa sulle due sponde. Essendo tuttavia per noi di improrogabile necessità di mettere piede ora in qualsiasi modo in Asia Minore, un accordo colla Grecia per l'Asia Minore prima della conferenza potrebbe convenire solo se dalla conferenza stessa dovesse essere escluso assolutamente il principio dell'equilibrio e del compenso allo sforzo e se per l'assenza della Russia e la presenza degli Stati Uniti dovessero essere considerati decaduti i nostri accordi o se per qualsiasi motivo dalle pretese greche si dovesse prendere occasione per concludersi svantaggi.

843.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 153/629. Italia, 11 gennaio 1919 (per. l'll). Generale Placentini telegrafa quanto segue: « 286. Contraddittorie notizie circa svolgimento moti montenegrini. Sembra però potersi confermare che i due principali centri di rivolta furono regioni di Cettigne e Pogdoritza. Combattimenti furono sfavorevoli ai montenegrini. Movimento insurrezionale non ha condotto finora a risultato di rilievo. Partigiani Re Nicola diretti dal Plamenaz ma non in numero sufficiente hanno riparato a Zojlai (sponda occidentale lago Scutari), soggiungesi che da notizie giunte ora sembra che montenegrini sianò partiti stamane da Zogni diretti a Samric (sud ovest Scutari) dove passerebbero Bojana per raggiungere S. Giovanni di Medua. Se montenegrini passeranno territorio albanese disporrò perchè siano disarmati. Prego indicarmi quale trattamento ulteriore si dovrà loro fare. Soggiungo che disporrò per il graduale ritiro da Antivari del battaglione del 132° Regjlimento Fanteria statovi inviato allorquando notizia faceva ritenere possibile un attacco poi non verificatosi contro nostre truppe~. Per conseguente disposizione a generale Piacentini pregherei volere fornire

istruzioni .sul trattamento da farsi ai partigiani Re Nicola qualora entrassero in territorio albanese sotto giurisdizione Comando italiano.

al n. 777.

(l) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, in data 11 gennaio 1919, al ministero con n. gab. 181/24. (2) -Pubblicato al n. 758. (3) -Non pubblicato. Trasmetteva in data 7 gennaio 1919 il telegramma di Imperiali,Gab. n. 2, pubblicato al n. 783. (4) -Il testo del promemoria consegnato da Sonnino a Pichon, il 21 dicembre 1919, non è stato rinvenuto. Cfr. però, per il suo contenuto, n. 477. Da un appunto manoscritto della direzione generale degli affari politici, firmato dal ministro Manzoni, e recante la data del 18 dicembre 1918, si ricava poi che la conclusione del promemoria italiano consegnato il 21 dicembre doveva essere la seguente : c ... la délégatlon italienne a l'honneur de déclarer que d'après son avis, une solution juste de la question consisterait dans la cession à l'Italile

(l) Non pubblicato. Esso ritrasmetteva, il 7 gennaio 1919, il telegramma pubblicato

844

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 156/8. Madrid, 11 gennaio 1919 (per. l'll).

Facendo seguito al mio telegramma n. 5 (1). Nella riunione dell'8 corrente Ministro del Belgio e suoi colleghi Inghilterra e America si pronunziarono definitivamente per attribuzione Italia circa 27 mila tonnellate e a Francia circa 26 mila del naviglio mercantile austro-ungarico rifugiato questi porti. Mentre Addetto navale francese dichiarava aspettare istruzioni dal suo Governo, Ambasciatore di Francia da me interessato iniziare tosto pra.tiche presso Governo spagnuolo per concertare partenza piroscafi mi ha detto non essere ancora 'in grado considerare come definitiva la riparti~ione suddetta, istruzioni aderirvi non essendo ancora giunte al proprio Addetto navale. Divergenza circa ripartizione dovrebbe a mio avviso venire appianata a Parigi. Quanto intesa con Governo spagnuolo per partenza piroscafi austro-ungarici è mia impressione che non si incontrerà difficoltà.

845

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 5/139. Roma, 11 gennaio 1919 (per. il 12).

Questo Ambasciatore di Russia mi ha rimesso oggi due promemoria. Nel primo, dopo esposta la situazione in Russia, ed il crearsi e il consolidarsi del Governo di Omsk, si rappresenta opportunità che gli alleati riconoscano ufficialmente il detto Governo quale Governo di tutte le Russie, ciò che costituirebbe un grande aiuto per la Russia perchè faciliterebbe la :sua liberazione dalla tirannia bolscevica e renderebbe possibile la libera espressione della sua volontà.

Nel secondo, si espongono le ragioni per le quali la Russia ha diritto di

partecipare alla Conferenza della Pace con le Potenze Alleate e si informa

che, per desiderio del Governo di Omsk, gli Ambasciatori di Russia presso le

potenze alleate si sono riuniti a Parigi ed in collaborazione con uomini politici

russi, la cui scelta è stata aJpprovata dal Governo di Omsk, hanno nominato

dei rappresentanti. Detti rappresentanti si tengono pronti a prendere parte ai

negoziati di pace.

Nel rimettermi i due promemoria, Giers mi esprimeva desiderio che essi fossero portati telegraficamente a conoscenza tua e del Governo italiano, pur aggiungendo che si trattava di una comunicazione più formale che altro, essendo ben noti i favorevoli sentimenti di te e del Governo Italiano verso la Russia.

846

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 4/485. Roma, 11 gennaio 1919 (per. il 12).

Signori Grossic presidente Consiglio Nazionale Fiume e Signor Ossoinak Deputato di Fiume, mi hanno separatamente intrattenuto sull'azione finanziaria

che Francia sta spiegando a Fiume. D'accordo con Jugo-Slavia Francia approfitta dell'attuale momento d·L incertezza per soppiantarsi alle Banche ungheresi che fino ad oggi alimentavano commercio della piazza di Fiume. Inoltre Francia ha acquistato i boschi della Croazia e Slavonia e sta trattando per acquisto del cantiere navale Danubiano della Società di Navigazione Adria ·e di altre importanti industrie. Quando si fosse impadronita del mercato di Fiume, Francia farebbe affiuire migliaia e migliaia di operai slavi a Fiume. Contro tale pericolo, i circoli commerciali e industriali di Fiume hanno creato, appoggiandosi alla Banca Fiumana Cooperativa, una Società Commerciale e Industriale dal nome « Mercantile » con un ·capitale di 3 milioni aumentabile fino a 6: tale Società intende di mettersi in contatto colle banche ed istituti di credito italiano, associandoli nel suo lavoro in modo da rendere possibile al capitale italiano la conquista economiiCa della piazza di Fiume. Deputato di Fiume, egli stesso 'industriale e direttore di diverse società di navigazione e commerciali, si è fatto promotore dell'azione di cui sopra. D'accordo col Presidente del Consiglio Nazionale di Fiume domanda che il Ministero Affari Esteri appoggi la sua azione economica a favore Fiume facendo conoscere che l'opera sua, de'i circoli commerciali e industriali di Fiume è gradita al Governo italiano.

Ho risposto che avrei riferito a V. E. aggiungendo che comunque l'appoggio del Ministero Affari Esteri non avrebbe potuto esplicarsi presso singoli istituti bancari come egli mostrava di credere, ma eventualmente presso Ministero del Tesoro, ovvero quello del Commercio.

Deputato di Fiume desidera una sollecita risposta dovendo partire.

Prego favorirmi istruzioni.

(l) Pubblicato al n. 826.

847

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 158/70. Londra, 11 gennaio 1919 (per. il 12). Foreign Office cui riferii contenuto telegramma di V. E. n. 1747 (1), mi informa aver preso nota della mia comunicazione, ma che c: Governo Britannico non può concedere alcuna forma di riconoscimento al Governo provvisorio e confida che le Autorità ital'iane non gli permetteranno di esercitare alcun potere amministrativo almeno in quei territori, come il Nord Epiro, i quali trovansi

al di fuori dei confini dello stato autonomo albanese riconosciuto dal trattato di Londra del 1915 ».

848.

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 191/68. Costantinopoli, 11 gennaio 1919 (per. il 13).

Consiglio degli Alti Commissari ha accolto favorevolmente richiesta del Governo Ottomano permettere ripresa cabotaggio lungo la costa Turchia, prevista espressamente da armistizio per imprescindibile necessità vettovagliamento Costantinopoli e Turchia d'Europa.

Venne incaricata apposita commissione interalleata studiare modo di controllare cabotaggio che si eserciti peraltro senza violare blocco navale tuttora contro Turchia per traffico marittimo con l'ester·o.

Progetto regolamento presentato da suddetta Commissione ed approvato ieri dal Consiglio degli Alti Commissari prevede istituzione servizio controllo interalleato con ufficio controllo misto •a Costantinopoli composto di un delegato italiano, uno francese, uno inglese, alla dipendenza del quale si avranno uffici locali di controllo nei seguenti porti, che saranno sotto la direzione inglese: Trebisonda, TripoJi, Kera, Samsum, Inebol, Eraclea; nei porti devoluti ai francesi: Zonguldak, Alessandretta, nei seguenti riservati italiani: Adriamit, Smirne Budrum, Marmutza, Dalia.

Non fu cosa fac'ile al Comandante Arlotta, mio delegato alla Commissione di studio, nelle sedute di esso, nè a me in quella del Consiglio degli Alti Commissari, eliminare pretesa francese di sottrarre Smirne alla nostra direzione. Parevami tanto più necessario insistere per una adeguata situazione nostra, in quanto che dalla discussione risultò chiaro che i francesi intendono valersi del nuovo organismo per prossimi ben più larghi servizi di controllo e oltre tutto economici e commerciali .in Turchia, estendentisi al vettovagliamento, al traffico con l'estero, alle dogane, agli allacciamenti ferroviari ecc.

In tali condizioni non dubito V. E. giudicherà essere una stretta necessità interessare vivamente i Ministeri Marina e Finanze, e se, occorre, anche Ministero Guerra, perchè provvedano con la massima urgenza invio qui del personale ufficiale e della bassa forza necessario alla contribuzione italiana a questo cosi importante servizio interalleato, 'il cui organico venne studiato col rigoroso criterio della nostra economia di mezzi e di personale compatibilmente col raggiungimento dei fini vasti e complessi che bisognerà cercare di raggiungere.

(l) Pubblicato al n. 695.

849

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 194/59. Londra, 12 gennaio 1919 (per. il 13).

Telegramma di V. E. n. 25 (1). Graham ha mostrato visibile sorpresa per interrogazione da me rivoltagli eventuale spedizione britannica in Abissinia. Confermando risposta negativa già stata data da Sperling (mio telegramma

n. 1790 per posta) (2) ha detto quanto risultava a lui nulla sarebbe ora pm lontano dai propositi di questo Governo, che l'impresa di una spedizione militare, ove che sia.

Si è riservato darmi risposta più concreta dopo aver assunto opportune informazioni. Ad ogni buon fine ho creduto opportuno consegnargli memorandum nel senso prescrittomi dail telegramma di V. E. 20617 per posta (2).

(1) -Non pubblicato. Trasmetteva in data 7 genn<J.io 1919 il telegramma pubblicato al n. 762. (2) -Non pubblicato.
850

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GALANTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6 (1). Belgrado, 12 gennaio 1919 (per. il16).

Mi riferisco mio telegramma n. 150 del 25 dicembre (2).

Partenza del Principe Reggente per Parigi è fissata per il 16 corrente. Giornali annunziano oggi che viaggio si effettuerà in incognito perchè iniziati lavori della conferenza della .pace renderebbero attualmente difficile un ricevimento ufficiale che avverrebbe solo più tardi. Notizia produce qui una certa sorpresa poichè si sa che viaggio era già stato una volta rimandato dietro richiesta del Governo francese che non aveva trovata data del viaggio come bene scelta. N e ho chiesto a questo Ministro di Francia il quale si è dimostrato alquanto contrariato. Egli aveva infatti cer,cato di attenuare impressione del rimando col pretesto che a Parigi si volevano preparare più grandiose accoglienze al Principe. Credo che anche questa volta la diffi·coltà ... [manca] di Francia.

Ministro di Francia mi ha detto essere probabile che una nave da guerra francese trasporti il Principe direttamente da Ragusa a Tolone perchè sbarco ad Ancona pare presenti qualche inconveniente. Avendo cercato di appurare a quale inconveniente egli alludesse, Ministro di Francia mi ha risoosto evasivamente che nulla del resto si sapeva di preciso perchè le disposizioni per questo viaggio venivano continuamente mutate.

851

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 41. Roma, 12 gennaio 1919.

Questa Ambasciata di Francia ha fatto presente che go Divisione greca deve rientrare da Florina a Janina sua guarnigione d'origine. Ha chiesto se vi siano difficoltà a che Divisione si serva della rotabile Koriza-Liaskoviki ed ha osservato che altrimenti Divisione dovrebbe imbarcarsi Salonicco per Prevesa, itinerario che richiede mezzi trasporto difficili a riunirsi in questo momento.

Osservo che passaggio intera Divisione lungo rotabile richiederebbe molto tempo e che in questo modo, mentre a Parigi Grecia metterà nuovamente in discussione questione Albania meridionale, sue truppe si troveranno ad occupare forze buona parte di tale territorio compresa Koriza, dove noi siamo assenti e che francesi potrebbero eventualmente sgombrare improvvisamente. Si potrebbe forse ripetere sistema adottato quando go Divisione si recò da Janina in Macedonia col fare percorrere la strada ai soli mezzi rotabili, mentre il resto verrebbe imbarcato Salonicco.

In ogni modo desidererei conoscere parere V. E.

15 gennaio, al ministero col n. gab. 42/31.

(l) -Il telegramma fu inviato al console a Salonicco, Dolfini, che lo trasmise, in data (2) -Non pubblicato.
852

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 38. Roma, 12 gennaio 1919. Comando Supremo telegrafa quanto segue: (testo del telegramma. n. 153/ 629) (1). Ufficio competente opina che montenegrini non debbano essere disarmati dovendosi considerare come facenti parte di un esercito alleato, trattenuti entro le nostre linee e trattati con i dovuti riguardi. Dalle notizie pervenute non sembrando del tutto escluso il colpo di mano su Antivari, Ufficio competente non riterrebbe conveniente ritiro del nostro

battaglione inviato in rinforzo Antivari. Prego fornirmi istruzioni.

853

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL PRESIDENTE DEL CON SIGLIO, ORLANDO, E AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (Ed., senza gli allegati, in Affrica Itatiana, vol. II, parte II, p. 397)

T. s. 234. Roma, 12 gennaio 1919. Ho cercato di indicare, in formule sintetiche di attuazione, il programma delle aspirazioni ·coloniali italiane quale è stato esposto nel promemoria di questo Ministero del 30 ottobre 1918 dal Ministro degli Affari Esteri rimesso

al signor Balfour. Si tratta di un semplice schema che io credo opportuno comunicare alla

E. V. per utile ·indicazione pratica come epilogo della lunga corrispondenza col Ministero degli Affari Esteri.

Non si parla nello schema delle colonie portoghesi non perchè si vogliano escludere, ma perchè esse non entrano nel nostro programma organico territoriale, ma debbono essere tenute presenti come ebbi a scrivere al Mi:nistero degli Affari Esteri per elasticità di trattazione avuto rillUardo alla modestia delle nostre aspirazioni.

ALLEGATO CoLosiMO A SALVAGO RAGGI (2) SEGRETO. 5 gennaio 1919. I. AFFRICA ORIENTALE A)

Il possedimento francese denominato • Protettorato delle Coste Somali Francese • è ceduto all'Italia.

Il Governo Italiano assume con esclusività tutti i diritti e tutti gli obblighi ora spettanti al Governo francese relativi alla ferrovia Gibuti-Addis Abeba, sia verso il Governo Etiopico, sia verso la Compagnia che ora esercita la ferrovia. Risolvere in principio la questione della proprietà delle nazioni.

I possedimenti inglesi denominati • Protettorato dei Somaliland britannico • e ·• Giubaland britannico • sono ceduti all'Italia.

Commissioni miste locali composte di membri francesi e italiani, e di membri inglesi e italiani, secondo i casi, esamineranno tutte le questioni relative al passaggio delle tre CCilonie francese e inglesi all'Italia, specialmente quelle del rilevamento della ferrovia Gibuti-Addis Abeba, degli immobili demaniali, ecc. e presenteranno proposte concrete, che saranno esaminate dai Governi Centrali, francese, inglese e italiano e formeranno oggetto di speciali accordi tra Italia e Francia e tra Italia e Inghilterra.

Speciali accordi tra Italia e Francia e tra Italia e Inghilterra regoleranno, con scopi di reciproche agevolazioni, la materia commerciale per quanto riguarda le colonie cedute all'Italia e il transito attraverso di esse verso le colonie italiane dell'Affrica Orientale e verso la Etiopia.

N.B. Eventuale concessione da discutersi, se richiesta e, in ogni modo, con reciprocanza.

B) Etiovia

La convenzione italo-franco-britannica firmata a Londra il 13 dicembre 1906 per la Etiopia e la dichiarazione annessa sono annullate. Francia e Inghilterra si obbligano a non esercitare influenza politica in Etiopia. L'Italia conferma solennemente di riconoscere la indipendenza dell'Etiopia e si incarica di garentirla.

L'Italia si sostituisce alla Francia ed alla Inghilterra in tutte quelle convenzioni di carattere politico, che sono a sua conoscenza, con la Etiopia, tranne quanto riguarda il transito delle armi e munizioni, che rimane escluso.

L'Inghilterra rinuncia alle concessioni ferroviarie indicate nell'accordo di Londra, del 13 dicembre 1906 e nell'accordo anglo-etiopico di Addis Abeba del 15 maggio 1902.

La Banca d'Italia o un sindacato bancario italiano da costituirsi si sostituisce

alla Banca Nazionale di Egitto nella concessione del 10 marzo 1905 fatta dall'Im

peratore Menelich in seguito alla quale è sorta la Banca di Etiopia che sarà so

stituita da un istituto bancario italiano.

Le condizioni dell'Etiopia rispetto all'Italia e all'Inghilterra saranno quelle

stabilite dai protocolli italo-britannici del 24 marzo e 15 aprile 1891 e 5 mag

gio 1894, modificati dagli accordi susseguenti fra Inghilterra e Italia, fra Inghil

terra ed Etiopia, e fra Inghilterra, Italia ed Etiopia.

Una speciale convenzione tra Italia e Inghilterra regolerà, con reciproca gua

rentigia, tutte le questioni che interessano i rapporti fra la Etiopia e il Sudan,

per il commercio, per i pascoli, per i posti d'acqua e specialmente per quanto

riguarda la defluenza delle acque del lago Tsana nel Nilo e dei principali fiumi

etiopici che attualmente vi defluiscono.

C) Arabia

Inghilterra, Italia e Francia si rendono garanti dell'indipendenza dell'Arabia e specialmente dei Luoghi Santi Musulmani per mezzo di capi locali. Tutto il territorio dell'Arabia e specialmente quello del versante dal Mar Rosso rimangono liberamente aperti all'azione economica delle tre Potenze. Qualsiasi forma d'intervento in Arabia dovrà essere previamente concordata

tra le tre Potenze. È in facoltà dell'Italia di occupare le isole Farsan. (Potrebbero essere lasciate alla Francia come stazione marittima in seguito

alla cessione di Gibuti).

Il. AFFRICA SETTENTRIONALE

A) Parte politica

II trattato di Losanna, con i suoi annessi che ne formano parte integrante, è definitivamente annullato. L'Italia si sostituisce in Libia nei diritti e nei privilegi riconosciuti al Sultano da quel trattato, e in quelli che la Turchia pretenda eventualmente le sieno rimasti dopo il trattato di Losanna o all'infuori di esso.

La Turchia si obbliga a non inviare e a non permettere di inviare in Tripolitania e Cirenaica qualsiasi personaggio o militare turco, soldati o ufficiali, armi e munizioni; a non avere più rapporti coi ribelli e con le Associazioni mussulmane della Libia, a non assecondare, sotto nessuna forma, agitazioni di qualsiasi natura e ad opporsi nel territorio del suo impero a complotti per favorire tentativi di simil genere in tutti i modi.

Per l'adempimento dei patti della pace la Turchia dovrà dare· una forte garanzia territoriale (in Asia Minore).

B) Parte territoriale

a) Il confine occidentale della Tripolitania verso i possedimenti francesi sarà stabilito sul terreno da una speciale Commissione tecnica mista, sulle seguenti basi: l) dal mare (Ras Agir) a Gadames-linea di confine fra Tunisia e Tripolitania

già delimitata sul terreno nello accordo Tripolo-tunisino del 19 maggio 1910.

2) da Gadames a Ghat -linea da tracciarsi a ovest della principale carovaniera diretta da Gadames-Ghat, che rimane in territorio italiano, con libero passaggio sulla carovaniera situata ad occidente della precedente Gadames-Fort Polignac-Ghat.

3) Ghat-Tummo -linea da tracciarsi ad ovest delle comunicazioni GhatTummo, comunicazioni che rimangono in territorio italiano. Facoltà all'Italia di istituire Consolati ed Agenzie nelle zone occupate dalla Francia tra il Ciad e i possedimenti italiani della Libia.

b) Il confine orientale della Cirenaica verso l'Egitto e il Sudan anglo-egiziano sarà stabilito sul terreno da una speciale Commissione tecnica mista, sulle seguenti basi:

Una linea che, partendo dalla costa da Ras Gebel Sollum (Beaçon Point), il promontorio sovrastante immediatamente al porto di Sollum, si dirige al punto d'intersezione del 25• meridiano est col 30• parallelo nord, e segue il 25• meridiano sino all'incontro del 16• parallelo nord in modo da includere nella regione Cirenaica l'oasi di Giarabub e il gruppo delle oasi di Cuffa, queste ultime già dell'Inghilterra riconosciute all'Italia.

(l) -Pubblicato al n. 843. (2) -Lo schema fu consegnato a Salvago-Raggi, delegato italiano alla Conferenza della Pace, prima della sua partenza per Parigi.
854

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 210-211)

T. 3234 P./36. Parigi, 13 gennaio 1919, ore 20,45 (per. ore 23).

Dopo aver parlato del rinnovamento dell'armistizio con la Germania si è continuato oggi a trattare della procedura della conferenza. Si voleva fissare la prima riunione formale per giovedl, ma per riguardo a te, a mia richiesta, essa è stata rimandata al pomeriggio di sabato, sperando nella tua presenza. Occorre procedere dunque subito alla nomina dei due nostri delegati mancanti. Wilson ha proposto che le singole delegazioni redigano e si scambino fra loro memorie sui seguenti soggetti: lega delle nazioni, riparazioni, nuovi Stati, confini territoriali. Sabato si terrà la prima riunione formale della conferenza plenaria dopo di che le grandi potenze tratteranno fra loro i soggetti indicati da Wilson per giungere ad una intesa. Le piccole potenze convocate alla conferenza formale saranno invitate a formulare le loro domande ed inviarle alla segreteria della conferenza, ma non 'interverranno in primo tempo alla discussione che sui soggetti elencati da Wilson faranno fra loro le grandi Potenze.

855

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 208-209)

T. RR. 3233 p./35. Parigi, 13 gennaio 1919, ore 20,45 (per. ore 23,40). Stamane ha avuto luogo riunione dei delegati tecnici. Sono intervenuti per noi Grassi, Brofferio, Attolico. Le loro risoluzioni sono state portate alla Conferenza del pomel'iggio. È stato deciso: l) che si prendano determinazioni d'accordo con plenipotenziari tedeschi per la custodia dell'oro tedesco e l'emissione della carta-moneta tedesca in Germania 2) 'che si proceda alla consegna di tutti i sottomarini non ancora consegnati o alla distruzione di quelli ancora ·in corso costruzione 3) che si tenti di accordarsi coi plenipotenziari tedeschi per la consegna del tonnellaggio mercantile tedesco e se non si viene ad accordo si sono dati poteri a Foch per i passi successivi necessari 4) che si proceda al vettovagliamento della Germania secondo quantità determinante, salvo ritenere privilegiato questo credito sui debiti della Germania 5) di chiedere alla Germania restituzione macchine industriali asportate dai territori invasi. A queste proposte occorre vedere se noi siamo interessati, e eventualmente provvedere perchè i nostri interessi siano tutelati. Ho creduto necessario dire al cav. Poma e Attol'ico di recarsi subito a Spa perchè rappresentino l'Italia nelle commissioni tecniche che si devono occupare delle condizioni summenzionate. Occorre però stabilire senza indugio se Attolico e Poma o altri si recheranno poi in Germania con gli altri rappresentanti alleati, per sorvegliare esecuzione

di queste condizioni che .interessano noi pure. È indispensabile che noi non siamo assenti sia per nostri interessi sostanziali sia per principi p'iù generali.

856

IL MINISTRO ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. u. 200/9. L'Aja, 13 gennaio 1919 (per. il 14). Mio telegramma n. 5 (1). Questo Addetto navale francese ha comunicato a questa Legazione pro

getto ripartizione fra Francia e Inghilterra navi austro-ungariche trovantisi Olanda e Indie Neerlandesi nel modo seguente:

Inghilterra: Numidia, Orsova, Java, e Zora (prime due sono Indie Neerlandesi);

FranC'ia: Laconia, Plitvice, Thalia e Venus.

Unico pretesto addotto per tale ripartizione tra Francia Inghilterra si è impossibilità Stati Uniti Italia provvedere equipaggi e ci è detto che ad Italia era stato assegnato per stesse ragioni senza previa intesa tonnellaggio austriaco trovantesi Adriatico.

Ho risposto insistendo perchè si soprassieda qualsiasi atto al riguardo sino a che non avrò ricevuto in proposito istruzioni che prego codesto Ministero farmi pervenire massima urgenza. I battelli non potendo partire prima del 15 e 20 per riparazioni pulitura sarebbe perfettamente possibile invio da parte nostra intero equipaggio.

(l) Non pubblicato.

857

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 202/79. Londra, 13 gennaio 1919 (per. il 14).

Telegramma di V. E. n. 491 (1).

Graham mi ha detto che occupazione al'leata K.lagenfurt e Villach è questione di competenza Conferenza e pertanto è stata rinviata agli uffici Foreign Office a Parigi (2).

858

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 203/16560. Valona, 13 gennaio 1919 (per. il 14).

Risposta telegramma n. 4858 dell'H corrente (1).

Ove reparti serbi avanzino in territorio da noi occupato entro linea armistizio, occorrerà esaminare caso per caso se si tratti di reparti di piccola entità e che possano avere per errore oltrepassato linea armistizio ovvero se si tratta invece di entità considerevoli che intendano stabilire una occupazione serba a fianco della nostra. Nel primo caso sarà sufficiente intimar loro di sgombrare trascurandoli poi, nel secondo ove reparti dopo intimazione sgombro si ostinino a rimanere occorrerà imporre loro di allontanarsi ricorrendo ove l'imposizione non abbia effetto anche alle armi come ultima ratio.

859

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA IN MISSIONE A ODESSA, MAJONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 225/7. Odessa, 13 gennaio 1919 (per. il15).

Risposta al telegramma di V. E. n. 446 (1). Ripetizione mio telegramma n. 4 modificato in qualche parte in conformità avvenimenti.

Situazione stazionaria per ora. Continuano giungere truppe francesi. Francia ha fatto vera e propria occupazione Odessa tanto che effettiva amministrazione è nelle sue mani. Anche sudditi alleati devono per partire avere visto francese e non russo. Però continua malcontento prodotto dalle condizioni vita pe,ggiorate dopo l'occupazione. Regna confusione che provoca gravi incidenti: pubblica sicurezza manca totalmente. Confronto con occupazione austro-tedesca sfavorevole stato attuale. Navi da guerra inglesi non hanno sbarcato mar,inai: sembra Inghilterra voglia limitare azione Caucaso, ciò che viene giudicato dai circoli militari francesi di qua poco benevolmente tanto più che parrebbe che Francia tenda dare alla sua azione carattere accidentale interamente. Ad ogni modo suo piano non risulta finora chiaro. Truppe francesi sono immobili Odessa che continua essere bloccata via di terra. Comandante delle truppe mi ha detto essere venuto col solo ordine occupare la città. Il fatto però dell'arrivo di nuove truppe di automobili blindate e di un generale comandante corpo d'armata con uno stato maggiore farebbe supporre essere stata decisa azione energica. Finora soldati francesi non sono più di 10 mila di cui 2000 a Sebastopoli.

Giornali pubblicano notizia arrivo probabile truppe italiane. Se ciò fosse vero sarebbe bene avvertirmene. Prego di accusare ricevuta.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 834.
860

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 11. Londra, 13 gennaio 1919. Telegramma di V. E. n. 18 (1). Riservandosi darmi più precise informazioni Graham mi ha detto aver

Foreign Office sottoposto ai Ministri britannici a Parigi comunicazione serba cui finora non venne data risposta. A titolo parere semplicemente personale Graham osservava questione dovrebbe essere risoluta dalla Conferenza.

861

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 45. Roma, 13 gennaio 1919. Cancelliere R. Legazione Cettigne, testé giunto ha fatto il seguente rapporto verbale: La insurrezione in Montenegro è stata sopratutto determinata dall'esito della deliberazione presa dalla sedicente Scupcina di Podgoritza, avvenuta sotto la minaccia delle truppe serbe che impedirono quals1asi manifestazione contraria. Il 3 gennaio gli ,insorti iniziavano il blocco di Cettigne e chiedevano con

temporaneamente al Generale serbo comandante della città di !asciarli entrare pacificamente onde evitare spargimento di sangue. Generale oppose rifiuto. Per

tre .giorni .insorti in numero di 4000, di cui due terzi soltanto armati, rimasero tranquilli attorno Cettigne in attesa capo insurrezione Jovan Plamenatz.

Frattanto Comando Cattaro inviava compagnia serba con cannoni e mitragliatrici in rinforzo guarnigione serba Cettigne. Questa compagnia fu trattenuta a Njegus dagli insorti. Poichè truppe internazionali, cui intervento era stato già sollecitato presso ·generale Venel non giungevano, insorti iniziarono marcia su Cettigne senza tuttavia adoperare armi. Furono ricevuti a colpi di cannone dai sel'bi. Conflitto cosi iniziato durò quattro giorni senza che intervenissero truppe alleate nonostante replicate insistenze da parte insorti. Al secondo giorno delle ostilità erano state inviate seguenti proposte al generale Venel:

l) rilascio prigionieri fatti da·i Serbi;

2) promessa di desistere dalle persecuzioni in danno insorti;

3) abolizione Governo provvisorio Cettigne;

4) evacuaz·ione Montenegro da parte serbi;

5) occupazione Montenegro da parte quattro potenze alleate;

6) nuove elezioni sotto il controllo Potenze associate.

Tali proposte erano state compilate dallo stesso Cancellìere della R. Legazione.

Generale rispondeva ordinando agli insorti riattivare le linee telefoniche e telegrafiche, di sgombrare la via di Cettigne e di far ritomo alle loro case aggiungendo che dopo ciò avrebbe inviato le truppe alleate a Cettigne. Furono invece inviate da Cattaro una compagnia francese rimasta dietro la linea degli insorti in atteggiamento neutrale e due altre compagnie, una americana ed una italiana con ordine di restare sul Lovcen. Cettigne è quindi tuttora in mano a serbi. Insorti stremati per la fame, senza munizioni non potendo più resistere contro i cannoni serbi hanno dovuto rifugiarsi nelle montagne. Ciò avveniva il giorno 8. A Cettigne si contano 400 tra morti e feriti.

Ufficio competente domanda se deve rimettere Ambasciata America un estratto di quanto precede.

(l) Pubblicato al n. 787.

862

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (Ed. in Affrica Italiana, vol. II, parte II, pp. 401-402)

T. R. 8743. Roma, 13 gennaio 1919. Ricevo il telegramma espresso di V. E. n. 18576, del 24 dicembre (1). Dato l'atteggiamento dell'Inghilterra in tutte le questioni che ·riguardano il Mar Rosso e l'Arabia nei riguardi coll'Italia, e poichè V. E. ne manifesta la opportunità, non posso non concordare nell'avviso di procedere ad uno scambio

di note a Londra per prendere atto ufficialmente della dichiarazione Hardinge, che le operazioni di Hodeida non implicano mutamento nello statu quo del

bacino del Mar Rosso. È sempre una difesa, sebbene molto tenue, nell'attuale situazione.

Lascio all'E. V. di giudicare della opportunità o meno che da parte nostra nello scambio di note si faccia cenno dell'art. 12 del Trattato di Londra che riguarda la reciproca garanzia degli Alleati per l'indipendenza dell'Arabia sulle cui coste son avvenute appunto le operazioni inglesi che hanno dato origine alla interrogazione rivolta dal marchese Imperiali al signor Hardinge.

Quanto all'accenno fatto dal R. Ambasciatore a Londra per un abbinamento della questione etiopica con quella dello Jemen, desidero subito far conoscere il mio pensiero che esso non sia ammissibile, poichè l'una e l'altra questione sono comprese nel programma delle nostre aspirazioni, come un tutto organico per far respirare la colorrla Eritrea verso l'Etiopia e verso l'Arabia. Togliere l'uno o l'altro campo di azione alla nostra Colonia sarebbe lo stesso che dare ad essa un polmone per respirare e toglierle l'altro.

Una discussione su queste basi non potrebbe dal punto di vista degli interessi del Mar Rosso essere accettata dall'Italia come potenza musulmana e rlvierasca di quel mare, e ciò, a mio modo di vedere, non solo dal punto di vista coloniale, ma anche dal punto di vista internazionale.

(l) Pubblicato ai n. 643.

863

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO IN

TERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL

CONSIGLIO, ORLANDO

(AO, reg. 5, pp. 215-216)

T. RR. P. 3240/3. Trianon VersailZes·, 14 gennaio 1919, ore 16.

Generale Cavallero mi ha comunicato fonogramma S. E. generale Badoglio che non accetta parere espresso da Maresciallo Foch circa delimitazione zone assegnate nostro esercito ed Armata Oriente per le considerazioni principali che seguono: questione essenziale linea demarcazione vi è evitata, mantenimento indeterminatezza che può risolvecrsi in nostro danno. Occupazione Vienna vi è subordinata beneplacito Governi Intesa, mentre disfatta da noi inflitta esercito austriaco deve darsi diritto piena libertà d'azione intero territorio austriaco per assicurarsi nostra prevalenza in qualsiasi ipotesi di complicazioni future, considerando come concessione massima quella di lasciare ad Armata Oriente territorio ungherese. A Fiume Comando italiano deve avere autorità necessaria per regolare, in accordo con ·base francese, cessiorri relative installazioni, settore e accantonamenti ecc. Esclusivo controllo francese tronco ferroviario FiumeAgram-Semlino è inammissibile e converrebbe sottoporlo invece Commissione mista.

Ho comunicato documento integrale S. E. Sonnino che mi prega informarne

V. E. affinchè possa intanto conferirne subito con S. E. generale Diaz al fine di concordare nostra ulteriore azione di Governo.

864

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE (AO, reg. 5, p. 214)

T. GAB. UU. 3239. Roma, 14 gennaio 1919, ore 18,40. Risulta che tanto la Francia quanto l'Inghilterra abbiano costituito delle proprie commissioni per studi relativi alla società delle nazioni. Commissione inglese sarebbe presieduta da Lord Ceci'l, quella francese da Bourgeois. Vorrei fare in Italia qualche cosa di simmetrico e prego quindi di telegrafarmi con la maggiore sollecitudine tutti quei particolari che ti potranno risultare su quelle

commissioni e soprattutto sui rapporti tra tali commissioni ed i lavori della conferenza per la pace. Desidererei la risposta entro domani.

865

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, p. 217)

T. GAB. 3241/47. Parigi, 14 gennaio 1919, ore 20,45 (per. ore 22,40). Rispondo al tuo telegramma di oggi. I cinque gruppi di questioni proposte da Wilson non richiedono distinte specificazioni di delegati, ma debbono studiarsi dalla collettività dei delegati di ogni singola potenza grande o piccola che potranno riferirne alla conferenza. Questa esaminerà collettivamente le .singole relazioni. Naturalmente non è escluso che su queste relazioni concertino preventivamente le loro deliberazioni le grandi Potenze. Domattina si discuterà del «roulement:. dei delegati cioè possibilità singole

potenze di sostituire entro il numero dei delegati loro consentiti persone diverse e secondo argomenti da trattare nelle varie riunioni.

866

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIANE NEI BALCANI, PIACENTINI

T. 96. Roma, 14 gennaio 1919. Suo rapporto n. 1019 (1). Approvo dal punto di vista politico sue proposte per difesa contro movimento essadiano. Prossimamente si recherà a Durazzo Turkhan pas"C'ià per stabilire programma Governo. Nell'occasione verrà presa in esame questione essadista e saranno concretate richieste al Governo italiano. Alle spese necessarie suggerirei venga provveduto coi fondi delle amministrazioni locali nei limiti ed in base a richieste eh saranno volta per volta fatte al Segretario Affari Civili dal tenente colon,. nello Lodi al quale V. E. potrebbe affidare direzione servizio. Per gli 80 cara

binieri richiesti, Comando Supremo ha fatto sapere provvederà al loro invio. Convengo circa opportunità inibire uso uniforme militare a chi non è più militare.

(l) Non pubblicato.

867

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. 81. Londra, 14 gennaio 1919.

A ·conferma osservazioni ultima parte mio telegramma ieri n. 8 (2) se-gnalo corr.ispondenza da Parigi odierno Daily Chronicle che finora non aveva mai interloquito nelle controversie jugoslave. Corrispondente propugna accordi transazional:i ex-novo da stabilirsi nella ·Conferenza. Daily Chronicle è giornale di

L. George. Altri giornali principali recano più o meno esattamente ma senza commenti discorso on. Bissolati.

868

IL COMANDANTE SUPERIORE DELLE FORZE ITALIA:N"E NEI BALCANI, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 212/374. Valona, 14 gennaio 1919 (per. il 14).

Suo telegramma n. 41 del 12 corrente (3).

Questo Comando ha la certezza che consentendo il transito di truppe greche per il territorio del triangolo epirota, il fatto .sarebbe sfruttato dalla Grecia e dalla sua stampa per fare credere che essa è ormai rientrata in possesso del triangolo stesso. Tenuto conto poi delle giuste considerazioni di codesto Ministero e del fatto che noi non abbiamo che poche truppe sulla frontiera greca ritengo che non convenga concedere il passaggio della nona divisione greca e nemmeno del solo carreggio sulla strada Coritza tratto Skioviki.

869

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 231/3. Addis Abeba, 14 gennaio 1919 (per. il 14) (4).

Stanno successivamente giungendo Adigrad chiamati dal Governo etiopico grandi capi governatori provincie. Scopo di questa riunione è di consultarsi a decidere in merito principali questioni carattere interno ed internazionale riguardanti Etiopia. Finora nessun capo tigrino è stato convocato. Situazione politica interna è soddisfacente tanto da escludere possibilità avvenimenti di qualche gravità ed è probabile anzi che questa riunione rafforzerà Governo. Governo etiopico è invece essenzialmente preoccupato della sua situazione di fronte alle Potenze vincitrici della guerra e dell'atteggiamento che esso intenderebbe di assumere nei riguardi dell'Abissinia. Ras Tafari com}prende evidentemente necessità intrapresa senza indugio di quel'le riforme di

pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

ordine ·interno che elevando grado civiltà Impero, rendono compa.ti:bile indipendenza e sua partecipazione eventuale consorzio nazioni europee, e la urgenza assoluta di stabilire con queste ultime· relazioni atte a prevenire ogni loro decisione od intervento singolo o ·collettivo in Abissinia. A ciò .tende appunto invio della missione in Europ.a. Ma egli ·comprende ugualmente ·che qualsiasi riforma e qualsiasi fatto internazionale incontrerebbe indubbiamente opposizione dei grandi capi il che sarebbe pericoloso per lui qualora egli non ne ottenesse preventivamente il suffragio. La imminente riunione dei grandi capi etiopici assume quindi importanza speciale perchè in essa verrà stabilita condotta politica interna e politica estera A:bissinia e verranno precisati gli scopi ed il compito della missione etiopica in Europa. Di fronte tale situazione è quindi urgente che si concreti il programma che i tre Governi intendono adottare per l'Abissinia e che di esso siano perfettamente edotti i loro rappresentanti in luogo, perchè ma'i come i:n questo momento la loro azione è stata cosi disunita e cosi contraria all'accordo a tre Etiopia: per la mancanza d',istruzioni identiche e comuni ognuno di essi uniformasi linee assolutamente contrarie. E mentre mio collega francese continua dimostrare al Governo etiopico che solo nella Francia esso troverebbe garanzia indipendenza e che ad essa soltanto può essere affidato senza pericolo compito rifrazione energie dell'Etiopia, collega inglese da parte sua dimostra allo stesso Governo etiopico possibilità eliminare la Francia dall'Etiopia coll:a occupazione di Gibuti da parte Inghilterra e convenienza stipulare coll'Inghilterra e coll'Italia opportuni accordi che garantiscono la futura indipendenza ed il progresso dell'Impero. lo mi sono finora attenuto alle istruzioni che V. E. mi ha dato limitandomi confermare Governo etiopico intenzioni amichevoli Governo del Re ma il Governo etiopico non ignora le pretesè aspirazioni italiane sull'Abissinia di ·cui mio telegramma Gab. n. 5 e 6

(l) Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo

(2) -Non pubblicato. (3) -Pubblicato al n. 851. (4) -Da un'indicazione del testo il telegramma risulterebbe redatto il 9 gennaio.

(l) e contro Italia specialmente sono rivolte le sue preoccupazioni ed i suoi sospetti.

870

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 213/4. Gibuti, 14 gennaio 1919 (per. il 14) (2).

Tanto mio collega Inghilterra che quello Francia hanno già ricevuto e comunicato Governo etiopico risposta loro rispettivi Capi Stato di telegramma indirizzato a questi ultimi dal Governo etiopico.

Sarebbe opportuno che anche la risposta nostro Augusto Sovrano non tardasse. Risposta preliminare Francia Inghilterra insieme ringraziamenti per le felicitazioni ricevute esprimono gradimento soddisfazione per 'l'annunciato invio -Missione etiopica.

30 -Documenti diplomatici -Serie VI -Vol. I.

(l) -Pubblicati ai nn. 662 e 719. (2) -Da un'indicazione del testo il telegramma risulterebbe redatto il 10 gennaio.
871

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 229/50. Parigi, 14 gennaio 1919 (per. il 15). Telegramma di V. E. n. 1737 (1). Signor Pichon mi informa che Presidente della Repubblica ricevette da Ras Tafari telegramma identico a quello diretto a S. M. Signor Poincaré rispose ringraziando Imperatrice Zaoditù delle felicitazioni trasmesse per mezzo di Ras Tafari e assicurandolo che Governo della Repubblica riceverebbe con piacere missione che Governo etiopico si dispone inviare in Francia. Ministro di

Francia a Addis Abeba non diede nessuna informa7lione sulle istruzioni che Governo etiopico intenderebbe dare alla Missione.

872

IL VICE CONSOLE A ADEN, CREMASCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 232/517. Aden, 14 gennaio 1919 (per. il 15). L'Iman del Yemen a mezzo di due ·inviati speciali giunti da Sanaa mi ha consegnato una sua lettera autografa diretta S. M. H Re pregandomi telegrafarne il contenuto. Credo opportuno darne un sunto e inviare l'or1ginale con posta. Sunto traduzione dall'arabo: « Noi Im.an significhiamo a S. M. il Re che U Yemen da più di un millennio fu sempre sottomesso all'Imanato e non fu mai sotto il giogo ottomano ma bensl fu autonomo sino a quando venne stabilito un accordo col Governo ottomano che fissava miglioramenti delle reciproche relazioni ed evitava il continuo spargimento di sangue, ma l'accordo non fu T!ispettato dagli ottomani. In seguito all'armistizio degli Alleati con la Turchia abbiamo scritto al Governo di Aden esponendo quanto precede e informando che potrà consegnare posti strategici militari del Yemen in conformità ai desideri degli Alleati. In compenso si domandavano facilitazioni finanziarie. Abbiamo ìnoltre pregato intercedere V. M. e Potenze alleate per ciò che il Y·emen sia governato dall'Imanato come già per il passato e che suo avvenire venga assicurato. Prima che tale corrispondenza avesse evasione le truppe britanniche occuparono Hodeida contrariamente a quanto stabilito dalle Potenze alleate. Tale occupazione ha prodotto pessima impressione e grande agitazione nella popolazione dello Yemen. Desiderando evitare spargimenti di sangue e la rivoluzione covando abbiamo delegato un Comitato di quattro arabi a conferire con Gover:natore inglese Aden e ass•icurare i diritti ·esposti V. M. Prego V. M. mise

ricordiosa che sempre pronta difendere umanità e la violazione di diritti di assicurarci il nostro diritto di regnare sul Yemen. Supplichiamo V. M. accordare

udienza al Comitato nel caso Gov€rno Aden non possa regolare nostra domanda·». Informo V. E. che precisa lettera fu inviata ai Consolati Francia Stati Uniti. I delegati e membri Comitato sono presentement€ piantonati dalla polizia locale.

(l) Pubblicato al n. 670.

873

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN LONGARE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORL,ANDO (AO, reg. 5, p. 220)

T. GAB. 3245/25. Parigi, 15 gennaio 1919, ore 13,05 (per. ore 16,15). Tuo telegramma n. 3239 (1). Esiste in Francia una commissione mi.n:tsteriale per società nazioni presieduta da Bourgeois che ha già presentato fin da primavera scorsa cinque relazioni ·concernenti estensione al'bitrato, san2lioni economiche, sanzioni militari .... [manca], le quali devono trovarsi alla Consulta. Esiste inoltre associazione nazionale egualmente presieduta da Bourgeois indipendente dal Governo e composta dì uomini di tutti i partiti. Qualche cosa dl analogo esiste in Inghilt€rra dove Lord Grey presiede associazione indipendente e Lord Cecil commissione governativa. Clemenceau alla prima riunione conferenza pace proporrà costituzione commissione interalleata per studiare società nazioni nella quale Francia sarà rappresentata Bourgeois e Inghilterra da Cecil che è già arrivato. Bourgeois

con cui ho conferito stamane mi rfippresentò urgenza che vengano designati rappresentanti Italia e America.

874

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO (AO, reg. 5, pp. 223-224)

T. GAB. 3248/16599. Italia, 15 gennaio 1919, ore 22,25 (per. ore 3 del 16). Ministro Guerra ha qui comunicato che generale Treat capo Missione militare americana in Italia ha rappresentato desiderio e la opportunità che venga disposto per rimpatrio reggimento americano presentemente nostro fronte. Ministro Guerra nel significare che da parte sua data esiguità del contingente non avrebbe avuto nulla in contrario richiedeva parere questo Comando sulla questione. Questo Comando ha risposto che appunto in considerazione €siguità tale contingente rappresentato da un reggimento di cui Comando e un battaglione trovansi Treviso inutilizzato e un battaglione a Cattaro e uno a Fiume, nulla aveva da obiettare dal punto di vista militare. Che da punto di vista politico nessuna conseguenza avrebbe ritiro battaglione Fiume rimanendo quella località a dare carattere interalleato a corpo d'occupazione un battaglione britannico e

uno francese. Che per quanto riguarda battaglione Cattaro cui presidio è composto due battaglioni italiani, uno francese, uno americano e forza s€rba e

jùgoslava imprecisata si sarebbe potuto occorrendo pregare Comando britannico inviare colà in suo luogo un battaglione britannico. Tanto ·comunicasi trattandosi di questione essenzialmente interesse Governo.

(l) Pubblicato al n. 864.

875

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 240/41. Stoccolma, 15 gennaio 1919 (per. il16).

Questo Comitato alleati ha ricevuto da Comitato blocco incarico costituire un Comitato alleati ad Helsingfors. Ricordo che il Reggente il Consolato in Helsingfors è un finlandese che non può far parte del Comitato e prego telegrafarmi come si deve provvedere alla tutela dei nostri interessi.

876

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI (l)

T. GAB. u. 12. Londra, 15 gennaio 1919.

Daily Mail pubblica stamane corrispondenza da Parigi contenente dichiarazione di «persona in relazione con missione .italiana» giusta la quale Presidente del Consiglio sarebbe rimasto sorpreso (dopo conferenza di venerdi sera) atteggiamento Wilson, il quale avrebbe ferma intenzione non riconoscere aspirazioni italiane al di fuori Trento e Trieste. Corrispondenza aggiunge che vedute di V. E. comprendono assegnazione all'Italia delle coste dalmate e di Fiume, mentre quelle di S. E. Orlando sarebbero intese alla rinunzia coste dalmate pel corrispettivo di Fiume.

Urge a mio parere rapida esauriente smentita. Ad essa avrei provveduto direttamente ma poichè trattasi di corrispondenza da Parigi che chiama in causa non solo codesta Missione italiana ma anche Presidente Wilson credo preferibile tale passo venga fatto costà.

Permettendomi intanto rinnovare V. E. preghiera vivissima farmi giungere con ogni frequenza brevi succinte informazioni circa particolari nostra occupazione Dalmazia ed altri territori, circa locale situazione fra diversi popoli jugoslavi, movimenti popolazione Montenegro, atti inconsulti autorità jugoslave, proteste elementi italiani ecc. Queste notizie sarebbero in questo momento preziose non solo per opportune smentite ma anche come spunti di direttive da fornirsi a questa stampa per controbattere frequenti false tendenziose notizie in ·massima parte provenienti da corrispondenti inglesi Parigi e comitati jugoslavi.

Ad ogni buon fine faccio presente a V. E. che _le notizie richieste col mio telegramma n. 1802 (2) e che V. E. col suo telegramma n. 1804 (3) mi informò mi sarebbero fornite dal Ministero Guerra e Marina non mi sono ancora pervenute.

(l) -n telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato al n. 641. (3) -Pubblicato al n. 657.
877

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PRESSO IL CONSIGLIO SUPREMO IN'

TERALLEATO A VERSAILLES, DI ROBILANT, AL PRESIDENTE DEL

CONSIGLIO, ORLANDO (l)

(AO, reg. 5, p. 228)

T. 3254/8559. Trianon Versames, 16 gennaio 1919, ore 12,30 (per. ore 19).

Riferimento mio foglio n. 8296 del 7 corrente (2) trasmetto per doverosa informazione parere che S. E. Sonnino ha espresso al Ministero Guerra circa opportunità politica del concorso italiano all'armamento dell'esercito czeco-slovacco. «Ritengo opportuno soprassedere alquanto ulteviori concessioni di nostro materiale bellico al Governo czeco-slovacco fino a quando saremo me.glio in grado di valutare contegno suoi rappresentanti a Parigi per quanto concerne questioni adriatiche, nei nostri tiguardi çolla Jugoslavia~

878

IL MINISTRO DEGLI ESTER~. SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, .IMPERIALI (3)

T. 8. Parigi, 16 gennaio 1919, ore-13 (per. il 17 mattina).

Suo telegramma Gab~ n. 12 (4).

Pr~go V. E.· smentire assolutamente notizie tendenziose riferite da Daily Mail SU: 'impressioni Presidente del Consiglio e-su sue vedute o intenzioni qualsiasi rinunzia ad aspirazioni nazionali.

879

IL MINISTRO AD ATENE, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 45/4.' Atene, 16 febbraio 1919, ore 17 (per. ore 4 del17).

È venuto a vedermi Zadig Guenzadian membro del Comitato nazionale armeno a Parigi e rappresentante degli armeni nei Balcani e che provocò dichiarazioni amichevoli alla Camera greca di cui al mio telegramma n. 518. Egli mi ha detto che qualora l'Itali~ si facesse sostenitrice dell'attribuzione al nuovo stato armeno di un porto della Cilicia, possibilmente Mersina, egli si rìteneva sicuro di ottenere l'assenso del Comitato di Parigi e di tutti gli armeni di Turchia per chiedere che i primi passi della nuova Armenia fossero posti sotto la tutela del nostro paese. L'elemento armeno poi così a Smirne che in qualsiasi altro luogo dell'Asia Minore di cui venissimo sotto qualsiasi forma ad avere il controllo, appoggierebbe apertamente e lealmente la nostra occupazione. Nel frattempo chiede che l'Italia assuma il trasporto a Mersina da Dedeagatch o da Salonicco di circa 5000 armeni presentemente in Bulgaria, affinchè si ricosti

tuisse in quella regione un nucleo nazionale da contrapporre ai greci. Gli ho risposto ·che le simpatie del Governo e del popolo italiano per la ricostruzione dell'Armenia erano note e pubbliche; che in quanto alla sua domanda essendo essa connessa colla questione del blocco di competenza del Comando interalleato, mi sembrava che non potesse essere risolta che a Parigi, dove egli doveva ad ogni modo recarsi. Mi sono perciò offerto a dargli una lettera di presentazione per Ald~ovai)di dal quale avrebbe potuto meglio apprendere quale acco.glienza poteva essere fatta al progetto. Zadig, già ufficiale della marina turca, è favorevolmente conosciuto dal generale Mombelli e da altri come amico sincero dell'Italia.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Diaz. (2) -Non pubblicato. (3) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero degli esteri. Il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (4) -Pubblicato al n. 876.
880

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE, DIAZ

T. GAB. 37. Roma, 16 gennaio 1919, ore 18. Ad opportuna conoscenza di codesto Comando e con preghiera di farlo per

venire a destinazione trascrivo qui appresso un telegramma che S. E. Sonnino invia al generale Mombelli:

«58. Non appena pervenne al Ministero telegramma n. 40 (l) reclamante invio a Costantinopoli di carabinieri mi misi subito personalmente in relazione col Ministero della Guerra per sollecitare definizione della questione. Fu convenuto ed avvertito Sforza che partiranno da Salonicco per Costantinopoli immediatamente 12 carabineri; che i 150 da avviare saranno comandati dal colonnello dei ·carabinieri reali Caprini. Circa invio Costantinopoli nostre truppe, questo Consigliere di Francia mi diceva che Franchet d'Esperey al suo passaggio per Roma aveva dichiarato essere pienamente favorevole. Non mi ha però saputo dire se Generale francese ha dato o no le necessarie istruzioni al generale Mombelli.

Quanto precede per opportuna conoscenza della S. V. e con preghiera volermi informare colla maggiore sollecitudine se V. S. ebbe già da generale Franchet le istruzioni di cui sopra ».

881

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 76. Roma, 16 gennaio 1919, ore 24. Ambasciata Francia ·chiese con nota verbale, che venisse consentito transito per rotabile Coriza-Liaskoviki-Kalibaki a ga Divisione greca che deve rientrare da Florina a Janina, sua sede di origine. Fu telegrafato al generale Piacentini col telegramma n. 41 partenza. Generale Piacentini ha risposto col telegramma n. 212 arrivo: <<Divieto

percorrere rotabile sopra indicata se pure col solo ·carreggio appare eccessivo :.. Si prega V. E. dare istruzioni in proposito.

(l) Non pubblicato.

882

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 239/82. Londra, 16 gennaio 1919 (per. il 16).

Seguito n. 19 (1).

Nostro delegato informa ·Che in mancanza ogni informazione da Roma circa intenzione R. Governo a proposito partecipazione di rappresentanti italiani in Comitato interalleato Helsingfors Comitato stesso è stato costituito con rappresentanti inglese americano francese. Comitato blocco dovrà naturalmente riconoscere decisioni essendo urgente Comitato Helsingfors inizi suo lavoro dipendendo da questo rifornimento Finlandia e ripresa commerciale ·con Finlandia stessa. Da tale situazione che mi sembra per più ragioni dannosa dipende anche che nostro delegato non potrà avere per sua guida in questione riguardante Finlandia che parere di delegati americano inglese e francese.

883

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, BADOGLIO (AO, reg. 5, p. 231)

T. 3258. Roma, 17 gennaio 1919, ore 18.

Risposta a telegramma n. 16599 15 corrente (2).

Significo che approvo proposte fatte da codesto Comando per adesione al

ritiro reggimento americano ed eventuale sostituzione di un battaglione inglese

al battaglione americano in Cattaro.

884

IL SEGRETARIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, BIANCHERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T GAB. 41. Roma, 17 gennaio 1919, ore 21.

Commissione Vienna telegrafa quanto segue:

« Presentatomi ieri da conte Lipai, cognato onorevole Foscari, deputato

ungherese Smreczanyi già governatore Presburgo che dicendosi interprete par

tito ordine e grande maggioranza popolazione ben pensante ungherese, solle

cita permesso recarsi Roma per esporre Governo vedute futura stretta al

leanza Italia Ungheria, alla quale afferma accederebbe Croazia nonostante sue

apparenti attuali devozioni Serbia, cui 'in realtà grande massa popolo grande

mente avversa.

Accennato a impossibile esistenza Ungheria isolata, se ridotta da annessioni czeche, jugoslave e romene a piccolo stato provvisorio materie prime più necessarie onde sua necessità unirsi stati confinanti con risultato aggiungere potenza blocco slavo. Perciò convenienza Italia stringere oggi intesa preliminari e futura stretta alleanza ad Ungheria cui popolo, e particolarmente borghesia, vede almeno nell'Italia naturale protettor.e. In vista tale futura alleanza Italia dovrebbe intanto:

l) appoggiare Ungheria_ conferenza per la pace per limitare più che possibile annessioni territorio ungherese ad altri.

2) procedere occupazione mil:itare per ristabilire ordine in Ungheria, ora piena balia piccolissima minoranza comunista. Tali domande particolarmente la seconda egli si è rivolto Italia e non ad altra potenza Intesa appunto vista sentimenti devozione veramente unici verso Italia e Citato progetto alleanza; Dichiara non aver mandato ufficiale, data necessità agire segretamente, ma _essere ben sicur_o rappresentare grandissima maggioranza della propria nazione.

Insistendo su assoluta incompetenza nei mie'i compiti circa affari politici, però ho promesso informare codesto Comando per eventuale comunicazione Governo e ·comunicare lui risposta che invocherebbe favorevole».

Comando Supremo nel comunicare quanto precede aggiunge che « in vista di tale alleanza l'Italia dovrebbe appoggiare l'Ungheria aìla conferenza della pace e procedere intanto alla occupazione militare. dei principali centri dell'Ungheria per ristabilire l'ordine».

(l) -Non pubblicato. (2) -Pubblicato al n. 874.
885

L'ALTO COMMISSARIO A COSTANTINOPOLI, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (l)

T. GAB. 47/91. Pera, 17 gennaio 1919 (per. il 19).

Da Salonicco ricevo informazione che è stato deciso invio di un nostro battaglione in regione di Costantinopoli. Ho creduto opportuno telegrafare quanto segue al Comando 35o: « Prevengo codesto Comando che specialmente gli inglesi hanno in Costantinopoli truppe sceltissime con musica e divisa nuove ad evidente scopo prestigio e propaganda. Sarebbe quindi molto desiderabile pel nostro interesse che l'atteso battaglione venga nella forma più decorosa corrispondente doè allo scopo esclusivo per cui è stato qui !}esiderato. Comunico quanto precede Roma, ma ho stimato mio dovere informare anche direttamente».

Prego V. E. voler fare pervenire urgenza istruzioni.

(l) Il telegramma fu trasmesso a Zupelli, Diaz e Badoglio.

<
APPENDICI

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO (Situa.zi<me al gennaio 1919)

ALBANIA

Valona -N. N.

ARGENTINA

Buenos Ayres -CoBIANCHI Vittore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

AUSTRIA Vienna-N. N.

BELGIO

Bruxelles -CARIGNANI dei duchi DI NOVOLI nob. Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

BOLIVIA

La Paz -AGNOLI Ruffillo, .inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE Rio de Janeiro -DE BosDARI conte Alessandro, ambasciatore.

BULGARIA Sofia -ALIOTTI dei baroni nob. Carlo Alberto, commissario.

CECOSLOVACCHIA Praga -LAGo Mario, incaricato d'affari (dal 18 gennai:o).

CILE

Santiago -NANI MocENIGO conte Giovanni Battista, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

CINA Pechino -GARBASso Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

COLOMBIA

Bogotà -DuRAND DE LA PENNE marchese Enrico, inviato straordinario e ministro p1enipotenziario.

COSTARICA

S. José de Costa Rica -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

CUBA Avana -CARRARA Stefano, inviato straoroinario e ministro plenipotenziario.

DANIMARCA

Copenaghen -SACERDOTI DI CARROBIO conte Vittorio, inrviato straordinario e ministro plenipotenziado.

EGITTO

Il Cairo -NEGROTTO CAMBIASO dei marchesi noh. Lazzaro, agente diplomatico con patente di console ,generale.

EQUATORE

Quito -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

ETIOPIA

Addis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

FINLANDIA HeLsingfors -N. N.

FRANCIA Parigi -BoNIN LoNGARE conte Lelio, ambasciatore.

GERMANIA Berlino -BoLLATI Riccardo, ambasciatore.

GIAPPONE; Tokio -CusANI CoNFALONIERI marchese Luigi Girolamo, ambasciatore.

GRAN BRETAGNA Londra -IMPERIALI DI FRANCAVILLA marchese Guglielmo, ambasciatore.

GRECIA

Atene -RoMANO AVEZZANA ba,rone Camillo, inviato straordinario e ministro ple· nipotenziario.

GUATEMALA Guatemala -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenzario.

HAITI

Haiti -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente all'Avana).

HONDURAS

Tegucigalpa -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenzi!ario (residente a Guatemala).

LUSSEMBURGO

Lussemburgo -DELLA ToRRE DI LAVAGNA conte Giulio, inviato straoo.-dinario · e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Rorschach).

MAROCCO Tangeri -RINELLA Sabino, a1gente dip·lomatico con patente di console generale.

MONTENEGRO

Cettigne -DI MoNTAGLIARI marchese Paolo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Parigi).

MESSICO

Messico -MARTIN FRANKLIN Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

NICARAGUA

Managua -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

NORVEGIA

C.ristiania -MoNTAGNA Giulio Cesare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PAESI BASSI

L'Aja -SALLIER DE LA TouR dei conti nob. Giuseppe duca di Calvello, inviato straordinario e ministro plenipotenzario.

P ANAMA

Panama -PAGLIANO conte Emilio, incaricato d'affari.

PARAGUAY Assunzione -Rossi Adolfo, ministro residente.

PERSIA Teheran -CATALANI Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PERU' Lima -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PORTOGALLO Lisbona -SERRA Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

ROMANIA

Bucarest -FASCIOTTI 'barone Carlo, :inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

RUSSIA

Pietrogrado -ToMASI DELLA ToRRETTA dei principi di Lampedusa nob. Pietro, reggente ad interim l'Ambasci:ata (residente temporaneamente ad Arcangelo).

SALVADOR

San Satvador -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

SAN DOMINGO San Domingo -CARRARA Stefano, inviato straordinario e mini.!Stro plenipotenziarlo (residente all'Avana). SERBIA Belgrado -BoRGHESE dei principi Livio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (dal 19 gennaio).

SIAM

Bankog -MANACORDA Aroldo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario con patente di ·console generale.

SPAGNA Madrid -CARLOTTI DI RIPARBELLA marchese Andrea, ambasciatore.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -MACCHI DI CELLERE dei conti nob. Vincenzo, ambasciatore.

SVEZIA

Stoccolma -ToMMASINI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (fino al 16 gennaio); ORSINI BARONI Luca, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (dal 19 gennaio).

SVIZZERA

Berna -PAULUCCI DE' CALBOLI dei marchesi conte Raniero, ·inviato straordinario e ministro iPlenipotenziario.

TURCHIA Costantinopoli -SFORZA dei conti nob. Carlo, alto commissario.

URUGUAY

Montevideo -MAESTRI MoLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenz~ario.

VENEZUELA

Caracas -ScELSI Lionello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario con patente di ·console ,generale.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione al gennaio 1919)

MINISTRO DEGLI ESTERI

SoNNINO dei baroni Sidney, deputato al Parlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

BORSARELLI DI RIFREDDO marchese Luigi, deputato al Parlamento.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affari confidenziali -Ricerche e studi in relazione al lavoro del Ministro -Rapporti colla stampa e le agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col Corpo Diplomatico -Udienze -Tribuna diplomatica.

CAPO DI GABINETTO

ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi conte di Viano, inviato straordinario e ministro plenipotenziari:o.

SEGRETARI DEL MINISTRO

BtANCHERI CHIAPPORI Augusto, segretario di legazione di 1a classe. BARBARO Francesco, segretario di legazione di la classe. DE LIETo Casi1Il1iro, segretarrio di :legazione di 2a classe.

GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

Affari confidenziali -Ricerche e studi in rapporto al lavoro del. Sottosegretario di Stato -Relazioni del Sottosegretario di Stato col Parlamento e col Corpo Diplomatico -Udienze.

CAPO DI GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO

BRAMBXLLA Giuseppe, consigliere di legazione di 2a classe.

SEGRETARIO DEL SOTTOSEGRETARIO RoDDOLO Marcello, vice console di la classe.

SEGRETARIO GENERALE

DE MARTINO Gia,como, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

UFFICI ALLA DIRETTA DIPENDENZA DEL SEGRETARIO GENERALE

DIVISIONE I RAGIONERIA ED ECONOMATO

Capo Divisione: CALVARI Lodovico, direttore capo di ragioneria.

SEZIONE I

Bilanci e contabilitd -Bilancio di previsione -Conto consuntivo -Revisione di contabititd -Contabititd attive dei Regi agenti all'estero Liquidazione delle spese degli Uffici all'estero -Competenze mensili dei funzionari e del personale di servizio.

Capo sezione: BoNAMICo Cesare, ispettore di ragioneria.

SEZIONE II

Scritture -Conto corrente col Tesoro dello Stato -Conti correnti coi Regi agenti all'estero.

Capo sezione: FANO Alberto, capo sezione di ragioneria di la classe.

SEZIONE III

Tariffa consolare -Palazzi demaniali all'estero, arredamenti -Inventario dei mobili di proprietd deLl'erario all'estero -Proposte per l'acquisto di mobili ad uso d'archivio degli uffici all'estero -Sussidi.

Capo sezione: D'AvANZO Carlo, capo sezione di ragioneria di la classe.

SEZIONE IV

ECONOMATO E CASSA

Inventario dei mobili del Ministero -Contratti -Spese P.'ufficio -Manu tenzione dei locali -Magazzino -Personale degli uscieri -Corredi dei Regi uffici all'estero -Custodia delle successioni -Servizio di cassa. Capo sezione, economo-cassiere: VINARDI Giuseppe, capo sezione di ragioneria

di 2a classe.

UFFICIO CIFRA

Corrispondenza telegrafica ed ordinaria in cifra -Compilazione, custodia e distribuzione dei cifrari.

Capo ufficio: CARACCIOLO Gaetano, principe di Castagneto, consigliere di legazione di l a classe.

UFFICIO STAMPA E TRADUZIONI

Spoglio e riassunto quotidiano dei giornali e periodici esteri e nazionali -Traduziooi.

Capo uflìdo: MARCHETTI Ferrante Giulio, consigliere di legazione di aa classe.

31 -Documenti diplomatici · Serie VI -Vol. I.

APERTURA, DISTRIBUZIONE E REGISTRAZIONE DELLA CORRISPONDENZA E SPEDIZIONE

Registrazione e sunto della corrispondenza in arrivo e in partenza Rubriche per ragioni di luogo, di materia, di persona -Schedari Spedizione della corrispondenza -Corrieri di Gabinetto.

Capo ufficio: SANDICCHI Pasquale, console generale di 3a classe.

DIREZIONE GENERALE 1DEGLJ: AFFARI GENERALI

Direttore generale: CoNTARINI Salvatore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

DIVISIONE II

Personale e Cerimoniale.

Capo divisione: RANDACCIO Ignazio, console generale di 2a classe.

SEZIONE I

Personale di ogni categoria dipendente dal Ministero degli Affari Esteri (eccetto il personale delle scuole all'estero e quello di servizio) -Uffici diplomatici e consolari all'estero, loro istituzione e soppressione -Servizio d'ispezione degli stessi uffici Personale e uffici diplomatici e consolari esteri in Italia -Consiglio del Ministero -Concorsi -Ammissioni -Annuario del Ministero -Elenchi del personale del Ministero -Atti pubblici -Libretti e richieste ferroviarie per il personale.

Capo sezione: CARRIANI dei marchesi nob. Giuseppe, console di 2a classe.

SEZIONE II

Regole del Cerimoniale -Lettere Reali -Credenziali -Lettere di richiamo -Pieni poteri -Privilegi ed immunitd degli agenti diplomatici e consolari -Franchigie in materia doganale ai Regi agenti e agli agenti stranieri in Italia -Massimario -Visite e passaggi di Sovrani e Principi

-Decorazioni nazionali ed estere. Capo sezione: CoLONNA dei principi nob. Ascanio, segretario di legazione di la classe.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione ed incremento delle collezioni manoscritte del Ministero e dei Regi uffici all'estero -Conservazione degli originali degli Atti internazionali conclusi dal Regno d'Italia e dagli Stati soppressi Conservazione delle carte del Ministero versate dagli Archivi delle Divisioni -Ricerche e studi preparatori pel Ministero e per gli uffici del Dicastero -Memorie su materie storiche e questioni internazionali -Protocollo, inventario e schedari.

Direttore: GoRRINI prof. Giacomo.

BIBLIOTECA

Proposte per acquisto di Libri e associazioni a giorna~i e riviste -Conservazione ed in~remento delLe pubblicazioni -Scambio di pubblicazioni con altri ministeri od istituti de~ Regno o di Stati esteri -Collezione e custodia di carte geografiche per uso del Ministero -Cataloghi, schedari -Raccolta sistematica di pubblicazioni de~ Ministero -Raccolta sistematica della legislazione straniera per ciò che può riguardare le rewzioni internazionali e l'amministrazione degli affari esteTi -Forniture di pubblicazioni a corredo di Regi uffici diplomatici e consowri.

Bibliotecario: PASQUALUCCI Loreto.

DIREZIO~E GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI

Direttore Generale: MANZONI dei conti nob. Gaetano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

DIVISIONE III

Capo divisione: CHIARAMONTE BoanoNARo Antonto, consigliere di legazione di la classe.

SEZIONE I

Carteggio in materia politica per affari concernenti l'Europa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione ed interpretazione di trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Rettifiche ed accertamenti di frontiera -Sconfinamenti militaTi -Spoglio di giornali esteTi per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: DuRAZZo marchese Carlo, consigliere di legazione di 2a classe.

SEZIONE II

Carteggio in materia politica per affari concernenti il Levante e l'Africa -Su.nto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione di trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Capitolazioni -Riforme giudiziarie in Egitto -Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CoMPANS di BRICHANTEAU marchese Alessandro, consigliere di legazione di aa 'classe.

SEZIONE III

Carteggio in materia politica per affari concernenti l'Estremo Oriente e l'America -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione ed interpretazione di trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Spoglio di giornali come sopra.

Capo sezione : DuRINI DI MoNZA conte Ercole, consigliere di legazione di aa classe. SEZIONE IV

Pratiche relative alla pobitica coloniale.

Capo sezione: SENNI dei conti nob. Carlo, console di la classe.

DIVISIONE IV Capo divisione: STRANIERI Augusto, console generale di aa classe.

SEZIONE!

Reclami di sudditi italiani verso Governi Esteri e di sudditi esteri verso il governo italiano.

Capo sezione: N. N.

SEZIONE II

Polizia internazionaLe -Istituti ecclesiastici esteri nel Regno -Ammissione di ufficiali ed allievi stranieri nei regi istituti miLitari e marittimi -Pubblicazioni diplomatiche e Libri verdi.

Capo sezione: N. N.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI

Incaricato delle funzioni di direttore generale: SERRA Carlo Filippo, console generale di 111 classe.

DIVISIONE V Capo divisione: CAMICIA Mario, console generale di la classe.

SEZIONE I

Carteggio relativo alla stipulazione ed 'interpretazione dei trattati e degli atti commerciali internazionali -Studi e indagini di politica commerciale -Pubblicazioni di indole economica -Bollettino del Ministero.

Carpo sezione: VIVALDI Guglielmo, console di la classe.

SEZIONE II

Rechami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze commerciali.

Capo sezione: BIANCHI Vittorio, console di 2a classe.

DIVISIONE VI Capo divisione: GARROU Mario, console generale di 2a classe.

SEZIONE I

Esposizioni -Congressi internazionali di natura non politica nè commerciale.

Capo sezione : N. N.

SEZIONE II

Servizi postali e marittimi -Ferrovie di interesse internazionale Sanità pubblica.

Capo sezione: PULLINO nob. Umberto, console di 2a classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI PRIVATI

Incaricato delle funzioni di direttore generale: SERRA dei conti nob. Carlo, console generale di Ja classe.

DIVISIONE VII Capo divi:sione: MILAzzo Silvio, console generale di Ja classe.

SEZIONE I Questioni giuridiche di nazionalità, di estradizione, di protezione consolare, di stato civile e di ogni altro ordine non politico nè commerciale. Capo sezione: GAVOTTI dei marchesi nob. Lodovico. console di 3a classe.

SEZIONE II Stipulazione ed interpretazione di trattati relativi alle materie anzidette. Capo sezione: N. N.

DIVISIONE VIII Capo divisione: GAZZANIGA ETTORE, console generale di 2a classe

SEZIONE I Rogatorie -Pensionati all'estero -Atti giudiziari -Atti di stato civile -Ricerche all'estero nell'interesse dei sudditi italiani. Capo sezione: KELLNER Gino Lodovico, segretario di legazione di 3a classe.

SEZIONE II

Successione di sudditi italiani morti all'estero.

Capo sez'ione: ToscANI Angelo, console di Ja classe.

UFFICIO DEL CONTENZIOSO E DELLA LEGISLAZIONE

Contenzioso diplomatico -Segretario del Consiglio del contenzioso diplomatico -Convocazione, verbali delle adunanze -Nomina e conferma dei membri del Consiglio stesso-Archivio -Massimario del contenzioso -Studi preparatori delle conferenze di diritto internazionale privato e dei congressi internazionali di indole giuridico-amministrativa -Rac

colta ufficiale dei trattati -Pubblicazione degli atti relativi. Capo ufficio: RICCI BusATTI Arturo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

LEGALIZZAZIONI E PASSAPORTI Legalizzazione di atti -Corrispondenza e contabilità reLativa -Passaporti diplomatici -Passaporti distinti. Capo ufficio: N. N.

'TIPOGRAFIA Direttore: ALFERAZZI Giacomo Antonio.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO

Direttore generale: BoccoNI Luigi, console generale di la classe.

DIVISIONE IX Capo divisione: SARTORI Francesco, console generale di aa classe.

SEZIONE I

Istituti scolastici governativi all'estero, loro ordinamento e direzione didattica e disciplinare -Istituzione e soppressione delle scuole -Locali scolastici -Materiale didattico e scientifico -Personale insegnante Deputazioni scolastiche -Concorsi -Posti gratuiti ,e semi-gratuiti dalZ'estero per l'interno -Istituti sussidiati all'estero -Sussidi ordinari e straordinari a scuole coloniali, private e confessionali -Tutela e sorveglianza delle medesime -Palestre ginnastiche -Educatori -Biblioteche -Ambulatori medico-chirurgici annessi alle scuole ed altri Istituti di assistenza scolastica -Segreteria del Consiglio Centrale delle scuole all'estero e rapporti col consiglio stesso -Annuario delle scuole italiane all'estero -Statistiche -Relazioni al Ministro ed al Parlamento

-Protocollo ed archivio della Direzione generale. Capo sezione: N. N.

SEZIONE Il

Amministrazione, contabilità, bilanci delle scuole -Decreti e mandati relativi -Inventari dei beni mobili ed immobili ad uso delle scuole. Capo sezione di ragioneria: FIORETTI Vittorio.

COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE Commissario: DE MICHELIS prof. Giuseppe.

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

Argentina: S. E. Lucas AYARRAGARY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Carlos S. ZAVALIA, consigliere; Conrado RoLANDONE, 2° segretario.

Belgio: Conte Werner van den STEEN DE JEHAY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Conte Baudouin DE LICHTERVELDE, consigliere; Charles PAPEIANS DE MORCHOVEN, 1° segretario; barone DE HUBSCH, addetto temporaneo; gen. A. J. M. MoREL, addetto militare; magg. Barone Gaston DE BÉTHUNE, addetto militare aggiunto.

Brasile: S. E. Luiz Martins DE SouzA DANTAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; José Joa;quin MoNtz DE ARAGÀO, consigliere; Lourival DE GUILLOBEL, 2o segretario; Amerigo GALVAO BUENO FILHO, 2° segretario; luogotenente di vascello J osé Maria MAGALHA.Es DE ALMEIDA, addetto militare; Francisco GuiMARAES, addetto commerciale; Deoclecio DE CAMPos, addetto commerciale aggiunto.

Cecoslovacchia: dr. Leone BORSKY, incaricato d'affari; Anton PAPIRNIK, lo segretario; Jaroslav LIPA, addetto commerciale; maggiore SEBA, addetto militare provvisorio.

Cile: Enrique VILLEGAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Felipe ANINAT, lo segretario; Léon SuBERCASEAUX, 2° segretario; Comandante di Stato Maggiore Enrique BRAVO ORTIZ, addetto militare.

Cina: S. E. WANG-KouANG-KY, inviato straordinario e ministro plentpotenziario; Hou-TE'-VANG, 1° segretario; WANG-TSENG-SZE, 2° segretario; TSCHENG YI FU, 2° segretario; TsEou KIAYONG, addetto; TcHou YIN, addetto.

Colombia: José Maria QuiJANo WALLIS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Manuel P. DAVILA, segretario; Beniamino DusSAN CANALS, addetto.

Cuba: Antonio MARTIN RIVERO, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; dott. José Alberto IZQUIERDO, 1° segretario; Enrique LoPEZ, addetto. Danimarca: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; M. A. DE 0LDENBURG, incaricato d'affari; Kai STAUN, addetto.

Francia: S. E. Camille BARRÈRE, ambasciatore; François CHARLEs-Roux, lo segretario, incaricato delle funzioni di consigliere; Gaillard LACOMBE, lo segretario; Jean RoGER, 2° segretario; Jacques LABOURET, 3o segretario; Armand BAROIS, 3° segretario; Jacques TRUELLE, addetto; barone DE NEUFVILLE, addetto; generale JuLLIAN, addetto militare; luogotenente colonnello FISCHER, addetto militare aggiunto; capitano di vascello Joseph-Emmanuel-Henri FROCHOT, addetto navale; lugotenente di vascello DE LA CHAPELLE, addetto navale aggiunto; ToNDEUR-ScHEFFLER, console distaccato all'Ambasciata; HARISMENDI, console generale, addetto commerciale.

Giappone: S. E. Hikokichi !JUIN, ambasciatore; Shinooh !MAI, Io segretario; Massaki RoTTA, 3° segretario; Saichiro KosHIDA, addetto; Yujiro SuGISHITA, addetto; com. di fanteria Aki SEMBA, addetto militare; capitano di corvetta Shigeta.ro SHIMADA, addetto navale.

Gran Bretagna: S. E. Sir James RENNEL RoDD, ambasciatore; W'illiam ERSKINE, consigliere; George A. MouNsEY, I 0 segretario; Edward KEELING, 3o segretario; Lord BERNERs, addetto onorario; Geoffrey ScoTT, addetto onorario; Guy CELEBROOKE, addetto onorario: Edward CAPEL CuRE, addetto per gli affari commerciali (con il rango di consigliere d'ambasciata); V. H. HASLAM, addetto commerciale aggiunto; capitano DENNIS LARKING, addetto navale; luogotenente colonnello RocKE, addetto militare; luogotenente colonnello Henry FoRTESCUE, addetto militare aggiunto; luogotenente C. R. HoLLWAY, a,ddetto militare aggiunto; luogotenente colonnello C. H. MEARS, addetto per l'aviazione.

Grecia: Lambros CoRoMILAs, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Charalambos SrMOPOULos, I0 segretario; Ioannis Nakos PANOURIAS, segretario; Nicolaos LELYS, addetto; luogotenente colonnello Anastasios TAvouLARIS, addetto militare.

Guatemala: Guillermo MATos PACHECO, incaricato d'affari ad interim.

Haiti: Ami1car DuvAL, incaricato d'affari.

Messico: Rodolfo Arturo NERVO, incaricato d'affari.

Monaco: Conte Henri DE MALEVILLE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Raoul SAUVAGE, cancelliere, incaricato d'affari.

Norvegia: Arne ScHEEL, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Ove

C. L. VANGESTEN, addetto.

Olanda: barone Wilhelm B. R. VAN WELDEREN RENGERS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Jonkheer H. VAN WYRCH, segretario.

Persia: S. E. generale lSAAC KHAN MoFAKHAMED DoVLEH, inviato straordinario e ministro p1enipotenziario; B. ENTEZAM-ES-SALTANEH, consigliere; principe PARVIZ MIRZA, addetto; MAMED KHAN ENTEZAM, addetto.

Perù: S. E. generale Oscar BENAVIDES, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Portogallo: Eusebio LE.Ao, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE BREDERODE, consigliere; Joaquim PEDRoso, 2° segretario; Antonio DE MANTERO BELARD VELARDE, addetto.

Romania: Alexandru LAHOVARY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Demetrin C. PENNEsco, consigliere; Matila Costiesco GHYKA, 2° segretario; colonnello Jean FLOREsco, addetto militare.

Russia: S. E. Mikail DE GIERS, consigliere privato, ambasciatore; consigliere di Stato lvan PERSIANY, consigliere; consigliere Basile DE STRANDTMAN, 1° segretario; ,consigliere onorario Pijotr NEKLUDOW lvan, 2° segretario; segretario Basile KHVOSNSKY, addetto; consigliere di Stato barone Teodor BISTRAM, addetto; assessore di collegio Aleksandr loRDANOW, addetto; consigliere di Corte Nikolae DUBIAGSKY, addetto; segretario Bronislaw JANISZOVKI, addetto; assessore di collegio Wladimir RAFALSKY, addetto; assessore di collegio Alexei KRATIROW, addetto; consigliere onorario Aleksandr TRUBNIKOFF, addetto; colonnello di Stato Maggiore Qs,car ENCKELL, addetto militare; colonnello di Stato Maggiore prindpe Aleksandr WoLKONSKI, addetto militare aggiunto; generale maggiore Aleksandr HESKETH, addetto; colonnello d'artiglieria Marian RHEINGARD, addetto; colonnello Serge NIEMTCHENKO, addetto; colonnello di ·Cavalleria Papul RoDZIANKO, addetto; capitano di fregata barone Pijotr DE WRANGELL, addetto navale; S. E. consigliere di Stato Mikail SuBBOTKIN, addetto commerciale; Ivan MARGARITOFF, addetto commerciale aggiunto.

SaLvador: dr. J. Gustave GUERRERO, 'inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

San Domingo: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Pedro Maria RuBIROSA, incaricato d'affari ad interim.

Serbia: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Voislav ANTONIEVITCH, ministro plenipotenziario, incaricato d'affari; Stanoje MIHAILOVITCH, segretario; Drag MARINKOVITCH, segretario; Alexandre BoDY, addetto; Bochko CHRISTITCH, addetto; Dragomir KASSIDOLATZ, addetto; Drag~mir STANOJEVITCH, addetto; colonnello Douchan PECHITCH, addetto militare.

Siam: PHYA BIBADH KosHA., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Luang BAVARA-VADI, 2° segretario; Luang VISUTR SUNDARA, go segretario; luogotenente colonnello principe AMORADHATI, addetto militare.

Spagna: S. E. marchese Wenceslao DE VILLA-URRUTIA, ambasciatore; Domingo DE LA BARCENAS, consigliere; Manuel DE YNCLAN Y DE LA RASILLA, segretario; don Alonso ALVAREZ DE ToLEDO conte di Eril marchese di San FeHces de Aragon, addetto; don Alvaro SILVELA Y DE LA VIESCA, addetto; José DE LA GANDARA y PLAZAOLA, aiddetto onorario; don Fernando RAMIREZ DE VILLAURRUTIA Y CAMACHO, addetto onorario; José Maria SERT, addetto onorario; Comandante di Stato Maggiore Ramòn SAGARRA Y CENDRA, addetto militare; Francisco ALVAREZ DE TOLEDO Y SILVA conte di Sclafani, addetto militare aggiunto.

Stati Uniti d'America: S. E. Thomas Nelson PAGE, ambasciatore; Peter Augustus JAY, ·consigliere; Norval RrcHARDSON 1° segretario; W. A. W. STEWART, 1° segretario; Arthur Bliss LANE, go segretario; Thomas Hart Jr. ANDERSON. go segretario; Gino SPERANZA, addetto; Benjamin RIGGS, addetto; James W. LANE, addetto; Ronald Lambert TREE, addetto; colonnello Mervyn C. BucKEY, addetto mHitare; capitano Chandler R. PosT, addetto militare aggiunto; capitano

James BRUCE, addetto militare aggiunto; luogotenente Rupert TAYLOR, addetto militare aggiunto; luogotenente Lamar FLEMING, addetto militare aggiunto; luogotenente A. T. DoUGLAS, addetto militare .aggiunto; secondo luogotenente Charles A. RoBERTSON, addetto militare aggiunto; secondo luogotenente Ralph VAN BuREN, addetto militare aggiunto; comandante Charles Russell TRAIN, addetto navale; capitano Harry M. HonGEs, addetto navale aggiunto; luogotenente comandante Roland R. RIGGS, addetto navale aggiunto; luogotenente comandante Clifford M. PEcK, addetto navale aggiunto; luogotenente Harold H. THURLBY, addetto navale aggiunto; luogotenente Charles Jr. BRADLEY, addetto navale aggiunto; Seymore Livingston G. KNox, addetto.

Svezia: barone Charles Nils Daniel DE BILDT, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Harold DE BILDT, consigliere; G. DE REUTERSKIOLD, segretario.

Svizzera: George WAGNIÈRE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Hans DE SEGESSER-BRUNEGG, consigliere; Theoring DE SONNENBERG, 2° segretario; William J. MoRETTI, 2° segretario.

Uruguay: S. E. Gabriele TERRA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Alfredo DE CASTRO, 1° segretario; Andrés PoDESTÀ, addetto onorario; Manuel S. MILANS, addetto commerciale.